L'alba, il gioco, il momento

Appuntamento per lunedì 18 marzo dalle 21.00 all'una con il tema di Sara Bilotti!
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antico
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#1 » lunedì 18 marzo 2019, 23:33

Terzo MC di fila per te, grandissimo Antonio! Tutto ok con i caratteri e il tempo, divertiti in questa Bilotti Edition!



alexandra.fischer
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#2 » martedì 19 marzo 2019, 19:36

L’ALBA, IL GIOCO, IL MOMENTO di Antonio Pilato Giocatore incallito trova la sua nemesi in un Wendigo arrivato dalle stelle per fargli pagare l’irruenza al gioco e anche la spietatezza nei riguardi degli avversari. Ecco il perturbante che irrompe nella vita del protagonista (la casa e il luogo in cui vive sono tranquilli e malinconici. Il passaggio dalle case ai grattacieli rende bene lo scorrere del tempo. Certo, la sua è la tranquillità relativa di chi vive sul filo del rasoio al gioco ed è bulimico). Il linguaggio è aulico, surreale, denota bene il tuo stile particolarissimo. Prova interessante.

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Luca Nesler
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#3 » martedì 19 marzo 2019, 21:05

Trovo che in questo racconto il tema sia appena sfiorato, se non del tutto eluso. L'elemento inaspettato e sconvolgente è sul finale, ma non conosciamo l'impatto che ha sul condominio e i suoi abitanti. Inoltre nel racconto il condominio non è affatto importante. Detto questo ho due impressioni contrastanti sulla scrittura: da un lato l'ho trovata adatta a una buona narrazione, piena e coinvolgente, dall'altro soffro la completa assenza di dialoghi (ma è poca cosa) e, sopratutto, ho trovato un inutile fronzolo tutti quei troncamenti. Mi hanno allontanato dall'illusione.
Ho intuito il finale del protagonista non umano la prima volta che si accenna alla fame (a metà racconto circa) ed era una buona idea, ma non sfruttata a pieno, forse.
Mi è piaciuto anche il pretesto del gioco d'azzardo (tra l'altro reso molto bene), ma ho la sensazione di non aver capito tutto quello che c'è da capire per mia ignoranza. Non sapevo nemmeno cosa fosse un Wendigo (tuttora ne so molto poco), quindi non so se abbia a che fare col gioco d'azzardo o perché questo essere si trovi in un appartamento.
Ultimo piccolo appunto (puntiglioso): sul finale “[...] per farmela pagar. Uno di loro…in realtà uno di noi!” Ecco, l'enfasi del punto esclamativo, secondo me, non è coerente col personaggio e la sua situazione.

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Andrea Partiti
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#4 » venerdì 22 marzo 2019, 13:06

Tema mancato a parte...
Troncamenti: no. Capisco il creare uno stile personale e particolare, ma non funziona. Distrae solo da quel che racconti, sembra una stravaganza per il gusto di essere stravagante e -personalmente- non lo trovo piacevole né leggendo interiormente né "ascoltando" le frasi. E in questo contesto mi sa troppo di "come posso recuperare trenta caratteri senza levare una frase" :D
Trovo che il racconto unisca male la parte sul gioco, che sembrava avere una direzione chiara, col finale a cui ci porti. Sono molto slegate.

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Luca Nesler
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#5 » venerdì 22 marzo 2019, 16:42

Ho notato che il tema è stato interpretato da molti in due modi diversi. Alcuni hanno pensato alla finestra, al cortile e all'ambientazione residenziale, per così dire. Altri hanno dato più importanza alla frase successiva interpretando il tema come "l'elemento che sconvolge l'ordinario in una comunità"
Penso che siano entrambe interpretazioni valide, anche se anch'io ho dato maggior importanza alla parte tra parentesi.

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lordmax
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#6 » sabato 23 marzo 2019, 20:23

la cubomanzia, non sentivo questo termine da secoli. Purtroppo però è l'unica cosa degna di nota.
Il tema è centrato anche se solo in parte. Il troncamento delle parole rende il racconto molto molto difficile da leggere, aiutato in questo (nella difficoltà) dal fatto che è completamente descritto. L'introduzione del Wendigo non ha molto a che fare con il contesto. Il wendigo è una creatura solitaria e pericolosa, mostruosa e incontrollabile che nasce dall'inverno, dalle privazioni e dal cannibalismo, va bene il morso ma a quel punto era molto meglio un lupo mannaro o persino un vampiro.
Direi che il racconto ha alcune pecche, in particolare il troncamento continuo e fastidioso delle parole che non crea uno stile ma solo un fastidio nel lettore e la mancanza di affezione al personaggio.

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Il Calmo
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#7 » lunedì 25 marzo 2019, 9:52

Ho letto il racconto più volte ma ogni volta purtroppo ho avuto la stessa sensazione, ossia di fastidio.
Allora, intendiamoci, si parla di un racconto e di mero gusto personale, però al netto di questo devo dire quello che penso.
Il tema per me non c’è: nella prima frase specifichi in modo un po’ didascalico del cortile, ok, ma ai fini della storia non serve a molto secondo me.
Lo stile: e qui capisco che ti darò un colpo al cuore perché ho capito che ci tieni molto, però per me è stato davvero ridondante.
Faccio degli esempi, l’incipit per me è completamente da saltare, non aggiunge nulla alla narrazione, è un esercizio di stile “ogni ragazzo, ogni fanciullo”, e non contribuisce a calarmi in nessun mondo, avrei preferito entrare direttamente nella storia.
Capitolo tronccamenti: mi scuso ancora, ma per me sono completamente inutili e davvero fastidiosi, io capisco il tuo tentativo di voler essere originale ma l’originalità ci sta quando ha un senso, perché parla così? Se lo fai parlare così allora fallo sempre, invece alcune le tronca, altre no, poi ancora sì, non ha molt senso secondo me. Se invece mi crei un personaggio particolare che ha delle caratteristiche precise allora ci sta, ma non è questo il caso.

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Linda De Santi
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#8 » lunedì 25 marzo 2019, 21:32

Ciao Antonio!
Dunque, leggendo questo racconto ho avuto la sensazione che, con una gestione completamente diversa di alcuni elementi, sarebbe stata una storia che mi sarebbe piaciuta parecchio. L’idea di un wendigo come protagonista è bella, ma la scoperta dell’identità del personaggio piove dal cielo, senza che la narrazione me l’abbia svelata pian piano. Il fatto che lui si ingozzi di schifezze dopo aver giocato d’azzardo non è un indizio sufficiente.
Anche il nemico che arriva alla fine per vendicarsi mi sembra un po’ piovuto dal cielo, ho pensato che fosse l’avversario con cui si azzuffa all’inizio, ma non trovo niente che lo confermi (o magari sono io che non ho colto dei dettagli rivelatori, eh :)).
Insomma, se gli elementi del finale fossero stati introdotti poco alla volta nel corso della storia per poi svelarsi nel finale, credo che il tutto avrebbe acquistato più coerenza.
Il tema è centrato a metà: c’è una finestra sul cortile ma non qualcosa che irrompe nella tranquilla quotidianità di un condominio (anche l’interruzione della tranquillità condominiale faceva parte del tema).
Sui troncamenti, mi unisco anch’io a chi ha detto di aver avvertito un certo fastidio nel leggerli. Troverei altri escamotage per caratterizzare la voce di un protagonista un po’ eccentrico.
Alla prossima!

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Linda De Santi
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#9 » lunedì 25 marzo 2019, 21:33

Ciao Antonio!
Dunque, leggendo questo racconto ho avuto la sensazione che, con una gestione completamente diversa di alcuni elementi, sarebbe stata una storia che mi sarebbe piaciuta parecchio. L’idea di un wendigo come protagonista è bella, ma la scoperta dell’identità del personaggio piove dal cielo, senza che la narrazione me l’abbia svelata pian piano. Il fatto che lui si ingozzi di schifezze dopo aver giocato d’azzardo non è un indizio sufficiente.
Anche il nemico che arriva alla fine per vendicarsi mi sembra un po’ piovuto dal cielo, ho pensato che fosse l’avversario con cui si azzuffa all’inizio, ma non trovo niente che lo confermi (o magari sono io che non ho colto dei dettagli rivelatori, eh :)).
Insomma, se gli elementi del finale fossero stati introdotti poco alla volta nel corso della storia per poi svelarsi nel finale, credo che il tutto avrebbe acquistato più coerenza.
Il tema è centrato a metà: c’è una finestra sul cortile ma non qualcosa che irrompe nella tranquilla quotidianità di un condominio (anche l’interruzione della tranquillità condominiale faceva parte del tema).
Sui troncamenti, mi unisco anch’io a chi ha detto di aver avvertito un certo fastidio nel leggerli. Troverei altri escamotage per caratterizzare la voce di un protagonista un po’ eccentrico.
Alla prossima!

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antico
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Re: L'alba, il gioco, il momento

Messaggio#10 » venerdì 29 marzo 2019, 18:31

Parto dalla tua ultima osservazione: credo che la previa lettura dei commenti possa, in certi casi, essere utile per proseguire nel discorsoe svilupparlo. Certo, in alcuni casi può influenzare, ma solo quando non si è ancora sviluppata una propria, definita, skill personale nel commento. Il problema che può verificarsi e chhe vedo spesso accadere è che quando non si leggono i commenti degli altri si finisce per fermarsi a ripetere problematiche già evienziate e quando queto accade per l'autore commentato il valore aggiunto è davvero poco. Detto questo, chi commenta a Minuti Contati deve auto disciplinarsi e su questo non c'è volutamente controllo perché è da vedere, MC tutto, come un micro laboratorio che ripropone macro realtà, ovviamente con la presenza di partecipanti con skills medie più elevate rispetto al lettore medio. Vedila così: anche nella realtà ci si lasci guidare da commenti di altri per definire il proprio gradimento e non si può fare proprio nulla se non cercare di comprendere come fare per avere maggiore gradimento. Ma su questo tema un giorno probabilmente abbozzerò un manuale, veniamo al racconto ed eventualmente approfondiremo la cosa in un'altra sezione. Solo un'ultima cosa: ho visto il commento "incriminato" e mi sento abbastanza sicuro nel dire che quella faccetta non era messa a scherno, ma per cercare di alleviare una critica che il commentatore non voleva farti arrivare troppo duramente. Allo stesso tempo no, posso assicurare che non ci sono commenti e classifiche fatte per reazione e che dal mio retrobottega seguo l'evolversi, anche se cerco di mostrarmi il meno possibile, in modo da capire quando questo può avvenire.

Bene, veniamo al racconto. Il wendigo non mi sembra avere funzione all'interno del testo, piuttosto tenderei a inventarmi una figura altra, magari totalemente nuova e non definita. Il fatto è che nel momento in cui lo citi si cercano le motivazioni e non trovandole si crea in automatico una mancanza. E sì, le troncate mi sono sembrate un esperimento poco riuscito. L'ho capito che stavi testando, ma il risultato appare artificiale, almeno in questa forma e, di nuovo, poco funzionale. Sul tema: la finestra c'è, la vita del condominio no. Può passare? Dipende dai singoli e dalle diverse soggettività. Credo che la domanda da farsi sia: se non conoscessi il tema potrei desumerlo dalla lettura del racconto? Ciò detto: il tema di questo mese era più difficile di quanto potesse sembrare e, mio parere, in molti lo avete solo sfiorato. Sul racconto: la lettura mi ha portato a crearmi un'immagine, ma mi è mancato completamente il senso del tempo e la motivazione per certe scelte (il cibo divorato dopo le partite e la funzione stessa del gioco per la struttura portante del narrato). Insomma, mancano parecchie connessioni e credo che una revisione accurata sarebbe interessante per capire quali possano essere le reali potenzialità dell'idea. Il mio pensiero: ti sei prefissato di raccontare troppa roba... Una vita lunga centinaia d'anni, un rapporto con il gioco e con l'azzardo, una creatura decontestualizzata, un finale (pr tutto quanto precede) che non poteva deflagrare. Pollice ni per me.

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