[T] Grano nero

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
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Daniele_picciuti
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[T] Grano nero

Messaggio#1 » lunedì 15 giugno 2015, 23:37

Gabriele scrutava il buio attraverso i vetri. Il campo di granturco giaceva silenzioso come ogni notte. Là in mezzo, lo spaventapasseri vegliava sul raccolto con la solita immobilità.
Nella stanza qualcosa si mosse. Voltandosi, Gabriele vide che Leonessa si era alzata dalla sedia a dondolo e si stirava le zampe, assonnata. La gatta prese a leccarsi una zampa, con aria indifferente.
«Beata te, che te ne stai tranquilla» mormorò il ragazzo. Da quando suo nonno se n’era andato, restava solo lui a badare al campo. Non che la cosa gli dispiacesse, ma non si sentiva ancora abbastanza adulto per farsi carico di una simile responsabilità.
Guardò di nuovo attraverso la finestra e, ancora una volta, la vide.
La luce.
Tremolava, una fiammella azzurra che tornava ogni maledetta notte.
Vagolava fra le alte spighe di granturco, a volte guizzando in alto con strane piroette, altre volte spegnendosi per poi tornare a brillare più intensamente.
Gabriele emise un sospiro. Decise che stavolta sarebbe uscito, avrebbe affrontato le sue paure nonostante una vocina nella testa gli gridasse di non andare.
Afferrò la piccozza appoggiata al camino e uscì, spalancando la porta.
Fuori soffiava una brezza calda, leggera. Richiuse il battente e s’incamminò tra le ombre.
Quand’era piccolo, suo nonno gli raccontava spaventose storie sui fantasmi e sulla loro eterea essenza, che però, a suo dire, poteva lasciare residui viscosi di ectoplasma.
Ormai Gabriele era grande abbastanza per non crederci più ma, mentre si avvicinava a quella strana apparizione, non poté fare a meno di guardare il suolo in cerca di qualche sostanza fosforescente.
S’immerse nel folto del campo. La luce azzurrognola aleggiava vicino allo spaventapasseri.
Mentre si avvicinava accorto, Gabriele s’immaginò quella figura prender vita e saltargli addosso, come aveva visto in qualche film horror in seconda serata. Erano sciocchezze, naturalmente, ma la sua mente spesso gli giocava strani scherzi, come quella volta in cui si era convinto che in fondo al pozzo doveva esserci un cadavere. La puzza che saliva era di morto, ed era certo che un qualche uccellaccio fosse andato a morire proprio là in fondo. Si era immaginato la carcassa gonfia d’acqua galleggiare nel buio. L’aveva subito detto a suo nonno e lui prima si era rifiutato di ascoltarlo, poi era andato a vedere. Al suo ritorno gli aveva detto che non c’era proprio niente là in fondo e, anzi, di non andare in giro a raccontare quell’assurda storia.
Le ultime spighe si diradarono e lui emerse di fronte allo spaventapasseri. La lucina azzurra galleggiava proprio lì accanto, in mezzo a un fetore che lo costrinse a chiudersi il naso con le dita. Ne aveva sentito parlare proprio da suo nonno, dei fuochi fatui. Pareva fossero uno strano gioco chimico dovuto ai gas esalati dai corpi in putrefazione.
«Puzzi come la nonna» disse Gabriele fissando le orbite vuote del nonno, legato al palo in mezzo al campo, la testa fracassata «che diavolo, forse dovevo buttare anche te nel pozzo».


Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

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Flavia Imperi
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Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 14:09

Il racconto nella prima parte fila che è un piacere, anche se per la stanchezza lì per lì avevo capito che Leonessa fosse una vera leonessa! (colpa mia e dei concorsi che ti tengono sveglia fino a tardi :P)

Solo una cosa non mi è chiara: come mai, se la nonna era nel pozzo, il nonno non si era accorto di nulla?

Il colpo di scena, lì per lì, mi ha lasciata un po' interdetta, perché essendo chi legge nel punto di vista di Gabriele, nei suoi pensieri, sembrava all'oscuro di tutto. Ci ho messo un po' a capire la malattia mentale, soprattutto rileggendo della vocina nella testa.

E' un piacere trovare parole come "vagolava", da applauso* . Tutto il resto, che dire, perfetto. Un racconto davvero ben scritto.
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Daniele_picciuti
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Messaggio#3 » martedì 16 giugno 2015, 14:14

Grazie Flavia. Nelle intenzioni c'è molto di "non detto" e lasciato intuire, ovvio che è un rischio, ma il limite dei caratteri mi  ha imposto questa scelta. Il nonno sa eccome, si dovrebbe capire in questo passaggio: "Al suo ritorno gli aveva detto che non c’era proprio niente là in fondo e, anzi, di non andare in giro a raccontare quell’assurda storia".

In pratica sta coprendo la follia del nipote. Sottovalutandone le conseguenze :)

Esatto, la malattia mentale è l'espediente per cui Gabriele sa/non sa, ricorda/non ricorda secondo il momento.
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Simone Cassia
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Messaggio#4 » martedì 16 giugno 2015, 17:39

Una parola: inquietante. Sembra tutto in qualche modo ordinario fino a quando non arriva il finale a farti accapponare la pelle. «Puzzi come la nonna». Boom! La luce che non si spegne mai qui è un fuoco fatuo, va bene, ci può stare. Povero nonno ad aver cresciuto un nipote così. Giro molto in tondo perché fondamentalmente ho poco da dirti a parte i miei complimenti. Complimenti :P

Alice Gibellini
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Messaggio#5 » martedì 16 giugno 2015, 23:38

C'è piena aderenza al tema. Lo stile dimostra capacità tecnica, e si adegua sia al contesto sia al genere di riferimento. Suscita curiosità e stimola a proseguire nella lettura per scoprire cosa si cela dietro quella fiammella azzurra che si accende ogni notte. Il protagonista è ben caratterizzato nella sua follia e il finale lascia assolutamente spiazzati. Un buon testo.

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angelo.frascella
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Messaggio#6 » mercoledì 17 giugno 2015, 0:05

Ciao Daniele.

Bel racconto con un’atmosfera bucolica che poco per volta si tinge di orrore fino all’esplosione finale. C’è però un difetto, dal mio punto di vista. Il fatto che un ragazzino sia già un folle assassino capace di uccidere i nonni senza accorgersene è un po’ forte e dovrebbe, secondo me, per lo meno trasparire, in maniera ambigua, prima della rivelazione, per non lasciare il lettore troppo spiazzato (mi spiegA o: il lettore dovrebbe stupirsi del colpo di scena dicendo “era evidente, com’è che non ci ho pensato” invece di “ma non è possibile”).


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Daniele_picciuti
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Messaggio#7 » mercoledì 17 giugno 2015, 1:21

Grazie dei commenti. @Angelo: in realtà se fai caso non dico quale sia l'età del "ragazzino", né tanto meno dico che sia tale. Questo perché, se ci pensi, potrebbe anche essere più adulto di quel che sembra "fuori", ma ragionare con un certo ritardo a livello mentale. ;)
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#8 » mercoledì 17 giugno 2015, 8:50

Ciao Daniele! Bel racconto, davvero. Ammetto che a una prima lettura avevo capito diversamente, ovvero che fosse stato il nonno a uccidere la nonna, che il ragazzo l'avesse scoperto, che lui fosse andato a controllare per capire se il cadavere non fosse "venuto a galla" e gli avesse ordinato il silenzio (e che infine il ragazzo avesse punito il nonno). Rileggendo i commenti ho capito di aver frainteso ^^" Forse, in effetti, per completare appieno il quadro, avrei lasciato qualche segnale in più che avesse suggerito la schizofrenia (se di questo si tratta o altro) del protagonista: la vocina non è un dettaglio molto forte (tutti ce ne abbiano una, non neghiamolo ^^, spesso più sarcastica di quanto desideriamo). Per il resto io sono un amante del macabro e dei finali spiazzanti, e direi che l'obiettivo, assieme al tema, è stato centrato. Bel lavoro!
Uccidi scrivendo.

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marco.roncaccia
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Messaggio#9 » mercoledì 17 giugno 2015, 18:00


Ciao Daniele,
Il racconto scorre benissimo, anche se l'esito finale non mi ha sorpreso. C'è solo un motivo per cui un minore possa rimanere da solo a badare ai campi senza l'intervento di assistenti sociali, polizia e tutto il resto, in Italia, e cioè che l'assassino sia lui e l'omicidio non sia stato scoperto. Mi è sembrato poi che la spiegazione sui fuochi fatui sia oltre la portata del ragazzo psicologicamente disturbato. La luce del fuoco fatuo è destinata a spegnersi prima o poi mentre quella del tema no. Insomma ti ho fatto un po' le pulci ma la prova la trovo ottima. complimenti.

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Daniele_picciuti
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Messaggio#10 » mercoledì 17 giugno 2015, 18:13

Come detto, non dico che è un minore. :) ho usato il termine ragazzo, ho detto che non si sente adulto abbastanza da badare al campo, è vi è un riferimento a quando era piccolo. Comunque, col nonno impalato nel campo, concordo con te. L'assassinio non è stato scoperto. ;)
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marco.roncaccia
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Messaggio#11 » mercoledì 17 giugno 2015, 19:53

Si in effetti nn lo dici, io però l'ho interpretato così .... E' il rischio di lasciare le cose alla libera interpretazione del lettore D'altronde spesso gli assassini possono venire scoperti grazie a un misunderstanding ... Evidentemente se fossi un poliziotto questa sarebbe la classica botta di culo. Comunque per me la prova è ottima

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Callagan
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Messaggio#12 » giovedì 18 giugno 2015, 12:18

Ciao, Daniele.
Passo da qui anche se apparteniamo a gironi diversi. Indirettamente ti devo molto: fu grazie a una tua intervista che, anni fa, scoprii il mondo delle palestre letterarie su internet. Sono felice della tua partecipazione! :)
Passando al racconto: è stata una lettura molto piacevole sia perché lo scritto è molto scorrevole (e di questo sono sicurissimo che tu ne sia consapevole) sia perché la trama incuriosisce fin dall'inizio, generando nella mente del lettore possibili epiloghi. Il punto di forza sta nel fatto che il finale è un bel colpo di scena tanto inaspettato quanto ben giustificato dagli indizi che hai lasciato dietro di te.
C'è molto di non detto, certo, ma io apprezzo di più questo genere di racconti (sopratutto nel breve) piuttosto che i racconti dove si pretende di spiegare tutto per filo e per segno: il lettore deve riflettere! Il ruolo attivo nella letteratura non deve essere solo quello dello scrittore, insomma! -_-
Comunque, un racconto di genere, di puro intrattenimento, che raggiunge a pieno il suo scopo.

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Daniele_picciuti
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Messaggio#13 » giovedì 18 giugno 2015, 12:22

@marco: grazie!

@callagan: grazie anche a te. Mi fa molto piacere questa cosa, bravo! E in bocca al lupo per MC! ;)
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

Omaima Arwen
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Messaggio#14 » sabato 20 giugno 2015, 0:13

Ciao Daniele, hai scritto un racconto alquanto inquietante!!
Il tema è centrato pienamente, hai sicuramente uno stile di scrittura molto avanzato che riesce a stimolare il lettore ad andare avanti nella lettura.
Sono un' amante di questi generi di racconti. Mi è piaciuto moltissimo, è stata una lettura piacevole. Complimenti!!!

Fernando Nappo
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Messaggio#15 » lunedì 22 giugno 2015, 15:36

Ciao Daniele,
un bel racconto, giostrato bene dall'inizio bucolico fino alla virata horror nel finale.
Anch'io, come altri, m'ero convinto che il protagonista fosse un ragazzino, nonostante, come tu stesso dici, non hai mai scritto che si tratti di un minore.
La frase del nonno di ritorno dal pozzo, a una prima lettura, m'era sembrata un po' strana, poi, leggendo il finale del racconto ha preso un significato decisamente più chiaro. Un po' sprovveduto, però, il nonno a non capicre che il ragazzo avrebbe potuto riservargli lo stesso trattamento. Denunciare il nipote?
Comunque, bel racconto.

carolina.pelosi
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Messaggio#16 » martedì 23 giugno 2015, 13:16

Ciao Daniele.
Ammetto che non avrei mai pensato che fosse stato lui a uccidere suo nonno. Un vero colpo di scena, per me. Anzi, ti dirò di più, mentre leggevo ho persino pensato “per quanto ha fatto ‘sto nonno nella sua vita, sarà la sua presenza/luce a non spegnersi mai”... e invece ;)
Mi è piaciuto, adoro questo genere quindi mi hai facilmente conquistata. Mi sono piaciute le descrizioni e la suspence, per poi arrivare sulla scena del crimine.
Ti dico la verità: mi piacerebbe sapere perché ‘sto nipote ingrato ha ucciso i suoi nonni.
Bravo!

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Linda De Santi
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Messaggio#17 » martedì 23 giugno 2015, 16:20

Ciao Daniele! Racconto molto piacevole e in grado di suscitare una reale inquietudine, sembra quasi una vicenda alla Tim Burton. Mi piace molto il risvolto inaspettato della storia. Nella prima parte sembra quasi che tu fossi partito con un'altra idea per il finale (il ragazzo sembra spaventato dal buio dove immagina che ci sia chissà quali orrori nascosti, e poi ops, ci sono davvero e li ha fatti lui), ma questa chiusura comunque ci sta benissimo.
Stile chiaro e scorrevole, tema rispettato. Complimenti.

 

 

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antico
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Messaggio#18 » sabato 27 giugno 2015, 16:20

Bentornato a Minuti Contati! Sicuramente c'è grande tecnica e capacità narrativa, traspare evidente. Non trovo convincente però la figura del ragazzo. C'è davvero troppo poco di dissonante nella prima parte, non semini adeguatamente la sua follia e la frase del nonno di ritorno dalla perlustrazione del pozzo non è sufficiente a delineare i rapporti fra i due. Il tema è preso, anche se non si può parlare di luce che non si spegne mai in termine assoluto, ma relativo. Pollice NI, anche se virato verso l'alto, per il mancato raccordo che ho riscontrato con la follia del protagonista.

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