Baltimora
Inviato: martedì 17 aprile 2018, 0:59
“Guardami moccioso nero. Cristo guarda questo fottuto dente d’oro. Credi sia tutto quello che ho fatto dai tuoi denti da latte?!”
Le dita del vecchio uomo nero risuonano di diversi annelli, mentre strappa il proprio dente inonando la bocca di sangue. “E’ tutto tuo” e lo spinge a forza nella bocca del ragazzino schiacciato contro il pavimento.
Questo avviene dopo. Dentro la casa. Dovunque sia.
Prima, prima invece siamo a Baltimora. Maledetto Maryland.
Il ragazzino si toglie il cappuccio, scoprendo i suoi capelli afro.
“Dove cazzo mi hai portato?” “Non ho tempo” “ Devo finire di dar via la roba o mi fottono il culo alla grande.
Al giovane uomo non sembra fregare un cazzo dei problemi del ragazzino.
Camminano tra l’erba secca, passano vicino ad un gatto, il cui corpo è cibo per un paio di topi, mentre il vento soffia forte facendo cigolare l’altalena divorata dalla ruggine.
Dice il giovane uomo “Ti ricordi quando ci sei voluto sedere a tutti costi? l’ha fatta venire giù. Ti hanno pisciato addosso mentre cercavi di uscire da quella trappola…” sorride.
il ragazzino “sei tutto matto, no, che non mi ricordo, quando cazzo sarebbe successo?”
“Mai. per ora” dice il giovane uomo.
Si fermano davanti alla casa, il ragazzino non l’ha mai vista prima, ma è sempre stata lì, lui è sempre stato soltato dall’altra parte della strada.
Come le osse di un vecchio bavoso, pronta a sgretolarsi soffiandoci sopra.
Travi di legno bloccano le entrare, le finestre...non so se ci sono.
Il giovane uomo afferra la mano del ragazzino “stringila, è tua” una 9mm; lui la prende, è calda come il culo della nera dove spaccia, pensa.
“Ne ho già una.”
“No. tieni questa” “ Entra. Ci sono 4 stanze. Hai sette proiettili, usali”
“Cosa? Sei matto amico!”
“Vuoi rimanere un coglione che spaccia all’angolo, per quanti anni ancora? Hai, quanto? 9 anni. Tra 1 anno ti cagheranno in testa quelli di 7.”
“è una prova?”
“tutto è una prova, ragazzino. Entra. usa quei fottuti proietti. e torna”
“mi sentiranno. da una stanza all’altra, mi sentiranno…”
“no, smettila di fare domande. entra o prenderò quel cazzo di topo lì...finirà il gatto tra pochi secondi, si mangerà il tuo uccello senza pensarci”
il ragazzino lo guarda per pochi istanti, più di questo non riesce.
“attento all’ultima stanza, quello che è lì è il più pericoloso”
Ora siamo ancora al dopo. Dentro la casa.
Il ragazzino ingoia il dente d’oro, lo manda giù col proprio sangue, le dita del vecchio uomo nero affondano nelle sue guance.
Ancora di più. Saliva, sangue, gengive che si spelano sotto la pressione delle unghie.
Boom.
Frattaglie di cervello gli cadono in bocca e la testa del vecchio uomo sbatte rompendogli il naso.
Rimane sotto quel corpo logoro. rimane sotto ancora.
Si aggrappa al pavimento per trascinarsi fuori. E’ solo la terza stanza.
Manca l’ultima. la dannata ultima stanza.
Vuota. si accascia al suolo. il ragazzino coperto di sangue, cervella, divoratore di denti e timoroso di fottuti topi infernali.
Scende lungo le stanze. un giovane eroinomane con un neonato decomposto tra le braccia. Ucciso. Un ragazzo poco più grande di lui col sangue dei fratelli sulle mani. ucciso. un fottuto sieropositivo che si scopava tutti. ucciso. l’uomo dagli anelli di droga. ucciso.
Fuori. Coperto di sangue, a Baltimora.
“Non c’era nessuno nell’ultima stanza”
“No, non c’era nessuno” il giovane uomo riprende la pistola, controlla il caricatore, c’è solo un ultimo proiettile.
la faccia del ragazzino di scompone in frattaglie, occhi e labbra spezzate.
“No, non c’era nessuno. Ero qua io. il più pericoloso dei tuoi futuri possibili”
di Ferraro Matteo
Le dita del vecchio uomo nero risuonano di diversi annelli, mentre strappa il proprio dente inonando la bocca di sangue. “E’ tutto tuo” e lo spinge a forza nella bocca del ragazzino schiacciato contro il pavimento.
Questo avviene dopo. Dentro la casa. Dovunque sia.
Prima, prima invece siamo a Baltimora. Maledetto Maryland.
Il ragazzino si toglie il cappuccio, scoprendo i suoi capelli afro.
“Dove cazzo mi hai portato?” “Non ho tempo” “ Devo finire di dar via la roba o mi fottono il culo alla grande.
Al giovane uomo non sembra fregare un cazzo dei problemi del ragazzino.
Camminano tra l’erba secca, passano vicino ad un gatto, il cui corpo è cibo per un paio di topi, mentre il vento soffia forte facendo cigolare l’altalena divorata dalla ruggine.
Dice il giovane uomo “Ti ricordi quando ci sei voluto sedere a tutti costi? l’ha fatta venire giù. Ti hanno pisciato addosso mentre cercavi di uscire da quella trappola…” sorride.
il ragazzino “sei tutto matto, no, che non mi ricordo, quando cazzo sarebbe successo?”
“Mai. per ora” dice il giovane uomo.
Si fermano davanti alla casa, il ragazzino non l’ha mai vista prima, ma è sempre stata lì, lui è sempre stato soltato dall’altra parte della strada.
Come le osse di un vecchio bavoso, pronta a sgretolarsi soffiandoci sopra.
Travi di legno bloccano le entrare, le finestre...non so se ci sono.
Il giovane uomo afferra la mano del ragazzino “stringila, è tua” una 9mm; lui la prende, è calda come il culo della nera dove spaccia, pensa.
“Ne ho già una.”
“No. tieni questa” “ Entra. Ci sono 4 stanze. Hai sette proiettili, usali”
“Cosa? Sei matto amico!”
“Vuoi rimanere un coglione che spaccia all’angolo, per quanti anni ancora? Hai, quanto? 9 anni. Tra 1 anno ti cagheranno in testa quelli di 7.”
“è una prova?”
“tutto è una prova, ragazzino. Entra. usa quei fottuti proietti. e torna”
“mi sentiranno. da una stanza all’altra, mi sentiranno…”
“no, smettila di fare domande. entra o prenderò quel cazzo di topo lì...finirà il gatto tra pochi secondi, si mangerà il tuo uccello senza pensarci”
il ragazzino lo guarda per pochi istanti, più di questo non riesce.
“attento all’ultima stanza, quello che è lì è il più pericoloso”
Ora siamo ancora al dopo. Dentro la casa.
Il ragazzino ingoia il dente d’oro, lo manda giù col proprio sangue, le dita del vecchio uomo nero affondano nelle sue guance.
Ancora di più. Saliva, sangue, gengive che si spelano sotto la pressione delle unghie.
Boom.
Frattaglie di cervello gli cadono in bocca e la testa del vecchio uomo sbatte rompendogli il naso.
Rimane sotto quel corpo logoro. rimane sotto ancora.
Si aggrappa al pavimento per trascinarsi fuori. E’ solo la terza stanza.
Manca l’ultima. la dannata ultima stanza.
Vuota. si accascia al suolo. il ragazzino coperto di sangue, cervella, divoratore di denti e timoroso di fottuti topi infernali.
Scende lungo le stanze. un giovane eroinomane con un neonato decomposto tra le braccia. Ucciso. Un ragazzo poco più grande di lui col sangue dei fratelli sulle mani. ucciso. un fottuto sieropositivo che si scopava tutti. ucciso. l’uomo dagli anelli di droga. ucciso.
Fuori. Coperto di sangue, a Baltimora.
“Non c’era nessuno nell’ultima stanza”
“No, non c’era nessuno” il giovane uomo riprende la pistola, controlla il caricatore, c’è solo un ultimo proiettile.
la faccia del ragazzino di scompone in frattaglie, occhi e labbra spezzate.
“No, non c’era nessuno. Ero qua io. il più pericoloso dei tuoi futuri possibili”
di Ferraro Matteo