DON ROBERTO, IL CAZZO!

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo marzo sveleremo il tema deciso da Massimo Spiga. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Massimo Spiga assegnerà la vittoria.
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Wladimiro Borchi
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DON ROBERTO, IL CAZZO!

Messaggio#1 » giovedì 21 marzo 2019, 15:36

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DON ROBERTO, IL CAZZO!

A chi si ama (davvero)

Era dentro di lei. L’aveva sognata per tutti e venti i giorni in cui erano dovuti rimanere lontani.
«Ti amo!»
Si muoveva rapido, spinto dal desiderio che aveva dovuto controllare per troppo tempo.
Lei lo guardava negli occhi, mentre lui la prendeva.
«Anch’io!»
Se avesse incrociato ancora il suo sguardo tutto sarebbe finito troppo presto e lei si meritava di più; entrambi ne avevano diritto dopo la forzata separazione che avevano dovuto sopportare.
La loro storia era così, scandita da infiniti istanti di ipocrisia vissuti accanto a persone che da tempo avevano smesso di amare; in famiglie che non capivano i loro sogni. Solo assieme tornavano a essere sé stessi.
Si erano trovati, erano anime elette che finalmente si erano potute incontrare e vivevano quell’amore clandestino come un fidanzamento adolescenziale, donandosi completamente l’uno all’altra.
«Scopami! Dai, sì, aprimi!»
No, cazzo! No! Non adesso!
Diego uscì da lei per qualche secondo. Quando Sabrina si lasciava andare davvero diceva frasi da film porno che lo mandavano su di giri. Con sua moglie non era mai successo. Aveva bisogno di una pausa, altrimenti sarebbe venuto come una ragazzetto alla sua prima scopata.
La baciò sulle labbra e la sua bocca iniziò a scendere lungo il profilo del suo corpo: sui seni gonfi, sui capezzoli duri come pietre, sull’ombelico, fino a gettarsi nella sua fica, nutrendosene goloso, sfogando così la propria eccitazione.
«Siiiiiiiii, ti amo!»
Gli piaceva da matti sentirla muoversi tra le sue mani, mentre il piacere di lei esplodeva sotto la sua lingua.
«Quando hai finito col mangia e bevi, avrei bisogno della tua attenzione, testa di cazzo!»
La voce maschile alle sue spalle lo fece saltare e girarsi di scatto. Sabrina si ritrasse subito, alzando la schiena dal letto.
«Buon giorno, salutate il Signor AK 47!»
«Don Roberto?» esplosero all’unisono gli amanti.
Il parroco del quartiere indossava l’abito talare e imbracciava un fucile enorme.
«Don Roberto, il cazzo! Ora fai coprire la tua maiala. Sono un prete, porca troia!»
Diego non riusciva quasi a parlare: «Cosa?»
Il sacerdote alzò gli occhi al cielo, con aria scocciata: «La tua maiala, dicevo, falla coprire! Sono un cazzo di prete e non sono abituato a trovarmi davanti un paradiso di tette, fregna e culo! Se mi viene duro è peccato e poi devo fare penitenza. Capito coglione! E non voglio fare penitenza, perché Suor Gemma ha fatto le polpette al sugo. Se mi tocca digiunare per colpa di voi due stronzi, giuro che prima mi fotto la biondina e poi ti sparo nelle palle!»
Sabrina si coprì rapida col lenzuolo, con le mani che tremavano visibilmente. Entrambi gli amanti non riuscivano quasi a emettere un fiato per la paura.
«Così va meglio! Anche tu, metti un paio di mutande. Il tuo ciondolo si è liofilizzato per lo spavento, non è un bello spettacolo, te lo posso assicurare.»
Diego eseguì.
«Benone, ora che tutti abbiamo un abbigliamento più consono si può dare inizio alla denuntiatio evangelica».
I due restarono a fissare catatonici l’uomo che teneva l’arma puntata su di loro.
Dopo due secondi di silenzio, Don Robertò si spazientì: «Che palle! Va bene, riprendiamo dalle basi. Diego, insegni catechismo in parrocchia, no? Bene, cosa dice Matteo 18, versetti dal 15 al 17?»
Le parole imparate a memoria vennero balbettate con voce rotta dall’affanno: «Se tuo fratello ha peccato, va’ e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; ma se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. Se rifiuta di ascoltarli, dillo alla chiesa; e se rifiuta di ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano».
Il prete si sedette su una sedia alle proprie spalle, gettando a terra i vestiti dei due amanti e assunse un espressione soddisfatta: «Porco cazzo, come sei bravo con la teoria! Peccato che nella pratica fai più schifo dei maiali, e loro si mangiano la propria merda, non so se mi spiego!»
Estrasse quindi un sigaro dal taschino della giacca e, dopo averne staccato il fondo con i denti, se lo accese, tenendo sempre l’arma nell’altra mano.
Diego provò ad aprir bocca.
«Lo so, non si può fumare in questa bettola di merda in cui venite a giocare all’incularella da almeno sei mesi. Poco male, quando abbiamo finito apriamo la finestra».
Qualcuno bussò alla porta, facendo saltare i due reclusi.
«È aperto!» Si limitò a comunicare il carceriere.
Nella stanza entrarono Patrizia e Tiberio, marito e moglie dei due amanti clandestini. Anche i nuovi arrivati avevano un fucile in spalla a testa.
Subito Diego e Sabrina abbassarono gli occhi.
«Vi vergognate, eh? Brutti porci che non siete altro!» Rise il sacerdote, riempiendo l’aria del fumo acre del toscano che continuava penzolargli dalla bocca «Dite un po’, innamorati traditi, siete andati dai vostri rispettivi consorti a esortarli a non peccare più?»
I cornuti annuirono all’unisono, mentre il prete tirava fuori due proiettili dalla tasca della toga e glieli consegnava.
«Ahi ahi ahi, sembra che la prima possibilità offerta da Nostro Signore non l’abbiate sfruttata, è un vero peccato!»
Diego sbottò «Non è vero! Tu non sapevi nemmeno che ti tradissi!» gridò alla moglie con quanto fiato aveva in gola.
«Lo sapevo!» Gli rispose fissandolo severa «Quante volte ti ho detto che non mi sentivo apprezzata, amata, che eri sempre distratto, che mi sentivo ferita dal tuo comportamento? Perché te lo dicevo, secondo te? Perché sapevo e volevo farti smettere… Ma tu hai voluto continuare a peccare!» concluse quindi inserendo la pallottola nel caricatore.
«E tu…» La voce di Tiberio tremava assieme al suo corpo «Ti dicevo che ero geloso, che non volevo che uscissi tutte le sere. Perché lo facevo secondo te? Perché sapevo e volevo allontanarti dal peccato.»
Anche il suo fucile fu caricato «E tu invece uscivi. Prendevi libero da lavoro per venire qua con lui. Ci scopavi anche quando eri incinta di nostro figlio!»
Il prete scosse la testa «Porco cazzo, Diego, gli hai pure battezzato il figlio nello sperma! Ma che cazzo di schifo! Ed era pure un tuo amico, un tuo fratello, porcama… Non mi fate bestemmiare, cazzo, che stasera ci sono le polpette!»
Tutti e tre puntarono i fucili sui due traditori.
«Inginocchiatevi!» Tuonò Don Robeto.
I due eseguirono mossi da fremiti incontrollabili e ancora una volta Diego provò a giustificarsi, mentre Sabrina iniziava a piangere.
«La denuntiatio non è completa! Non siamo stati redarguiti da altri fedeli» Gridò disperato «e nemmeno da un sacerdote!»
Il prete sbuffò altro fumo: «Perché? Quando avete raccontato il vostro segreto agli amici non vi hanno forse detto che così non ci si comporta? Che loro una cosa del genere non l’avrebbero mai fatta? Però sul sacerdote, forse avete ragione. Quel che è giusto è giusto!»
La porta della camera si aprì ancora una volta per lasciare entrare frate Anselmo armato di un canne mozze.
Fu in quel momento che i peccatori capirono di aver ormai sfruttato tutte le loro chance.
Il religioso col volto rubicondo e aria sognante prese a parlare con voce pacata: «Ho ricevuto la confessione di queste due pecorelle ed entrambe le ho assolte… Ma solo laddove avessero rinunciato al peccato. Ma così, ahimè, evidentemente non è stato!»
Anche lui puntò l’arma sui due amanti.
«Venivate anche a fare la comunione la domenica, con la bocca ancora sporca degli schizzi dell’altro.» Gridò Don Roberto, prendendo la mira.
«Aspettate!» Diego piangeva «È vero, abbiamo peccato. Ma è un peccato di amore! Noi ci amiamo veramente. Siamo due anime separate alla nascita che si sono ritrovate. Eravamo destinati a stare assieme. La nostra sola colpa è stata quella di conoscerci dopo esserci sposati con altre persone. Abbiamo provato a resistere al peccato, lo giuro! Abbiamo cercato in tutti i modi di far morire il sentimento che ci scoppiava dentro il cuore, ma è stato tutto inutile. La mia anima chiamava la sua e la sua era attratta dalla mia. Può il Signore che è nei cieli volere altro che il trionfo dell’amore? Io penso di no. Se il nostro peccato è così grande, allora uccideteci. Ma peccherete contro Dio e contro gli uomini, perché ucciderete l’amore. Quello stesso amore che Sant’Agostino pone al disopra di qualsiasi altra cosa.»
Mentre l’uomo parlava, lo sgangherato plotone di esecuzione abbassò lentamente le armi, osservandolo con occhi lucidi.
Don Roberto tirò su con naso: «Sai che ti dico, fratello, non mi hai convinto per un cazzo!»
Seguì il rumore violento e ripetuto degli spari, mentre i corpi dei due amanti venivano trivellati di colpi.
Poi ci fu il silenzio.
Nell’odore della cordite, l’ultima cosa che Diego sentì furono le parole beffarde del suo parroco: «Pagani e pubblicani, ci provano sempre! Andiamo a farci una birra?»


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Wladimiro Borchi
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Re: DON ROBERTO, IL CAZZO!

Messaggio#2 » venerdì 22 marzo 2019, 8:41

Bonus tutti...
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Luca Nesler
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Re: DON ROBERTO, IL CAZZO!

Messaggio#3 » martedì 26 marzo 2019, 23:49

E se la chiesa mettesse in pratica i suoi precetti?
Il racconto è scritto molto bene, è credibile e sono ben delineati personaggi e situazioni. Quello che sembra assurdo (ma per questo assolutamente spassoso) è il linguaggio di don Roberto.
Mi ha fatto ridere anche il giorno dopo averlo letto (e sorrido ancora).
Alcuni dettagli (primo il titolo) sono davvero azzeccatissimi. Lo trovo una piccola bomba, ma in questo contest ha il grosso difetto di avere una trama troppo povera. Wladimiro ha usato meno della metà dei caratteri a disposizione. Questo non è sicuramente un difetto in assoluto (ci mancherebbe) ma se la gioca con racconti con uno sviluppo molto più ricco.

«Porco cazzo, Diego, gli hai pure battezzato il figlio nello sperma! Ma che cazzo di schifo! Ed era pure un tuo amico, un tuo fratello, porcama… Non mi fate bestemmiare, cazzo, che stasera ci sono le polpette!»

Ti voglio bene Wladimiro.

Bonus:
Uso creativo della scurrilità: presente.
Termine latino: presente.
Altissima mortalità dei personaggi: assente. Due su cinque. Il superlativo mi impone di dire che questo non c'è.

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Wladimiro Borchi
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Re: DON ROBERTO, IL CAZZO!

Messaggio#4 » mercoledì 27 marzo 2019, 14:04

Grazie infinite per il Tuo commento.
Non ho ancora letto nulla del mio girone, ma sullo sviluppo ricco... Boh! Non so che dirti.
Io scrivo partendo da un'idea, se mi pare buona comincio e quando è conclusa finisco. Mica sto a contare le battute.
Nel senso...
Mettere un gruppo di cattolici incazzosi contro orde di mostri bestemmianti, sicuramente mi faceva arrivare al limite delle battute consentito, ma non sarei stato soddisfatto del lavoro, come lo sono di questo.
Preferisco prediligere l'idea, insomma, sono poco furbacchione se vogliamo...
Questo per difendere la mia scelta.

Quanto al bonus che non ci hai visto: nel racconto ci sono due protagonisti (che schiantano entrambi), un antagonista (che gli fa fuori) e tre comparse (che servono solo a sparare). Avendo seccato tutti i protagonisti direi che il bonus c'è...
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Eugene Fitzherbert
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Re: DON ROBERTO, IL CAZZO!

Messaggio#5 » mercoledì 27 marzo 2019, 22:26

Mitico, Wlad!

Hai scritto un racconto che sembra una piéce teatrale: lo svolgimento statico, per così dire, dove i personaggi entrano di lato, sembra di assistere a uno spettacolo.
Il prete è uno spettacolo di scurrilità senza fondo e questa è cosa buona e giusta.
La vicenda è abbastanza lineare, senza interruzioni o colpi di scena, a parte quello finale, del parroco che si rompe il cazzo e fa fuori tutti. E a proposito del finale, è lì e corona il tutto con il sangue che ancora non si era visto.

Ti posso dare alcuni consigli, anche se non sono degno neanche di comprarti i quaderni per gli appunti?
ALLORA:
1 - nel prologo, ti affidi al punto di vista ferreo e deciso di Diego, mentre poi la cosa si smorza durante la narrazione, passando quasi a quello del parroco. Potresti usare il punto di vista del parroco Fin dall'inizio: aggiungeresti il voyeurismo alle già tante malefatte dell'uomo di chiesa.

2 - Accenna a qualche episodio ancora più intimo delle coppie scoppiate per suffragare il tentativo di deviazione dal peccato e arricchire il background. Se poi sono cose assurde, tanto meglio.

3 - Il monologo finale fallo diventare un duetto, con i due amanti che completano le frasi a vicenda, come se fossero davvero una sola persona e aggiungi un po' di linguaggio del corpo: si guardano, si danno le mani, sorridono con gli occhi persi uno nell'amore dell'altra, insomma facci arriva quanto più vicino a questi due innamorati, per poi farli fuori.

4 - Piccole imprecisioni: Quando il prete fa la sua comparsa, sembra che sia Sabrina a dire 'Salutate ak 47!'. Dovresti rimettere a posto il focus su questo passaggio; Si dice crivellati, non trivellati, anche se tutti e due rendono l'idea; "Patrizia e Tiberio, marito e moglie", sarebbe meglio scrivere moglie e marito.

Beh, basta.
Il Take home message è che il racconto mi è piaciuto, è un Wlad al 100%, le scurrilità ci sono, i dialoghi assurdi sono meravigliosi, la vicenda nella sua semplicità ha margine per essere arricchita di altre chicche.
Good job, Man!

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Wladimiro Borchi
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Re: DON ROBERTO, IL CAZZO!

Messaggio#6 » giovedì 28 marzo 2019, 9:20

Eugene Fitzherbert ha scritto:Mitico, Wlad!

Ti posso dare alcuni consigli, anche se non sono degno neanche di comprarti i quaderni per gli appunti?

Non è vero! Sei il mio eroe!

Eugene Fitzherbert ha scritto:ALLORA:
1 - nel prologo, ti affidi al punto di vista ferreo e deciso di Diego, mentre poi la cosa si smorza durante la narrazione, passando quasi a quello del parroco. Potresti usare il punto di vista del parroco Fin dall'inizio: aggiungeresti il voyeurismo alle già tante malefatte dell'uomo di chiesa.

In realtà volevo che il PDV restasse dall'inizio alla fine su Diego, perché il lettore potesse entrare in empatia con lui. Cercherò di rifocalizzarlo in una direzione o nell'altra.

Eugene Fitzherbert ha scritto:2 - Accenna a qualche episodio ancora più intimo delle coppie scoppiate per suffragare il tentativo di deviazione dal peccato e arricchire il background. Se poi sono cose assurde, tanto meglio.

3 - Il monologo finale fallo diventare un duetto, con i due amanti che completano le frasi a vicenda, come se fossero davvero una sola persona e aggiungi un po' di linguaggio del corpo: si guardano, si danno le mani, sorridono con gli occhi persi uno nell'amore dell'altra, insomma facci arriva quanto più vicino a questi due innamorati, per poi farli fuori.

E sì', cazzo! Geniali entrambe le idee! A questo punto voglio andare in semifinale per rimetterci mano!

Eugene Fitzherbert ha scritto:4 - Piccole imprecisioni: Quando il prete fa la sua comparsa, sembra che sia Sabrina a dire 'Salutate ak 47!'. Dovresti rimettere a posto il focus su questo passaggio; Si dice crivellati, non trivellati, anche se tutti e due rendono l'idea; "Patrizia e Tiberio, marito e moglie", sarebbe meglio scrivere moglie e marito.

Giustissimo, le riguardo. E pensare che "marito e moglie" l'avevo anche notato ed ero convinto di averlo sistemato.
Maledetto Alzahimer!
Grazie infinite! Sei prezioso come al solito!
W
IMBUTO!!!

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DandElion
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Re: DON ROBERTO, IL CAZZO!

Messaggio#7 » martedì 2 aprile 2019, 16:55

Ciao!
Sei il primo racconto che ho letto e l'ultimo che commento.
Mi hai convinto subito e non volevo scrivere qualcosa e poi dovermi ricredere con gli altri racconti cosa che - spoiler!- non è affatto avvenuta, anzi!
Spesso la prima impressione è quella che conta e il tuo racconto mi è molto piaciuto.
Scorrevole, pulito, scurrile al punto giusto e misurato senza essere eccessivo.
Promosso a pieni voti
*Mortalità dei personaggi: flag!
*Scurrilità creativa: flag!
*Parole in latino: flag!
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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lordmax
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Re: DON ROBERTO, IL CAZZO!

Messaggio#8 » giovedì 4 aprile 2019, 17:46

Cazzo ci hai preso. Idea veramente stupenda, una piecé teatrale perfetta, immobile, semplice, lineare e a scena fissa. Sarebbe veramente da proporre a una compagnia come intermezzo ludico di un'opera seriosa.
Il linguaggio scurile del prete non è così poco credibile... almeno per me che vengo dalle campagne del Canavese.
I due amanti che credono di fare tutto di nascosto e invece lo sanno tutti e il paio di eventi passati ci stanno benissimo. Forse, visto che di caratteri ne avevi ancora parecchi ci sarebbe stato bene un po' più di linguaggio del corpo almeno da parte dei due amanti e magari qualche evento pruriginoso del passato.
Ci sono alcuni refusi (tipo trivellati invece di crivellati) ma ben poca cosa.
Nel complesso direi che ci sono tutti gli elementi per un ottimo piazzamento in classifica.

Bonus: termini latini, scurrilità, mortalità dei protagonisti.

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