Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Ultima Special Estiva di Minuti Contati. Appuntamento per lunedì 20 agosto dalle 22.00 alle 00.00 con la moderatrice Eleonora Rossetti che svelerà il tema. I racconti non dovranno superare i 1500 caratteri!
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antico
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Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 21 agosto 2018, 0:33

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BENVENUTI ALLA SPECIAL HOT SHO(R)T EDITION, LA 119° ALL TIME!

Questo è il gruppo HOT della SPECIAL HOT SHO(R)T EDITION con Eleonora Rossetti nelle vesti di MODERATRICE.

Gli autori del gruppo HOT dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo SHO(R)T.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo SHO(R)T.


Questo è un gruppo da OTTO racconti, pertanto saranno i primi TRE racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare nel gruppo finale in cui verranno chiamati a una nuova fase di commenti e classifiche. E questa è la prima volta in assoluto in cui testiamo questo tipo di formula. Eleonora Rossetti, la moderatrice, produrrà una sua classifica (di valore normale) per ogni singolo gruppo e una nuova classifica (di valore doppio) per il gruppo finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che ancora non hanno punti rank All Time sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo HOT:

Gattini, di Maurizio Bertino, ore 23.39, 1398 caratteri
L’Enfer, di Stefano Pastor, ore 23.34, 1500 caratteri
In Eterno, di Viviana Tenga, ore 23.28, 1474 caratteri
Ineluttabile, di Diego Martelli, ore 23.28, 1476 caratteri
Stivali rossi, di Alexandra Fischer, ore 22.51, 1455 caratteri
L’unica superstite, di Massimo Tivoli, ore 00.00, 1462 caratteri
La torcia, di Roberto Masini, ore 23.21, 984 caratteri
MacBeth, di Gennibo, ore 23.57, 1783 caratteri MALUS 24 PUNTI

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 AGOSTO per commentare i racconti del gruppo SHO(R)T. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 31 AGOSTO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, Eleonora Rossetti posterà la sua classifica e stilerò quella finale dei raggruppamenti.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 200 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo SHO(R)T.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA HOT SHO(R)T EDITION A TUTTI!



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Emiliano Maramonte
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Re: Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » martedì 21 agosto 2018, 22:50

Ecco qua la mia classifica.
Stavolta per i primi quattro posti è stato difficilissimo scegliere. Avrei preferito un paio di ex aequo, ma non si può. I primi due posti, per quanto mi riguarda, li ho assegnati in base all'impatto della storia sui miei gusti, dato che i racconti erano sullo stesso piano.
In ogni caso faccio i miei complimenti a tutti (anche a chi ho relegato, mio malgrado, in fondo alla classifica), perché in questa edizione, nonostante la stringatezza dei parametri, l'asticella della qualità si è alzata molto.

1. L'unica superstite di Massimo Tivoli
2. L'Enfer di Stefano Pastor
3. Ineluttabile di Diego Martelli
4. In eterno di Viviana Tenga
5. La torcia di Roberto Masini
6. Stivali rossi di Alexandra Fischer
7. MacBeth di Gennibo (Isabella)
8. Gattini di Maurizio Bertino



GATTINI DI MAURIZIO BERTINO
Che dire? Bisogna accostarsi a questo "racconto" (rigorosamente tra virgolette) con mente molto aperta e con enorme consapevolezza dei nostri tempi.
Si tratta di un esperimento d'avanguardia interessante, che spara dritto in faccia al lettore, a tutti noi: "Benvenuti all'inferno della vita digitale 2.0".
La domanda è: siamo un po' tutti così? Siamo figli adottivi delle frasi fatte su Facebook o del becero odio da tastiera o della regressiva comunicazione con le faccine? Non lo so. Forse. In fondo la società si evolve, come anche i rapporti umani e i modi di comunicare. Apprezzo tantissimo questa riflessione di fondo, che riguarda il mondo di oggi. Un po' meno la realizzazione.
Un non-racconto, dunque, valido per l'intuizione e per la riflessione, non per il risultato, diciamo così, narrativo.
Insufficiente.


L’ENFER DI STEFANO PASTOR

Quando ho visto che avevi postato il tuo racconto, alle 23.34, volevo subito correre a leggerlo per vedere quale altro pezzo di bravura avessi partorito. Ebbene, l'ho letto velocemente ieri sera, poi l'ho riletto poco fa e... chapeau! Tutto confermato. Grande storia, potente interpretazione dell'idea di "inferno sulla terra", oltretutto sfruttando uno degli avvenimenti della storia umana più drammatici quale è stata la Rivoluzione Francese.
La storia vive di un crescendo emotivo via via più drammatico e stordente, con il finale geniale che è il simbolo di un supplizio ciclico... infernale, appunto.
Nulla (assolutamente nulla!) da eccepire sul lato tecnico: narrazione limpida, cadenzata e perfetta fino all'epilogo, a suo modo ironicamente beffardo e spietato.
Non posso che ammettere che siamo di fronte a un'altra grandissima prova e alla (ri)conferma di un grande talento.


IN ETERNO DI VIVIANA TENGA

Complimenti, mi ha colpito davvero tanto. Un quadro paradisiaco iniziale che ti dà serenità e ti rassicura, con scene di vita quotidiana che tutti noi viviamo e che, in fondo, rimangono nei nostri ricordi per sempre. Ma questa eterna felicità, questo eterno paradiso è l'empireo assoluto o può trasformarsi in un inferno? Sta al lettore deciderlo. Alla fine sembri suggerire che la vita è fatta di altro; che, in fondo, la felicità va ricercata non solo in singoli momenti rivissuti continuamente, ma nel flusso continuo della vita, in quello che c'è di bello e di brutto.
In poche righe sono racchiuse tante interessanti riflessioni.
Giudizio tecnico: ottimo. Scritto benissimo con un paio di inconvenienti che ti segnalo ora:
- "[...] oppure lasciare che ricominciasse in loop" - brutto anglicismo che potevi tranquillamente sostituire con un italianissimo "daccapo" o "da capo".
- "E il sorriso candido con cui gli angeli mi salutavano nei primi giorni (VIRGOLA) sembra trasformarsi sempre più in un ghigno beffardo."
Buona prova!


INELUTTABILE DI DIEGO MARTELLI

A una prima, rapida lettura il racconto mi era parso insipido, un po' così, tirato via. Poi, poco fa, l'ho riletto con calma, assaporando ogni singola frase, e la storia mi ha fatto tutto un altro effetto!
Questo ciclico morire, fa parte di un filone di storie che da qualche anno imperversa soprattutto al cinema: il protagonista di turno è costretto a rivivere più e più volte lo stesso giorno - o la stessa situazione - per cercare di rimediare a degli errori o per imparare qualcosa.
Nel tuo racconto, però, c'è qualcosa di diverso. Non c'è possibilità di salvezza, non c'è lo spiraglio di una via d'uscita... Questa storia è la storia di moltissime coppie che restano intrappolate in una vita triste, deprimente, sempre uguale a se stessa, che odiano e che tuttavia sono costrette a vivere e rivivere. Un vero e proprio inferno.
Fortemente intriso di humor nero il finale, intelligente, e degna e autentica pietra tombale di una trama che reca in sé più di una riflessione filosofica.
Ti segnalo: "Si vide allo specchio, a casa"; io avrei messo "Si guardò allo specchio".
Per il resto null'altro da segnalare. Scritto molto bene, con ritmo invidiabile e mano felice.
Bravo.


STIVALI ROSSI DI ALEXANDRA FISCHER

Questo racconto mi ha suscitato sensazioni contrastanti. La prima parte è abbastanza d'impatto, con un'apertura in media res piuttosto accattivante e con questa inquietante invasione di lucertole carnivore (??) che poi genera la seconda parte della trama.
Il momento allegorico, però, non funziona tanto. Diventa un po' confuso, nel senso che l'incontro con l'amica dovrebbe portare a qualcosa, chessò, una morale, una chiosa, un piccolo messaggio, un significato finale, e invece si capisce che Sonia è all'inferno e poi basta... tutto si chiude con una frivolezza che non lascia nulla.
Lo dico senza cattiveria: mi aspettavo una chiusura almeno allineata alla buona costruzione iniziale, invece le due parti sono alquanto sbilanciate.
Segnalo un paio di inconvenienti (almeno per me...):
- Il nome della protagonista divorata dalle lucertole compare troppo tardi. Non avrebbe tolto nulla se lo avessi usato sin dall'inizio, anzi, avrebbe aiutato il lettore a immedesimarsi meglio.
- Nelle due righe finali c'è un brusco cambio di punto di vista. Abbiamo seguito per il 90% del racconto Sonia e poi, siamo costretti a entrare nella testa di Irma, e questo, ci interessa poco, anzi, secondo me, fa cadere un po' di tensione faticosamente creata per metà della trama.
Non che il racconto sia scritto male, ma ha delle carenze piuttosto indisponenti.


L’UNICA SUPERSTITE DI MASSIMO TIVOLI

Che dire? Meraviglioso. Questo racconto avrebbe potuto tranquillamente chiamarsi "Il supplizio di Mia", spalancando perfettamente una finestra su una storia assolutamente visionaria e scritta alla grande!
Un inferno di cui non si sa quasi nulla (un'ambientazione postatomica? Un Aldilà metafisico? Un incubo sospeso nel tempo?), ma che è efficacissimo. Come è efficace la descrizione dell'inseguimento in un mondo malato, morente, tossico e cancerogeno.
Inedite le figure degli inseguitori, i quali, poi, saranno gli artefici del supplizio: sono belve avide di morte che, in un certo senso sono a noi familiari (maiali? cinghiali?) eppure danno la sensazione di essere demoni infernali implacabili.
Di forte impatto il finale che regala un sussulto al solo pensiero che tutto possa ricominciare. Il peggiore degli inferni è una tortura che non ha mai fine...
Poco da rilevare, dal punto di vista tecnico:
- "Gli viene voglia", "LE viene voglia"
- "Tutt’intorno, dietro gli scheletri carbonizzati dei palazzi", meglio il plurale... suona meglio.
Bene così! Sicuramente un racconto sul mio podio personale.


LA TORCIA DI ROBERTO MASINI

Prima impressione: racconto molto breve ma terrificante! Quantomai azzeccata la citazione di Huxley: il peggior inferno che si possa immaginare, purtroppo, è qui intorno a noi, soprattutto se pensiamo alle atrocità perpetrate quotidianamente da persone senza alcuno scrupolo e sensibilità. E mi sento di dire che su un'ipotetica scala di orrore, la violenza sugli animali (come quella da te descritta) può essere messa sullo stesso piano delle torture inflitte agli uomini. E infatti, alla fine del racconto, si giustifica benissimo il tema: benvenuto, ragazzo, benvenuto all'inferno!
Detto questo, sono da rilevare, tuttavia, degli inconvenienti. Uno abbastanza macroscopico è la mancanza del nome del protagonista: okay, può andar bene anche una narrazione senza un riferimento specifico, ma ti garantisco che ho avuto difficoltà nella lettura... il tutto è risultato poco scorrevole, e a volte ho dovuto tornare indietro per individuare bene il soggetto.
Seconda cosa: "Lui capì che stava per succedere qualcosa di male all’animale", meglio "qualcosa di brutto".
Terza cosa. Potevi prenderti qualche minuto in più per un paio di riletture. Nella penultima frase hai usato due volte la parola "volto".
Ultima cosa: brutto quel punto esclamativo alla fine. Prova a rileggere l'ultima frase senza: diventa più inquietante e definitiva.
Comunque, mi sento di dire, una prova promossa con piena sufficienza.


MACBETH DI GENNIBO (ISABELLA)

Dico subito che il racconto non mi ha convinto, almeno a voler considerare soprattutto la prima parte. Non è scritto malaccio ma le prima 4/5 frasi sono lunghe e pesanti e inducono a un po' di confusione. Spezzettarle qua e là avrebbe giovato alla lettura e all'efficacia dell'incipit.
Buona la presentazione di Giorgio, uno strano occultista ubriacone che si costringe a convivere con dei ricordi terrificanti. Buono anche il parallelo tra Giorgio e la voce narrante la quale, proprio alla fine, riceve un sferzata emotiva tale per cui rivela di vivere in un inferno personale da cui, però, non ha il coraggio di uscire.
Ecco la parte più forte del racconto, sta proprio nella manciata di frasi finali. Chiusura interessante sì, ma monca. Peccato perché mi sono chiesto: "Benissimo, ecco l'inferno personale. Giorgio ha il suo, ossia i trascorsi di violenze famigliari... Ma la protagonista?". Non si sa. La narrazione ci abbandona sul più bello. Sarebbe bastata una frase in più per salvare tutta la trama... chessò, un omicidio, un incidente provocato per sbaglio, una cattiveria verso un parente... Potevano essere mille ipotesi, ma non ne è stata indicata neppure una. Quindi, un finale sufficiente ma allo stesso tempo debole, secondo me.
Dicevo all'inizio, qualche difficoltà nell'incipit. Non sarebbe stato male effettuare un paio di altre riletture per alleggerire e ritoccare qua e là, e accorgersi di qualche refuso.
Sinceramente non mi sento di dare una sufficienza, per quanto il racconto si risollevi un po' nel finale.

Krum_Krum
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Re: Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » martedì 21 agosto 2018, 23:10

Ecco la mia classifica!

L’enfer – Stefano Pastor 1

Ciao Stefano,
complimenti, mi è molto piaciuto il tuo racconto. L’idea è semplice ma efficace; cruda al punto giusto. Un inferno molto terreno nel quale è facile riconoscere i comportamenti dell’uomo. L'unica pecca: forse quel "tempo avrai" mi suona un po' yodesco. In un racconto così breve è meglio curare ogni scelta.

Ineluttabile – Diego Martelli 2

Ciao Diego,
titolo decisamente azzeccato visto ciò di cui tratta il racconto, che è ben scritto, con un ritmo serrato, perfetto per un’edizione così breve di Minuti Contati. Se devo rompere l'uovo nel pelo, forse non userei il caps lock, che mi sembra non aggiunga niente alla narrazione (ovviamente è un'inezia).

L’unica superstite – Massimo Tivoli 3

Ciao Massimo,
racconto scritto molto bene. Se posso fare una critica (del tutto opinabile ovviamente), più che essere una storia autoconclusiva, mi pare che sia una parte di un racconto più lungo. Ci sono troppi quesiti lasciati aperti: chi è Mia? Chi/cosa la insegue? L’unica superstite di cosa?

In eterno – Viviana Terga 4

Ciao Viviana,
carina l’idea di un Paradiso che in realtà diventa Inferno. Forse però manca un po’ la storia; non ci sono avvenimenti che mi lasciano incollato alla pagina. Il finale, a mio avviso, risulta un po' debole e ridondante. Lasciando nel sottotesto l'immagine rovesciata di paradiso avresti ottenuto un effetto più inquietante.

La torcia – Roberto Masini 5

Ciao Roberto,
il tuo racconto, secondo me, funzionerebbe meglio sulla lunga distanza. Non riesce a colpire il lettore nel modo giusto e il finale mi sembra un po’ forzato per farlo entrare nel tema. Inoltre l’esergo in un racconto di 900 caratteri mi sembra superfluo.



Gattini – Maurizio Bertino 6
Ciao Maurizio,
l’idea di fondo è interessante, ma, a mio avviso, il racconto non appassiona e suona un po’ retorico. Hai provato a sperimentare (onore a te) ma ne è uscito un racconto più debole di quanto avresti voluto. Con qualche aggiustamento potrebbe funzionare decisamente meglio.


Stivali rossi – Alexandra Fischer 7

Ciao Alexandra,
devo ammettere che il tuo racconto non mi ha convinto fino in fondo. Mentre nella seconda parte c’è un’idea interessante, il primo paragrafo è una descrizione troppo pesante di un avvenimento poco importante. Forse sarebbe più snella con meno aggettivi.



Macbeth – Gennibo 8

Ciao Isabella,
il tuo racconto purtroppo non mi ha convinto. Oltre ad avere qualche pesantezza da un punto di vista grammaticale, la storia non rimane impressa e mi sembra un po’ forzata la metafora dell’inferno, troppo poca sviluppata. Attenta anche alle piccole assonanze come "portale temporale", che in un racconto così si amplificano e diventano più ingombranti di quanto dovrebbero.
Ultima modifica di Krum_Krum il mercoledì 29 agosto 2018, 22:14, modificato 1 volta in totale.

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jimjams
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Re: Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » mercoledì 22 agosto 2018, 21:30

1. L’unica superstite, di Massimo Tivoli
2. L’Enfer, di Stefano Pastor
3. In Eterno, di Viviana Tenga
4. Ineluttabile, di Diego Martelli
5. Stivali rossi, di Alexandra Fischer
6. Gattini, di Maurizio Bertino
7. MacBeth, di Gennibo
8. La torcia, di Roberto Masini



1. L’unica superstite, di Massimo Tivoli
Ecco, se fosse un film sarebbe uno di quelli che non guardo. Perché, lo confesso, io gli horror, ma anche light eh, non li guardo volentieri, mi fanno paura, e non mi piace. Detto questo, capperi. Mi piace perché c'è tanto non detto, tanto che il lettore pià completare. Ma ben sistemato, come uno schema in cui puoi colorare ma hai dei contorni definiti. Vampiri, mannari, che altro, zombie? Tutto può essere, come inquietante e sospesa è quella "non mi uccideranno", disperazione pura. Bravo.

2. L’Enfer, di Stefano Pastor
Bellissima idea (ma come ti vengono?) e bello svolgimento, come sempre. Unica nota insoddisfacente, per puro gusto personale, è il finale. Cattivo, ma non cattivissimo. Niente di grave, sono io che ho un pallino per il surreale o il sopra le righe. Una domanda, il nome Giselle ha un riferimento storico, è casuale o prende spunto dal balletto Giselle e dalla relativa leggenda delle Villi che fanno ballare a morte i loro amanti traditori?

3. In Eterno, di Viviana Tenga
Molto buona l'idea dell'anima che si convince di essere in Paradiso e invece forse è all'Inferno. Divertente anche la particolare punizione a cui viene sottoposta, che ricorda un po' lo stile dantesco (e il peccato potrebbe essere l'estrema superficialità o il non voler mai diventare adulto). Da raffinare il passaggio al finale, forse si può affilare di più la lama che cala alla fine, qui un po' morbidina. Ma ottima prova per il tema e per la brevità.

4. Ineluttabile, di Diego Martelli
Un'idea, quella del ciclo infinito che si ripete, molto sfruttata, ma non per questo esaurita. In un racconto così breve riuscire a rendere l'idea del ciclo era anche più difficile, ma ci sei riuscito bene. Mi piace anche il fatto che si rimane con l'idea che forse non si tratta di vere morti, forse è un incubo, forse è semplicemente l'Inferno, o forse è la vita. Anche qui rivedrei il finale (i finali sono il mio pallino, i miei non mi soddisfano mai). Ecco, qui per esempio quel benvenuto finale, che lo so, richiama il tema, non l'avrei messo. Piuttosto giù con la cattiveria: "Sbrigati, che sei in ritardo. E quando torni... etc"

5. Stivali rossi, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra. Questo racconto ha una buona idea e una ricomposizione probabilmente devastata dalla necessità di rientrare nei termini di caratteri. Scommetto che hai scritto troppo e poi tagliare è stato duro. Il risultato è che ho dovuto rileggere un paio di volte per capire tutto quanto volevi raccontare. Il pdv da narratore omnisciente ci può stare, ma nella prima parte sembra quasi che si sia invece nei panni di Sonia. Roba che si sistema editando un pochino. Tema centrato. Divertente la fissazione per gli stivali, evidentemente all'Inferno le boutique non sono un gran ché ;-)

6. Gattini, di Maurizio Bertino
Be', Maurizio, in questa sfida ci si poteva cimentare nel cercare di creare una storia completa, cosa niente facile, oppure giocarsela percorrendo strade diverse. Tu hai scelto questa opzione, solo apparentemente più alla portata. Questo è il primo racconto che leggo del gruppo e non so se altri avranno scelto di occuparsi dei fatti di cronaca, della realtà, probabilmente sì. Tu hai dato qualche pennellata (alcune un po' forzate, ma ti perdono, non riesci a imitare come si deve una scrittura sgrammaticata neanche volendo). Il risultato raggiunge il suo scopo dal profilo degli intenti, mi soddisfa un filo meno dal punto di vista dello stile. Vediamo gli altri, poi decido come sei messo :-)

7. MacBeth, di Gennibo
Questo racconto ha degli aspetti interessanti e alcuni difetti su cui lavorare. C'è in generale da raffinare la costruzione delle frasi, a volte un po' troppo complesse. In questi casi forbici e punto sono le tue armi. Spezzetta ciò che suona complesso e rendi più ariosa la scrittura. Interessante il personaggio tenebroso di Giorgio, bella la sua "scheda", dipinta in poche battute. Ben fatto. Del narratore (Isabella si fima mi pare) invece non sappiamo niente, il che ci può stare, se però non chiudi lasciando in sospeso la sua storia come hai fatto tu. Magari volevi scrivere altro, ma dovendo chiudere per spazio meglio chiudere sulla storia del personaggio completo che hai ben disegnato. Anche questo racconto mi piacerebbe vederlo completato con l'altro personaggio delineato meglio.

8. La torcia, di Roberto Masini
Ciao Roberto. Il tuo è uno degli ultimi racconti che leggo questa sera, e non uno di quelli che mi ha colpito di più. La storia e la connessione con il tema sono più legati alla citazione che reali, almeno per me. Voglio dire, se la tesi è che la terra è un Inferno ci sono cose ben peggiori del bruciare un gatto vivo. Anche lo stile non mi convince troppo, tutto narrato e privo di dialoghi com'è. Già utilizzando il presente e la prima persona si sarebbe avuto un coinvolgimento maggiore del lettore, e la possibilità di entrare totalmente nei suoi sentimenti. Uno scambio di frasi e credo che il racconto sarebbe già diverso. Credo che sarebbe un racconto perfetto per lavorarci insieme agli altri autori nel laboratorio.

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Andrea Partiti
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Re: Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » giovedì 23 agosto 2018, 9:15

I miei commenti (che ora vado a copiare anche nei rispettivi racconti) e la classifica al fondo!

HOT
Gattini, di Maurizio Bertino
► Mostra testo

L’Enfer, di Stefano Pastor
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In Eterno, di Viviana Tenga
► Mostra testo

Ineluttabile, di Diego Martelli
► Mostra testo

Stivali rossi, di Alexandra Fischer
► Mostra testo

L’unica superstite, di Massimo Tivoli
► Mostra testo

La torcia, di Roberto Masini
► Mostra testo

MacBeth, di Gennibo
► Mostra testo




1. Ineluttabile, di Diego Martelli
2. L’Enfer, di Stefano Pastor
3. In Eterno, di Viviana Tenga
4. L’unica superstite, di Massimo Tivoli
5. Stivali rossi, di Alexandra Fischer
6. Gattini, di Maurizio Bertino
7. MacBeth, di Gennibo
8. La torcia, di Roberto Masini
Ultima modifica di Andrea Partiti il mercoledì 29 agosto 2018, 17:19, modificato 1 volta in totale.

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maria rosaria
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Re: Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » venerdì 24 agosto 2018, 22:08

Ciao a tutti.
Ecco la classifica con i relativi commenti.
Per le prime posizioni, tutte prove ottime, ho scelto in base a quella che, a mio parere, ho considerato l'idea più originale.


1. L’Enfer di Stefano Pastor
Ottimo racconto.
L'inferno qui c'è tutto, con il ciclico ripetersi di un supplizio che non è tanto la morte degli altri, quanto la scelta lasciata a Giselle, principessa arrestata, di decidere chi andrà a morire al posto suo.
Mi è piaciuta molto, oltre all'ambientazione, anche la scelta del titolo, semplice ma efficace.

2. In Eterno di Viviana Tenga
Molto, molto intrigante. Il protagonista crede di essere in Paradiso e pian piano si rende conto (forse) che quello non è proprio il Paradiso. Forse è l'inferno, chissà.
Concordo con chi ha commentato prima di me che il breve racconto lascia spazio a molte riflessioni: il bello della vita sta proprio nel suo andare avanti con alti e bassi. I momenti felici, se cristallizzati e vissuti sempre uguali, possono venirci a noia.
Efficace, mio avviso, anche il finale.

3. L’unica superstite di Massimo Tivoli
Bel racconto. Scritto bene, con un buon ritmo e la giusta dose di non detto che lascia moltissimo all'immaginazione. Soprattutto nel finale. Ecco, io me la sono immaginata come la scena di un gruppo di famelici zombie che rincorrono e alla fine agguantano la preda. E quel "non la uccideranno" l'ho interpretato nel senso che lei diverrà una di loro.
Però mi rendo conto, rileggendolo, che le interpretazioni possono essere diverse.
Una buona prova. Bravo.

4. Ineluttabile di Diego Martelli
Terribile questo eterno ritorno a casa, che poi sarebbe l'inferno vero, quello che il protagonista vorrebbe evitare.
Invece no, non ci riesce, e ogni volta che prova a morire si ritrova nell'inferno di casa, quello che proprio non sopporta più.
Ho apprezzato molto questa declinazione di un inferno reale, di vita vissuta, che spaventa molto di più di quello immaginario, esistente (forse) dopo la morte.
Nel finale, forse, ma è una finezza, più che benvenuto avrei scritto "Bentornato".
Buona prova.

5. Stivali rossi di Alexandra Fischer
Racconto che ha un non so che di onirico, almeno dal mio punto di vista.
L'atmosfera cupa e horror creata all'inizio svanisce nella seconda parte in cui tutto viene ridimensionato a misura di un inferno che poi alla fine è un posto come tanti.
Credo anch'io che in un racconto così breve il cambio di punto di vista nella seconda parte, da quello di Sonia a quello di Irma, sia un po' azzardato: ti confesso che ho dovuto rileggere il brano perché un pochino mi aveva confuso. Hai messo giustamente uno stacco tra le due parti, ma continuo a pensare, e forse mi sarebbe piaciuto di più, rimanere nella testa di Sonia.

6. La torcia di Roberto Masini
L'idea di fondo della storia è bella.
Mi ricorda un po' una sorta di "iniziazione" e passaggio dall'età fanciullesca a quella adulta, di conoscenza del male: e in questo senso l'ho interpretata come un "benvenuto all'inferno".
Resta il fatto che mi sarebbe piaciuto di più "vedere" la scena iniziale: forse un paio di frasi di dialogo tra i ragazzi, non so, oppure anche una descrizione più viva dell'ambientazione o dei personaggi stessi.

7. Gattini di Maurizio Bertino
Audace interpretazione del tema.
L'aderenza c'è tutta: non credo esista inferno peggiore di quello in cui un bambino impara a leggere attraverso quel magnifico palinsesto offerto dal social più popolare.
L'audacia sta però nella realizzazione. Non c'è una vera e propria storia, nel senso narrativo del termine, intendo.
Certo, si intuisce una storia, una tragedia direi, ma è un tantino buttata lì quasi come fossero appunti presi a cui dare successivamente una forma.
Ad ogni modo, bella idea.

8 . MacBeth di Gennibo
Credo che il difetto principale di questo racconto sia nei pochi caratteri a disposizione.
Forse con più caratteri avresti potuto spiegare meglio quello che nel finale rimane veramente un mistero.
Quale sarà l'inferno personale della nostra protagonista? E perché si sente una codarda?
Tagliando la parte iniziale, quella in cui hai, in maniera efficace, descritto Giorgio, avresti potuto ampliare la parte finale.
C'è inoltre una sorta di dicotomia di genere.
L'incipit, almeno a me, ha infatti catapultato in un ambiente fantasy: castello, soglia temporale, custode e soglia da varcare.
Poi, nella seconda parte, questa ambientazione scompare, o perlomeno rimane sospesa, lasciandomi un po' insoddisfatta.
Un racconto, insomma, con buone potenzialità ma su cui c'è da lavorare un pochino.
Maria Rosaria

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Adry666
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Re: Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 27 agosto 2018, 15:29

Ciao a tutti e complimenti per i racconti; di seguito la mia classifica:

1 L’Enfer, di Stefano Pastor, ore 23.34, 1500 caratteri
2 L’unica superstite, di Massimo Tivoli, ore 00.00, 1462 caratteri
3 In Eterno, di Viviana Tenga, ore 23.28, 1474 caratteri
4 Ineluttabile, di Diego Martelli, ore 23.28, 1476 caratteri
5 Stivali rossi, di Alexandra Fischer, ore 22.51, 1455 caratteri
6 La torcia, di Roberto Masini, ore 23.21, 984 caratteri
7 MacBeth, di Gennibo, ore 23.57, 1783 caratteri MALUS 24 PUNTI
8 Gattini, di Maurizio Bertino, ore 23.39, 1398 caratteri


Gattini, di Maurizio Bertino
Ciao Maurizio,
l’inferno c’è, ma è “difficile” anche per il lettore 
Sei stato coraggioso nel provare un esperimento e una scrittura diversa, ma l’esecuzione ha dei limiti. Tutto sembra non collegato e messo lì come fosse un copia & incolla da facebook, o social simili. Apprezzo al denuncia e l’evidenziazione del problema ma non e penso che la tecnica usata sia quella giusta.
Ciao
Adriano

L’Enfer, di Stefano Pastor,
Ciao Stefano,
il tema è centrato. L’idea e il ritmo sono notevoli, il tuo racconto mi è piaciuto molto. Mi sono subito immerso nel periodo storico e ho tremato con i prigionieri temendo di essere scelto anche io al posto della protagonista. Bravo. Unica nota: “Come vuoi, cittadina. Tempo avrai. Scegli chi prenderà il tuo posto.” Avrei scritto: Avrai tempo.
Ciao
Adriano

In Eterno, di Viviana Tenga
Ciao Viviana,
interessante interpretazione dell’inferno il tuo: un paradiso affettato che nella ripetizione banale del quotidiano si tramuta in maledizione. In effetti fai riflettere: una cosa bella ripetuta all’infinito, rimane tale? O l’ossessiva ripetizione crea una prigione peggiore di altri mali?
Il ritmo non è troppo fluido ma il tema da te trattato vince sul resto.
Bella idea, brava.
Ciao Adriano

Ineluttabile, di Diego Martelli
Ciao Diego,
tema centrato! Il tuo racconto è claustrofobico e pessimista, mi sono parecchio intristito leggendolo ma penso sia un bene, vuol dire che mi sono immedesimato e ho sofferto con il protagonista, mi sono tuffato nel suo inferno personale, incubo o inferno che sia.
Il ritmo è buono e a parte qualcosa già segnalato mi sembra una buona prova.
Ciao
Adriano

Stivali rossi, di Alexandra Fischer
Ciao Stefania,
tema centrato.
L’idea è carina: anche se all’inferno per il genere femminile continua ad avere importanza lo shopping e soprattutto le scarpe! Fantastico! 
Per il ritmo, come già detto da altri, il tuo racconto risente di saldature non proprio riuscite, soprattutto nel finale. Ma so che la brevità dei caratteri non aiuta in questo senso.
Ciao
Adriano

L’unica superstite, di Massimo Tivoli
Ciao Massimo,
tema centrato. Buon racconto “da paura”  Il ritmo è molto buono, un crescendo che nella scena finale fa venire i brividi. La chiosa finale con minaccia è il vero inferno per la protagonista, non la invidio…
Nel complesso ottima prova con una buona idea di fondo descritta molto bene da termini e ritmo appropriato.
Ciao
Adriano

La torcia, di Roberto Masini
Ciao Roberto,
il tema è centrato con un tema molto difficile e molto triste. Le violenze sugli animali da parte di ragazzi annoiati sono quanto di più aberrante si possa pensare. Tuttavia il racconto non si fa leggere facilmente, non scorre; un po’ a causa di un ritmo un po’ claudicante, un po’ per la scelta del punto di vista e del tempo. Secondo me se ci lavori su può diventare un buon racconto.
Ciao
Adriano

MacBeth, di Gennibo
Ciao Isabella,
tema centrato. Il finale è buono, il tema è interessante, ma il ritmo da te impostato è troppo laborioso e costringe il lettore a rileggere le frasi. La prima parte è troppo complessa nella costruzione e specialmente in racconti così brevi invalida poi tutto il resto. Penso che riscrivendo alcune frasi, compreso l’incipit, potrai arrivare a un ottimo racconto.
Ciao
Adriano

Luca Occhionorelli
Messaggi: 32

Re: Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » venerdì 31 agosto 2018, 0:38

Ecco i commenti e la classifica.

Commenti:

Gattini,

Ciao Maurizio,
se mi è chiara l'intenzione di fare una denuncia sociale riguardo l'universo del web, e di tutte le notizie, bufale e commenti ignoranti su argomenti di cui non si sa niente, non mi è chiara per niente invece la modalità di narrazione.
Ho fatto fatica a capire inizialmente il tuo intento e a dare un senso alla prossima. Rimane comunque una buona idea da sviluppare in modo diverso secondo me.

Enfer,

Ciao Stefano,
bel racconto.
Mi piace il contesto della rivoluzione e anche la narrazione scorre bene e senza intoppi.
L'idea è interessante, forse non originalissima.
Mi piace soprattutto la crudezza e il realismo con cui agisce la ragazza, tutti probabilmente per scampare all'eterno oblio avremmo fatto quella scelta.

In eterno,

Ciao Viviana,
bella storia.
Mi piace la progressione con cui pian piano il protagonista si rende conto che il paradiso dove pensa di essere arrivato è in realtà un inferno di esperienze ripetitive e alienanti.
Ci sono molti concetti in questo racconto. Fa capire che la bellezza della vita risiede nella sua peculiarità di avere un termine, come ogni cosa del resto. La partita a carte con il padre, il primo bacio.

Ineluttabile,

Ciao Diego.
Devo dirti che il racconto inizialmente mi stava confondendo. Non riuscivo a star dietro alla storia e a capirne il nesso.
Poi alla fine tutto è diventato chiaro. Quello è il suo inferno e ogni volta che prova a uccidersi ritorna esattamente nell'unico posto dove non vorrebbe essere.
È il racconto di una coppia stanca, annoiata da quella routine e di un amore finito.

Stivali rossi.

Ciao Alexandra.
Il tuo racconto non mi ha convinto del tutto. Non ho capito il senso delle lucertole che divorano tutti i malcapitati che passano all'altro mondo. Anche il finale purtroppo mi è sembrato un po' insipido, quasi piatto, un bel colpo di scena avrebbe dato una svolta alla storia.

L'unica superstite,

Ciao Massimo, bella prova.
Mi è piaciuta molto la tensione che hai dato al racconto e la fuga ansiosa e disperata di Mia. Bello anche il finale che ci lascia in un sospeso indefinto. Perché non la uccideranno però? Me lo sono chiesto alla fine. Si vogliono solo divertire? Sono mostri sadici. O è una parentesi onirica dove non si arriva mai all'evento funesto.

La torcia,

Ciao Roberto, sono rimasto colpito.
Racconto molto semplice e lineare ma al contempo diretto ed efficace. Arriva chiara al lettore il sadismo e la cattiveria con cui quei ragazzi si accaniscono sul povero gatto. Mi è piaciuto molto anche il personaggio del ragazzo sensibile che si dissocia dal gruppo e rimane turbato da quell'episodio che probabilmente lo segnerà per sempre.

Macbeth,

Ciao Isabella.
Ho apprezzato il tuo racconto anche se il finale me l'aspettavo diverso. Questa storia è un buon incipit che rimane però troncata alla fine. Perché la protagonista è divorata all'interno da quel fuoco ? Peccato, hai dato spazio a cose che forse andavano trascurate avendo così pochi caratteri.

Classifica:

La torcia
L'unica superstite
Enfer
Ineluttabile
In eterno
Gattini
Stivali rossi
Macbeth

Avatar utente
eleonora.rossetti
Messaggi: 553

Re: Gruppo HOT: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » venerdì 31 agosto 2018, 15:40

Eccomi! Scusate l’attesa. Il format della sfida era certamente arduo, spero davvero che vi siate quantomeno divertiti a sfidare i limiti delle possibilità umane ^_^ e per quanto mi riguarda (credo sia un discorso che si dovrebbe SEMPRE tenere a mente, in ogni edizione) chiunque abbia postato è un vincitore a prescindere ;-)
Rispetto alla scorsa edizione ho dato più peso alle sbavature lessicali e ortografiche, anche se non ho calcato troppo la mano come al mio solito (sono nota per essere una bacchettona).

Classifica e a seguire i commenti!

1. L’unica superstite
2. Ineluttabile
3. L’enfer
4. In eterno
5. Stivali rossi
6. La torcia
7. Macbeth
8. Gattini


INELUTTABILE
Funziona. E’ la prima cosa che ho pensato quando l’ho letto. E’ semplice ma non per questo banale, mostra con la varietà dell’azione la ripetizione della punizione infernale (che come da copione si ripete all’infinito): in questo caso, la monotonia di una vita già spoglia (quindi un inferno già di suo, ciò che ha spinto il protagonista al suicidio). Non riesco a trovargli dei difetti, mi piace, pulito, dritto al punto. Bel lavoro.

L’ENFER
Confesso che non ho capito subito se si trattasse di un inferno vero o simbolico, ma poi ho inteso che episodio stessi tratteggiando (la Rivoluzione Francese). Superato lo scoglio di comprensione, la storia è filata liscia, anche se forse avrei voluto un finale più schiacciante, in quanto quello che tratteggi è quasi un sollievo per la protagonista (avrà altre vittime da giustiziare al posto suo). Il lettore è spinto a vedere fin dove arriverà Giselle pur di salvarsi, si mantiene la giusta curiosità fino alla fine. Ben fatto.

MACBETH
Ho dovuto rileggerlo un paio di volte per capire se ci fosse un significato nascosto, confrontandolo anche con il titolo, ma non l’ho trovato. Il pezzo iniziale, per quanto tratteggiato con descrizioni accurate, l’ho trovato un monolite forse fin troppo preponderante rispetto al resto della scena. Nelle poche battute finali, poi, rigurgiti un sacco di informazioni senza dar loro il peso che forse dovrebbero avere nella storia: scivolano via prima che il lettore, a mio avviso, possa metabolizzarle, quasi in sordina. Qual è l’inferno della voce narrante? Non so, per tutta la storia la mia mente si è proiettata verso Giorgio per poi ritrovarmi con un pugno di mosche in mano e l’attenzione spostata sulla protagonista-voce narrante (e subito insoddisfatta, dato che tranci il racconto proprio quando dovrebbe rivelarmi qualcosa).

STIVALI ROSSI
Sono parecchio indecisa. Parte bene, con la descrizione del luogo e delle salamandre che tallonano la protagonista arrampicandosi sui suoi stivali rossi (forse questi rappresentano il peccato della vanità?). Questa sensazione d’angoscia però si ribalta all’apparizione di Irma, e il senso, assieme ai punti di vista, comincia a confondersi e non capisco più dove vuoi andare a parare. Prima ero nella testa di Sonia e poi mi ritrovo nei panni di Irma, quindi anche il filo del discorso si spezza. Forse è stato lo strozzamento dei caratteri a costringerti a una chiusa così confusionaria, tuttavia non posso ignorare questo aspetto nella valutazione. Peccato, perché la prima parte mi aveva davvero avvinta.

GATTINI
L’inferno dei post su Facebook: visto il periodo sono quasi solidale. E’ uno scorcio che però, in effetti, mi lascia dentro poco (forse proprio perché ormai sono assuefatta a questo ambiente digitale che, in un modo o nell’altro, mi lascio scivolare addosso per pura questione di sopravvivenza o sanità mentale XD). Inoltre ha senso se si conosce il tema, mentre preso “stand-alone” non si intuisce, e non avendo una vera e propria chiusa non riesco a dargli un filo, una conclusione che di norma mi aspetto dalla storia. Sarà difficile valutarlo, perché apprezzo il coraggio di una simile formula, ma la resa la trovo poco efficace.

IN ETERNO
Anche qui si ripete (scusa il gioco di parole) la monotonia delle stesse cose, che in questo caso essendo incomplete, pur dando al protagonista l’illusione di rivivere dei bei momenti, non lo fanno “vivere davvero” e lo rendono comunque infelice. Qui c’è una doppia interpretazione a mio avviso: o questo è un Paradiso che in realtà si rivela un’autentica fregatura (e quindi diventa una “prigione” orribile e senza sapore), oppure è l’Inferno sotto false spoglie. Questa dualità mi ha intrigato e fra tutti i racconti dà un tocco di originalità. A livello di stile non ho trovato guizzi particolari ma, per essere un racconto scritto in due ore, lo trovo ben curato. Bene così.

L’UNICA SUPERSTITE
All’inizio credevo di star leggendo il personale inferno della protagonista , ma sul finale mi hai spiazzato, facendomi intendere che la situazione è reale, ed è peggiore di qualsiasi condanna che lei stessa immagina (addirittura spera di morire e di finirci all’Inferno pur di evitare ciò che l’aspetta). Questa iniziale incomprensione non guasta certo il sapore del racconto, adrenalinico e ben condotto da cima a fondo. Le descrizioni sono ben tratteggiate e hai saputo dosare sapientemente frasi brevi per aumentare il ritmo, per lasciare senza respiro.
Complimenti.

LA TORCIA
Lo sviluppo è lineare, forse ciò che lo “guasta” è la chiusa finale. Per quanto un fatto del genere possa turbare un ragazzino al punto da rivelarsi un’esperienza infernale, l’ultima frase mi stona proprio (le porte dell’inferno? Un po’ esagerata come espressione). Capisco l’idea che vuoi dare, ovvero che ci sono fatti terribili che accadono tutti i giorni, non ultimo il maltrattamento degli animali, ma la resa lascia a desiderare dato il racconto è, scusa la ripetizione, tutto “raccontato”: non riusciamo a entrare nella testa del povero ragazzino testimone della barbara uccisione, non conosciamo i suoi pensieri, non condividiamo il suo profondo turbamento. Mancando dialoghi, pensieri, etc. non ci ritroviamo “dentro la scena” quindi osserviamo tutto con un certo distacco, e perdiamo gran parte dell’angoscia che invece tu volevi trasmettere.
Occhio alla ripetizione “volto...volto”.
Uccidi scrivendo.

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