[I] Trappola per topi - Manuel Piredda

Lunedì 18 maggio alle ore 21.00! Avrete QUATTRO ore di tempo, non avete scusanti per mancare! Matteo Di Giulio, autore della Sperling & Kupfer sarà la guest star, trovate un suo racconto nella sezione SPECIAL del sito. Leggetelo con attenzione perché potrebbe venirvi un'idea riguardo al tema che ha scelto per voi!
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invernomuto
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[I] Trappola per topi - Manuel Piredda

Messaggio#1 » lunedì 18 maggio 2015, 22:50

Trappola per topi di Manuel Piredda
 
Mangrovie e melma a perdita d'occhio, sotto il limo solo radici, coccodrilli e charlie gonfi d'acqua mangiati a metà dai rettili, questo era lo scenario regalato da Zio Sam ai poveracci mandati a morire per il suo onore in posti dai nomi impronunciabili.

Nelle poche colline abbastanza spoglie da poter ospitare qualche paletto e un telo si ergono le nostre tende, formicai di omini verdi intenti a spostare casse da un punto all'altro, ubriacarsi sino al vomito e, occasionalmente, muoversi in colonna verso altri formicai gremiti di musi gialli.

Ogni movimento delle truppe è regolato nei minimi dettagli dall'organismo militare, ordini che partono dalle teste graduate e giungono ai coglioni sul campo, pronti a eseguire ogni comando sino all'ultimo respiro.

Non noi.

Noi siamo ratti, pronti ad abbandonare la tana e affrontare vita e morte con i denti snudati, decisi a costare il più possibile al nemico, senza una guida che non sia il nostro istinto.

Forse è per questo che ci chiamano Tunnel Rats o forse per le piccole dimensioni che ci permettono di infilarci in quei tunnel infernali, l'unica certezza è che siamo rispettati tanto dagli amici quanto dai nemici.

Non importa quanto cameratismo si possa formare sotto i tendoni alla luce del sole, la nostra vita si gioca al buio, da soli, infilati nei tunnel Cu Chi dei gialli a giocare a dadi con la morte a ogni angolo, all'ingresso di ogni slargo.

Le pareti del tunnel mi hanno accolto come un grembo, mentre mi calavo dentro nel silenzio più assoluto; la melma che cola lenta dalle pareti rende la galleria scivolosa e puzzolente, la mano che scorre piano lungo il perimetro umido mi permette di trovare la via senza accendere la torcia, un fascio di luce nel momento sbagliato significherebbe la morte nella migliore delle possibilità.

Un rumore estraneo nel buio è sufficiente a mandare in corto i miei nervi, l'adrenalina accelera il cuore, rendendolo una pompa impazzita, nelle orecchie il rimbombo dei battiti, lo stillicidio di gocce, un respiro impaurito, non mio.

Un battito e raggiungo la pistola, un altro e la tengo dritta di fronte a me, prima che il ventricolo si possa contrarre una terza volta accendo la torcia.

La lama di luce taglia uno slargo abbandonato, posandosi su tavoli macilenti e casse immerse nella melma, nell’angolo più lontano un piccolo muso giallo si rintana il più possibile, le mani dritte di fronte a lui in segno di resa.

“Parli inglese?”

Respiri sincopati, poi una risposta

Char-li! Fuck!

Parole sentite ai soldati, probabilmente le uniche che conosce, gli occhi pieni di paura rimbalzano da una parte all'altra della stanza buia mentre lo abbaglio con la torcia.

“Stai fermo! Non voglio ammazzarti!”

Il ragazzino abbassa le braccia, la mano destra scivola alle sue spalle.

“Ho detto fermo!”

Le tacche di mira centrate sul suo petto ancora glabro, il dito trema sul grilletto.

Non è quello che farebbe un eroe, non è quello che dovrei fare.

La mano del ragazzo riappare, sull'indice un cerchio argentato riflette la luce della torcia.

È la copiglia di sicurezza di una granata, una tra le tante ora visibili nella cassa alle spalle del giovane, che mi fissa con la guerra negli occhi.

Mentre la leva d’innesco cade al suolo, segnando il destino di entrambi, realizzo che il topo più forte è sempre quello con le spalle al muro.

 



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Callagan
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Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2015, 12:40

Ciao, Manuel.
Metterò in evidenza quanto non mi ha convinto del racconto, stante il fatto che hai rispettato il tema del concorso.
Il brano è spezzato in due da una parte introduttiva che si contrappone al finale all'insegna dell'azione. Le due parti sono nettamente divise da un brusco cambio di prospettiva che al momento della lettura mi ha lasciato disorientato. A mio parere, avresti potuto gestire meglio il racconto concentrandoti sull'azione al presente (ovvero tutta la parte finale) e inserendovi qua e là le informazioni che invece hai raggruppato tutte all'inizio.
(Spero di essermi spiegato!)
Da rivedere anche la punteggiatura: abusi del ruolo della virgola, quando invece puoi optare per i due punti o per un bel punto. Il mio consiglio è quello di rileggerti il racconto ad alta voce, in modo da evidenziare le pause imposte dalla punteggiatura.
Ad esempio, nell'incipit l'ideale sarebbe mettere i due punti:
Mangrovie e melma a perdita d’occhio, sotto il limo solo radici, coccodrilli e charlie gonfi d’acqua mangiati a metà dai rettili: questo era lo scenario regalato da Zio Sam ai poveracci mandati a morire per il suo onore in posti dai nomi impronunciabili.

Attenzione anche ai tempi verbali:
Le pareti del tunnel mi hanno accolto come un grembo, mentre mi calavo dentro nel silenzio più assoluto; la melma che cola lenta dalle pareti rende la galleria scivolosa e puzzolente, la mano che scorre piano lungo il perimetro umido mi permette di trovare la via senza accendere la torcia, un fascio di luce nel momento sbagliato significherebbe la morte nella migliore delle possibilità.

Qui salti da un tempo all'altro, mentre potresti (dovresti?) usare il presente che utilizzi costantemente da quel momento in poi.

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invernomuto
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Messaggio#3 » martedì 19 maggio 2015, 15:08

Mi trovi d'accordo con più o meno tutte le tue osservazioni, Filippo.
Il salto improvviso dalla descrizione all'azione è qualcosa a cui ho pensato sino all'una ieri notte, incapace di trovare una soluzione accettabile.
A rileggerlo adesso trovo mille modi per integrare le sezioni descrittive in modo più accettabile, ne farò tesoro per la prossima tenzone.

L'eccesso di virgole è parte del mio eccessivo amore non ricambiato per gli incisi, che spesso portano alla creazione di periodi troppo lunghi.

Discorso simile ai precedenti anche per un paio di periodi che hanno conservato il tempo verbale di versioni precedenti e mi sono sfuggiti durante le varie riletture, la prossima volta l'operazione di ricerca e distruzione sarà più minuziosa!
Ti ringrazio per le tue osservazioni precise e utili, a presto!

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Filippo Santaniello
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Messaggio#4 » martedì 19 maggio 2015, 17:23

Ciao Manuel,
io non ho trovato difficoltosa la lettura che è andata via fluida fino alla fine. Ho apprezzato l'ultimo paragrafo che chiude il racconto alla perfezione, secco come un'esplosione, però la storia di per sé mi ha lasciato un po' freddino, non ha smosso nulla. Dal momento in cui parte l'azione col Tunnel Rat mi aspettavo qualcosa di più, non so di preciso cosa suggerirti, ma è come se mancasse qualcosa e ciò che manca rende il racconto un po' squilibrato. Alla prossima, ciao!

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angelo.frascella
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Messaggio#5 » martedì 19 maggio 2015, 22:35

Ciao Manuel.

Un racconto interessante il tuo, ma minato dallo scarso spazio che ti ha portato a inserire una lunga introduzione per definirne i contorni storici. Il racconto ne risulta appesantito e non tutto ciò che metti nella prima parte è davvero essenziale: la polemica contro la guerra e gli Stati Uniti, la descrizione dell’accampamento ecc., sono tutti dettagli di cui il lettore potrebbe fare a meno. A mio parere, avresti dovuto iniziare dalla scena del tunnel e inserire qualche piccola informazione immersa nel testo (al massimo con una riga di introduzione per far capire che chi parla è un soldato che caccia nei tunnel e che siamo in Vietnam). La seconda parte è molto più interessante e con un bel finale.

A rileggerci. Ciao!

alexandra.fischer
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Messaggio#6 » venerdì 22 maggio 2015, 6:36

Ciao. Fin dall’inizio, il tuo racconto è chiarissimo. Mostra la guerra del Vietnam dal punto di vista di un combattente esperto di azioni a sorpresa. A un certo punto dell’azione, sbuca da un tunnel (interessante l’immagine tunnel- grembo, quasi nascesse una seconda volta quando si prepara ad agire). L’incontro con il ragazzino è una sorpresa interessante: sulle prime sembra l’ennesima vittima di guerra, ma poi si rivela molto più pericoloso di quanto non sembri in realtà. Bel racconto, complimenti. Una vera storia di guerra.

alexandra.fischer
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Messaggio#7 » venerdì 22 maggio 2015, 19:17

TRAPPOLA PER TOPI di Manuel Piredda Ciao. Fin dall’inizio, il tuo racconto è chiarissimo. Mostra la guerra del Vietnam dal punto di vista di un combattente esperto di azioni a sorpresa. A un certo punto dell’azione, sbuca da un tunnel (interessante l’immagine tunnel- grembo, quasi nascesse una seconda volta quando si prepara ad agire). L’incontro con il ragazzino è una sorpresa interessante: sulle prime sembra l’ennesima vittima di guerra, ma poi si rivela molto più pericoloso di quanto non sembri in realtà. Bel racconto, complimenti. Una vera storia di guerra.

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ceranu
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Messaggio#8 » domenica 24 maggio 2015, 22:24

Ciao Manuel, ben trovato.
Concordo con la critica mossa dagli altri. La prima parte sembra troppo staccata dalla seconda, ti dirò la verità, a un certo punto pensavo di leggere un racconto dal punto di vista di un Vietcong.
Comunque mi è piaciuta molto la scelta di ambientare la storia in vietnam.
Della seconda parte ho poco da dire. Probabilmente avrei reso più cattivo il pensiero del protagonista, obbligato ad essere lì da “quei luridi musi gialli”.
Mi è piaciuto molto l'ingresso nel tunnel, mi sentivo oppresso e limitato nei movimenti come il protagonista. Bella anche la chiusura.
Cambiando l'introduzione sarebbe un ottimo racconto.
Ciao e alla prossima

Serena
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Messaggio#9 » lunedì 25 maggio 2015, 12:15

Ciao Manuel! Amo le descrizioni minuziose e il tuo racconto è pane per i miei denti! La lettura è scivolata rapida fino alla fine. Catapultata tra le luride gallerie umide e viscide, ho seguito il protagonisa e il suo cuore. La fine poi... l'ho trovata davvero di grande effetto, con una frase finale che mi ha fatta gongolare! Per me una buona storia, che nonostante il limite di battute, riesce a creare un'atmosfera densa e ansiosa. Bravo!

P.S. io ho lo stesso problema... ma con i punti!

A presto!

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Linda De Santi
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Messaggio#10 » martedì 26 maggio 2015, 18:24

Ciao Manuel! Mi è piaciuta la scena della trappola, seguendo il protagonista attraverso i tunnel stretti e scivolosi ho provato davvero un senso di soffocamento e l'azione del ragazzino mi ha sorpreso: credevo quasi che fosse lì come espediente narrativo per far avere al protagonista un ripensamento sulla guerra, e invece... :)

Mi ha stranito il passaggio che c'è a metà racconto, da una panoramica generale si passa a una situazione che è già sul filo della tensione. Secondo me potresti fare iniziare il racconto proprio durante una delle escursioni nei tunnel del protagonista, in modo da calare subito il lettore nell'azione.

In ogni caso, un buon racconto. A presto!

 

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Adry666
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Messaggio#11 » giovedì 28 maggio 2015, 16:32

Ciao Manuel,

tema pienamente centrato.

Qualche giorno fa ho visto una puntata di “Ulisse” (di Angela) in cui tra le tante cose descrivevano i tunnel usati dai Viet, impressionante! Non so se la tua ispirazione magari sia dovuta anche a quel documentario.

La storia scorre bene, con un ritmo più lento all’inizio e poi un crescendo che improvvisamente si “congela” con lo strappo della linguetta della granata. Quest’ultimo punto è reso molto bene e sono riuscito a vedere la scena come fosse in slow motion.

Ho avuto qualche problema con la punteggiatura che mi ha costretto alla rilettura di qualche frase per capirne il senso. Penso che con alcune correzioni il flusso narrativo potrebbe migliorare di molto.

sharon.galano
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Messaggio#12 » giovedì 28 maggio 2015, 20:38

Ciao Manuel,
il tema è presente ed è pure forte. Per quanto riguarda la storia l'avrei fatta iniziare nel momento in cui il soldato si cala nel cunicolo e inizia a percorrere il tunnel, eliminando così il preambolo dei primi paragrafi. L'incontro con il ragazzo cinese è descritto alla perfezione. In quei momenti ho sentito e provato come i due personaggi: ero in attesa che uno dei due facesse la prima mossa. E quando dici cosa effettivamente fanno, veramente tocchi l'apice. Il finale merita davvero attenzione e riflessione.
Il tuo stile poi è interessante, e non annoia.
Il titolo è una scelta vincente. Come la frase finale.
E' stato un piacere leggerti. Spero di incontrarti anche nelle prossime sfide
a presto

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antico
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Messaggio#13 » lunedì 1 giugno 2015, 16:54

Per come la vedo io questo racconto doveva essere completamente incentrato sul confronto fra il soldato americano e il vietnamita. Dovevi indugiare su quest'attimo tremendo che precede la morte di entrambi e nel farlo potevi inserire tutte le informazioni cha hai dato nella prima parte che, allo stato attuale, contribuiscono solo a creare due segmenti eccessivamente staccati tra loro. In effetti, il cuore del racconto viene, in questa forma, introdotto troppo poco prima della conclusione e ciò non aiuta a dare allo stesso quella solidità che avrebbe meritato. Un pollice ni che punta verso il su, ti aspetto nel laboratorio.

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