[V] Istinto materno

Lunedì 18 maggio alle ore 21.00! Avrete QUATTRO ore di tempo, non avete scusanti per mancare! Matteo Di Giulio, autore della Sperling & Kupfer sarà la guest star, trovate un suo racconto nella sezione SPECIAL del sito. Leggetelo con attenzione perché potrebbe venirvi un'idea riguardo al tema che ha scelto per voi!
lailmil
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[V] Istinto materno

Messaggio#1 » martedì 19 maggio 2015, 0:44

Istinto materno - Sara Passannanti
 
Un soffio di corrente scivolò nella camera socchiusa di Clara, accarezzandole l'orecchio. La donna, turbata nel suo sonno, si girò sotto il lenzuolo di percalle, rannicchiandosi sul fianco destro. La tenda frusciò. Fuori, la campana rintoccò la mezzanotte. Le notti di giugno erano piene di suoni a inquietare gli insonni. Clara dormiva e nei suoi sogni quelle note si mescolavano indistinte in un'unica melodia. D'un tratto, un vagito infranse la tranquillità. Clara sbarrò gli occhi e acuì l'udito per riconoscere cosa, nell'apparente silenzio, l'aveva scossa. Non trovò altro che i mormorii della città addormentata. Riadattò il cuscino sotto la guancia e richiuse gli occhi, ma era incapace di riprendere a dormire. Scostò il lenzuolo e si alzò. I capelli scivolarono sulla seta della camicia da notte e un brivido di inquietudine le corse lungo la schiena. Si avviò verso il corridoio e lo percorse a piedi nudi. Quando fu appena dietro la porta della stanza di Mattia, ascoltò il suo sospirare lento. Subito percepì una presenza diversa, anche se familiare. Ne riconobbe la crudeltà. Adesso Clara era completamente desta e terribilmente spaventata. L'istinto prevalse e, senza indugiare, la madre entrò nella stanza del piccolo. Nel buio, sorprese il mostro che le aveva rubato gli occhi, chino sulla culla del bambino. I pensieri di Clara saettarono così veloci da trasformarsi in furore, e lei ruggì. L'uomo di sabbia sussultò e strinse le mani sulle sponde del lettino. Mattia singhiozzò, continuando a dormire.
Con voce pacata, l'essere chiamò: «Clara»
Clara gli si lanciò contro, senza lasciarlo proseguire. Ma quello si dissolse prima che potesse raggiungerlo, ricomparendo accanto la cesta dei giochi. Clara, che non poteva vederlo, riusciva a riconoscerne ogni movimento e, padrona dello spazio di quella stanza, gli fu di nuovo addosso. Stavolta, ne afferrò un pezzo della giacca prima che la creatura degli incubi si disgregasse di nuovo. Quando riapparve dietro di lei, l'uomo della sabbia era turbato. Mai era stato lui stesso così vicino al rischio.
«Clara!» ricominciò a parlarle «Clara stai tranquilla. Non vedi che dorme, non gli farò nulla. È ancora troppo piccolo.»
Clara si voltò, strappandogli una ciocca di barba e lasciandogli un profondo graffio sulla guancia.
«Vattene!»urlò, mentre il mostro ricompariva a un passo dal letto. Adesso, l'uomo era in difficoltà: non aveva mai dovuto difendersi dalla furia di una madre. Anzi, erano le madri che con le loro minacce lo conducevano dai bambini. Inoltre, impotente di fronte alla donna che aveva già accecato, era completamente spiazzato e confuso.
Clara sferrò un altro colpo, spaccandogli il labbro con un pugno. La madre difendeva il proprio bambino con la stessa passione con cui il padre procurava gli occhi per nutrire i figli. Questo pensiero attraversò la mente dell'uomo della sabbia mentre Clara lo afferrava per il collo, strozzandolo.
Il mostro si dissolse di nuovo prima di soffocare sotto la stretta della donna. Non ricomparve.
La camicia da notte di Clara aderiva al suo corpo, incollata dal sudore. I respiri erano spasmodici e violenti. Clara prese Mattia in braccio e lo strinse forte senza preoccuparsi di svegliarlo. Tornò nella stanza e lo adagiò sul proprio letto. Poi si coricò. Il verso di un gufo risuonò nella notte.



cristina.danini
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Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2015, 11:15

Ciao Lailmil, ben ritrovata :)

Mi è piaciuta molto la tua "reinterpretazione", se così si può definire, della leggenda dell'uomo di sabbia. Come dice lui stesso stavolta non è stato convocato dalla madre come minaccia al bambino, anzi, ha di fronte una madre che combatte con le unghie e con i denti per tenere con sé il piccolo. Proprio questi elementi però mi fanno sorgere alcune domande: perché l'uomo di sabbia è arrivato, se nessuno l'ha invocato? E perché vuole rapirlo se è troppo piccolo (per cosa poi)? Secondo me avresti dovuto approfondire meglio anche il personaggio del padre, che strappa occhi per darli da mangiare al figlio, ma è una mia opinione ;-)

Detto questo il racconto è scorrevole e si legge bene :) alla prossima!

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antico
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Messaggio#3 » sabato 23 maggio 2015, 16:08

Ciao Sara, sono lieto di rivederti nell'Arena. Ti confesso che non conoscevo la storiella dell'uomo della sabbia, mi hai dato l'opportunità di scoprire una cosa nuova.
 
Un'ottima introduzione in cui confermi la tua capacità nel tratteggiare gli istanti, la definirei così. Riesci a controllare molto bene la narrazione nell'immobilità, a colorarla addensandola di suoni e sensazioni. Buono anche l'incedere verso la stanza del figlio, mantieni la tensione. Non bene, però, l'ingresso nell'azione con l'uomo della sabbia la cui presenza non è giustificata, sembra capitare per caso, perché? E poi, ci starebbe anche il capire a posteriori che la protagonista è cieca, ma nel momento in cui lo espliciti viene a mancare il contesto. Perché? Che è successo nel passato? Troppi buchi insomma. Sempre bene la narrazione, intendiamoci, ma da un certo momento in poi il racconto perde il grip sul lettore e le motivazioni principali sono quelle che ti ho elencato. Per quanto detto mi esprimo con un pollice ni, né giù né su.

Fernando Nappo
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Messaggio#4 » domenica 24 maggio 2015, 16:10

Ciao Sara,

non conoscevo la leggenda dell'uomo di sabbia, di sicuro l'approfondirò.
La prima parte del racconto scorre bene, lascia percepire l'apprensione di una madre per il figlio che dorme nella stanza accanto: è giugno, le finestre sono aperte, i rumori che vengono dall'esterno, il figlio è molto piccolo...
Invece, ho trovato spiazzante leggere della cecità di Clara dopo che in una frase appena precedente l'hai descritta sgranare gli occhi. Non che un non vedente non possa sgranare gli occhi, ovvio, ma nel contesto del tuo racconto spiazza un po'. Inoltre, quando Clara entra nella stanza di Mattia scrivi:
Nel buio, sorprese il mostro che le aveva rubato gli occhi, chino sulla culla del bambino.
Coma fa a sapere che è chino sulla culla del figlio se non lo può vedere?

Fernando

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beppe.roncari
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Messaggio#5 » lunedì 25 maggio 2015, 11:39

Ciao Sara, non conoscevo per niente la storia dell'Uomo di Sabbia e quindi mi spiace dirti che non ho capito per niente il tuo racconto. Anzi, pensavo si riferisse al Sandman britannico, l'omino buono che fa fare sogni belli ai bambini soffiando loro della "sabbia" dorata negli occhi o la versione di Neil Gaiman.
Il senso di straniamento e di incomprensione era troppo grande per riuscire ad apprezzarne le qualità. Rimane la lotta di una madre contro un mostro (degli incubi?) per la vita del figlio. Ma non mi prende, mi spiace. Ciao!

diego.ducoli
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Messaggio#6 » lunedì 25 maggio 2015, 23:13

Ciao Sara

La prima parte del racconto scorre bene, la notte estiva rende bene l'idea.

Purtroppo il resto del racconto pecca un po'.

Non è chiaro il motivo della presenza dell'uomo della sabbia, sopratutto se mattia è troppo piccolo.

Clara è cieca, la battuta : “Clara stai tranquilla. Non vedi che dorme” o è uno sfottò oppure non è molto azzeccata tenendo conto che è stato proprio il mostro ad accecarla.

Cit: La madre difendeva il proprio bambino con la stessa passione con cui il padre procurava gli occhi per nutrire i figli.

Ammetto che non l'ho capita. Il padre di chi? Forse la leggenda di sandman lo spiega ma io non conoscendola mi ha lasciato piazzato.

Spero di non essere pesante ma ti segnalo un altro paio di cose.

Per usando una protagonista non vedente usi descrizioni molto visive, mi concentrerei di più sulle sensazioni della madre sugli altri sensi, l'udito certamente ma anche olfatto e tatto.

Spero di esserti stato utile.

lailmil
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Messaggio#7 » martedì 26 maggio 2015, 10:13

Buongiorno!

Entro solo due minuti perché mi sembra opportuno rispondere a chi è passato a commentare.

Innanzitutto: grazie! Questo è un gioco dal quale ho tutto da imparare, per cui è importante per me capire quali sono gli errori che commetto in scrittura e qui ho un sacco di cose da migliorare e imparare, grazie per esservi soffermati a farmele notare!

Mi pare che l'errore più grosso, per quanto riguarda la storia, sia stato quello di non giustificare la presenza dell'uomo della sabbia. Nella mia testa era molto chiaro che fosse lì per spiare gli incubi del bambino, ancora molto piccolo, ma in effetti non è scritto da nessuna parte né è lasciato intuire in alcun modo. Un po' per la fretta, un po' per la paura di cadere nello spiegone, ho saltato questo passaggio ma in effetti è venuto a mancare il presupposto fondamentale che reggesse il resto del racconto, con il risultato che questo non si regge su alcuna motivazione. Inoltre, l'aver dati per scontati alcuni alcuni riferimenti alla leggenda ha creato confusione nella lettura. Devo trovare un equilibrio tra tutte queste cose.

Per quanto riguarda la stesura, ringrazio specialmente fnappo e Diego che me l'hanno segnalato, perché non mi ero proprio accorta di quelle frasi fuori luogo. Ho cercato di rendere le descrizioni principalmente uditive e, in maniera secondaria, tattili, ma non mi ero proprio resa conto di questi errori. Lavorerò anche su questi punti!

Proverò a esercitarmi e riscrivere il testo tenendo conto di tutte le segnalazioni :-)

carolina.pelosi
Messaggi: 72

Messaggio#8 » martedì 26 maggio 2015, 23:52

Ciao Sara.

Comincio col dirti che l'ambientazione della tua storia mi è piaciuta. Mi è piaciuta l'atmosfera tetra o quasi, i racconti che vivono di notte mi piacciono. Mi sono piaciute diverse descrizioni e, se questo può c'entrare qualcosa, mi sono piaciuti i nomi che hai scelto per i tuoi personaggi. Ma, purtroppo, non trovato abbastanza avvincente la "lotta"; inoltre ci sono punti che non tornano, come hanno già sottolineato gli altri, come lei che è cieca ma riesce a vedere il mostri chino sul bimbo. E poi si, si sente un po' la mancanza del passato di lei, di quest'astio che ha nei confronti del mostro, di quello che le è successo prima di questa notte che racconti.
Mi piace pensare che con uno spazio più ampio, forse, saresti riuscita a gestire meglio la storia e inserire tutti i dettagli necessari...
Alla prossima.

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#9 » giovedì 28 maggio 2015, 22:06

Ciao Sara,
anch'io non conoscevo la storia dell'uomo di sabbia. Come gli altri ho avuto un po' di difficoltà nella parte centrale del racconto dove ci sveli che la madre è cieca. All'inizio dove introduci l'argomento rendi la prima scena alla perfezione, senza sbavature. Riesci a ricreare con pochi tratti il mondo della notte e dell'insonnia materna. Sono i dettagli che rendono viva la tua scrittura. Il soffio dietro l'orecchio. La percezione che qualcosa non va.
Nella parte centrale, trovo inverosimile il dialogo con l'Uomo di sabbia. Un mostro, penso, non venga a giustificarsi una volta che ti ha rubato gli occhi. Ma queste sono solo mie personali fissazioni. La parte finale invece è ben descritta. Portare il bambino nel lettone è il gesto più bello che una madre possa fare.
Spero di poterti leggere anche in futuro
a presto
:)

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#10 » venerdì 29 maggio 2015, 15:39

Ciao!

Ho letto il racconto, ho letto i commenti, e devo dire che forse io alla storia avevo dato un significato totalmente diverso da quello che era. Non conosco la legenda (forse per questo) ma mi sono immaginata un mostro degli incubi che si presenta nelle camere dei bambini per spaventarli, una sorta di uomo nero... -è la stessa cosa? uomo della sabbia/uomo nero). Dunque non mi sono sentita infastidita fino a che non inizia il combattimento, ma perchè non mi piace il modo in cui descrivi il combattimento. Immaginavo che una creatura dell'ombra non potesse avere un corpo, quindi non mi capacitavo della giacca strappata, del volto graffiato, del fatto che si getta contro di lui e lo prende per il collo. Non mi è piaciuto. Avrei preferito un combattimento diverso, forse psicologico, forse utilizzando qualcosa (tipo una torcia, ma sto svariando) che lo ricacciasse indietro. Un combattimento 'fisico', contro una creatura che immaginavo non fisica, mi ha dato fastidio.

Però hai reso molto bene le descrizioni, che portano ansia, che porta ad immedesimarsi. Quindi, bella prova :)

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willy
Messaggi: 190

Messaggio#11 » venerdì 29 maggio 2015, 16:36

Ciao Sara,
hai una grande abilità nel rendere i dettagli, nel dare loro quel tocco di poesia che fa leggere molto volentieri. Io ho apprezzato il tuo racconto anche perché la madre combatte, c'è lotta e non dimentichiamoci che questa era la traccia. È vero che rimangono poco chiare alcune dinamiche, ma l'insieme è comunque una bella prova. Brava.


enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#12 » venerdì 29 maggio 2015, 19:49

Ciao Lailmil,
Il racconto scorre soprattutto all’inizio e la cosa che più ho apprezzato è il modo in cui descrivi questo scenario, perché, pur essendo assurdo, lo tratteggi con uno stile pacato e tranquillo. All’inizio non capivo bene chi o cosa fosse questa figura e ero un po’ spiazzato, mi sono dovuto aiutare coi commenti (il fatto è che anche per me questa storia è nuova, non la conoscevo). E in effetti la parte sulla cecità la trovo forzata. Non so. Una curiosità poi: dov’è ambientata la storia? Perché prima hai parlato della “città addormentata” e poi hai chiuso con “il verso di un gufo risuonò nella notte”, quindi città o campagna?
Ciao e alla prossima :)

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