FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Ultima Special Estiva di Minuti Contati. Appuntamento per lunedì 20 agosto dalle 22.00 alle 00.00 con la moderatrice Eleonora Rossetti che svelerà il tema. I racconti non dovranno superare i 1500 caratteri!
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antico
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FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Messaggio#1 » domenica 2 settembre 2018, 15:20

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BENVENUTI ALLA FINALE DELLA SPECIAL HOT SHO(R)T EDITION, LA 119° ALL TIME!

Gli autori finalisti dovranno leggere, commentare e classificare i racconti degli altri finalisti entro le 23.59 di venerdì 7 settembre. Le classifiche andranno postate in risposta a questo post e corredate con commenti che dovranno avere lunghezza minima di 200 caratteri per racconto. Sarà possibile, motivando, modificare i commenti già scritti durante la prima fase. A seguire arriverà anche la classifica della moderatrice Eleonora Rossetti, di valore doppio rispetto alle altre.

QUI POTETE TROVARE LA NEWS CON LA CLASSIFICHE FINALI DEI DUE GRUPPI DELLA PRIMA FASE.

E ora vediamo i racconti FINALISTI di questa HOT SHO(R)T EDITION:

Il dilemma del dannato, di Andrea Partiti, ore 23.01, 1498 caratteri
Bentornato all’Inferno, di Mario Pacchiarotti, ore 22.55, 1499 caratteri
Tonio della trincea, di Maria Rosaria Del Ciello, ore 22.36, 1444 caratteri
L’Enfer, di Stefano Pastor, ore 23.34, 1500 caratteri
Ineluttabile, di Diego Martelli, ore 23.28, 1476 caratteri
L’unica superstite, di Massimo Tivoli, ore 00.00, 1462 caratteri

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 200 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


IN BOCCA AL LUPO A TUTTI I FINALISTI!



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Massimo Tivoli
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Re: FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Messaggio#2 » mercoledì 5 settembre 2018, 14:05

Ciao a tutti. Di seguito la mia classifica e i relativi commenti per i quali, dopo aver riletto i racconti, mi sono sentito di riconfermare i commenti che già avevo fornito durante la prima fase. È stata davvero una bella edition e i racconti finalisti meritano tutti, dal primo all'ultimo.

––– CLASSIFICA –––
1. Tonio della trincea – di M. R. del Ciello
2. Il dilemma del dannato - di Andrea Partiti
3. L’enfer - di Stefano Pastor
4. Bentornato all’inferno - di Mario Pacchiarotti
5. Ineluttabile - di Diego Martelli

––– COMMENTI –––
Tonio della trincea – di M. R. del Ciello
Questo racconto mi è piaciuto parecchio. Mi piace molto lo stile e il modo immediato e cinico con cui è scritto, che va a braccetto con Tonio, il protagonista. È un gran bel personaggio che, nonostante le poche battute, rimane impresso proprio per quell’elemento distonico che lo rende fuori dall'ordinario e che è il fulcro centrale della storia. Alla fine, Tonio è carnefice e vittima al tempo stesso. Tonio, lo scemo, ma che sa sparare come nessun altro sappia fare, e che gli piace pure. Il ritorno all’inferno qui va interpretato dal PdV di Tonio e, nel farlo, il lettore ne sente tutto l’effetto. Ottima trovata. Come detto già in un altro racconto del gruppo, per racconti così brevi, l’idea e l’effetto sono determinanti. E qui ci sono entrambi, più uno stile che personalmente mi piace un sacco.

Il dilemma del dannato - di Andrea Partiti
Anche questo racconto mi è piaciuto parecchio. Nella sua brevità racchiude aspetti che credo siano essenziali per fare colpo con poche battute: l’idea e l’effetto.
L’idea di un inferno tenuto di fatto in piedi dalle perversioni, egoismi e difetti della vecchia natura umana che le anime dannate hanno lasciato mi ha stuzzicato non poco. Come a dire che, se fossimo tutti un po’ più altruisti e guardassimo al bene comune, l’inferno non esisterebbe. Ma ahimè non è così, è intrinseco nella nostra natura, meglio metterci una pietra sopra.
Per quanto riguarda l’effetto, secondo me, Andrea è stato astuto a dare al testo una parvenza epistolare, come se il lettore fosse la povera anima appena giunta, che si ritrova sulla sua scrivania questo “bel” bigliettino di benvenuto.
Che dire. Diabolico!

L’enfer – di Stefano Pastor
Scritto molto bene e tecnicamente non fa una piega. Situazione davvero aberrante: salvarsi la vita mandando a morire gli altri, nessuno escluso, vecchi e bimbi compresi. Un inferno scaturito da aguzzini spietati e dall’istinto di sopravvivenza. Un altro aspetto che lo rende angosciante è anche la vanità di tutto questo massacro. Sì, perché morti tutti, alla fine toccherà pure a Giselle, e lei lo sa ma forse spera che non sia così.

Bentornato all’inferno - di Mario Pacchiarotti
Bel racconto, scritto bene, e lascia intuire un’ambientazione che va al di là di questo scorcio. Il “bentornato all’inferno” è emblematico. In una società in cui la dignità e la libertà umana e i diritti vengono costantemente messi sotto i piedi (non si può neanche più pensare in libertà), non vale tanto la pena vivere perché tutto sommato sarebbe un inferno. La ciclicità della situazione raccontata, poi, non lascia scampo, un contrappasso eterno.

Ineluttabile – di Diego Martelli
L’insoddisfazione per la propria vita, tutte le aspettative andate in frantumi, il vivere una realtà che non riconosciamo come nostra, uno stillicidio dell’anima che si ripete giorno dopo giorno come se ogni giorno fosse lo stesso e mai l’ultimo. Avrei reso meno esplicita la battuta della moglie perché credo che un grande punto di forza del racconto sia proprio quello di far rimanere in bilico la situazione tra l’inferno di una realtà che ci soffoca e l’inferno soprannaturale. In ogni caso, bel racconto.

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maria rosaria
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Re: FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Messaggio#3 » mercoledì 5 settembre 2018, 17:11

Ragazzi, ho fatto una faticaccia per fare 'sta classifica.
I racconti sono tutti ottime prove, ho fatto quindi una scelta sulla base del mio gusto stilistico e proprio attaccandomi alle inezie.
Comunque:

1)L’Enfer, di Stefano Pastor
Ottimo racconto.
L'inferno qui c'è tutto, con il ciclico ripetersi di un supplizio che non è tanto la morte degli altri, quanto la scelta lasciata a Giselle, principessa arrestata, di decidere chi andrà a morire al posto suo.
Mi è piaciuta molto, oltre all'ambientazione, anche la scelta del titolo, semplice ma efficace.

2) L’unica superstite, di Massimo Tivoli
Bel racconto. Scritto bene, con un buon ritmo e la giusta dose di non detto che lascia moltissimo all'immaginazione. Soprattutto nel finale. Ecco, io me la sono immaginata come la scena di un gruppo di famelici zombie che rincorrono e alla fine agguantano la preda. E quel "non la uccideranno" l'ho interpretato nel senso che lei diverrà una di loro.
Però mi rendo conto, rileggendolo, che le interpretazioni possono essere diverse.
Una buona prova. Bravo.


3) Bentornato all’Inferno, di Mario Pacchiarotti

Ho apprezzato molto questo racconto dove l’inferno non è altro che una società spietata in cui chi si oppone alla linea di governo viene arrestato e la sua mente cancellata per ricominciare una nuova “sessione” di vita.
Una vita che si ripete, sempre uguale, in cui si lavora per ricevere il minimo per sopravvivere, in cui non si può decidere nulla, neanche con chi fare figli, e in cui vengono controllati persino i pensieri.
E anche se il poveraccio di turno non ha memoria della vita precedente, l’assenza di speranza e di affrancamento, rende bene il concetto di inferno.
Scritto bene, non ho appunti da fare.


4) Ineluttabile, di Diego Martelli

Terribile questo eterno ritorno a casa, che poi sarebbe l'inferno vero, quello che il protagonista vorrebbe evitare.
Invece no, non ci riesce, e ogni volta che prova a morire si ritrova nell'inferno di casa, quello che proprio non sopporta più.
Ho apprezzato molto questa declinazione di un inferno reale, di vita vissuta, che spaventa molto di più di quello immaginario, esistente (forse) dopo la morte.
Nel finale, forse, ma è una finezza, più che benvenuto avrei scritto "Bentornato".
Buona prova.


5) Il dilemma del dannato, di Andrea Partiti
Eh sì, veramente benvenuti all’inferno. Con tanto di regole, premi e cotillons.
Qui il classico dilemma del prigioniero della teoria dei giochi è adattato a una situazione ripetuta più e più volte, lasciando al soggetto la scelta di decidere quale sarà l’attività più crudele che gli farà vincere il meritato premio: una mezza giornata di riposo.
Ci ho letto, tra le righe, una metafora del classico lavoro d’ufficio in cui i fannulloni vivono alle spalle di chi sgobba e fa lavori ripetitivi e stressanti. Ma questa è solo una mia deformazione…
Unico neo nel racconto è, a mio avviso, il riferimento temporale alle dodici ore: mi sono chiesta come possa la giuria scegliere la proposta vincente in poco tempo, tanto da proporla per le successive dodici ore. E, inoltre, in una realtà “infernale” in cui tutto è ripetitivo e infinito (come i fogli su cui scrivere e le mine delle matite) una giornata divisa in due parti di dodici ore l’una mi ha un po’ fatto storcere il naso. Mi sarei immaginata una giornata senza fine, ma forse neanche una giornata, solo del tempo che scorre all’infinito e all’interno del quale si svolgono le prove. Non so…
Ad ogni modo, idea molto interessante. Bravo.
Maria Rosaria

Stefano Pastor
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Re: FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Messaggio#4 » giovedì 6 settembre 2018, 9:41

Salve! Ecco la mia classifica finale, tutti racconti molto belli. Complimenti!

1) TONIO DELLA TRINCEA
2) IL DILEMMA DEL DANNATO
3) L'UNICA SUPERSTITE
4) INELUTTABILE
5) BENTORNATO ALL'INFERNO

I commenti:

TONIO DELLA TRINCEA
Davvero ottimo. Creare una storia compiuta, presentare un personaggio, farlo conoscere, creare empatia per lui, il tutto in poche righe. Suscitare emozioni nel lettore, far percepire la tristezza del finale. Dov'è l'inferno, in realtà? È la trincea o la normalità?

IL DILEMMA DEL DANNATO
Carino, un autentico dépliant di benvenuto. Che siano gli stessi uomini a scegliere le proprie punizioni attraverso una tipica gara di produttività aziendale è assai originale. Classico umorismo diabolico.

L'UNICA SUPERSTITE
Astratto, senza le informazioni necessarie a comprendere cosa stia accadendo. E stranamente questo diventa un punto a suo favore. Meglio afferrare l'attimo, quella corsa disperata, senza chiedersi da cosa stia fuggendo. Non è necessario. Ottimo racconto.

INELUTTABILE
Un inferno non originalissimo, però sempre inquietante. Cicli e ricicli in un loop infinito, ci ricorda che forse all'Inferno ci siamo già, solo che non possiamo scappare. Storia molto articolata in rapporto ai pochi caratteri concessi. Una buona prova.

BENTORNATO ALL'INFERNO
L'idea è buona. Resettare la mente degli oppositori per avere di nuovo cittadini modello. Non è originalissima ma ci sta. Il dialogo però è un po' legnoso, forse per la necessita di fornire troppi dati al lettore. Un giudizio comunque più che positivo.

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diego.martelli
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Re: FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Messaggio#5 » giovedì 6 settembre 2018, 10:58

Molto difficile stilare la classifica, stavolta.

1. L’Enfer, di Stefano Pastor
2. Tonio della trincea, di Maria Rosaria Del Ciello
3. L’unica superstite, di Massimo Tivoli
4. Bentornato all’Inferno, di Mario Pacchiarotti
5. Il dilemma del dannato, di Andrea Partiti

Il dilemma del dannato, di Andrea Partiti
Le nuove riletture mi fanno entusiasmare particolarmente per la chiosa "psicologica" che conclude il testo, relativo alla vera natura dei dannati: "egoista, sfinito o semplicemente crudele" è una conclusione davvero dura ed efficace del racconto, che diviene infine un vascello per comunicare al lettore questa cruda visione dell'umanità.

Bentornato all’Inferno, di Mario Pacchiarotti
Compreso meglio l'intento dell'autore dopo riletture e spiegazioni, permango della mia opinione sul registro e la struttura di alcune frasi, ma trovo più piacevole il racconto e il suo funzionamento. Piacevole da leggere, scorrevole, spietatamente orwelliano. Ottimo!

Tonio della trincea, di Maria Rosaria Del Ciello
Anche per questo racconto le riletture mi hanno portato ad apprezzarlo maggiormente, e già nelle primissime non mi dispiaceva affatto. Semplice, crudele, tratteggia rapidamente ma efficacemente una situazione sociale particolare e angosciante.

L’Enfer, di Stefano Pastor
Funziona a meraviglia, andando dritto al punto della questione e chiudendo magnificamente con un finale che francamente non mi ero atteso, sebbene appaia "naturale", adattissimo e particolarmente efficace. Non trovo difetti da segnalare.

L’unica superstite, di Massimo Tivoli
Molto evocativo, la sua forza e la sua debolezza sta nella trama che non spiega tutto e non desidera nemmeno farlo, lasciando nel completo dubbio il perché della fuga di lei, il perché del mondo post-apoc che viene delineato e la natura precisa degli inseguitori. Avrei apprezzato sapere di più, ma comprendo le scelte e il risultato mi sembra eccellente.

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jimjams
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Re: FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Messaggio#6 » venerdì 7 settembre 2018, 22:07

Classifica

1. L’enfer - di Stefano Pastor
2. Tonio della trincea – di M. R. del Ciello
3. L'UNICA SUPERSTITE di Massimo Tivoli
4. Ineluttabile - di Diego Martelli
5. Il dilemma del dannato - di Andrea Partiti


Tonio della trincea – di M. R. del Ciello
Come sempre, oltre alla buona scrittura, nei tuoi racconti c'è sempre cuore. E in questo caso un'idea davvero interessante. In trincea abbiamo questo ragazzo, un po' sciorno, come dicono al mio paese per identificare una persona che non è proprio stupida ma comunque un po' strana, lenta, tarda a capire. Un mattarello buono. Ma lì gli chiedono di fare una cosa per lui semplice, mirare e sparare. E lui lo fa bene.
Talmente bene che nonostante l'orrore, i disagi e la paura, tornare a casa non è poi così desiderabile.
Un dramma importante per un piccolo uomo, quello di avere una dignità, una forma di rispetto, che tornando a casa inevitabilmente perde. Bello.

Il dilemma del dannato - di Andrea Partiti
Ciao Andrea, commento scrivendo dal cellulare, quindi perdona eventuali refusi. Il tuo racconto ha in sè una buona idea, con il tema ben centrato.
L'aver limitato tutto al volantino lo capisco per la brevità necessaria in questa sessione. Mi chiedo però se non sarebbe stato possibile fare lo stesso con un breve dialogo, forse emotivamente più efficace.
Insomma bene, ma forse non benissimo.

L’enfer - di Stefano Pastor
Bellissima idea (ma come ti vengono?) e bello svolgimento, come sempre. Unica nota insoddisfacente, per puro gusto personale, è il finale. Cattivo, ma non cattivissimo. Niente di grave, sono io che ho un pallino per il surreale o il sopra le righe. Una domanda, il nome Giselle ha un riferimento storico, è casuale o prende spunto dal balletto Giselle e dalla relativa leggenda delle Villi che fanno ballare a morte i loro amanti traditori?

Ineluttabile - di Diego Martelli
Un'idea, quella del ciclo infinito che si ripete, molto sfruttata, ma non per questo esaurita. In un racconto così breve riuscire a rendere l'idea del ciclo era anche più difficile, ma ci sei riuscito bene. Mi piace anche il fatto che si rimane con l'idea che forse non si tratta di vere morti, forse è un incubo, forse è semplicemente l'Inferno, o forse è la vita. Anche qui rivedrei il finale (i finali sono il mio pallino, i miei non mi soddisfano mai). Ecco, qui per esempio quel benvenuto finale, che lo so, richiama il tema, non l'avrei messo. Piuttosto giù con la cattiveria: "Sbrigati, che sei in ritardo. E quando torni... etc"

L'UNICA SUPERSTITE di Massimo Tivoli
Ecco, se fosse un film sarebbe uno di quelli che non guardo. Perché, lo confesso, io gli horror, ma anche light eh, non li guardo volentieri, mi fanno paura, e non mi piace. Detto questo, capperi. Mi piace perché c'è tanto non detto, tanto che il lettore pià completare. Ma ben sistemato, come uno schema in cui puoi colorare ma hai dei contorni definiti. Vampiri, mannari, che altro, zombie? Tutto può essere, come inquietante e sospesa è quella "non mi uccideranno", disperazione pura. Bravo.

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Andrea Partiti
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Re: FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Messaggio#7 » venerdì 7 settembre 2018, 23:35

Ineluttabile, di Diego Martelli
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L’Enfer, di Stefano Pastor
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L’unica superstite, di Massimo Tivoli
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Tonio della trincea, di Maria Rosaria Del Ciello
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Bentornato all’Inferno, di Mario Pacchiarotti
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1. Tonio della trincea, di Maria Rosaria Del Ciello
2. Ineluttabile, di Diego Martelli
3. L’Enfer, di Stefano Pastor
4. Bentornato all’Inferno, di Mario Pacchiarotti
5. L’unica superstite, di Massimo Tivoli

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Re: FINALE della HOT SHO(R)T EDITION

Messaggio#8 » lunedì 10 settembre 2018, 20:35

Di seguito, la classifica e i commenti della moderatrice Eleonora Rossetti.

La qualità di scrittura, le idee, la varietà nell’interpretazione del tema avrebbero fatto meritare a tutti il podio, credetemi. Sono tutti di ottima qualità e vi faccio i miei più vivi complimenti ;)
Ma ora bando alle ciance!
Classifica finale, in allegato anche i commenti (sostanzialmente invariati dagli originali).

1) Tonio della trincea
2) L’unica superstite
3) Bentornato all’inferno
4) Il dilemma del dannato
5) Ineluttabile
6) L’Enfer

Per i settimo posto mi sento di premiare il racconto di Maramonte rispetto a quello di Viviana Tenga. Sono entrambi buoni racconti e non difettano nello stile, ma in quello di Emiliano riesco a stabilire una maggiore empatia col personaggio e quindi un maggiore coinvolgimento.

TONIO DELLA TRINCEA
Mi piace il paradosso che hai creato. Laddove tutti crederebbero di essere all’Inferno, coinvolti negli orrori della guerra, il tuo protagonista, un cecchino infallibile, si sente davvero qualcuno, davvero capace, l’eroe della situazione. Il suo inferno personale è invece la vita comune, dove non è nessuno. Mi hai fatto tornare in mente una frase della serie Sherlock su Watson: “Lei non è tormentato dalla guerra, dottor Watson, ne ha nostalgia.”
A livello di stile, la prima persona è stata sfruttata sapientemente. Mostri senza raccontare il contesto della tua storia amalgamandolo bene con le riflessioni del personaggio. Molto belle le descrizioni, tratteggi appieno l’inferno (relativo, in questo caso) delle trincee. La chiusa la trovo arguta e geniale. Se proprio devo trovarci un difetto è la scritta Welcome: finora mi sono figurata un protagonista italiano, complice anche il nome, perché la scritta di “bentornato” è in inglese?
Al di là delle puntualizzazioni, secondo me questo si conquista il podio. Bel lavoro!

BENTORNATO ALL’INFERNO
Bello! Mi è piaciuto soprattutto perché sei riuscito a dare un’ambientazione distopica in così poco spazio (anche se all’inizio mi hai confuso col termine Inquisitore, sono partita immaginando un contesto storico per poi trovarmi spiazzata). Qui l’Inferno è nella vita e non nella morte, e da esso non c’è sollievo, dato che le persone vengono uccise, viene fatto il lavaggio del cervello (ecco, qui ho trovato il mio unico dubbio: ma c’è bisogno davvero di farlo in una persona morta? ) e poi rispedito a lavorare. Un ciclo senza scampo che ricalca appeno il concetto di ripetitività dell’Inferno.
Nessun difetto rilevante a livello di stile. Ben fatto.

INELUTTABILE
Funziona. E’ la prima cosa che ho pensato quando l’ho letto. E’ semplice ma non per questo banale, mostra con la varietà dell’azione la ripetizione della punizione infernale (che come da copione si ripete all’infinito): in questo caso, la monotonia di una vita già spoglia (quindi un inferno già di suo, ciò che ha spinto il protagonista al suicidio). Non riesco a trovargli dei difetti, mi piace, pulito, dritto al punto. Bel lavoro.

L’ENFER
Confesso che non ho capito subito se si trattasse di un inferno vero o simbolico, ma poi ho inteso che episodio stessi tratteggiando (la Rivoluzione Francese). Superato lo scoglio di comprensione, la storia è filata liscia, anche se forse avrei voluto un finale più schiacciante, in quanto quello che tratteggi è quasi un sollievo per la protagonista (avrà altre vittime da giustiziare al posto suo). Il lettore è spinto a vedere fin dove arriverà Giselle pur di salvarsi, si mantiene la giusta curiosità fino alla fine. Ben fatto.

L’UNICA SUPERSTITE
All’inizio credevo di star leggendo il personale inferno della protagonista , ma sul finale mi hai spiazzato, facendomi intendere che la situazione è reale, ed è peggiore di qualsiasi condanna che lei stessa immagina (addirittura spera di morire e di finirci all’Inferno pur di evitare ciò che l’aspetta). Questa iniziale incomprensione non guasta certo il sapore del racconto, adrenalinico e ben condotto da cima a fondo. Le descrizioni sono ben tratteggiate e hai saputo dosare sapientemente frasi brevi per aumentare il ritmo, per lasciare senza respiro.
Complimenti.

IL DILEMMA DEL DANNATO
Mi è piaciuta questa idea di inferno che declina il noto “dilemma del prigioniero”, trovo efficace sia l’idea sia la resa. Tutto è strutturato in una sorta di “formula di benvenuto” che mi sono immaginata in diverse versioni: un manifesto, la tipica voce agli altoparlanti nei villaggi-vacanze, una mail di lavoro alla postazione. Il tutto con quel tono caloroso che “stona” con la situazione dei dannati. Simpatico, frizzante, con quella frase finale di falso incoraggiamento “imparerai presto” che è tutto un programma. Ottima prova.

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