Numero Ventitré

L'atto conclusivo della Sesta Era di Minuti Contati vi aspetta lunedì 20 maggio dalle 21.00 all'una con tante guest che si sono alternate nel corso delle sue dodici edizioni!
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Gabriele Dolzadelli
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Numero Ventitré

Messaggio#1 » lunedì 20 maggio 2019, 23:30

«C'è un uomo che ci spia» disse sua figlia.
Riccardo mise il telefono in tasca e si alzò. Attorno a loro non c'era nessuno. Erano quasi le due del pomeriggio e a quell'ora il parco era deserto. Che fosse un maniaco?
«Sei sicura?»
La bambina annuì.
«Proprio lì, nel labirinto.»
Riccardo si avvicinò all'entrata della struttura di siepi. Dentro filtrava a malapena la luce. Era spettrale. Un vortice da cui sembrava impossibile uscirne.
«Qui non c'è nessuno» disse voltandosi. L'altalena continuava a cigolare ma, questa volta, senza nessuno sopra.
«Alice?» Riccardo fece un paio di falcate e si guardò attorno. Il cuore era imbizzarrito e sentì lo stomaco aggredirlo, con unghiate e morsi. Urlò il nome di sua figlia ma era scomparsa. Poi la sentì, una voce acuta che gridava aiuto. Veniva dal labirinto stesso.
Riccardo entrò all'interno del percorso e cominciò a correre con sicurezza fino alla prima biforcazione. Lì si fermò, tendendo l'orecchio. La chiamò, ma non ci fu risposta. Prese la strada di destra e si mantenne su quella decisione per almeno un paio di volte, fino a rimanere abbagliato dalla luce del sole. Aveva trovato l'uscita.
«Alice, dove sei?»
Davanti a lui si stagliava un piccolo edificio su due piani con le pareti a specchio. Ne rimase stordito, poiché prima non ci aveva fatto caso.
«Alice!» urlò di nuovo. Un uomo uscì dalla porta della casa e gli corse incontro.
«Cerca qualcuno?»
Riccardo annuì, riprendendo fiato.
«Sì, mia figlia. È una bambina di cinque anni. L'ha vista?»
L'uomo scosse il capo.
«No, mi spiace. Ma era nel labirinto? Perché se è così, ha soltanto tre uscite. Da che parte siete entrati?»
Riccardo era confuso, faticava a connettere.
«Siamo entrati, beh, da... da... dal Parco Gerosa. Era sull'altalena e...»
«Quale Parco Gerosa, mi scusi?»
«Come sarebbe quale Parco Gerosa? Quello qui dietro che...»
«Il Parco Gerosa è un secolo che non c'è più. Credo dal 2019.»
«Che... Che cosa sta dicendo? Noi siamo nel 2019!»
L'uomo lo guardò con aria preoccupata e gli mise una mano sulla spalla.
«2119, vorrà dire. Si sente bene?»
Riccardo si liberò della presa ed entrò di nuovo nel labirinto. Doveva trovare la terza uscita, anziché perdere tempo con i pazzi.
«Alice!»
Di nuovo la luce, di nuovo l'uscita. Si fermò sulla soglia, bloccandosi per la gioia nel vedere l'altalena e sua figlia che si dondolava.
Fece per chiamarla, ma la voce gli morì in gola. Non molto distante, sulla panchina, vide un uomo che armeggiava con lo smartphone. Aveva i suoi stessi vestiti, stesso taglio di capelli e... il suo stesso viso! Era uno scherzo? Un incubo? Incrociò lo sguardo di Alice e la bambina lo indicò con il braccio teso. Riccardo fece appena in tempo a nascondersi dietro allo scivolo, accucciandosi.
«C'è un uomo che ci spia!»
«Sei sicura?»
«Proprio lì, nel labirinto.»
Riccardo vide sé stesso dirigersi all'apertura fra le siepi e guardare dentro. Fu in quel momento che ne approfittò. Scattò come un falco sulla preda, raggiungendo in pochi secondi l'altalena. Afferrò Alice da dietro e la prese in braccio, tappandole la bocca. Aggirò il labirinto e trovò un altro ingresso del percorso. Vi si infilò dentro e quasi si perse. Dopo alcuni fallimenti decise di mantenersi ancora sulla destra, almeno per ritrovare l'uscita. Non tardò ad arrivare. Sbucò all'esterno, con la bambina in braccio che gridava e si dimenava.
Davanti a lui mezza dozzina di uomini armati di fucile, coperti da caschi e armature leggere. Sul petto la scritta “Ordine Cittadino”. Accanto a loro c'era il tizio che aveva incontrato prima.
«Lasciala» gli intimò qualcuno. Non capì chi.
Riccardo liberò la bambina, che corse piangendo verso l'uomo.
Questi le diede una carezza e Riccardo poté notare delle figure femminili che li osservavano dalla soglia dell'edificio a specchio. Erano una decina, d'età differente, ma con una cosa in comune: tutte assomigliavano incredibilmente ad Alice.
«Benvenuta nella tua nuova casa, numero ventitré» disse infine l'uomo, voltandosi e accompagnando la bambina dalle altre.



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antico
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#2 » lunedì 20 maggio 2019, 23:34

Gabriele, secondo MC di fila per te! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa ALL STARS EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#3 » martedì 21 maggio 2019, 16:18

NUMERO VENTITRE’ di Gabriele Dolzadelli Specifiche rispettate. Mi è piaciuto molto questo racconto di Fantastico Puro. Rimanda alla serie Doctor Who. L’insolito irrompe nel quotidiano e lo modifica per sempre in un istante: la passeggiata al parco fra padre e figlioletta diventa un incubo di cento anni (attraversare il labirinto accanto alla siepe comporta questo) e la presenza dei due padri (la versione futura di Riccardo, tornato a prendere la figlia e quello accanto a lei) mostra il lato inquietante del Paradosso Temporale di Asimov. La realtà distopica del palazzetto a due piani ricoperto di specchi con le cloni numerate della bambina e un funzionario con tanto di garanti dell’Ordine Costituito, arricchiscono una bella trovata.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#4 » mercoledì 22 maggio 2019, 11:24

Grazie mille Alessandra. :)

Gabriele Cavallini
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#5 » mercoledì 22 maggio 2019, 18:18

Ciao Gabriele,
bel racconto, mi ha lasciato una sensazione inquietante addosso (in senso positivo). Vediamo di fare ordine perché alcune parti mi risultano oscure: l'interno del labirinto del parco è una specie di wormhole(?) e di conseguenza il padre si trova catapultato cent'anni avanti. Le due realtà temporali coesistono all'interno del labirinto, tant'è che tornando indietro può vedere sua figlia e il se stesso di cento anni prima, poco prima che la figlia sparisca (tra l'altro rapita da se stesso). Fin qui tutto ok, è fantastico. Dopo inizia a non tornarmi qualcosa; quando ritorna di fronte alla casa con gli specchi si trova davanti all' ordine cittadino, quindi immagino che ci troviamo nel futuro. Qui mi sorge una domanda: ci troviamo sempre nel 2119 o più avanti? La presenza di altre 22 bambine somiglianti ad Alice poi mi fa pensare che questo processo si sia ripetuto innumerevoli volte e ok, ci può stare, ma senza una motivazione valida non mi convince più di tanto. Scusa se sono così puntiglioso ma il racconto mi è piaciuto molto e vorrei capirlo fino in fondo! Sono sicuro che con più spazio a disposizione sarebbe venuto fuori qualcosa di spettacolare. Bel lavoro comunque!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#6 » mercoledì 22 maggio 2019, 19:07

Ciao Gabriele. Ti ringrazio per le parole di apprezzamento. Ci hai preso in pieno su tutto.
Il processo di far giungere le bambine alla fine del labirinto è derivato dal loop che si è generato.
Ogni volta che Riccardo entra nel labirinto si ritrova a rapirla da sé stesso e a fuggire in direzione del futuro, portando il domani ad avere un Riccardo e un'Alice. Il rapimento, però, porta il Riccardo del passato a cercare di nuovo la figlia, a entrare nel labirinto e poi a rapirla di nuovo. Non c'è uscita da questo processo, almeno fino a quando Riccardo non decida di operare diversamente.
Dunque ci sono diverse Alice, probabilmente sbucate fuori in periodi di tempo differenti, dato che hanno età diverse. Così come in prigione ci saranno diversi Riccardo, anche loro di età diverse.
Mentre l'uscita verso il passato sembra portare sempre al medesimo punto nella linea temporale, quella del futuro no.

Spero di aver chiarito alcuni punti. Non li ho volutamente spiegati nel racconto per lasciare libera interpretazione.

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Piscu
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#7 » giovedì 23 maggio 2019, 18:31

racconto interessante, però c'era qualcosa che non mi tornava alla fine per la presenza delle diverse alici. ho letto la tua spiegazione e in effetti secondo me il paradosso temporale così concepito non funziona. mi spiego:

riccardo all'inizio del racconto (R1) è al parco con la "prima" alice (A1)
A1 vede la versione futura di riccardo (R2) e va al suo inseguimento
R1 gira per il labirinto, incontra l'uomo e poi compare nei pressi del parco "diventando" R2 (è una notazione di comodo, in realtà è sempre lui, ma visto che in quel momento esistono due versioni le distinguiamo così)
R2 rapisce A1, e questo è il punto importante, quella che lui rapisce è l'alice iniziale
cerca di scappare con lei ma viene fermato, e A1 viene liberata dagli altri
qui a mio avviso il loop si conclude, non c'è quindi possibilità di sdoppiare le alici né tantomeno che loro possano crescere e invecchiare nel labirinto. è un loop chiuso, predeterminato, non un ciclo continuo.

potrei aver capito male qualcosa, ma io a leggere quello che succede la interpreto così. scusa la pignoleria ma questo tipo di paradossi mi intriga sempre!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#8 » giovedì 23 maggio 2019, 18:57

Ciao Piscu.
Per come l'ho strutturato nella mia testa, il loop non dovrebbe chiudersi. Provo a illustrarlo e vediamo se riusciamo a far collimare i nostri conti. :)

Riccardo (R1) cerca la figlia Alice (A1) all'interno del labirinto. Si ritrova nel futuro e da questo futuro fugge, ritrovandosi nel passato, nel momento in cui lui stesso stava giocando con la bambina. Quelli che lui vede, però, non sono né se stesso né sua figlia (A1), che è sparita chissà dove, forse in un punto imprecisato del futuro.

Quelli che vede sono se stesso e sua figlia del passato (R2 e A2). Riccardo (R1) rapisce dunque A2 e la porta con sé nel futuro, dove viene catturato.
A quel punto, R2, a cui è stata rapita la figlia, compirà le stesse azioni di R1, andandola a cercare all'interno del labirinto, finendo nel futuro e poi tornando nel passato, incontrando altre versioni di sé stesso e di sua figlia (R3 e A3). Rapisce A3 e poi viene catturato nel futuro come il suo predecessore.
A quel punto R3 rapisce A4 e il ciclo continua, con R4 che rapisce A5, R5 che rapisce A6 e via dicendo.

Il futuro tende a riempirsi di molti Riccardo che vengono imprigionati e molte Alice che vengono liberate. Il fatto che ce ne siano di differenti età e Alice venga chiamata Numero 23, indica che quella raccontata non è il primo episodio della serie ma ce ne sono stati altri e che mentre il buco temporale del passato sia fissato allo stesso punto, quello del futuro no. Spero di aver dissipato questo dubbio sul paradosso temporale.
Può darsi che qualcosa sia sfuggita anche a me. E' sempre bello parlarne. :)

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Luca Nesler
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#9 » giovedì 23 maggio 2019, 21:37

Ciao Gabriele, il racconto è molto interessante. Questi loop temporali mi affascinano sempre e ne hai tirato fuori uno intrigante. Per me, però, poteva finire al secondo "c'è uno che ci spia", quando il lettore capisce che è lui che interviene nella propria storia. Certo una spiegazione sul perché sono in quel labirinto fuori dalla fisica ci stava, ma a me sarebbe bastato. Quando entrano in scena quei poliziotti sono un po'uscito dalla logica del loop e mi sarei aspettato un'ulteriore spiegazione dello stesso livello di interesse.
Comunque bel lavoro!
Alla prossima!

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Emiliano Maramonte
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#10 » giovedì 23 maggio 2019, 23:04

Ciao Gabriele!
Ho letto il racconto tutto d'un fiato perché mi ha molto coinvolto, poi hai costruito un sistema temporale davvero interessante, con paradossi e loop su cui è bello riflettere... e non era facile nel tempo a disposizione tipico di Minuti Contati. Per quanto mi riguarda ho saltato a pié pari spiegazioni, teorie, ipotesi e ricostruzioni sui passaggi dimensionali e temporali, e mi sono goduto la storia. Tra l'altro, mi permetto di dire che non sono d'accordo con Luca: la coda della trama con l'Ordine Cittadino, i cloni e così via, ci dà ulteriori spunti per intravedere un mondo più ampio, dove forse c'è bisogno di esseri umani, oppure il Governo sta esaminando il fenomeno intradimensionale del labirinto, nel contempo liberando i cloni intrappolati, e così via. Mi è piaciuto molto fantasticare.
Sul fronte della tecnica, poco da dire: abbastanza ben scritto, ma un paio di riletture avrebbero giovato ad alleggerire alcuni passaggi. Occhio, per esempio a: "Un vortice da cui sembrava impossibile uscirne." Ovviamente meglio: "Un vortice da cui sembrava impossibile uscire." Ma magari sono disattenzioni dovute alla fretta e al meccanismo infernale di MC.
Davvero un buon racconto che mi ha soddisfatto.
Complimenti!

In bocca al lupo!
Emiliano.

simonettaolivo
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#11 » venerdì 24 maggio 2019, 8:45

Penso che il modo migliore per godersi questo racconto sia leggerlo senza troppi retropensieri sui paradossi spazio - temporali. È una storia fantastica, non un trattato scientifico: fra l'altro una storia coinvolgente, intensa, dove l'archetipo della bambina che si perde (di cui la massima rappresentante nella cultura occidentale è proprio un'Alice) e l'archetipo del labirinto (che anche qui, come nel mito del Minotauro, porta alla perdita del femminile) si rafforzano l'un l'altro, dando profondità al racconto.
Avevo notato anch'io la svista formale (uscirne), ma mi pare poca cosa ora che ho provato in prima persona la difficoltà dello scrivere a ora tarda e in poco tempo!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#12 » venerdì 24 maggio 2019, 9:06

Grazie ragazzi per le vostre riflessioni.
Anche per la segnalazione dell'errore, che provvederò a correggere. :)

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Francesco.Epico
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#13 » sabato 25 maggio 2019, 16:41

Ciao Gabriele,
La trama è avvincente e anche molto interessante. Il ritmo incalzante e la gestione delle scene che si susseguono ne fanno un ottimo lavoro. Inutile dire che è scritto anche molto bene.
Mi rimangono solo due dubbi: non so fino a che misura siano rispettate le specifiche e, soprattutto, con quel “Riccardo vide se stesso…..” hai voluto per forza spiegare una situazione che era già chiara al lettore attento.
Comunque, complimenti.

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Pretorian
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#14 » lunedì 27 maggio 2019, 22:17

Piacere di leggerti, Gabriele.
Dunque, addentrarsi nei racconti con anomalie temporali o con uno stile ciclico è sempre rischioso ed apprezzo il coraggio che hai dimostrato. La realizzazione, forse, non è all'altezza di questo coraggio: il racconto non gira benissimo e il senso ciclico si percepisce a fatica e non si capisce bene dove tu voglia andare a parare.
Mi spiego: molti racconti o film con questo stile "ciclico" mantengono in sospeso il motivo per cui il tempo è alterato e si buttano pienamente sul nosense e sullo straniamento che ne risulta. Dall'altro lato, altri mantengono una motivazione effettiva e, quindi, possono concentrarsi su una trama con un filo più "Normale". Il tuo racconto sembra essere in mezzo al guado, perché sembra esserci una qualche motivazione, ma la spiegazione resta abbastanza indefinita. E questo toglie moltissima forza alla tua storia.
Peccato.

A rileggerci!

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DandElion
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#15 » giovedì 30 maggio 2019, 19:03

Gabriele ciao!
Penso che non ci siamo mai incontrati qui, quindi, piacere!
E piacere è anche la sensazione che mi lascia il tuo racconto. Inquietudine, sì, ma piacevole. Mi sono fatta una mia idea del tuo loop, poi ho letto i vari commenti e poi ho letto il tuo: avevo capito quello che hai spiegato tu, quindi per il mio cervello intricato era comprensibile in prima battuta ;)
Molto molto bello.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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antico
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Re: Numero Ventitré

Messaggio#16 » mercoledì 5 giugno 2019, 11:54

Tema e paletti rispettati. Racconto molto bello fino al ritorno del padre al presente, ormai perso nel loop. Da lì in poi ho notato un'accelerazione che gli fa perdere l'equilibrio mantenuto fino a quel punto. La chiusa stessa con quel numero 23 a delimitare il numero di volte in cui si è ripetuto il loop mi sembra un errore strategico perché se è un numero determinato cerco di trovarne una spiegazione, non seminata nel testo. Lo stesso fatto che le Alici siano di età differenti mi sembra un errore perché allora vorrebbe dire che trattasi di un loop irregolare che si ripete secondo regole che, anche qui, non trovano corrispondenza in una semina interna al racconto. Riassumendo: valutazione altissima fino all'accelerazione a fine racconto che porta lo stesso verso una direzione che necessita, a mio parere, di più spiegazioni e semine. Pollice tendente verso l'alto, ma racconto da sistemare.

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