[M] Il sentiero della vita

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
gloomy97
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[M] Il sentiero della vita

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 0:49

Passeggiavo per il sentiero desolato nel bosco sopra la mia città. Ci andavo sempre quando avevo bisogno di riflettere, e questo era uno di quei momenti.
Dovevano essere le una o le due al massimo, ma non avendo con me un orologio non potevo stabilirlo con precisione. Avevo smesso di indossarlo da quando il mondo intorno a me aveva iniziato a girare vorticosamente, risucchiandomi in quel tornado di sensazioni più o meno positive. Da un giorno all’altro mi ero ritrovata a essere l’occhio del ciclone di qualsiasi evento che mi accadeva attorno. Ma nonostante tutto non avevo mai perso la forza, avevo sempre affrontato ogni cosa a testa alta e con un gran sorriso.
I miei capelli rossi ondeggiavano sulle spalle, lasciandosi cullare dal vento, ricordandomi di essere una ragazza come tante che passeggiava in mezzo alla natura per ritrovare se stessa ma soprattutto alla ricerca di quella strada perduta tempo addietro che era stata seppellita piano piano dalla vita caotica che si affronta ogni giorno.
Mentre mi addentravo sempre di più nella radura cominciai a mettere da parte i vari problemi e a riflettere su ciò che ci fa andare avanti, nonostante le avversità che la vita ci pone. Iniziai a comprendere che c’è una luce dentro di noi che non si spegne mai, che può ardere come il fuoco un focolare o essere poco più grande come quello di un fiammifero, ma che indipendentemente dalla grandezza che ha in quel momento ci fa sentire vivi e ci spinge giorno per giorno ad affrontare la vita a testa alta.
Mi resi conto che la vita quotidiana di ognuno si era trasformata in un qualcosa di frenetico, disordinato e sconclusionato in cui avevamo perso il vero significato delle cose. Ci trascinavamo giorno per giorno come amebe, ignorando la luce dentro di noi e lasciandola fine a se stessa. Eravamo scanditi da tempi ben precisi dettati dalla società, e che in realtà la sola cosa di cui avevamo bisogno era quella di buttare via gli orologi, almeno ogni tanto, per ritrovare noi stessi.
All’improvviso quella flebile fiammella che nei mesi passati era andata sempre di più a scemare, si trasformò in un braciere.
Capii che quelli che vedevo come problemi in realtà non erano altro che ostacoli che il destino aveva deciso di pormi davanti per testare la mia forza di volontà nel superarli e che come ci ero riuscita varie volte nel corso degli anni potevo benissimo riuscirci anche ora. Avevo finalmente riesumato il sentiero perduto e iniziai a sperare che come ci ero riuscita io con una semplice passeggiata in mezzo al bosco potessero farlo anche gli altri, iniziando a vivere una vita degna di essere chiamata tale.
 
Testo di Gaia Masotti



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ceranu
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Messaggio#2 » giovedì 18 giugno 2015, 22:51

Ciao Gloomy, piacere di conoscerti e benvenuta nell'arena.
Il tuo racconto ha diversi problemi di forma.
Dovevano essere le una o le due al massimo

La forma è corretta, ma sfido chiunque a farsi piacere questa frase. Visto che non è fondamentale ai fini del racconto io cambierei orario “le due o le tre”.

Per il resto mancano parecchie virgole. Sicuramente è meno grave averne meno che di più, ma i tuoi sono periodi ostici. Alcuni ti mozzano il fiato. Quando finisci di scrivere rileggi il racconto ad alta voce, vedrai che ti accorgerai da sola dove vanno messe.
Ultimo punto:
Capii che quelli che vedevo come problemi in realtà non erano altro che ostacoli che il destino aveva deciso di pormi davanti per testare la mia forza di volontà nel superarli e che come ci ero riuscita varie volte nel corso degli anni potevo benissimo riuscirci anche ora.

Ho letto da qualche parte che il “che” è un'arma da dosare. Il risultato migliore si avrebbe usandone solo uno per periodo, ma mi rendo conto che spesso ne servono almeno due. Tu ne hai messi addirittura cinque, forse un po' troppi.
Snellisci le frasi e vedrai che sarà tutto più semplice.
La storia di per se non è male, succede poco e sa molto di metafora, ma è gradevole.
Spero di esserti stato utile.
Ciao e alla prossima

Rossella_Stocco
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Messaggio#3 » venerdì 19 giugno 2015, 11:20

Ciao Gloomy, se devo essere onesta il tuo racconto non mi è piaciuto granchè. Non ne vedo l'inizio, il corpo e la fine. Il sentiero nel bosco è la metafora del sentiero della vita? Sembra più un'elucubrazione filosofica che un racconto. Lo stile pecca in molte parti, sopratutto per l'assenza di virgole che rendono la lettura ostica. Lo avrei reso un pò più racconto, introducendo un avvenimento, un incontro, qualcosa. Buona fortuna.

Alexia
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Messaggio#4 » venerdì 19 giugno 2015, 13:46

Ciao Gloomy,
Ci sono un po’ di refusi e l’inizio è un po’ offuscato. In realtà non è propriamente un racconto, ma una riflessione sulla vita e sugli ostacoli che questa ci pone sul cammino. Una riflessione positiva regalata da una passeggiata nel bosco, dove la tua protagonista ha modo di riflettere.
Forse la terza persona lo avrebbe reso più dinamico, dando meno quel senso di meditazione che invece ho avuto leggendolo.

andrea.viscusi
Messaggi: 44

Messaggio#5 » sabato 20 giugno 2015, 12:05

difficile definirlo un racconto vero e proprio. un flusso di coscienza senza un vero sviluppo, con tematiche banalotte da fiction. questo era proprio il tipo di interpretazione di "luce che non si spegne" che temevo. la speranza, la vita, l'umanità, la luce dentro di noi che ci rende speciali... bah, ne possiamo fare a meno. nonostante questo, se il tema fosse sviluppato in un modo coerente e appassionante potrebbe avere senso, ma messo così non dice nulla, sembra il testo di una canzone della pausini, per intendersi. rilevo anche varie imprecisioni nel testo, il tutto contribuisce a formulare una valutazione molto al di sotto della sufficienza.

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#6 » domenica 21 giugno 2015, 15:26

Ciao gloomy, purtroppo non ho tanto da aggiungere ai commenti degli altri. Non è proprio un racconto, e l'unica indicazione che ci dai su questa ragazza è che ha i capelli lunghi e si trova in un bosco. C'è assenza di movimento e molti concetti un po' ridondanti. Chi è questa persona? Quali sono questi problemi? sono importanti o no? Perchè all'inizio sembrano essere l'unico motivo per cui questa ragazza si è addentrata nel bosco, ma alla fine il tutto si risolve con semplicità. Se la protagonista è depressa da tempo, per dire, allora anche una passeggiata nel bosco può essere importante e vale la pena narrarla. Ma se si trattano di problemi di poco conto, tanto da non essere neanche specificati, allora tutto perde interesse. Non bisogna per forza narrare di tizi che si ammazzano a vicenda o simili per fare un buon racconto, e il movimento può anche essere assente, ma allora forse dovresti contestualizzare un po' di più. Alla prossima!

Serena
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Messaggio#7 » lunedì 22 giugno 2015, 15:01

Ciao Gloomy! Mi unisco a coro. Il tuo non èun racconto ma una sorta di passeggiata introspettiva. Partendo dal presupposto che amo i personaggi con una forte eco interiore, qui sono rimasta delusa. Purtroppo il tutto risulta molto fiacco e non trovo elementi in grado di giustificare queste riflessioni. La camminata nel bosco mi va bene, ma deve essere condita da elementi o visioni che il personaggio condivide con il lettore. Altrimenti siamo alla stregua di un paniere che le ciondola al fianco! Cerca poi di modulare lo scandire delle frasi, le virgole aiutano talvolta anche a riprendere fiato!

A presto!

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antico
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Messaggio#8 » lunedì 22 giugno 2015, 15:13

Benvenuta a Minuti Contati! Qualche problemino, cominciamo. Non un racconto, semmai una riflessione, un flusso di pensieri. Eppure nella parte iniziale semini un possibile sviluppo nel momento in cui sottolinei che la protagonista è in un momento particolare della sua vita e ci si aspetta qualcosa, fosse anche una situazione "ai confini della realtà". Ecco, di solito i momenti topici di un'esistenza non si risolvono con una passeggiata nel bosco e di sicuro non è sufficiente quella a trasmettere al lettore un messaggio. Serve contrasto, rimestolamente interno, struggimento, dubbi, sfide (anche solo con se stessi), tutto un percorso fatto di dialettica che porta a fare emergere la risposta. Ed è quello che viene fuori dal tuo pezzo: la protagonista ha un problema, cammina, riflette sulla luce interiore, lo risolve, spera che tutti gli altri del mondo facciano lo stesso per renderlo (il mondo) un posto migliore. Un po' troppo sbrigativo... Pollice giù, ma la capacità c'è e si vede. In questi casi dico sempre che c'è stata una scelta strategica sbagliata e può capitare, anche mille volte. Ti attendo al laboratorio, se vorrai ripresentarlo lì in caso di mancato passaggio alla fase finale.

Gabriele Macchiarella
Messaggi: 38

Messaggio#9 » lunedì 22 giugno 2015, 17:27

Ciao Gloomy97

Tralasciando l'inizio stridente de: "dovevano essere le una o le due" direi che nel complesso è un racconto ben scritto.

Non voglio esser troppo duro nell'affermare che la tematica affrontata è piuttosto scontatama non posso sottrarmi dall'esprimere un mio parere sincero (anzi sono "obbligato" a farlo).

Che altro dire, forse potevi osare un po' di più. ..

tina.caramanico
Messaggi: 43

Messaggio#10 » martedì 23 giugno 2015, 15:10

Più che un racconto, una riflessione in cui la luce entra solo come metafora. Al di là della saggezza della meditazione, non c’è però nessuna storia e nessun personaggio, il che mi pare andare un po’ fuori tema rispetto alle richieste del contest. Magari potresti provare a comunicare quello che qui dici direttamente inserendolo in una struttura narrativa.

gloomy97
Messaggi: 13

Messaggio#11 » mercoledì 24 giugno 2015, 3:07

Rispondo ai commenti.
Innanzitutto ringrazio per le critiche di cui sicuramente ne farò tesoro e vedrò di metterle in atto.

Ceranu ti ringrazio per le critiche mosse. Effettivamente ho abusato della parolina "che " e sono felice che tu me lo abbia fatto notare.
Per quanto riguarda la rilettura del testo mi duole dire che ho scoperto il contest poco prima della fine, e che quindi non ho avuto molto tempo di rileggerlo ma sicuramente lo farò in futuro.

Come mi avete fatto notare più che un racconto é un testo filosofico e come ho scritto precedentemente avendo scoperto il contest poco prima della fine non mi sono soffermata molto sul genere letterario. Ammetto di avere una cadenza filosofica quando scrivo, ma se avessi letto attentamente (e magari non 1 ora prima dello scadere del tempo) la spiegazione della gara avrei sicuramente dato un taglio meno riflessivo al testo. Ho voluto comunque partecipare con un testo che mi convinceva poco, per poter migliorare la scrittura.

Andrea concordo con quello che dici, ma su una cosa sono contraria: dire che possiamo fare a meno di questi testi è sbagliato perché come a te può non piacere ci sono altri che lo apprezzano; non generalizziamo quindi, un concetto che non si basa su dati oggettivi.

L'Antico ti ringrazio per la proposta e parteciperò sicuramente; devo solo valutare se con questo testo oppure con un'altro.

Tina sicuramente il prossimo passo che farò sarà inserire questo testo in una struttura narrativa, implementandolo e arricchendolo con una struttura tale da renderlo racconto.

Vi ringrazio ancora per i commenti fatti
Un saluto
Gaia

marco.fronzoni
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Messaggio#12 » giovedì 25 giugno 2015, 17:39

Dal punto di vista stilistico, la scelta di questa tipologia di narrazione ha - a mio parere - un coefficiente di difficoltà certamente basso. Nonostante ciò, il risultato mi pare sia piuttosto deludente. Passi l’assenza di intreccio, di avvenimenti e personaggi, però l’assenza della condivisione esperienziale, in un brano di questo tipo la ritengo un’omissione letale. La protagonista dice di essere stata al centro di una serie di eventi, di fronte ai quali addirittura non ha perso la forza, né abbassato la testa. Stiamo quindi parlando di qualcosa di particolarmente probante e drammatico… Cos’è? La morte di una persona cara, la perdita del lavoro, una malattia grave, un’unghia spezzata…? Su cosa mi sto confrontando ‘io lettore’? Non sarà certo la frenesia della vita o i casini al lavoro ciò che ha spinto questa ragazza a tali tormentate meditazioni. Di fronte all’assenza dei dati del ‘problema’, purtroppo la soluzione proposta perde totalmente di senso…

torpedocolorado
Messaggi: 53

Messaggio#13 » giovedì 25 giugno 2015, 19:30

Ciao Gaia! Dai commenti letti quello su cui mi vorrei soffermare è proprio l'assenza di un evento. Non che debba succedere per forza qualcosa che dia un senso al racconto, ma certamente porterebbe più lontano chi legge. Va bene il flusso di coscienza, un po' meno la riflessione interiore della protagonista senza una NOSTRA riflessione interiore. Mi spiego meglio: le conclusioni a cui arrivi dovrebbero anche essere le nostre. E necessariamente deve succedere qualcosa nel racconto che c'inviti, si spinga, ci costringa a riflettere, per arrivare a quelle riflessioni. Che a quel punto possono anche  esser solo sfiorate, perchè già trasmesse al lettore. Nella teoria del lanciatore di coltelli, non si colpisce mai al centro, perchè l'idea muore. Ma si seguono i contorni: il tutto rimane molto più affascinante, e chi legge arriva man mano al cuore delle tue idee. Come un bel viaggio "per staccare" dal vortice delle nostre vite incasinate. Spero di aver lasciato un buon contributo Gaia, a presto!

gloomy97
Messaggi: 13

Messaggio#14 » giovedì 25 giugno 2015, 23:20

Grazie mille marco e Leonardo! Mi pare di aver capito che la cosa fondamentale sia la presenza di un racconto o comunque di un qualcosa che lega il lettore alla storia, in modo tale da farlo immedesimare in essa e che quindi, riesca a trarre da sè le conclusioni. Nel prossimo contest cercherò di utilizzare questi consigli al meglio!
Grazie ancora
Gaia

Sybilla Levanti
Messaggi: 142

Messaggio#15 » venerdì 26 giugno 2015, 22:13

Buonasera Gloomy97, il tuo racconto non lo trovo male.Forse a causa del poco tempo a disposizione la forma finale presenta qualche problema, che ne rende difficile la lettura, ma si intravede la tua volontà di voler trasmettere il tuo pensiero e la tua visione della vita, attraverso la metafora del sentiero nel bosco e del fuoco che, come una luce, per quanto affievolita può sempre rinascere e crescere. Purtroppo nel corpo della narrazione questo tuo sforzo resta in ombra, anche perché il limite di carattere a disposzione costringe a limare e alle volte non ci rendiamo conto che ciò che è chiaro nella nostra mente non lo è per chi ci legge.

gloomy97
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Messaggio#16 » venerdì 26 giugno 2015, 23:29

Grazie mille ophelia! :)

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