Mors tua vita mea. Giusto?

Data: 17 giugno 2019

Guest star: COLLETTIVO ITALIANO FANTASCIENZA (Simonetta Olivo, Linda De Santi, Fabio Aloisio, Emiliano Maramonte, Lorenzo Davia, Damiano Lotto, Piero Schiavo Campo, Alessandro Napolitano, Dario Giardi)

Prima special dell'estate 2019 di Minuti Contati! La fase di scrittura e commenti avverrà come di consueto, grande spettacolo nella finale con scontri diretti tra i racconti finalisti con copertura giornaliera e commenti stile telecronaca!
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Laura Cazzari
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Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#1 » lunedì 17 giugno 2019, 22:21

È sera.
Il lampione della via lampeggia intermittente, come se stesse trasmettendo in codice morse.
Una goccia di sudore mi solca il viso, anche se siamo in autunno inoltrato.
Un ultimo incarico e sarò libero.
Scivolo nel vicolo, mimetizzandomi tra i cespugli.
Sento dei passi dietro di me, ma quando mi volto la via è deserta.
Respira Ray, non farti prendere dal panico.
Un ultimo sforzo e il mio debito verrà ripagato.
Le persone stanno rincasando per la cena, ma io conosco ogni angolo cieco della zona, e so come non farmi notare.
Ci sono nato, cresciuto, e adesso ci vivo con la mia famiglia.
Posso vedere casa mia da qui e questo mi rende irrequieto.
Il rischio di essere riconosciuto è alto, ma i miei aguzzini non accettano un no come risposta.
Se tutto andrà come previsto, sarò a casa in tempo per la cena.
Nella tasca della felpa la pistola pesa come un’incudine. Questo piccolo oggetto segnerà la mia fine o l’inizio della mia nuova vita da uomo libero?
Le probabilità non sono dalla mia parte, ma io punto tutto sull’effetto sorpresa.
Corro veloce e silenzioso, mentre il mio cuore batte a ritmo dei miei passi.
Un rumore metallico mi blocca sul posto.
Davanti a me un gatto ha fatto cadere un bidone dell’immondizia.
Devi stare calmo Ray. Non hai mai ucciso nessuno, ma meglio loro di te. Mors tua vita mea. Giusto?
Il campetto è davanti a me. È deserto ad eccezione di quattro ragazzi ispanici che stanno uscendo con il pallone in mano. Per fortuna l’informatore non ha sbagliato. In giro non c’è più nessuno.
I quattro ridono, avranno quindici o sedici anni. Una vita davanti.
Basta Ray, hanno pestato i piedi alle persone sbagliate e devono pagare. Il mondo sarà un posto migliore senza di loro.
Mi trema la mano e vorrei mettermi a piangere, invece stringo i denti ed esco allo scoperto.
Bam, bam. I primi due ragazzi cadono a terra senza soffrire, senza accorgersi di niente. Due vite spezzate in cambio della mia.
Non ci pensare Ray, vai avanti o loro saranno morti invano.
Bam. Il terzo colpo ferisce alla gamba quello che sta scappando. Cade a terra.
L’ultimo ragazzo cerca di togliermi la pistola, ma è troppo lento e impacciato e il quarto proiettile gli finisce dritto in mezzo alla fronte. Bam. La vita lascia i suoi occhi istantaneamente, e il suo corpo si accascia a terra, come un manichino ormai vuoto.
Il suo sangue mi macchia il viso. Vorrei urlare, invece, mi giro verso l’ultimo ancora in vita e che sta strisciando in cerca di una via di fuga. Erano disarmarti; ingenui come tutti i ragazzi della loro età.
Raggiungo il superstite che, quando capisce che gli sono accanto, si volta e inizia e piangere.
- Ti prego non farlo. Posso sparire dalla circolazione. Farò tutto quello che mi chiedi. Non voglio morire.
Un rivolo scuro annerisce i suoi pantaloni della tuta.
Non puoi fermarti Ray un solo colpo, o lui o te.
Chiudo gli occhi e sparo. Bam.
È finita, ma il peso che sentivo nel petto, da quanto sono entrato in affari coi miei aguzzini per pagare le cure di mia moglie, non è svanito. Anzi, adesso è talmente pesante che mi manca il respiro.
Devi scappare, urla la parte di me ancora lucida.
Mi gira la testa e mi guardo intorno in cerca di un luogo tranquillo dove riprendere fiato.
Appena voltato, però, mi blocco.
Davanti a me c’è un bambino, di dieci anni. Sotto il braccio il pallone che deve avere dimenticato al campetto, e indosso ha la maglietta di Totti, quella che gli ho regalato per il suo compleanno.
Mio figlio mi guarda e io, nei suoi occhi, vedo riflesso un uomo che non conosco.


Laura Cazzari

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Emiliano Maramonte
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#2 » lunedì 17 giugno 2019, 22:23

Ciao Laura, molto lieto di vederti in questa Special!
Tutto bene con limite temporale e di caratteri.
Divertiti in questa CIF Edition!!

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Massimo Tivoli
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#3 » mercoledì 19 giugno 2019, 12:36

Ciao Laura, piacere di leggerti. Sia il tema sia il paletto vengono rispettati con l’introduzione della maglia di Totti nel finale e con la comparsa inaspettata del figlioletto. Figlioletto che forse ha assistito alla scena? Sì, no, non ci è dato saperlo. Il rimorso che il padre sente nel finale è schiacciante e forse lo sarebbe ancora di più se il figlio avesse, per sbaglio, assistito alla scena. A me piace l’utilizzo della prima persona, ma fai attenzione perché nasconde insidie. Per esempio, quando scrivi: "Ci sono nato, cresciuto, e adesso ci vivo con la mia famiglia.”; oppure ancora peggio: "È finita, ma il peso che sentivo nel petto, da quanto sono entrato in affari coi miei aguzzini per pagare le cure di mia moglie, non è svanito.” Ecco quest’ultimo pezzo sa un po’ troppo di mini-spiegone, sarebbe stato meglio far emergere, nel corso del racconto, la ragione per cui lui si è rivolto agli aguzzini; per esempio, tramite un breve flashback. Chissà pure cosa abbiano fatto quei ragazzini per meritarsi un’esecuzione. Poteva essere interessante farlo emergere, sebbene non sia determinante.

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Laura Cazzari
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#4 » giovedì 20 giugno 2019, 14:49

The Ocean Master ha scritto:
Purtroppo, per mio limite personale, non ho compreso il collegamento richiesto dal paletto, così come il tema del contest: potresti illuminarmi nel merito?


Ciao certo! Il riferimento italiano era la maglietta di Totti :) e l'arrivo inaspettato è quello del figlio che arriva al campetto inaspettatamente e trova il padre.
Laura Cazzari

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Pretorian
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#5 » giovedì 20 giugno 2019, 23:22

Ciao Laura e piacere di leggerti.
Dunque, il racconto è scritto abbastanza bene, e sorregge una trama non proprio originalissima, ma efficace nel breve spazio a disposizione. Il problema maggiore è che il racconto oscilla pesantemente tra l'assoluta mancanza di drammaticità e il suo eccessivo sottolineamento. Mi spiego: per tutto il racconto sottolinei una marea di volte quanto il protagonista stia uccidendo controvoglia, solo per ripagare un debito con dei criminali: questo è utile a delineare il carattere del personaggio, ma il ribadirlo praticamente a ogni piè sospinto non aggiunge drammaticità, piuttosto spezza la narrazione in favore di qualcosa di pleonastico. Per contro, la morte dei ragazzi è davvero troppo rapida e sintetica. Vuoi ottenere un maggiore effetto drammatico? Allora fornisci dramma: falli urlare, falli fuggire, descrivi le loro ferite e l'orrore assoluto nei loro occhi. Lo spazio era poco, ma, tolgliendo tutte le continue giustificazioni, qualcosa avresti potuto tirarlo fuori. Peccato davvero.

A presto!

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alberto.tivoli
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#6 » venerdì 21 giugno 2019, 14:00

Ciao Laura. Ecco il mio commento.

Racconto aderente alle regole del contest.
Il dramma vissuto dal protagonista viene reso abbastanza bene, anche se le riflessioni personali che svolgono la funzione di spiegare il contesto al lettore ne stemperano l’intensità. Intensità che si recupera però sul finale.
Avrei provato a svelare la missione del protagonista più gradualmente. Probabilmente mi è venuto da pensare così perché fino al finale manca effettivamente quel coinvolgimento che davvero ti spinge a leggere tutto di un fiato un racconto.

Alla prossima!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#7 » venerdì 21 giugno 2019, 16:49

Ciao Laura.
Complimenti per lo stile di scrittura. Direi ottimo. L'unica stonatura che ho trovato, per quanto riguarda il modo di esporre la vicenda, è quel breve spiegone che appesantisce tantissimo la frase in merito alle cure della moglie. Penso sarebbe stato meglio dare quelle informazioni in maniera più graduale che tutto insieme.
La trama, invece, l'ho trovata interessante ma non abbastanza da incollarmi. Forse perché il tema della missione e dell'omicidio porta quasi sempre allo stesso svolgimento, con un ritrarsi all'ultimo o con un rimorso. Quindi si rischia di lasciar intuire facilmente dove si andrà a parare.

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Sirimedho
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#8 » sabato 22 giugno 2019, 15:36

Buongiorno Laura,

il tuo racconto mi ha molto colpito per diverse ragioni.
La prima, è una storia di come una persona "normale" si trasformi in un assassino sulla base delle sue ragioni personali, egoistiche anche se rivolte alla moglie. E' una cosa che sappiamo succedere davvero e questo spaventa e addolora: lo hai reso molto bene, anche con quella parte in cui noti che il protagonista non sa se "segnerà la mia fine o l’inizio della mia nuova vita da uomo libero" e, tutto sommato, sembra che nemmeno gliene importi molto, purché abbia ottenuto quello che cerca, che poi scopriremo essere le cure mediche.
La seconda è che non c'è, o almeno non mi sembra, una reale empatia per quei poveri ragazzi. C'è più paura di "essere riconosciuto", di perdere la sua immagine. Questo mi sembra eccessivo per chi uccide per la prima volta: probabilmente è come lui si sta raccontando la verità, ma aver lasciato trapelare che qualche problema morale glielo può creare avrebbe arricchito il personale.
Il paragrafo finale è bello e intenso. Qui c'è il limite di MC o, meglio, il limite dei caratteri: sarebbe bello sapere cosa succederà nei minuti successivi, come il padre spiegherà al figlio, e il figlio che farà, ma ovviamente questo richiede spazi e tempi che con MC non si hanno, quindi va bene la sciabolata conclusiva.
Concludendo, mi sembra un buon racconto che può diventare ancora più buono con qualche editing.

Buona scrittura!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#9 » domenica 23 giugno 2019, 11:54

Ciao, Laura,
leggere il tuo racconto è stato divertente (per modo di dire, perché la vicenda è assolutamente drammatica) e sono arrivato alla fine senza intoppi. Forse le uniche note da migliorare sono alcuni passaggi un po' ripetitivi che non aggiungono niente alla vicenda, ma sembrano solo dei riempitivi o semplici ripetizioni. MI riferisco ai molteplici riferimenti alla situazione del protagonista. Invece di ribadire sempre che lui non vuole, che si preoccupa delle conseguenze, che non vuole, sarebbe stato meglio far emergere il retroscena che l'ha portato in quella situazione, dalla moglie gravemente malata fino alla decisione di ricorrere agli usurai per racimolare il denaro delle cure. In questo modo mi fai empatizzare con il protagonista (ricordiamo che Breaking Bad si basa più o meno su questo assunto: trovare i soldi per far stare bene la famiglia dopo la dipartita di Walter White), e io non farò altro che fare il tifo per lui. Magari rivedrei la mia posizione quando scopro che i bersagli sono dei ragazzini (innocenti? Chissà...) per poi ripiombare nella disperazione del protagonista quando scopro che il bambino che ha assistito alla scena è proprio il figlio.
Così sarebbe un'idea di drammatizzazione, una delle tante, ma sono sicuro che mettendoci per bene mano, riuscirai a trovare delle soluzioni anche migliori: la penna ce l'hai e non hai paura di usarla!

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Gennibo
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#10 » domenica 23 giugno 2019, 15:23

Ciao Laura, ho cominciato il tuo racconto e mi ha ricordato il libro che sto leggendo: “Il sole di Mezzanotte” di Jo Nesbo, sono entrata subito nella storia che a un certo punto mi pareva già di conoscere, anche troppo, fino al finale che ho trovato molto efficace. Davanti a un figlio vorremmo sempre sembrare supereroi e invece qui il padre si trova a picchiare la faccia con il fallimento di quello che non è riuscito a essere, e a dover affrontare la colpa e la vergogna di fronte agli omicidi commessi. Che dire? Brava.

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Rionero
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#11 » martedì 25 giugno 2019, 14:45

Ciao Laura!

Tema centrato e sul paletto che dire? Miglior riferimento alla cultura italiana possibile <3

Concordo in linea generale con i commenti che mi hanno preceduto, nel senso che inserisci diversi spiegoni ma il difetto secondo me non è tanto in quello che dici (mi piace in effetti la voce narrante che si giustifica), ma secondo me potevi calcare molto di più la mano sulla voce in sé, caratterizzandola meglio, dando più dettagli sulla sua vita, sue paure, suoi drammatici difetti...

A differenza di chi mi ha preceduto mi piace invece come hai gestito il tempo della narrazione e l'uccisione dei ragazzi.

Un appunto: "Un ultimo incarico e sarò libero." da l'idea di un sicario con diverse uccisioni alle spalle, mentre l'andamento dei suoi pensieri descrive un uomo normale al primo peccato capitale...o sbaglio?

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Laura Cazzari
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#12 » martedì 25 giugno 2019, 16:40

Rionero ha scritto:Un appunto: "Un ultimo incarico e sarò libero." da l'idea di un sicario con diverse uccisioni alle spalle, mentre l'andamento dei suoi pensieri descrive un uomo normale al primo peccato capitale...o sbaglio?


Ciao, ti ringrazio per il tuo commento e i tuoi consigli. La frase che citi doveva intendere che non era il primo lavoro che faceva per i suoi aguzzini, ma era il primo in cui doveva uccidere :)
Laura Cazzari

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lordmax
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Re: Mors tua vita mea. Giusto?

Messaggio#13 » martedì 25 giugno 2019, 22:00

Ben trovata.
Partiamo dal confermare che comparsa del figlio e maglietta di Totti riescono a far rientrate a pieno titolo il racconto nel tema e nel paletto.
Il racconto è molto drammatico per la situazione che esprime ha però, a mio parere, un paio di elementi che ne limitano la qualità. In primis la ripetizione continua del non voler commettere gli omicidi, forse sarebbe stato meglio drlo una sola volta in un flashback e, allo stesso modo, la spiegazione della motivazione che poteva comparire in un flashback o addirittura, cambiando la struttura del racconto, essere una prima parte del racconto. Altra nota, non dannosa ma mancante, è il perché lui debba uccidere dei ragazzini, devono aver commesso qualcosa di terribile per arrivare a tanto e tu lo liquidi con una sola frase. Sarebbe stato molto bello sapere quanto erano sporchi e vederli spaventati e terrorizzati davanti alle conseguenze delle loro azioni.
Apprezzo moltissimo il coraggio dell'aver scelto la prima persona, anche perché è sempre difficile in un racconto così breve sfruttarla appieno.

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