Diamante Pazzo

Data: 17 giugno 2019

Guest star: COLLETTIVO ITALIANO FANTASCIENZA (Simonetta Olivo, Linda De Santi, Fabio Aloisio, Emiliano Maramonte, Lorenzo Davia, Damiano Lotto, Piero Schiavo Campo, Alessandro Napolitano, Dario Giardi)

Prima special dell'estate 2019 di Minuti Contati! La fase di scrittura e commenti avverrà come di consueto, grande spettacolo nella finale con scontri diretti tra i racconti finalisti con copertura giornaliera e commenti stile telecronaca!
andyvox
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Diamante Pazzo

Messaggio#1 » martedì 18 giugno 2019, 0:30

Londra, 5 giugno 1975

La cosa più importante era non perdere la concentrazione. Non lasciarsi distrarre. Certo, non era facile ignorare la presenza di quell’uomo. Possibile che nessuno si fosse accorto di nulla? Avrebbe voluto gridare: “Cazzo, non lo riconoscete? È LUI, non vi rendete conto?”, ma non trovava il coraggio. Allora tornava a chinarsi sui banchi di mixaggio, ma la tentazione di rialzare lo sguardo era troppo forte.

Tornò a gettare un’occhiata furtiva. Eccolo là, stava ispezionando le apparecchiature. Come aveva fatto ad entrare lì dentro? Forse quelli all’ingresso lo avevano preso per un tecnico? Ma come avevano potuto fare un simile errore? Gli avevano dato un’occhiata, almeno?

Tipi strambi in quel luogo non erano mai mancati, ma lui era al di là del concetto di strambo. Era obeso, tutto vestito di bianco, con i capelli e le sopracciglia rasati a zero, una borsa di plastica in mano. Sembrava una presenza spettrale, un alieno catapultato in quegli studi di registrazione da una dimensione astrale parallela. E quegli occhi, poi. Li aveva incrociati per un secondo, ed era rimasto folgorato. Avrebbe voluto nascondersi, ma non c’erano vie di fuga. E poi, nascondersi da cosa? Da certe cose non si poteva fuggire.

Da bambino, quando gli avevano detto che suo padre era morto, per un attimo aveva creduto di trovarsi in un sogno. “Adesso chiudo gli occhi, li stringo forte e poi li riapro”, aveva pensato tra sé, “e tutto tornerà come prima”. Aveva chiuso gli occhi. Li aveva stretti tanto da farsi venire il capogiro, mentre contava fino a tre. Poi li aveva riaperti, ma niente era tornato come prima. A distanza di tanti anni, in quello studio di registrazione, alle prese con quell’ospite inatteso, avrebbe voluto fare la stessa cosa, ma sapeva che sarebbe stato inutile.

Quello che proprio non riusciva a capire, era come fosse possibile che Dave non si fosse accorto di niente. Lo vedeva, all’altro capo dello studio, intento ad armeggiare con gli effetti della sua chitarra. “Alza gli occhi, cazzo! Non hai visto chi ci è venuto a trovare?” Aveva provato a lanciargli delle occhiatacce, ma quello era troppo assorto nel suo lavoro.

In effetti, anche lui avrebbe avuto cose importanti da fare, invece di giocare coi fantasmi del passato. Riuscire a scrivere quel dannato disco era stata una sofferenza. Al confronto, le difficoltà che avevano passato all’epoca della colonna sonora di Zabriskie Point, per cercare di star dietro alle richieste di quel pazzo di Antonioni, erano state un gioco da ragazzi. Adesso, dovevano finire quel missaggio. A tutti i costi. Nessuno lo sapeva meglio di lui, ma la presenza di quell’uomo lo stava facendo impazzire. Era ormai sul punto di esplodere, quando nello studio entrò Rick. Con quel suo fare stralunato, che faceva sempre pensare che si fosse appena svegliato da un sonno profondo, venne a sedersi accanto a lui.

- Ciao Roger, come va il missaggio del pezzo? -
- Potrebbe andar meglio. È più di mezz’ora che cerco di finire, ma non ci sono con la testa -
- Dovresti prenderti qualche pausa. Vuoi che ti dia una mano? Devi essere molto stanco -
- La stanchezza non c’entra. Dai, non dirmi che non ti sei accorto di niente nemmeno tu! - sbottò.
- Accorgermi di cosa? - replicò Rick.
- Non hai visto quell’uomo obeso, calvo, che si aggira per gli studi con l’aria da matto? -
- Sì, l’ho notato. Pensavo fosse un tuo amico -
- In effetti è mio amico, anche se non lo vedevo da tanti anni. Ma credo che anche tu lo conosca bene. Pensaci un attimo -

Rick si volse e guardò a lungo quell’uomo. All’improvviso, tutto fu chiaro. Il velo di tutti gli anni trascorsi cadde, come un sipario squarciato da una lama.

- Ma certo, ora capisco chi è. È LUI, è Syd! Vado subito a dirlo a Dave -

Ecco, ora se ne erano resi conto tutti, finalmente. Il Diamante Pazzo era di nuovo lì con loro, dopo tanti anni. Adesso, bisognava solo trovare il coraggio di andare a salutarlo.


Andrea Pozzali

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antico
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#2 » martedì 18 giugno 2019, 0:38

Ciao Andrea! Tutto ok con i parametri anche per te, buona SPECIAL CIF EDITION!

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Massimo Tivoli
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#3 » mercoledì 19 giugno 2019, 15:05

Ciao Andrea. Piacere di leggerti. Il ritorno inaspettato di Syd Barrett ti permette di aggiudicarti l’aderenza al tema, il coinvolgimento dei Pync Floid per la realizzazione delle musiche nel film di Antonioni ti assicura il paletto. Vincoli del gioco rispettati. Questo è buono. Il racconto non è scritto male, conduci bene l’indovinello con il lettore riguardo a chi sia l’uomo inaspettatamente ritornato dal suo personale esilio forzato dalla malattia mentale. Però, a parte questo, non rimane gran che del racconto. In altre parole, mi è mancata la narrazione di una storia che andasse oltre il rispettare il tema e il paletto. Secondo me, cercare di infilarci una sorta di rivelazione sul finale (vedi l’indovinello fatto col lettore) non basta a offrire una storia coinvolgente al lettore. In sintesi, nulla che stride, scritto anche abbastanza bene, ma manca un po’ di “sostanza” narrativa.

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Pretorian
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#4 » venerdì 21 giugno 2019, 0:12

Ciao Andrea.

Cioè, vuoi davvero obbligarmi a commentare un racconto con Syd Barret e una citazione ad Antonioni. Non posso avvalermi della facoltà di non rispondere? Ok,ok, commento.
Dunque, il racconto in sé non è male e scorre via abbastanza piacevolmente, con uno stile semplice, ma pulito. Se posso muoverti una contestazione, ammetto che non riesco a capire perché nessuno riconosca Syd. Insomma, mi sembra di capire che lo studio di registrazione sia pieno di gente che dovrebbe conoscerlo, eppure ciò non avviene e non spieghi mai il perché. Messo così, sembra quasi che questa scelta sia solo un pretesto per allungare il brodo: forse sarebbe stato meglio dire che era travestito, oppure che si teneva in disparte, ma, messo così, fatico veramente a comprenderne il senso.

Per il resto, direi che va bene. Alla prossima!

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Rionero
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#5 » venerdì 21 giugno 2019, 16:14

Ciao!

Tema e paletto (gran classe) rispettati!
Lo stile scorre piacevolmente per tutto il racconto, che potrebbe essere interessante ma per me ha due problemi: non conosco questa parte di storia della musica e per quanto abbia più volte sentito nominare Syd Barrett e gli altri non li associo immediatamente e non so la sua storia. Senza leggere i commenti pensavo ancora ad un fantasma apparso per ispirare una famosa canzone (magari una di quelle leggende del rock ispirate dalla droga)^^
L'altro problema - te lo hanno già fatto notare - è la mancata spiegazione sul perché gli altri componenti del gruppo (quindi suoi amici immagino) non lo riconoscano...

Alla prossima!
Claudio

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#6 » venerdì 21 giugno 2019, 17:40

Ciao Andrea. Racconto scritto bene, che però mi penalizza, non essendo conoscitore delle tematiche da te citate. Riesco a cogliere in parte l'importanza di questo misterioso personaggio che compare all'interno dello studio di registrazione ma le emozioni che mi ha suscitato sono state le stesse che avrei di fronte a un amico che mi indica un suo vecchio compagno del liceo. Credo che da questo punto di vista si poteva fare qualcosina in più.

andyvox
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#7 » venerdì 21 giugno 2019, 18:29

Grazie a tutti per i commenti,

nella realtà pare che le cose siano andate proprio come nel racconto: tutti fecero una gran fatica a riconoscere Syd Barrett non solo perchè non lo si era più visto in giro da diversi anni, ma soprattutto perchè era molto cambiato. Da giovane era magro e con i capelli mossi, quello che si videro dinanzi era un uomo grasso, calvo e con le sopracciglie rasate. In effetti, pare che David Gilmour lo avesse scambiato sulle prime per un tecnico del suono. Il primo a riconoscerlo fu Roger Waters, che poi lo fece notare a Richard Wright. Quindi nel racconto non ho fatto altro che descrivere un evento reale, "romanzandolo" un po', ma rispettando gli aspetti di base della vicenda. Nella prima versione avevo anche messo un paio di frasi per rendere più chiaro il fatto che Syd fosse molto cambiato con il tempo, alla fine però le ho tolte, perchè mi sembrava fossero superflue. In effetti, forse non lo erano.
Andrea Pozzali

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Eugene Fitzherbert
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#8 » domenica 23 giugno 2019, 12:38

Da leggere rigorosamente con Shine On You Crazy Diamond nelle orecchie e da commentare con Wish You Were Here, ovviamente!
La leggenda (che poi tanto leggenda non è) della comparsa di Syd Barret negli studi di registrazione dei Pink Floyd è un'idea assolutamente geniale. Considerando quante volte li ho suonati (con scarsissimi risultati), quanti documentari ho visto e quanti video di concerti mi sono sciroppato, non mi va neanche di scrivere che questo racconto mi ha stregato per tanti di quegli aspetti che neanche riesco a enumerarli.
Non solo il punto di vista tecnico, ma soprattutto la cadenza con cui tutto si svolge e che descrive davvero come si comportava la band in studio: Roger Waters alla camera di Missaggio, David Gilmour a spippolare quei cazzo di effetti per trovare il suono più magico che una stratocaster può emttere e sfido io a non farvi venire la lacrime agli occhi ascoltando il solo di Shine on You... ma sto divagando.
Bel racconto, Andyvox, sorprendente.
Devo trovare una cosa da suggerirti? Considerando quanto fossero folli i Pink, non credo che Roger avrebbe mai detto 'quell'uomo obeso', riferendosi a Syd, ma l'avrebbe chiamato molto grezzamente: il Grassone (probabilmente davvero con la lettera maiuscola). Il dialogo ha anche un sapore più colloquiale e meno politically correct!

andyvox
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#9 » domenica 23 giugno 2019, 15:19

Ciao Eugene, che dire ... troppo buono! Grazie per il commento, sono felice che il racconto ti sia piaciuto. Condivido anche in pieno la tua osservazione finale, in effetti a rileggerlo il dialogo finale sarebbe più efficace se scritto in modo più informale.
Andrea Pozzali

andyvox
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#10 » domenica 23 giugno 2019, 15:33

The Ocean Master ha scritto:Ciao Andrea, è stato un piacere aver letto il tuo racconto.

La storia, se in prima battuta non sono riuscito a inquadrarla, in un secondo momento ce l'ho fatta.
Quando si riescono a comprendere determinate questioni, la trama acquista un senso di bellezza e d'importanza, anche se risulta inferiore alle situazioni in cui si potrebbe comprende in prima lettura.
Non conoscevo né il tema trattato, né il paletto, in riferimento alla tua storia ma, dopo una breve ricerca, penso di aver capito.
Sebbene lo stile di scrittura non sia nelle mie migliori corde, devo dire che sai gestire abbastanza bene gli aspetti dialogici.

Purtroppo, i troppi cambiamenti repentini di "prospettiva" rendono il racconto un po' sfuggente, fugace,...e quindi non immediato da comprendere.


Ciao Ocean Master,

grazie per il commento. Il fatto di fare riferimento a una situazione legata in modo così stretto alla storia dei Pink Floyd era un rischio calcolato. Sapevo che il racconto rischiava di suonare un po' oscuro per chi non fosse stato a conoscenza della storia di questo gruppo, ma non mi venivano altre idee migliori per gestire tema e paletto. Sono quindi contento, a maggior ragione, che alcuni aspetti del racconto ti siano piaciuti anche se non conoscevi il tema.
C'è solo una cosa che non capisco nel tuo commento, e precisamente quando ti riferisci ai troppi e repentini cambiamenti di prospettiva. La prospettiva del racconto dovrebbe essere unicamente quella di Roger (Waters, il bassista), a parte il breve dialogo finale. Potresti indicarmi dove hai notato cambiamenti di prospettiva?
Andrea Pozzali

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Gennibo
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#11 » domenica 23 giugno 2019, 15:34

Stile chiaro e pulito, la storia è scivolata via bene, con il mistero del tipo che fa la sua apparizione e nessuno si accorge di lui, secondo me, sì, avresti dovuto lasciare la spiegazione che Syd prima era completamente diverso, il finale mi ha lasciato perplessa, speravo in una chiusa che dicesse qualcosa di più, invece il racconto mi ha lasciato in sospeso, con l’idea che, come ti hanno fatto notare gli altri, manchi qualcosa. Comunque interessante.

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lordmax
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#12 » martedì 25 giugno 2019, 22:03

Syd!!!
Che dire, tema e paletto centrati in pieno. L'idea del racconto è più che originale... non la storia ovviamente che è un pezzo della storia del Rock ma l'idea di metterla in campo. Scelta decisamente coraggiosa
Syd!!!
Hai sparso indizi in modo ottimo, sono dovuto arrivare a 'Roger' par intuire la vicenda, ottima gestione dello spazio e della struttura.
Syd!!!
Non mi ha convinto del tutto la narrazione che in qualche modo, anche se i dialoghi sono buoni, non mi ha portato a empatizzare con Roger, forse è un problema di spazio, 4000 caratteri sono veramente pochi.
Non so se si intuisce ma sono un fan sfegatato di Syd quindi grazie per il momento amarcord. ^__^

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alberto.tivoli
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#13 » mercoledì 26 giugno 2019, 17:19

Ciao, ecco il mio commento.

Il racconto soddisfa tema e paletto.
Divertente l’indovinello proposto al lettore anche se, di fatto, è l’unico elemento di interesse che compone la storia. Anche a me, prima di leggere gli altri commenti, sembrava che il mancato riconoscimento di Syd da parte degli atri gruppi della band risultasse un po’ forzato. Probabilmente quando anche l’altro compagno di band riconosce Syd si poteva dire qualcosa di più per capire come erano passati gli anni che lo avevano molto cambiato.

andyvox
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#14 » giovedì 27 giugno 2019, 9:38

lordmax ha scritto:Syd!!!
Che dire, tema e paletto centrati in pieno. L'idea del racconto è più che originale... non la storia ovviamente che è un pezzo della storia del Rock ma l'idea di metterla in campo. Scelta decisamente coraggiosa
Syd!!!
Hai sparso indizi in modo ottimo, sono dovuto arrivare a 'Roger' par intuire la vicenda, ottima gestione dello spazio e della struttura.
Syd!!!
Non mi ha convinto del tutto la narrazione che in qualche modo, anche se i dialoghi sono buoni, non mi ha portato a empatizzare con Roger, forse è un problema di spazio, 4000 caratteri sono veramente pochi.
Non so se si intuisce ma sono un fan sfegatato di Syd quindi grazie per il momento amarcord. ^__^


Grazie a te, lordmax per il tuo commento, e grazie soprattutto a Syd per tutte le perle musicali che ci ha regalato!
Andrea Pozzali

andyvox
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Re: Diamante Pazzo

Messaggio#15 » giovedì 27 giugno 2019, 9:39

alberto.tivoli ha scritto:Ciao, ecco il mio commento.

Il racconto soddisfa tema e paletto.
Divertente l’indovinello proposto al lettore anche se, di fatto, è l’unico elemento di interesse che compone la storia. Anche a me, prima di leggere gli altri commenti, sembrava che il mancato riconoscimento di Syd da parte degli atri gruppi della band risultasse un po’ forzato. Probabilmente quando anche l’altro compagno di band riconosce Syd si poteva dire qualcosa di più per capire come erano passati gli anni che lo avevano molto cambiato.


Sì, in effetti le frasi che ho tagliato servivano proprio a quello, avrei fatto bene a lasciarle, grazie per il commento
Andrea Pozzali

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