[V] Un'incurabile mancanza di puntualità

Lunedì 18 maggio alle ore 21.00! Avrete QUATTRO ore di tempo, non avete scusanti per mancare! Matteo Di Giulio, autore della Sperling & Kupfer sarà la guest star, trovate un suo racconto nella sezione SPECIAL del sito. Leggetelo con attenzione perché potrebbe venirvi un'idea riguardo al tema che ha scelto per voi!
sharon.galano
Messaggi: 61

[V] Un'incurabile mancanza di puntualità

Messaggio#1 » lunedì 18 maggio 2015, 23:25

Un'incurabile mancanza di puntualità
di Sharon Galano
 
Era a destra o a sinistra?
A quel bivio non c’erano né cartelli stradali né passanti. Eppure Pietro gliel’aveva ripetuto più e più volte che la strada da prendere, se voleva arrivare in tempo, era una e una sola. Gianni, però, era fermo davanti alla strada che si divideva in due.
Per qualche attimo la sua testa oscillò prima a destra e poi a sinistra.
Fece un passo avanti, indirizzando la punta dei piedi verso sinistra. Ma poi indietreggiò, tornando al punto di partenza.
“Mannaggia”.
A Gianni le gambe iniziarono a tremare. Batté un piede per terra, e poi gridò: “Oh mio Zio”, era il suo modo per non imprecare, “anche questa volta arriverò in ritardo”.
Ripensò a quanto gli aveva sempre detto sua madre, “Sei nato con una grave e incurabile mancanza di puntualità”. Glielo ripeteva da quando lei era stata costretta ad attendere la nascita del figlio per due settimane oltre la data prevista.
Gianni si voltò verso destra.
“Questa volta”, alzò la destra al cielo come per pronunciare un giuramento solenne, “Dio mi è testimone, questa volta”.
E fece una pausa: si guardò attorno per essere sicuro di essere solo.
“Questa volta ce la devo fare”.
Però il dilemma restava. Destra o sinistra?
Gianni abbassò il braccio, e con un gesto nervoso cercò di sistemare la camicia stropicciata nei pantaloni. Indossava uno smoking che gli andava stretto e odorava di naftalina. La cravatta penzola su un lato in attesa di essere annodata. Intrecciò i nastri per fare il nodo, ma…
“Cosa ti avevo detto? Va’ a destra”, lo sorprese una voce profonda.
Gianni si girò di scatto.
“Pietro, ma sei qui. Non ti avevo visto”.
Pietro rise: “Anche la vista ti fa difetto”.
“Sai per caso che ora è?”.
“Qui o nel tuo paesino?” Pietro si accarezzava la barba.
“Qui, là, lì, è uguale. Sono ancora in tempo?”.
Gianni poggiò il braccio sulla spalla di Pietro. Aveva il fiatone, come dopo una lunga corsa.
“Se vai adesso, puoi farcela”.
“Ma troverò qualcuno ad aspettarmi? E’ come se non li vedessi da tanto, eppure è passato solo un giorno. O due?”.
“Due” fu la risposta di Pietro, “ sono lì ad aspettarti”.
“Ci sono proprio tutti?” Gianni giocherellò con la cravatta, “ Ci saranno mia moglie, le mie figlie e anche quei presuntuosi dei loro mariti?”.
“Proprio tutti”.
Gianni fece per andare a destra. Ma poi tornò sui suoi passi e si avvicinò a Pietro.
“Ma c’avranno una faccia? Queste occasioni mettono sempre una tristezza”.
Pietro non disse nulla. Abbozzò un sorriso, solamente.
Gianni sbuffò, prese un gran respiro e fece il nodo alla cravatta.
“E se non ci volessi andare?”.
Pietro gli si avvicinò: diede una pulita alla giacca di Gianni e raddrizzò la cravatta, stringendo il nodo fino a serrare del tutto il colletto della camicia.
“Non puoi mancare. E’ la tua festa”.
“Ma se ci vado, posso almeno fare l’occhiolino a mia moglie?”.
“Vuoi che le venga un colpo? Per lei è ancora troppo presto”.
Gianni finalmente sorrise. E andò. Non poteva permettersi di far tardi al suo funerale.



cristina.danini
Messaggi: 90

Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2015, 17:17

Ciao Sharon =)

Il racconto è scorrevole e si legge volentieri, il colpo di scena finale è davvero bello, si intuisce qualcosa solo quando Gianni chiede all'amico se vedrà i volti dei famigliari. Quello che però non riesco veramente a trovare è il combattimento, anche interiore, del protagonista. Escludendo che lotti per scegliere la strada, se volevi puntare sulla decisione di andare o meno al proprio funerale secondo me dovevi enfatizzarlo di più.

Comunque complimenti!

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Messaggio#3 » mercoledì 20 maggio 2015, 9:41

Ciao Sharon,

leggendo l'incipt del tuo racconto non mi è chiarissimo se Gianni lotti più contro la sua cronica tendenza a fare tardi o contro la sua pessima memoria. Certo, il titolo del racconto viene in aiuto, ma personalmente avrei enfatizzato di più la mancanza di puntualità a scapito della vicenda del bivio che, a mio parere, confonde e non mi sembra così importante ai fini della storia.
La seconda parte, pur perdendo per strada il tema, scorre molto meglio.
Un appunto riguardo all'imprecazione di Gianni: mi pare un po' infantile, forse perché mi ricorda quel porcozio tanto in voga quand'ero piccolo.

Fernando

carolina.pelosi
Messaggi: 72

Messaggio#4 » venerdì 22 maggio 2015, 11:12

Ciao Sharon.

Devo dire che l'idea mi piace parecchio, un uomo che sta andando al suo funerale è originale. Ho apprezzato che si capisca quasi alla fine, che è del suo funerale che si tratta. Ho colto, poi, anche la figura di Pietro (e il nome, non casuale, probabilmente, o forse è solo un mio film mentale ;)) e l'ho apprezzata. L'unico appunto è che si, in effetti non si coglie benissimo se combatta più con la sua mancanza di puntualità o con la mancanza di voglia di presentarsi al funerale. Forse la prima, dal momento che la seconda l'hai enfatizzata molto di meno.
Alla prossima!

diego.ducoli
Messaggi: 265

Messaggio#5 » martedì 26 maggio 2015, 23:17

Ciao Sharon

Ammetto che a meta racconto avevo capito dove andavi a parare ,ma nonostante questo il brano mi ha divertito, e i personaggi sono semplici ma ben delineati.

Il bivio l'ho interpretato come una biforcazione tra inferno o paradiso, Pietro...beh non serve neanche dirlo.

Una bella prova, leggera e divertente.

Avatar utente
beppe.roncari
Messaggi: 382
Contatta:

Messaggio#6 » mercoledì 27 maggio 2015, 13:04

Ciao Sahron, ben ritrovata.
Idea carina, bel racconto. Anch’io come altri avevo capito un po’ presto che l’uomo stava andando al suo stesso funerale.
Vedo poco la lotta. Cioè, è combattuto interiormente eccetera, ma alla fine la cosa è piuttosto irrilevante ai fini della trama, che sarebbe stata perfetta per un tema del tipo “il difetto fatale” o simile.
Alla prossima!

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#7 » giovedì 28 maggio 2015, 14:28

Buon pomeriggio.

Anche io ho capito presto di cosa si trattava, ma ho apprezzato come hai declinato il tema. Non ho capito molto bene dove ci troviamo, se per una strada qualunque o in una sorta di limbo. Immaginare l'andamento del personaggio senza avere delle descrizioni chiare del luogo in cui ci troviamo mi ha un po' confusa. Inoltre, non mi ha convinta la fine. Perchè sorride? Non mi è chiaro il sentimento del protagonista e il suo arco di trasformazione... tipo: ansia per il ritardo/accettazione della morte? Non riesco a capire se ci sia un vero e proprio sviluppo interiore, o se si tratta solo di un percorso 'fisico'. Comunque, bel lavoro. :)

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Messaggio#8 » venerdì 29 maggio 2015, 16:19

Un buon esercizio di stile, discretamente brioso, godibile. Molto divertente la logica sottesa: si è quel che si è, prima durante e dopo. Il protagonista è nato in ritardo in quanto era già ritardatario, ha vissuto da ritardatario e continua come ritardatario anche dopo la morte. In pratica suggerisci l'esistenza di un continuum di morte e rinascita nonostante la presenza di Pietro, particolare... Detto questo, mi lascia qualche dubbio il senso del tutto: perché vuole presenziare al suo funerale? Pietro dice che è la sua festa, ma perché insiste affinché ci vada? Vuole essere una sorta di tortura? Vedi i tuoi cari, ma non puoi mostrarti? Quali sono le motivazioni, la fiammella che dà vita alla storia? Il tono è leggero, la mancanza di contrasto si può giustificare con la volontà di mantenere la storia entro certi confini, ma non si riescono a intravedere distintamente. Credo sia implicito che vorrei tutti i racconti non ammessi subito al sito nel lab, ma in questo caso ti faccio proprio una richiesta diretta: mi piacerebbe lavorarci ancora un po' su perché, davvero, ho trovato molta difficoltà a giudicarlo e penso ci sia margine per dargli un'identità più chiara e forte. Al momento, per me, è pollice ni, anche se la lettura, ripeto, è stata molto gradevole.

Avatar utente
willy
Messaggi: 190

Messaggio#9 » venerdì 29 maggio 2015, 16:25

Ciao Sharon,
ti è riuscito piuttosto bene questo ribaltamento, nel senso che si intuisce dove deve andare il tuo protagonista solo verso la fine. Però non sono riuscita a farmi coinvolgere dalla storia. Sono rimasta ai bordi a guardare la figura di quest'uomo senza capire bene le sue intenzioni, e questo non mi ha permesso entrare in sintonia con lui.


lailmil
Messaggi: 62

Messaggio#10 » venerdì 29 maggio 2015, 17:55

Ciao Sharon =)

Il tuo racconto è leggero, pulito, molto piacevole da leggere. Mi ha divertito questo protagonista che non è del tutto convinto di voler presenziare al proprio funerale e accampa scuse (non ricorda la strada, non è puntuale per natura...). Forse il titolo è un po' fuorviante, perché toglie il fuoco dal punto verso il quale vuole veramente andare a parare il racconto (che poi bisogna vedere se è quello che ho capito io... un tizio che non si rassegna a fare i conti con la propria morte). Avresti potuto equilibrare meglio le parti per fare risaltare il nocciolo della questione.

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#11 » venerdì 29 maggio 2015, 19:44

Ciao Sharon,
ormai del finale se ne è parlato abbastanza e dico solo che sono in linea con gli altri, quindi non sto a commentare. Il racconto ha alcuni spunti molto belli (tipo il funerale, la mancanza di puntualità, la strada), ma il problema è che ne hai usati tanti senza inserire una predominanza di uno sugli altri, così da rendere tutto più caotico. Se ti sbilanciavi più su uno, come la mancanza di puntualità stessa, il racconto sarebbe stato ottimo.
In sostanza lo trovo un bel racconto ma non messo a fuoco al cento per cento.
A rilleggerci :)

Torna a “67ª EDIZIONE – Di Giulio Edition – 2ª della 4ª Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti