Il tagliatore di teste

Appuntamento a lunedì 15 aprile dalle 21.00 all'una con il tema degli autori del romanzo ROMOLO - IL PRIMO RE: Franco Forte e Guido Anselmi.
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filippo.mammoli
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Il tagliatore di teste

Messaggio#1 » lunedì 15 aprile 2019, 23:03

IL TAGLIATORE DI TESTE di Filippo Mammoli

Il trillo della sveglia è più fastidioso del solito stamattina. Apro appena gli occhi, quanto basta per scrutare il soffitto e vedere la proiezione del laser che indica le 7:05.
Avrei bisogno di dormire un altro paio d'ore per smaltire i postumi della festa di ieri sera.
Non si può rifiutare un invito alla villa dell'avvocato Balducci.
Riesce sempre a stupire tutti. Appena arrivati ci ha fatti disporre sul perimetro della piscina ed è sparito. Dopo pochi secondi la sua voce tonante ci ha colto di sorpresa. «Benvenuti. La calma non è la virtù dei forti. La follia è l'unica virtù veramente degna di questo nome.»
Prima che finisse la frase mi ero già tuffato, e nuotavo con decisione verso una splendida ragazza che indossava un vestito rosso di pochi centimetri quadrati. È mia, mi sono detto appena l'ho intravista. Mentre nuotavo, tutti si godevano lo spettacolo; alcuni ridevano, altri mi davano dell'imbecille. Arrivato al bordo opposto mi sono fermato sorridendo alla Signora in rosso. L'altoparlante ha tuonato di nuovo.
«Cesare si è aggiudicato il match di questa sera. La prontezza è tutto, signori cari. Potrà scegliere una persona qualsiasi tra gli invitati con cui presentarsi nel mio studio. Buon divertimento.»
Sono uscito dall'acqua con l'intenzione di dirle il mio nome.
«Io sono Rebecca, e mi piacerebbe scoprire con te la sorpresa che ha preparato l'avvocato.» Mi ha anticipato così lasciandomi di stucco. Grinta da vendere, non c'è che dire.
«Ve la faccio breve» ci ha detto l'avvocato mentre si alzava dalla sua poltrona «la caratteristica principale della sostanza che desidero offrirvi è che ha un effetto molto simile a quello della cocaina, ma viene metabolizzata e smaltita completamente nell'arco di sei ore. Domattina sarete puliti come un bimbo dell'asilo.» Non ricordo molto a parte il culo fantastico di Rebecca che ho osservato per un paio d'ore mentre la prendevo ripetutamente da dietro nella suite imperiale al terzo piano.
L'altra cosa che mi ricordo è la crisi di riso che mi è presa mentre stavo uscendo per tornare alla macchina. «Cesare, aspetta! Ti sei dimenticato di lasciarmi il tuo numero» mi ha urlato Rebecca dal cancello.
«Quarantatré» ho risposto senza neanche voltarmi. Ho riso per tutta la strada fino a casa.
Mi faccio una doccia di cinque minuti, caffè, pantaloni, giacca e cravatta e sono in macchina. Alle otto in punto c'è la riunione con i rappresentanti del sindacato a cui dovrò comunicare i nomi dei venti operai da licenziare. Mi sono preparato un bel discorsetto. Analisi di mercato, crisi congiunturale, spending review, delocalizzazione, competitività. Favole a cui nessuno crede ma che funzionano sempre. Mi chiamano per questo, qui come in tante altre aziende. Il primo nome che farò è senz'altro quello di Rapezzi, il più politicizzato di tutti. Ripeto alcune frasi a voce alta per trovare l'intonazione più adatta, quella più credibile.
Con la mano destra estraggo dalla mia valigetta, sul sedile di fianco, il documento con i grafici di produttività dell'ultimo anno. Mi scivola dalle dita e finisce tra i piedi. Abbasso la testa per vedere dove si è infilato. Solo un secondo. Ma è troppo. Un urto violentissimo mi fa sbalzare in avanti e, prima ancora di capire, vengo scaraventato indietro dall'airbag. Mi tolgo la cintura e mi alzo di scatto. Esco dalla macchina. Le gambe tremano. Voglio sapere cosa cazzo è successo. Un ragazzo poco più che diciottenne giace a terra. Lo scooter qualche metro più indietro. Perde molto sangue da una ferita profonda alla gamba sinistra, in corrispondenza dell'arteria femorale. Mi tolgo la giacca e la avvolgo intorno alla coscia. La stringo con la cravatta e chiamo l'ambulanza. Ci salgo anch'io e corriamo verso l'ospedale. Il panico mi annebbia la mente. Dopo un quarto d'ora arriva un medico in sala d'aspetto.
«Qual è il suo gruppo sanguigno?»
«A negativo» rispondo senza realizzare.
«Bene. Siamo fortunati. Si prepari immediatamente per una trasfusione. Giacomo Rapezzi non può attendere un minuto di più.»



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antico
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#2 » lunedì 15 aprile 2019, 23:09

Ciao Filippo e benvenuto a Minuti Contati! Tutto a posto con tempo e caratteri, sappi che puoi modificare da qui all'una, ma varierò l'orario di consegna in base all'ultima modifica. Buona Romolo Edition!

Ps: ti ho già inviato una richiesta di amicizia su fb.
Pps: per vivere al meglio l'edizione di consiglierei ti entrare anche nel gruppo fb di Minuti Contati.

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Wladimiro Borchi
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#3 » martedì 16 aprile 2019, 9:40

Oh, caro Filippo, in attesa di poter leggere il tuo romanzo in uscita, finalmente riesco a mettere gli occhi su qualcosa di tuo.
Arrivi a centrare il tema in modo molto intelligente e originale.
Il sangue c'è ed esce dall'arteria femorale del Rapezzi, destinato a essere falciato dalla scure del tagliatore di teste.
E c'è la redenzione del professionista del licenziamento, costretto a dare il proprio sangue per la vita di quella che di lì a poco sarebbe diventata la sua prossima vittima.
La prosa non mi dispiace.
L'ho letto tutto d'un fiato. Mi permetto di segnalarti solo il vestito di pochi centimetri di Rebecca, che davvero non sono riuscito a immaginarmi e un possessivo di troppo ("sua") in relazione alla poltrona dell'avvocato, che rallenta inutilmente il ritmo. In generale se l'aggettivo non aggiunge niente (perché è evidente che l'avvocato sia seduto sulla sua poltrona e non su quella di un altro) è meglio non utilizzarlo.
Non eri tra quelli che avrei dovuto commentare, ma la curiosità era tanta.
A rileggerci presto.
Wladimiro
IMBUTO!!!

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filippo.mammoli
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#4 » martedì 16 aprile 2019, 9:48

Grazie mille Wladimiro, il tuo commento è molto puntuale. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio racconto. Ovviamente ho già letto il tuo, che commenterò volentieri.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#5 » martedì 16 aprile 2019, 12:02

Ciao Filippo. Complimenti per il racconto.
L'ho trovato molto originale nell'inserire il sangue e la redenzione nella trama.
Solo una piccola cosa sul finale.
Non è, forse, troppo forzato il dialogo in sala d'aspetto? Quel nome e cognome messi lì così stonavano un po'. Magari era meglio trovare altri modi per farlo giungere al protagonista.

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filippo.mammoli
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#6 » martedì 16 aprile 2019, 14:13

Ciao Gabriele, grazie dell'apprezzamento prima di tutto.
Direi che per quanto riguarda il finale e soprattutto il modo in cui viene fuori il nome, mi è parso abbastanza naturale. Capisco la tua obiezione, ma anche a posteriori, non mi verrebbe in mente un altro modo sufficientemente diretto e veloce di farlo saltare fuori. Grazie comunque!

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Massimo Tivoli
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#7 » martedì 16 aprile 2019, 18:56

Ciao Filippo. Bel racconto. Molto dinamico, la lettura scorre che è un piacere, ed è intriso di quella bella dose di cinismo che viene riequilibrata sul finale dalla rivelazione riguardo a come hai voluto sviluppare il tema “sangue e redenzione”, bello che si capisca solo sul finale. Peccato davvero per quel nome e cognome buttato lì, un piccolo neo su qualcosa che fino a quel momento brillava per l’efficacia. In ogni caso, un’ottima prova.

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Laura Cazzari
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#8 » mercoledì 17 aprile 2019, 14:11

Ciao Filippo, la tua storia è molto scorrevole e sul finale sei riuscito anche a inserire il tema sangue e redenzione. La tua scrittura è lineare e per niente pesante. Tuttavia, il racconto non mi ha convinto del tutto. Sembrano due storie separate. La prima parte l’ho trovata slegata dalla seconda, mi sarebbe piaciuto leggere un riferimento al tema anche nella prima parte.
Laura Cazzari

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filippo.mammoli
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#9 » mercoledì 17 aprile 2019, 14:40

La prima parte è del tutto funzionale allo scopo di delineare il personaggio di Cesare e di esaltarne il cinismo a trecentosessanta gradi. Solo così ha senso che attraverso il sangue, il suo per giunta, possa arrivare alla redenzione. Il tema doveva assolutamente comparire solo nell'ultimissima parte, lasciando crescere nel lettore l'attesa di scoprire quando e come sarebbe entrato in scena. Accetto ovviamente ogni critica, ma questo più che un difetto, mi sembra il punto di forza principale del racconto.

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Luca Nesler
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#10 » mercoledì 17 aprile 2019, 16:32

Ciao Filippo. Il finale mi è piaciuto, anche se concordi bene con la stranezza che il medico duca nome e cognome di un paziente in questo modo e in quel momento, ma è funzionale alla sorpresa. Però per me il racconto comincia da metà, da quando il tagliatore di teste si sveglia. Credo che tutta la parte della festa non sia utile all'economia del racconto: troppo come caratterizzazione e comunque slegata dal testo della storia. Rimane comunque un bel racconto ben scritto.
Alla prossima!

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alberto.tivoli
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#11 » giovedì 18 aprile 2019, 23:00

Ciao Filippo, ecco il mio parere sul tuo racconto.
Tema centrato con effetto sorpresa finale. Il racconto è scritto bene, il protagonista è certamente caratterizzato a sufficienza.
In effetti la prima parte, che ha la funzione di farci conoscere il cinico Cesare, costituisce una porzione importante del racconto. A me non è sembrata superflua, piuttosto sprecata. Quello che intendo è che oltre a caratterizzare il protagonista come cinico, ce lo fa anche risultare antipatico, leggero, magari anche opportunista e squalo. Però tutte questi attributi di Cesare non hanno modo di causare effetti nel seguito della storia. Faccio questa riflessione solo per dire che si potevano guadagnare battute per intensificare il “sangue e redenzione” del finale della storia che, così com’è, ho vissuto solo come fredda conclusione della logica del racconto.
“…Domattina sarete puliti come un bimbo dell'asilo.» Non ricordo molto a parte il culo fantastico di Rebecca che ho osservato per un paio d'ore…” Al termine del dialogo del padrone di casa sarei andato a capo per dare uno stacco temporale.

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Andrea Partiti
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#12 » sabato 20 aprile 2019, 1:38

Non mi convince.
Lasciamo da parte la sconnessione tra le due parti del racconto che ti hanno già fatto notare. La droga speciale plus che sparisce dopo sei ore a che serviva mai? Quando arriviamo all'incidente è andata via. Se avesse passato la sera prima a farsi di camomilla sarebbe stato lo stesso. Vuoi farci vedere com'è cattivo e depravato? Vuoi che possa drogarsi per fargli donare sangue il giorno dopo? Non capisco quella droga di Cechov che ragione ha di essere.
Anche la dinamica della scena finale mi lascia un sacco di dubbi.
Hai un incidente, investi qualcuno... e ti chiedono di donargli sangue? Così, tizio a caso? Appena uscito pure lui dall'incidente, senza una mezza analisi? Dando per scontato che lo farà? Nah. La sospensione dell'increduilità non basta.
Anche il Rapezzi, diciottenne politicizzato, non è un personaggio che riesco a immaginare. Un diciottenne che è riuscito a rendersi memorabile agli occhi di un dirigente, un tagliatore di teste, al punto da dedicargli un pensiero esplicito nel blocco di licenziamenti, anziché essere un nome anonimo sulla lista? Mi sembra messo in evidenza solo perché ti serviva nella storia, non per una ragione logica. Penso ci fossero modi migliori di giustificarlo.

Fabio84
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#13 » lunedì 22 aprile 2019, 14:42

Ciao Filippo,
Mi piace molto come scrivi, complimenti.
Il personaggio è molto ben caratterizzato, mi domando se si riusciva ad avere lo stesso effetto riducendo di qualche parola nella fase iniziale per dedicarla ai collegamenti tra le varie parti (per esempio lo stacco tra piscina e studio dell’avvocato era molto netto mentre quello del culo era più legato).
Bene il finale a sorpresa!

Ciao

Fabio

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lordmax
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#14 » lunedì 22 aprile 2019, 23:55

Mi ha infastidito l'inizio, tutto raccontato e distante mentre potevi renderlo in tre frasi di dialogo ben calibrate. Anche se non influirà sul giudizio finale mi sembra necessario fartelo notare, è un inizio distante che imposta un tono che poi non mantieni.
La storia scorre bene anche se non trovo alcun collegamento fra l'inizio e il finale.
Presenti situazioni che poi non hanno valore nella storia, è disturbante. Le promesse fatte all'inizio del racconto (la festa, il jet set, la donna, la droga) non vengono mantenute, non servono neppure a creare il personaggio creano solo aspettative che vengono disattese.
Il finale non è credibile, non viene chiesto il sangue a uno a caso senza avergli fatto prima un esame e in caso di incidente anche se è un donatore non può essere usato se non in caso di estrema emergenza cosa che arrivando in ospedale non è più vera.
Il tema non è centrato. Il sangue è puramente casuale, potrebbe non esserci per nulla, la redenzione non è presente perché non è vissuta.

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antico
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Re: Il tagliatore di teste

Messaggio#15 » venerdì 26 aprile 2019, 9:24

Scrivi molto bene, un piacere leggerti. Sul racconto nello specifico, invece, la mia idea è che tu abbia sbagliato strategia. Intendiamoci, per come lo avevi immaginato è perfetto. Il problema sta nel fatto che dedicare due terzi del racconto a una situazione solo per delineare il protagonista per poi concludere con un finale che di redenzione ha ben poco perché, in pratica, non ha scelta, mi è sembrato poco funzionale. Tu sostieni che era per tenere nascosto il tema e giocare con il lettore che il tema già lo conosce... La logica però non è quella perché il tema dovrebbe essere chiaro anche a chi non lo conosce e quindi permeare il testo nella sua essenza. E qui non è così perché 1) donare il sangue a un individuo che sta rischiando la vita non è redenzione, ma un obbligo e 2) tutta la prima, lunga, parte ci porta verso altre tematiche. Pollice ni tendente verso l'alto per la buonissima forma. Curioso di rileggerti presto.

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