[V] La prima comunione

Lunedì 18 maggio alle ore 21.00! Avrete QUATTRO ore di tempo, non avete scusanti per mancare! Matteo Di Giulio, autore della Sperling & Kupfer sarà la guest star, trovate un suo racconto nella sezione SPECIAL del sito. Leggetelo con attenzione perché potrebbe venirvi un'idea riguardo al tema che ha scelto per voi!
diego.ducoli
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[V] La prima comunione

Messaggio#1 » martedì 19 maggio 2015, 0:48

Carla passò il pettine sui lunghi capelli della figlia.
“ Ahi.” strillò la piccola Maria cercando di divincolarsi, mentre la madre cercava di districare un nodo.
“Stai ferma. Oggi è il gran giorno.”
“Mamma, non sono sicura di volerlo fare” gemette la bambina.
“Amore, lo fanno tutti, anzi, sei in ritardo rispetto a tutte le tue amiche” ribatté Carla.
La mamma allontanò il pettine e ammirò il riflesso della figlia allo specchio.
Un velo di trucco leggero contornava gli occhi, il rossetto color ciliegia rendeva le labbra maliziose ma senza snaturarne l'innocenza, i lunghi capelli biondi ricadevano in morbidi boccoli sulle spalle.
“Papà non voleva” disse Maria
“Chi? Quel fallito?” sbottò la madre “dovrebbe essere qui a festeggiare, e invece è scappato”
“Non è vero, l'hanno cacciato perché non era d'accordo.”
“Smettila! Sono io che decido cos'è meglio per te.” ribatté assestandole uno scrollone.
La donna sospirò sconsolata.
“Ascoltami bene. Se vuoi diventare qualcuno, devi farlo. Vedrai quante persone conoscerai, quanti amici. È un momento importante, la tua finestra sul mondo.”
“Mamma, non è reale è tutto finto”
“Non dirlo neanche per scherzo” urlò la donna “sai quante persone ci credono? Vuoi far la fine di tuo padre? Cacciato da tutti, costretto a nascondersi con i suoi “amichetti” che si oppongono al sistema.”
“Ha detto che tornava” rispose mentre le lacrime facevano capolino sull'azzurro dell'iride.
“Non rovinare il trucco” inveì la donna “ora andiamo.”
Maria ricacciò le lacrime la seguì nella stanza accanto.
Tre grossi schermi riempivano le pareti della stanza, lasciando libera solo quella da dove erano entrate. Maria si sedette sulla poltrona posta al centro e con un dito tremante premette l'accensione del sistema.
I monitor si illuminarono di blu facendo risaltare la grossa effe bianca che spiccava al centro e una musica assordante uscì dagli altoparlanti.
“Benvenuta Maria” tuonò una voce sintetica “ e con me ti danno il benvenuto tutti gli utenti della comunità”
Gli schermi si frammentarono, centinaia di volti sconosciuti apparvero in piccole finestrelle, Maria sapeva che le telecamere  nella stanza stavano disintegrando da sua immagine in miliardi di pixel inviandola a tutta la rete.
“Da questo momento in poi potrai scrivere, taggare, postare foto, giocare, trovare amici e amore” continuò la voce metallica “ il tuo profilo è : Ochettapaperetta12. Potrai cambiarlo al raggiungimento del diciottesimo compleanno. Accetti?”
La giovane tentennò, non voleva ma la madre posò la mano sulla spalla come un artiglio, balbettò qualche parola inceppando il sistema.
“Risposta non consentita. Ripetere” chiese la voce
La mano stringeva sempre più forte, le lacrime scesero rigando il trucco.
“Va...va ben...”
In quel momento gli schermi si oscurarono lanciando alcune scariche di energia statica, e un viso nuovo apparve. Un viso che Maria conosceva bene.
“Papà” tuonò
“Ciao Maria, forse dovrei farti gli auguri per questa importante giornata” dalla voce traspariva tutto il disprezzo dell'uomo “non possiamo ancora stare insieme, ma credi in me: tornerò. Voglio farti un regalo, una grossa candelina che non puoi spegnere. Guarda fuori dalla finestra e....auguri”
Maria senti un boato corse alla finestra e vide l'immensa torre per le comunicazioni in fiamme.
“Grazie papà. Ti voglio bene”
 



cristina.danini
Messaggi: 90

Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2015, 16:31

Ciao Diego, ben ritrovato :)

Dal titolo e dall'inizio del racconto mi aspettavo una bambina che già da piccola ha dubbi sul cristianesimo, ma sono convinta che è proprio quel che volevi far pensare. Mi piace i modo in cui paragoni i social network e la religione, forse perché nonostante tutto resto abbastanza analogica... Mi resta il dubbio di dove sia finito il padre e perché sia stato cacciato. Forse perché ha rifiutato di "iscriversi" al sistema? La vera battaglia per come la vedo io non è quella di Maria contro la madre, anche perché sarebbe totalmente impari, ma proprio quella del padre contro una società sempre più tecnologica, dal quale lui vuole salvare la figlia e a quanto sembra dal finale... ci riesce!

diego.ducoli
Messaggi: 265

Messaggio#3 » mercoledì 20 maggio 2015, 0:08

Ciao Cristina e grazie del commento.

In verità credevo che con la frase: Non dirlo neanche per scherzo” urlò la donna “sai quante persone ci credono? Vuoi far la fine di tuo padre? Cacciato da tutti, costretto a nascondersi con i suoi “amichetti” che si oppongono al sistema.

Spiegasse il motivo dell'assenza del padre

Fernando Nappo
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Messaggio#4 » giovedì 21 maggio 2015, 15:06

Ciao Diego,

bel racconto di social sf con riferimenti bradburiani: la sala con tre pareti su quattro ricoperte da schermi giganti, la famiglia virtuale, il papà novello Montag.
Mi piace poco lo pseudonimo affibbiato a Maria, lo trovo un po' ingenuotto, e quell' amichetti riferito agli amici del padre che suona un po' equivoco.
Bello il finale con la torre di trasmissione trasformata in candelina, e che la ragazza trovi più interessante l'idea di vita in cui crede il padre.
Qualche sbavatura nella punteggiatura e qualche refuso, ma nulla di che.

Fernando

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antico
Messaggi: 7167

Messaggio#5 » martedì 26 maggio 2015, 18:57

Mmh... Racconto scritto bene con appena qualche refuso sparso, ma nulla di grave. Mi sembra però tutto molto indirizzato, dall'inizio alla fine è un esternare contro i social network e non dico che il messaggio non sia condivisibile, anzi. Però aggirare un po' di più, andare un po' meno dritto al punto, aggiungere qualche tonalità al racconto non sarebbe stato disprezzabile. Il finale con il padre, hacker ed esponente di un movimento di rivolta, che fa saltare la connessione locale e manda un messaggio alla figlia è scena che non suona nuova. Bella invece l'immagine della torre in fiamme come candelina DA NON SPEGNERE. Che dire? Un racconto che si fa leggere, fornisce anche qualche spunto di riflessione, ma che è come una freccia lanciata dritta verso il bersaglio grosso subito sbandierato al lettore, quindi prevedibile e con personaggi che non acquisiscono tridimensionalità, ma che rimangono statici, fissi nel loro ruolo. Un pollice ni tendente all'alto perché comunque il suo dovere lo fa senza palesare mancanze.

sharon.galano
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Messaggio#6 » martedì 26 maggio 2015, 23:16

Ciao Diego,
per la brevità del racconto ti consiglio di non introdurre i nomi propri, visto che non sono risolutivi, e visto che quelli generici di "madre" e "figlia" li usi più spesso. Per quanto riguarda la trama, anch'io sono caduta nell'errore comune dell'equivoco iniziale. La comunione, la riflessione sul cristianesimo etc. Nel momento in cui si accende il social network trovo eccessiva la reazione della figlia. Le lacrime sono necessarie? Ho molto apprezzato invece la figura del padre, forse quella meglio delineata all'interno del racconto, perché fuori dagli stereotipi. Se la madre incarna perfettamente il cliché della donna possessiva e apprensiva, il padre invece è al di fuori degli schemi: se ne va, con lo scopo di sovvertire il sistema. Ha un ruolo attivo, a differenza dei tanti padri che nella realtà attivamente mollano moglie e figlie, e passivamente le cancellano da mente cuore e vita. La torre come candelina poi è veramente una bella trovata. Che dire? Il racconto si legge e si fa leggere. Attenzione però ai refusi.
A rileggerci.

carolina.pelosi
Messaggi: 72

Messaggio#7 » mercoledì 27 maggio 2015, 11:03

Ciao Diego.

Il racconto è sviluppato in maniera piuttosto originale, il pericolo dei social e l'incombenza della "dipendenza di massa" si sente fortissimo. Mi piace l'immagine del padre, uno che si ribella (mi piace chi va controcorrente :D) e mi piace che sia arrivato nel momento giusto, per salvare sua figlia. Immagine bella quella della torre in fiamme. Dettaglio che mi è piaciuto un pochino di meno è il dialogo tra la madre e la bimba che in certe battute è troppo pieno, dice troppo. Ma forse è una scelta personale.
Alla prossima!

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beppe.roncari
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Messaggio#8 » mercoledì 27 maggio 2015, 11:13

Ciao Diego,
Bel racconto, interessante il parallelismo fra social network e religione, dove il nuovo rito di passaggio non è la prima comunione cattolica ma il primo profilo su Facebook.
Il tema viene sfiorato, anche se non affrontato direttamente.
Attento alla punteggiatura, è quasi tutta mancante o sbagliata, tanto che è difficile indicarla, soprattutto sui dialoghi. Ricordati che non puoi chiudere una frase con un a capo se non c'è un qualche punto fisso, che sia ".", "!", "?" o "…".
Ciao!

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willy
Messaggi: 190

Messaggio#9 » venerdì 29 maggio 2015, 16:37

Ciao Diego,
Complimenti per la fantasia, hai avuto un'idea simpatica e anche il racconto scorre piacevolmente, senza particolari scosse.
Ci sono due figure che ti fanno stare in traccia: la bambina che combatte con la madre, il padre che combatte contro il sistema. Molto filmica l'immagine della torre che prende fuoco.

lailmil
Messaggi: 62

Messaggio#10 » venerdì 29 maggio 2015, 18:25

Ciao Diego,

mi è piaciuta l'idea di creare un parallelismo tra religione e social network. Secondo me, però, è una carta che potevi giocarti meglio, perché da quello che emerge dal racconto esprimi una sorta di fanatismo tu stesso nel criticare questi mondi. Questa secondo me è la pecca del tuo testo. Sarebbe stato più coinvolgente se tu avessi usato dei toni meno sarcastici. Ad esempio, se la madre fosse stata meno improbabile anche la figura del padre (bellissimo carattere) ne avrebbe guadagnato in forza. Invece accosti un personaggio bello e interessante a una macchietta, con il risultato di sminuirlo. Il finale epico, trionfale, mi è piaciuto davvero tanto!

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#11 » venerdì 29 maggio 2015, 19:38

Ciao Diego.

Del racconto mi è piaciuta soprattutto la parte iniziale, nella quale tutto sembra portare alla religione. Lo pompi tanto, e per questo il colpo di scena dei social arriva come un cazzotto. Hai creato un testo che invita ad una riflessione d'attualità,  il che mi piace molto, ma al contrariod egli altri non ho apprezzato il finale, con la torre che prende fuoco. Non l'ho capita bene, e non so abbastanza del padre per credere che una persona normale arriverebbe a tanto solo per non far iscrivere sua figlia a Facebook. Forse dovevi dirmi qualcosa in più prima... tipo, se ci troviamo in un modo  del futuro (cosa che credo) il padre è una sorta di ribelle? C'è una guerra in corso?

Peccato, perchè il resto invece mi è piaciuto molto.

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#12 » venerdì 29 maggio 2015, 19:45

Ciao Diego,
Innanzitutto ti voglio dire che più o meno anche io non sono troppo favorevole al ruolo che i social stanno assumendo in questo momento, e quindi condivido l’idea di fondo al racconto.
Il racconto mi è piaciuto comunque, una bella storia, con una visione dispotica interessante. La cosa che invece proprio non mi è piaciuta è l’utilizzo eccessivo di termini come: “gemette”, “sbottò”, “ribatté”, “inveì”... alcuni vanno bene, ma troppi appesantiscono la lettura.
Ciao :)

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