[T] La lucina - Flavia Imperi

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
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Flavia Imperi
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[T] La lucina - Flavia Imperi

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 0:38

― Papà, tu credi nei mostri?
― Certo che no.
― E quello che cerca sempre di prendermi i piedi quando voglio andare a dormire?
― Naaa, quello lo conosco, è tutto fumo e niente arrosto. Tutta scena.
― E quello che di notte bussa da dentro l’armadio?
― E’ un musicista. Crede di suonare la sua batteria a un concerto.
― E la mamma?
― Ti sembra una cosa carina da dire, con tutto quello che fa per voi?
― Mi fa paura quando urla. Mi viene voglia di piangere.
― Coraggio, su, mettiti sotto le coperte.
― Papà?
― Che c’è ancora?
― Non ho sonno.
― Dormi, dai. Anche papà deve dormire.
― Aspetta!
― Fra un po’ mi arrabbio eh?
― Mi lasci la lucina accesa?
― C’è papà qui con te, di che hai paura?
― Uff…va bene, va bene.
― Però…
― Che diavolo succede qui?
― Mamma, scusa, scusa.
― Con chi stavi parlando?
― Con nessuno.
― E perché la foto di papà è per terra? Sei il solito, rompi sempre tutto quello che tocchi!
― Non è colpa mia. E’ che non gli piace, dice che è venuto brutto lì.
― Ci risiamo.
― Scusa!
― Smettila con questa storia, papà…se n’è andato. Dobbiamo accettarlo.
― Lo so.
― Domani andiamo da quel dottore, vedrai che ti aiuterà. Farà bene a tutti, sono sicura.
― Si mammina.
― Ora dormi, che poi non ce la fai a alzarti e mi tocca trascinarti giù dal letto.
SLAM
― Papà?
― Che c’è?
― La mamma mi fa paura.
― E’ solo triste, non ce l’ha con te.
― Allora perché si arrabbia sempre? Urla per tutto.
― Si sente molto sola. Non è facile per lei, lo capisci?
―…beh, hai perso la lingua?
― Grazie papà.
― Allora, la spengo la luce?
― Sì. Tanto ci sei tu qui con me.
― Bravo ometto.


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Simone Cassia
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Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 14:38

I bambini sono creature meravigliose e questo racconto-dialogo ce lo conferma. Sono arrivato a leggerlo “facendo le voci” a mente. Un tema importante, quello della perdita di un genitore/partner, affrontato con una semplicità disarmante (in senso positivo). Non ci sono nomi, non ci sono descrizioni ma è tutto estremamente chiaro e comprensibile. Anche nella durezza delle parole della madre si percepisce l’affetto che prova. Bello.

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Flavia Imperi
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Messaggio#3 » martedì 16 giugno 2015, 15:49

Grazie mille Simone! Intanto mi confermi che si la trama è comprensibile e per me è già un ottimo feedback. In realtà stavo preparando tutt'altro, poi verso le 23.30 ho sentito l'urgenza di scrivere questo dialogo a scansione diretta,  è arrivato in modo quasi spontaneo. Sono contenta che ti sia piaciuto.

 
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Alice Gibellini
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Messaggio#4 » martedì 16 giugno 2015, 16:19

Il testo rispetta il tema e lo fa con uno stile originale, ossia utilizzando solo il discorso diretto. Questa scelta l'ho apprezzata, anche perché il dialogo è davvero ben strutturato e credibile, malgrado la natura ultraterrena del racconto. Non è semplice narrare una storia solo attraverso il dialogo, rendendo tutto chiaro senza, di fatto, perdersi in spiegazioni. Il messaggio arriva e lo fa portandosi dietro anche un certo impatto emotivo. Peccato solo per il numero un po' esiguo di battute.

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Daniele_picciuti
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Messaggio#5 » martedì 16 giugno 2015, 17:06

Normalmente un racconto interamente dialogato senza alcuna parte narrata non mi soddisfa mai pienamente, ho sempre la sensazione che manchi qualcosa. In parte succede anche qui, però devo ammettere che riesci a non far pesare questa mancanza. Ci sono delle imprecisioni, a un certo punto, quando il papà dice "beh, hai perso la lingua?" riparti con il segno di dialogo, quando in realtà aveva già parlato lui. Rischi di confondere il lettore. Una piccola nota: avrei giurato fosse una bambina, non un maschio. Non so se sia perché sapevo che a scriverlo eri tu o perché effettivamente l'intonazione sia più femminile. Magari altri interventi potranno confermare o smentire la mia impressione.

Ciao!

 
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

Simone Cassia
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Messaggio#6 » martedì 16 giugno 2015, 17:29

Si, anche io ho avuto l'impressione che si trattasse di una bambina ;)

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Flavia Imperi
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Messaggio#7 » martedì 16 giugno 2015, 17:41

Grazie per le critiche utilissime. Neanche a me piacciono i racconti così, generalmente scrivo in modo troppo prolisso e uso pochi dialoghi, figuratevi. Magie dell'ansia da countdown!

Ho immaginato un bambino piccolo, diciamo cinque - sei anni, ma magari è trapelato qualcosa a livello emozionale, chissà. Eppure tecnicamente si riferiscono a lui al maschile. Interessante.
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angelo.frascella
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Messaggio#8 » martedì 16 giugno 2015, 23:35

Ciao Flavia.

Non è facile scrivere un racconto a scansione diretta e il rischio di confusione c’è, per esempio, quando nel dialogo si inserisce anche la madre. Invece hai gestito molto bene il tutto e il racconto fila davvero bene. Inoltre ci sono diversi elementi che mantengono l’attenzione del lettore: per esempio, quando, all’inizio, la madre viene associata alle altre presenze, pare sia lei quella morta e il ribaltamento avviene in maniera efficace. Rimane poi il dubbio: la presenza del padre è reale, o qualcosa si è rotto nella testa del bambino in seguito allo shock?

A rileggerci

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eleonora.rossetti
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Messaggio#9 » mercoledì 17 giugno 2015, 10:28

Ciao Flavia!

Molto carino! Un dialogo botta e risposta efficace, che anche a me ha lasciato dei dubbi iniziali sul fatto che la madre fosse la persona morta (e insieme ai "mostri"), ma poi mi ribalta la situazione, senza guastarmela. Ci sono un paio di passaggi che dovevano secondo me essere accorpati dato che sono detti dalla medesima persona:
― Uff…va bene, va bene.
― Però…

― Si sente molto sola. Non è facile per lei, lo capisci?
―…beh, hai perso la lingua?

Leggendo in botta e risposta, mi costringono a una frenata e a recuperare il filo.

Per il resto nulla da dire se non: brava ;)
Uccidi scrivendo.

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Linda De Santi
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Messaggio#10 » mercoledì 17 giugno 2015, 13:21

Ciao Flavia! Buon racconto, apprezzabile sotto molti punti di vista. Tanto per cominciare, mi piacciono le storie dove l'elemento ultraterreno viene inserito nella quotidianità in maniera naturale come nel tuo racconto.  Inoltre, come già hanno scritto altri gladiatori, i racconti di solo dialogo non sono facili da gestire, ma nel tuo è tutto molto chiaro: i personaggi, l'ambiente in cui si svolge il dialogo, il tempo, eccetera.
Per quanto lo sviluppo sia molto lineare, questa storia ha la capacità di toccare le corde emotive del lettore con una storia delicata e uno stile chiaro con poche sbavature. Brava! :)

PS: Io ho capito subito che il bambino è un maschio! ;)

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marco.roncaccia
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Messaggio#11 » mercoledì 17 giugno 2015, 21:59

Ciao Flavia,
io apprezzo sempre chi rinuncia a una parte dei caratteri a disposizione. Lo trovo coraggioso. Tu riesci a costruire un racconto solo con i dialoghi e la cosa regge veramente bene, il racconto è abbastanza comprensibile (tranne all'inizio l'inserimento della mamma) e la storia divertente. Una sola cosa non mi convince: quello SLAM. Non siamo in un fumetto e lo Slam lo trovo una caduta di stile. Avresti potuto risolvere il tutto usando una riga con tre punti sospensivi ogni volta che cambia attore (da padre a madre e da madre a padre). Comunque una buona prova.

Omaima Arwen
Messaggi: 45

Messaggio#12 » giovedì 18 giugno 2015, 20:59

Ciao Flavia!
Hai scritto un racconto davvero carino!! Scrivere usando solo dialoghi poi è davvero un'impresa! Sei riuscita a rendere il tuo racconto estremamente chiaro e comprensibile,ben strutturato e con dialoghi credibili. Molto bella l'idea della presenza del padre, mi è piaciuta molto! Bella anche la parte finale.

Alexia
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Messaggio#13 » venerdì 19 giugno 2015, 14:02

Ciao Flavia,
ricambio con gioia il favore che hai fatto a molti di noi andando a leggere i racconti di altre liste.
Il racconto regge benissimo dall'inizio alla fine. A differenza di altri io vedevo nella mia testa un maschietto.
Ci sono alcune imprecisioni, è vero, ma non rovinano l'enfasi, non distraggono troppo.
Unica segnalazione: il "sì" affermazione senza accento, ed "è" maiuscola apostrofata (c'è il modo di fare la È, anche solo selezionandola e poi farla diventare maiuscola).
In bocca al lupo!

Alexia Bianchini

Fernando Nappo
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Messaggio#14 » lunedì 22 giugno 2015, 16:59

Ciao Flavia,
l'idea del dialogo a scansione diretta differenzia il tuo racconto da tutti gli altri che ho letto finora: la scelta è coraggiosa, complimenti.
Ci sono un paio di dialoghi che fanno perdere il passo perché sembrano alternarsi tra padre e figlio mentre sono da attribuire alla stessa persona, sarebbe tutto più chiaro se stessero sulla stessa riga.
Mi ha sorpreso, positivamente, scoprire che la mamma, al contrario di come sembrava all'inizio, non è morta, al contrario. Un po' tipo Il sesto senso, se hai presente il film.
Un unico appunto: all'inizio il padre dice di non credere ai mostri, ma subito dopo parla di quello che tira i piedi e di quello che sta nell'armadio. Un bambino non dovrebbe notare questa inconguenza?
Comunque un bel racconto, complimenti.

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Flavia Imperi
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Messaggio#15 » lunedì 22 giugno 2015, 20:09

Grazie a tutti per le critiche e i consigli, devo dire che sto imparando di più con tutti voi in una sola settimana che nei mesi di studio da sola.

Purtroppo sto traslocando e non ho internet quindi posso connettermi con più difficoltà, ma ci tengo a rispondere.

@ Angelo: chiedi se la presenza del padre sia reale o meno. Sono felice che tu faccia questa domanda, perché mi piace lasciare un certo margine di scelta ai lettori, e mi dai un riscontro su effetto voluto. Potrei risponderti con la mia visione su questo tema ma andremmo sicuramente a parare sul filosofico, rischiando di andare parecchio OT.

@Eleonora: grazie mille per il feedback, è proprio l'effetto che desideravo ottenere. Grazie per il consiglio, penso che, da oggi in poi, difficilmente ripeterò questo errore nei dialoghi.

@Linda: meno male che hai pensato a un maschio almeno tu, cominciavo a pensare di aver tralasciato qualche elemento!

@Ozbo: per quanto riguarda i caratteri, non è da me fare un testo più breve del dovuto, ne sono abbastanza felice. Per quanto riguarda lo "SLAM", che dire...sapevo che prima o poi tutti quei fumetti mi avrebbero portata alla rovina - ora so anche sotto quale forma! Non volevo perdere questo effetto serrato con una descrizione della porta, ma non ho riflettuto a lungo sulle opzioni che avevo a livello tecnico. Sperimenterò sicuramente la tecnica dei puntini, grazie di cuore!

@Omaima: grazie mille, felice che ti sia piaciuto!

@Alexia: meno male, un altra che mi dice che ha pensato a un maschietto. Grazie per il consiglio, cercherò di usare la funzione che dici, non ci avevo proprio pensato.

@ Fernando: grazie Fernando, felice che ti sia piaciuto! Per quanto riguarda la parte iniziale fra padre e figlio, è un tipo di dialogo "naturale", basato discorsi che ho sentito davvero fare a papà...e non sempre c'è una coerenza. Per questo dovrebbe risultare naturale, non posticcio. Almeno, ho pensato questo. Inizialmente il padre cerca di rassicurarlo, ma non può dire che i fantasmi non esistano. Quello che può però fare è togliere un velo di paura, rendendoli più umani, può far comprendere al figlio che anche loro sono lì per un motivo, perché penso sia  la mancanza di conoscenza a generare la paura. Il papà con un semplice gesto d'amore toglie un po' di orrore (nel racconto il termine "mostro") a esseri disincarnati come lui, che magari hanno tutta la loro storia e i loro motivi. Mi piace molto, sia come lettrice che come scrittrice, quando dietro anche all'essere più assurdo si nasconde una storia realistica, "umana".

E ora torno nella giungla pre-internet di casa nuova (almeno ho la scusa per leggere)!

 
Siamo storie di storie

carolina.pelosi
Messaggi: 72

Messaggio#16 » martedì 23 giugno 2015, 13:42

Ciao Flavia.
La tua storia in certi punti mi ha commossa. La voce di un bambino è la più pulita di tutte, la più sincera. Qui si sente molto e si sente che è così. Bello e triste, il personaggio della mamma mi piace molto, quella che interrompe il “rapporto” padre/figlio che dura nel tempo, oltre la morte, perché non ci crede.
Mi piace anche che sia strutturato di dialoghi e basta.
Brava.

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beppe.roncari
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Messaggio#17 » martedì 23 giugno 2015, 15:57

Bel racconto, Flavia, brava! ;-)

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antico
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Messaggio#18 » sabato 27 giugno 2015, 14:51

Benvenuta a Minuti Contati! Un racconto molto delicato che procede per lievi pennellate date attraverso le semplici linee di dialogo, tutte molto incisive. Ricostruisci la situazione senza il bisogno di descriverle e quello che ne ricava il lettore è un quadro che dalla somma di sensazioni ricrea un'immagine ben definita. Da rivedere la soluzione della doppia battuta in sequenza del padre, interrompe la lettura creando stasi e necessità di rilettura, cosa che nell'impianto da te ricreato non è ammissibile. Pollice SU per me.

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