[V] MOAI - di Francesca Nozzolillo

Lunedì 18 maggio alle ore 21.00! Avrete QUATTRO ore di tempo, non avete scusanti per mancare! Matteo Di Giulio, autore della Sperling & Kupfer sarà la guest star, trovate un suo racconto nella sezione SPECIAL del sito. Leggetelo con attenzione perché potrebbe venirvi un'idea riguardo al tema che ha scelto per voi!
Francesca Nozzolillo
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[V] MOAI - di Francesca Nozzolillo

Messaggio#1 » martedì 19 maggio 2015, 1:02

<< Tirate forte! Muovete quei muscoli! TIRATE! >>
Continuai a tirare con tutta la forza che avevo in corpo. Molti di noi urlavano nel tentativo di non perdere la presa. I polmoni mi scoppiavano, il fiato si era fermato all’altezza della pancia.
La fatica era insopportabile, ma lentamente la statua stava salendo.
Era gigantesca: tredici metri d’altezza, di tufo. Il suo volto era privo di espressione, in testa portava un maledetto copricapo rosso, che la rendeva ancora più alta del normale.
Davanti a noi, c’era il mare.
<< Tirate ancora! Non mollate! >>
Il carnefice ci osservava dall’alto di un masso, la faccia dipinta di blu e una cresta piena di piume a ornargli la testa. Ci dava ordini come fosse egli stesso una divinità. Pensai che meritava di morire.
Mentre il sole si oscurava, coperto dall’ombra del gigantesco Moai che stavamo sollevando, pensai che era tutto inutile: mio padre era morto, investito dai tronchi che usavamo per trasportare la statua. Da allora, per me Dio aveva smesso di esistere.
Continuammo per ore, le spalle slogate per la fatica e i volti contratti, ma entro sera la statua era al suo posto, di fianco alle altre. Studiava l’oceano con altera soddisfazione, come noi stessi avevamo voluto quando avevamo scolpito il suo volto. Un monito di buona fortuna in cui non credevo più. Anche quel giorno, tra di noi c’erano stati dei morti.
Non sapevo come si chiamasse quello che ci dava gli ordini… ma quella notte andai a cercarlo.
 
Dormivo fra le braccia di mia madre, il volto ancora sporco di vernice blu. Non avevo motivo di avere paura: dalla mia avevo la posizione sociale. Lui, dalla sua, aveva un coltello.
Entrò di soppiatto nella nostra tenda e per prima cosa tagliò la gola di mia madre. Il suo sangue era caldo, mi ricoprì mani, braccia e petto, e mi svegliò. Prima che potessi urlare, o capire cosa fosse accaduto, mi diede un pugno che mi fece perdere un dente.
Poi abbandonò il coltello e mi strinse le mani al collo.
Provai a combattere, ma da subito capii che era troppo forte. Lo guardai e con orrore lo riconobbi.
<< Ora non dai più ordini, vero? >> lo disse piano, affinchè solo io potessi udirlo.
Iniziò a giocare con me, non voleva che morissi subito. Stringeva un po’, poi mi lasciava, poi stringeva ancora. Boccheggiavo, sputavo saliva e sangue e li sentivo scendere lungo il collo. Non riuscivo a respirare. Tentai disperatamente di allontanare le sue mani.
<< Tira, tira forte. Non mollare. Se molli muori. Fammi vedere se sei abbastanza forte. >>
Lo implorai con lo sguardo, ma lui sorrise. In quegli occhi vidi tutta la follia del mondo.
Ficcò le dita più a fondo.
Feci un verso strozzato, pregai perché finisse presto. Vidi rosso.
Poi il suo volto si trasfigurò in una smorfia di dolore. Allentò la presa sul mio collo e guardò in basso: una lancia spuntava dal suo stomaco, una lancia dalla punta di pietra e ghirigori azzurri. Cadde di lato e vidi chi lo aveva colpito: era Moana, mia sorella. Aveva gli occhi della paura. La vidi gettarsi sul cadavere di nostra madre, piangendo. Io mi sentii come se stessi tornando da un luogo lontano. Iniziai a tossire, e piangere, e tremare. Mi odiai, ma non potevo farci niente.
Guardai il mio carnefice. Io avevo nove anni e nemmeno un pelo sul volto. Lui dodici, ed era quasi un uomo.
Lo osservai morire.



cristina.danini
Messaggi: 90

Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2015, 11:38

Ciao Francesca, ben ritrovata :-)

Il racconto è scorrevole e il ritmo serrato rende bene l'atmosfera del combattimento corpo a corpo. Ho avuto però un po' di difficoltà a capire il cambio di voce narrante a metà del racconto, l'ho dovuto rileggere un paio di volte per capire che prima era un ragazzo della tribù e poi il capo crudele, che oltretutto vince solo grazie all'intervento della sorella. Sempre che si possa definire vittoria quella che porta a essere assassini e orfani di madre.

Il finale lascia un po' di amaro in bocca, a credo proprio fosse voluto. Complimenti e alla prossima!

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#3 » martedì 19 maggio 2015, 19:09

Grazie per il comment! Effettivamente il cambio di prospettiva è stata la cosa che mi ha dato più problemi, non è immediata ma spero si capisca. Avevo pensato ad un incipit simili per entrambe le storie, che aiutasse la comprensione, ma poi il tempo è scaduto e infatti ho anche postato con due minuti di ritardo! xD Belle storie…

diego.ducoli
Messaggi: 265

Messaggio#4 » sabato 23 maggio 2015, 23:25

Ciao Francesca

Un ambientazione sicuramente originale ma che compressa in cosi poche battute non riesce ad essere evocativa come dovrebbe.

La trama del racconto è chiara, ma ho trovato il narrato troppo raccontato non sono riuscito ad entrare in sintonia col personaggio.

Inoltre il cambio di prospettiva dalla vittima al carnefice in mezzo al brano mi ha spiazzato, in un racconto cosi breve mettere due pezzi in prima persona senza nulla che identifichi i protagonisti è una scelta un po' azzardata.

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Messaggio#5 » domenica 24 maggio 2015, 15:25

Ciao Francesca,

il cambio di punto di vista in un racconto così breve è un bell'azzardo, ma personalmente, grazie al riferimento alla vernice blu, non l'ho trovato così difficile da percepire. Piuttosto ho l'impressione che il racconto stia un po' stretto in tremila caratteri anche a causa della comparsa improvvisa (che fa un po' deus ex machina) della sorella.
L'ambientazione è originale.

Fernando

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beppe.roncari
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Messaggio#6 » martedì 26 maggio 2015, 9:50

Ciao Francesca, ben ritrovata. :-)
Il racconto è carino, bella l'ambientazione nell'isola di Pasqua. Visto che si sa pochissimo sulla storia di quell'isola, puoi permetterti di inventare, ma qui c'è un problema. La storia dello schiavo che si ribella al padrone è un po' stereotipata, nulla di nuovo sotto il sole.
E l'intervento della sorella non è seminato.
Per il resto buona prova. ciao!

carolina.pelosi
Messaggi: 72

Messaggio#7 » mercoledì 27 maggio 2015, 11:15

Ciao Francesca.

Al contrario degli altri il cambio di punto di vista l'ho colto subito e mi è piaciuto. Vedere la storia con gli occhi di tutti e due i personaggi è d'aiuto perché il racconto arrivi di più e inoltre crea movimento. Mi piace la voce che hai voluto dare alla tua storia e ho apprezzato che non ci fosse un lieto fine... o almeno non per lo schiavo! Sai cos'è che mi ha lasciato un po' perplessa? Il fatto che fossero bambini. Ora, io non ci capisco niente di quel mondo, ma è davvero possibile? Perché hai scelto personaggi di quell'età?
In ogni caso, mi è piaciuta la storia!

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#8 » giovedì 28 maggio 2015, 21:55

Ciao Francesca,
da come inizi il racconto io mi faccio questa idea: lui è un giovane uomo che non crede più in Dio, perché ha avuto il tempo e l'esperienza per rinunciare alla sua fede. Vedo e sento la sua fatica. Il lavoro, lo descrivi in modo asciutto e chiaro. Il lettore non ha dubbi. Il protagonista è un vinto. Nella seconda parte pare che tutto proceda come da premessa: lui vinto deve sottostare a un ennesimo sopruso. Vede morire la madre, non riesce a fare niente per lei, non riesce nemmeno a difendersi. Ecco, a questo punto del racconto le mie certezze hanno iniziato a vacillare. Un giovane uomo che lavora tutto il giorno non riesce a difendersi in uno scontro corpo a corpo? E poi dici che ha bisogno dell'intervento della sorella per salvarsi. Personaggio che fino a quel momento non era mai comparso sulla scena. E aggiungi anche che colui che si credeva un giovane uomo in realtà è un bambino di nove anni. Arrivata a questo punto, il racconto per me ha perso la sua forza.
Ti ripeto le premesse erano ottime.
Poi l'ho riletto per una seconda volta, e devo confessarti che, sapendo che lui è un bambino, la prima parte del racconto mi ha ricordato l'inizio di Rosso Malpelo. Anche lui perde suo padre nella cava dove lavora. Schiacciato.
A rileggerci
e a presto

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willy
Messaggi: 190

Messaggio#9 » venerdì 29 maggio 2015, 16:42

Ciao Francesca,
i complimenti sono per l'ambientazione, per le descrizioni che fanno immaginare l'Isola di Pasqua, il mare e gli schiavi al lavoro. Sono rimasta spiazzata, invece, dalla seconda parte del racconto, dove trovo una voce che mi racconta un orribile risveglio, ma anche la parte che lo precede, dove lo immagino ancora dormire.
E lì la storia ha perso mordente, proprio dove lo doveva acquistare.
È pur vero che il ragazzo stava raccontando eventi già accaduti, ma non sono più riuscita ad immedesimarmi nelle vicende.

lailmil
Messaggi: 62

Messaggio#10 » venerdì 29 maggio 2015, 18:13

Ciao Francesca!

Il racconto è molto scorrevole e non ho trovato particolarmente disorientante il cambio di narratore. Però mi sembra che non funzioni del tutto, soprattutto nella seconda parte. Esordisce così:
"Dormivo fra le braccia di mia madre, il volto ancora sporco di vernice blu. Non avevo motivo di avere paura: dalla mia avevo la posizione sociale. Lui, dalla sua, aveva un coltello."

Ora, non si capisce: non aveva motivo di aver paura perché dormiva tra le braccia di sua madre o perché dalla sua aveva la posizione sociale? E come faceva a saperlo se dormiva? Questa stonatura mi ha fatto perdere l'attenzione sulla storia. Devo dire comunque che l'ambientazione che hai creato mi è piaciuta molto, tanto che questo è uno dei racconti che mi sono rimasti più impressi dalla prima lettura, una settimana fa.

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#11 » venerdì 29 maggio 2015, 19:50

Ciao Francesca,
Il cambio di punto di vista a me in generale piace come trovata. E anche qui funziona. Magari le battute erano poche e sono accadute un sacco di cose rilevanti, che creavano un ritmo velocissimo e ferrato. Quindi diciamo che non è stata una lettura facile, si doveva essere molto concentrati, ma in ogni caso bella.
A presto :)

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antico
Messaggi: 7171

Messaggio#12 » domenica 31 maggio 2015, 12:29

Tutti si sono espressi sul cambio di prospettiva e non posso che partire da lì: buono, non crea problemi, dà movimento. Piuttosto, mancano del tutto informazioni sul contesto. L'Isola di Pasqua, bella... Ma se non la fai diventare protagonista del racconto rendendola viva allora potrebbe essere ambientato ovunque, con vista sul mare. Anonimo. Maluccio anche per quanto riguarda la scelta dei bambini e si torna al problema del contesto: che sia un bimbo a tirare ci sta, è uno schiavo. Ma che sia un bimbo a ordinare non ci sta, a meno che la cosa non sia giustificata all'interno del racconto. L'intervento della sorella: mi aspettavo qualcosa di simile, ma da una guardia. Un pollice ni, penso che, se ne avrai voglia, si possa fare un bel lavoro nel lab. ;)

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