La salita di Nathan

Appuntamento a lunedì 15 aprile dalle 21.00 all'una con il tema degli autori del romanzo ROMOLO - IL PRIMO RE: Franco Forte e Guido Anselmi.
Avatar utente
Sirimedho
Messaggi: 301
Contatta:

La salita di Nathan

Messaggio#1 » lunedì 15 aprile 2019, 23:56

Dopo tutto un giorno, il tempio stava ancora bruciando.

Nel fumo scuro e spesso si vedevano a tratti delle stelle di fuoco, l’incendio aveva trovato qualcos’altro, che nessuno vedeva - non si poteva entrare tra le macerie senza morirne, e molti lo avevano già fatto, sperando di poter salvare qualche reliquia, qualche arredo, di poter dire una preghiera che avrebbe fermato le fiamme, e forse per un po’ erano anche riusciti a prendere qualcosa, a dire una parola, ma poi la morte li aveva trasformati, anche loro fiamme, piccole scintille nel cielo.

“Non vuole smettere, brucia”, pensò Nathan salendo lungo il sentiero con gli occhi fissi sulla cupola distrutta. “All’inizio saranno bruciate le stoffe, poi il legno, ma ora, ora!, cosa c’è ancora che brucia?”

Nella notte, il caldo dell’estate. Sulle sue spalle, il caldo di un agnello, il suo alito nelle orecchie a suggerire di salire ancora, che la strada non era stata percorsa tutta.

Davanti a Nathan, e dietro, una lunga processione di ragazzi e ragazze, ognuno con un agnello addosso e un coltello nella cinta. Gli anziani lo avevano detto subito: soltanto il sangue di un grande sacrificio potrà fermare il rogo, il diavolo danzante che aveva riempito lo spazio, tolto il respiro, anche quassù ogni passo era una lotta contro la puzza, sperando solo in una folata di vento più leggera, quasi il passaggio di un angelo che provasse ad avvicinarsi impaurito al tempio vinto.

Nathan poteva sentire Gabriel davanti a lui pregare, con devozione, nella certezza che raggiunta la cima del monte lo avrebbero fermato, che il diavolo sarebbe stato vinto. Ed infatti camminava già con la mano sul coltello, ad avvolgerlo delle parole rituali, che la mente e il corpo fossero unite nel momento in cui la vita dell’agnello sarebbe volata a fermare il tempo, a scacciare il disastro, a far tornare il Vincitore. Nei suoi passi il ragazzo era bello, così assorto, illuminato dai fuochi e dalla fede, ma Nathan faceva fatica a stargli dietro, inciampava, si fermava a guardare il rosso delle nuvole ferme sui muri infranti, sulle vetrate cantate dai poeti, ora spaccate dal caldo. La salita sembrava impossibile, ma ogni volta che Nathan si bloccava, il suo agnello iniziava a belare, come se sapesse che non era cosa da farsi, e così strascinando i piedi saliva ancora, lo sguardo sempre più vitreo.

“Nathan, stai attento!”, disse Sarah prendendolo per un braccio, mentre lui rischiava di cadere. Che stranezza vederla così seria, col coltello a fianco, lei che era la prima danzatrice, la prescelta per coronare le sacre parole nel mondo! E che dolore sapere che non avrebbe danzato questa notte, questa notte attesa da tutti ma che solo lei, e lui, potevano trasfigurare.

Fu il gesto di un attimo, il tempo di: “Sarah, è ora”, e una carezza veloce passò dalla sua mano al suo volto, un breve sorriso che veloce si nascose dietro la stanchezza, e che Sarah ricambiò con timidezza.

E la salita era finita. Davanti ai due ragazzi, sfilavano i devoti, era il turno di Gabriel coltello veloce che lanciava il suo agnello nel baratro, dopo aver fatto scorrere il sangue nel gran vaso a forma di toro. “Vai, Nathan, tocca a te”, disse Sarah spingendolo appena, con la punta delle dita, la strada ormai completamente camminata.

A Nathan sembrava che l’agnello avesse già detto tutto, ma a sentire l’odore del sangue si era bloccato, irrigidito, spaventato. Si guardarono l’un l’altro, inorriditi, con i piedi tra la montagna e il vuoto. E fu un attimo: Nathan lanciò l’agnello in un boschetto vicino, dove scappò veloce. E fu un attimo: si girò a guardare Sarah e le sorrise, proprio mentre si affondava il coltello nel cuore, cadendo giù, quasi lentamente, e mentre cadeva, e mentre moriva, ripensava a quel momento maledetto in cui aveva deciso di bruciare il tempio per non far danzare Sarah col sua amato.

Mentre cadeva, gocce di pioggia sul suo viso, il sacrificio completato, Nathan redento.


Stefano De Luca



Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La salita di Nathan

Messaggio#2 » martedì 16 aprile 2019, 0:00

Ciao Stefano e benvenuto a Minuti Contati! Tutto a posto con tempo e caratteri, sappi che puoi modificare da qui all'una, ma varierò l'orario di consegna in base all'ultima modifica. Buona Romolo Edition!

Ps: per vivere al meglio l'edizione di consiglierei ti entrare anche nel gruppo fb di Minuti Contati.

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: La salita di Nathan

Messaggio#3 » martedì 16 aprile 2019, 14:27

Ciao Stefano. Il tuo racconto presenta una situazione interessante e intensa. Devo dire che ho fatto fatica a seguire certe parti e, probabilmente colpa del limite di caratteri, non riesco a contestualizzare il tutto. Non so di che epoca, culto, salita si parli. Mi piace il colpo di scena finale: arriva studiato e con un buon ritmo, ma non sufficientemente sensato da conquistarmi. Anche rileggendo il testo non ho nessun indizio sul perché Nathan abbia fatto ciò che ha fatto. Chi è l'amato di Sara? PErché si rammarica che lei non danzi, se ha fatto tanto per impedirlo? E cosa intendi quando dice che "solo lei, e lui, potevano trasfigurare"?
In un passaggio scrivi "anche quassù ogni passo era..." ma non trattandosi dei pensieri di Nathan forse intendevi "lassù".
Poi volevo chiederti se questa punteggiatura è voluta " ma ora, ora!, cosa c’è ancora" perché non l'ho mai incontrata.
Credo che con sufficienti caratteri e più calma per lavorarci diventerebbe un ottimo racconto.
Alla prossima!

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: La salita di Nathan

Messaggio#4 » martedì 16 aprile 2019, 18:53

LA SALITA DI NATHAN di Stefano de Luca Storia interessante. L’inizio mi ha immersa in un’atmosfera orientale (vedi il tempio incendiato e le reazioni delle persone, misurate e coraggiose nel volerne salvare gli arredi sacri), poi, proseguendo nella lettura, l’atmosfera mi ha fatta pensare alla Sardegna (montagna, agnello belante, danze sacre, e sì, anche il diavolo, che ho immaginato simile alle maschere focloristiche di quelle parti: figura antropo-asinina). Anche il vaso a forma di toro ha contribuito a mantenere la convinzione che tu abbia scelto quel tipo di ambientazione (impronta fenicia, etrusca, o anche greca?). Mi dispiace per il protagonista: il colpevole dell’incendio è lui e per una gelosia sentimentale. Notevole il personaggio dell’agnello umanizzato (lo esorta a salire la vetta e a raggiungere il luogo del sacrificio. Mi è piaciuta la liberazione finale della povera creatura destinata a finire sull’altare da innocente).
Attenzione a:
col sua amato (scrivi: con il suo amato)

Avatar utente
maurizio.ferrero
Messaggi: 529

Re: La salita di Nathan

Messaggio#5 » giovedì 18 aprile 2019, 8:19

Ciao Stefano, benvenuto!

Nel tuo racconto si respira molto bene l'atmosfera di tempi antichi. Reali o immaginari non ci è dato saperlo, ma non è un punto troppo importante. Questo incendio che può essere domato solo da un adeguato sacrificio riporta alla mente l'incendio a Notre Dame avvenuto proprio la sera del contest... Fonte di ispirazione?
In ogni caso, trovo che il tuo racconto giochi in maniera ottimale sull'atmosfera, a discapito dello sviluppo della trama che va a perdersi nelle descrizioni eccessive e in questa interminabile salita, la cui funzione simbolica è palese, ma che gioca poco a favore nell'economia di un racconto così breve.
Il finale è molto interessante, ma poco giustificato. Si capisce che Nathan prova gelosia nei confronti di Sarah, ma non c'è un dettaglio effettivo della vicenda. Mi sarebbe piaciuto qualcosa in più.
Come ha detto Luca prima di me, l'idea è molto buona, ma forse poco adatta a uno spazio così ridotto.

Avatar utente
Sirimedho
Messaggi: 301
Contatta:

Re: La salita di Nathan

Messaggio#6 » giovedì 18 aprile 2019, 19:00

Luca, Alexandra e Maurizio,

grazie dei vostri preziosi commenti! Questa è la mia prima partecipazione a Minuti Contati e in realtà principalmente scrivo poesie, l'idea è proprio quella di sperimentare meglio la prosa.
Senz'altro avendo più spazio alcune cose sarebbero state più comprensibili, pensavo di aver dato qualche indizio ma evidentemente per me che sapevo dove volevo arrivare è più facile!
Rispetto l'epoca, l'ho lasciato alquanto indeterminato, anche se avevo in mente una sorta di Israele distopico. Il vaso a forma di toro era per rimandare alla religione di Mitra, anche se in quel caso i sacrifici erano fatti proprio con i tori. Sono contento che il luogo sia rimasto indeterminato, e così sia stato percepito.
Il finale non è molto giustificato perché voleva essere una sorpresa, pensavo di aver già dato qualche indicazione per la salita penosa di Nathan (lo strascinamento dei piedi, i mancamenti) e per l'evidente suo interesse in Sarah. Ma sicuramente avrei fatto meglio a togliere qualche cosa sopra e descrivere meglio perché aveva incendiato il tempio.
Per quanto riguarda le descrizioni troppo lunghe, penso che siano funzionali al racconto, ma potrebbe essere un esercizio provare a ridurle.
Per me è stata una sorpresa leggere dell'agnello umanizzato: non l'avevo pensato così, ma rileggendolo mi sembra un'affermazione del tutto condivisibile!
L'incendio di Notre Dame è stata senz'altro la base di partenza: avendo negli occhi tutto quel fuoco mi è stato impossibile non averne un'eco nel racconto.
Vediamo i punti più oscuri. "solo lei, e lui, potevano trasfigurare" è veramente troppo criptica, ma intendevo che Sarah avrebbe potuto trasfigurare la notte compiendo il rito della danza nel tempio, mentre Nathan l'avrebbe potuto fare non incendiando il tempio. Rispetto al perché Nathan si rammarica che lei non danzi, se ha fatto tanto per impedirlo, la risposta è che da un lato ha voluto impedire che danzasse con il suo rivale, dall'altro però si dispiace che non la possa vedere splendere nella sua bellezza: anche mentre scrivevo mi sono accorto dell'incoerenza, ma quando ci sono i sentimenti non è facile rimanere coerenti.
In "ma ora, ora!, cosa c’è ancora che brucia?" l' "ora! è una interiezione impropria, dove si può usare la virgola dopo un esclamativo.

Grazie mille dei consigli, proverò senz'altro a rimetterci le mani tagliando qualcosa e allungando e spiegando meglio altro.

Avatar utente
Pretorian
Messaggi: 727

Re: La salita di Nathan

Messaggio#7 » venerdì 19 aprile 2019, 19:53

Piacere di leggerti, Stefano.

Non so, faccio fatica a comprendere dove sia la redenzione in questa storia. La colpa, infatti, è di Nathan, ma è Sarah a pagarne le conseguenze. Insomma, a lasciare più spazio al dolore del protagonista, in modo da rendere evidente che la morte di Sarah serve a punire Nathan, avrebbe potuto essere più sensato ma, messo così, è poco coerente. Inoltre, a voler essere pignoli, mi sembra di capire che parliamo del tempio di Jahvè, ma il fatto che il sacrificio di Sarah plachi l'incendio mi sembra contrastare con il fatto che il sacrificio umano sia proibito nella religione ebraica fin da Abramo e Isacco.

Saluti.

Avatar utente
Sirimedho
Messaggi: 301
Contatta:

Re: La salita di Nathan

Messaggio#8 » sabato 20 aprile 2019, 7:43

Pretorian, grazie dei tuoi commenti.
Temo però che ci si stato un equivoco: Nathan non uccide Sarah, ma sé stesso: "si girò [..] proprio mentre si affondava il coltello nel cuore". Evidentemente sopraffatto dalle sue azioni avrà pensato di immolare sé stesso anziché l'innocente agnello, e con buoni effetti redentivi, visto che inizia a piovere, cosa che avrà aiutato a spengere l'incendio.
Quindi si tratta di suicidio e non certo di sacrificio umano, tant'è cha la coda di ragazzi e ragazze andavano sul monte a sacrificare agnelli. Ma il racconto non è relativo ad un tempio ebraico, non mi sembra che in quella religione i sacrifici siano mai stati usati per spegnere incendi, ma in un luogo più imprecisato, ed infatti ho posto un vaso a forma di toro, una simbologia molto lontana da quella dell'ebraismo.
Spero che tu possa rileggere il racconto di nuovo, valutando se da questo angolo lo si possa apprezzare di più.

Gabriele Cavallini
Messaggi: 65

Re: La salita di Nathan

Messaggio#9 » martedì 23 aprile 2019, 14:28

Ciao Stefano,
la cosa che sicuramente ho apprezzato di più del tuo racconto è l'amore velato di Nathan per Sarah e la sua gelosia che lo spinge addirittura a bruciare il tempio. Si capisce solo alla fine e fornisce un ottimo colpo di scena. Ci sono dei passaggi che non mi hanno convinto più di tanto: il secondo periodo è lunghissimo e si fa fatica a leggerlo tutto d'un fiato, io ci avrei messo almeno un punto; il doppio "e fu un attimo" alla fine.
Il racconto mi ha trasmesso un emozione, non c'è dubbio. Ci sono alcuni punti oscuri che andrebbero spiegati meglio (che ho letto nei commenti e che non sto a scrivere di nuovo), quindi nel complesso è un ottimo lavoro, sul quale ci sarebbe bisogno di lavorare ancora un po'.

Jacopo
Messaggi: 63

Re: La salita di Nathan

Messaggio#10 » martedì 23 aprile 2019, 15:56

Ciao Stefano. Le prime immagini che mi sono venute in mente quando ho letto la traccia “Sangue e Redenzione” riguardavano vendette varie stile giustiziere della notte, oppure scene bibliche di pastori, agnelli sacrificali e quant’altro. Quindi non appena ho cominciato a leggere il tuo racconto, mi sono sentito, come dire, a casa. Mi è piaciuta molto l’idea, e il racconto mi è parso scorrevole e ben scritto. L’accento sulla cattedrale che brucia è, direi, alquanto attuale. E l’ascesa come lenta redenzione un concetto molto ben presentato.

Avatar utente
Massimo Tivoli
Messaggi: 396
Contatta:

Re: La salita di Nathan

Messaggio#11 » martedì 23 aprile 2019, 16:04

Ciao Stefano. Ho finito di leggere i racconti che dovevo classificare e, per puro piacere e curiosità, sono passato a leggere gli altri racconti. Mi è piaciuta molto l’ambientazione e la situazione evocata. Hanno una potenza intrinseca. Per me, il tema è centrato con il suicidio di Nathan, forse pentito per quello che, accecato dalla gelosia nei confronti di Sarah, ha commesso, oppure perché ha capito che l’amore di Sarah non sarà mai per lui. Concordo che forse la salita con l’agnello potrebbe essere tirata un po’ troppo per le lunghe, tenuto conto che si intuisce dove porterà. Resta il fatto che il racconto ha un pregevole valore simbolico e la figura dell’agnello umanizzato ne rappresenta un’immagine suggestiva. Come ti hanno fatto già notare, non è di facile lettura ma non è nemmeno un racconto banale. Nel complesso, a me è piaciuto. Buona Edition!

Avatar utente
Sirimedho
Messaggi: 301
Contatta:

Re: La salita di Nathan

Messaggio#12 » martedì 23 aprile 2019, 20:29

Buonasera Gabriele,

grazie dei tuoi commenti. Credo che in effetti avrei potuto fare periodi più brevi e su questo voglio provare a lavorare.
Il doppio "fu un attimo" dipende dal fatto che in realtà praticamente non scrivo racconti, questo è uno dei pochissimi e l'ultimo era di molti anni fa. Ogni tanto invece mi capita di scrivere poesie, e questa "tecnica" di riprendere un verso la uso per indicare, ad esempio, una sincronicità dell'evento. La ragione è questas, che poi funzioni, in particolare in questo nuovo contesto, è tutto da provare!
Sono però molto contento che ti abbia trasmesso un'emozione, perché è quello che più desideravo: non sono interessato a scrivere cose innovative, o particolarmente originali, quanto piuttosto a suscitare un'emozione. Il tuo commento è quindi per me la migliore motivazione a provare ancora.
Grazie di cuore.

Avatar utente
Sirimedho
Messaggi: 301
Contatta:

Re: La salita di Nathan

Messaggio#13 » martedì 23 aprile 2019, 20:33

Buonasera Jacopo,

grazie delle tue parole gentili. Come dicevo già a Gabriele, più che la situazione nuova mi piaceva entrare nei pensieri del povero Nathan, e quindi gli agnelli e i sacrifici in un qualche modo "standard" hanno avuto il pregio, per me, di non distrarmi dal resto.
Il fatto che la sera della gara avessi negli occhi i fuochi di Notre Dame ha fatto il resto.
Grazie ai commenti ricevuti credo che ne farò una seconda scrittura, cercando di renderlo più leggibile e comprensibile.
Grazie davvero!

Avatar utente
Sirimedho
Messaggi: 301
Contatta:

Re: La salita di Nathan

Messaggio#14 » martedì 23 aprile 2019, 20:39

Buonasera Massimo,

grazie per il tuo commento, ancora più apprezzato in quanto "bonus"!
La tua doppia interpretazione del gesto di Nathan mi fa molto piacere, perché forse sono riuscito a non rendere stereotipati i personaggi. Una cosa che mi ha colpito è che, durante la scrittura, mi sono emozionato per le sorti di questo ragazzo che si sarà reso conto solo dopo del vero danno che aveva creato, e dell'impossibilità di arrivare comunque alla ragazza amata.
Buona edition anche a te, il tuo racconto, come già sai, mi è piaciuto molto!

Avatar utente
Wladimiro Borchi
Messaggi: 258

Re: La salita di Nathan

Messaggio#15 » mercoledì 24 aprile 2019, 9:04

Ciao Stefano,
benvenuto su Minuti Contati.
Allora, il racconto mi è piaciuto molto.
L'idea è molto carina e il cambio di prospettiva finale arriva inatteso.
Mi sembra che tu sia stato attento a darci fin dall'inizio, nonostante la terza persona, il PDV di Nathan. Trovo irrilevante l'ambientazione, che sia un tempio vero o fabulato, nulla aggiunge o toglie alla perfezione della storia.
La motivazione di Nathan per uccidersi è chiara nelle ultime battute, ciononostante, attesa l'enormità del gesto, forse, occorreva scendere di più nel suo animo e dare al lettore qualche elemento ulteriore della convinzione che lo aveva portato a togliersi la vita. Difficile da fare con 4000 battute, lo ammetto, ma forse avresti potuto tagliare un po' di descrizioni e darci più verità profonde del personaggio.
Il racconto resta comunque strepitoso.
A rileggerci presto.
Wladimiro
IMBUTO!!!

Avatar utente
Sirimedho
Messaggi: 301
Contatta:

Re: La salita di Nathan

Messaggio#16 » venerdì 26 aprile 2019, 18:16

Buonasera Wladimiro,

grazie del tuo commento, davvero incoraggiante.
La ragione per cui non ho dettagliato le ragioni per togliersi la vita è principalmente che volevo che fosse più forte il "colpo di scena", ma in effetti per eccesso di segreto rimane poi meno comprensibile - dovrò trovare una via di mezzo.

Grazie tantissimo!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La salita di Nathan

Messaggio#17 » domenica 28 aprile 2019, 17:36

Un punto debole forte: non fornisci sufficiente contesto per motivare le azioni di Nathan. Per la quasi totalità del racconto sembra comporre una coppia conn Sarah, poi viene fuori che in realtà è lui il piromane e il gesto è stato motivato dalla gelosia. Insomma, rilevo una mancata (o adeguata) semina in corso di racconto. Detto questo, grande perizia nella scrittura e lettua assolutamente piacevole. Valutazione da pollice tendente verso l'alto, anche se al pelo pelo.

Avatar utente
jimjams
Messaggi: 677

Re: La salita di Nathan

Messaggio#18 » mercoledì 1 maggio 2019, 8:20

Sirimedho ha scritto:Buonasera Jacopo,

grazie delle tue parole gentili. Come dicevo già a Gabriele, più che la situazione nuova mi piaceva entrare nei pensieri del povero Nathan, e quindi gli agnelli e i sacrifici in un qualche modo "standard" hanno avuto il pregio, per me, di non distrarmi dal resto.
Il fatto che la sera della gara avessi negli occhi i fuochi di Notre Dame ha fatto il resto.
Grazie ai commenti ricevuti credo che ne farò una seconda scrittura, cercando di renderlo più leggibile e comprensibile.
Grazie davvero!


Considera di portare il racconto nel laboratorio. Sarebbe il luogo ideale per la revisione assistita.
Cerca sul forum, trovi laboratorio e spiegazioni.

Torna a “127° Edizione - Romolo Edition - Dodicesima della Sesta Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti