[M] Dannato - di Francesca Nozzolillo

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
Francesca Nozzolillo
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[M] Dannato - di Francesca Nozzolillo

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 0:59

Ero circondato dal buio, seduto, le mani legate. Solo il rumore di una goccia lontana mi distraeva dalla mia solitudine. Ero giunto in quel luogo una vita prima e non era ancora successo nulla. Quell’attesa mi stava uccidendo, ma non avevo ancora parlato, o implorato. Alla fine cedetti.
<< C’è qualcuno? >>
Al suono delle mie parole comparve all’improvviso una luce accecante. La puntavano dritta contro il mio viso. Chiusi gli occhi per il dolore, e non trattenni un gemito.
<< Angelo Neri, sai perchè ti trovi qui? >>
Chiunque fosse, era nascosto dietro la luce.
<< No. Cosa volete da me? >>
<< Tu hai tradito tua moglie con una donna più giovane, vuoi forse negarlo? >>
<< Ma che razza di posto è questo? Chi sei? >>
<< Rispondi alla mia domanda, dannato. >>
<< E’ lei che vi manda, vero? Quella maledetta stronza. Mi ha incastrato, vi ha raccontato un mucchio di cazzate! Io sono ricco, qualunque cosa lei vi abbia promesso, io posso darvi il triplo. Per favore… >>
< Rispondi, Angelo Neri. Il tuo nome è sulla nostra lista. Noi sappiamo la verità. Menti, e sarai condannato. Pentiti, e forse ti salverai. >>
<< Vi prego… abbassate questa luce, fatevi vedere in volto. Posso pagarvi… >>
<< Finchè non confesserai, non potremmo decidere della tua sorte. >>
La voce era strana, sembrava non possedere un corpo. I miei occhi lacrimavano per l’intensità di quella luce accecante. Ebbi paura.
<< Io non volevo tradirla. La ragazza lavorava per me, andava in giro mezza nuda. Mi ha sedotto, cosa potevo fare? Sono umano. >>
<< Cosa ne hai fatto della ragazza? >>
Ormai piangevo a dirotto, tutta la mia fierezza era scomparsa.
<< Lei… è rimasta incinta… sarebbe scoppiato uno scandalo, la mia azienda sarebbe fallita.>>
<< Sei un bastardo, Angelo Neri. Non meriti salvezza. >>
<< No! Ho confessato! Lasciatemi andare, non potete uccidermi! >>
<< Noi non possiamo uccidere chi è già morto. >>
< Che diavolo significa? >> La luce iniziò ad affievolirsi. << Cosa significa? >> Si accorciava, si allungava, ora potevo guardarmi attorno. Cercai affannato il mio interlocutore, ma non c’erano sagome oltre la barriera luminosa, non c’era nulla. Ero in nessun luogo.
<< Cazzo non ve ne andate! >> urlai, terrorizzato. << Che ne sarà di me? >>
La voce arrivò dall’oscurità.
<< Quando hai ucciso quella ragazza e il bambino che portava in grembo, tu sei morto dentro.>>
<< Non lasciatemi qui… ho paura. Accendete la luce! >>
Ma la luce si spense del tutto.
Rimasi da solo, piangente, al buio. Quel luogo senza forma e senza tempo mi prosciugò ogni energia. Tremavo, senza sapere come potermi salvare. Solo il tonfo di una goccia mi faceva compagnia. Alla fine cedetti.
<< C’è nessuno? >>
Al suono delle mie parole, una luce accecante mi ferì gli occhi e il mio corpo si irrigidì in uno spasmo involontario. Una voce si alzò dal nulla e mi avvolse crudele nelle sue spire velenose.
<< Angelo Neri, sai perchè ti trovi qui? >>



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antico
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Messaggio#2 » mercoledì 17 giugno 2015, 20:14

In seguito alla segnalazione dell'autrice, come già segnalato nel tread del gruppo Morticia, ho provveduto al recupero del testo nelle modifiche ripulendolo dal codice che l'aveva appestato in fase di post. Potete procedere con i commenti e a classificarlo.
 
Importante: non c'è alcuna modifica successiva all'edizione, ho controllato personalmente.

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ceranu
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Messaggio#3 » venerdì 19 giugno 2015, 9:56

Ciao Francesca, ben trovata.
Mi spiace dirlo, ma trovo il racconto strutturato male. L'idea di per se è banale, il giudizio di un uomo simile è decisamente scontato. Anche il motivo dell'omicidio che ha commesso non è da meno. Manca il sentimento che dovrebbe accompagnare un simile racconto, è tutto troppo lineare. Non ci sono sussulti ed è tutto troppo piatto. Forse, se non fosse stato tutto così chiaro fin dall'inizio il mio giudizio sarebbe cambiato, ma così il racconto non mi piace. Probabilmente è solo un problema di mio gusto personale, perché la forma è buona.
Ciao e alla prossima.

Rossella_Stocco
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Messaggio#4 » venerdì 19 giugno 2015, 11:33

Ciao Francesca, ho trovato il tuo racconto molto buono. Interessante il punto di vista del dannato e il finale in cui si reitera tutto all'infinito. Avrei evitato precisazioni come quella dell'essere morto dentro dopo aver ucciso la donna ed il bambino, non dà niente al racconto e sembra una precisazione in più. Inoltre, avrei aggiunto più struggimento del personaggio, ma ovviamente sono mie idee. Buono lo stile. Buona fortuna.

Alexia
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Messaggio#5 » venerdì 19 giugno 2015, 13:49

Ci sono alcuni refusi e la scrittura è ancora acerba. Ci sono alcuni indizi fuorvianti (“Ero giunto in quel luogo una vita prima”, in senso figurato?). Sul finire l’idea di una ridondanza, di un loop, mi piace, ma aggiusterei la parte iniziale. Il contenuto invece rientra nelle mie corde: tormento, senso di colpa, delirio. Ci avrei messo più ansia e meno dialoghi :D

andrea.viscusi
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Messaggio#6 » sabato 20 giugno 2015, 12:20

uhm, niente di nuovo. il personaggio cattivo cattivo che non sa di essere morto sottoposto a giudizio. va bene il tradimento, va bene la gravidanza, ma era davvero necessario l'omicidio? pensava di suscitare uno scandalo minore dandole una pedata nel culo e disconoscendo il figlio, piuttosto che ammazzandola? qui sta la prima incoerenza. il fatto poi che la luce (qualcosa di divino, presumo) gli dica che è "morto dentro" è piuttosto banale. l'unica cosa interessante è il finale, in cui si vede la ricorsività dell'interrogatorio (che quindi consiste in sé nella pena eterna?), ma non basta a risollevare un racconto mediocre nell'idea e nella forma.

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antico
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Messaggio#7 » lunedì 22 giugno 2015, 14:38

Molto buona l'idea di rappresentare una pena eterna, meno buono tutto quello che sta in mezzo a causa di una vicenda che non desta curiosità per via della sua "normalità". Mai fermarsi a un'intuizione, sempre rilanciare. Fare passare i caratteri solo per arrivare da A a B non va bene e qui è proprio quello che crea problemi. A questo punto meglio sarebbe stato tagliare di netto la parte centrale per arrivare più in fretta al finale e per enfatizzare la voluta banalità del peccato (lo so, non è banale, ma situazione trita e ritrita sì) in modo da amplificare la cornice. Un pollice su per l'idea e la cornice, un pollice giù per lo svolgimento, una media di pollice NI. T'invito al laboratorio per lavorarci secondo una delle due vie che ti ho indicato, ma se hai altre idee a riguardo ben vengano!

Serena
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Messaggio#8 » lunedì 22 giugno 2015, 14:53

Ciao Francesca! Come già detto da altri, anche io credo la storia si sia troppo appoggiata a qualcosa di solido e meno rischioso. Quando si trattano temi abusati, bisogna avere il coraggio di spingersi un pochino oltre. Anche a me non è piacito il fatto che la voce desse un giudizio così scontato... forse lo avrei trovato un pochino più plausibile se una volta spenta la luce, ci fosse stato un doppio del personaggio dannato. Una sorta di carnefice e vittima! La prossima volta prova a scavare di più, anche con le emozioni!

A presto!

Gabriele Macchiarella
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Messaggio#9 » lunedì 22 giugno 2015, 18:38

Ciao Francesca

Apprezzabile l'intento del cambio totale di prospettiva,  da donna a uomo immondo capace di compiere un gesto disumano comequello.

Ma per il resto...il testo è piuttosto scorrevole ma lascia l'amaro in bocca. Mi spoace dirlo ma la storia non ha nulla di originale, cose già viste nei film, lette in altri libri. Lasci intendere che per te l'inferno sia quello, un luogo dal buio perenne. Proprio l'opposto del tema del contest Dove la luce non dovrebbe spegnersi mai.

tina.caramanico
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Messaggio#10 » martedì 23 giugno 2015, 14:40

La ripetizione all’infinito di un “processo” è un’idea di inferno che mi piace. Il racconto regge anche per la forma e per i dialoghi. Suppongo che, tra una sessione e l’altra, il dannato dimentichi tutto: è questo che rende la pena davvero insopportabile, e immagino tu lo sottintenda, anche se sarebbe stato meglio a mio parere dirlo esplicitamente.

gloomy97
Messaggi: 13

Messaggio#11 » mercoledì 24 giugno 2015, 2:31

Ciao Francesca,
Fammi capire se ho ben interpretato il racconto. Il protagonista ha tradito la moglie e ucciso l'amante e il figlio. ho interpretato il ciclo continuo della storia come il senso di colpa del protagonista e il l'uovo in cui si trova come la sua coscienza.. É corretto?
Comunque lo stile é buono, abbastanza semplice e scorrevole. Magari avrei specificato meglio ciò che volevi far intendere al lettore.
Buona fortuna
Gaia

torpedocolorado
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Messaggio#12 » mercoledì 24 giugno 2015, 18:07

Bella l'idea del loop con pena senza fine: un mix malefico di karma e pena dantesca. Dato che il ritmo e la tensione ci sono, sarebbe stato meglio lavorare proprio sull'idea dell'eterno ritorno del dolore. Un racconto che avrebbe potuto prendere il volo ma che comunque a me piaciuto. E il protagonista che si chiama Angelo Neri è una trovata geniale: allegoria della schizofrenia del protagonista, maschera assieme di vittima e carnefice. Dove il labile confine tra le parti sfuma nella miseria umana personale e lascia compassione e...un ridondante loop in lontananza! Ciao Francesca e buona fortuna!

Francesca Nozzolillo
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Messaggio#13 » giovedì 25 giugno 2015, 17:15

Ciao a tutti, e grazie per i commenti.  Scusate se rispondo soltanto adesso, ma purtroppo è stato un periodo davvero intenso. Ho avuto mille problemi a postare questo racconto, ero in Germania e senza internet, con una sorellina che mi urlava nelle orecchie.

Comunque, vero. Purtroppo un po' banale l'argomento del tradimento, e i dialoghi probabilmente sono da riscrivere. L'idea era di creare una contrapposizione tra la luce (che di solito è vista come simbolo di 'paradiso') gettata in faccia al protagonista in maniera violenta (come un carcerato a cui si fanno delle domande in prigione), che diventa il carnefice eterno del protagonista, e il buio, l'oscurità, che rappresenta ovviamente la morte e la perdizione. La pena che deve affrontare il personaggio è proprio quello di dover passare da un estremo all'altro, luce e buio, in un vortice eterno.

Si, ogni volta che si spegne la luce il personaggio perde la memoria, ed è dunque costretto a 'non vivere' nella paura e nell'incertenzza, al buio, fino a che, al suono della sua voce, tutto ricomincia: la luce lo acceca, lui prova di nuovo il terrore, la speranza di poter sopravvivere, viene di nuovo giudicato,  e alla fine capisce che non c'è nulla da fare. Così, per sempre.

 

 

marco.fronzoni
Messaggi: 19

Messaggio#14 » giovedì 25 giugno 2015, 18:30

Una scena da ottavo girone dantesco, con la voce moralizzatrice in aggiunta. Mi è parsa una rappresentazione un po’ troppo artefatta, insomma un misto tra un interrogatorio estrapolato da un film poliziesco degli anni ’70 e ‘L’inferno può attendere’ - era il Paradiso, lo so… ;).
La trama è scarna e il punto d’interesse viene svelato immediatamente, quando il ‘giudice’ sbatte in faccia all’imputato la descrizione della sua colpa. Da lì i poi è solo un’agonizzante attesa della confessione, pienamente consci che ci sarà. Meglio secondo me sarebbe stato mantenere celato il motivo per cui il protagonista era tenuto prigioniero,  travestendolo addirittura da vittima innocente degli eventi, in modo da portare il lettore dalla sua parte, per poi rivelare l’orrenda verità - che sarebbe arrivata come un pugno nello stomaco - solo sul finale.
Ferma la buona idea del loop punitivo, il resto mi sembra sia stato un po’ sprecato.

Sybilla Levanti
Messaggi: 142

Messaggio#15 » venerdì 26 giugno 2015, 22:35

Buonasera Francesca. Trovo il tuo racconto "primitivo", hai cercato di dare un ritmo serrato al dialogo tra i due personaggi ma non sei riuscita a far salire abbastanza la tensione in chi legge. CIò che, invece, hai saputo creare bene è il senso della latenza temporale per il protagonista, sebbene dando fin da subito un'informazione cruciale (una vita fa) per l'economia della narrazione. Secondo me, lavorandoci e sistemando un pochino lo stile perché hai una buona base e devi solo limare alcune imperfezioni, potrebbe divenire un ottimo racconto.
Buona l'idea del loop, che mi ha ricordato il processo di Kafka, e che conferisce quel senso di angoscia che fin dalle prime righe hai cercato di trasmettere.

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