[V] Alcor e Mizar di Locatelli Luigi

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
Luigi_Locatelli
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[V] Alcor e Mizar di Locatelli Luigi

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 0:48

Alcor e Mizar - Di Locatelli Luigi

Ci sono momenti nella vita in cui ci si trova a vagare tra le tenebre. Annaspare in acque buie alla ricerca di un faro. Oggi è uno di quei giorni. Sono stanco. Ho bisogno di riposare eppure, nonostante la stanchezza, non riesco a prendere sonno. Mi abbandono a ricordi lontani...

«Promettimi che avrai la forza di andare avanti anche quando io non ci sarò più.»
Silvia mi guarda con occhi velati da lacrime. A stento trattengo le mie. Le prendo la mano.
Lei stringe con le poche forze che le sono rimaste e si piega in avanti per guardarmi meglio in faccia.
«Promettimelo.» Lo sforzo la fa tossire.
«Te lo prometto...» rispondo «Te lo prometto amore mio.»Sorride prima di lasciarsi andare sul cuscino. Si addormenta.


Sono passati otto anni da quando Silvia è morta. Aveva un tumore allo stomaco. L'ho vista spegnersi lentamente. A poco a poco. È scivolata via tra le mie mani come sabbia in una clessidra e non ho potuto fare niente per impedirlo.

«Ti amo Luca.» mi dice Silvia sorridendo.
«Ti amo anch'io.» Rispondo perdendomi nei suoi occhi castani.
Lo sciabordio delle onde del lago accompagna quel nostro primo bacio.
Ci sdraiamo e torniamo a guardare il cielo. Come sempre è lei a rompere il silenzio.
«Mi sa che di stelle cadenti con tutte queste nuvole, ciccia. Siamo fortunati se non piove.»
«Non essere la solita pessimista, aspettiamo ancora un po'. Guarda lì le nuvole si stanno aprendo.»
Si gira di scatto per guardare. Sento i suoi seni premermi il braccio.
«Ma lo sai che cos'è quello?» Mi urla nell'orecchio strattonandomi la maglietta. Si alza in piedi e comincia a indicare in alto.
«Certo che lo so. È un buco tra le nuvole dal quale si vedono sette stelle.»
«Ma no, sciocchino. Quello è il grande carro.»
«Ok, e allora?» Vedo il suo entusiasmo trasformarsi in un espressione di delusione.
«Beh...» Mi alzo e la stringo a me prima che possa dire qualsiasi altra cosa.
La bacio. La sento tremare per il freddo.
«Ho un'idea.» le dico. «Facciamoci bastare quello che abbiamo.»
«Non capisco, cosa vuoi dire?»
«Scegline una e dagli il tuo nome. Poi dimmi qual'è. Io ne sceglierò una vicina e gli darò il mio. Così staremo vicini per sempre.»
«Va bene.»
«Scegli allora.»
«No, l'idea è tua, fallo tu per primo.»
«Io scelgo quella sul manico alto.»
«Quale manico?»
«A me non sembra un carro, ma una padella formata da quattro stelle. Le altre tre formano il manico. Io sono quella al centro: quella più in alto delle tre.»
Guarda con attenzione il punto che le ho indicato. Socchiude gli occhi come se stesse mettendo meglio a fuoco e poi, con naturalezza dice:
«Allora io sono quella che sta appena, appena, sopra di te.»
«Non ci sono stelle sopra di me, scegli quella a destra o quella a sinistra. Non barare.»
«Sei tu che non ci vedi!»


Aveva ragione, ha sempre avuto ragione. Quasi invisibile all'occhio umano, in quel punto, c'è una stella. La sua stella.
E non mi importa se un giorno si spegnerà. Perché io so, dentro di me, che lei sarà sempre lì, nascosta nel buio, a indicarmi la strada.



alexandra.fischer
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Messaggio#2 » mercoledì 17 giugno 2015, 9:25

ALCOR E MIZAR di Luigi Locatelli. Ben ritrovato. Che bei nomi, per il tuo titolo. La storia che hai scritto farebbe piangere un muro, perché nella perdita, Luca ritrova Silvia guardando le stelle del Carro (lei gli indica la strada attraverso una meno brillante delle altre). Straziante la scena dell’addio fra i due (tragica la condanna del tumore allo stomaco). L’immagine sabbia-clessidra non è originale, ma la usi in modo efficace. Oh, ma hai copiato il testo del racconto due volte (scommetto perché la storia ha commosso anche te me la scrivevi).

alexandra.fischer
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Messaggio#3 » mercoledì 17 giugno 2015, 9:27

Ops, volevo dire: la storia ha commosso anche te mentre la scrivevi (e ha anche colpito me, vedi la frase monca nel commento sopra. Correggo subito a uso della classifica).

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Vastatio
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Messaggio#4 » venerdì 19 giugno 2015, 8:58

Ciao, bella idea ma non adeguatamente sviluppata. Il punto forte della storia risiede nella scelta mirata delle stelle. Alcor e Mizar sono una stella binaria della costellazione del carro. Questo lo sai tu sicuramente, lo so io, ma molto probabilmente lo sanno in pochi altri. Benessimo che non lo sappiano i protagonisti, ma avresti potuto enfatizzare di più l'accenno alla scoperta fatta dal protagonista alla fine, in modo da forzare anche il lettore più pigro ad andarsi a cercare su wikipedia Mizar e/o Alcor. Senza quella conoscenza il racconto perde molta della sua originalità, per una "storia comune".

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antico
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Messaggio#5 » domenica 21 giugno 2015, 11:37

Personalmente ho apprezzato molto l'immagine della sabbia nella clessidra, decisamente ben contestualizzata e ancor meglio utilizzata. Il racconto è di difficile classificazione: non condivido la scelta di attaccare l'episodio delle stelle a un terzo superato, anche perché quanto lo precede serve solo per informare circa la morte della donna. Insomma, il tutto sembrava prendere una certa direzione e poi l'hai chiuso in un'unica scena senza rilanciare sul finale, a quel punto meglio sarebbe stato usare quella scena come cornice in cui inserire tutto il resto, avrebbe avuto un senso maggiormente compiuto. E avresti potuto spendere meglio lo stesso episodio e il nome delle stelle, magari con una ricerca postuma del protagonista per scoprire a cosa si fossero legati per sempre lui e la sua amata. Insomma, ben scritto, ma poco ottimizzato. Detto questo, pollice timidamente tendente verso l'alto perché non vedo la necessità di interventi pesanti, ma solo di una riorganizzazione di quello che già c'è e comunque già così la lettura risulta piacevole e il tema ben inserito.
 
Ps: ho provveduto a eliminare il secondo post con lo stesso racconto, era stato un errore dell'autore e le due versioni erano identiche. Per tutti, quando ci sono problemi di questo tipo, avvertitemi che risolvo io. Il problema è che con 49 racconti non riesco ad accorgermi di tutto, nel caso sapete dove trovarmi. ;)

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AmbraStancampiano
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Messaggio#6 » domenica 21 giugno 2015, 18:20

Ciao,

ti confesso che il racconto è di un genere che non apprezzo per niente, lo trovo un po' troppo melenso, ma questo è un problema mio :).

E' scritto molto bene, con una bella proprietà di linguaggio e la punteggiatura al posto giusto.

Forse la premessa al ricordo poteva essere un po' più lunga, oppure legarsi ad un oggetto fisico nella stanza (come una carta astronomica); così, serve solo a comunicarci che lei è morta, ma personalmente non riesco a provare la giusta empatia per la cosa, se viene presentata così.

Anche per Alcor e Mizar, qualche spiegazione in più sulla natura di queste stelle avrebbe giovato alla fruizione da parte del lettore.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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beppe.roncari
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Messaggio#7 » lunedì 22 giugno 2015, 12:57

Ciao Luigi, ben trovato.
Ti confesso che appena leggo sentenze epidittiche all'incipit di un racconto mi si alzano le difese e mi si rizza il pelo come un gatto: "Ci sono momenti nella vita in cui ci si trova a vagare tra le tenebre. Annaspare in acque buie alla ricerca di un faro."
No, non trovo che sia il modo giusto in cui procedere, come pure l'uso di frasi melense e strappalacrime come "Promettimi che avrai la forza di andare avanti anche quando io non ci sarò più."
Lo trovo un po' un imbroglio del narratore che invece di volermi far provare sentimenti attraverso quello che mi mostra e racconta cerca di dirmi: ecco, tu dovresti provare questo, vedi che frasi struggenti ho usato?
Il punto migliore del racconto è l'incomprensione fra i due protagonisti, il fatto che il narratore non capisse, non avesse mai capito. Ma lo esprime molto meglio Claudio Baglioni in Questo piccolo grande amore, in modo meno retorico (e dio solo sa se è già troppo retorico e troppo melenso Baglioni stesso...).
Alla prossima!

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Gian de Steja
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Messaggio#8 » giovedì 25 giugno 2015, 10:06

Racconto un po’ troppo melenso per i miei gusti. Tecnicamente mi sembra scritto bene, senza refusi e la punteggiatura è corretta, così come i dialoghi, a loro modo efficaci. Il tema è perfettamente centrato (direi che sei andato sul sicuro…). Quello che manca del tutto, secondo me, è l’originalità: sa tutto di visto e rivisto.
"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

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alessandra.corra
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Messaggio#9 » giovedì 25 giugno 2015, 11:44

Ciao Luigi,

Purtroppo non sono riuscita a provare vera empatia per i protagonisti della storia. Il testo è scritto in modo troppo affettato e sdolcinato per riuscire a far provare davvero la giusta commozione che meriterebbe un racconto di questo tipo.
La trama è potenzialmente potente però; ricalibrandone il linguaggio, migliorerebbe molto.
Alla prossima!

Luigi_Locatelli
Messaggi: 35

Messaggio#10 » giovedì 25 giugno 2015, 13:48

Ciao Alexandra e grazie del commento,
Grazie per l'apprezzamento. Sono contento che il racconto ti sia arrivato. :)

Ciao Vestatio e grazie del commento,
Ti do ragione sul fatto che lo sviluppo non è dei più felici: tutto e migliorabile. Per quanto riguarda le stelle, ho detto che sono del grande carro, ho detto come si chiamano e in che posizione sono. Se avessi letto io una cosa del genere sarei andato subito a controllare la veridicità dei fatti perchè se non fosse stata vera... Comunque basta digitare Alcor e Mizar, non serve nemmeno tanto tempo.

Ciao Antico e grazie del commento,
Ben trovato e complimenti per la nuova sistemazione che hai dato a MC. Non ho nulla da ribattere al tuo commento. Hai ragione, le cose andrebbero riviste e contestualizzate in modo diverso. Alla prossima.

Ciao Ambra e grazie del commento,
Questa è la prima volta che scrivo un racconto di questo genere. A dire il vero, non lo reputo nemmeno un vero racconto. Questo perchè, secondo me, arrivo alla fine in modo lineare, monotono, probabilmente noioso e piatto. Non ci sono tensione o colpi di scena. E' stato un esperimento (evidentemente fallito). Perdono non era mia intenzione far camminare il lettore in sabbie mobili di melassa. Alla prossima.

Ciao Beppe e grazie del commento,
Confesso che appena ho letto il tuo commento mi sono incazzato. Per il semplice fatto che è come se mi avessi detto che hai cestinato il racconto subito dopo la prima frase. Confesso anche, che ho imparato che sono proprio questo genere di commenti, diretti e schietti, quelli che fanno crescere. Quindi, oggi, con il senno di poi, ti do ragione. Il fatto di raccontare in prima persona non giustifica il non mostrato e, cosa più importante, un incipit del genere è davvero terribile. L'idea originale partiva con lui che voleva buttarsi da un ponte, guardava il cielo e vedeva le stelle, ricordava... poi, causa tempo, ho cambiato il tutto. Quindi grazie per la sincerità. Farò tesoro delle tue parole. Alla prossima.

Ciao Gian e grazie del commento,
Per quel che riguarda grammatica e punteggiatura, sono sicuro che i puristi troveranno qualche cosa che non va. Per quanto riguarda l'originalità della trama ti do ragione. Alla prossima.

Ciao Alessandra e grazie del commento,
Il testo è scritto in modo troppo affettato :
purtroppo ho dovuto eseguire dei tagli per rientrare nei caratteri. Alla prossima. ;)

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patty.barale
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Messaggio#11 » giovedì 25 giugno 2015, 17:33

Ciao Luigi e ben trovato!
Bello l'uso di una stella binaria per narrare l'amore tra due persone!
Purtroppo, però, il tuo racconto non riesce a coinvolgermi, non riesco a provare empatia con Silvia, morta di un male terribile e consapevole di quanto le stava accadendo né con il protagonista, rimasto solo a vagare nelle tenebre della vita.
Non so, è un po come se la tua storia brillasse di una luce troppo fredda per scaldare il cuore (o forse è solo un mio limite!)
A rileggerti!
:-)

viviana.tenga
Messaggi: 560

Messaggio#12 » giovedì 25 giugno 2015, 22:23

Ciao Luigi,

Sono un po' in difficoltà a commentare questo racconto. Da una parte, l'idea mi piace molto, dall'altra il racconto non riesce a coinvolgere a pieno e risulta troppo melenso. Forse avresti dovuto descrivere di meno l'amore tra i due protagonisti, affidarne la resa a pochi dettagli scelti e magari concentrarti di più sulle stelle. Personalmente, ho dovuto affidarmi a google per capire il titolo del racconto, cosa che non mi è pesata troppo, ma sarebbe stato bello avere qualche informazione in più all'interno del racconto. Forse un po' scontata ma bella l'interpretazione del tema.

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