BUFFER OVERFLOW

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo luglio sveleremo il tema deciso da Marina Crescenti. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) I BOSS assegneranno la vittoria.
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Wladimiro Borchi
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Messaggio#1 » venerdì 12 luglio 2019, 17:54

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Scanning…


Sì, Marash era troppo sicuro che la rossa in minigonna non stesse dicendo a lui! Non se la meritava una fica del genere. Non era nemmeno mai riuscito a sostenere lo sguardo di tipe in quel modo, figurarsi provare a parlarci. Continuò a camminare lungo il vialetto del parco, elettrica in spalla, lasciando ondeggiare la folta nuvola di capelli sopra le spalle a gruccia.
«Ehi, dico a te! Sei sordo o cosa?»
La ragazza gli si parò davanti. Doveva per forza guardarla e non poteva fare a meno di parlarci.
«Scusami, non ho sentito! Ti ho fatto qualcosa?»
Bella uscita! Subito un bel senso di colpa per mostrare il fianco scoperto. Poi non ti lamentare se ti usano tutti come zerbino.
La rossa inclinò la testa, con un evidente punto interrogativo sul volto «No, Non mi hai fatto niente!» posò quindi i suoi smeraldi su di lui e sorrise «Che buffo che sei! Volevo solo sapere se quella che hai sulle spalle è una chitarra. Sei un musicista?»
Marash nascose tra i piedi il proprio imbarazzo «Sì, insegno chitarra elettrica alla scuola di musica e anche a domicilio. Ti interessano delle lezioni?»
«’Cipicchia, sì, mi piacerebbe! Ma non sono sicura di essere in grado di imparare!»
«Imparano tutti, chi prima e chi dopo, basta esercitarsi!»
«Mi fai provare?»
«Qui?»
«Perché no! Hai fretta?»
«Ma senza amplificatore non suona!»
«Non importa, solo per vedere se riesco a tenerla in mano! Scusa, potresti guardarmi in faccia?»
Solo allora Marash si rese conto di avere ancora gli occhi fissi ai propri piedi. Sollevò lo sguardo e incontrò il sorriso accogliente di lei, i suoi occhi di un verde luminoso e la sua pelle candida. Dire no era impossibile.
«OK!»
«Fantastico!» allungò una mano a prendere la sua e la strinse con dolcezza «Mi chiamo Chiara!»



Programming…

«No, no, no! Se lo avrei detto me ne ricorderei. Inutile che insisti!»
Il tizio panciuto si era fermato a margine della strada, a bordo del motorino, e discuteva al cellulare nel suo fastidioso pseudo italiano.
Cagliostro trovava ingiusto che un pitecantropo del genere respirasse la sua stessa aria. Era davvero incomprensibile che bipedi come quello appartenessero alla sua stessa specie. Se al mondo vi fosse stata giustizia, al cesso sulla motoretta sarebbe stato precluso il diritto di parlare, il suono non sarebbe stato avvelenato dalla sua voce gracchiante e dalle sue frasi sgrammaticate. Gente di quel tipo, dopo essere stata privata della lingua e delle corde vocali, avrebbe al più potuto servirlo come schiavo.
L’arrivo di Chiara interruppe il corso dei suoi pensieri.
«Ciao, paparino!»
La sua puttana era davvero perfetta. Tette e chiappe sode, gambe di marmo e viso disegnato da un dio. Uno come lui non si meritava niente di meno.
«Allora?» domandò allungando il braccio intorno al suo collo per avvinghiarla e portarsi la sua faccia a pochi centimetri dalla bocca.
«Tutto fatto, paparino! Ho il suo numero e l’ho già portato in ebollizione! Mentre mi insegnava gli accordi mi sono strusciata come una gatta in calore. Mi basterà alzare il telefono per farlo scodinzolare come un cagnolino!»
Cagliostro piegò l’avambraccio verso il basso, appoggiandole la mano sul culo e spingendola verso di sé. Era quasi il doppio di lei e gli bastava una minima pressione del palmo per muoverla come un burattino.
«Sei proprio una puttana!»
«Lo so, è per questo che ti piaccio!» sorrise e gli infilò la lingua tra le labbra.
Chiara gli si sfregava sul pacco, eccitata. Il ritmo del suo respiro era cambiato, ma Cagliostro si staccò bruscamente.
«Pensi di riuscire a portarlo allo scannatoio?»
«Ci verrà, stai tranquillo! È dalla prima media che li faccio venire tutti e quando pare a me!»



Phishing...

Il cellulare stava suonando da qualche parte.
Marash concentrò la poca forza rimasta nelle gambe per costringerle a scendere dal letto. Che ore erano? Aveva passato metà della notte a litigare su facebook e, chiunque fosse, quello al telefono aveva deciso di riportarlo nel mondo dei vivi troppo presto!
Dove lo aveva lasciato?
Il suono proveniva dalla montagna di panni che si era tolto di dosso negli ultimi cinque giorni, appoggiato sulla poltrona accanto alla cuccia su cui si lasciava morire la sera e di cui non cambiava le lenzuola da almeno un mese.
Barcollando la raggiunse e cominciò a scavare.
Finalmente comparve lo smartphone. Sul display l’unico nome che non si sarebbe mai aspettato di leggere: Chiara, la dea, la ragazza più fica del mondo, il capolavoro che aveva scelto lui per le lezioni di chitarra.
Rispose con uno scatto, prima che dall’altra parte decidessero di riagganciare.
«Pronto!»
«Ciao, ti ho svegliato?»
«No, tranquilla, stavo sul letto, ma non dormivo!»
«Bene! Senti, ti posso chiedere una cosa un po’ strana?»
Chissà che voleva? In ogni caso una così poteva chiedere tutto!
«Dimmi!»
La voce al telefono si velò di tristezza.
«Senti, ho messo in vendita la casa dove vivevo da piccola. Prima di consegnare le chiavi all’agenzia devo farci un giro per vedere se ci sono documenti o cose di valore. Ma non ci metto piede da tanto tempo e non ho dei bei ricordi legati a quel posto. Ti andrebbe di accompagnarmi? Lo so che ci conosciamo appena, ma oltre a te, in paese, ho solo un altro amico. Verrà anche lui, ma non è un tipo troppo affidabile. Se viene fuori qualche certificato o altro d’importante non credo nemmeno che sia in grado di riconoscerlo! Verresti anche tu?»
Lo considerava un suo amico! La strafica del parco lo considerava un suo amico!
Marash percepì il proprio volto rilassarsi nel più beato e stupido dei sorrisi.
«Allora? Vieni con me?»
Anche in capo al mondo! Anche in bocca a Satana! Anche in un tritacarne!
«Certo! Dimmi solo quando e dove!»



Loading…

Cagliostro osservava la mezza sega con quelle ridicole spallucce che Chiara gli aveva portato in pasto su commissione. Erano tutti e tre sulla soglia dello scannatoio e la sua puttana stava facendo le presentazioni.
«Lui è Cagliostro, l’altro amico di cui ti parlavo!»
Dall’alto dei suoi quasi due metri di altezza allungò la mano verso il piccoletto, con un sorriso accogliente, mentre pregustava il momento in cui avrebbe spezzato ogni singolo ossicino a quell’enorme nullità di cui il mondo non avrebbe sentito la mancanza. L’avevano cercato per giorni e, finalmente, l’avevano trovato, irretito e portato sulla soglia dell’Inferno.
Vide il capellone deglutire a testa bassa e voltarsi subito verso Chiara, dopo avergli lasciato la mano.
Doveva cercare di non spaventarlo, di farlo sentire a suo agio almeno fino a quando non fossero arrivati alla stanza insonorizzata in cui facevano i loro lavoretti.
Sorrise e con le chiavi che la complice gli aveva messo in mano, aprì la porta della villetta.
L’ingresso era fatiscente e il puzzo di chiuso e di umido facevano da padroni.
«Quanto è che non ci metti piede?» chiese Marash non appena entrato.
«Da quando a venti anni me ne sono andata! Te l’ho accennato. Non ho dei bei ricordi legati a questo posto!» rispose mente andava ad attivare l’interruttore generale.
La sua puttana stava davvero recitando bene la parte della verginella spaventata! Non che non fosse vero che in quella casa le erano successe cose tremende. Vero che suo padre aveva iniziato a fottersela quando aveva dodici anni, subito dopo la morte della madre. Vero che intorno ai diciotto, paparino aveva deciso di condividerla con qualche ubriacone raccattato alla birreria sotto casa. Ma Chiara aveva una gran tempra e arrivata a venti anni aveva usato tutto quello che una vita di merda le aveva insegnato per irretire un coetaneo, sedurlo e farsi liberare da quell’inferno.
Aveva tentato il suicidio due volte e, ringraziando il cielo, per due volte le era andata male.
La seconda, mentre il sangue le scorreva via dalle vene nella vasca di un motel, qualcosa dentro di lei eri morto. Così almeno gli aveva raccontato! La bambina piena di vergogna che voleva cancellarsi era scomparsa e al suo posto c’era la puttana vendicativa. Aveva capito che non doveva punire se stessa per quello che le avevano fatto. Doveva solo uccidere i portatori di quello stesso ciondolo di carne, con cui altri avevano pugnalato la sua infanzia.
Entrare nelle sue grazie non era stato facile, ma non avrebbe potuto scegliere una complice migliore.
Chiara tornò nell’ingresso «Ora gli interruttori dovrebbero funzionare!»
«Voi date un occhiata in salotto!» intimò Cagliostro, accendendo la luce «È meglio che io guardi in cucina!»
Cagliostro si infilò nel corridoio che portava alla zona giorno, facendo cenno agli altri due di dirigersi altrove.
Quando fu certo di essere solo, aprì il frigorifero e sorrise orgoglioso dinanzi ai vasetti riempiti d’alcool in cui galleggiavano i ricordini che Chiara si era presa dalle loro vittime.
Lui ce l’aveva più grosso e più lungo!
Non era affatto geloso per quella collezione. Ne capiva il senso: non era desiderio, era solo vendetta!
In ogni caso era decisamente meglio che Marash non aprisse il frigorifero o tutto sarebbe finito troppo presto!
In lontananza sentiva la voce della sua puttana che bisbigliava seduttiva all’ultima nullità che aveva incrociato la sua strada, come una gattina che giocava con una lucertola prima di farla a pezzi.
Cercò di non mettersi a ridere e si avvicinò alla cassettiera.
Il terzo cassetto era il suo preferito: quello con i denti.
Erano bellissimi: alcuni ingialliti dal tempo, altri ancora candidi. Spesso con pezzi di radice e di carne putrefatta e annerita ancora attaccata. Infilò la mano in quel tesoro meraviglioso facendo scorrere tutti quei piccoli gioielli sul palmo e sull’avambraccio.
Non vedeva l’ora di farli saltare dalla bocca di Marash, a pugni e calci, per poi tirare via gli ultimi con mazzuolo e cacciavite.
Quel cassetto era favoloso!
«Hai finito qui? Dobbiamo andare su!»
La voce di Chiara alle spalle lo fece quasi saltare. Richiuse piano il cassetto e ritornò verso l’ingresso alle spalle degli altri due. La puttana era impaziente. Meglio così. Semmai sarebbe tornato dopo a giocare con gli altri ricordini nascosti nella casa.
I due lo precedettero anche sulle scale.
Dovevano fare qualcosa per l'odore di putrefazione. A metà delle scale diventava fortissimo.
«C'è un gatto morto da qualche parte?» fu la constatazione anche troppo banale della vittima.
Chiara non tardò a prendergli la mano, era diventata davvero brava «Questa casa è sigillata da tanto di quel tempo... Chissà, magari da qualche parte c'era un vaso con una pianta e il caldo e l'umidità devono aver fatto marcire tutto».
Se lo tirò dietro, diretta proprio verso la stanza dei giochi.
Cagliostro si preparò a entrare in azione.
Il puzzo di morte, già sulla soglia, diventava insopportabile.
Marash tossì, Chiara lo spinse dentro.
«Che cazzo è, uno scherzo?»
Belò l'agnello del sacrificio, mentre il boia lo guardava dall'ingresso, coprendo quasi tutto l'imbotte col suo corpo muscoloso.
La sua puttana sorrideva, golosa di quella violenza che a breve avrebbe aggiunto sangue fresco a quelle pareti e a quel pavimento, già marroni di incrostazioni secche.
«Ti piace qua?» domandò Cagliostro con un ghigno «È dove ti ammazzerò a mani nude!»
Marash si guardava attorno disperato, la voce era il lamento di una ragazzina viziata: «Fammi uscire, giuro che non lo dico a nessuno. Non vi ho fatto niente! Voglio solo tornarmene a casa!»
Chiara rise sguaiatamente «Ora si mette a piangere!» poi assunse un'espressione malvagia «Paparino, ammazzalo veloce e andiamo giù a scopare. Sembra una puttanella isterica! Non ci prova nemmeno a difendersi. Sono sicura che non regge due dei tuoi cazzotti!»
La vittima si gettò in ginocchio singhiozzando «Ma che vi ho fatto? Posso sapere perché mi fate questo?»
Toccava al boia leggere la sentenza.
«Perché sei un idiota, un leone da tastiera del cazzo! Passi la vita su facebook a scrivere cazzate, a offendere le persone, ma la cosa che più mi innervosisce è che non sei nemmeno in grado di scrivere in italiano!»
Marash ormai piangeva: «Non è vero! Tu che ne sai?»
«Cagliostro Lebowski, ti dice niente?»
«Eri tu? Scusami... Non l'ho fatto apposta. Se avrei saputo che eri tu, non ti avrei mai scritto quelle cose!»
Cagliostro rise: «Hai appena firmato la tua condanna a morte»
Uno scatto in avanti e il suo ginocchi andò a impattare con la faccia dell'agnello del sacrificio, che cadde all'indietro lungo sul pavimento. Si sentì il rumore di un budino che si spiaccicava a terra e il sangue cominciò a colare copioso.
Gli occhi di Chiara si illuminarono: «Fagli male, fallo urlare! Non ammazzarlo subito!»
Il boia scosse la testa sprezzante «Sei proprio un'ingorda!» e si incamminò verso il coglione che starnazzava gorgogliando «Aiuto! Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Mi ammazzano!»
Accadde tutto troppo in fretta.
Cagliostro lo afferrò per il bavero, sollevandolo da terra. Una volta in piedi lo colpì con un gancio sotto il mento e il suo collo produsse un fastidioso “CRACK”.
Subito dopo Marash era a terra, immobile.
Chiara si getto subito sul cadavere «È già morto cazzo! Sei un vero dio, paparino! Gli hai spezzato il collo con un colpo! Voglio che mi scopi all'istante.»
L'uomo non se lo fece ripetere. L'afferrò per un braccio e la allontanò da quella stanza puzzolente.
La portò al piano di sotto e la prese, sul tavolo del salotto, sdraiata e con le gambe spalancate. Era così che gli piaceva. Muoverla come una bambola. Usarla. Dopo tutto era la sua puttana.
La lama arrivò da dietro. Cagliostro la sentì mentre gli perforava il cervelletto. Poi arrivò il sangue, che gli schizzava dalla gola, finendo sulle tette di Chiara.
Fece appena in tempo ad accorgersi del suo corpo che si muoveva in ridicoli spasmi, prima di scivolare nel buio.



Re-boot...

Wow, era proprio vero! Le contrazioni involontarie della morte aumentavano di gran lunga il piacere. Chiara aveva iniziato a godersela da meno di un secondo quando il corpo di Cagliostro le cadde addosso a peso morto.
Peccato, era finito tutto troppo presto! Si sarebbe rifatta la prossima volta.
«Aiutami a togliermi di dosso questo armadio a due ante!»
Marash obbedì «Ci è cascato proprio come un coglione!» disse, mentre il corpo si appallottolava a terra con un tonfo sordo.
La vestale insanguinata scese dal tavolo e fissò per qualche secondo il cadavere del suo ultimo amante: il nuovo pezzo della sua collezione.
La vita l'aveva fottuta. Chi doveva proteggerla l'aveva usata, l'aveva venduta come un pezzo di carne, ma tutta quella merda le aveva insegnato che ogni uomo si poteva usare. Bastava trovare un punto di appoggio: promettere di soddisfare un vizio, sfruttare con scaltrezza una virtù. I maschi erano esseri semplici. Erano i suoi burattini e lei sapeva mangiare il fuoco.
Assunse un'espressione da cerbiatta ferita, fissando i suoi smeraldi negli occhi di Marash: «Grazie, hai rischiato la vita per me! Non sai le cose terribili che mi ha fatto fare per rendermi sua complice. Non sarei mai potuta andare alla polizia! Ora dobbiamo solo disfarci del corpo e ricominciare da capo, assieme».
Il paladino abbracciò la fanciulla strappata dalle grinfie del drago, le baciò la fronte e farfugliò, con le labbra gonfie e la bocca ancora piena di sangue: «Ci sono io ora a proteggerti, non ti accadrà più niente!»


IMBUTO!!!

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Re: BUFFER OVERFLOW

Messaggio#2 » mercoledì 24 luglio 2019, 11:53

Ciao Wladimiro. Leggerti è sempre un piacere. Inutile dirti che il racconto è scritto bene. Che scrivi bene, ormai su MC, si sa, e lo sai pure tu. Mi è piaciuta l’idea di organizzare la trama nelle cinque fasi: Scanning, Programming, Phishing, Loading, Re-boot; a voler presentare l’arte della manipolazione come un processo ben programmato dal manipolatore che, in generale, agisce proprio secondo quelle fasi. Un’idea semplice ma che dà un impatto immediato della freddezza e lucidità con cui agisce un manipolatore. L’incipit mi è piaciuto molto, le prime quattro righe mi hanno letteralmente trascinato dentro la storia e non l’ho più abbandonata. Ho notato che anche tu non hai ancora specificato i bonus a cui punti. Quindi, come fatto per Luca, assumo che tu voglia puntare a tutti e tre. Seguono commenti, rispetto ai bonus e al tema della manipolazione, organizzati secondo la struttura del racconto.

– Fase di Scanning: come detto sopra, questo è un bel paragrafo che fa entrare subito il lettore nella situazione narrata. Chiara si palesa subito come la manipolatrice e il lettore intuisce già da ora che le cinque fasi che strutturano il racconto saranno le cinque fasi del piano di Chiara. Marash, per ora, appare come la vittima designata. In questo pezzo non si intravede nessun bonus, ma il tema per me è già centrato. Considerate le caratteristiche di Marash che presenti molto bene in poche battute (timidezza, insicurezza, un aspetto trasandato), e quelle di Chiara che presenti altrettanto bene (attraente, sicura di sé, spigliata), l’approccio di Chiara è indistintamente di tipo manipolatorio.
TEMA GIA’ CENTRATO

– Fase di Programming: entra in gioco Cagliostro (molto gradita la scelta del nome) e qui, secondo me, in modo inequivocabile ti guadagni il PRIMO BONUS: quello del disturbo narcisistico della personalità. Cagliostro aggiunge anche un elemento in più per rinforzare il tema della manipolazione: lui e Chiara sono compari, agiscono insieme. Inoltre, quando tiri in ballo il mattatoio, secondo me ti aggiudichi pure il SECONDO BONUS: quello del serial killer; perché si capisce che i due agiscono da tempo usando sempre quel modus operandi. Inoltre, per il momento, viene da pensare che Cagliostro sia la “mente” e Chiara il “braccio”, e invece…
PRIMO E SECONDO BONUS AGGIDICATI

– Fase di Phishing: l’attività di manipolazione ai danni di Marash continua, l’esca ha abboccato e qui consolidi ancora di più l’attinenza del tuo racconto al tema. Qui, però, devo confessarti che ho avuto la chiara percezione che le cose non sono come sembrano. Ti spiego i motivi:

1) la situazione Marash e Chiara, lo sfigato e la strafica, è essenzialmente un cliché, in questo caso con una connotazione positiva perché chiaramente voluto dall’autore;
2) tutto avviene molto facilmente, ma, in fondo, è abbastanza coerente con l’essere uno sfigato cronico da parte di Marash, quindi anche qui l’autore non è ingenuo, ma ha voluto che tutto avvenisse molto facilmente;
3) insomma, sta procedendo tutto in modo talmente liscio che, io lettore, mi aspetto una sorpresa e già da questo paragrafo intuisco che Marash probabilmente non giocherà più la parte della vittima;
4) chi resta? Be’, stando ai personaggi presentati fino a questo momento, resta Cagliostro, la “mente”, il cattivo, il duro col disturbo narcisistico. Non ci sarà il colpo di scena, ma chi se ne frega. Da lettore, a questo punto del racconto, voglio che Cagliostro perisca.
5) anche la situazione tra Cagliostro e Chiara è un cliché, sempre voluto dall’autore; ma ci aggiungi il modo estremamente dispregiativo e ottuso con cui Cagliostro tratta Chiara. E, per come me l’hai presentata, non ce la vedo a farsi trattare in quel modo. Non mi aspetto necessariamente una ribellione da parte di Chiara (è un gesto estremo, e Cagliostro è un tipo tosto), ma lei si comporta in modo troppo accondiscendente: sarà una donna dai facili costumi e un passato oscuro, ma è pur sempre una donna e certe offese non dovrebbe digerirle a cuor leggero. Da qui, la percezione che anche Chiara si stia in realtà “allisciando” Cagliostro per manipolarlo a sua volta.

Ora, non so se tu puntavi al colpo di scena. Nel tuo racconto, secondo me, non è determinante. Ma se decidessi di puntarci, allora in base ai cinque punti che ti ho esposto sopra, secondo me, qualcosa andrebbe rivisto in direzione di rendere l’esca Marash meno ingenua e generare un minimo di conflitto tra lui e Chiara. Ti ripeto, per me, che ci sia il colpo di scena o meno non interessa. Il racconto mi è piaciuto pur avendo intuito dove si sarebbe andati a parare. Perché? Perché sei stato così bravo in pochissime battute (vedi lunghezza della fase di Programming) a rendere Cagliostro così odioso che io lettore ci spero proprio in una sua brutta fine. E non solo, mi fai fare il tifo per Marash con il quale chiunque abbia subito in fase adolescenziale un po’ di timidezza non può non empatizzare.
ATTINENZA AL TEMA GUADAGNATA IN PIENO

– Fase di Loading: Apro prima una parentesi: tutto il pezzo "La seconda, mentre il sangue le scorreva via dalle vene…” fino a "Entrare nelle sue grazie non era stato facile, ma non avrebbe potuto scegliere una complice migliore.” mi ha definitivamente convinto che Chiara ha un piano B e che ci sarà lo scontro con Cagliostro.
La principale funzione della fase di Loading è presentarci la casa, e l’espediente della collezione di resti umani nei cassetti è stata un bella idea. Ti permette di confermare il secondo bonus (serial killer) e di aggiudicarti anche il TERZO BONUS (la scary home).
Inoltre c’è la rivelazione dell’alleanza tra Chiara e Marash (avvenuta quando? non è dato saperlo, ma per gli scopi del racconto non è determinante). Rivelazione che, per i motivi esposti sopra, per me, non è stato un colpo di scena, ma ho comunque apprezzato perché era quello che volevo. È la classica “Ricompensa e ritorno con l’elisir” del viaggio dell’eroe e, non c’è niente da fare, sarà una struttura narrativa usata e riusata, studiata e ristudiata, conosciuta da tutti gli appassionati, ma il viaggio dell’eroe funziona sempre :-)
TERZO BONUS AGGIUDICATO

– Fase di Re-boot: Degno “Epilogo” del viaggio di Chiara e Marash. Oltretutto, non so se fosse voluto, il titolo del paragrafo, Re-boot, fa anche presagire che se Marash commetterà l’imperdonabile errore di cambiare atteggiamento, be’, già sappiamo come andrà a finire…

In sintesi, ho apprezzato molto il tuo racconto perché molto ben fatto tecnicamente e pulito. Scritto bene, strutturato altrettanto bene, personaggi caratterizzati e vividi (nonostante le poche battute), non c’è stata la ricerca ostinata di scossoni o cose eclatanti, ma tutto è molto ben dosato e controllato, coerente, e soprattutto al servizio del lettore. Bravo!

SITUAZIONE BONUS:
- Disturbo narcisistico della personalità: SI
- Serial killer: SI
- Scary home: SI

TEMA DELLA MANIPOLAZIONE: SI pieno

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Gabriele Dolzadelli
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Re: BUFFER OVERFLOW

Messaggio#3 » domenica 28 luglio 2019, 21:44

Ciao Wladimiro.
Complimenti anche a te per il racconto. Il passaggio graduale che porta alla manipolazione della presunta vittimaè ottimale. Hai agito con sapienza, senza premere troppo sull'acceleratore e con una tenica che ormai hai dimostrato di avere da tempo qui su Minuti Contati.
Ho ben poco da dire sullo stile e sulla forma.
L'unica nota che mi sento di fare è su una sfumatura che, per quanto riguarda me, ha fatto fallire un po' la sorpresa del plot twist.
Credo che la scintilla mi sia giunta nel momento in cui sei passato al POV del pappone.
Il fatto che si sia dato così risalto alla preparazione della trappola e ai pensieri di quello che doveva essere agli occhi del lettore il killer, mi ha fatto partire il campanello d'allarme e ho subito pensato che la storia non si sarebbe svolta come da prassi ma che, probabilmente, il ragazzo si sarebbe salvato o, comunque, ci sarebbe stato un ribaltamento della situazione.
Probabilmente, senza quel POV troppo marcato, ci sarei cascato come una pera cotta.
Forse sarebbe l'unico pezzo da sistemare ma se tutti gli altri ci sono cascati lo stesso, allora va bene così. :)
Un gran bel pezzo. Complimenti ancora!

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Re: BUFFER OVERFLOW

Messaggio#4 » giovedì 1 agosto 2019, 21:43

Come tutti i tuoi racconti fila perfetto e senza nemmeno una increspatura. Molto bello. Da lettore ti senti subito nell’azione conoscendone piano piano i dettagli forndamentali per far quadrare il cerchio un istante prima che la storia si raccolga su se stessa e finisca. Complimenti davvero.
Presenti tutti i bonus e in maniera assolutamente pregiata!!
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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