Tonani Edition: Motori e cuori guasti

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cristina.danini
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Tonani Edition: Motori e cuori guasti

Messaggio#1 » martedì 5 maggio 2015, 12:34

Era il periodo dell’estate in cui tutti gli amici fidanzati partono per le vacanze. Io, Mirko, Alessandra e Francesco eravamo soli, ma con una gran voglia di andare via da casa. Avremmo passato due settimane sulle Alpi, per divertirci e non pensare, stando lontani da tutto.

Mirko era stato lasciato da una ragazza che con lui aveva solo giocato, mentre lui l’amava alla follia. Ale aveva una famiglia soffocante e si sentiva esplodere. Fra era stato scaricato con la scusa della distanza. Io avevo sentito il classico “Non è il momento giusto.”

La prima sera ci siamo accampati in un prato. Abbiamo parlato fino a tardi e dormito ammucchiati, cercando calore, o per ricordare com’è dormire con qualcuno.

La mattina dopo Mirko si è seduto alla guida e ha girato la chiave, ma il motore non ha risposto. Siamo scesi a guardare cosa non funzionasse, ben consapevoli di non capirci niente e troppo orgogliosi per ammetterlo. I cellulari prendevano male; Fra è riuscito a chiamare un meccanico solo dopo un po’ di tentativi, stando arrampicato su una parete di roccia. Stavamo per finire nel panico, convinti di essere bloccati per giorni. Il meccanico ci ha detto che avremmo dovuto aspettare il giorno dopo, quel giorno non sarebbe riuscito ad arrivare.

Senza una vera ragione la vacanza sembrava persa. Il programma sarebbe stato comunque campeggiare, ma l’idea di essere bloccati ci aveva demoralizzati.

Io leggevo, Mirko suonava, Ale giocava a stare in equilibrio sui sassi. È stato Fra a sbloccare la situazione, dopo un po’ che la guardava.

“Facevo lo stesso gioco, immaginavo che ci fosse la lava di sotto.”

Ho chiuso il libro. “Io vedevo la passerella dove Capitan Uncino fa camminare Wendy.”

“E Peter Pan ti salvava?”

“Certo. Da piccola ci credevo.”

“Perché, ora no?”

Abbiamo riso e ci siamo seduti di nuovo vicini. Le battute ci avevano salvati e non ci siamo accorti del tempo che passava. La notte è arrivata prima e più calda del previsto. Avevamo bevuto, forse un po’ troppo. Guardavamo la via lattea e ci chiedevamo se si potesse navigarci come se fosse stata un fiume.

“Ce l’avrei portata Anna sulla via lattea.”

“Mirko, era stronza. Hai fatto l’impossibile per lei.”

Ha fatto un sorriso amaro. Non era la prima volta che glielo dicevo, ma non ci ha mai creduto.

“Non so quanti aerei ho preso per andarla a trovare.”

“Io un sacco di treni per Sara. Sosteneva che la distanza la soffocasse, che l’uomo della sua vita avrebbe potuto passarle davanti senza che lo vedesse perché era occupata con me.”

“A casa l’atmosfera è insopportabile. I miei spariscono e poi pretendono di sapere tutto e comandare. Vogliono sapere cosa farò nel futuro e io non so cosa rispondere.”

“Credo sia stato Peter Pan a dirmi che non era il tempo giusto, dopo un anno non è ancora arrivato. Chissà se è rimasto bambino, mentre io divento vecchia guardando le stelle.”

Cercavo la seconda stella a destra, anche se non avevo più chi mi guidasse all’Isola che non c’è.

Eravamo arrivati al motivo che ci aveva fatti partire. Avevamo tentato di mettere chilometri tra noi e il passato, senza arrenderci al fatto che l’ombra viaggi con noi.

Dopo un po’ Ale si è addormentata. Mirko l’ha coperta con la sua felpa, poi si è infilato nel sacco a pelo ed è andato a fare incubi che non avrebbe raccontato. Voleva stare solo la notte, non gli piaceva condividere il ricordo che l’aveva spinto a partire. Io ho asciugato a Fra una lacrima che scendeva da sotto gli occhiali.

“Fra… Se tu non mi avessi insegnato a sognare non so che fine avrei fatto.”

“Ti voglio bene.”

Ci siamo stesi vicini. Avevo freddo, ma sapevo che non dipendeva dalla temperatura.

“Cosa ti manca di lui?”

Non mi guardava mentre l’ha chiesto. Certe cose è più facile dirle tenendo gli occhi lontani.

“Non riderai?”

“No.”

“Mi manca vederlo al mattino. Sentirlo abbracciarmi in piena notte.”

“Non si ride di un cuore guasto.”

“E qui ce ne sono ben tre... Più un motore.”

Ha riso. È stato bello sentirlo ridere dopo quel che ci eravamo detti.

“Non sono Peter Pan, dovrai accontentarti.”

Mi ha abbracciata e ho sentito meno freddo.

“Ti voglio bene anch’io.”

Per me è sempre stato difficile dire certe cose, ma in qualche modo ho sempre risposto. Un giorno lo ringrazierò anche per quella notte, per aver capito che di quell’abbraccio avevo bisogno.

Il giorno dopo almeno il motore è stato aggiustato e siamo ripartiti. Avevamo qualche giorno, una strada davanti, la speranza di seminare il passato. E la certezza che ci saremmo tenuti la mano, anche quando il cuore si sarebbe rifiutato di funzionare.



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antico
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Messaggio#2 » martedì 5 maggio 2015, 13:08

Benvenuta Cristina nel mio laboratorio. Divertiti a confrontarti con gli altri autori e appena ti sentirai pronta procedi pure a convocarmi :)

alexandra.fischer
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Messaggio#3 » martedì 5 maggio 2015, 18:43

Ciao Cristina Danini,
Mi è piaciuto il racconto. Evoca un'atmosfera vacanziera agrodolce.
C'è di tutto, da Mirko ferito da una ragazza leggera, alla protagonista lasciata perché "non è ancora il momento giusto", a Francesco lasciato con la scusa della lontananza, fino ad Ale, soffocata da una famiglia dispotica. Sono personaggi che ispirano simpatia nel lettore e con i quali è facile identificarsi. A me hanno fatto tenerezza e avrei voluto consolarli. La tua protagonista è una persona speciale, visto che ha letto Peter Pan, un libro veramente notevole. Mi sono chiesta cosa stesse leggendo nel racconto. Di nuovo Peter Pan? Ho trovato molto indovinati i rimandi che fai al mondo di J.M. Barrie. La tua protagonista è molto profonda e sognatrice e anche Francesco se n'è accorto. Faccio il tifo per loro.

Attenta a: Peter Pan ti salvava, le battute ci avevano salvati (troppo ravvicinati, secondo me, ma questo è un parere mio).

tina.caramanico
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Messaggio#4 » martedì 5 maggio 2015, 22:14

Ciao Cristina,

rileggendo mi domandavo se hai fatto già dei cambiamenti rispetto alla versione del contest. In ogni caso, a questa seconda lettura, confermo che l'atmosfera, i personaggi, la situazione sono molto suggestivi, fanno tenerezza e coinvolgono. Continuo a sentire un po' "stonato" il passato prossimo, preferirei il passato remoto, ma questa è anche una scelta personale.

Faccio un po' fatica a cogliere i collegamenti tra queste battute, e anche a capire chi le pronuncia. Non so se continua il colloquio tra i due (ma allora alcune battute mi sembrano slegate dal senso delle battute precedenti) o se intervengono altri (allora sarebbe meglio dirlo) o ancora se sono frasi prese qua e là da una conversazione più lunga (anche se è così, darei qualche indizio per farlo capire).
“Io un sacco di treni per Sara. Sosteneva che la distanza la soffocasse, che l’uomo della sua vita avrebbe potuto passarle davanti senza che lo vedesse perché era occupata con me.”

“A casa l’atmosfera è insopportabile. I miei spariscono e poi pretendono di sapere tutto e comandare. Vogliono sapere cosa farò nel futuro e io non so cosa rispondere.”

“Credo sia stato Peter Pan a dirmi che non era il tempo giusto, dopo un anno non è ancora arrivato. Chissà se è rimasto bambino, mentre io divento vecchia guardando le stelle.”

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Adry666
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Messaggio#5 » mercoledì 6 maggio 2015, 16:48

Ciao Cristina,

bello il racconto, una storia ordinaria narrata molto bene, verosimile.

Qualche imprecisione, ma la frase finale salva tutto (forse anche le nostre anime...):

"E la certezza che ci saremmo tenuti la mano, anche quando il cuore si sarebbe rifiutato di funzionare."

Complimenti

Ciao

Adriano

cristina.danini
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Messaggio#6 » venerdì 8 maggio 2015, 12:16

Antico avrei aspettato ancora un po' a convocarti, ma non mi appare il testo "modifica" per sistemare il racconto. Ho letto in altri post che non sono la sola ad avere questo problema, come posso risolvere?

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antico
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Messaggio#7 » venerdì 8 maggio 2015, 17:55

Cristina, fino a quando il problema non sarà risolto ripostate il racconto in risposta allo stesso tread specificando che è la nuova versione ;)

cristina.danini
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Messaggio#8 » martedì 19 maggio 2015, 17:44

Scusate la lunga assenza, cause di forza maggiore. Ecco la versione rivista secondo i vostri consigli!
 
Era il periodo dell’estate in cui tutti gli amici fidanzati partono per le vacanze. Io, Mirko, Alessandra e Francesco eravamo soli, ma con una gran voglia di andare via da casa. Avremmo passato due settimane sulle Alpi, per divertirci e non pensare, stando lontani da tutto.
Mirko era stato lasciato da una ragazza che con lui aveva solo giocato. [eliminato CHE LUI AMAVA ALLA FOLLIA perché ridondante e con ripetizione LUI] Alessandra [messo il nome intero per aiutare a distinguere] aveva una famiglia soffocante e si sentiva esplodere. Fra era stato scaricato con la scusa della distanza. Io avevo sentito il classico “Non è il momento giusto.”
La prima sera ci siamo accampati in un prato. Abbiamo parlato fino a tardi e dormito ammucchiati, cercando calore, o per ricordare com’è dormire con qualcuno.
La mattina dopo Mirko si è seduto alla guida e ha girato la chiave, ma il motore non ha risposto. Siamo scesi a guardare cosa non funzionasse, ben consapevoli di non capirci niente e troppo orgogliosi per ammetterlo. I cellulari prendevano male; Fra è riuscito a chiamare un meccanico solo dopo un po’ di tentativi, stando arrampicato su una parete di roccia. Stavamo per finire nel panico, convinti di essere bloccati per giorni. Il meccanico ci ha detto che avremmo dovuto aspettare il giorno dopo, prima non sarebbe riuscito ad arrivare.
Senza una vera ragione la vacanza sembrava persa. Il programma sarebbe stato comunque campeggiare, ma l’idea di essere bloccati ci aveva demoralizzati.
Io avevo tirato fuori dallo zaino il libro di Peter Pan, mio eterno compagno di viaggio, e mi ero messa a leggere in un angolo. Mirko aveva preso la chitarra e suonava per i fatti suoi. Ale giocava a stare in equilibrio sui sassi. È stato Fra a sbloccare la situazione, dopo un po’ che la guardava.
“Facevo lo stesso gioco, immaginavo che ci fosse la lava di sotto.”
Ho chiuso il libro. “Io vedevo la passerella dove Capitan Uncino fa camminare Wendy.”
“E Peter Pan ti prendeva al volo?”
“Certo. Da piccola ci credevo.”
“Perché, ora no?”
Abbiamo riso e ci siamo seduti di nuovo vicini. Le battute ci avevano salvati e non ci siamo accorti del tempo che passava. La notte è arrivata prima e più calda del previsto. Avevamo bevuto, forse un po’ troppo. Guardavamo la via lattea e ci chiedevamo se si potesse navigarci come se fosse stata un fiume.
“Ce l’avrei portata Anna sulla via lattea.”
“Mirko, era stronza. Hai fatto l’impossibile per lei.”
Ha fatto un sorriso amaro. Non era la prima volta che glielo dicevo, ma non ci ha mai creduto.
“Non so quanti aerei ho preso per andarla a trovare.”
Il bello dei discorsi che si fanno da giovani, soprattutto quando si è lontani da tutti, è che le frasi sembrano non avere un nesso logico. Forse quando li si fa si parla più a se stessi. Forse è solo rispondendo agli altri che troviamo le risposte che ci servono. Quella sera dev'essere successo qualcosa di simile, mentre parlavamo tutti insieme.
“Io un sacco di treni per Sara. Sosteneva che la distanza la soffocasse, che l’uomo della sua vita avrebbe potuto passarle davanti senza che lo vedesse perché era occupata con me.”
“A casa l’atmosfera è insopportabile. I miei spariscono e poi pretendono di sapere tutto e comandare. Vogliono sapere cosa farò nel futuro e io non so cosa rispondere.”
“Credo sia stato Peter Pan a dirmi che non era il tempo giusto, dopo un anno non è ancora arrivato. Chissà se è rimasto bambino, mentre io divento vecchia guardando le stelle.”
Cercavo la seconda stella a destra, anche se non avevo più chi mi guidasse all’Isola che non c’è.
Eravamo arrivati al motivo che ci aveva fatti partire. Avevamo tentato di mettere chilometri tra noi e il passato, senza arrenderci al fatto che l’ombra viaggi con noi.
Dopo un po’ Ale si è addormentata. Mirko l’ha coperta con la sua felpa, poi si è infilato nel sacco a pelo ed è andato a fare incubi che non avrebbe raccontato. Voleva stare solo la notte, non gli piaceva condividere il ricordo che l’aveva spinto a partire. Io ho asciugato a Fra una lacrima che scendeva da sotto gli occhiali.
“Fra… Se tu non mi avessi insegnato a sognare non so che fine avrei fatto.”
“Ti voglio bene.”
Ci siamo stesi vicini. Avevo freddo, ma sapevo che non dipendeva dalla temperatura.
“Cosa ti manca di lui?”
Non mi guardava mentre l’ha chiesto. Certe cose è più facile dirle tenendo gli occhi lontani.
“Non riderai?”
“No.”
“Mi manca vederlo al mattino. Sentirlo abbracciarmi in piena notte.”
“Non si ride di un cuore guasto.”
“E qui ce ne sono ben tre… Più un motore.”
Ha riso. È stato bello sentirlo ridere dopo quel che ci eravamo detti.
“Non sono Peter Pan, dovrai accontentarti.”
Mi ha abbracciata e ho sentito meno freddo.
“Ti voglio bene anch’io.”
Per me è sempre stato difficile dire certe cose, ma in qualche modo ho sempre risposto. Un giorno lo ringrazierò anche per quella notte, per aver capito che di quell’abbraccio avevo bisogno.
Il giorno dopo almeno il motore è stato aggiustato e siamo ripartiti. Avevamo qualche giorno, una strada davanti, la speranza di seminare il passato. E la certezza che ci saremmo tenuti la mano, anche quando il cuore si sarebbe rifiutato di funzionare.

cristina.danini
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Messaggio#9 » martedì 19 maggio 2015, 17:45

Va bene, a questo punto la tento... CONVOCO L'ANTICO

(e incrocio le dita)

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antico
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Messaggio#10 » martedì 19 maggio 2015, 18:22

Perfetto Cristina, mi mancano:
- Sordo Cieco Muto
- Gremlins
e poi arrivo da te.

Sto anche lavorando con Fernando al suo
- Vendetta, tremenda vendetta
ma ormai lo considero in lavorazione e non rallenta il mio percorso verso il tuo racconto ;)

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antico
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Messaggio#11 » mercoledì 3 giugno 2015, 10:20

Scusandomi per il ritardo, racconto AMMESSO. Confermo le positive impressioni che avevo avuto già in prima lettura durante l'edizione. Ho apportato solo un paio di correzioni, attendo l'ok per procedere a chiudere il tread.

cristina.danini
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Messaggio#12 » mercoledì 3 giugno 2015, 10:29

Grazie mille Antico, ovviamente le tue correzioni sono accettatissime!

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antico
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Messaggio#13 » mercoledì 3 giugno 2015, 10:34

Ok, perfetto. Procedo a chiudere il tread e a inviarti la liberatoria. ;)

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