[E] "Un oscuro pellegrinaggio", di Francesco Iorio

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
FrancescoIorio
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[E] "Un oscuro pellegrinaggio", di Francesco Iorio

Messaggio#1 » lunedì 15 giugno 2015, 23:58

Camminavo da un'apparente infinità di tempo per quella landa desolata che qualcuno aveva imparato a chiamare "casa". Nelle mie orecchie rimbombava il rumore di un fiume, forse un torrente, mentre ai miei occhi giungevano soltanto delle cupe macchie di oscurità versate sulla mia pelle da violente sferzate di vento. Sarei stata un'ottima opera d'arte, se solo fosse stato in grado di notarmi. Arrivai a un passo dalla gelida fonte d'acqua. Non potevo saperlo, ma avrei giurato che fosse sporca. Nulla in quella terra mi sembrava ormai più capace di restare puro oltre qualche attimo, esposto a tali chiazze di nerissimo inchiostro.

Io, con tutti i miei difetti, ero fermamente convinta di essere particolarmente suggestiva. L'avevo ripetuto ad ogni passo, fino ad impormelo. Nessuno in questo mondo dovrebbe essere così importante per noi da vedere noi stessi attraverso i suoi occhi, da negarci la possiblità di amare noi per primi. Eppure, non riuscivo a cogliere il mio riflesso in quello specchio di catrame. La mia luce era soltanto lui. Sapeva essere abbacinante come il sole estivo che sorprende al mattino o delicato come la luna crescente che non delude di sera. Potevano variare le situazioni, ma lui era sempre presente. Non sempre la vita si tratta di un susseguirsi di giorno e notte, di passo dopo passo nella direzione di qualcosa. Personalmente, spesso vivo in me stessa, dove il tempo non può esser scientificamente scandito quando è tutto buio e torno a dipendere dal suo barlume. Nel mio cielo, l'avevo collocato più in alto del sole.

Stavo camminando da tanto tempo senza una meta precisa, ma nella mappa impressa nella mia testa sapevo esattamente dove dovermi dirigere. Era un percorso mentale che conduceva in quel fantastico luogo che avevo scoperto di poter chiamare "casa". Qualcuno aveva cercato di dissuadermi dall'intraprendere questo viaggio. Ora capisco che erano tutti gelosi. Io avevo trovato la mia meta definitiva, sarei stata felice per sempre. Non c'era altro in questo mondo che io desiderassi più di lui, della sua ipnotizzante luce rivelatrice. Sotto ad essa, sarei stata purificata da ogni macchia e i colori sarebbero tornati per festeggiare il nostro ritrovato amore.

Assaporando già quell'imminente felicità, mi spogliai e mi calai nel gelido inchiostro. Chiusi gli occhi, in attesa del suo miracolo. L'oscurità mi prese tutta, eppure riuscivo ancora a vedere quel chiarore. Che in passato si fosse allontanato da me non mi era mai importato. Certe luci non possono essere spente. In me, lui viveva ancora. Mi tentava di continuo ed io sarei stata finalmente sua per sempre. Se non in quel mondo, allora nel mio.

 

Francesco Iorio



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Callagan
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Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 15:42

Ciao, Francesco.
Devo ammettere che, con questo brano, mi hai messo in difficoltà.
Non riesco a comprenderlo a pieno e non mi è chiaro se questa sia una mia mancanza o una tua mancanza o entrambe le cose...
Resti sul vago e dipingi uno scenario onirico che si presta a più interpretazioni, almeno nella mia mente. Devo ammettere che questo bianco e nero e la costante presenza dell'inchiostro sono elementi intriganti che danno un impronta ben caratterizzata a tutto lo scritto.
Eppure, sebbene abbia ricevuto buone impressioni, non riesco ad afferrare la storia... è come se mi sfuggisse dalle mani... Se questo era il tuo intento: bene! Altrimenti avresti potuto inserire qualche suggerimento in più per il lettore.
Comunque, mi hai incuriosito e aspetto di leggere qualche altro tuo pezzo!

Emiliano Grisostolo
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Messaggio#3 » martedì 16 giugno 2015, 19:22

Francesco, buona padronanza dello stile e della trama, scorrevole, ma difficile da capire. Sembra di vivere un sogno, il lettore è immerso in una sostanza onirica, con l’inchiostro e tutte le immagini che vai disegnando. La lettura, seppure scorrevole, è resa difficoltosa dalla trama stessa resa pesante a tratti perché necessita di una spiegazione ulteriore che non viene data al lettore. Racconti dove realtà e sogno si mescolano sono comunque intriganti e affascinanti, ma richiedono una spiegazione ulteriore da parte dell’autore.

LuanaMazzi
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Messaggio#4 » giovedì 18 giugno 2015, 16:10

Non mi convince, c'è qualcosa che non riesco a capire. Rendi molto bene l'atmosfera oscura, dove tutto è corrotto sporcato irrimediabilmente. Mi sembra ci sia un po' di confusioni di immagini, magari con maggiori descrizioni sarebbe stato più chiaro, ma così è come se mi mancassero sei paragrafi e non potessi capire a pieno il tuo scritto. Probabilmente sono solo io che non ci arrivo, e ti chiedo venia, anche perché l'atmosfera iniziale che descrivi mi è piaciuta tanto, ma poi non riesco a tenere le fila della trama.

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Adry666
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Messaggio#5 » venerdì 19 giugno 2015, 12:18

Ciao Francesco,

il tuo racconto è ermetico, ho avuto difficoltà a capire chi fa cosa, e forse non ho capito nemmeno se è in tema. Quindi, proprio per questo, mi è piaciuto. Mi spiego meglio: non sempre i racconti, e specialmente i racconti brevi, devono avere un filo razionale, ma possono anche solo generare delle emozioni; un po’ come un quadro di De Chirico (il tuo titolo mi ha ricordato i suoi quadri: L’enigma dell’ombra, La consolazione dell’ombra, ecc) o un film di David Lynch. Quest’ultimo crea dei film pazzoidi in cui spesso non esiste trama logica ma solo visioni oniriche e flash di subconscio (infatti o si odia, o si ama), ma se il suo modo si rappresentare il mondo onirico corrisponde, anche solo in parte, al nostro modo di sognare, si aprono porte inaspettate. E questo succede con il tuo racconto.

A presto

Ciao

Adriano

 

sharon.galano
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Messaggio#6 » sabato 20 giugno 2015, 9:46

Ciao Francesco,
credo che tu abbia manifestato le tue intenzioni poetiche sin dall'inizio, con l'aggettivo Oscuro nel titolo. E' tutto un grande enigma. Gli elementi chiari sono pochi: il protagonista è una lei, che ha sublimato un certo lui. Devo confessare che mentre leggevo il tuo racconto, man mano che andavo avanti, mi sono fatta questa idea: lei è la Scrittura con la "s" maiuscola e lui è lo Scrittore. Ho immaginato lei molto simile a un pennino o a una piuma d'oca, qualcosa che per vivere ha bisogno della forza illuminante dell'ingegno dello scrittore. La dimensione onirica del racconto è piacevole, ma risulta a tratti pesanti quando eccedi con l'uso di aggettivi e perifrasi ridondanti.
Ti consiglio di pulire un po' il testo e di dare al lettore qualcosa in più a cui aggrapparsi per poter sognare con te.
A rileggerci e
a presto

luca.pagnini
Messaggi: 120

Messaggio#7 » sabato 20 giugno 2015, 18:09

Ciao Francesco!
Sono in difficoltà perché valutare questo tipo di racconti è, per me, sempre un problema. Qui non abbiamo un inizio, uno svolgimento e una fine, abbiamo un tutt’uno che rimanda a immagini e impressioni, nascondendo però troppe cose. Sorvoliamo sul chi è la protagonista perché è davvero un dettaglio, ma sapere cosa sta succedendo sarebbe importante (almeno per me), cioè capire almeno se il viaggio di cui stiamo leggendo c’è o è solo una metafora. Tra l’altro all’inizio la protagonista dice che stava camminando «da un’apparente infinità di tempo per quella landa desolata che qualcuno aveva imparato a chiamare “casa”», ma dopo si ritrova a camminare «da tanto tempo senza una meta precisa, ma nella mappa impressa nella mia testa sapevo esattamente dove dovermi dirigere. Era un percorso mentale che conduceva in quel fantastico luogo che avevo scoperto di poter chiamare “casa”», quindi è dissociata o cosa? Al mistero del soggetto narrato, si aggiunge lo stile con cui scrivi, per me troppo “pesante”. Frasi come “Nessuno in questo mondo dovrebbe essere così importante per noi da vedere noi stessi attraverso i suoi occhi, da negarci la possibilità di amare noi per primi” mi hanno costretto alla rilettura e, al di là di quella che potrebbe essere una mia deficienza, la mancanza di scene mostrate e non raccontate rende la lettura davvero lenta. Anche  l’uso degli aggettivi (perché scrivere “violente sferzate di vento”, quando “sferzate di vento” rende già l’idea della violenza?) e degli avverbi (sei in –mente in un racconto così breve sono davvero tanti) non aiuta. Non avendo capito il soggetto, non sono in grado di dire se il tema sia stato preso o meno, un oscuro pellegrinaggio per me troppo oscuro.

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invernomuto
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Messaggio#8 » martedì 23 giugno 2015, 1:29

Ciao Francesco,
il tuo stile richiama per certi versi la pittura, come ti è già stato fatto notare.

Le parole sono scelte in modo da creare nella mente del lettore uno scenario onirico e dettagliato che rappresenta in immagini quelle che sono gli stati d'animo di una persona, di cui non sappiamo nient'altro che la "visualizzazione" grafica -in questo caso sotto forma di testo- delle sue emozioni.
Purtroppo non sono la persona più adatta a giudicare un racconto che punta in modo così forte sulle emozioni pure e ancor meno sono in grado di apprezzare il tuo stile così arzigogolato e poetico, ma mi rendo conto che questa è una mia carenza e non tua.
Il tema è certamente rispettato e il racconto è soddisfacente dal punto di vista tecnico, la considero una buona prova e mi auguro di rileggerti presto per analizzare meglio il tuo stile narrativo, ciao!

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#9 » martedì 23 giugno 2015, 19:12

Ciao Francesco,
Secondo me hai scritto in una maniera incantevole, impalpabile, sospesa a metà, come se chiedessi al lettore di aspettare ancora un attimo prima di riprendere fiato una volta finito. Mi ha colpito in positivo come hai saputo narrare, certo però che in effetti dai un po’ troppe poche spiegazione. Ma insomma chi se ne frega, il racconto mi è piaciuto lo stesso! :)
Alla prossima :)

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alberto.dellarossa
Messaggi: 230

Messaggio#10 » mercoledì 24 giugno 2015, 13:52

Ciao Francesco

decisamente onirico ed ermetico, ma questo non è necessariamente un male, anzi. Hai il dono di pennellare l'ambiente con descrizioni mirate ed efficaci. Il problema, in questo caso, è come hai gestito la voce narrante, ovvero la prima persona, che - in questo caso - squalifica il narrato. Prova a ripensare il racconto con POV esterno, aggiungi un paio di migliaia di caratteri in più e avrai per le mani un pezzo efficace.


Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Messaggio#11 » mercoledì 24 giugno 2015, 22:04

Ciao Francesco.

Il tuo racconto ha una trama ermetica. Non è detto che questo sia un male però francamente non sono riuscito a capire esattamente di cosa si parla. A me hanno insegnato che se il lettore non capisce è sempre e comunque una mancanza dell'autore. Io sono seriamente in difficoltà perché non ho capito dove si svolge la vicenda e che fa il personaggio.

Detto questo non so se mi è piaciuto o no. Una cosa che non mi è piaciuto sono le descrizioni dei sentimenti, non perché sia un difetto. Preferisco siano i gesti a parlare, ma questione di gusti. L'immagine del lago di inchiostro è bella ma non sono convinto.

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antico
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Messaggio#12 » giovedì 25 giugno 2015, 17:20

Benvenuto a Minuti Contati! Devo ammettere di non essere riuscito a comprendere il tuo racconto. Mi sembra manchino dei pezzi e neppure voglio avventurarmi in chissà quali disquisizioni perché sarebbero troppo azzardate e forse eccessive per un racconto di 3000 caratteri che deve essere in grado al primo istante di acchiappare l'attenzione del lettore all'occorrenza avvinghiandolo in una ricerca di un'eventuale interpretazione. Pollice giù per me, ma t'invito al laboratorio: magari con 2000 caratteri in più a disposizione riuscirai a fare maggior luce in tutta quest'oscurità ;)

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