Una birra ghiacciata

Appuntamento per lunedì 16 luglio dalle ore 21 all'una per una Special di Minuti Contati! Moderatrice e organizzatrice dell'edizione: Eleonora Rossetti, la vincitrice dell'unica altra edizione simile nella storia di Minuti Contati!
Partenza alle ore 21.00 con la prima parte del tema. Alle ore 22.30 arriverà la seconda parte e alle 00.00 la terza e ultima. Gli autori che vorranno cimentarsi nella prova dovranno dare dimostrazione di flessibilità nel modificare e adattare in corsa il proprio racconto oltre che di grande controllo nel riuscire a gestirlo e a farlo rientrare nel numero di caratteri che verrà a sua volta aggiornato a ogni step!
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Andrea Partiti
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Una birra ghiacciata

Messaggio#1 » martedì 17 luglio 2018, 0:59

— Salve.
— Salve, lei abita qui?
— No, ma forse posso aiutarla.
— Sa chi abita qua?
— Perché?
— Cerco mia moglie. Vengo dal paese, non conosco la zona.
— E perché sua moglie dovrebbe essere qua?
— Riconosco la casa.
— La casa?
— Sì, la casa. Il colore, gli infissi, quella ringhiera di ferro battuto lungo la scala.
— Le case si assomigliano tutte, qua nella valle, è sicuro?
— Sicurissimo, troppi dettagli uguali per essere un caso.
— L’ha vista prima?
— In una foto. Una foto sul telefono di mia moglie, appunto.
— Non è educato, guardare le foto altrui.
— Era aperta.
— Proprio quella foto?
— Non proprio quella. Era aperta un’altra foto che voleva mostrarmi e sa, scorrendo…
— Sì, ho capito, è andato a curiosare.
— Comunque, la casa…
— Perché cerca qua sua moglie?
— È scomparsa. Non la trovo.
— Vuole una birra? C’è un bar proprio all’angolo…
— No, grazie, non bevo.
— Ha provato da sua madre?
— Odia sua madre.
— Una sorella?
— È figlia unica.
— Suppongo che se è finito a cercarla in una casa vista in una foto per sbaglio…
— Ho esaurito ogni altra possibilità, prima.
— Non c’è un campanello.
— Ho notato. Neanche un nome sulla buca delle lettere.
— Bisognerebbe chiedere al postino, il postino conosce i nomi di tutti.
— Quando passa?
— Il martedì e il venerdì fa il giro lungo, su e giù per la valle.
— Non ho tempo di aspettare tre giorni! E poi quella buca delle lettere è tutta arrugginita, secondo me non arriva molta posta.
— Chi abita qui non dev’essere sociale.
— Mia moglie era di fronte a questa casa nella foto. Seduta su quel gradino lì, in basso.
— Com’era?
— In che senso?
— Nella foto. Era felice, triste, preoccupata?
— Era normale. Sorrideva.
— Alla persona che scattava la foto?
— Suppongo.
— E non teme di incontrare quella persona?
— No. Pensa che dovrei temerla?
— Magari è un energumeno. Magari è rabbioso.
— Ma no, mia moglie è una donna per bene.
— Fa caldo non trova?
— Un po’.
— Se cambia idea su quella birra…
— Le faccio sapere.
— Perché sua moglie è scomparsa?
— Non sempre le persone hanno una ragione per scomparire.
— Ma se avesse avuto una ragione, quale sarebbe stata?
— Era infelice?
— Era infelice.
— Già. Con me.
— E la cerca per…
— Per renderla meno infelice!
— Magari è meno infelice appunto perché lei non c’è più.
— Assurdo. Lontano da me sarebbe ancora più infelice!
— Mi permetta… era infelice oppure era triste?
— Infelice, triste, c’è differenza?
— La stessa differenza che passa tra il fuggire in una casa gialla con un energumeno e il fuggire e basta.
— Intende…
— Intendo!
— Non ci avevo neppure pensato. Mia moglie… Lei… No, impossibile.
— Non si può sapere.
— Ora mi ha messo in testa queste idee…
— Mi scusi, ma era necessario. Se si preoccupa, è giusto che si preoccupi con tutti gli scenari in mente!
— Ora mi andrebbe quella birra.
— Vedrà che le farà bene. Le schiarisce la mente, le raffredda il sangue!
— Ma prima devo entrare, devo entrare e vedere che non ci sia mia moglie in questa casa!
— Cosa fa?
— Si sposti! Mi lasci fare!
— Non può, fermo!
— La porta è di legnaccio, va giù come niente.
— Criminale!
— Se c’è qualcuno in casa: sto entrando!
— Idiota, almeno riaccostiamo la porta, che non si noti.
— Perché mi segue?
— Per impedirle di fare qualche sciocchezza!
— Lei non c’entra, vada via!
— Prima di parlarmi era tranquillo. Certo che c’entro, è colpa mia se ora è tutto rosso e inquieto.
— Si renda utile, accenda le luci, mi aiuti a cercare.
— Poi usciamo senza fare danni, però?
— Sì, sì, tutto quel che vuole, se mi aiuta.
— Attento alla tenda.
— Separiamoci, cerchiamo in fretta prima che qualcuno ci noti.
— No, restiamo insieme. Non voglio che mi molli qua dentro a fare da capro espiatorio. Se arrivano i carabinieri voglio avere lei al mio fianco per dire che ero un passante innocente tirato in mezzo a forza.
— Ma non lo è.
— No che non lo sono, ma lo dirà lo stesso!
— Bah.
— Di là viene odore di cibo, deve essere la cucina.
— Vuota.
— Vuole una birra?
— Cosa?
— La birra che voleva prendere con me, scommetto che ce n’è nel frigorifero.
— Ma non sono cose sue.
— Sono cose dell’energumeno. Non se ne accorgerà neppure. Non si sentirà in colpa, ormai?
— Forse un po’.
— La vuole o no?
— Dia qua.
— La stappo, uso le chiavi per fare leva.
— Che porcheria, sembra acqua sporca.
— A me non dispiace
— Magari all’energumeno piace.
— Almeno è fredda.
— È tutto buio e spento qua in casa.
— Già.
— Se ci fosse stata mia moglie da qualche parte, le luci sarebbero state tutte accese. Se le scorda sempre quando va da una stanza all’altra.
— Usciamo?
— Un’ultima stanza.
— Va bene, ma si spicci, mi sembra di sentire dei rumori in strada.
— Ehi, venga qua.
— Sì?
— Guardi questa foto.
— La vedo…
— È lei in questa foto?
— Io?
— Sì, lei!
— Mi somiglia.
— È lei da giovane.
— È una coincidenza. Il paese è piccolo, siamo tutti cugini di secondo o terzo grado.
— Non le credo.
— Perché mentire?
— Perché questa è casa sua.
— Gliel’avrei detto quando stava buttando giù la porta!
— Forse, non posso saperlo.
— Sì che l’avrei detto! Tantopiù che non c’è nessuno qua, ha visto?
— In effetti…
— L’avrei fatta entrare, le avrei detto che non conosco sua moglie e l’avrei mandata per la sua strada!
— Quindi lei conosce mia moglie!
— No, cioè, sì. La conosco.
— Lei è piccolo per essere l’energumeno.
— Non sono niente del genere, sono una persona normale. Ho scattato io quella foto.
— A mia moglie?
— Sì, a sua moglie.
— Siete amanti?
— No, non siamo amanti.
— Non credo neppure a questo.
— Eppure è vero.
— E cosa siete, allora?
— Parliamo.
— Parlate?
— Ci siamo conosciuti al corso di uncinetto della biblioteca.
— Uncinetto?
— Sì, cosa c’è di strano, è perché sono un uomo?
— Insomma… sì. È strano. Ma per caso lei è…
— No. Ma mi piace l’unicinetto. Sono proiezionista giù in paese, quattro ore ogni giorno ad aspettare che i film scorrano.
— Bella vita, la sua.
— Non è male. Pop-corn illimitati ogni giorno, praticamente il mio ideale di vita di quando avevo dieci anni.
— Potrebbe leggere, sarebbe più dignitoso.
— Non amo leggere, mi piace fare cose con le mani…
— Non mi distragga! Non mi importa di cosa fa nel suo tempo libero…
— Vuole sapere di sua moglie, eh?
— Sì, dov’è?
— Non lo so. Non la vedo da diversi giorni.
— Ma sa dove potrebbe essere?
— Forse.
— Mi ci porta?
— Lei non vorrebbe.
— E cosa ne sai, tu?
— Gliel’ho detto, parliamo.
— Cosa ti ha raccontato, esattamente? Mia moglie mente, sai?
— Mi ha detto che avresti finito per trovarmi, dopo aver visto quella foto. E mi ha detto che non sai resistere a una birra.
— Balle.
— Una bella birra ghiacciata, o due, o dieci.
— Cosa hai fatto?
— Quel che mi ha chiesto un’amica.



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antico
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#2 » martedì 17 luglio 2018, 1:17

Ciao Andrea! Tutto ok anche per te! Buona edizione!

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Emiliano Maramonte
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#3 » mercoledì 18 luglio 2018, 16:29

Ciao Andrea!!
Riconosco che impostare un intero racconto in forma di dialogo e riuscire a far emergere una trama, anche abbastanza articolata, non è facile!
Sotto il profilo del ritmo, il racconto è godibilissimo e ti confesso che mi sono divertito un mondo, tra battute, controbattute, trovate ironiche e colpi di scena. Mi ha ricordato alla lontana un vecchio libro di Alessandro Bergonzoni in cui trovai dei geniali dialoghi tutti giocati sugli equivoci linguistici, sulle battute e su giochi di parole. Ho proseguito fino alla conclusione, spinto dalla curiosità di sapere che fine avesse fatto la moglie del protagonista e, soprattutto, chi fosse il passante che si stava prendendo tutto quel fastidio.
Manca ovviamente una struttura narrativa "canonica", mi rendo conto che è stata una scelta ben precisa, ma secondo me penalizza la valutazione finale, se non altro perché pare più una lunga barzelletta che una narrazione. E a tratti ho avuto la netta sensazione che stessi "ciurlando nel manico" per poter arrivare al numero programmato di caratteri.
In generale posso dire che ti darei una piena sufficienza per l'idea, per il minuto di divertimento che mi hai regalato, per l'ottimo ritmo del parlato, mentre per tutto il resto, non mi sento di classificare altro. Una bella sufficienza e null'altro.

In bocca al lupo!!
Emiliano.

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Andrea Partiti
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#4 » giovedì 19 luglio 2018, 12:06

A posteriori alcune scelte sarebbero state diverse, lo ammetto, soprattutto su dove andare a parare nel finale.
Il limite di caratteri non mi ha mai scoraggiato dal postare racconti molto più corti del massimo consentito, non mi sarei fatto scrupoli a farlo anche questa volta! Tutto quel che c'è dentro ce lo volevo lasciare, e anzi, ho tagliato parecchio. Purtroppo il formato dell'edizione mi ha portato a scrivere per più tempo del normale e a produrre una prima stesura eccessivamente lunga su cui lavorare.
La mia ispirazione è stata Sotto la casa, di Josep M. Benet i Jornet, una drammaturgia catalana che è un lungo dialogo tra due sconosciuti di cui uno alla ricerca della moglie, ma per il resto racconta un'altra storia ed è molto migliore del mio racconto :D

Giuseppe Patti
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#5 » venerdì 20 luglio 2018, 18:04

Ciao Andrea,
nonostante la difficoltà del creare un racconto formato esclusivamente da un dialogo, te la sei cavata abbastanza bene, me come ha detto Emiliano, anche a me è sembrato di stare leggendo una barzelletta, e non aver trovato motivo per cui ridere alla fine, un po' mi ha deluso. Ma ho comunque apprezzato il tuo testo, anche se mi aspettavo un finale più comico.
Complimenti e in bocca al lupo.

viviana.tenga
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#6 » sabato 21 luglio 2018, 19:24

Ciao Andrea,
Rompo le scatole anche a te sul fatto che la prima specifica richiedeva che il luogo dove gli sconosciuti si incontravano fosse "altrettanto sconosciuto", mentre per uno dei personaggi è casa sua, ma il resto delle specifiche è rispettato, quindi niente di grave.
Ho trovato un po' estrema la scelta del racconto basato solo sul dialogo, perché sopratutto alla prima lettura in alcuni punti ho fatto fatica a non perdermi nei vari botta-risposta. Inoltre, anch'io ho avvertito un po' "l'effetto barzelletta" segnalato da altri, quando invece il racconto si sarebbe prestato bene anche a toni più seri.
Nel complesso, un racconto che sta in piedi e a tratti è molto simpatico (per esempio, l'immagine del proiezionista che impara a lavorare all'uncinetto per scacciare la noia), ma un po' nì come resa complessiva.

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jimjams
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#7 » sabato 21 luglio 2018, 23:19

Una strana scelta stilistica, ma siamo qui anche per questo no? Devo dire che funziona, ha ritmo, però ci sono dei momenti in cui mi sono perso e ho dovuto rileggere, faticando comunque per capire chi diceva cosa. Un paio di punti direi. La storia che sta dietro la chiacchierata dei due personaggi è interessante. Un buono spunto. Con maggiore spazio credo si potrebbe tirare fuori qualche discussione più pregnante tra i due, filosofia, la vita, le scelte, i sentimenti. Questi due potrebbero parlare di tutto e passare da un argomento all'altro senza discontinuità. In sintesi aspetti tecnici narrativi interessanti, una storia tutto sommato che funziona, espandibile a piacimento. Attinenza al tema un po' forzata, per come la vedo io.

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Linda De Santi
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#8 » lunedì 23 luglio 2018, 23:35

Ciao Andrea!
Sui racconti di soli dialoghi ormai hai consolidato una tecnica forte. Mi è piaciuto il susseguirsi di botta e risposta e il tono vagamente surreale della storia, anche se in alcuni ho perso un po’ il filo (forse è inevitabile, con sequenze di dialogo così lungo). Non sempre l’aderenza al tema è centratissima: all’inizio c’è una sola persona che si trova in un luogo sconosciuto (l’altro è uno sconosciuto ma si trova in un luogo che gli è familiare), e volendo la bugia c’è fin dall’inizio e non solo nella parte finale. Sono comunque sottigliezze, il racconto è senz’altro molto molto buono. Alla prossima!

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Andrea Partiti
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#9 » mercoledì 25 luglio 2018, 11:12

viviana.tenga ha scritto:Ciao Andrea,
Rompo le scatole anche a te sul fatto che la prima specifica richiedeva che il luogo dove gli sconosciuti si incontravano fosse "altrettanto sconosciuto", mentre per uno dei personaggi è casa sua, ma il resto delle specifiche è rispettato, quindi niente di grave.


A mia discolpa quando ho iniziato a scrivere non sapevo dove sarei andato a parare!

Ho messo l'incontro di fronte alla casa, forzare la porta ed entrare come regola infranta e il mentire su chi era e sul rapporto con la moglie dell'altro come bugia retroattiva. Lo so che un po' si annullano a vicenda, ma non ho trovato un modo migliore ^^

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DandElion
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#10 » mercoledì 25 luglio 2018, 20:12

Mi piace e non mi piace e ti spiego subito perché, il racconto gira intorno a lei, ma "lei" veramente cosa vuole dalla sua vita? essere trovata o sparire? Che il marito conosca l'amico? e l'amico quanto è amico? Amico da salvarla o amico-che-vorrei-amare, ma non lo so più fare?
Insomma mi è sembrato un po' sconclusionato e senza una vera idea di fondo. Nel complesso è scritto bene, scrivi bene, lo sai, non è che si possa dire il contrario, però in generale so che puoi fare di meglio, molto meglio ;)
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Peter7413
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#11 » giovedì 26 luglio 2018, 14:40

Molto godibile, ben ritmato nei suoi costanti botta e risposta. Tende però a perdersi strada facendo, ad andare un pelo in testacoda e a concludere in un finale che, personalmente, non mi ha soddisfatto in pieno, può non avendolo disprezzato. La sensazione in corso di lettura è stata proprio quella che tu stessi tergiversando e la cosa non è un male, se non portato all'eccesso. Un buon testo che però richiede una sistematina.

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diego.martelli
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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#12 » giovedì 26 luglio 2018, 18:23

La vicenda contiene, credo, troppo "movimento" perché sia agevole renderla con i soli dialoghi; comprendo però che una volta scelta una direzione stilistica sia difficile nel tempo a disposizione cambiarla con un buon effetto. L'intreccio è gradevole, ma non ho compreso bene gli intenti della donna e del suo amico; altresì l'aderenza al tema proposto qua e là vacilla (per dire, il luogo non è sconosciuto a uno dei due).

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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#13 » giovedì 26 luglio 2018, 22:24

Ciao Andrea, mi è piaciuta la scelta del solo dialogo, io adoro i dialoghi, anche se come gli altri sono inciampata in un paio di punti. Alla prima lettura l’ultima frase mi ha fatto pensare che la moglie, come favore, avesse chiesto all’amico di avvelenare il marito con la birra, ma rileggendo ho notato che anche l’amico ha bevuto la stessa birra e quindi la mia idea non stava in piedi. Molto godibile la storia e scritta molto bene.

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Re: Una birra ghiacciata

Messaggio#14 » venerdì 27 luglio 2018, 0:04

Ecco che riconosco l'Andrea delle scelte difficili. Come sai apprezzo tantissimo i racconti basati sul dialogo e che hanno il coraggio di rischiare. Il tuo rischia tantissimo in un dialogo che richiama da una parte il surreale di certi dialoghi di Adams e dall'altra la seria botta e risposta dei dialoghi filosofici anche se posto in forma estremamente stringata della singola frase.
Alcuni punti schiocchiolano un poco ma nulla che non si possa aggiustare facilmente.
Gli unici appunti sono relativi al finale che è molto... accennato, forse troppo visto lo stile forte usato fino alla fine e i punti della sfida. Il primo punto lo vedo mancato, Il protagonista non conosce 'l'avversario' ma l'altro conosce il protagonista e anche bene e conosce anche il terreno di scontro. Il secondo punto è certamente azzeccato e il terzo è preso a metà perché non sono così chiare le conseguenze finali.
Resta un bel racconto molto veloce e teso.

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