Il dolce suono del consenso

Appuntamento per lunedì 18 febbraio dalle 21.00 all'una con il Campione della Quinta Era di Minuti Contati: Raffaele Marra!
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DandElion
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Il dolce suono del consenso

Messaggio#1 » lunedì 18 febbraio 2019, 22:35

Sono entrati a casa mia una sera, senza preavviso. Non era stata una giornata particolarmente diversa dalle altre. Ero sul mio divano, quello marrone, sgangherato, con i graffi del gatto e qualche molla da oliare. Stavo con una birra in mano, e alla televisione c’era un damerino imbellettato. Dicono che questi quiz sono tutti una cazzata, che sono manovrati. Che alla fine la gente i soldi non li vede, ma ci va solo per andare in televisione. "Boh, può darsi" mi sono sempre detto io. Comunque ero sul mio divano, con la mia birra a pensare alle bocce della concorrente, notevoli, e a quel cicisbeo che la guardava.
Una bionda, riccetta, sui 25 anni. Stupida come un Darwin Award.
Mi è sembrato di vedere in prima serata la mano del cretino farsi largo tra le tette della bionda.
Ho guardato meglio e invece no. L’ho solo immaginato. Poi anche fosse "copriti, no, puttana?".
Mentre pensavo queste cose li ho visti. Ho aperto meglio gli occhi fissandoli, col collo storto e la testa piegata in avanti a sinistra. Non riuscivo bene a capire cosa fossero, cosa cazzo ci facessero nel mio salotto. Ho guardato la mia FAXE 10%, ho scosso la mano, ok ero alla seconda, ma era ancora quasi piena.
Ho tirato la testa ancora più avanti, indeciso se scrutarli meglio o iniziare ad urlare, ma sembravano così assurdi, così innocui, così.. così tranquilli che sono rimasto spiazzato.
Uno di loro si è avvicinato piano, e strisciando mi ha sibilato in un orecchio “bella troia, vero? Si vede da come veste che lo vuole tutto.” Non ho capito che parte di lui mi stesse parlando perché non aveva una bocca o qualcosa di simile.
Ho provato ad alzarmi, ma altri due mi avevano ancorato tra loro le caviglie, una morsa ferma, ma con qualcosa di gentile. “Certo che se quel negro non avesse 35 euro al giorno, chissà, magari lo Stato avrebbe i soldi per darti una casa popolare.. e tu potresti poggiare il culo su un divano più comodo di questo”..
Ho pensato di scuotermi dando un sorso alla mia birra, ma un quarto di loro mi fermato la sinistra “Lo senti anche tu questo bambino che piange, che fastidio? Fosse mio figlio lo pisterei finché non smette”.
È strano, è difficile da spiegare, come tutte queste cose le pensassi da molto anche io, ma mi sarei vergognato di dirle.. Una sorta di pudore, forse rispetto: l’educazione ricevuta dai miei. Dette, invece, avevano un suono sublime, sembravano miele ai miei orecchi. Il dolce suono del consenso.
L’ultima mano libera dai tentacoli di quelle cose aveva il telecomando: volevo spegnere la tv e godermi il suono della voce calda e viscosa di questi esseri, non mi importava nulla del resto.
Mentre facevo per spegnere un tentacolo mi è sguisciato in gola, ho provato a tossire, ho provato a vomitare, ma l’ho sentito, chiaramente scendere nell’esofago, le ventose sulle mie pareti interne. Puro terrore.
Una voce molto meno accattivante mi sbatteva tra le tempie parole che non voglio ricordare.
Non so quanto tempo dopo mi abbiano trovato: pensavo di essere morto, ma se sono qui a raccontarvelo non è così.
Mi hanno ricoverato.
Intossicazione, dicono. Quei polpi terrestri non esistono, dicono. Proiezioni della mia mente, dicono..
Ma io li ho visti, lo so!
Quei fottuti polpi mi hanno cambiato!
Adesso li evito: so bene che certe cose possono fare male, uccidere, quando le lasci entrare nelle tue viscere.
Ultima modifica di DandElion il lunedì 18 febbraio 2019, 22:54, modificato 3 volte in totale.


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antico
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#2 » lunedì 18 febbraio 2019, 22:38

Dand, buonasera! Ok sia caratteri che tempo, divertiti in questa Marra Edition!

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Massimo Tivoli
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#3 » martedì 19 febbraio 2019, 20:09

Caspita che Edition! Un altro bel racconto. Qua le interpretazioni possono essere diverse, e forse la mia non è nemmeno azzeccata, ma in fondo non importa. Mi è piaciuto pensare a una sorta di materializzazione dei complessi, dei falsi pudori che, appunto, trattenuti si sono sedimentati, dopo essersi materializzati, nelle viscere del protagonista, nel profondo. Forse, sarebbe stato meglio sembrare quello che si era, dirle ogni tanto quelle cattiverie, non tenerle imprigionate in qualche meandro del subconscio. Lo stile e la situazione mi hanno riportato a qualche frammento dello Zio (King). Complimenti!
Segnalo solo un insignificante refuso:
mi fermato -> mi hanno fermato (credo)

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Andrea Partiti
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#4 » martedì 19 febbraio 2019, 23:47

Strano racconto, ma strano in senso buono.
Voglio immaginare gli alieni polpo come creati dall'incontro dei pensieri repressi del protagonista e dei messaggi della tv. Forse non è così, ma torna molto bene col fatto che gli impediscono di spegnere, quando lo desidera. Come se la tv li alimentasse e ne avessero bisogno. (Anche se sospetto che i mostri di cui parli si nutrano molto anche su internet, ormai).
Inserirei i tentacoli prima, quando il protagonista prova ad alzarsi e lo bloccano al divano, altrimenti ad aggiungere tardi un dettaglio così importante nell'aspetto degli alienetti rischi che chi legge se li sia già immaginati molto diversi!
Non so spiegarmi completamente la guarigione finale. Vuol dire che ha capito la tossicità di quel che pensava e non esprimeva? Che per una volta è stato lui la vittima delle cattiverie dei polpi, la voce che ha sentito dentro, e trovandosi dalla parte delle vittime ha empatizzato?
In fondo è bene che rimanga aperto e senza spiegazione esplicita.
Nulla è come sembra, ma il risultato per me è un buon racconto.

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Emiliano Maramonte
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#5 » mercoledì 20 febbraio 2019, 0:11

Ciao Dand!
Mamma mia che racconto brioso, godibilissimo ma, allo stesso tempo, spaventosamente inquietante! Le interpretazioni possono essere tante, come ha fatto notare Massimo, però io ho visto la questione sotto la luce della tossicità dei pregiudizi, dei luoghi comuni, delle inquietudini che vengono alimentati da quell'apparecchio diabolico che è la televisione (e, più recentemente, da Internet e i social network).
Narrazione tesa ed efficacissima, un pelo superiore a quella di tuoi precedenti lavori che ho letto da quando sono su Minuti Contati: si vede che eri ispirata e, soprattutto, credevi in quello che hai scritto.
Finale a suo modo potente, con la presa di coscienza del protagonista che capisce che deve evitare certe "bestie", ma lascia intendere che, in qualche modo, ne è ancora infetto, poiché, forse gli sono entrate dentro per sempre...
A parte qualche refuso comprensibilissimo qui a MC, null'altro da aggiungere.

Bello, davvero bello, complimenti.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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giancarmine trotta
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#6 » giovedì 21 febbraio 2019, 19:13

Ciao Dand,
la tua scrittura è sempre riconoscibile perché tosta, curata, moderna.
Devo sottolineare che stavolta ho trovato la trama fin troppo aperta: senza fare spiegoni deleteri, credo che qualche altro indizio o suggerimento sarebbe stato utile. La prima parte è godibile e accattivante; a proposito, ma la bionda candidata al "Darwin Award" non può aggiungere nulla geneticamente al genere umano perché? è sterile? sta per morire?
Insomma racconto in chiaroscuro che ho percepito gustoso ma incompleto.
Alla prossima,
G.
**

Daniel Travis
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#7 » domenica 24 febbraio 2019, 16:55

Ciao e complimenti.
Nel dare un giudizio su questo racconto, ho lo stesso problema che avrebbe un hater della fantascienza nel dover recensire un romanzo su una truppa di alieni. Che amministrano un'intelligenza artificiale. Incaricata di proiettare una vita virtuale nella mente di tutti gli ospiti di una nave spaziale.
Nessun problema con la trama, il tono ha una sua incisività, occhio ai typo che sfuggono di tanto in tanto. Ma...
Mi si accappona la pelle quando vedo una morale diretta e univoca o, peggio, una metafora moraleggiante. E qui, ne sono investito.
Le storie esistono per prendere i nostri miseri dubbi e tafferugli e proiettarli in un mondo altro, fantastico, in cui (noi lettori, ben oltre l'autore) possiamo osservarli da una nuova prospettiva, trasformarli, trasformare la nostra relazione con essi e, al ritorno, cambiare il mondo (o, perlomeno, essere marginalmente più divertiti nell'avere a che fare con esso). Non esistono per prendere i magnifici mondi fantastici che siamo capaci di inventare e ridurli a rappresentare, quasi fotograficamente, i nostri miseri dubbi e tafferugli, spiegandoci che fare col mondo, anche se è difficile, mi raccomando, eh.
Questa è una mia viscerale convinzione.
L'ultima volta che ho controllato, non ero ancora stato eletto Dio: mi risulta quindi legittimo avere pareri diversi dai miei su cosa le storie possano o "debbano" (ah-ah) fare.
Inoltre, magari, la mia impressione di una metafora moraleggiante non corrisponde alla tua intenzione. Io ho letto così: Il "cattivo" protagonista comincia con un solo sorso dell'abitudine moralmente deprecabile, ma quel sorso lo imprigiona, e lo costringe ad averne di più, sempre di più, e alla fine... Ne esce. E uscitene anche voi. Che è meglio. Parola di Protagonista. Magari tu hai scritto cosà.
Still, that's my two cents.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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DandElion
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#8 » lunedì 25 febbraio 2019, 23:57

@Massimo Tivoli:
Segnalo solo un insignificante refuso:
mi fermato -> mi hanno fermato (credo)
uh assolutamente sì: "un quarto di loro mi ha fermato". Sorry :(
Grazie per i complimenti, ma troppo generoso: avoja ancora fino a poter lucidare coi capelli le scarpe dello zio <3 :D

@Andrea Partiti.
Grazie dei consigli e degli spunti di riflessione :)
La Tv è un oggetto come un altro, poteva essere un pc su internet, *non* poteva essere un libro, poteva essere uno spettacolo al cinema.. Mi serviva un mezzo di "distrazione", ma in solitudine.. Mi sembrava esagerato metterlo in standby davanti a youporn :P
Il rivelarsi dei tentacoli in fase terminale, invece, è una scelta: mi piace l'idea che qualcuno possa farsi un'idea ed essere costretto a decostruirla. My personal pleasure :P
Il finale è volutamente aperto, non c'è una guarigione, anzi, in un certo senso viene preso per pazzo quando racconta l'accaduto, quindi .. insomma uno che ti racconta di esser stato aggredito da accondiscendenti polpi non è che lo guarderei senza alzare il sopracciglio..
Grazie mille :)

@Megagenius
Che dire? Grazie mille :D

@Giancarmine Trotta
Grazie intanto, che suggerimento avrebbe aggiunto secondo te sapore? Avevo pensato a colorare i tentacoli, ma alla fine che il tentacolo blu dicesse una cosa e il polpo rosso un'altra non è che dava un tono diverso.
La bionda candidata non può aggiungere nulla perché la bestiola umana tipica del quiz show alla Bonolis DEVE per antonomasia essere sopra le righe, super stereotipata e non particolarmente intelligente. Bionda o meno. Un soggetto di donna passiva e capaci di umiliarsi in pubblico per dire "sono andata in tv" non la vorrei come madre dei miei figli..
Accetto consigli su completamenti ed implementazioni. Grazie mille :D

@Daniel Travis,
hai detto molto
Mi si accappona la pelle quando vedo una morale diretta e univoca o, peggio, una metafora moraleggiante. E qui, ne sono investito.
Le storie esistono per prendere i nostri miseri dubbi e tafferugli e proiettarli in un mondo altro, fantastico, in cui (noi lettori, ben oltre l'autore) possiamo osservarli da una nuova prospettiva, trasformarli, trasformare la nostra relazione con essi e, al ritorno, cambiare il mondo (o, perlomeno, essere marginalmente più divertiti nell'avere a che fare con esso). Non esistono per prendere i magnifici mondi fantastici che siamo capaci di inventare e ridurli a rappresentare, quasi fotograficamente, i nostri miseri dubbi e tafferugli, spiegandoci che fare col mondo, anche se è difficile, mi raccomando, eh.
Questa è una mia viscerale convinzione.
L'ultima volta che ho controllato, non ero ancora stato eletto Dio: mi risulta quindi legittimo avere pareri diversi dai miei su cosa le storie possano o "debbano" (ah-ah) fare.

senza dire nulla, o per lo meno io non ho capito cosa volevi comunicarmi.
Questo, invece
Inoltre, magari, la mia impressione di una metafora moraleggiante non corrisponde alla tua intenzione. Io ho letto così: Il "cattivo" protagonista comincia con un solo sorso dell'abitudine moralmente deprecabile, ma quel sorso lo imprigiona, e lo costringe ad averne di più, sempre di più, e alla fine... Ne esce. E uscitene anche voi. Che è meglio. Parola di Protagonista. Magari tu hai scritto cosà.
Still, that's my two cents.
è una assoluta interpretazione ben lontana dalle mie intenzioni e totalmente tua, anche perchè con una birra di pessima qualità (provare per credere) oltre a comunicare solitudine e forse anche un po' di avarizia altro non volevo comunicare.
Aiutami a capire cosa volevi dire per favore perchè mi sono persa. grazie :D
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jimjams
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#9 » martedì 26 febbraio 2019, 22:13

Ciao, Dand. "una giornata particolarmente diversa" è un insulto a chi rosicchia caratteri ;-) Via quel particolarmente, non era una giornata diversa dalle altre , funziona lo stesso, anzi meglio. Dette, invece, avevano... immagino manchi "da loro". Chiusa la parentesi rompina pignolina passo al racconto. Ho una sensazione mista. La prima parte, fino all'epilogo escluso, mi ha colpito. Attuale, con una bella idea, veloce. Insomma ero entusiasta. Ma il finale a lieto fine? Dai, ci stava il crollo definitivo nel baratro, l'abbrutimento totale. Ancora più attuale, se vogliamo. Si vede che ti è rimasta un po' di fiducia nella gente. Insomma in totale bello e divertente. Potevi farmi felice, ci sei andata vicinissima. La prossima volta, affonda quel coltello letterario.

Gabriele Cavallini
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#10 » mercoledì 27 febbraio 2019, 20:43

Wow. Non capita spesso di leggere una storia così strana in positivo. L'ho letto la prima volta e non ho capito niente. Niente. La seconda volta invece mi è stato tutto (più o meno, credo) chiaro. Qui stiamo parlando della materializzazione (che sia immaginaria o reale) delle idee più malsane del protagonista, le quali probabilmente anche lui ignorava fino in fondo di possedere. Un'idea veramente interessante. Il finale per adesso mi lascia ancora un pò dubbioso. Ho letto nei commenti che è volutamente lasciato aperto. Forse avrei preferito che i tentacoli lo avessero cambiato fino in fondo, nella personalità. Scrittura incisiva e incalzante.

marcocioni
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#11 » giovedì 28 febbraio 2019, 14:14

Ciao Dand,
se - come indiscutibilmente sembra dalla fotografia - sei una donna, allora mi colpisce il fatto che ti sei immedesimata in un uomo (di infima levatura, oserei aggiungere) e l'hai fatto con un tratto piuttosto credibile. Se invece "Nulla è ciò che sembra" e sei un uomo, allora non tenere di conto di quanto fin qui scritto.
Premetto che il mio commento scaturisce da pura attrazione nei confronti di quel che hai scritto, tu fai parte del gruppo che commenta il gruppo di cui faccio parte io e - visto il giorno e l'ora in cui posto queste note - è molto probabile che tu abbia già commentato anche il mio racconto, però io non ho ancora letto (volutamente) nessuno dei commenti al mio racconto per cui non so cos'hai scritto e non ne sono influenzato.
E' vero.
Il pensiero semplice e veloce è dolce, seduce, alletta. E starsene a ventre all'aria su un divano a sorbirsi tutte le boiate che si possono reperire in televisione aumenta drasticamente le possibilità di incappare in questi viscidi pensieri viscerali (bello il rimando ai tentacoli che entrano nelle viscere).
E quando si pensa veloce, se da un lato si dipanano rapidamente le ordinarie matasse della pura sopravvivenza, può darsi che su certe questioni i primi pensieri che affiorano siano i più leggeri, quelli che galleggiano... Le stronzate, insomma.
Interessante la descrizione di queste voci, che tu indichi come untuose. Forse è questa connotazione che mi ha motivato di più a scriverti.
Bel racconto.
Altre considerazioni (se fosse off topic o meno, se ci fossero aspetti stilistici da rivedere) posso prendermi il lusso di saltarle a piè pari dal momento che non devo commentare i racconti di questo gruppo.
Ciao!

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DandElion
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#12 » lunedì 4 marzo 2019, 0:27

@marcocioni
Ti leggo solo ora..

All'anagrafe donna, ma.. ho una caratteraccio e da ragazzina mi arrampicavo sugli alberi, vale come "uomo"?! xD
Uh grazie! Sono contenta che ti sia piaciuto :D
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Re: Il dolce suono del consenso

Messaggio#13 » mercoledì 6 marzo 2019, 14:48

Ottima intuizione, ottimo racconto con un finale ancora, a mio parere, migliorabile perché trattasi nell'unico tratto non equilibrato. Molti hanno puntato il dito sulla redenziine improvvisa, io ci vedo un egoismo etico, nel senso che si mette in discussione quasi unicamente per se stesso e non per l'ideale. E sotto questo punto di vista raggiungi una bastardaggine di fondo assolutamente lodevole. Ecco che quindi il mio suggerimento è di pestare di più sulla sua sofferenza, sulla sua paranoia, per portare il lettore più vicino al vero quid. Pollice quasi su per me.

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