Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Appuntamento per lunedì 17 settembre 2018 dalle 21.00 all'una con un tema della guest star del mese ENRICO PANDIANI!
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Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 18 settembre 2018, 1:56

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BENVENUTI ALLA PANDIANI EDITION, LA QUINTA DELLA SESTA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 120° ALL TIME!

Questo è il gruppo LES ITALIENS della PANDIANI EDITION con ENRICO PANDIANI nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo LES ITALIENS dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo POLVERE.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo POLVERE.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi QUATTRO racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da ENRICO PANDIANI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo per eccesso, quindi in questa occasione ho deciso di ammettere un racconto in più rispetto al solito.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti RANK DELLA SESTA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Inoltre ho provveduto a posizionare i due racconti con MALUS MINIMO in modo che fossero uno per gruppo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo LES ITALIENS:

Mille colpi di pistola, di Linda De Santi, ore 23.42, 3563 caratteri
Casus belli, di Diego Martelli, ore 23.47, 3758 caratteri
L’equilibrio, di Massimo Tivoli, ore 00.43, 3698 caratteri
Il Grande Vortice, di Filippo De Bellis, ore 00.58, 2871 caratteri
Tradizioni, di Rouge Rogue, ore 00.24, 2929 caratteri
Il mio quartiere, di Maria Rosaria Del Ciello, ore 23.07, 2748 caratteri
Abusivi, di Alexia Bianchini, ore 22.22, 2910 caratteri
Al volante, di Dimitri La Rosa, ore 22.47, 2786 caratteri
Tutto sa di pollo, di Marco Travaglini, ore 01.19, 3312 caratteri MALUS 4 PUNTI

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 27 SETTEMBRE per commentare i racconti del gruppo POLVERE. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 SETTEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i NOVE racconti del POLVERE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete DICIASSETTE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo POLVERE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA PANDIANI EDITION A TUTTI!



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Laura Cazzari
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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 18 settembre 2018, 20:46

1. Mille colpi di pistola
2. Tutto sa di pollo
3. Casus Belli
4. Tradizioni
5. Il grande vortice
6. Al volante
7. Il mio quartiere
8. Abusivi
9. L’equilibrio

Mille colpi di pistola.
Ciao Linda l’idea della tua storia mi è piaciuta. La ragazza aragosta mi ha ricordato un sacco il Dottor Zoidberg di Futurama e mi ha fatto sorridere. Mi è piaciuto il conflitto interiore del paradosso che avviene nella mente dell’agente. L’amore può superare una legge che vieta il contatto tra diverse razze? L’unico difetto che ho trovato è nel finale. Forse è solo un problema mio, ma non mi è chiaro a chi spari l’uomo e il perché. Alla ragazza? Perché non potevano stare insieme? Una sorta di Romeo e Giulietta moderni? L’agente si disattiva perché non c’è più pericolo? Forse con una frase in più sarebbe stato tutto più chiaro, comunque complimenti.

Casus Belli
Ciao Diego l’idea alla base del tuo racconto mi ha intrigato un sacco. L’ho trovata una tematica tremendamente attuale e sono sicura che molte persone al giorno d’oggi sarebbero d’accordo con il consigliere e con il tracciamento del DNA. Anche i due protagonisti mi sono piaciuti molto, sei riuscito a renderli appieno in poche righe descrivendoli solo attraverso le loro azioni. Ho solo da farti due appunti, il primo è che ho trovato la parte della cifratura del pad un po’ caotica e mi sono un po’ persa. Il secondo è che in alcuni punti non riuscivo a seguire bene la trama e dovevo tornare indietro a rileggere la frase che forse qualche volta non era molto scorrevole. Per il resto secondo me il tema è centrato appieno.

L’equilibrio
Ciao Massimo, quello che mi è piaciuto del tuo racconto è che hai affrontato il problema da un altro punto di vista. Non hai analizzato la classica comunità che incita alla xenofobia, ma una società che “obbliga” ad andare d’accordo. Questo mi ha trasmesso il messaggio che se è sbagliato additare il diverso è altrettanto sbagliato obbligare le persone ad integrarsi. Mi piace l’idea che sta alla base dei tuoi wak: mutaforma/simbionti, che per me simboleggia il fatto che possiamo adattarci a tutto, se lo vogliamo. Tuttavia ho avuto un po’ di difficoltà a seguire la storia. Ho dovuto rileggere il racconto più volte e ancora adesso non mi è del tutto chiaro. Infine il finale forse poteva essere esposto diversamente. In questo modo sembra un po’ una morale “appicciata” al fondo della storia, come nei vecchi episodi di He-man, non so se hai presente! :)

Il grande vortice
Ciao Filippo, ho adorato la storia che hai creato intorno al Maelstrom. Mi ha dato l’impressione che mi stessi raccontando una leggenda e, secondo me, questa idea dovresti svilupparla in una storia più lunga. Il tuo racconto è diverso dagli altri perché sembra che tu abbia voluto dare uno scorcio di vita reale in una città multietnica. Un classico dialogo tra pescatori, niente di più, niente di meno. Uno squarcio di quotidianità come ce ne saranno in tutte le città multiculturali. Forse l’unico aspetto negativo è che non sono tanto riuscita ad entrare nella storia. Ti segnalo, infine, qualche refuso nelle prime righe.

Tradizioni
Ciao Flavia, ho adorato il fatto che tu abbia voluto associare un evento tipicamente locale come la sagra al tema delle città multietniche. Una contrapposizione davvero azzeccata. Inoltre adorando cucinare anche cibi etnici, mi piace il messaggio che a volte è il cibo ad unirci tutti. Ti segnalo solo che nel racconto ci sono un po’ di refusi sparsi. Comunque il tema mi sembra centrato in pieno e ho apprezzato che tu abbia scritto in dialetto.

Il mio quartiere
Ciao Maria Rosaria, il titolo del tuo racconto già mi stuzzicava un sacco. Con la tua storia, trovo che tu sia riuscita a rendere, in uno spazio limitato, quello che attualmente sta accadendo nei vari Stati. Un tempo si parlava di “Unione Europea” e adesso si parla di Brexit e di individualità. Non siamo più in grado di guardare a noi come una collettività, ma riusciamo solo a issare muri che ci separino dal resto del mondo. È questo il messaggio che ho letto nel tuo racconto. E la perplessità del tuo protagonista è la mia stessa perplessità. Trovo che in poche frasi tu sia riuscita a descrivere bene i due personaggi e il clima che si respira a Marconi City.

Abusivi
Ciao Alexia, leggendo la tua storia il senso di disagio e di rabbia del protagonista traspare appieno. In poche righe sei riuscita a realizzare una fotografia perfetta della scena. Forse solo la storia l’ho trovata un po’ povera e alcune concetti secondo me non erano molto chiari. Quale olocausto? Chi sono le persone arrivate? È gente che arriva da un’altra epoca? Forse dilungandoti un pochino di più in alcuni punti il racconto avrebbe reso molto di più.

Al volante,
Ciao Dimitri, caspita non avevo mai letto nulla di simile. La tua scrittura non è classica, è più un flusso di pensieri e immagini. È difficile starti dietro. Ho riletto il racconto più volte e comunque non ne sono venuta a capo. Le immagini non riescono a formarsi nella mia testa, ma forse il tuo intento era proprio questo. Il problema è che non sono neanche riuscita a capire se hai rispettato il tema o no. Mi piace l’idea del protagonista al volante e di immagini che sfuggono. Le frasi corte rendono l’idea di confusione, di velocità e apprezzo la loro originalità, ma trovo che alla fine il lettore, invece di ottenere qualcosa su cui riflettere riceve solo confusione. Secondo me, senza cambiare lo stile, ma solo alcune frasi, avresti potuto fare centro.

Tutto sa di pollo,
Ciao Marco, penso di aver riso per due minuti buoni dopo aver letto il tuo racconto. È sia esilarante che geniale. Già il fatto che uno dei due personaggi sia un pollo, come ti è venuto in mente?? :). Il tuo stile di scrittura è fluido e fresco, e il modo in cui hai trasmesso la morale mi ha davvero esilarato. Non sono sicura che il tema sia centrato appieno, ma sicuramente hai vinto per originalità.
Laura Cazzari

alexandra.fischer
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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » martedì 18 settembre 2018, 21:30

Buonasera, ecco i miei commenti e relativa classifica


MILLE COLPI DI PISTOLA di Linda de Santi Storia interessante, di un amore andato male (uomo-ragazza aragosta). La città multietnica è ben resa in pochi tratti (l’agente cyborg 766, il Comitato della Rettitudine, e il controllo sulle vite degli altri). Mi piace l’idea di vedere la storia attraverso il punto di vista dell’agente cyborg, stupefatto dal paradosso di un amore che infrange la regola (gli argus e gli umani non devono avere contatti). Bello il finale con l’agente cyborg che si disattiva senza aver risolto il paradosso e i colpi di pistola sparati dall’uomo deluso in amore. Le scritte sui muri e i bidoni della spazzatura mostrano le imperfezioni del tuo mondo distopico.

CASUS BELLI di Diego Martelli Il tema della città multietnica qui è reso con un delitto che l’ispettore fa insabbiare per evitare spiacevoli provvedimenti da parte del consigliere (mappatura del dna per liberare la città dagli abitanti di diverse etnie che vi hanno creato un vero e proprio crogiolo di razze) per vendicare una vittima eccellente (da come ne parli, presumo si tratti di un uomo politico, rimasto a casa per motivi sentimentali e piuttosto imprudente, al punto di rifiutare la scorta). L’allusione al Comitato della Razza è più che mai attuale (c’è appena stato l’ottantesimo anniversario delle Leggi Razziali del 1938). Bello il finale, in cui l’ispettore, di origine inglese, chiede ad elementi fidati aiuto per insabbiare il caso usando più lingue. Nel tuo mondo, la diversità delle varie razze va tenuta nascosta.

L’EQUILIBRIO di Massimo Tivoli Storia visionaria, molto cyberpunk. Io la trovo molto efficace nel rendere la città multietnica, con le sue ombre (penso a Ciro, stanco dei wak e del lavoro in fabbrica). Mi ha colpita molto la punizione inflitta a lui e al suo wak di fiducia (diciotto anni di isolamento dal loro mondo distopico), che arrivano a fondersi in un polimorfo di tipo femminile per fare sì che l’Equilibrio si mantenga. La sorpresa finale è che si tratta di una ribellione voluta da Ciro (tolleranza alla diversità sì, ma senza il controllo dall’alto), talmente ben congegnata da ingannare il Presidente.

Attenzione a: dorsi di tartarughe d’ebano (scriverei: i dorsi di tartarughe d’ebano)

IL GRANDE VORTICE di Filippo De Belli la tua città è multietnica: lo si capisce dalla parlata dei marinai sotto la finestra del protagonista (il quale ha perso da poco la madre e ricorda l’allusione di lei al Maelstrom e a come se ne si possa uscire, stringendo un patto con il Maligno e le cui onde altissime possono toccare il quarto piano di una casa) i quali parlano della loro esperienza con il Maelstrom (chi ne è uscito perdendo i compagni, chi è sopravvissuto abbastanza per vedere gli occhi del mostro che lo scatena, chi ci è passato accanto senza affrontarlo) ma anche di luoghi legati alla memoria marinaresca (il Faro di Alessandria), a città leggendarie (l’isola mezza emersa e mezza sommersa) e ai miti del mare (le sirene). Bello il finale, in cui il protagonista decide di mettersi per mare e bella anche l’immagine dell’onda marina sul muro della stanzetta di lui, scomparsa dopo la morte della madre.


TRADIZIONI di Rouge Rogue Mi piace la tua resa della città multietnica in cucina e precisamente nelle sagre paesane, ma anche attraverso la cucina in genere (vedi la panzanella, l’allusione alla crostata preparata dalla madre di Adjel, come pure il cinghiale). La cena dei lavoratori non si può saltare, e la salvano Miguel e Adjel (uno marocchino, l’altro brasiliano: grati per aver lavorato per Roberto e Neno, intendono arricchire la panzanella della cena integrandole con specialità dei loro paesi). Chissà l’invidia del Marconi figlio, ristretto alla sua sagra del cacciatore, nella quale non li ha voluti. Da ammirare l’estro di cuoca della madre di Adjel, brava al punto da preparare una crostata tale da piacere all’esigentissimo Neno. C’è tutta la ricchezza della diversità. Bella la resa del linguaggio toscaneggiante. Indovinati i dialoghi (ricostruiscono tutto un piccolo mondo).

IL MIO QUARTIERE di M.R Del Ciello La città multietnica nella tua storia si rivela un fallimento. Roma decide di bandire la diversità dai propri quartieri, frazionandoli (c’è il progetto di renderli autonomi, con tanto di moneta, lingua ufficiale ed esercito…intanto si comincia con una card che dà diritto a sconti e con il coprifuoco). Per il protagonista, rimasto lontano da Roma due anni per motivi di studio, è una doccia fredda. Il suo quartiere (Marconi City), avrà anche i cassonetti puliti, ma chi vive è indurito (vedi il commerciante, passato dagli ingredienti del cibo orientale a generi più tradizionali e incattivito contro il diverso, vedi la vecchina impaurita che avverte il protagonista di fa presto a rientrare a casa). Da brividi! Complimenti.
Attenzione a: Dì (scritto così vuol dire giorno, per scrivere l’imperativo del verbo dire al presente: Di’)

ABUSIVI di Alexia Bianchini Che bel racconto! L’idea di un portale temporale voluta dal primo cittadino per riempire i vuoti lasciati dall’olocausto di Delta 7 è molto intrigante. Il fallimento della città multietnica è dovuta a una diversità impossibile da amalgamare, perché il passato si è cristallizzato in tradizioni ingessate (i ritornanti non hanno neppure imparato la lingua dei nuovi e c’è caos, sovraffollamento). Bello il finale, con il protagonista determinato a cancellare il problema distruggendo il portale.


Attenzione: a lavoro (si scrive: al lavoro)
Scriverei primo cittadino in maiuscolo per ribadirne la carica.


AL VOLANTE di Dimitri La Rosa Presumo di aver capito che la tua storia è un collage di perversioni sessuali viste dall’occhio di un censore che le punisce, arrestandone gli esecutori. E anche che il protagonista è uno studente che fa quel lavoro alternandolo alla scuola (frequentata con esiti poco brillanti). Il tuo stile è futurista e mostra una città multietnica (i pervertiti sono di tutte le razze). C’è anche uno scorcio di città dalle opere kitsch. Non è male come stile, ma non è proponibile su storie di grande lunghezza a meno di intervallarlo con qualcosa di più del personaggio (frasi iniziali nelle quali parla di se stesso, o qualche mail o articolo di giornale lo fanno per lui).


Attenzione: togliere un il (dalla frase il fumo esce)
Langerie (si scrive lingerie)





TUTTO SA DI POLLO di Marco Travaglini Storia scoppiettante: il ricco protagonista che detiene il monopolio delle sigarette al mentolo è umiliato da un pollo saccente (di razza Chabo, si ritiene il depositario di un’antica cultura e ha palato per le sigarette, frega quelle al mentolo all’umano dopo che questi ha provato a turlupinarlo con la varietà “gusto Pollo Modenese”). Il tutto è una metafora sulla città multietnica, che accoglie in sé diversità di vario tipo (umanità di tutti i colori, tradizioni come i bucatini e gli hamburger rossi) non sempre colte dai diversi stessi (per il pollo, sigarette al mentolo a parte, tutto sa di “pollo”, ossia è uniforme).

LA MIA CLASSIFICA (soffertissima, siete ottimi scrittori tutti quanti) è:


ABUSIVI di Alexia Bianchini

TUTTO SA DI POLLO di Marco Travaglini

L’EQUILIBRIO di Massimo Tivoli

IL GRANDE VORTICE di Filippo De Belli

CASUS BELLI di Diego Martelli

MILLE COLPI DI PISTOLA di Linda de Santi

IL MIO QUARTIERE di M.R Del Ciello

TRADIZIONI di Rouge Rogue

AL VOLANTE di Dimitri La Rosa

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Emiliano Maramonte
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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 20 settembre 2018, 23:50

Ecco la mia classifica con i commenti. Le prime 5 posizioni sono state davvero difficili da definire. Ho riletto più volte i racconti, rivalutato alcuni parametri, esclusi altri... Alla fine ho dovuto fare delle scelte soffertissime...

1. Il mio quartiere di M.R. Del Ciello
2. Tutto sa di pollo di Marco Travaglini
3. Mille colpi di pistola di Linda De Santi
4. Casus Belli di Diego Martelli
5. L'equilibrio di Massimo Tivoli
6. Abusivi di Alexia Bianchini
7. Il Grande Vortice di Filippo De Bellis
8. Tradizioni di Rouge Rogue
9. Al volante di Dimitri La Rosa




Mille colpi di pistola di Linda De Santi

Bene bene... A ogni edizione mi ritrovo a dire sempre le stesse cose sui tuoi racconti: scrittura sempre al top, intuizioni che lasciano il segno, trame notevoli e intelligenti... Questo racconto, dunque, supera ampiamente la sufficienza. Hai affrontato il tema del torneo attraverso lo sguardo della fantascienza (che ti è congeniale...) e hai costruito un intero universo distopico in 3700 caratteri. Brava. Però le domande restano tante. Come mai queste deformità? Perché tutte queste razze? Alieni? Ingegneria genetica sfuggita al controllo? E poi: perché all'improvviso una specie di rivolta? Gli umani vogliono rovesciare un regime "mostruoso"? Oppure è semplice odio razziale verso i diversi? Sono punti un po' oscuri che se da un lato rendono affascinante il racconto, dall'altro ti lasciano perplesso. Assai bizzarro l'inganno amoroso dell'umano per dare avvio alla rivalsa... questo fa capire la situazione di tensione in cui le razze di questa città multietnica si trovano a vivere, fino al parossismo.
Molto interessante anche il "paradosso" dell'Agente di Controllo, non facile da risolvere...

Piccola precisazione: nell'incipit trovo esagerata l'espressione "cigolio fragoroso". Ma è solo un'impressione personale...

Casus belli di Diego Martelli

Grande piacere rileggerti! Parto dall'aspetto squisitamente tecnico. Nulla da eccepire sullo stile e sulla narrazione (salvo qualche ritocco qua e là per alleggerire dei passaggi), assai fluido e condotto con mano abbastanza felice.
All'inizio la storia mi ha spiazzato, nel senso che sembrava un fatto di cronaca attuale, poi leggendo oltre, ho cercato di collocare la trama in un qualche tipo di contesto futuro. Sembrava "fantascienza", poi mi sono detto che il tutto poteva essere inquadrato in una sorta di satira dei nostri tempi, neanche tanto esagerata. In fondo, non hai fatto altro che esasperare gli agenti che operano in questo periodo storico, costruendo una distopia MOLTO vicina al nostro presente.
Azzeccate le figure contrapposte del consigliere e dell'ispettore, stereotipi di sicuro, però ben tratteggiati, del potente che si sente onnipotente e passerebbe sopra a tutto pur di ottenere biechi risultati e del buono che sta dalla parte della giustizia e che prepara l'inevitabile riscossa. Qualche battuta di troppo sopra le righe ed eccessivamente enfatizzata, quasi caricaturale, da parte del consigliere (ma potevi scegliere un nome meno "anonimo"?), rendono, soprattutto nella parte centrale, la lettura un po' oziosa.
Centrato sicuramente il tema e finale non facilmente prevedibile, ma, per cosi dire, telefonato.
Nel complesso una piena sufficienza tendente al sette.

L’Equilibrio di Massimo Tivoli

Si riconfermano qui gli elementi del tuo stile di scrittura: visionarietà, sequenze forti, incisive e colorate, scenari apocalittici e inquietanti, personaggi strani ma disperatamente umani.
Solo per questo, il racconto si meriterebbe un bell'8, anche perché tutta la prima parte, incredibilmente suggestiva con quel volo su un paesaggio alieno illuminato da due lune, invoglia a continuare la lettura. Anche l'idea di fondo è, a suo modo, geniale: il lavoro standardizzato svolto, però, con il sostegno di mutanti/simbionti che sono, per loro stessa natura, dei "diversi" ai quali viene imposto di integrarsi in un Equilibrio tanto auspicabile quanto fragile e terrificante.
La storia scorre molto bene con il confronto tra le creature, nel locale di Sergey, che fa emergere un tema universale, attualissimo oggi come in futuro: come rapportarsi all'altro? Come accettarlo? Come vivere in equilibrio? La soluzione che hai scelto è originale e insieme bizzarra; una totale integrazione che però conduce a un miglioramento reciproco. Ma questo miglioramento è spontaneo o eterodiretto? Tutto molto inquietante.
Il paragrafo finale quantunque simbolicamente interessante, è un po' tirato via, si cincischia troppo sulla filosofia della tolleranza, e l'amalgama finale diventa una sorta di spiegone, quasi una lezioncina narrativamente antipatica.
Peccato perché con un finale meno "dottrinale", sarebbe stato un racconto notevole.
Sia ben chiaro: niente affatto male anche così, ma si poteva fare meglio, e tu hai spiegato bene che la stanchezza, purtroppo, ti ha giocato un brutto scherzo.

Il Grande Vortice di Filippo De Bellis

Finito di leggere, sono rimasto interdetto. Indubbiamente una storia suggestiva che cerca di narrare una leggenda o una serie di leggende di pescatori. Il cuore della trama sono le voci, reali o immaginarie, che il protagonista ascolta con trepidante fascinazione. E proprio questa parte, per quanto suggestiva, mi ha annoiato, dandomi la strana sensazione che la storia stesse un po' scantonando dal tema e, secondo me, se n'è discostata. Non che non sia scritta bene, nel complesso, lo stile è sognante e "notturno" e regala buone immagini di paesaggi marini al chiar di luna (io ho immaginato una notte di luna piena con riflessi argentei sulle acque e tra le onde...) e atmosfere rarefatte ed estranianti. Eppure non sei riuscito a coinvolgermi. Forse ho mal interpretato, forse non è il mio genere, forse sono semplicemente gusti, chissà, ma non mi ha entusiasmato, anche se la trama ha del potenziale.
Un paio di considerazioni tecniche: se decidi di utilizzare i trattini per il discorso diretto, non chiudere le frasi con altri trattini; si usa solo quello iniziale. Poi quel "fa" con l'accento verso la fine urla! Ma spero sia stata una svista dovuta all'ora tarda e alla stanchezza...


Tradizioni di Rouge Rogue

Non voglio fare giri di parole: il racconto non mi è piaciuto. A sprazzi godibile, okay, giocato tutto sui dialoghi, tra l'altro in toscano, parlata di per sé simpatica e divertente. Il tema della diversità c'è, per carità, con un accenno a un problema sociale senza età e senza soluzione dello sfruttamento degli extracomunitari; okay, si fa riferimento a tradizioni, al confronto tra diverse culture, alla tolleranza e al rispetto degli altri... Eppure non sono riuscito a entrare in sintonia col testo. Sarà che sopporto poco i racconti costruiti per il 99% sui dialoghi, sarà che ci sono diversi refusi e imperfezioni, sarà che l'esposizione di tradizioni, usanze e ciarlerie di paese mi hanno alquanto annoiato... fatto sta che non sono riuscito ad apprezzarlo, magari come potrebbe sicuramente fare qualcun altro e come qualcuno ha già fatto.
Non me ne volere, ma forse è un problema solo mio.
Almeno, però, il tema del torneo è stato centrato.


Il mio quartiere di M.R. Del Ciello

Dico subito che il tuo racconto mi ha inquietato e mi ha lasciato addosso (anche diversi minuti dopo la lettura), un senso di frustrazione e di impotenza per il protagonista, il quale non fa che affermare i propri diritti, nella propria città, nel proprio luogo naturale. Eppure qualcosa di incredibile è accaduto: si sono esasperate le diversità, l'uomo si è incattivito fino a negare uno sconto irrisorio a un compaesano e a sbandierare con orgoglio un solipsismo sociale da far venire i brividi. La città multietnica, quindi, non è quella classica piena di razze e colori che ci si potrebbe immaginare pensando al tema del torneo, bensì una città la cui identità si frantuma e che produce una multietnicità negativa. In questo il racconto è geniale, nella sua ricorsività. Bello anche il finale, in cui il lettore vive concretamente gli effetti di questa follia disgregativa: addirittura un coprifuoco... e chissà cos'altro!!!
Poco da rilevare sul fronte dello stile di scrittura, pulito e godibile fino alla fine. Però permettimi un paio di suggerimenti.
- "Il tipo, uno stuzzicadenti che oscillava da un angolo all'altro della bocca, continuava a evitare il mio sguardo." Questa frase non funziona. All'inizio pensavo che il tipo fosse magro come uno stuzzicadenti. Per eliminare l'inconveniente bastava aggiungere un "con" dopo "Il tipo"... e "gli" prima di oscillava.
- Come è già stato rilevato da qualcuno prima di me, " di' " e non "dì"
- "Lungo la strada una strana sensazione si impadronì di me. Come di essere seguito. Mi voltai più volte [...]" Il punto non ha molto senso dopo "si impadronì di me", è brutto messo così, si tronca una frase che contiene molta tensione e va letta tutta di seguito. Quel punto spezza la tensione. E poi nota l'assonanza "voltai" "volte".
Con una decina di minuti in più di rilettura, il racconto sarebbe stato perfetto. Ma va già bene così. Storia intelligente e ben scritta. Ben oltre la sufficienza.


Abusivi di Alexia Bianchini

Ancora una volta, in questa edizione, è stato adottato l'espediente della fantascienza per riflettere su questioni attualissime e per suggerire delle soluzioni.
Tutto sommato il racconto si fa leggere, non ha picchi clamorosi ma neanche cadute particolarmente significative. L'idea di fondo è carina e credo, inedita: l'uso di un varco temporale per salvare l'umanità e per "rimpolparla". Questo però forse ha causato più problemi di quanti ne abbia risolti. Confusione, sovraffollamento, caos, impossibilità di integrazione tra culture di epoche diverse, intolleranza, mancanza di spirito di solidarietà. Nel testo, a tratti, riecheggiano situazioni e realtà che purtroppo viviamo nel tempo presente e che, in questo racconto, sono semplicemente esasperate e viste attraverso la lente deformante della letteratura fantascientifica. In fondo l'umanità è questa e, ahimé, si trascinerà sempre per i secoli a venire, gli stessi problemi. Triste e pessimistica conclusione.
Sotto il profilo tecnico, la prosa mi è parsa un po' pesantuccia, nel senso che alcune frasi potevano essere snellite anche solo con un paio di riletture. Esempio:
- "Il vociare assordante degli altoparlanti si mischia alle grida dei passanti, alle loro bocche che costantemente ruminano la colazione mentre di fretta corrono attraverso un fiume umano." Questa frase indispettisce il lettore. Togliere l'avverbio "costantemente" (il concetto di ruminare già reca in sé il significato di una masticazione costante...), e togliere "di fretta", perché il verbo "corrono" già sottintende un affrettarsi urgente.
- "Mi guardo intorno, tra queste facce sconosciute, per vedere se fra i volti identifico qualcuno, ma c’è il solito marasma." Brutto "per vedere se fra i volti identifico qualcuno", potevi scrivere "Mi guardo intorno, perso tra questi sconosciuti, ma non riconosco nessuno: c'è il solito marasma".
Mi fermo qui. Per me il racconto vale una sufficienza.


Al volante di Dimitri La Rosa

Provate a mettervi di fronte a un quadro di Lucio Fontana o a una “accumulazione” di Arman o al barattolo della “merda d’artista” di Piero Manzoni… cosa vedete? Un’opera? Un’idea? Un concetto? Una presa per i fondelli? Dipende.
Me lo sono chiesto dopo aver letto e riletto questo non racconto, questo flusso rabberciato di parole accumulate che rimandano a un tentativo di costruire qualcosa, di tirare fuori un senso da una massa (quasi) informe di immagini e, perché no?, deliri.
Sembra un viaggio compiuto in uno stato mentale alterato, alla ricerca di qualcosa, di perversioni e di altro che non sia la noia, ma non lo è, perché la narrazione, il flusso, si perdono in tante parole, in un dire che vuole farsi narrativa, ma degenera in un ibrido indefinibile.
Il tema del contest è nascosto nel profluvio di concetti e lo si scorge a tratti, ma è perso anch’esso nel gran mare di input che l’autore spara nel cervello del lettore.
Come valutare, dunque, questo testo? Nient’altro per quello che è (e lo si capisce dalle mie premesse), ossia un tentativo di fare “avanguardia” ma che equivale a macchiare una tela immacolata con schizzi di pittura e ambire a elevarla a opera. Diffido da simili operazioni “artistiche”, quindi boccio questo racconto.

Tutto sa di pollo di Marco Travaglini

Questo racconto mi ha fulminato per lo stile farsesco e satirico, per la prosa veloce e diretta, senza fronzoli, per il modo coraggioso con cui hai provato a far rientrare nel tema una storia che tutto pareva fuorché una storia multietnica! Eppure si legge con molto piacere, con ritmo godibile fino alla fine, con un pollo evoluto che fa la morale, fa il furbo, il manigoldo e si permette pure di dare lezioni di diversità, giungendo alla conclusione che, alla fin fine, fuori possiamo essere qualsiasi cosa (persino un pollo parlante) ma dentro siamo tutti uguali, com'è giusto che sia.
Se proprio devo cercare il proverbiale pelo nell'uovo, direi che proprio la velocità della trama va a discapito della comprensione immediata dei vari passaggi, soprattutto nel finale, dove c'è la morale che chiude il cerchio del tema.
Comunque ottima prova!

In bocca al lupo a tutti!

Krum_Krum
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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » venerdì 21 settembre 2018, 12:50

Ecco la mia classifica. Non è stato facile redigerla e probabilmente sarò stato ingiusto con alcuni e troppo buono con altri; tutto in buona fede. Ho evitato di leggere prima i commenti degli altri scrittori per non influenzare il mio giudizio. In ogni caso complimenti a tutti e in bocca al lupo!

1. Tutto sa di pollo – Marco Travaglini
2. Mille colpi di pistola – Linda de Santis
3. Abusivi – Alexia Bianchini
4. Tradizioni – Rouge_Rouge
5. l’equilibrio – Massimo Tivoli
6. Il mio quartiere – M. R. Del Ciello
7. Casus belli – Diego Martelli
8. Il grande vortice – Filippo de Bellis
9. Al volante – Dimitri la Rosa

Mille colpi di pistola – Linda de santi

Un bel racconto che mescola fantascienza e amore in maniera equilibrata. Lo stile della scrittura è ottimo, asciutto ed efficace, supportato da invenzioni creative e interessanti come, ad esempio, la pena commisurata ai minuti di fuga, o il “mi dispiace” detto prima di fare fuoco su Agente di Controllo 766. Questo micromondo di idee funziona anche grazie a un macromondo solido, che ci fa intuire una società in cui l’amore diventa paradosso e che si risolve nella lotta per la libertà. Una lotta, tuttavia, che non si configura come cieca rabbia, ma nasconde al suo interno un’umanità profonda, tutta contenuta in quel “mi dispiace” pronunciato prima di uccidere.

Casus belli – Diego Martelli

Racconto che centra sicuramente il tema, ma non mi soddisfa a pieno. L’idea alla base è interessante, ma c’è poco altro di intrigante; i personaggi sono stereotipati e i dialoghi anche, poco naturali e convincenti. L’unico punto in cui il racconto fa un guizzo è sul finale che, tuttavia, risulta un po’ caotico e forse andrebbe scritto con più cura, magari togliendo spazio alla parte centrale.

L’equilibrio – Massimo Tivoli

L’equilibrio interraziale funziona. È un’idea intrigante che offre numerosi spunti e che sei riuscito a descrivere tramite un mondo fantascientifico convincente. Il problema più grande, a mio avviso, sta nei dialoghi esageratamente stereotipati e che tentano di spiegarci come funziona questo universo piuttosto che far progredire storia o personaggi. Un altro grande problema è il finale, che non colpisce come vorrebbe. Ma soprattutto, cosa diavolo è una sonda facocero? Secondo me avresti dovuto incentrare il racconto su questa sonda.

Il grande vortice – Filippo de Bellis

Interessante interpretazione del tema, che vede un mondo marinaio come città multietnica, che si riunisce attorno alla leggenda del grande vortice. Purtroppo però manca uno sviluppo narrativo interessante. I dialoghi sono a tratti piacevoli, e i racconti attorno al maelstrom possono fare simpatia, ma manca un elemento che renda il racconto davvero avvincente.

Tradizioni – Rouge_Rouge

Creativo l’approccio alla commistione di culture attraverso la cucina e, in particolare, attraverso la contrapposizione di generazioni diverse, con i vecchi di paese che accettano tra le loro fila dei giovani stranieri. Un punto in più per l’aver scritto un racconto di soli dialoghi che, forse con qualche alleggerimento qua e là, scorrono bene e restituiscono tramite il dialetto una certa naturalezza. Il passaggio che ho preferito è quello in cui Neno (bel nome) si dimostra disposto a mangiare con le mani, a costo di far rivoltare nella tomba “quella merda del Marconi”, pur di avvicinarsi alla novità della cucina di Adjel e Miguel.

Il mio quartiere – M.R. Del Ciello

Inquietante al punto giusto. L’idea dei tiratori scelti lungo il Tevere funziona e colpisce, così come quella della moneta autonoma e del coprifuoco. I dialoghi funzionano, anche se in alcuni punti potrebbero essere resi più naturali. Una cosa però mi fa storcere il naso: il protagonista non si è mai accorto del coprifuoco e dei cecchini sul Tevere? Se davvero è un abitante del quartiere mi sembra strano che cada così tanto dalle nuvole. Per il resto, un buon racconto.

Abusivi – Alexia Bianchini

Bellissima idea; mi ricorda “Exit west” di Mohsin Hamid, anche se lì i portali sono spaziali e non temporali. All’inizio ci troviamo di fronte a un mondo normale con la metropolitana e il suo flusso costante di gente. Poi vengono introdotti i portali temporali che scombussolano ogni nostra aspettativa, come scombussolano il mondo in questione. “Dopo l’olocausto i pochi superstiti hanno lavorato per tornare indietro nel tempo” mi ha lasciato spiazzato e ha mantenuto vivo l’interesse nella lettura. Il finale forse, non riesce a chiudere con lo stesso effetto, ma funziona. Complimenti.

Al volante – Dimitri la Rosa

È giusto sperimentare in uno spazio come minuti contati, nel quale si può sbagliare in tutta tranquillità. Purtroppo però stavolta la sperimentazione non ha funzionato. Ho trovato il racconto poco comprensibile e pieno di refusi. Tentare qualcosa di nuovo e spiazzante è lecito, ma attento a non confondere la sperimentazione con la sciatteria. In ogni caso continua a provarci e col tempo sono sicuro che arriverai al giusto effetto; si vede che sai scrivere.

Tutto sa di pollo – Marco Travaglini

Ok. Ho appena letto un racconto con un pollo come protagonista e dispensatore di verità. Mi hai conquistato, devo ammetterlo. Probabilmente era una trappola e io ci sono caduto come un pollo, ma non posso fare a meno di dire che mi sono divertito a leggere questo racconto. La scrittura è fluida, il tema è centrato e l’approccio è decisamente creativo. Complimenti quindi per idea e resa, entrambe buone, che vanno a formare un racconto breve ma godibilissimo.

Stefano Pastor
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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 23 settembre 2018, 16:20

Ecco anche i miei commenti. Premetto che i primi quattro racconti li considero a pari merito ed è stato molto difficile stilare una classifica, li avrei voluti tutti al primo posto. Ma anche gli altri sono molto belli. Complimenti a tutti!

1) MILLE COLPI DI PISTOLA
2) IL MIO QUARTIERE
3) ABUSIVI
4) TUTTO SA DI POLLO
5) CASUS BELLI
6) L'EQUILIBRIO
7) IL GRANDE VORTICE
8) TRADIZIONI
9) AL VOLANTE

MILLE COLPI DI PISTOLA

Molto bello. Bella la storia e l'immagine che hai creato. Prevedibile, ma in questo caso è un punto a favore. Buon ritmo per tutto il racconto e ottima chiusura. Un’interpretazione del tema molto fantasiosa, ma centrata. Forse il robot è un po’ troppo umanizzato, ma va bene lo stesso. Il podio è assicurato.

CASUS BELLI

Niente male. All'inizio non sembrava molto originale, con personaggi un po' stereotipati, ma nel finale si rialza parecchio. L'insabbiamento del caso da parte dell'ispettore arriva inatteso ed è una svolta piacevole. Un po’ troppo sopra le righe il personaggio dell’antagonista, che mi ricorda parecchio un certo personaggio politico.

L'EQUILIBRIO

Sicuramente una storia molto originale e piena di fascino. L'idea di base è molto interessante, questa convivenza imposta tra razze completamente diverse. Però a mio avviso il racconto ha due limitazioni. La prima nel tempo-spazio. Ovvero sarebbero occorsi molti più caratteri per tratteggiare il mondo che avevi in mente. In un racconto tanto corto si fatica a comprendere bene. La seconda è purtroppo il finale, molto poco incisivo, quasi aggiunto di forza.

IL GRANDE VORTICE

Suggestivo. L'ambientazione leggendaria difficile da inquadrare incuriosisce parecchio. Le chiacchiere dei marinai riportano la storia su un piano più materiale, ma resta comunque una confusione di fondo irrisolta. Immagino la scena, ma più che un racconto sembra solo la pagina di un libro molto più lungo. Il tema è appena accennato.

TRADIZIONI

Cucina multietnica, tema azzeccato. Apprezzo che la situazione venga inquadrata attraverso i dialoghi, senza lunghe spiegazioni. Per contro sono proprio i dialoghi, non molto brillanti, ad appesantirla. Mi rendo conto che è solo uno spaccato di vita, molto realistico, ma proprio per questo fatica a suscitare interesse.

IL MIO QUARTIERE

Altro che zombi, questo tuo futuro è senz'altro più apocalittico. E pure realistico. Ottima esposizione e dialoghi credibili. Scorrevole e in grado di tenere sempre desto l’interesse. Forse il coprifuoco finale è un pochino esagerato, ma ci può stare. Mai il futuro è stato così vicino. Davvero un ottimo racconto.

ABUSIVI

Un'idea molto buona, un'interpretazione del tema molto personale. Un'evoluzione della trama fino alla decisione finale. Un’altra particolare esposizione del tema proposto. Un meccanismo funzionante, anche se ammetto che le storie solo raccontate non sono le mie preferite. Ma con così pochi caratteri non si poteva fare molto altro.

AL VOLANTE

Se c'era un messaggio nascosto in questo racconto, purtroppo non l'ho capito. Procede per immagini, spesso slegate tra loro, per illustrare un mondo frenetico, probabilmente una comunità multietnica. Ma non arriva a niente, non mostra proprio nulla. Anche il punto di vista non è del tutto esterno, ma tende a giudicare. Sembra la sigla iniziale di Sense8, ma priva di un filo conduttore. Parecchi i refusi.

TUTTO SA DI POLLO

Sorpresa! Molto divertente. Carta vincente aver fatto di un pollo il protagonista. In un paio di punti ho perso la strada, ma poi l'ho ritrovata. La chiusura rende evidente l'aderenza al tema proposto. Ottimi dialoghi e bella costruzione. Bestie sagge i polli! Peccato che tutto sappia un po' troppo di pollo!

mezzomatto
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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 24 settembre 2018, 21:38

Premessa: sono stato piuttosto severo nei giudizi perché ho avuto l'impressione che il tema non sia stato colto in tutta la sua importanza. E' rimasto sullo sfondo, o come ambientazione o accettato come un mero dato di fatto. Le implicazioni morali e sociali della multietnicità sono state quasi completamente ignorate.

La mia graduatoria:

1. Il mio quartiere
2. Abusivi
3. Il grande vortice
4. Mille colpi di pistola
5. Casus belli
6. L'equilibrio
7. Tradizioni
8. Tutto sa di pollo
9. Al volante



Mille colpi di pistola
Una buona scrittura, con felici particolari, anche se, all'inizio le descrizioni sono un po' troppo fini a se stesse. Si tratta di una fuga e un inseguimento che possono adattarsi a qualsiasi situazione, realistica o fantastica.
Nel finale si sviluppa il tema asimoviano, il 'mito di riferimento', imperniato sul conflitto fra due leggi. Ma mentre in Asimov le tre leggi avevano tutte la stessa dignità, pur essendo disposte in scala gerarchica, in questo le due leggi sembrano nettamente antitetiche. Il conflitto non può quindi essere risolto dialetticamente. E infatti la soluzione è da far west, le pistole.
Sufficiente.

Casus belli
Io non direi che il tema sia colto e sviluppato. In definitiva potrebbe trattarsi di un conflitto politico qualunque fra due partiti, ognuno tendente a incolpare l'altro del delitto. Il tema richiedeva la multietnicità come requisito essenziale, e qui gli accenni sono scarsi e un pochino casuali. Il finale, con la conversione pad criptata è alquanto confuso.
Sfiora la sufficienza.

L'equilibrio
L'idea di base è interessante: l'integrazione forzata produce gli stessi risultati dell'intolleranza, cioè l'ostilità. Però il wak (tutti i wak?) appare (appaiono?) troppo invadenti. Qual è l'Equilibrio, l'ignorarsi, il semplice sopportarsi o la fraternizzazione obbligatoria? Il finale poi è un po' troppo 'morale della favola'.
Colpa senz'altro del tempo tiranno (anche i miei racconti ne risentono), ma il giuidzio è una sufficienza tirata per i capelli.

Il grande vortice
L'interpretazione del tema è alquanto criptica. La multietnicità non può risolversi solo in differenze di parlate o di credenze. L'atmosfera onirca è avvincente e coinvolgenrte, le frasi udite dal ragazzo rimangono però staccate e non ceeano un contesto credibile. Ciononostante l'impressione complessiva è gradevole e la lettura facile e leggera. Merita la sufficienza. Con un po' di tempo a disposizione e risistemato navigherebbe verso l'eccellenza.

Tradizioni
Non amo i racconti fatti di soli dialoghi e sopporto i dialetti solo quel poco che basta per fare colore. Quindi il mio, più che giudizio, è un pregiudizio. Però lo sviluppo, sia della narrazione, sia dell'espressività non mi hanno fatto cambiare opinione. Il tema c'è, senza dubbio, con tutte le difficoltà della convivenza multietnica, difficoltà che però sono piuttosto diluite e riconducibili a normali difficoltà di convivenza in qualsiasi comunità
In definitiva darei un giudizio insufficiente.

L mio quartiere
In questo racconto il dialogo porta avanti la storia, dando al lettore informazioni sull'ambiente in cui la storia si svolge. E l'ambiente è semplice, l'esasperazione del campanilismo che sfocia nell'autismo sociale. Il quartiere Marconi sta tornando al medio evo e alle città murate. E la causa di questa regressione è una sola, il rifiuto della diversità. Direi che il tema è pienamente centrato e lo strumento dialogo usato in modo corretto, anche se io avrei inserito più frasi descrittive, quà e là, fra le battute.
Giudizio: buono.

Abusivi
Un racconto fatto di suggestioni, di accenni, poco esplicito. Probabilmente come la percezione che abbiamo noi del fenomeno migrazione. Il racconto esprime il concetto che la città multietnica ci è sconosciuta. Colgo in questo il suo principale merito. La decisione fianle, quella di far saltare il portale, non risolve il problema, si limita a riportarlo alle condizioni di partenza. E questo è proprio quello che sembra accadere oggi, incapacità di affrontare mi problemi, solo desiderio di rimuoverli. In questo il racconto merita ampia sufficienza. Sull'espressività ci sono molte riserve: prosa un po' pesante, di faticosa comprensione, tendente alla descrizione più che all'evocazione.
Comunque: giudizio positivo.

Al volante
Ho letto, non ci ho capito nulla. Ho riletto sforzandomi di NON CAPIRE, ma solo sentire. Non ho sentito nulla. Mi dispiace, il mio codice comunicativo non ha punti di contatti con il tuo. Quindi non posso dare nessun giudizio, ma solo una domanda: che senso ha gridare (quello che ho sentito sono delle urla) se chi ti sente non ti può capire?
Giudizio: zero.

Tutto sa di pollo
La metafora non mi ha preso, colpa mia senz'altro, ma... così è la vita. Si vede che io sono all'estremo della gaussiana, ai bordi, lontano dalla media, non so se dal lato positivo o da quello negativo. Il fatto è che non sono riuscito a vedere altro che un pollo, e l'ho visto dal punto di vista di uno che si è fatto di lsd. Sarà perchè non mi piacciono le sigarette al mentolo. Quindi, giudizio negativo.

Nena
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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 25 settembre 2018, 11:18

1. Mille colpi di pistola
2. Abusivi
3. Tutto sa di pollo
4. Casus belli
5. Il Grande Vortice
6. Il mio quartiere
7. L'equilibrio
8. Tradizioni
9. Al volante


Mille colpi di pistola.
Ciao Linda, il racconto mi è piaciuto, la storia fra la ragazza aragosta e l'umano sembra inizialmente poter superare qualsiasi regola e legge in un mondo futuristico abitato da multirazze; ma aimé, come spesso accade nella concreta realtà, l'amore non vince su tutto e l'arroganza dell'essere umano di poter decidere della vita degli altri essere viventi ha, anche in questo caso, prevalicato violentemente.

Abusivi.
Ciao Alexia, ho trovato il tuo racconto molto originale, l'idea di creare un portale per ripopolare l'ormai quasi estinto pianeta é davvero fantasiosa. Si percepisce chiaramente l'esasperazione ed il senso di soffocamento che il protagonista sta vivendo ed alcuni momenti che hai descritto mi hanno ricordato situazioni sociali che pultroppo sono oggi molto attuali.
Ed il tema più che centrato.

Tutto sa di pollo.
Ciao Marco, il tuo racconto mi ha davvero divertito; l'idea del pollo é davvero esilarante.
Che dire.. tutto scorre in modo dinamico e pungente, le descrizioni sono ben fatte ed il tema direi ben sviluppato.
E tutto si conclude con una morale significativa: esteriormente saremo anche diversi gli uni dagli altri ma alla fine, dentro di noi, siamo tutti uguali. Od almeno dovremmo sforzarci di esserlo. Bravo.

Casus belli.
iao Diego, il racconto é dinamico e centra in pieno una delle problematiche sociali che purtroppo viviamo quotidianamente, quella dell'intolleranza razziale. Bella l'idea della mappatura del Dna e della Commissione razza. Inizialmente nel finale hai voluto mantenere nascosta la popolazione multirazziale della comunità per tutelarla da antichi duri pregiudizi "Era una città vecchia di un paese vecchio, da sempre teatro di invasioni, migrazioni, pellegrinaggi." ma poi termini lanciando un sincero messaggio di speranza: "Dovevamo resistere. Ogni giorno qualcuno si univa a noi. Alle nuove elezioni mancavano solo tre mesi."
Mi piace.

Il Grande Vortice.
Ciao Filippo, ho trovato il racconto molto suggestivo; la rappresentazione del gruppo di marinai che si intrattiene sotto la finestra del protagonista raccontando storie, sembra quasi proiettarsi in un vecchio quadro: le onde che si infrangono sulla costa, il vento impetuoso che rimbomba sulle loro teste e loro che parlono dei loro luoghi di origine.
Il finale poi,con il protagonista che decide di partire, lascia un buon spunto con cui credo si possa sviluppare un bel seguito.

Il mio quartiere.
Ciao Maria Rosaria, il racconto mi ha un po' inquietata; mi hai trasportata in questa realtà in cui tutto viene confinato nelle egoistiche ristrettezze mentali di un quartiere dominato solo da regole ed imposizioni.
Il protagonista, al ritorno dalla sua assenza, si trova davanti ad un scenario di terrore, fatto di coprifuochi e cecchini pronti a far fuori eventuali intrusi. Molto ben descritto, che dire.. Brava !!

L'equilibrio.
Ciao Massimo, il racconto mi é piaciuto, scorrevole e con toni vivaci.
L'umano, costretto a stare in Equilibrio congiunto con il wak, abbandona la sua ostilità e si lascia avvolgere dal sentimento di tolleranza verso una razza diversa dalla propria. Beh, il messaggio é chiaro e sicuramente in tema.
Peccato per la conclusione, vista l'originalità del racconto, mi aspettavo un finale diverso.

Tradizioni.
Ciao Flavia, il racconto mi ha davvero divertito, sono toscana come te e la scena descritta della sagra l'hai proprio colta in pieno. :D Hai sviluppato il tema della differenza razziale sottolineando il difficile messaggio dello sfuttamento degli extracomunitari ed hai trasformato il cibo in un mezzo per riunire tutti, direi azzeccato.

Al volante.
Ciao Dimitri, mentre leggevo la tua storia ho avuto la sensazione di avere davanti non propriamente un racconto bensì una poesia; hai messo insieme un gran numero di parole ed hai cercato di legarle insieme utilizzando un argomento che solitamente stuzzica la fantasia di tutti: il sesso. Ma secondo me non va. Ho visualizzato la scena del protagonista al volante che descrive quello che succede intorno a lui ma questo stile così particolare, nella mia testa, ha suscitato solo una gran confusione. Ed anche se sono presenti accenni alla multietnicità, il tema non mi sembra sia stato sviluppato un granchè. Peccato.
Serena Brega

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Gennibo
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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » martedì 25 settembre 2018, 18:49

1 Mille colpi di pistola di Linda De Santi
2 Tutto sa di pollo di Marco Travaglini
3 Il mio quartiere di Maria Rosaria Del Ciello
4 Casus belli di Diego Martelli
5 Il grande vortice di Filippo De Bellis
6 L’equilibrio di Massimo Tivoli
7 Abusivi di Alexia Bianchini
8 Tradizioni di Rouge Rouge
9 Al volante Dimitri La Rosa


Mille colpi di pistola, di Linda De Santi

Bellissimo racconto! Dopo le prime due frasi l’istinto è stato quello di frenare la mente e buttarmi a capofitto in questo racconto che dopo ogni parola risulta sempre più accattivante.
Mi piace la suspense che crei, parti da una mano e io mi immagino un mozzicone tranciato, per arrivare a un braccio trascinato e finire con due corpi avvinghiati. Trovo efficace l’ambientazione con le scritte denigratorie, e anche il robot che non riesce a trovare soluzione di fronte a problemi di ordine morale. Quando deve decidere cosa fare davanti a due che si amano tentenna. In contrapposizione, il tipo (che dovremmo avere in simpatia) lo elimina. Ho capito la fine solo dopo averla riletta, a me sembra chiaro che l’amore è corrisposto e finisce così bene che in tutta la città succede la stessa cosa, cioè una rivolta che ha successo, come dire: vince l’amore. (però, adesso che ho letto i commenti precedenti ho il dubbio di non aver frainteso qualcosa…)

Casus belli, di Diego Martelli

Ciao Diego, bello lo stile. Bello quello che implica l’occhiata d’intesa. Mi è piaciuta la contrapposizione fra l’ordine politico e quello dell’ispettore che nel suo piccolo lavora dentro una rete più grande per contrastare il potere fobico costituito.
All’inizio mi sono sentita impotente, come mi succede spesso negli ultimi tempi, davanti a persone che hanno idee razziste, così diverse dalle mie.
M’è piaciuto il lavoro “sottobanco” dell’ispettore, con la speranza che le cose possano cambiare.
Bravo, bel racconto.


L’equilibrio, di Massimo Tivoli

Ciao Massimo, mi è piaciuta l’ambientazione, e ho trovato efficace come hai mostrato il disagio dell’umano di stare con uno diverso da lui. Ho in simpatia gli wak. Alla fine mi sono un po’ persa, anche se l’idea della fusione tra di due mi è piaciuta. Per me, dato il tempo, hai messo le basi per una storia interessante che amerei vedere sviluppata.

Il Grande Vortice, di Filippo De Bellis

Ciao Filippo, bello il punto di vista originale da cui si vede la storia, direi specchiata, il mare visto dal riflesso che entra dalla finestra.
Ho immaginato un bambino affranto dalla perdita della madre. Un bambino impaurito dal mare che può trasformarsi in mostro, una specie di uomo nero.
Interessante il protagonista che ascolta le voci che arrivano da sotto, sente diversi modi di interpretare la stessa cosa e lui continua ad essere spettatore.
Alla fine capiamo la ragione del suo interesse, il perché è rimasto ad ascoltare. Per capire il mostro che lui stesso dovrà affrontare. Come dire che deve crescere. Con la madre muore la sua parte infantile. Adesso è ora di affrontare il mondo, di buttarsi, di crescere.
Mi chiedo come sia morta la madre, inghiottita dal Vortice?
Mi piace molto lo stile e la storia. Penso che sarebbe da rendere un po’ più chiara. Ad esempio: La mia finestra cambia nave ogni notte. Trovo che sia una frase bellissima. Nonostante ciò, essendo la prima, ho faticato ad entrare nella storia e a capire come fosse possibile.
Bello, bravo.

Tradizioni, di Rouge Rogue

Ciao Flavia,
a me piacciono le storie tradotte in dialogo, e il dialetto mi pare reso bene, mi piace l’idea di collegare la multietnicità con le differenze culinarie e l’accettazione di queste da parte dell’indigeno. Detto questo ho faticato a seguire la storia, ho dovuto rileggerla per capire meglio il racconto e dove andava a parare, come ha detto qualcuno prima di me, snellendo i dialoghi si potrebbe migliorare rendendolo più immediato.
Comunque brava.


Il mio quartiere, di Maria Rosaria Del Ciello

Ciao Maria Rosaria,
Anche a me il racconto ha lasciato un senso di inquietudine, la stessa che provo leggendo sui social di idee così diverse dalle mie, idee per cui temo che un mondo come quello raccontato da te non sia così assurdo come vorremmo credere.
Molto interessanti e godibili i dialoghi. Ben reso il personaggio del negoziante, anche il senso di smarrimento alla presa di coscienza del protagonista di ciò che accade nella sua città, il romano ritorna e si sente un escluso in un mondo che credeva familiare.
Molto brava.

Abusivi, di Alexia Bianchini

Ciao Alexia,
il tuo racconto mi è piaciuto molto. L’inizio e la fine sono chiari ed efficaci, soprattutto il finale l’ho trovato azzeccato. Nel mezzo c’è qualche sbavatura e confusione, ma visti i tempi stretti ci sta, si possono facilmente sistemare e chiarire i punti oscuri che qualcuno prima di me ha già identificato.
Comunque buono, brava.

Al volante, di Dimitri La Rosa

Ciao Dimitri, dal tuo nome e dagli errori grammaticali commessi sospetto che tu non sia italiano, ma hai voluto comunque metterti in gioco.
La storia andrebbe rimaneggiata. Lo stile sembra particolare, lo è, ma mancano alcuni punti di raccordo che la renderebbero più chiara valorizzando la particolarità della storia.
Ad esempio: Nelle classi, noi corridoi. (cosa intendi? Gli alunni nei banchi che sono messi in fila come corridoi?) Le insegnati ti sorridono. Giapponesi. Le insegnanti ti sorridono, ma le verifiche no. (Se fosse: Le insegnanti Giapponesi ti sorridono. Le insegnanti sorridono, ma le verifiche no. Collegando le insegnanti giapponesi, il tutto risulta meno sincopato, e il messaggio che arriva dopo è più diretto, nell’insieme meno indigesto. Non capisco questa cosa delle Giapponesi, non basta mettere lì una parola che identifica una persona come straniera. Perché proprio le giapponesi? E poi, pensavi alle alunne che sono Giapponesi o alle insegnanti?)

Tutto sa di pollo, di Marco Travaglini

Ho trovato bello lo stile, il pollo e i suoi movimenti, ma soprattutto tutti questi dialoghi sulla diversità quando alla fine il succo di tutto è che vogliamo distinguerci ma siamo tutti più uguali che diversi. Sei riuscito a farlo con una vena umoristica che per me è ancora più preziosa. Mi sono divertita molto a leggere la tua storia. Bravo!

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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 27 settembre 2018, 16:25

MILLE COLPI DI PISTOLA di Linda De Santi

Ciao Linda,
Bella la tua realtà in cui umani e Argus convivono sotto lo stesso cielo senza, però, poter condividere emozioni e sentimenti, controllati da questi androidi (scusa se magari uso termini a sproposito, ma, come sa chi mi conosce, io non bazzico il genere!) efficienti e inflessibili.
Alcune osservazioni personali:

CIGOLIO FRAGOROSO: mi ha dato molto da pensare; inizialmente mi stonava, non mi convinceva, ma “masticandolo” con calma mi ha convinta. Meno banale di clangore o affini, hai usato un ossimoro potente, che ti fa “arricciare i denti” come un gessetto strisciato sulla lavagna e amplificato col megafono!

Ho trovato ridondante il riferire continuamente che i dati sono inviati al Comitato della Rettitudine: fai capire chiaramente che il Controllore è un mero esecutore coordinato dal comitato e non avrai bisogno di dirlo ogni volta! (IMHO)

“Mi dispiace” dice l’umano prima di sparare al Controllore: perché? Di cosa deve essere dispiaciuto nei confronti di una macchina che non è in grado di provare sentimenti e che è in grado di riconoscerli solo facendo riferimento a dati stipati in memoria?

In ogni caso un’ottima prova!

CASUS BELLI di Diego Martelli

Ciao Diego,
Il tuo racconto purtroppo dà corpo a incubi che non paiono poi così confinati alle ore di sonno...
Però, devo essere sincera, sul finale mi sono un po’ persa: l’ispettore chiede al tedesco di nascondere qualcuno (ipotizzo l’assassino, quindi deduco che anche le forze di polizia siano parte di un complotto per destabilizzare il governo) ma subito dopo, all’arabo dice di non sapere chi sia stato e perché...ecco, forse rivedere questa parte e renderla più chiara aiuterebbe (non so nemmeno bene se sono riuscita a spiegare i miei dubbi!)
Invece ho molto apprezzato il modo in cui hai tratteggiato il Consigliere mettendo in risalto la sua inumanità e il suo cieco perseguire un ideale di razza, di Italian WASP...
La storia, tuttavia, non mi ha convinta fino in fondo soprattutto per il fatto di aver affrontato il tema in maniera forse un po’ scontata (ovviamente qui entriamo nel campo del gusto personale!)
A rileggerti!

L’EQUILIBRIO di Massimo Tivoli

Ciao Massimo, il tuo racconto lascia in bocca il dolce sapore della speranza...
Tuttavia ho faticato molto nella lettura: questo mondo in cui umani e wak sono costretti a vivere a stretto contatto, quasi in coppia ( Un wak per ogni umano) forse richiederebbe un maggiore respiro per prendere vita a tutto tondo. Soprattutto la parte dell’incontro/scontro tra Ciro e il wak al bar è confusa, difficile da seguire: non ho capito, ad esempio, la frase a proposito dei capelli “Questo lo vedo, hanno sostituito i tuoi tentacoli” vuole dire che prima Ciro aveva dei tentacoli di origine wak? O che gli umani sono un prodotto dell’evoluzione dei wak?
Ripeto, secondo me questa storia ha buone potenzialità ma necessita molto più di una manciata di caratteri e il concetto di fondo, la tolleranza come atto creativo e non passivo, avrebbe in questo modo il suo giusto risalto.

A rileggerti!

IL GRANDE VORTICE di Filippo De Bellis

Ciao Filippo,
Al solito la tua capacità di narrare il reale facendolo vibrare di suggestioni poetiche non delude mai.
Bella l’immagine del mare riflesso sulla parete, quale simbolo della vita infantile, affrontata in maniera schermata contrapposta al finale: la mamma è morta, devi affrontare il mare in maniera diretta, anche alla luce delle parole non protettive degli estranei: il mare, quello reale, con i suoi vortici è lì, devi chiudere la porta sui sogni infantili e fronteggiare il tuo maelstrom!
Bellissimo il tutto, l’unica cosa che mi lascia qualche dubbio è il rispetto del tema: è vero in una città di mare la miltietnicità è normale, ma in questo caso non mi sembra svolgere un ruolo centrale nella narrazione.
Ma a parte questo...COMPIMENTI!

TRADIZIONI di Rouge_Rouge

Ciao.
Affronti con un tono leggero e divertente un tema importante qual è quello dell’integrazione e questo mi è piaciuto molto (e mi hai ricordato i personaggi di Mavaldi). A parte un po’ di refusi, il racconto scorre bene con un finale scoppiettante! Quindi una buona prova.
Piccola nota di colore, non riesco a capire perché, ma per tutto il racconto (fino alla battuta finale) non sono riuscita a immaginare Neno come un uomo, ma lo “leggo” come la moglie di Roberto!

IL MIO QUARTIERE di M. R. Del Ciello

Mala tempora currunt ci sarebbe da dire se il tuo racconto si avvicinasse in qualche modo al nostro mondo reale, ma per fortuna non è così!
Quanto mi è piaciuta la chiusura di questo racconto: ”Il coprifuoco, ragazzo mio. Tornatene subito a casa. Tra poco farà buio.” Quel buio della ragione imminente mi ha colpito proprio lì, dritto allo stomaco. Chissà come mai...
Assolutamente un ottimo racconto!
Per quanto riguarda alcuni refusi ho visto che te li hanno già segnalati, per cui non mi dilungo.

ABUSIVI di Alexia Bianchini

Ciao!
Originale l’impostazione del tema che ci riporta a una società multiculturale sul piano temporale invece che spaziale.
Insomma una amara riflessione su un’umanità che troverà sempre un “diverso” verso cui essere intollerante.
Quindi, bravissima!
Ho, però, trovato un po’ ostica la parte centrale del racconto:

“ho perso ogni contatto che avevo, tutti troppo impegnati nell’accoglienza. In pochi mesi i “nuovi” hanno edificato, modificato, distrutto e ricostruito.”

Se si sono dati tutti da fare per l’accoglienza addirittura allontanandosi dai vecchi amici, allora il protagonista è il solo a non essere soddisfatto della situazione?

Diciamo che forse un po’ di respiro in più, forse, avrebbe aiutato a dipanare meglio la storia.

Ottima prova comunque!

AL VOLANTE di Dimitri La Rosa

Ciao Dimitri,
Questo flusso di pensieri che, presumo, volesse puntare a un effetto avanguardistico, sinceramente non mi convince: va bene che ci ho capito poco o nulla (probabilmente un limite mio), vanno bene, anzi benissimo alcuni passaggi carichi di cruda poesia (Ebano, la pelle sulla pelle. Latex. Canili con I divani. Al collo il collare, al collare il guinzaglio, al guinzaglio la mano ferma, severa. Sottomissione, sadomaso), va bene forse puntare alle emozioni e non ai contenuti, ma ritengo che la sperimentazione, che rielabora e appunto va oltre la consuetudine, debba sorgere da una padronanza della tradizione, compresa grammatica e ortografia, mentre nel tuo lavoro ho trovato tanti, troppi refusi per ambire al grande salto.
Ovviamente tutto questo è IMHO.
A rileggerti!

TUTTO SA DI POLLO di Marco Travaglini

Ciao Marco,
Sicuramente complimenti per l’idea! Angolatura assolutamente originale e divertente per un tema che si prestava allo scivolone nel mare della banalità.
Nonostante una prosa fluida, dei personaggi ben caratterizzati (il tuo pollo mi ha terribilmente ricordato Hey Hey, il pollo di Vaiana, se non altro per quegli occhi indipendenti...) e una morale ben “metaforizzata” non mi ha convinto fino in fondo: credo che il tuo lavoro meriti una bella operazione di sartoria, ma non di taglia e cuci, quanto di aggiungi e cuci!
Alla prossima!


CLASSIFICA:
1-MILLE COLPI DI PISTOLA
2-IL MIO QUARTIERE
3-IL GRANDE VORTICE
4-TUTTO SA DI POLLO
5-TRADIZIONI
6-ABUSIVI
7-L’EQUILIBRIO
8-CASUS BELLI
9-AL VOLANTE

Chiedo scusa a tutti per non aver commentato prima di oggi, ma... proprio non ce l’ho fatta!

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Re: Gruppo LES ITALIENS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » martedì 2 ottobre 2018, 12:21

Ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo! Entro domani sera avrete anche la news ufficiale con classifica e finalista, ma sappiate che Enrico Pandiani li sta già leggendo!

1) Mille colpi di pistola, di Linda De Santi
Pollice su cum laude. Bello, bellissimo. Un'idea perfetta per un cortometraggio da sballo. Trasmetti un messaggio, racconti una bella storia, delinei un mondo concreto, lasci nella mente del lettore delle cartoline fantastiche. Non ho davvero altro da aggiungere, uno dei racconti top letti dal sottoscritto su Minuti Contati.
2) Il grande vortice, di Filippo De Bellis
Un'idea semplicemente meravigliosa, perlomeno per come mi è arrivata. Certo, non riesci nel darle il giusto respiro, il tempo più che i caratteri in questo caso ti è stato tiranno. Il grande vortice è quello delle genti, del miscuglio di razze e culture, e il protagonista accetta il richiamo alla vita, all'età adulta (non per niente la madre gli sottolinea che TUTTI I BAMBINI DEVONO TENERE LE FINESTRE CHIUSE). Fallisci nel creare la giusta sensazione di vortice nel vortice dei dialoghi e questo credo sia il motivo per cui mi sembra che l'idea non sia stata colta da molti. Detto questo, cavoli, mi piace da morire. Sistemalo nel Laboratorio, dagli una revisionata, e lo portiamo in vetrina, che merita. Limitatamente al contest, il mio giudizio è un pollice tendente all'alto.
3) Il mio quartiere, di Maria Rosaria Del Ciello
Una cosa sola non funziona: per rendere verosimile il suo "cadere dal pero" il protagonista non solo dev'essere tornato da poco, ma proprio appena tornato. Poco prima di arrivare a casa si ferma nel negozio che conosce per comprare qualcosa da portare ai suoi cari e taaac, ecco che si ritrova in un'altra realtà rispetto a quella che conosceva. Per tutto il resto, perfetto, ottimi spunti per ricche riflessioni e inquietante come il futuro che sembra attendere questo nostro presente. Per me un pollice tendente all'alto perché, davvero, quel particolare va sistemato.
4) Tutto sa di pollo, di Marco Travaglini
Racconto divertente, questo è sicuro. Sei riuscito a dare vita a questo pollo in modo mirabile (grande il lavoro fatto soprattutto sui suoi occhi). Non mi ha convintissimo nel finale, mi è sembrato molto indirizzato, come insegnamento. Inoltre spezzi in due una stessa battuta del pollo e questo rallenta di parecchio anche la fruizione del finale stesso. Sono piuttosto incerto sulla valutazione finale, direi un pollice tendente all'alto, ma grandi potenzialità ancora da tirare fuori, questo è certo.
5) Abusivi, di Alexia
Il racconto è sicuramente buono, ma mi ha dato l'impressione di poca brillantezza. Mi spiego: il fatto che sia un monologo del protagonista lo rende un mix tra il necessario spiegone (ben cammuffato nel testo) per delineare la situazione e la storia che vuoi raccontare (che in verità ha ben poco movimento perché la decisione è già presa fin dall'inizio). Forse seminare qualche linea di dialogo, dargli una struttura più articolata in cui lui vive un'azione più complessa del semplice andare al lavoro, aiuterebbe per dare al tutto quel quid in più. Detto questo, un pollice tendente all'alto anche se non proprio in modo così deciso.
6) L’equilibrio, di Massimo Tivoli
Questo è il tipico caso di racconto nato nell'ambito di Minuti Contati che non riesce a esprimersi al massimo nei suoi limiti, ma che non può essere abbandonato perché con potenzialità così elevate da meritare di essere sistemato in un formato a lui più congeniale, nel caso specifico direi over 20000 caratteri. Davvero, Massimo, non abbandonare il racconto perché hai un gran bel pezzo. I personaggi vanno curati con più calma e il finale ripensato con limiti meno ristretti e tutto questo porta il mio giudizio ad attestarsi su un pollice ni tendente verso l'alto, ma revisionato e portato alla sua corretta forma potrebbe essere un su cum laude. Quindi... LAVORACI!
7) Casus belli, di Diego Martelli
Un racconto con un grosso problema: la parte in cifratura. Prima di quel punto è ordinato, pulito, regolare, di facile lettura. Poi SBAM e mi hai mandato in corto la lettura. Insomma, c'è qualcosa che non mi torna in tutta la parte finale. Per il resto, sai che nella prima parte si sente parecchio il tuo sforzo di "trattare" proprio quel tema? E si sente così tanto che il tutto sembra perdere la tua solita freschezza. In conclusione, un racconto da revisionare perché non chiude bene e con l'aggravante di essere un pelo trattenuto nella prima parte. Per me un pollice ni tendente all'alto. Consiglierei un passaggio dal Laboratorio.
8) Tradizioni, di Rouge Rogue
Ho apprezzato l'idea e la realizzazione fino a quando non ho cominciato a sentire una certa pesantezza legata alla ripetitività. Dopo la parte introduttiva, manca il guizzo, il rilancio del racconto, mentre invece ti ritorci su te stessa seguendo un percorso circolare. Non so come consigliarti, ma le possibili soluzioni, per come la vedo, sono due: 1) tagli secco la seconda parte oppure 2) rilanci con qualcos'altro per sviluppare meglio il racconto. Allo stato attuale è un pollice ni non per l'idea, ma questa sensazione quasi di stagno che trasmette la lettura. Altro suggerimento: bene il toscano, ma riducilo che, anche qui, in certi punti rischia di pesare con periodi troppo lunghi e articolati.

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