“La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

La Sesta Era continua nel segno di Andrea Cavaletto! Appuntamento per lunedì 16 aprile dalle 21.00 all'una!
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Adry666
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“La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#1 » martedì 17 aprile 2018, 0:09

“Siete tutti dei bastardi!” Così avevo chiuso il mio anno scolastico. Bel modo, no? Non sono un disadattato, anzi; è solo che non sopporto le ingiustizie.
Il mio compagno Fred non è del tutto normale, lo so, ma non mi sembra un buon motivo per emarginarlo. Andrò a trovarlo e starò un po’ con lui.

Il sole mattutino di giugno già picchia forte e mi costringe a rallentare con lo skate, non voglio arrivare fradicio a casa del mio amico. Ah sì, non vi ho detto perché tutti lo sbeffeggiano: è ciccione, brufoloso e spara cavolate sulla sua stanza; tipo che ha delle collezioni di ossa e pelle umana, unghie di ragazze che usa per produrre opere d’arte e cose del genere. Non fate gli psicologi da quattro soldi, è facile pensare: “Dice così perché ha bisogno di attirare l’attenzione, bla, bla…”
La casa di Fred è una villa un po’ decrepita, stile gotico decadente. Una debole luce filtra da una finestra con delle tende scure.
Suono il campanello. Allo scatto del cancello spingo il battente di ferro arrugginito, che cigola come un vecchio sarcofago.
Fred prima mi fissa con la bocca semiaperta, poi dice: “Ehi, perché sei qui?”
“Volevo venirti a trovare per fare due chiacchiere.”
Mi squadra con gli occhi vitrei, un filo di saliva gli cola sul mento, poi si sblocca: “OK, entra.”
La casa è buia: delle candele sono appese alle pareti piene di quadri scuri.
“Ehi Fred, la tua casa sembra un museo, la prof sarebbe contenta di vederla!” gli dico sghignazzando. Nessuna risposta.
“Fred, ma ci sono i tuoi genitori?”
“Non stanno molto bene,” mi risponde ruotando la testa come Terminator.
Saliamo al piano di sopra; nel corridoio la carta da parati è scollata in molti punti e in altri ci sono dei graffi. “Fred, hai una tigre in casa?” gli chiedo, più per mio disagio che altro. Nessuna risposta.
Non fate facile battute, sì ho un po’ paura, ma voi sareste più coraggiosi di me?
“Ehi Fred, che facevi di bello?”
Lui mi fa cenno con il l’indice verso la scrivania. Certo, definirla scrivania è un complimento: un accumulo di roba accatastata. Mi avvicino: dentro una cornice ci sono degli oggetti piccoli che non riesco a definire, ma sembrano unghie…
“Fred, ma… ma cosa sono quelle cose?” La voce mi trema un po’.
“Sono petali di ragazze, una mia opera d’arte; sai tra qualche anno sarò famoso.”
“Ah, ecco!” Mi guardo intorno, per fortuna non vedo altre cose sinistre.
“Senti Fred, perché te ne stai sempre da solo? Lo sai che tutti ti considerano strano, dovresti provare a…”
“Sono fatto così,” mi interrompe lui, “e poi mi piace: penso, creo e nessuno mi può criticare!”
Fred si alza velocissimo, apre un cassetto e tira fuori un coltello da macellaio lungo quanto il mio avambraccio. Rimango paralizzato: nessun arto risponde ai miei comandi.
“Ehi Fred, metti via quel coltello, ci possiamo fare male!”
Fred non parla, gli occhi spalancati, il filo di bava che cola, il pugno serrato sul pugnale che si alza verso l’alto. Merda! La lama è a dieci centimetri dalla mia faccia. Urlo.
“Ehi, era solo uno scherzo,” mi dice ridendo; abbassa il coltello e apre la porta.
“Vieni, scendiamo in giardino a giocare a basket.”

Ancora tremo sulle gambe. Maledetti pregiudizi, ci ingannano ogni giorno: i politici e i preti li usano per muoverci come marionette. Stupido me.
Giocando mi riprendo. L’aria è calda ma piacevole; Fred gioca bene.
La palla rotola dietro dei cespugli, li aggiro per recuperarla. Cavolo, è andata sotto una pianta enorme. Mi chino, allungo la mano; sento una cosa dura, abbasso la testa per vedere: una scarpa da tennis affiora dalla terra. O meglio: una scarpa con attaccato un piede e una caviglia “piantata” nel prato. I genitori? Oh merda! Anzi, sono nella merda…



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antico
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#2 » martedì 17 aprile 2018, 0:11

Ciao Adriano!!! Era qualche mese che non ti vedevo da queste parti, felicissimo di poterti rileggere! Tutto ok con i parametri, buona Cavaletto Edition!

viviana.tenga
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#3 » sabato 21 aprile 2018, 21:03

Ciao Adriano,
Confesso di non aver apprezzato un granché il doppio capovolgimento. Avrei preferito che Fred si rivelasse davvero solo un ragazzo molto strano che cerca di darsi un tono in maniera inusuale, ma suppongo siano gusti personali.
A parte questo, però, non ho appunti particolari da farti: il racconto è ben scritto, la prosa fluida, i personaggi e l’atmosfera ben resi.

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Andrea Partiti
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#4 » domenica 22 aprile 2018, 19:15

Niente da dire sulla prosa, mi piace molto il tuo narratore che interagisce direttamente e commenta il racconto in tempo reale, e il tema in senso lato c'è. La casa di Fred con le sue stranezze finisce per essere protagonista e testimone suo malgrado.
Anche io ho trovato eccessivo il doppio capovolgimento. Da quando accenni alle collezioni di ossa e pelle umana e alle unghie di ragazze, diventa chiaro che il racconto può andare in due sole direzioni: e' tutto vero e il protagonista sta per mettersi nei guai; è tutto falso e Fred è una persona per bene. Ci confermi solo le unghie usate per le sculture e ci lasci un po' in sospeso. Quando arrivano le collezioni di ossa e pelle? E da lettore mi sento un po' tradito quando dopo le sculture di unghie scopriamo che Fred è normale, e ancora più tradito quando il secondo capovolgimento non fa quadrare il cerchio.

Pache92
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#5 » domenica 22 aprile 2018, 22:38

Ciao Adriano! Il tuo racconto inizia con un'apertura accattivante, anche se non pienamente a fuoco con il racconto. Lo sfondamento della “quarta parete” a tratti risulta autoreferenziale e talvolta fastidioso. La lettura scorre veloce e senza intoppi, ma lo stile risulta un po’ ingenuo, quasi da racconto per ragazzini. Ritmo piatto senza essere noioso, ma senza guizzi. Il finale tenta di recuperare un po’ il mordente, senza troppo successo. Ad ogni modo la scrittura è buona, anche se perfezionabile.

LuigiDeMeo
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#6 » martedì 24 aprile 2018, 9:33

Ciao Adriano!

Interpretazione molto originale del tema, che a tratti ricorda Psycho o Non aprite quella porta. I punti deboli trovo siano il ritmo e il finale. Il primo non mi ha coinvolto molto nella lettura e il secondo, con il doppio capovolgimento, risulta essere piuttosto scontato già prima di arrivare al finale vero e proprio. Credo che la collezione di unghie di ragazza faccia capire troppo sulla natura di Fred al lettore.

Fabio84
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#7 » mercoledì 25 aprile 2018, 1:53

Ciao Adriano.
Secondo me il fatto che il protagonista si rivolge al lettore, lo caratterizza bene come ragazzino.
Per il colpo di scena a metà e alla fine, mi domando se bastasse soltanto uno dei due.
Sul finale mi sarei aspettato ancora una piccola frase su cosa avrebbe fatto Fred al protagonista oppure su un suo tentativo di fuga.

Serena
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#8 » giovedì 26 aprile 2018, 12:36

Ciao Adriano! Ho letto i commenti sotto il tuo racconto e non sono molto in sintonia con il loro punto di vista. Io ho trovato il tuo racconto molto interessante e piacevole. MI piace il fatto che il protagonista instauri con il lettore un dialogo aperto, anche perché lo riesci a dosare in maniera mai invasiva e comunque funzionale. Fred è ben caratterizzato e tu riesci a tratteggiarlo in maniera molto vivida. A me è piaciuto il fatto che ad un certo punto Fred sembri solo un ragazzo strano e forse incompreso e invece poi si scopre abbia seppellito, o meglio piantato, qualcuno in giardino. Una storia che mescola bene le sue carte e che secondo me funziona! Bravo!

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roberto.masini
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#9 » giovedì 26 aprile 2018, 21:38

Un racconto in prima persona dove i dialoghi sono perfetti in quanto riflettono quello che direbbero due ragazzini. Forse il finale può apparire scontato ma, essendo un racconto horror, non può concludersi che in quel modo: è inutile forzarlo a una sorpresa "buonista". Importante sono invece le riflessioni sui pregiudizi che comunque restano e fanno riflettere. Non solo adrenalina dunque!

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antico
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Re: “La stanza di Fred” - di Adriano Muzzi

Messaggio#10 » martedì 1 maggio 2018, 12:33

Credo che il finale non funzioni per un semplice motivo: avrebbe avuto bisogni di più spazio, di tempi diversi. Non sono contrario al doppio capovolgimento, ma l'ottima costruzione di tutta la prima parte stride con la fretta finale, dovuta ai limiti di caratteri. Quindi due vie: allungare e dargli il giusto respiro oppure ripensare tutta la struttura per dargli equilibri maggiori rispettando i 3300 caratteri. Chiaramente la seconda soluzione, fuori contest, sarebbe più esercizio mentre la prima è più particabile. Detto questo, per me è un pollice tendente all'alto, mi è comunque piaciuto.

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