Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Data: 17 giugno 2019

Guest star: COLLETTIVO ITALIANO FANTASCIENZA (Simonetta Olivo, Linda De Santi, Fabio Aloisio, Emiliano Maramonte, Lorenzo Davia, Damiano Lotto, Piero Schiavo Campo, Alessandro Napolitano, Dario Giardi)

Prima special dell'estate 2019 di Minuti Contati! La fase di scrittura e commenti avverrà come di consueto, grande spettacolo nella finale con scontri diretti tra i racconti finalisti con copertura giornaliera e commenti stile telecronaca!
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Sirimedho
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Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#1 » lunedì 17 giugno 2019, 23:45

«Alda, hai visto gli uccelli?»
«Solo uno, grande, volava intorno al Sole»
«Io dicevo quelli neri, sai che mi hanno mangiato gli occhi?», le disse Arturo fissandola ben bene per vedere che avesse capito.
«No, i miei non li hanno voluti, erano troppo giovani per loro.» Alda si aggrappò a lui per alzarsi da terra e andare su una panchina, lentamente. Le girava la testa, succedeva sempre dopo le medicine, ma era anche bello, poteva viaggiare lontano: ieri era stata sdraiata a veder costruire le torri di Babele, oggi era un’asceta che girava nella città di Gerico, odorosa di incenso, cercando una porta che la aprisse al deserto ma trovando solo mura, mura altissime.
Qualcuno urlava, e per tornare agli incensi Alda dovette chiudere gli occhi, ritrovare quel sentiero sottile, da dove era facile cadere nell’inferno.
«Dài Alda, fatti abbracciare», diceva Antonio ridendo con i suoi occhi storti.
«Solo un attimo, che sto andando» ed Alda lo teneva tra le braccia, lasciandolo dopo un bacio leggero.
«Regina, non scappare», le urlava una ragazza dai capelli rossi e le mani giunte. Ma lei nemmeno si girava, ogni parola sarebbe stata fermarsi, sciogliersi nella terra, essere sepolta nel suo vestito bianco, che si sarebbe sporcato, si sarebbe strappato.

Che difficoltà essere sola! Più difficile che volare sulle mura!
Ed infatti ecco arrivare un uomo, giovane ma provato, una barbetta ispida e la testa in un cappuccio ancora più ispido, un abito marrone che faceva prudere solo a guardarlo.

«Buonasera, signora» l’aspetto severo si aprì ad un sorriso gentilissimo.
«Amico mio, non me ne volere, ma stavo proprio cercando di star sola.»
«Lo vedo bene. Dimmi almeno il tuo nome.» «Sono Alda» «Alda e poi?» «Qui a tutti basta il nome. Ma una volta mi chiamavano Merini. Ma sembra che il mio nome ti faccia prudere la testa!»
L’uomo era pensieroso, si grattò ancora sotto il cappuccio, indeciso se parlare o andar via: «Conosco i Merini, la stirpe dei puri e degli schietti. In effetti è così tu mi appari». Ormai deciso, le si avvicinò. «Sai, stavo in un bosco, ho sentito un odore di incenso e mi sono trovato qua, in questa città che non conosco.»
«Non sembri molto preoccupato.»
«Preoccupato di cosa? Ho tutto quello che mi serve: l’amore dell’Altissimo, Sorella Acqua per bere e Frate Vento per star bene in questa giornata calda. E ci sei tu, e le altre creature che vedo agitarsi là distanti.»
«Sembri un frate, ma poverissimo. E tu, come ti chiami?»
«Sono il fratello tuo, Francesco. E senza nome sono fratello di quest’albero, delle formiche che gli salgono lente verso il cielo, del Sole che ci illumina tutti.»
Alda lo vide socchiudere gli occhi, scaldarsi un attimo ad un raggio di luce sbucato da una nuvola, sorridere appena e riaprirli come se fossero appena nati, destinati a guardarla con gioia. Voleva ancora star sola, ma non poteva più lasciarlo, incuriosita, ammaliata, così lo prese per le mani e rise del suo stupore quando fece due passi di danza.
«Non balli mai con l’acqua e il vento?», il sorriso a scherzarlo, gli occhi a bere ogni suo gesto.
«Ogni momento, con le stelle, le foglie, con Sorella Morte. E ora ballo con te - sei brava, ti muovi col cuore, aprilo ancora per far cadere queste mura, Gerico non può resisterti!», e ballando si avvicinarono alle mura, senza toccarle, senza farsi fermare.

Ballavano e ballavano, sempre più veloci, finché Alda si appoggiò, spossata, ma col cuore felice, tutta accesa da quel sorriso del frate, senza confini, che già era andato via.
Negli occhi portava la sicurezza d’ogni cosa pura, nelle mani la morte e la vita. Calde, caldissime, Alda le posò sul muro, fece un respiro profondo ad arrivare al Sole, la sua voce risuonò altissima, tromba tra le trombe, e le mura semplicemente caddero, crollarono, si aprirono alla vista di un deserto dolce.
Chi la vide, luminosa, la vide andare e danzare, le braccia aperte a bere tutta la luce che c’è.



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Emiliano Maramonte
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#2 » lunedì 17 giugno 2019, 23:47

Ciao Stefano!
Bentornato nell'Arena, in questo Speciale estivo!
Parametri in regola!
Divertiti in questa CIF Edition!

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Massimo Tivoli
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#3 » mercoledì 19 giugno 2019, 14:09

Ciao Stefano. È un piacere rileggerti. Come al solito, devo riconfermare che la tua prosa poetica fa colpo sulle emozioni e suggestioni del lettore anche quando questi si stia chiedendo dove stia andando a parare il racconto. Per me, questo è positivo. Una scrittura originale la tua che ha il suo effetto emotivo. Come è positivo il fatto che tema e paletto ci sono chiaramente. Purtroppo, però, questa volta non sono proprio riuscito a comprendere la vicenda. Questo incontro tra la grande poetessa, Alda Merini, e San Francesco dietro le mura di Gerico mi sfugge completamente di mano, e di mente. Non ho compreso l’intento del racconto, mi ha lasciato facendomi sentire profondamente ignorante, e forse per comprendere questo racconto lo sono davvero. In sintesi, mi sento di non afferrare riferimenti che probabilmente vanno letti tra le righe e che hanno a che fare non solo con la poetessa e con il santo, ma anche con la fortezza nella tradizione apostolica. Credo che mi manchi proprio la base di conoscenza per comprendere il racconto (mea culpa) e, sfortunatamente, la scrittura un po’ involuta e intimista, in questo caso, non aiuta. Spero che gli altri siano più capaci di capire il tuo racconto perché nella tua scrittura avverto una sensibilità (e una conoscenza per specifici argomenti) fuori dal comune.

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#4 » mercoledì 19 giugno 2019, 14:35

Massimo,

grazie degli apprezzamenti.
Se non si è capito, come ha detto un grande scrittore!, è solo colpa mia.

Seguono un po' di spiegazioni...

Il riferimento a Gerico viene da una poesia della grande Alda Merini, "La Terra Santa" che puoi trovare ad es. qui: https://cantosirene.blogspot.com/2012/05/le-mura-del-manicomio.html.

Le mura di Gerico sono le mura del manicomio, che ho provato a far intuire dal fatto che le persone del racconto si comportano in modo strano, e con un accenno alle medicine. Dirlo più esplicitamente mi sembrava far perdere di tensione e, in fondo, non sono nemmeno sicuro che fosse necessario, ma probabilmente mi sbaglio.

In più ho usato un po' di riferimenti biblici: le mura di Gerico sono un esempio di debolezza trasformata in forza dall'Altissimo, per cui gli ebrei riuscirono a farle crollare con il suo aiuto pur non avendo capacità belliche. In questo caso, è la nuova fede e fiducia che Alda ha trovato in San Francesco che le ha permesso di uscire dal carcere.

Alda aveva anche scritto una bella poesia su San Francesco, a cui lei si era sempre sentita vicina, e che puoi leggere qui: http://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/cultura/alda-merini-poesia-san-francesco-37381#.XQototMzZTZ

Nel testo che ho scritto, sparsi qua e là, ci sono citazioni alla sua poesia della Terra Santa e del Cantico dei Cantici. In effetti, è stato divertente rimescolare un po' tutto senza copiare (almeno spero) troppo.

Credo però che un raccontino come questo non sia nemmeno così importante sapere tutti i riferimenti, ma più che altro quello che passa. Non so se ti è arrivata qualche emozione, spero di si. Se è così, che ci siano dietro i riferimenti a poesie, libri della Bibbia e tutto il resto conta poco.

En passant, mi sono accorto scrivendo qui su MC che le persuasioni che mi arrivano dalla cultura cattolica sono ancora molto forti, anche se io non lo sono. Siamo veramente impastati con la creta della nostra società, anche se pensiamo di essere del tutto originali!

Grazie ancora. Colgo l'occasione per dirti che apprezzo tantissimo i tuoi commenti (non solo rivolti a me), che sono sempre molto precisi e gentili. Apprezzo tantissimo anche i tuoi racconti, che forse sono troppo stretti dal numero di righe per essere dei veri capolavori come meritano.
Ultima modifica di Sirimedho il mercoledì 19 giugno 2019, 19:56, modificato 1 volta in totale.

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Massimo Tivoli
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#5 » mercoledì 19 giugno 2019, 15:11

Grazie, Stefano, per i riferimenti. Sono curioso di andarmeli a vedere. Lo farò quanto prima.
Ritornando sul discorso incomprensione da parte del lettore, il tuo racconto è un racconto colto, il mio non lo è affatto. Quindi è più probabile che la non comprensione del mio sia solo dovuta a una mia mancanza come colui che ha scritto il testo. Nel tuo, invece, si presuppone deliberatamente un certa conoscenza da parte del lettore. Sono due fonti diverse di possibili incomprensioni, la tua sicuramente più nobile rispetto alla mia: tu hai deciso un target specifico, ma sei stato bravo a scrivere; io sono solo stato incapace di scriverlo come avrei dovuto ;-)
A rileggerci con piacere. Buona Edition!

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Pretorian
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#6 » giovedì 20 giugno 2019, 23:47

Ciao, SIr e piacere di leggerti.
Niente da dire , Sir: questo racconto è bellissimo, davvero. Conosco poco la poesia di Alda Merini, ma, da quel poco che so, penso che tu sia riuscito a catturare in modo eccezionale il suo spirito e a sintetizzarlo in un modo di cui pochi sarebbero stati capaci. Anche la parte di San Francesco mi ha stupito e, anche in questo caso, penso che tu sia riuscito perfettamente ad interpretare lo spirito del Santo di Assisi. Niente da dire: in passato magari il tuo stile sognante può averti penalizzato nei miei giudizi, ma quì hai fatto davvero centro!!
Alla prossima!

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Rionero
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#7 » venerdì 21 giugno 2019, 16:27

Ciao Stefano,

il tuo stile è poetico e rarefatto, crea belle immagini ed è quindi piacevole da leggere.
Tuttavia non ci ho capito proprio nulla^^...o meglio, avevo adottato la sospensione dell'incredulità pensando fossero in paradiso, poi la consecutio dell'arrivo dei due personaggi famosi mi ha destabilizzato e leggendo la risposta ai commenti ho capito che non avevo proprio capito nulla!

E' sicuramente in parte colpa mia che non conosco le poesie di Alda Merini, nè bene San Francesco, ma forse ti sei tu divertito a citare molto perdendo un po' di vista la voglia di raccontare una storia - magari da intrecciare con il bel quadro che avevi dipinto.

Il tutto è inoltre complicato con delle frasi che sembrano proprio scollate:
«No, i miei non li hanno voluti, erano troppo giovani per loro.» > a cosa si collega?
"Che difficoltà essere sola! Più difficile che volare sulle mura!"
e dopo una riga: «Amico mio, non me ne volere, ma stavo proprio cercando di star sola.»
fece un respiro profondo ad arrivare al Sole

Oh, però mi hai fatto venir voglia di leggere Alda Merini;-)

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#8 » venerdì 21 giugno 2019, 17:29

Ciao Stefano. Ammetto che sono partito un po' prevenuto con questo racconto. Un po' perché non conosco nulla di Alda Merini e un po' perché temevo sarebbe stato fuori dalla mia portata. Invece non hai calcato la mano, sei stato molto piacevole e con delle emozioni che ho potuto chiaramente percepire. Quindi, ottimo lavoro. Complimenti. Mi trovo a non aver altro da dire e a togliermi il cappello. :)

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#9 » venerdì 21 giugno 2019, 19:50

Buonasera Rionero,

mi dispiace molto che il racconto sia risultato incomprensibile e questo pur avendo tu acceso la sospensione dell'incredulità!

In effetti Alda più che in paradiso stava in inferno, quello del manicomio. Pensavo di averlo suggerito introducendo queste persone che si comportavano in modo strano, i riferimenti alle medicine, che era, appunto, facile cadere nell'inferno, ma probabilmente era meglio essere più espliciti. Sarebbe bastato dire:

"Alda dovette chiudere gli occhi, ritrovare quel sentiero sottile, da dove era facile cadere nell’inferno del manicomio dov'era." (in corsivo la parte da aggiungere)

ma quando l'ho scritto mi sembrava sufficientemente chiaro. Il punto è che io sono abituato a scrivere poesie, non racconti, e in poesia è (quasi) sempre meglio una parola in meno che in più. Ma mi sto rendendo conto che nella prosa è diverso.

In realtà, è vero che mi sono divertito a citare, ma il mio divertimento era nel far incontrare queste due grandi persone: Alda ammirava molto San Francesco e non ho dubbi che sarebbe stato vero anche il contrario.

Rispondendo alle tue domande:

«No, i miei non li hanno voluti, erano troppo giovani per loro.» > a cosa si collega?

Era la risposta alla domanda strana posta dalla prima persona, palesemente assurda (gli uccelli gli avevano mangiato gli occhi, ma lui la fissava ben bene). E' anche un modo in cui Alda gli stava dicendo che lei era più giovane :-)

"Che difficoltà essere sola! Più difficile che volare sulle mura!"

Cosa ci può essere di più difficile di stare da soli in un manicomio? Lo stesso varrebbe anche per un carcere, o per un ospedale popolare. Sicuramente essere rinchiusi ti fa venir voglia di volare via ma, non potendo farlo, che almeno si riuscisse ogni tanto a star soli! E questo ribadisce pure al povero San Francesco, l'incontro inaspettato.

fece un respiro profondo ad arrivare al Sole

Con il respiro si ritorna a sé stessi, quel tornare a sé facilitato dall'incontro con il Santo, e che gli ha permesso di uscire dal manicomio - nel racconto, con una metaforica caduta delle mura, nella realtà essendo dichiarata (almeno per un pò) guarita.

Che ti sia venuta voglia di leggere le sue poesie mi fa davvero piacere, perché lei è veramente una grande poetessa e, se ti incuriosirai, è stata anche una grande persona e un grande personaggio!

Grazie dei commenti e buon contest!

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#10 » venerdì 21 giugno 2019, 19:56

Buonasera Gabriele,

del tuo commento non posso che dirti grazie, ancora di più visto che eri anche partito non con la migliore delle predisposizioni.

In realtà, perché preoccuparsi? La speranza è che il racconto sia indipendente dalla conoscenza dei personaggi che quasi tutti abbiamo citato. Certo, la curiosità può venire (così ho scoperto del dottor Giacinto Namias, o del Signor Rol, o dell'esistenza di Babbala, Paladino e la Vecchia Sam), ma anche se così non fosse il racconto dovrebbe funzionare lo stesso.

Grazie dei tuoi commenti, che ti confesso che mi hanno emozionato!

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#11 » venerdì 21 giugno 2019, 19:59

Caro Pretorian,

ho iniziato a leggere il tuo commento aspettandomi delle belle legnate, così è stato grande, grandissimo, lo stupore e il piacere nel vedere che hai apprezzato il racconto!
Anzi, credo che nel tuo generoso commento sei stato addirittura troppo buono!
Emozionato, mi inchino e ti ringrazio.

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Rionero
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#12 » venerdì 21 giugno 2019, 20:14

Grazie per i chiarimenti! Chiaramente ci stiamo muovendo su due sentieri diversi:poesia v. Prosa. Che sfidante incontro!
Sui dubbi non mi sono spiegato: mi riferivo alla coerenza interna ovvero lei che dice "mi sento sola" e subito dopo "scusa voglio stare sola", a meno che non sia una volontaria irrazionalità, come a questo punto la mancanza di coerenza interna tra domanda "hai visto qurgli uccelli" e la risposta "no i miei non li volevano", che tecnicamente non si parlano e quindi non costituiscono un dialogo per quanto assurdo.

Sicuramente un lavoro interessante che cerco sempre di fare anche io quello di togliere quindi ti capisco :)
Forse le difficoltà qui sono che ci sono davvero troppe cose da capire:
1) che sia in un manicomio;
2) che stia creando con la mente gerico immagino scrivendo in testa la sua poesia;
3) che san francesco non è un'apparizione/un nuovo personaggio, ma solo una creazione della sua mente che non opera sullo stesso piano del manicomio.

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#13 » venerdì 21 giugno 2019, 20:45

Rionero, rieccomi.

La risposta «No, i miei non li hanno voluti» era la risposta a «Io dicevo quelli neri, sai che mi hanno mangiato gli occhi?», ovvero al fatto se gli avessero mangiato gli occhi.
E lei non dice "mi sento sola", ma "Che difficoltà essere sola!", perché voleva esserlo; in effetti la frase potrebbe essere ambigua: (1) quanto è difficile ritrovarsi sola o (2) quanto è difficile non riuscire ad essere sola - il senso è il 2, come poi chiarito dal contesto.

Rispetto alle cose difficili da capire:

1) il manicomio: ok
2) che si stia creando Gerico con la mente: Gerico è una metafora e in effetti si, è lei (e San Francesco) che vedono quelle mura così
3) che San Francesco . non sia un'apparizione ma una creazione della mente: non mi sono nemmeno posto il problema! Sta là e basta! :-)

La prossima volta metterò sicuramente più "indizi"!

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Rionero
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#14 » venerdì 21 giugno 2019, 20:54

Sirimedho ha scritto:: (1) quanto è difficile
ahhhhhhh chiaro si, colpa mia!

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Luca Nesler
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#15 » venerdì 21 giugno 2019, 21:08

Ciao Stefano. Ho finito i compiti ed eccomi qua. Devo dire che credo di essere tra i più ignoranti e capoccioni qui tra MC e i tuoi racconti, così come quelli di Alberto, li temo più degli altri (pur andandomeli a leggere con molto gusto). Questo perché vi accomuno come narratori. Avete entrambi in mente un mondo ricchissimo, coerente e incredibilmente vasto (grazie alla vostra grande erudizione) e sapete comunicare con grande efficacia emozioni forti e interessanti. Da qui il piacere di leggervi, ma trovo (e lo dico con amicizia e stima) che non siate altrettanto interessati/capaci di trasmettere quello che avete in mente oltre all'emotivo. Lo dico solo come un bambino che ripete ciò che vede, senza nessuna velleità di giudizio.
Credo che se riusciste ad ottenere entrambi gli effetti, cioè chiarezza nel mostrare e forza nel suscitare, sareste una testa sopra tutti (senza nulla togliere ai bravi autori di MC). Non so se questo sia possibile. Magari otterreste un effetto più tiepido e che non volete?
Non so, la lascio a voi per ora.

Infine, anch'io non ho capito nulla (lo dico a maggior ragione dopo le spiegazioni), ma l'ho apprezzato.
Alla prossima!

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#16 » sabato 22 giugno 2019, 14:02

Carissimo Luca,

grazie dell'utilissimo commento e grazie della fiducia nelle possibilità! I tuoi commenti sono per me tra i più utili per migliorarmi. Forse avrai anche visto nel laboratorio che ho postato due revisioni del racconto "Fantasmi", reduce dall'ultimo contest di MC, in cui riparto da molte delle tue osservazioni (almeno ci ho provato!).

Mi preoccupa e mi spiace che le cose che scrivo possano addirittura essere temute: sono racconti, come tali, a mio avviso, non richiedono alcuna erudizione o conoscenza pregressa. Se così è, semplicemente vuol dire che sono scritti male. Certo, in quest'ultimo caso c'erano una serie di cose che chi conosce la storia di Alda Merini avrà apprezzato di più (l'aver baciato Antonio occhi storti rimanda ai suoi appassionati amori, ma se anche non lo si sa, rimane (dovrebbe rimanere) un'immagine di una donna allegra che non rifugge dal contatto fisico e questo, nelle mie intenzioni, era l'unica cosa importante.

Un discorso estremamente interessante è quando dici che (insieme ad Alberto) "non siate altrettanto interessati/capaci di trasmettere quello che avete in mente oltre all'emotivo". E' un commento molto profondo che mi ha intensamente spiazzato. Alla domanda se trasmetto tutto quello che voglio mi verrebbe da rispondere di si, ma alla seconda domanda, se vorrei trasmettere altro, già non saprei rispondere. Se poi passo alla terza, cos'è quest'altro che si può trasmettere, mi perdo del tutto. Mi vengono in mente, in rapida successione: voler trasmettere un messaggio (morale, filosofico, politico), voler parlare di un'idea, costruire a tutto tondo personaggi...

La mia impressione è che la lunghezza dei racconti di MC li avvicini di molto ad epifanie (penso a quelle di Joyce), un disvelamento di qualcosa che si vuole mostrare in un lampo. E' quello che fai tu nel tuo racconto, dove tutto il racconto è costruito per far risaltare l'umanità di Batman.

Rispetto al trasmettere un'idea, credo che in un qualche modo di averlo fatto, che con la fede, lo scendere in sé, l'apertura del cuore, si possa essere liberi. Certo, temo di essere abbastanza noioso, perché i temi che mi interessano non variano molto da questi.

Mi rendo però conto, da quello che dici, che mi manca una dimensione per cui, se hai tempo e voglia, se potessi darmi qualche esempio te ne sarei ancora più grandemente grato.

Grazie ancora!

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Luca Nesler
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#17 » sabato 22 giugno 2019, 23:30

Stefano, non credo di meritare tutta l'attenzione che dai ai miei commenti, ma ti ringrazio molto. Mi sproni ad aprirmi e quindi eccomi qui.

Non fraintendermi: io temo i vostri racconti perché so che mi metteranno in difficoltà col giudizio e col dover affrontare la mia ignoranza. Non voleva certo essere una critica.

Sulla lunghezza dei racconti di MC sono d'accordo con te. Credo che sia molto difficile ottenere il massimo con tutte queste condizioni (proprio per questo è interessante), e penso che l'ideale sia accompagnare il lettore facendolo perdere altrove dandogli una bella scossa emotiva (quella che vuoi) sul finale. Non facile, no.

Riguardo al cosa mostrare in più, temo di essere molto più prosaico di te. Io cerco qualcosa da raccontare, come facciamo tutti. Una situazione interessante, un personaggio, un fraintendimento divertente...
Poi cerco di avvicinarmi in planata al contesto. Ogni volta che ci penso mi viene questa analogia. Mi sento come se mi avvicinassi alla situazione, come un cameraman che si avvicina agli attori, ma molto più agile. E ora noto cosa può aiutare a trasmettere la situazione attraverso i 5 sensi, e poi attraverso la ragione.
Quello che cerco di fare quando scrivo è portare il lettore lì, niente di più. Vorrei che vedesse quello che ho in mente io e tutto mira unicamente a questo. Vorrei che si dimenticasse di stare leggendo, che si dimenticasse di me e che non volesse tornare alla realtà (sai, come quando leggi roba buona). L'emozione di quello che riesco a scrivere io viene (se viene) da una risposta inaspettata, un dettaglio notato al momento giusto, uno svelamento, mentre le emozioni dei tuoi racconti vengono spesso dalle immagini che evochi e dai significati sottintesi.

Quando scrivi, per esempio:
"«Regina, non scappare», le urlava una ragazza dai capelli rossi e le mani giunte. Ma lei nemmeno si girava, ogni parola sarebbe stata fermarsi, sciogliersi nella terra, essere sepolta nel suo vestito bianco, che si sarebbe sporcato, si sarebbe strappato. "
Io non capisco che cosa stia realmente succedendo, non capisco chi siano i personaggi e nemmeno di cosa abbia paura la "Regina" né perché sia chiamata così. Quello che avverto, in modo fortissimo, è che c'è qualcuno che osserva e che viene desiderato e che, malgrado tutto, non può fermarsi per timore. Forse per non ledere se stessa.
Un'immagine forte e vivida che, credo, provenga da una scena che tu vedi e vivi con grande forza. Ma è come un qualcosa di astratto, senza un luogo, senza un tempo.

Pensa a quanto spesso leggiamo scene di personaggi che si dicono cose importanti ai fini della trama, ma che, mentre lo fanno, sono semplicemente fermi in una stanza a non fare nulla. Questo perché (penso io) lo scrittore sa cosa vuole (o deve) dire, ma non ha immaginato una scena forte e vera. Tu ce l'hai, quella scena forte e vera, molto più di me, per esempio. Solo che la dipingi con gli occhi dell'artista e non con il pragmatismo del regista (credo). Non so nemmeno se le due cose siano compatibili, a dirla tutta.

Come ti ho scritto l'altra volta, non mi permetto certo di dire cosa è meglio e cosa è peggio. Anzi, per me questo confronto è molto interessante (anche se temo di non avere il talento per esprimere certe cose come fai tu). Mi limito a notare certe differenze e a esaminarle. Mi piacerebbe poter raccontare situazioni tanto vere da farci perdere un lettore, così come mi perdo io scrivendole e, insieme, riuscire ad incantarlo come fai tu.
A chi non piacerebbe?

Quindi io non ti sto dicendo che sbagli! Io dico che il tuo modo di scrivere è molto distante dal mio, pur ne riconosco il fascino e ti riconosco (come noto fanno in molti qui) un grande talento.
Ne vedremo ancora delle belle!

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Massimo Tivoli
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#18 » domenica 23 giugno 2019, 0:09

Scusate se mi introduco nel discorso. Ma trovo questa discussione molto interessante e un’evidenza che MC è una bellissima realtà, al di là del contest, grazie alle persone che gravitano intorno a questo forum. Condivido a pieno sia quello che dice Stefano sia quello che dice Luca, che poi sono due facce della stessa medaglia. Nella mia modestissima posizione di chi cerca ancora di capire e imparare (dai più bravi) un suo modo di scrivere, volevo aggiungere che, secondo me, al lettore bisogna dare una storia, indipendentemente dagli “stilismi”, sperimentazioni, idee originali, tecniche, intrecci, ecc. Che sia breve, che sia corto, il lettore (come dice Luca) vuole essere trasportato in un’altra realtà e viverla attraverso i personaggi (non necessariamente il protagonista). Certo, MC non aiuta in questo, ma non tanto per la brevità dei racconti ma per la modalità di “improvvisazione estrema” in cui si è chiamati a scrivere una storia. Ma questo è anche il bello di MC: rappresenta un limite, un’opportunità per cercare di fare bene anche fuori dalla confort zone, e quindi crescere. Ecco, secondo me la storia la fa da padrona, più dello stile, più di una scrittura matura o meno, certo deve essere una bella storia però.
A riguardo, come sintesi del mio pensiero, vorrei sfoderare una citazione di uno dei miei autori preferiti (S. King): “a volte un sigaro è solo una cosa che si fuma, e un racconto è solo un racconto”.
Lo dico giusto per condividere il mio modestissimo punto di vista in questa bella discussione, e forse lo dico più per ripeterlo a me stesso, considerato che finora non sono mai riuscito a realizzare proprio quello che dico, non solo qui a MC (dove le 4 ore di tempo, che poi tanto sono nella migliore delle ipotesi 2, rendono il tutto una specie di lotteria) ma anche altrove.
Grazie, Luca e Stefano, per la bella chiacchierata, e grazie a MC per favorire questo tipo di confronti.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#19 » domenica 23 giugno 2019, 12:25

Ciao, Stefano,
credo che sia la prima volta (o giù di lì) che leggo qualcosa di tuo, perché non ho partecipato alle precedenti edizioni, quindi non avevo la benché minima idea di cosa aspettarmi. Dopo la prima doverosa lettura e la seconda fatta per ostinazione, mi sono deciso a leggere i commenti, sia degli altri autori ma soprattutto i tuoi.
Primo: hai un'ottima padronanza della parola scritta, sai evocare delle immagini molto intense e tenere sotto controllo i tuoi personaggi.
Secondo: purtroppo in questo caso, la ricerca stilistica non è stata piegata alla storia, nel senso che là dove hai scritto benissimo, non hai raccontato poi così bene. In pratica non c'è una vera trama, ma sono degli accadimenti che si susseguono uno dopo l'altro senza che apparentemente ci sia un filo logico. Ho dovuto leggere attentamente le tue spiegazioni per arrivare a una comprensione del testo, che, nonostante la sua leggibilità, resta ostico.
Scrivere un racconto allegorico ed onirico di questa levatura senza dare una chiave di lettura e di interpretazione lo fa piombare in un limbo fatto di 'Mah!' e 'Buh', e onestamente non se lo merita. Mi ha fatto pensare a quel capolavoro di Train De Vie di Radu Mihaileanu: è una commedia per il 99% del tempo, molto divertente, spassosa, e sarebbe rimasta tale, se non ci fossero stati gli ultimi venti secondi di girato che capovolge completamente la prospettiva dello spettatore. Ecco, questo manca al tuo racconto: i trenta secondi finali per mettere tutto nella giusta prospettiva, dove le immagini diventano davvero la personificazione della sofferenza di Alda, la sua devozione, la sua Mistica (se mi permetti la citazione).

Sicuramente, il tuo non è un racconto per tutti, non lo è stato per me, e questo ne penalizza sia il valore in senso assoluto che la sua fruizione in generale. Un approccio del genere potrebbe essere male interpretato come un modo per mostrare la tua enorme conoscenza di Alda Merini, ma se l'intento era celebrativo o divulgativo, così com'è non raggiunge nessuno dei due risultati: ho spulciato la storia della Merini solo dopo aver letto le tue spiegazioni e non ho affatto capito che mi serviva per entrare nel racconto stesso.
Lavorandoci su secondo me potresti trovare un buon equilibrio tra le varie parti e renderlo un testo molto molto più interessante di quanto già non lo sia.

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Gennibo
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#20 » domenica 23 giugno 2019, 15:29

Ciao Stefano, anche io non sono riuscita ad “entrare” nella storia, all’inizio ho immaginato che i due tipi fossero morti e a parlare fossero le loro anime. Trovando la poesia della Merini ho capito che le mura erano quelle del manicomio, ma ugualmente tutto mi è sembrato nebuloso. Peccato, perché il tuo stile mi è piaciuto molto.

alexandra.fischer
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#21 » domenica 23 giugno 2019, 17:15

Racconto che rispetta in pieno la specifica: (il Santo di Assisi, la Merini) e il tema (la comparsa inaspettata del santo in un luogo di sofferenza). Racconto luminoso, poetico, di speranza, che mescola riferimenti biblici (Gerico e la caduta delle mura) insieme al fascino del Poverello di Assisi e della capacità di compiere miracoli (vedi il raggio di luce che getta nella struttura psichiatrica, dove incontra un’anima altrettanto candida: la poetessa Alda Merini).

Attento a: nella scena di S.Francesco che si presenta con l’abito monacale da far prudere (non hai messo che si è grattato la testa, lo scrivi soltanto sotto, questo spiazza il lettore davanti alla battuta della Merini sul fatto che il suo nome faccia grattare). Ecco, io lo mostrerei che arriva, e si gratta la testa una prima volta prima di parlarle.

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#22 » domenica 23 giugno 2019, 20:22

Buonasera Massimo,

grazie dell'intervento. In effetti su MC c'è anche modo di discutere al di là della semplice espressione dei gusti personali. Per quanto poi le opinioni possano divergere, senz'altro se ne esce arricchiti.

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#23 » domenica 23 giugno 2019, 20:32

Buonasera Eugene,

grazie per gli apprezzamenti.

Per quanto riguarda la storia, un filo logico ci sarebbe: nella prima parte mostrare che Alda è in un manicomio (o, se non compreso, almeno in un luogo strano) e che da questo luogo vorrebbe andar via. La seconda parte è l' "incontro inaspettato" con San Francesco che la ispira alla via di fuga.

Rispetto alla chiave di lettura e interpretazione, ritengo piuttosto che sia l'autore a trovare la sua. In questo raccontino, però, la chiave è che la spiritualità e l'apertura del cuore ti fa andar oltre le difficoltà momentanee. Ma se non se si è compreso non può essere altro che una mia debolezza di scrittura.

Il racconto però non era né una celebrazione di Alda Marini, che non ne ha bisogno, né certo un modo per mostrare la mia enorme conoscenza, per diverse ragioni: non ho una "enorme" competenza sulla poetessa né mi interessa in alcun modo di mostrare alcunché della mia conoscenza più in genere. Non ti nascondo che mi sono molto sorpreso di averla introdotto in un mio racconto, cosa che non sarebbe avvenuta senza il paletto del contest.

L'unica cosa che posso aggiungere è che mi aspettavo che la Merini fosse più conosciuta, e che quindi l'ambientazione in un manicomio fosse facilmente comprensibile. Avevo pensato di esplicitarlo, per poi decidere che era superfluo, ma è evidente che in questi casi è meglio essere più espliciti.

Grazie per i commenti e buon contest.

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#24 » domenica 23 giugno 2019, 20:39

Buonasera Antonio,

grazie per il commento e gli apprezzamenti.
Il tema del contest, l'arrivo inaspettato, è l'arrivo di San Francesco, senz'altro non atteso.

Il significato del racconto è proprio quello che hai indicato: aprire il cuore permette di far crollare le mura di Gerico del manicomio dove Alda si trovava.

Ma, come dicevo negli altri commenti, avrei fatto meglio a chiarire che si trovava in un manicomio. La prima parte aveva dialoghi strani proprio per evidenziare la "follia" dei personaggi, per cui Arturo che si lamenta che gli hanno mangiato gli occhi poi fissa Alda - l'avevo messo apposta per dare una prima indicazione che, unita al rimando alle medicine, pensavo indicasse il contesto.

La parola "inferno" non è usata per riferirsi al luogo di espiazione, ma piuttosto al luogo dove erano i personaggi, il manicomio.

Grazie ancora e a presto rileggerci!

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#25 » domenica 23 giugno 2019, 20:43

Buonasera Isabella,

grazie per il commento.
Come indicavo negli altri commenti, avrei fatto meglio ad esplicitare di più che ci si trovava dentro un manicomio.
In ogni caso, anche se non fosse compreso, credo che rimanga intellegibili che c'è un personaggio che vuole uscire da quel luogo e trova il modo di farlo, e forse già questo poteva renderlo leggibile.

Buon contest!

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#26 » domenica 23 giugno 2019, 20:49

Alexandra,

grazie per gli apprezzamenti al racconto. In effetti il racconto era nato a partire da San Francesco: volevo inserirlo e pensando a come farlo mi è venuta in mente la poesia di Alda Merini e alla fine lei si è imposta sul Poverello di Assisi!

Il punto che hai notato è un ottimo esempio degli errori che ho fatto per ansia di minimalismo: inizialmente avevo scritto che si grattava la testa, ma visto che l'avevo citata (la testa) nella frase prima, ho preferito indicare soltanto "sotto il cappuccio". Queste modifiche a tarda ora sono mortifere! Mi piaceva però mostrare che San Francesco, prima di parlare, era un po' indeciso e che aveva dovuto pensarci.

Grazie e a presto rileggerti!

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alberto.tivoli
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#27 » lunedì 24 giugno 2019, 16:37

Ciao Stefano.
Hai proposto una lettura molto stimolante e originale. Di seguito il mio commento.

Un interessante racconto scritto con uno stile evocativo, suggestivo. Certo non è di facile comprensione per due motivi fondamentali: il riferimento alla poetica della Merini e l’uso di immagini simbolo per esprimere i concetti espressi senza un appiglio per il lettore. Non ritengo però che il testo non costituisca una storia e, in particolare, che non sia leggibile indipendentemente dalla conoscenza della poesia di Alda. Trovo molto interessante la possibilità di leggere di un ipotetico incontro tra una poetessa come la Merini e San Francesco, al di là se tale evento venga declinato con una trama strutturata secondo le regole della narrativa.
C’è un punto debole? Probabilmente bisognava introdurre degli elementi chiarificatori per il lettore in modo tale che si potesse comprendere il racconto senza la necessaria conoscenza. Più facile a dirsi che a farsi.


A presto!

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lordmax
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#28 » martedì 25 giugno 2019, 22:01

Apperò
Già la tua scrittura è meravigliosamente poetica ma riuscire ad evocare Alda in un racconto così breve e riuscendo al contempo a stare nel tema e nel paletto è veramente un gran lavoro.
Spero di aver colto correttamente il riferimento al periodo del manicomio della Merini, non conosco in modo approfondito le sue poesie ma ricordo periodi molto travagliati.
La dimensione favolosamente onirica del racconto rende perfettamente la situazione e mi pare che il tutto sia molto ben gestito.
L'unica nota che mi sento di aggiungere è che il racconto sia molto 'difficile', riesce a trasmette la dimensione onirica e emozionale in modo perfetto ma non altrettanto bene lo scopo e l'obiettivo del racconto, è un poco come se tutto il focus sia sul lato emozionale e nulla resti per la trama.

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#29 » mercoledì 26 giugno 2019, 8:05

Buongiorno Lord Max,

cosa volere di più da un commento? Posso solo che dirti grazie!
In effetti hai colto perfettamente il riferimento al manicomio.
Rispetto alla tua nota, a me sembra che un racconto ci sia (Alda vuole uscire, almeno vuole stare sola, con l'aiuto di San Francesco riesce a trovare una "via di fuga"), ma il fatto che non sia stato colto o almeno non considerato sufficiente mi fa capire che debbo lavorare di più su questo aspetto.

Buona estate e a presto rileggerci!

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Sirimedho
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Re: Dietro le mura di Gerico, di Stefano De Luca

Messaggio#30 » mercoledì 26 giugno 2019, 8:10

Buongiorno Alberto,

grazie per il generoso commento.

Ho trovato molto interessante la tua osservazione riguardo " l’uso di immagini simbolo per esprimere i concetti espressi senza un appiglio per il lettore": la mia tendenza è lasciare le immagini fruibili da ognuno a piacere suo, ma probabilmente dare una maggiore caratterizzazione renderebbe più semplice la lettura. Ora debbo valutare quanto mi ci ritrovo con questa nuova ipotesi, probabilmente il prossimo racconto su MC sarà una sperimentazione in questa direzione.

Sugli elementi chiarificatori hai totalmente ragione. Nella fase di riscrittura avevo provato a considerare se il testo fosse comprensibile al di là di quello che avevo in mente e mi sembrava di si, ma anche su questo tema ho importanti spazi di miglioramento!

Complimenti ancora per il tuo bel racconto e buona scrittura.

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