La Vecchia
Inviato: martedì 17 aprile 2018, 0:57
Carlo Cellerino, Giovanni Amelotti e Manuel Benzi avevano deciso di far visita alla Vecchia che abitava tutta sola in una vecchia casa ala periferia di Torino. Si diceva in giro che fosse molto ricca ma anche cieca, una potente attrattiva per uomini d’onore come Carlo, Giovanni e Manuel che facevano appunto il nobile mestiere di ladri.
Gli abitanti di Alessandria dicevano anche molte altre cose che tenevano lontani ragazzini e malintenzionati. La vecchia era circondata da un numero impressionante di gatti che lei chiamava per nome e non consentivano ad alcuno di avvicinarla. Qualcuno che, più coraggioso degli altri, era riuscito a guardare attraverso le imposte chiuse della sua casa, aveva intravisto su un tavolo di una stanza spoglia di mobili una serie di pentacoli disegnati in mezzo ai quali brillavano decine di candele. Un altro l’aveva vista seppellire una pignatta con dentro un rospo vivo avvolto in una ciocca di capelli biondi; l'animale naturalmente soffriva. Il giorno dopo la stessa persona che si domandava che fine avesse fatto il rospo scoprì che una ragazza era morta stranamente come se le fosse mancata l’aria e il cibo; era una ragazza bionda. Qualcuno udì anche un grosso cane ringhiare, mentre tutti i gatti erano spariti.
Ormai i torinesi si tengono lontani da quella vecchia casa: preferiscono vivere nell’ignoranza piuttosto che scoprire che cosa combina la Vecchia.
Ma Carlo Cellerino, Giovanni Amelotti e Manuel Benzi vengono da Alessandria e nulla conoscono di queste storie: l’hanno vista una volta piccola, curva, che avanzava barcollando appoggiandosi a un nodoso bastone con le mani tremanti. Quindi per i tre ladri la preda era appetibile; a loro interessava, di tutte le strane storie che avevano ascoltato distrattamente, solo quella che diceva che la Vecchia era ricchissima.
Scelsero la notte del 17 aprile per la loro visita. Carlo e Giovanni dovevano intrattenere la Vecchia, mentre Manuel faceva il palo in attesa del malloppo. I tre si mossero separatamente per non dare nell’occhio.
Mentre Manuel si appostava di fronte ala casa in un angolo buio Carlo e Giovanni spinsero il pesante cancello di ferro. Per la prima volta videro che era forgiato con immagini di diavoli e caproni. Misero i passamontagna, bussarono ed entrarono.
Manuel aspettava fiducioso; i suoi complici avevano definitivamente fugato i suoi dubbi circa la difficoltà di estorcere alla Vecchia l’informazione del luogo dove nascondesse il denaro. Erano esperti nell’arte di far sciogliere la lingua anche ai muti e gli strilli di una vecchia si possono attutire facilmente.
Aveva aspettato a lungo e incominciava a innervosirsi, quando sentì urli lancinanti. Capì che qualcosa era andato storto e che forse qualche vicino sarebbe intervenuto. Dopo poco ci fu silenzio e le strade non si riempirono di curiosi. Aspettò ancora; poi decise di entrare. Impugnava una pistola, pronto anche a sparare se avesse incontrato qualcosa di brutto, se le leggende che aveva ascoltato su quella vecchia, avessero avuto un fondo di verità.
Percorse un lungo corridoio illuminato dalla fioca luce di alcune candele. Quello che riusciva a intravedere era una casa fatiscente con i muri scrostati e centinaia di ragnatele che pendevano dal soffitto. Giunse così a una stanza spoglia al centro della quale stava la Vecchia con gli occhi bianchi che accarezzava un enorme caprone. Non c’era traccia dei suo amici.
Tre corpi acefali e orrendamente dilaniati furono ritrovati il giorno dopo sulle rive del Po.
I ragazzini continuano a passare accanto alle finestre della Vecchia ma a quelle finestre non tirano mai sassi.
Gli abitanti di Alessandria dicevano anche molte altre cose che tenevano lontani ragazzini e malintenzionati. La vecchia era circondata da un numero impressionante di gatti che lei chiamava per nome e non consentivano ad alcuno di avvicinarla. Qualcuno che, più coraggioso degli altri, era riuscito a guardare attraverso le imposte chiuse della sua casa, aveva intravisto su un tavolo di una stanza spoglia di mobili una serie di pentacoli disegnati in mezzo ai quali brillavano decine di candele. Un altro l’aveva vista seppellire una pignatta con dentro un rospo vivo avvolto in una ciocca di capelli biondi; l'animale naturalmente soffriva. Il giorno dopo la stessa persona che si domandava che fine avesse fatto il rospo scoprì che una ragazza era morta stranamente come se le fosse mancata l’aria e il cibo; era una ragazza bionda. Qualcuno udì anche un grosso cane ringhiare, mentre tutti i gatti erano spariti.
Ormai i torinesi si tengono lontani da quella vecchia casa: preferiscono vivere nell’ignoranza piuttosto che scoprire che cosa combina la Vecchia.
Ma Carlo Cellerino, Giovanni Amelotti e Manuel Benzi vengono da Alessandria e nulla conoscono di queste storie: l’hanno vista una volta piccola, curva, che avanzava barcollando appoggiandosi a un nodoso bastone con le mani tremanti. Quindi per i tre ladri la preda era appetibile; a loro interessava, di tutte le strane storie che avevano ascoltato distrattamente, solo quella che diceva che la Vecchia era ricchissima.
Scelsero la notte del 17 aprile per la loro visita. Carlo e Giovanni dovevano intrattenere la Vecchia, mentre Manuel faceva il palo in attesa del malloppo. I tre si mossero separatamente per non dare nell’occhio.
Mentre Manuel si appostava di fronte ala casa in un angolo buio Carlo e Giovanni spinsero il pesante cancello di ferro. Per la prima volta videro che era forgiato con immagini di diavoli e caproni. Misero i passamontagna, bussarono ed entrarono.
Manuel aspettava fiducioso; i suoi complici avevano definitivamente fugato i suoi dubbi circa la difficoltà di estorcere alla Vecchia l’informazione del luogo dove nascondesse il denaro. Erano esperti nell’arte di far sciogliere la lingua anche ai muti e gli strilli di una vecchia si possono attutire facilmente.
Aveva aspettato a lungo e incominciava a innervosirsi, quando sentì urli lancinanti. Capì che qualcosa era andato storto e che forse qualche vicino sarebbe intervenuto. Dopo poco ci fu silenzio e le strade non si riempirono di curiosi. Aspettò ancora; poi decise di entrare. Impugnava una pistola, pronto anche a sparare se avesse incontrato qualcosa di brutto, se le leggende che aveva ascoltato su quella vecchia, avessero avuto un fondo di verità.
Percorse un lungo corridoio illuminato dalla fioca luce di alcune candele. Quello che riusciva a intravedere era una casa fatiscente con i muri scrostati e centinaia di ragnatele che pendevano dal soffitto. Giunse così a una stanza spoglia al centro della quale stava la Vecchia con gli occhi bianchi che accarezzava un enorme caprone. Non c’era traccia dei suo amici.
Tre corpi acefali e orrendamente dilaniati furono ritrovati il giorno dopo sulle rive del Po.
I ragazzini continuano a passare accanto alle finestre della Vecchia ma a quelle finestre non tirano mai sassi.