[I] Apocalisse - Serena Aronica

Lunedì 18 maggio alle ore 21.00! Avrete QUATTRO ore di tempo, non avete scusanti per mancare! Matteo Di Giulio, autore della Sperling & Kupfer sarà la guest star, trovate un suo racconto nella sezione SPECIAL del sito. Leggetelo con attenzione perché potrebbe venirvi un'idea riguardo al tema che ha scelto per voi!
Serena
Messaggi: 97

[I] Apocalisse - Serena Aronica

Messaggio#1 » lunedì 18 maggio 2015, 23:29

La luce cremisi del tramonto si ritirava dal pavimento. Scivolava via, lenta come l'incedere del passo di una regina. Uscìì fuori. L'odore della sera era seducente e tiepido. Mi guardai furtivo intorno e vidi tanti piccoli occhi scuri, tutti intenti a scrutare attraverso le cavità buie delle loro tane. La luce infine morì, e una piccola orda scura invase il pavimento di linoleum. Anche io mi avventurai. Come sempre, sentivo il mio cuore battere veloce sotto lo scuro carapace. Zampettai fino a raggiungere la gamba di una sedia e li mi fermai. Erano giorni che non mangiavo nulla, gli altri razziavano il pavimento dalle briciole che trovavano e scomparivano nell'ombra. Nessuno condivideva nulla con nessuno. Eravamo un brulicante mondo di neri sconosciuti. Qualcuno ci aveva partoriti in massa e scaricato in un mondo che ci era ostile. In fretta, avevamo imparato che era meglio digerire velocemente la vista di un fratello schiacciato a terra. In fretta, avevamo imparato a non amare nulla che non fosse commestibile. Negli scuri anfratti tortuosi delle nostre tane ci si accoppiava, ci si sfregava in ruvidi amplessi e si viveva per una manciata di briciole. In quegli stessi angoli bui io amavo, sognavo e speravo, con Lui. Eravamo l'uno la forza dell'altro. Nessuno ci concedeva pace. Eravamo l'uno la copia esatta dell'altro eppure, in quelle tenebre brulicanti, noi risplendevamo di un abbacinante luce diversa. Stretto contro la gamba della sedia, scrutavo il pavimento alla ricerca di cibo. Lui era troppo debole per uscire e io... un bagliore rosso e malsano scaraventò via l'oscurità. L'intera cucina fu investita e violentata da una folata di aria rovente. Tutto crepitava e ribolliva, tranne noi.
Mi parve di sentire gridare di dolore.
Vidi tutti gli altri rizzarsi sulle zampette magre e voltarsi verso la luce. Una leggera pressione sul carapace mi fece voltare. Lui era dietro di me, la luce rossastra gli scorreva addosso come un liquido incendiario. Lo abbracciai forte, poi tenendoci per la zampetta, ci voltammo a guardare verso la finestra. In verità non esisteva più neppure il muro che la ospitava. Tutto era crollato, sbriciolato come un cracker da quella luce atomica. Tutti guardavamo; negli occhietti neri i bagliori arancio di un tramonto moribondo. Staccai gli occhi da quel cielo alieno e li abbassai, davanti a me una distesa di miei simili si teneva per la zampa. Mai come in quel terribile momento mi sentìì più felice. Mai come in quel momento mi sentìì parte di un tutt'uno. Eravamo tutti uguali sotto lo sguardo arrossato di quel cielo, tutti bisognosi di una zampa nella quale trovare conforto, a chiunque appartenesse. Poi il bagliore si quietò. L'aria smise di alitare fuoco e le zampe si sciolsero. Li vidi voltarsi uno dopo l'altro verso noi due. I loro dorsi ancora bruciavano sotto il riverbero del cielo, che già i loro piccoli occhi bui ed ottusi riprendevano a fissarci. Dietro di loro un mondo intero andava in fiamme, milioni di creature ardevano, si consumavano e incenerivano e loro... strinsi forte la zampetta di Lui e lo sentìì fare lo stesso. Avremmo combattuto per il nostro piccolo amore. Avremmo difeso il nostro diritto di essere felici, qui su questo pavimento, in questo mondo di neri scarafaggi.



Avatar utente
Callagan
Messaggi: 214

Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2015, 14:58

Ciao, Serena.
Il tema della sfida, almeno negli intenti, è rispettato. L'hai chiarito anche nel finale:


Avremmo combattuto per il nostro piccolo amore. Avremmo difeso il nostro diritto di essere felici, qui su questo pavimento, in questo mondo di neri scarafaggi.

Piuttosto, hai sostituito il futuro anteriore con il condizionale... dovrebbe essere "Avremo combattuto; Avremo difeso". Presta attenzione, perché per due volte hai scritto erroneamente la prima persona del passato remoto: Uscii, non uscìì; Sentii, non sentìì.

Per quanto riguarda la forma, la narrazione, non ho nulla da rimproverarti, anzi la lettura viaggia scorrevole e questo è già un bel pregio. Quel che non mi convince è il racconto di per sé stesso, macchiato da un "peccato originale": trasferire le sensazioni e le percezioni umane nel mondo animale. Per spiegarmi: avrei apprezzato di più uno sforzo a immaginare (inventare?) il punto di vista dello scarafaggio, un essere che vive principalmente d'istinti, che non conosce l'idea di "sedia" o di "finestra", che ha percezioni completamente diverse dalle nostre nei confronti di quegli oggetti.
Parlare di un sentimento umano e complesso come l'amore, con protagonisti gli scarafaggi, non mi convince. Almeno non posto in questi termini.
Spero di essermi spiegato e di esserti stato di qualche aiuto...

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#3 » martedì 19 maggio 2015, 18:13

Ciao Callagan!!! Ben ritrovato! Per quanto riguarda i tempi verbali... ho già tirato fuori dall'armadio il cilicio!!! Per il resto... in realtà il punto di vista "diverso" e umanizzato è solo quello del protagonista. Lui vive il suo amore con il suo compagno, amore visto in maniera obliqua da tutti gli altri proprio perché "diverso". Il mondo degli scarfaggi, con le sue percezioni, non mi interessa. Volevo solo raccontare un storia di un amore omosessuale, vista da un pavimento.

Alla prossima!

Avatar utente
Filippo Santaniello
Messaggi: 116
Contatta:

Messaggio#4 » martedì 19 maggio 2015, 21:21

Ciao Serena,
ho letto il commento di Callagan e sono d'accordo con lui: anche a me non convince appieno questa umanizzazione dello scarafaggio. Avrei piuttosto giocato sull'effetto sorpresa facendo credere al lettore che i protagonisti sono esseri umani per poi, solo alla fine, svelare che si tratta d'insetti. La scrittura è senza dubbio buona e scorrevole, qualche imperfezione verbale, ma quando si va di fretta sono cose che capitano. Buona serata, ciao!

Avatar utente
angelo.frascella
Messaggi: 722

Messaggio#5 » martedì 19 maggio 2015, 23:17

Ciao Serena.

Non amo i racconti in cui il punto di vista umano è trasferito pari pari sugli animali e, anche se si capisce subito che abbiamo a che fare con insetti, fino alla fine, speravo che i piccoli esseri si svelassero altro (esseri artificiali, piccoli robot in cui erano stati trasferite menti umane, o il frutto di manipolazioni genetiche). Nonostante questo il racconto mi è piaciuto molto perché è coinvolgente, ben scritto (a parte quei piccoli refusi, perdonabili in MC, sulle ìì) ed emozionante.
Solo una cosa: tu dici che volevi esprimere il punto di vista di un amore omosessuale. In realtà questo a me non era passato (e non ci avevo fatto caso). Quello che invece mi risultava chiaro in maniera prepotente era semplicemente il punto di vista di due che si amano in mezzo a un mondo arido (e questo messaggio mi sembra molto più ampio e potente del precedente, anche perché lo contiene al suo interno).

A rileggerci
Angelo

alexandra.fischer
Messaggi: 2877

Messaggio#6 » venerdì 22 maggio 2015, 19:19

APOCALISSE di Serena Aronica Ciao, l’immagine iniziale della luce cremisi paragonata al passo di una regina è molto insolita e barocca, come pure quella dell’esplosione della cucina (“violentata” dall’aria rovente, mentre tutto si disintegra come un cracker). Mi piace anche la narrazione in prima persona, compiuta da uno scarafaggio pieno di vita e sentimenti e disposto a combattere per difendere l’amore per il suo simile.
Attenzione a: eravamo l’uno la forza dell’altro, l’uno la copia esatta dell’altro, c’è troppa vicinanza uno…l’altro.

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Messaggio#7 » domenica 24 maggio 2015, 22:38

Ciao Serena, ben rivista.
Non concordo con gli altri, umanizzare gli animali e dargli un pensiero complesso non mi sembra un peccato così grave. Apprezzo il fatto che da subito si capisca che il protagonista sia un insetto. Anch'io non avevo afferrato la questione “omosessualità” e secondo me questo può risultare più un problema che un valore aggiunto. Non credo si possano appioppare i nostri difetti agli animali, quello no.
La lettura scorre bene e viene fuori un buon racconto.
Ciao, a rileggerci

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#8 » lunedì 25 maggio 2015, 12:06

Ciao Ceranu! Felice di rivederti! Grazie per non avermi cazziata sulla scelta di umanizzare il mio piccolo scarafaggio! Solo un appunto però... non credo che l'omosessualità sia un difetto! L'amore è comunque amore... in ogni forma!

A presto!

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Messaggio#9 » lunedì 25 maggio 2015, 12:35

Mi sono spiegato male. Penso solo che la discriminazione sessuale sia un nostro di problema. L'animale ama e basta, il resto non conta.

Avatar utente
Linda De Santi
Messaggi: 497

Messaggio#10 » martedì 26 maggio 2015, 14:13

Ciao Serena! Sono d'accordo sul fatto che quando si assume il punto di vista di un animale bisogna almeno fare uno sforzo per non rendere troppo evidente che i pensieri sono quelli di un essere umano, ma alla fine, come hai detto anche tu, il tuo intento era di raccontare altro.

La seconda parte del racconto mi ha lasciato perplessa, non riesco a capire cos'è che provoca l'Apocalisse che sconvolge i personaggi. Potrebbe andare a fuoco la cucina come potrebbero aver lanciato una bomba atomica sulla casa o potrebbe essere arrivata la disinfestazione con i lanciafiamme. A tratti la narrazione si fa un po' confusa, sembra che gli scarafaggi siano gli unici a non andare a fuoco, ma poi al protagonista sembra di sentire delle urla di dolore. Secondo me è da chiarire meglio ciò che sta accandendo; visto che da subito il lettore si cala in un punto di vista "umanizzato", potresti sfruttare quest'elemento per fornire qualche dettaglio chiarificatore.

Spero di esserti stata utile! Alla prossima :)

 

 

 

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#11 » martedì 26 maggio 2015, 23:57

Ciao Linda! Onestamente non credo che la seconda parte sia molto confusionaria! Si dice sempre che se scoppiasse una bomba atomica, gli unici a sopravvivere sarebbero gli scarafaggi... ed è proprio quello che accade. Le urla di dolore sono umane e marginali. Così come è marginale l'esplosione. Che diviene pretesto, per mettere in luce il fatto che neppure in un momento tremendo come quello di una devastazione atomica smettono di occuparsi ottusamente di qualcosa che in fin dei conti non li riguarda.

Avatar utente
invernomuto
Messaggi: 270

Messaggio#12 » mercoledì 27 maggio 2015, 3:50

Ciao Serena.
Non ti muoverò la critica riguardo l'umanizzazione degli scarafaggi perché in fin dei conti non è altro che un mezzo narrativo per raccontare la storia che volevi, pur condividendo con Ceranu le perplessità sul "giudizio" finale a opera del resto della comunità degli scarafaggi.
Il tuo stile mi è piaciuto molto sin dall'inizio grazie a descrizioni e similitudini eleganti che rendono la lettura interessante e piacevole.
Sul finale ho trovato poco chiara la catastrofe, un mondo in fiamme mi ha fatto presumere un incendio domestico mentre una breve descrizione di un flash accecante, colpo d'aria e nuvola a fungo (magari urlata dagli scarafaggi vedetta nei pressi di una finestra) avrebbe reso immediatamente chiara la natura del disastro.
Un bel racconto soprattutto grazie allo stile curato.
A rileggerci.

Avatar utente
Adry666
Messaggi: 521
Contatta:

Messaggio#13 » giovedì 28 maggio 2015, 17:17

Ciao Serena,

tema centrato.

Bellissima immagine all’inizio del tuo incipit: “La luce cremisi del tramonto si ritirava dal pavimento. Scivolava via, lenta come l’incedere del passo di una regi-na.”

Devo dire che ho trovato sempre difficile immedesimarmi in esseri troopo lontani da noi, come ad esempio gli insetti. D’altro canto so bene che uno degli esercizi che fanno fare alle scuole di scrittura creativa è proprio quello del cambio di prospettiva. Nel tuo caso è stato diverso, mi sono immedesimato e ho sofferto e sperato con loro, brava!

Ci sono alcune imprecisioni, già segnalate ho visto, ma in MC chi è che non compie qualche errore? Non saremmo scara... umani, no? ;-))))

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#14 » giovedì 28 maggio 2015, 18:48

Ciao Serena,
lo stile del tuo racconto, come l'hanno definito gli altri, è baracco. Per me potevi iniziare benissimo dal momento della ricerca del cibo in cucina, eliminando la prima parte di pensieri e metafore. Non c'è azione, nei primi paragrafi. Questo di certo non è un crimine, ma mi sembra un passo più da romanzo che da racconto.
Sono presenti anche alcuni refusi, ma questo penso sia dovuto dal poco tempo e dal fatto che abbiamo fatto notte tarda a scrivere. La storia è interessante, anche se non del tutto originale. L'apice del tuo racconto lo raggiungi nel momento in cui i due scarafaggi si sfiorano le zampe. Secondo me, è lì che c'è il focus di tutto. Se proprio devi essere barocca, cerca di esserlo in quel punto, con descrizioni di movimenti e oggetti (zampette). Io eviterei di dare voce ai pensieri. Possono risultare lenti e ridondanti.
Mi è piaciuto sapere fin dall'inizio che si trattava di due scarafaggi. Il colpo di scena per me deve essere nel mostrarli innamorati, amanti.
E' stato un piacere leggerti
a presto :)

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#15 » giovedì 28 maggio 2015, 20:20

Stile barocco... mi piace!!! Sicuramente il mio modo di scrivere è molto più adatto a spazi ampi, adoro baloccarmi con immagini e pensieri. Ficcare i miei pensieri in poche battute è una tortura! Minuti Contati però mi da sempre la possibilità di confrontarmi con me stessa e con voi, che avete stilidiversi. Certo che riuscere ad accontentare tutti i palati è arduo... eppure è quello che mi sono ripromessa! Grazie dei consigli... come sempre preziosi.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Messaggio#16 » lunedì 1 giugno 2015, 15:42

Non passa il messaggio dell'amore omosessuale e questo direi che è il peggior difetto del racconto. Sull'umanizzazione degli insetti non mi esprimo, la ritengo una sfida molto interessante e difficile e quindi non mi ergerò mai contro. Detto questo, sono incerto circa la resa in questo racconto, forse sistemarlo rendendolo più efficace sotto il profilo del significato che vuoi trasmettere può aiutare a fare chiarezza. Non mi dà fastidio neppure il non sapere cosa sia successo all'ambiente, anzi la vedo un maggiore aggiunto, l'indeterminatezza. Però occhio che se per tutto il racconto tratti gli insetti come esseri umani poi il lettore non può capire che le urla suno davvero degli umani, c'è un po' di confusione da sistemare. Pollice ni allo stato attuale, ti attendo nel laboratorio ;)

Torna a “67ª EDIZIONE – Di Giulio Edition – 2ª della 4ª Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti