Gatto Bronco
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Gatto Bronco
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Ore 10.30 di sera, lei gli manda un messaggio whatsapp, due cuori vicini, null’ altro, poi si ribalta sul letto, su un fianco, si schiaccia sul petto il cuscino di piume, lo abbranca e cade in un sonno profondo. Ore 6.23 del mattino, la sveglia ancora non ha suonato, lei deve fare pipì, scappa fuori dalle coperte e si butta in bagno, plana sulla tazza fredda e ne espelle almeno un litro. Strappa la carta a occhi chiusi, il rotolo cade per terra e si scartoccia tutto, si pulisce in fretta, ritorna sul letto, si accartoccia sotto le coperte per verificare la verità del suo ultimo sogno. E’ fuggito, quasi scappato pure dai ricordi, è rimasta solo una piccola scia, una macchina rossa, un vestito giallo, un’ equazione scritta su un muro. Si incazza, non ricorda come si fa a riacchiappare il sogno: “ Jodorowsky di merda- pensa- mi hai fatto credere si potesse fare e invece non ci riesco mai”. Ecco, ora è svanito del tutto, sia la macchina, che il vestito, è rimasta solo l’ equazione, ma senza numeri, solo segni. La giornata è iniziata di schifo, prende il telefono in mano, lo accende, un messaggio, anzi due, inviati da lui alle 5.45 del mattino: “Aspettami, arrivo”, lei rincula verso l’ alto, sposta il cuscino di rinforzo dietro la schiena e si appoggia a leggere con attenzione, poi risponde, prima con l’ emoticon a faccia stupita, poi : “Dove sei?”, lui risponde : “Cinque minuti, aspettami”. Sono sei mesi che non lo vede quel narcisista di merda, gli messaggia appena può, per non perdere contatto con l’ ennesimo uomo che le ha rovinato la vita. Questo tra gli altri lo ha fatto seguendo più o meno lo stesso schema di sempre.
1. Love bombing. L’ ha cercata su facebook tra mille contatti che aveva, l’ ha sedotta un po’ alla volta inviandole “profumi e balocchi”, l’ ha scartata una notte di ottobre facendole fare l’ amore fino a sfinirla.
2. Perseverare e resistere. Un anno di storia d’ amore fatta di pranzetti e cenette, di grandi bevute di vino, di scopate eccessive, di urla e silenzi, di bacetti, sorrisetti e vaffanculo.
3. Ti distruggo. Poi un giorno senza motivo apparente, lui sparisce, lei si contorce di dolore, poi lui riappare, la ferisce, lei subisce, lui insiste, lei insiste, lui si accanisce, lei patisce, lui sancisce, lei barrisce e si accascia… per terra… finita.
Ora, dopo sei mesi lui riappare, lei pensa ad uno scherzo, ma non si sa mai, quindi sistema velocemente il letto, corre in bagno si lava le ascelle e si fa un bidet, al volo una spazzolata ai denti e ai capelli ed ecco che suona il campanello del citofono. Lei risponde, lui pure, lei apre la porta, lui sale. Si baciano, si baciano di più, fanno di più che baciarsi, si leccano, si annusano, si mordono, si spogliano e guardano, ma chiudono anche gli occhi, si mangiano, si sputano. Fanno all’ amore, rivoluzionano il letto appena rifatto, svolazzano polveri sottili e peli di gatto nell’ aria che ricadono lenti sulla faccia di lui; allergico al gatto, inizia a starnutire, il pene esce fuori al primo starnuto di lui, poi rientra, rientra, rientra ancora. Passeggiano sul letto tutti i ricordi e i pensieri, passeggia sul letto anche il gatto, ma lui lo catapulta di fuori con un calcio, si dicono poco, lei le chiede di vederlo anche stasera, domani, lui risponde che lei è troppo invadente, che deve godere di quegli attimi di felicità che in quel momento lui le ha regalato. A quel punto a lei viene in mente “Teorema” di Ferradini, me pure “Minuetto” della povera Mia Martini. Oddio, ecco, ora lei si sente come Mia Martini, fra qualche anno si farà di psicofarmaci fino a lasciarsi morire. Cancella velocemente il pensiero dalla testa, poi le viene in mente pure Loredana Bertè, la sorella di Mia Martini, le gonne corte, i capelli blu, le labbra rifatte, gli stessi psicofarmaci con i quali pure stavolta si lascerà morire. Va in bagno, si lava e asciuga, la faccia, la fica. Lui resta nel letto fra i peli di gatto, starnutisce, perisce, si incazza e le dice che è arrivato il momento di non far salire più il gatto sul letto. Lei lo ascolta, ma gode nel saperlo soffrire, gli dice: “Hai ragione”, fa finta di cacciare il gatto al piano di sopra, ma invece lo accarezza e gli mette i croccantini buoni nella ciotola rossa. Lei spera che l’ allergia gli possa far gonfiare gli occhi come quelli di un batrace, come le labbra di Loredana Bertè. Succede, in parte, lui dice di aver bisogno di un antistaminico, lei prepara il caffè. Avvita la macchinetta, stretta, accende il gas, poi mette la macchinetta sul fuoco e dopo poco, quella, “poppolea”. Prende la tazzina bella, quella con il bordo di filigrana d’ oro, ma lui le dice se ha il latte, lui vuole il latte nel bicchiere, con il caffè. La tazzina, quella bella, no. Starnutisce, lui starnutisce ancora, ha bisogno di un antistaminico, urgentemente, ma lei non lo ha. Si veste, di corsa, dopo il latte, gli occhi rossi, la bacia, no, non la bacia, la accarezza, un poco. Apre la porta, le chiede dov’ è una farmacia.
Ore 10.30 di sera, lei gli manda un messaggio whatsapp, due cuori vicini, null’ altro, poi si ribalta sul letto, su un fianco, si schiaccia sul petto il cuscino di piume, lo abbranca e cade in un sonno profondo. Ore 6.23 del mattino, la sveglia ancora non ha suonato, lei deve fare pipì, scappa fuori dalle coperte e si butta in bagno, plana sulla tazza fredda e ne espelle almeno un litro. Strappa la carta a occhi chiusi, il rotolo cade per terra e si scartoccia tutto, si pulisce in fretta, ritorna sul letto, si accartoccia sotto le coperte per verificare la verità del suo ultimo sogno. E’ fuggito, quasi scappato pure dai ricordi, è rimasta solo una piccola scia, una macchina rossa, un vestito giallo, un’ equazione scritta su un muro. Si incazza, non ricorda come si fa a riacchiappare il sogno: “ Jodorowsky di merda- pensa- mi hai fatto credere si potesse fare e invece non ci riesco mai”. Ecco, ora è svanito del tutto, sia la macchina, che il vestito, è rimasta solo l’ equazione, ma senza numeri, solo segni. La giornata è iniziata di schifo, prende il telefono in mano, lo accende, un messaggio, anzi due, inviati da lui alle 5.45 del mattino: “Aspettami, arrivo”, lei rincula verso l’ alto, sposta il cuscino di rinforzo dietro la schiena e si appoggia a leggere con attenzione, poi risponde, prima con l’ emoticon a faccia stupita, poi : “Dove sei?”, lui risponde : “Cinque minuti, aspettami”. Sono sei mesi che non lo vede quel narcisista di merda, gli messaggia appena può, per non perdere contatto con l’ ennesimo uomo che le ha rovinato la vita. Questo tra gli altri lo ha fatto seguendo più o meno lo stesso schema di sempre.
1. Love bombing. L’ ha cercata su facebook tra mille contatti che aveva, l’ ha sedotta un po’ alla volta inviandole “profumi e balocchi”, l’ ha scartata una notte di ottobre facendole fare l’ amore fino a sfinirla.
2. Perseverare e resistere. Un anno di storia d’ amore fatta di pranzetti e cenette, di grandi bevute di vino, di scopate eccessive, di urla e silenzi, di bacetti, sorrisetti e vaffanculo.
3. Ti distruggo. Poi un giorno senza motivo apparente, lui sparisce, lei si contorce di dolore, poi lui riappare, la ferisce, lei subisce, lui insiste, lei insiste, lui si accanisce, lei patisce, lui sancisce, lei barrisce e si accascia… per terra… finita.
Ora, dopo sei mesi lui riappare, lei pensa ad uno scherzo, ma non si sa mai, quindi sistema velocemente il letto, corre in bagno si lava le ascelle e si fa un bidet, al volo una spazzolata ai denti e ai capelli ed ecco che suona il campanello del citofono. Lei risponde, lui pure, lei apre la porta, lui sale. Si baciano, si baciano di più, fanno di più che baciarsi, si leccano, si annusano, si mordono, si spogliano e guardano, ma chiudono anche gli occhi, si mangiano, si sputano. Fanno all’ amore, rivoluzionano il letto appena rifatto, svolazzano polveri sottili e peli di gatto nell’ aria che ricadono lenti sulla faccia di lui; allergico al gatto, inizia a starnutire, il pene esce fuori al primo starnuto di lui, poi rientra, rientra, rientra ancora. Passeggiano sul letto tutti i ricordi e i pensieri, passeggia sul letto anche il gatto, ma lui lo catapulta di fuori con un calcio, si dicono poco, lei le chiede di vederlo anche stasera, domani, lui risponde che lei è troppo invadente, che deve godere di quegli attimi di felicità che in quel momento lui le ha regalato. A quel punto a lei viene in mente “Teorema” di Ferradini, me pure “Minuetto” della povera Mia Martini. Oddio, ecco, ora lei si sente come Mia Martini, fra qualche anno si farà di psicofarmaci fino a lasciarsi morire. Cancella velocemente il pensiero dalla testa, poi le viene in mente pure Loredana Bertè, la sorella di Mia Martini, le gonne corte, i capelli blu, le labbra rifatte, gli stessi psicofarmaci con i quali pure stavolta si lascerà morire. Va in bagno, si lava e asciuga, la faccia, la fica. Lui resta nel letto fra i peli di gatto, starnutisce, perisce, si incazza e le dice che è arrivato il momento di non far salire più il gatto sul letto. Lei lo ascolta, ma gode nel saperlo soffrire, gli dice: “Hai ragione”, fa finta di cacciare il gatto al piano di sopra, ma invece lo accarezza e gli mette i croccantini buoni nella ciotola rossa. Lei spera che l’ allergia gli possa far gonfiare gli occhi come quelli di un batrace, come le labbra di Loredana Bertè. Succede, in parte, lui dice di aver bisogno di un antistaminico, lei prepara il caffè. Avvita la macchinetta, stretta, accende il gas, poi mette la macchinetta sul fuoco e dopo poco, quella, “poppolea”. Prende la tazzina bella, quella con il bordo di filigrana d’ oro, ma lui le dice se ha il latte, lui vuole il latte nel bicchiere, con il caffè. La tazzina, quella bella, no. Starnutisce, lui starnutisce ancora, ha bisogno di un antistaminico, urgentemente, ma lei non lo ha. Si veste, di corsa, dopo il latte, gli occhi rossi, la bacia, no, non la bacia, la accarezza, un poco. Apre la porta, le chiede dov’ è una farmacia.
Re: Gatto Bronco
Ciao e benvenuto su Minuti Contati! Credo tu l'abbia già dato in loco a Francesco, ma serve nome e cognome anche se deciderai di utlizzare il nick che hai dato per identificarti. Se preferisci comunicarmelo in privato, mandami un pm o contattami su fb come Antico o Maurizio Bertino.
Passando al contest, tutto ok con i caratteri e il tempo, buona MONTEROTONDO LIVE EDITION!
Passando al contest, tutto ok con i caratteri e il tempo, buona MONTEROTONDO LIVE EDITION!
- Sonia Lippi
- Messaggi: 137
Re: Gatto Bronco
Ciao Chiappechiare
Ho letto il tuo racconto e devo dire che ho ancora il fiatone... Non so se era tua intenzione ma è scritto in modo che sembri che tutto sia fatto di corsa.
Ci sono pochi dialoghi, quello che racconti potevi farlo dire ai due sotto forma di dialogo, il racconto avrebbe avuto un altro ritmo, più lento e anche più godibile dal lettore.
Questo ovviamente è un mio parere, la storia è bella anche se non colgo la parte rivoluzionaria di questo amore, in fondo di furbi che hanno un amante che vedono quando gli pare ce ne sono un mondo.
Sicuramente lascia un pochino di amato in bocca.
Non ho trovato refusi e il racconto scorre liscio, ma il mio consiglio è quello di mettere più dialoghi.
A rileggerci
Sonia
Ho letto il tuo racconto e devo dire che ho ancora il fiatone... Non so se era tua intenzione ma è scritto in modo che sembri che tutto sia fatto di corsa.
Ci sono pochi dialoghi, quello che racconti potevi farlo dire ai due sotto forma di dialogo, il racconto avrebbe avuto un altro ritmo, più lento e anche più godibile dal lettore.
Questo ovviamente è un mio parere, la storia è bella anche se non colgo la parte rivoluzionaria di questo amore, in fondo di furbi che hanno un amante che vedono quando gli pare ce ne sono un mondo.
Sicuramente lascia un pochino di amato in bocca.
Non ho trovato refusi e il racconto scorre liscio, ma il mio consiglio è quello di mettere più dialoghi.
A rileggerci
Sonia
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Re: Gatto Bronco
È un testo che si fa leggere senza tirare il fiato, ha un ritmo serrante e incalzato che ne limita in parte la fruibilità. Esprime una buona ricchezza di vocabolario anche se a volte scivola su termini da vulgata.
Colgo poco l'aspetto rivoluzionario di questo racconto.
Colgo poco l'aspetto rivoluzionario di questo racconto.
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- Messaggi: 16
Re: Gatto Bronco
Ciao,
il tuo ritmo mi piace è moderno, va veloce come l'amore (poco) che si danno e fanno quei due cuori tristi e narcisi e come ci spiega in dettaglio la tua analisi della seduzione sia per il "narcista" che per la sua vittima, tema molto discusso su tutti i social.
Il vero rivoluzionario, senza intenzione, è il gatto.
Mi piace l'atteggiamento post coito di lei, se solo lo avesse tenuto prima...allora si che lo avrebbe spiazzato il ragazzino!
Il ritmo rallenta solo verso la fine quando al dialogo preferisci il narrato, c'è un piccolo refuso di un pronome.
Spero che lei lo sfanculi in via definitiva...
il tuo ritmo mi piace è moderno, va veloce come l'amore (poco) che si danno e fanno quei due cuori tristi e narcisi e come ci spiega in dettaglio la tua analisi della seduzione sia per il "narcista" che per la sua vittima, tema molto discusso su tutti i social.
Il vero rivoluzionario, senza intenzione, è il gatto.
Mi piace l'atteggiamento post coito di lei, se solo lo avesse tenuto prima...allora si che lo avrebbe spiazzato il ragazzino!
Il ritmo rallenta solo verso la fine quando al dialogo preferisci il narrato, c'è un piccolo refuso di un pronome.
Spero che lei lo sfanculi in via definitiva...
Re: Gatto Bronco
Ah, cara mia, che brutta storia. Non il racconto, la storia. Non che sia brutta nel senso... va be' ci siamo capiti. Quante ce ne sono di queste storie d'amore, se possiamo chiamarle così, dove non si capisce bene, in fondo, se sia più vittima la donna che si illude o l'uomo che ci gioca sopra. Che a me fa più tristezza quell'arrabbattarsi per rimediare un po' di amore, amore che lui certo non ha, e che spera di trovare, e forse trova. Ma veniamo al racconto. Dovresti farti un giretto e sistemare qualche refuso, li ho visti leggendo, sono errori di sbaglio, anche se mi chiedo come mai lo spazio dopo gli apostrofi, sono curioso. Refusi a parte, niente di che, credo che dovresti inserire poche piccole pause, salvando il ritmo arrotolato che hai dato al racconto, fatto di veloci frasi che si susseguono e azioni altrettando veloci, sprazzi che si inseguono e compongono un quadro. Lo stile conservalo, perché caratterizza il racconto, solo fai riprendere un attimo fiato al lettore, qui e lì. Magari proprio dove vuoi farlo fermare un secondo a pensare. Il tema è un po' buttato lì con un trucchetto, ma guai a fare i pignoli sul tema.
Re: Gatto Bronco
Cara Chiappiechiare,
non ho mai scritto una critica e il tuo racconto è il primo. Chiarito ciò ,inizio sottolineando che mi piace il tuo ritmo di scrittura incalzante e mi piace l'uso appropriato e spudorato che fai delle parole.
In questo racconto non ho colto l'aspetto rivoluzionario. Non subito, sono mi è stato chiaro chi o cosa avesse agito per il cambiamento. Ho desiderato che accadesse la rivoluzioone, che qualcuno cambiasse uno schema e portasse almeno il tentativo di uan rivouzione.
Non l'ho trovato, non è arrivato; non dagli umani. Ma ala fine ho visto il gatto. Ho apprezzato il suo segnare il territorio, e cacciare l'umano invasore. Chiaro il suo messaggio; "l'unico pelo che merita carezze, è il mio".
Credo che questo eroe meritava qualche riga in più, in quanto rivlozionrio, gli erano dovute.
non ho mai scritto una critica e il tuo racconto è il primo. Chiarito ciò ,inizio sottolineando che mi piace il tuo ritmo di scrittura incalzante e mi piace l'uso appropriato e spudorato che fai delle parole.
In questo racconto non ho colto l'aspetto rivoluzionario. Non subito, sono mi è stato chiaro chi o cosa avesse agito per il cambiamento. Ho desiderato che accadesse la rivoluzioone, che qualcuno cambiasse uno schema e portasse almeno il tentativo di uan rivouzione.
Non l'ho trovato, non è arrivato; non dagli umani. Ma ala fine ho visto il gatto. Ho apprezzato il suo segnare il territorio, e cacciare l'umano invasore. Chiaro il suo messaggio; "l'unico pelo che merita carezze, è il mio".
Credo che questo eroe meritava qualche riga in più, in quanto rivlozionrio, gli erano dovute.
- Monica Patrizi
- Messaggi: 127
Re: Gatto Bronco
Ciao Chiappechiare!
Il tuo racconto ha molti pregi: cattura da subito la curiosità del lettore, ha un ritmo molto serrato, uno stile lunguistico delineato, caratterizzato da frasi corte, cortissime, e dall'utilizzo di frasi quasi onomatopeiche (...si ribalta... si schiaccia... lo abbranca e cade... scappa fuori...e si butta in bagno, plana... Strappa la carta... il rotolo cade... si scartoccia... si accartoccia...). Alla frenesia della prima parte arriva poi la parte spiegata di questo amore malato (il love bombing, ecc.), parte che a mio avviso la protagonista avrebbe potuto continuare a raccontare, magari usando un flashback della loro relazione agli albori. Qualche refuso qua e la, ma niente di grave. :)
Di rivoluzionario, nella storia, simile a molte ahimé milioni di storie di chi ha a che fare con i narcisisti, io ci vedo il gatto, e che, a mio avviso, avrebbe meritato qualche riga in più.
Nel complesso una buona prova, a presto!
Monica
Il tuo racconto ha molti pregi: cattura da subito la curiosità del lettore, ha un ritmo molto serrato, uno stile lunguistico delineato, caratterizzato da frasi corte, cortissime, e dall'utilizzo di frasi quasi onomatopeiche (...si ribalta... si schiaccia... lo abbranca e cade... scappa fuori...e si butta in bagno, plana... Strappa la carta... il rotolo cade... si scartoccia... si accartoccia...). Alla frenesia della prima parte arriva poi la parte spiegata di questo amore malato (il love bombing, ecc.), parte che a mio avviso la protagonista avrebbe potuto continuare a raccontare, magari usando un flashback della loro relazione agli albori. Qualche refuso qua e la, ma niente di grave. :)
Di rivoluzionario, nella storia, simile a molte ahimé milioni di storie di chi ha a che fare con i narcisisti, io ci vedo il gatto, e che, a mio avviso, avrebbe meritato qualche riga in più.
Nel complesso una buona prova, a presto!
Monica
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