Stivali rossi
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Stivali rossi
STIVALI ROSSI
Di Alexandra Fischer
Il muro bianco, scrostato in un angolo in basso a destra, è l’unico punto stabile di un paesaggio tremolante nell’aria surriscaldata.
Una mano femminile vi si appoggia per trovare sollievo dalla calura improvvisa, ma dall’angolo rovinato esce una lucertola giallastra e si avvicina saettando la lingua biforcuta sulla punta di una delle calzature.
La donna salta all’indietro, madida di sudore.
Corre alla sinistra del muro: il marciapiede è colmo di lucertole e anche di ossa umane.
Allora si volta, sperando di trovare via libera dove c’è il muro, ma la lucertola giallastra è ancora lì, ferma in attesa.
Dietro di lei, irrompe il resto delle lucertole e si arrampica sui suoi stivali rossi, incurante delle sue grida.
Uno degli ammassi di ossa si ricompone e arriva camminando lentamente sulla scena.
- Quanto baccano. Ci siamo passati tutti, Sonia.
La giovane donna riconosce la voce della sua migliore amica.
- Irma? Tu qui? Dove siamo?
- All’inferno. Benvenuta. Complimenti per i tuoi stivali nuovi.
Sonia non può più risponderle: le lucertole l’hanno sopraffatta ben presto ed è diventata uno scheletro come gli altri.
Irma è tornata a essere la deliziosa rossa di prima dell’inferno ed è circondata da persone di ogni età.
Possono farsi un giro nel centro commerciale di Dite.
Succede così, quando arriva un nuovo dannato.
Irma si consola pensando all’istante del sollievo: si farà dire da Sonia dove ha comprato quegli stivali.
Ne ha sempre sognato un paio così.
Di Alexandra Fischer
Il muro bianco, scrostato in un angolo in basso a destra, è l’unico punto stabile di un paesaggio tremolante nell’aria surriscaldata.
Una mano femminile vi si appoggia per trovare sollievo dalla calura improvvisa, ma dall’angolo rovinato esce una lucertola giallastra e si avvicina saettando la lingua biforcuta sulla punta di una delle calzature.
La donna salta all’indietro, madida di sudore.
Corre alla sinistra del muro: il marciapiede è colmo di lucertole e anche di ossa umane.
Allora si volta, sperando di trovare via libera dove c’è il muro, ma la lucertola giallastra è ancora lì, ferma in attesa.
Dietro di lei, irrompe il resto delle lucertole e si arrampica sui suoi stivali rossi, incurante delle sue grida.
Uno degli ammassi di ossa si ricompone e arriva camminando lentamente sulla scena.
- Quanto baccano. Ci siamo passati tutti, Sonia.
La giovane donna riconosce la voce della sua migliore amica.
- Irma? Tu qui? Dove siamo?
- All’inferno. Benvenuta. Complimenti per i tuoi stivali nuovi.
Sonia non può più risponderle: le lucertole l’hanno sopraffatta ben presto ed è diventata uno scheletro come gli altri.
Irma è tornata a essere la deliziosa rossa di prima dell’inferno ed è circondata da persone di ogni età.
Possono farsi un giro nel centro commerciale di Dite.
Succede così, quando arriva un nuovo dannato.
Irma si consola pensando all’istante del sollievo: si farà dire da Sonia dove ha comprato quegli stivali.
Ne ha sempre sognato un paio così.
Re: Stivali rossi
Ciao Alexandra! Tutto a posto con i parametri buona Edizione!
- Emiliano Maramonte
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Re: Stivali rossi
Ciao Alexandra!
Questo racconto mi ha suscitato sensazioni contrastanti. La prima parte è abbastanza d'impatto, con un'apertura in media res piuttosto accattivante e con questa inquietante invasione di lucertole carnivore (??) che poi genera la seconda parte della trama.
Il momento allegorico, però, non funziona tanto. Diventa un po' confuso, nel senso che l'incontro con l'amica dovrebbe portare a qualcosa, chessò, una morale, una chiosa, un piccolo messaggio, un significato finale, e invece si capisce che Sonia è all'inferno e poi basta... tutto si chiude con una frivolezza che non lascia nulla.
Lo dico senza cattiveria: mi aspettavo una chiusura almeno allineata alla buona costruzione iniziale, invece le due parti sono alquanto sbilanciate.
Segnalo un paio di inconvenienti (almeno per me...):
- Il nome della protagonista divorata dalle lucertole compare troppo tardi. Non avrebbe tolto nulla se lo avessi usato sin dall'inizio, anzi, avrebbe aiutato il lettore a immedesimarsi meglio.
- Nelle due righe finali c'è un brusco cambio di punto di vista. Abbiamo seguito per il 90% del racconto Sonia e poi, siamo costretti a entrare nella testa di Irma, e questo, ci interessa poco, anzi, secondo me, fa cadere un po' di tensione faticosamente creata per metà della trama.
Non che il racconto sia scritto male, ma ha delle carenze piuttosto indisponenti.
In bocca al lupo!!
Emiliano.
Questo racconto mi ha suscitato sensazioni contrastanti. La prima parte è abbastanza d'impatto, con un'apertura in media res piuttosto accattivante e con questa inquietante invasione di lucertole carnivore (??) che poi genera la seconda parte della trama.
Il momento allegorico, però, non funziona tanto. Diventa un po' confuso, nel senso che l'incontro con l'amica dovrebbe portare a qualcosa, chessò, una morale, una chiosa, un piccolo messaggio, un significato finale, e invece si capisce che Sonia è all'inferno e poi basta... tutto si chiude con una frivolezza che non lascia nulla.
Lo dico senza cattiveria: mi aspettavo una chiusura almeno allineata alla buona costruzione iniziale, invece le due parti sono alquanto sbilanciate.
Segnalo un paio di inconvenienti (almeno per me...):
- Il nome della protagonista divorata dalle lucertole compare troppo tardi. Non avrebbe tolto nulla se lo avessi usato sin dall'inizio, anzi, avrebbe aiutato il lettore a immedesimarsi meglio.
- Nelle due righe finali c'è un brusco cambio di punto di vista. Abbiamo seguito per il 90% del racconto Sonia e poi, siamo costretti a entrare nella testa di Irma, e questo, ci interessa poco, anzi, secondo me, fa cadere un po' di tensione faticosamente creata per metà della trama.
Non che il racconto sia scritto male, ma ha delle carenze piuttosto indisponenti.
In bocca al lupo!!
Emiliano.
Re: Stivali rossi
Ciao Alexandra. Questo racconto ha una buona idea e una ricomposizione probabilmente devastata dalla necessità di rientrare nei termini di caratteri. Scommetto che hai scritto troppo e poi tagliare è stato duro. Il risultato è che ho dovuto rileggere un paio di volte per capire tutto quanto volevi raccontare. Il pdv da narratore omnisciente ci può stare, ma nella prima parte sembra quasi che si sia invece nei panni di Sonia. Roba che si sistema editando un pochino. Tema centrato. Divertente la fissazione per gli stivali, evidentemente all'Inferno le boutique non sono un gran ché ;-)
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Re: Stivali rossi
Ciao Megagenius, grazie del commento. Mi dispiace per queste parti del racconto che si sono saldate male al resto (anche quest'uso del P.D.V. ancora da controllare). Che dirti? Certe lacune indisponenti le correggerò con la pratica.
Ciao Jimjams, sì, hai ragione. Un po' di caratteri in più mi sono scappati e tagliando devo aver combinato qualcosa di sbagliato. Scusami tu.
Ciao Jimjams, sì, hai ragione. Un po' di caratteri in più mi sono scappati e tagliando devo aver combinato qualcosa di sbagliato. Scusami tu.
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Re: Stivali rossi
Ciao Krum Krum, mi dispiace che il racconto non ti abbia convinto fino in fondo per via dei troppi aggettivi nella prima parte. Vedrò di tenere conto del tuo suggerimento per evitare errori simili in futuro.
- Andrea Partiti
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Re: Stivali rossi
L'idea di partenza mi piace. L'inferno, l'accoglienza delle lucertole, il rito di passaggio dell'essere divorati per diventare parte della comunità.
Però la chiusura non funziona. Mi aspettavo un significato allegorico, qualcosa di importante, per le scarpe rosse. Qualcosa che sarebbe tornato nel finale con un significato profondo e wow. Vedere tutto ridotto all'andare a fare shopping... meh, banalizza tutta la tensione che hai creato durante la scena iniziale.
Però la chiusura non funziona. Mi aspettavo un significato allegorico, qualcosa di importante, per le scarpe rosse. Qualcosa che sarebbe tornato nel finale con un significato profondo e wow. Vedere tutto ridotto all'andare a fare shopping... meh, banalizza tutta la tensione che hai creato durante la scena iniziale.
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Stivali rossi
Racconto che ha un non so che di onirico, almeno dal mio punto di vista.
L'atmosfera cupa e horror creata all'inizio svanisce nella seconda parte in cui tutto viene ridimensionato a misura di un inferno che poi alla fine è un posto come tanti.
Credo anch'io che in un racconto così breve il cambio di punto di vista nella seconda parte, da quello di Sonia a quello di Irma, sia un po' azzardato: ti confesso che ho dovuto rileggere il brano perché un pochino mi aveva confuso. Hai messo giustamente uno stacco tra le due parti, ma continuo a pensare, e forse mi sarebbe piaciuto di più, rimanere nella testa di Sonia.
L'atmosfera cupa e horror creata all'inizio svanisce nella seconda parte in cui tutto viene ridimensionato a misura di un inferno che poi alla fine è un posto come tanti.
Credo anch'io che in un racconto così breve il cambio di punto di vista nella seconda parte, da quello di Sonia a quello di Irma, sia un po' azzardato: ti confesso che ho dovuto rileggere il brano perché un pochino mi aveva confuso. Hai messo giustamente uno stacco tra le due parti, ma continuo a pensare, e forse mi sarebbe piaciuto di più, rimanere nella testa di Sonia.
Maria Rosaria
- Massimo Tivoli
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Re: Stivali rossi
Qua non posso far altro che ripetere quanto già detto dai precedenti commenti. L’inizio è molto accattivante, tira il lettore per il collo dentro la storia e dentro la testa di Sonia. Nella seconda parte, a me, non ha infastidito il cambio di PdV che si capisce, è chiaro, ma piuttosto la banalizzazione dell’idea di partenza. Mi sarei aspettato altro dall’inizio, qualcosa di diverso da una chiusura umoristica.
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Re: Stivali rossi
Ciao Andrea, scusami per la chiusura non riuscita. Vedrò di stare molto attenta a dettagli simili in futuro (l'inizio è serio, dunque, la chiusura umoristica è sbagliata per quello).
Ciao Maria Rosaria, ti prometto, per il futuro, una maggior concordanza con il punto di vista del protagonista (è vero, per un racconto così breve è un salto spiazzante. Scusami. Il fatto è che temevo di aver scritto una storia piatta e ci ho...infilato un po' troppo).
Ciao Massimo, mi dispiace molto per questa mancata riuscita nella sorpresa finale della storia. Vedrò di rimediare (cercando di scrivere storie che concordino in tutti gli aspetti).
Ciao Maria Rosaria, ti prometto, per il futuro, una maggior concordanza con il punto di vista del protagonista (è vero, per un racconto così breve è un salto spiazzante. Scusami. Il fatto è che temevo di aver scritto una storia piatta e ci ho...infilato un po' troppo).
Ciao Massimo, mi dispiace molto per questa mancata riuscita nella sorpresa finale della storia. Vedrò di rimediare (cercando di scrivere storie che concordino in tutti gli aspetti).
Re: Stivali rossi
Stivali rossi, di Alexandra Fischer
Ciao Stefania,
tema centrato.
L’idea è carina: anche se all’inferno per il genere femminile continua ad avere importanza lo shopping e soprattutto le scarpe! Fantastico!
Per il ritmo, come già detto da altri, il tuo racconto risente di saldature non proprio riuscite, soprattutto nel finale. Ma so che la brevità dei caratteri non aiuta in questo senso.
Ciao
Adriano
Ciao Stefania,
tema centrato.
L’idea è carina: anche se all’inferno per il genere femminile continua ad avere importanza lo shopping e soprattutto le scarpe! Fantastico!
Per il ritmo, come già detto da altri, il tuo racconto risente di saldature non proprio riuscite, soprattutto nel finale. Ma so che la brevità dei caratteri non aiuta in questo senso.
Ciao
Adriano
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Re: Stivali rossi
Ciao Adriano, grazie del commento. Sono contenta che l'idea "dissonante" ti sia piaciuta. Mi dispiace per le saldature mancate, mi sa che devo fare molta pratica con racconti di quel tipo.
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Re: Stivali rossi
Ciao Alexandra.
Il tuo racconto non mi ha convinto del tutto. Non ho capito il senso delle lucertole che divorano tutti i malcapitati che passano all'altro mondo. Anche il finale purtroppo mi è sembrato un po' insipido, quasi piatto, un bel colpo di scena avrebbe dato una svolta alla storia.
Il tuo racconto non mi ha convinto del tutto. Non ho capito il senso delle lucertole che divorano tutti i malcapitati che passano all'altro mondo. Anche il finale purtroppo mi è sembrato un po' insipido, quasi piatto, un bel colpo di scena avrebbe dato una svolta alla storia.
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Re: Stivali rossi
Ciao Luca, grazie del commento. Scusa se il racconto non ti ha convinto e ti è parso insipido. Vedrò di fare meglio la prossima volta. Mi dispiace anche per il mancato colpo di scena. Io l'ho visto come un girone infernale della vanità. Mi riservo di prendere questo spunto come esempio di cosa non fare per evitare prove così.
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Re: Stivali rossi
Ciao Eleonora, grazie del commento. Mi dispiace che la seconda parte sia meno riuscita della prima (ho tentato di usare un finale dissacrante...e credo di aver capito in cosa ho sbagliato, concordanza fra le parti). Sì, gli stivali rossi corrispondono al peccato della vanità.
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