Tonani edition: Qualcosa da raccontare

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marco.roncaccia
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Tonani edition: Qualcosa da raccontare

Messaggio#1 » sabato 30 maggio 2015, 12:17

Sono le tre di mattina e non hai ancora scritto nulla.
Sei seduto sul letto e da troppo tempo fissi il monitor.
Hai tempo fino a domani per scrivere un racconto comico, l’editore è stato chiaro,[sostituire virgola con due punti] niente racconto, addio contratto. Addio contratto, addio soldi per l’affitto.
La pagina è bianca e il cursore un dito medio che dice “Fottiti”.
Ti chiedi se si può scrivere un racconto comico quando l’asse di rotazione della tua luna ha subito variazioni di inclinazione, cioè quando l’umor volge al cinereo, ovvero quando entità demoniache albergano in ogni unità del tuo scalpo. Insomma quando ti rode il culo.
Non sai darti una risposta e quindi passi alle domande successive, seduto sul letto, il viso che riflette il bianco del bianco foglio virtuale, proctologo di te stesso indaghi il perché ed[eliminare l'eufonica] il percome del tuo prurito anale.
Trovi una precisa risposta: sono le tre e venti di mattina e non hai ancora scritto un cazzo.
Fra non molto vedrai le luci dell’alba, il che rappresenta per te una nefasta novità. Tu che vanti fino a dodici ore di sonno a notte, tu che molto prima che il brunch diventasse una moda hai sperimentato la sequenza cappuccino-carbonara, tu che sei riuscito ad[eliminare l'eufonica] inanellare la sequenza
Sonno notturno/ Pennica con solo un pit stop tecnico al cesso, tu che hai sempre detto: “Il mattino ha loro [correggi L'ORO] in bocca!”
Oggi avrà anche te.
Senti le sue fauci masticare ossa e la tua cervicale scricchiolare.
Pensi che non ti devi arrendere, che lotterai e vincerai!
Prima che il gallo canti, lettore, tu riderai!
Concentrati, ti ripeti. Un ticchettio rimbomba nel vuoto di idee e ti inibisce.
Individui il colpevole: la radiosveglia sul comodino. Afferri e tiri il cavo dell’alimentazione.
Ottieni tre risultati. La radiosveglia scivola e si fracassa in terra, l’impianto elettrico va in corto, ti ricordi che le radiosveglie digitali non ticchettano.
Quel suono, ora, è mutato in un irritante ronzio.
Non hai tempo per giocare al “rumore misterioso”, devi riattivare i circuiti elettrici fuori e dentro di te. Scendi dal letto. Il piede sinistro nudo pattina nervoso cercando una ciabatta. Trova lo spigolo del comodino.
Segue breve sintesi audio della tua condizione: un cretino che impreca al buio.
Claudicante, a piedi nudi e a tentoni, guadagni la porta di casa. La apri, la luce ti acceca. Una ventata gelida ti rende consapevole di due cose: uno, qualche idiota ha lasciato le finestre delle scale aperte, due sei uscito in mutande.
Ti fiondi per le scale, arrivi alle cantine, apri il pannello dei contatori, alzi l’interruttore e riparti.
Sei al penultimo gradino, vedi la tua porta ondeggiare al vento. Si allontana dal battente e poi si chiude, a un palmo dalla tua mano protesa come quella di un portiere che è quasi riuscito a parare un rigore al novantesimo. Quasi.
Vuoi bestemmiare. Non puoi, i condomini non gradirebbero.
E ora, pensi, cos’altro?
Risponde il tuo intestino.
E non dice: potresti andare in bagno, diciamo, nelle prossime due ore?
No.
Lui, solo, conta :
dieci, nove, otto
Ti serve un’idea.
Sette, sei, cinque,
guardi intorno, due porte, la tua e quella della vecchia.
Quattro, tre,
il suo portaombrelli!
Due, Uno!
Lo svuoti
Zero
Ti svuoti!
Ben fatto, pensi. Stai restituendo in solido, quello che il cazzo di Chiwawa della megera, come si chiama? Paffi, Puffi, Fuffi, in liquido ti lascia sullo zerbino.
Ancora in piena session di autocompiacimento senti zampettare da dentro.
Poi Paffi, Puffi o Fuffi ringhia.
Buono, stai zitto! Sussurri.
O non capisce o gli stai antipatico.
Inizia ad abbaiare.
Che c’è Paffi? Fa la vecchia.
Si alzerà e verrà alla porta. Vedrà che è tutto ok a parte tu sul suo portaombrelli con le mutande calate.
Pensi che il destino è ancora da scrivere e lotterai. Contro lo sfratto, l’arresto e la figura di merda.
Tiri su lo slip come il perizoma di Tarzan. Afferri un ombrello, strappi la tela, spezzi due dei raggi.
Senti i passi avvicinarsi.
Armeggi nella toppa con quegli arnesi.
Buono Paffi!
La voce è vicinissima.
La serratura cede, rimetti gli ombrelli a posto e, prima che lo spioncino della strega si apra, con un balzo sei a casa tua. Chiudi la porta e rimani immobile.
Vedi Paffi non c’è nessuno, solo una puzza di fogna, domani l’amministratore mi sente!
Sei salvo, pensi.
Torni in camera tua, il letto sfatto, il computer che si è riavviato, il comodino spostato, pezzi di radiosveglia sul pavimento.
Un quadro triste, quasi quanto te.
Guardi lo schermo del computer, sono le sei e quarantadue e tu hai qualcosa di comico da raccontare ma nessuna voglia di ridere.



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marco.roncaccia
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Messaggio#2 » sabato 30 maggio 2015, 12:20

Convoco l'antico.

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antico
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Messaggio#3 » venerdì 5 giugno 2015, 15:08

Scusandomi per il ritardo, direi RACCONTO AMMESSO. Ho apportato solo alcune correzioni, dammi l'ok.

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marco.roncaccia
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Messaggio#4 » sabato 6 giugno 2015, 1:16

Ciao Antico,
le correzioni che proponivanno tutte bene tranne una; Il mattino ha LORO in bocca è una storpiatura volontaria del proverbio che fa il verso a SHINING. Il protagonista non frequenta le ore mattutine e lascia che a farlo siano gli altri. Per questo dice il mattino ha LORO in bocca. X il resto sono daccordo con te :) buon lavoro

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antico
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Messaggio#5 » domenica 28 giugno 2015, 10:09

Terminata la fase di valutazione dei 49 racconti della Baraldi Edition, eccomi tornare al laboratorio. Ok, elimino quella correzione, anche se temo che il riferimento lo beccheranno in pochi... Procedo con liberatoria ;)
 
Chiudo il tread.

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