Dopo un secolo d'attesa.
Dopo un secolo d'attesa.
Dopo un secolo d’attesa
- Ne siamo sicuri? Siete certi che non sia un falso allarme?
- Ho ricontrollato i sistemi tre volte: l’alert si è attivato e rimane costante – esclama Helen, per poi aggiungere solennemente. – La nostra guardia
Il Direttore si appoggia alla poltrona, cercando di nascondere il brivido freddo che lo attraversa.
- La Profezia – dice, osservando la vetrata dell’ufficio. – Il mio predecessore me ne aveva parlato quando sono stato nominato e lui, a sua volta, lo aveva saputo da chi era venuto prima…
Si alza lentamente dalla poltrona ed attraversa l’ufficio.
- Chi lo sa a parte noi due?
- Il sovrintendente dell’archivio e il responsabile dei brand editoriali, come previsto.
- Nessun altro?
- Nessun altro.
- Chiamali tutti – dice il Direttore, asciugandosi la fronte con un fazzoletto. – Tra mezz’ora all’ascensore principale. Bisogna fare… ciò che c’è da fare.
- Provvedo subito.
Prima che la donna possa uscire, l’uomo le afferra il braccio.
- Nessuno deve sapere – dice, visibilmente agitato. – Nessuno.
L’ascensore si ferma trecento metri al di sotto l’ultimo piano registrato sulla tastiera. Quando le porte si aprono, i quattro si trovano davanti una galleria formata da grosse pietre squadrate. Nicholas, il sovrintendente archivio, prende il nexphone per usarne la luce, ma il Direttore lo ferma.
- No. Non è così che deve andare.
Si fa passare una torcia da Helen, la infiamma con l’accendino ed entra nel cunicolo.
I quattro non dicono una parola mentre attraversano il cunicolo. Il silenzio carico di tensione è interrotto solo dal rumore dei loro passi.
Alla fine, raggiungono la loro meta: un grande mainframe coperto di corteccia bianca, al centro del quale è modellato un volto.
Gli occhi del computer si accendono e i quattro uomini si inginocchiano.
“In che anno siamo?”
- Anno 2119, Maestro. Ottant’anni dopo la sua dipartita.
“Chi regna sul Trono dell’Editoria?”
- Richard Bachman il Clone, secondo del suo nome. Ha appena pubblicato il venticinquesimo volume della Torre Nera.
Il computer rimare in silenzio per qualche minuto. I suoi discepoli gli danno il tempo di cercare le informazioni che cerca sulla rete.
“È pessimo.”
- Indubitabilmente, Maestro – risponde il Direttore. – Il mercato è pronto per il suo ritorno…
Il computer non risponde. Per alcuni minuti regna il silenzio in silenzio, mentre il rumore del battito dei cuori dei quattro uomini si fa sempre più forte. Alla fine, non riuscendo più a sopportare la tensione, il Direttore chiede ciò che tutti hanno in mente.
- La Profezia si è compiuta? Lo… lo ha completato?
“Il Libro che fu Promesso. Il mio ultimo romanzo. Il lavoro per il quale ho sacrificato persino il riposo della morte e mi sono fatto rinchiudere in questa tomba di silicio e circuiti– risponde il computer, con tono solenne. – Si: l’ho finalmente completato.
Dalla bocca del mainframe emerge un leggero fascio di luce, che proietta a mezz’aria una scritta in caratteri gotici.
“IL SOGNO DELL’ESTATE”
A quella vista, i quattro si alzano in piedi all’unisono e urlano.
-Sia lode a George Raymond della nobile casa Martin, primo del suo nome. Signore del Trono dell’Editoria.
Agostino Langellotti
- Ne siamo sicuri? Siete certi che non sia un falso allarme?
- Ho ricontrollato i sistemi tre volte: l’alert si è attivato e rimane costante – esclama Helen, per poi aggiungere solennemente. – La nostra guardia
Il Direttore si appoggia alla poltrona, cercando di nascondere il brivido freddo che lo attraversa.
- La Profezia – dice, osservando la vetrata dell’ufficio. – Il mio predecessore me ne aveva parlato quando sono stato nominato e lui, a sua volta, lo aveva saputo da chi era venuto prima…
Si alza lentamente dalla poltrona ed attraversa l’ufficio.
- Chi lo sa a parte noi due?
- Il sovrintendente dell’archivio e il responsabile dei brand editoriali, come previsto.
- Nessun altro?
- Nessun altro.
- Chiamali tutti – dice il Direttore, asciugandosi la fronte con un fazzoletto. – Tra mezz’ora all’ascensore principale. Bisogna fare… ciò che c’è da fare.
- Provvedo subito.
Prima che la donna possa uscire, l’uomo le afferra il braccio.
- Nessuno deve sapere – dice, visibilmente agitato. – Nessuno.
L’ascensore si ferma trecento metri al di sotto l’ultimo piano registrato sulla tastiera. Quando le porte si aprono, i quattro si trovano davanti una galleria formata da grosse pietre squadrate. Nicholas, il sovrintendente archivio, prende il nexphone per usarne la luce, ma il Direttore lo ferma.
- No. Non è così che deve andare.
Si fa passare una torcia da Helen, la infiamma con l’accendino ed entra nel cunicolo.
I quattro non dicono una parola mentre attraversano il cunicolo. Il silenzio carico di tensione è interrotto solo dal rumore dei loro passi.
Alla fine, raggiungono la loro meta: un grande mainframe coperto di corteccia bianca, al centro del quale è modellato un volto.
Gli occhi del computer si accendono e i quattro uomini si inginocchiano.
“In che anno siamo?”
- Anno 2119, Maestro. Ottant’anni dopo la sua dipartita.
“Chi regna sul Trono dell’Editoria?”
- Richard Bachman il Clone, secondo del suo nome. Ha appena pubblicato il venticinquesimo volume della Torre Nera.
Il computer rimare in silenzio per qualche minuto. I suoi discepoli gli danno il tempo di cercare le informazioni che cerca sulla rete.
“È pessimo.”
- Indubitabilmente, Maestro – risponde il Direttore. – Il mercato è pronto per il suo ritorno…
Il computer non risponde. Per alcuni minuti regna il silenzio in silenzio, mentre il rumore del battito dei cuori dei quattro uomini si fa sempre più forte. Alla fine, non riuscendo più a sopportare la tensione, il Direttore chiede ciò che tutti hanno in mente.
- La Profezia si è compiuta? Lo… lo ha completato?
“Il Libro che fu Promesso. Il mio ultimo romanzo. Il lavoro per il quale ho sacrificato persino il riposo della morte e mi sono fatto rinchiudere in questa tomba di silicio e circuiti– risponde il computer, con tono solenne. – Si: l’ho finalmente completato.
Dalla bocca del mainframe emerge un leggero fascio di luce, che proietta a mezz’aria una scritta in caratteri gotici.
“IL SOGNO DELL’ESTATE”
A quella vista, i quattro si alzano in piedi all’unisono e urlano.
-Sia lode a George Raymond della nobile casa Martin, primo del suo nome. Signore del Trono dell’Editoria.
Agostino Langellotti
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Ciao Agostino! Tutto ok anche per te! Buona ALL STARS EDITION!
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Ciao Agostino,
Quando l'ho letto sono morto dal ridere, poi ho rilanciato un'occhiata al titolo e ho riso ancora di più. Ben giocato, e direi pure con ottime tempistiche!
Per quanto il racconto sia divertente, però, la sua natura faceta lo rende null'altro che una barzelletta ben orchestrata: oltre la risata, non rimane altro.
Ti segnalo due refusi:
- Nel secondo capoverso, il dialogo inizia con "la nostra guardia" e poi termina bruscamente. Immagino sia "è conclusa".
- Nel paragrafo verso la fine, prima che venga chiesto della profezia, "Nel silenzio" è ripetuto 2 volte.
P.s. Li finirà sti benedetti libri, oppure hai previsto il futuro?
Quando l'ho letto sono morto dal ridere, poi ho rilanciato un'occhiata al titolo e ho riso ancora di più. Ben giocato, e direi pure con ottime tempistiche!
Per quanto il racconto sia divertente, però, la sua natura faceta lo rende null'altro che una barzelletta ben orchestrata: oltre la risata, non rimane altro.
Ti segnalo due refusi:
- Nel secondo capoverso, il dialogo inizia con "la nostra guardia" e poi termina bruscamente. Immagino sia "è conclusa".
- Nel paragrafo verso la fine, prima che venga chiesto della profezia, "Nel silenzio" è ripetuto 2 volte.
P.s. Li finirà sti benedetti libri, oppure hai previsto il futuro?
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Sei un maledetto troll, sto ridendo molto :D (commenterò poi nel merito, intanto dovevo scrivertelo XD)
Re: Dopo un secolo d'attesa.
racconto ben sccritto e piacevole, ma... non è una storia. quando ho letto il requisito del racconto ambientato a 100 anni da oggi, mi sono chiesto quale potesse essere un evento rilevante della giornata che avrebbe avuto un eco 100 anni nel futuro. e ho pensato a GOT, mi pareva però uno spunto troppo labile per costruirci sopra una storia quindi l'ho sfruttato solo come "cameo". forse per questo appena ho letto la parola "editoria" ho fatto 2+2 col titolo e ho capito dove sarebbe andato a parere. questo mi ha privato quindi dell'effetto sorpresa che forse costituisce una buona metà dell'efficacia di un testo del genere. ma il problema soprattutto è che è troppo "contestualizzato" per avere vita propria. troppo radicato nell'attualità pop, come quelle battute superate su personaggi del momento che trovi nei cinepanettoni, che già due anni dopo hanno perso tutto il loro valore. inoltre, c'è l'ambientazine 100 anni dopo, ma fatico a trovare il tema vero e proprio "ieri oggi domani".
-----
unknown to millions
unknown to millions
- Luca Nesler
- Messaggi: 727
- Contatta:
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Ciao Agostino, non devo valutarti, ma anch'io ho riso. Mi è piaciuto il fatto che tu abbia usato il presente come passato eccetera. Inoltre mi ha fatto ridere perché conosco le polemiche dei fan che dicono che Martin morirà prima di aver finito il lavoro. Ecco la soluzione!
Mi sa che, come me, sei stato coinvolto dall'atmosfera festosa del contest di fine Era e non hai resistito alla voglia di scherzare e giocare un po'. Che dire... per fortuna!
Alla prossima!
Mi sa che, come me, sei stato coinvolto dall'atmosfera festosa del contest di fine Era e non hai resistito alla voglia di scherzare e giocare un po'. Che dire... per fortuna!
Alla prossima!
- Massimo Tivoli
- Messaggi: 396
- Contatta:
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Ciao Agostino, è un piacere rileggerti.
Ti ringrazio per avermi strappato più di una risata, dall’inizio alla fine del racconto. L’immagine di Martin che si fa digitalizzare la coscienza per finire il suo romanzo oltre la vita umana è un autentico spasso!
Come chi mi ha preceduto, anche a me è mancato il “domani”, il futuro insomma. Però, tutto sommato, mi sono talmente divertito a leggere il tuo racconto che mi hai fatto dimenticare l’aderenza al tema :-)
A rileggerci con piacere.
Ti ringrazio per avermi strappato più di una risata, dall’inizio alla fine del racconto. L’immagine di Martin che si fa digitalizzare la coscienza per finire il suo romanzo oltre la vita umana è un autentico spasso!
Come chi mi ha preceduto, anche a me è mancato il “domani”, il futuro insomma. Però, tutto sommato, mi sono talmente divertito a leggere il tuo racconto che mi hai fatto dimenticare l’aderenza al tema :-)
A rileggerci con piacere.
- erika.adale
- Messaggi: 304
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Ciao Agostino,
divertente e immediato per tutti noi nerd della scrittura, è stata una vera boccata di aria fresca. Però, come qualcuno ha già notato, resta un po' una barzelletta da contestualizzare, già fra qualche giorno o a fronte di un pubblico meno appassionato di fantasy&Horror la risata diventerà un mezzo sorriso perplesso. Comunque ti ringrazio per questo momento di vero buonumore.
divertente e immediato per tutti noi nerd della scrittura, è stata una vera boccata di aria fresca. Però, come qualcuno ha già notato, resta un po' una barzelletta da contestualizzare, già fra qualche giorno o a fronte di un pubblico meno appassionato di fantasy&Horror la risata diventerà un mezzo sorriso perplesso. Comunque ti ringrazio per questo momento di vero buonumore.
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Eccoci a noi...ciao! Dicevamo: sei un maladetto troll^^
Il testo è sicuramente ben scritto e con un buon ritmo, e ha beccato nel segno dato che di questa edizione mi lamentavo proprio io su FB per la concomitanza sfortunata con il finale di serie.
Tuttavia come ti hanno già segnalato resta una barzelleta, una boutade che strappa un sorriso ma che per essere veramente efficace avrebbe dovuto avere molta più dirompenza in trovate e stile: insomma, dato che stavi giocando e avevi il pubblico del momento dalla tua avresti dovuto/potuto calcolare molto ma molto di più la mano secondo me...magari mutuando lo stile di Martin diviso in punti di vista, oppure giocando di più con le frasi più famose...
Il testo è sicuramente ben scritto e con un buon ritmo, e ha beccato nel segno dato che di questa edizione mi lamentavo proprio io su FB per la concomitanza sfortunata con il finale di serie.
Tuttavia come ti hanno già segnalato resta una barzelleta, una boutade che strappa un sorriso ma che per essere veramente efficace avrebbe dovuto avere molta più dirompenza in trovate e stile: insomma, dato che stavi giocando e avevi il pubblico del momento dalla tua avresti dovuto/potuto calcolare molto ma molto di più la mano secondo me...magari mutuando lo stile di Martin diviso in punti di vista, oppure giocando di più con le frasi più famose...
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Allora mi trovo oggettivamente in difficoltà con questo racconto.
È ben scritto con uno stile scorrevole e il tema a suo modo è centrato, ma uno come me che non ha mai visto GOT (so cosa è ma non l’ho visto e tantomeno letto) non lo può proprio capire.
Se non avessi letto gli altri commenti non lo avrei proprio capito e sarei rimasto così a domandarmi il senso di tutto questo.
Questo potrebbe essere un mio limite, certamente lo è, però penso che un racconto dovrebbe poter essere fruibile comunque da tutti e questo aspetto quindi lo penalizza molto.
Peccato perché poteva essere un tema interessante ma allora doveva essere decontestualizzato e estrapolato dalla realtà, sempre secondo me ovviamente.
È ben scritto con uno stile scorrevole e il tema a suo modo è centrato, ma uno come me che non ha mai visto GOT (so cosa è ma non l’ho visto e tantomeno letto) non lo può proprio capire.
Se non avessi letto gli altri commenti non lo avrei proprio capito e sarei rimasto così a domandarmi il senso di tutto questo.
Questo potrebbe essere un mio limite, certamente lo è, però penso che un racconto dovrebbe poter essere fruibile comunque da tutti e questo aspetto quindi lo penalizza molto.
Peccato perché poteva essere un tema interessante ma allora doveva essere decontestualizzato e estrapolato dalla realtà, sempre secondo me ovviamente.
Re: Dopo un secolo d'attesa.
Penso che tu dovessi calcare di più la mano. Certo è che per farlo avresti avuto bisogno di più tempo per oliare il tutto al punto giusto... Il testo è intriso di riferimenti, ma doveva esserlo ancora di più, insomma. Al netto della boutade, l'avrei premiato con una valutazione alta perché tra tanti particolari inseriti ci stava che non tutti capissero tutto, ma quanto meno tutti avrebbero inteso qualcosa se non la maggior parte del tutto. Ed è qui che ti muovo la critica principale: nel tuo concentrarlo solo su un particolare aspetto delimini eccessivamente i tuoi lettori che non dispongono delle giuste chiavi di decrittazione. Per me un pollice ni che guarda verso il positivo.
Torna a “128° Edizione ALL TIME - All Stars Edition - Tredicesima della Sesta Era”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite