Secondo piano di Sara Passannanti
Secondo piano di Sara Passannanti
Secondo piano di Sara Passannanti
Nooo mamma
«Mamma?»
«Sì, è coso, il figlio della vecchia» Valeria continua a tagliare le cipolle per lo spezzatino «La moglie l’ha lasciato ed è venuto a stare con lei.»
Rubo un altro pezzetto di carota dall’insalatiera.
«Bene, almeno non dobbiamo stare con l’ansia che la vecchia tiri le cuoia senza che nessuno se ne accorga.»
Si interrompe, si asciuga gli occhi e una lacrima che le è colata fino alla punta del naso, e mi guarda da sotto in su.
«Che c’è? Quante volte si sente di anziani che muoiono e i vicini se ne accorgono solo dopo giorni, per la puzza di carogna.»
«Disgustoso.»
Mamma smettila, stai zitta.
Il tono della voce è disperato, non capiamo se il tizio si sia messo a piangere.
Valeria spinge le cipolle giù dal tagliere con il coltellaccio. Lo sfrigolio dell’olio si fa più forte e per una trentina di secondi sembra si sia scatenato un nubifragio. Poi il cucchiaio di legno che sbatte sul bordo del tegame, e il rumore diventa un crepitio soffocato dal coperchio.
Dal secondo piano salgono i lamenti inintelligibili della vecchia, Valeria abbassa il fuoco per cercare di sentire meglio. Fa due passi e si ferma lì, al centro della cucina, con le orecchie tese e le sopracciglia un po’ sollevate.
«La portiera dovevi fare!». Mi fa una smorfia. Le do una manata su quel bel culo tondo, coronato dalla fettuccia infioccata del grembiule. Lei mi risponde con una gomitata, mentre le cingo i fianchi e inizio piano a slacciarlo.
Basta smettila. Mi ammazzo!
Non resisto neanche io stavolta, ci precipitiamo sul balcone per guardare giù. Una gamba sporge dalla veranda del secondo piano. Maledico le lenzuola stese della Cinquetti del terzo, non si vede bene se si butta sul serio o no.
«Ma che, davvero si butta dal secondo piano?» Ora è Valeria che ride cinica. Intanto la vecchia piange a dirotto, le sue urla sono più acute.
«Senti» dico, mentre rientro in casa, «io scendo a chiedere se hanno bisogno di qualcosa.»
«Ma va, che non si butta!»
«Sì, ma la vecchia ci muore di crepacuore se continuano un altro poco»
«Guarda, è rientrato. Visto?» Valeria torna dentro, dà una girata alle cipolle sul fuoco e poi si riavvicina a me e fa per sbottonarmi la camicia. Ma il lamento della vecchia mi ha fatto passare la voglia.
Mamma Bastaa! Ti ho detto di smetterla. Non mi ammazzo.
La vecchia non la smette, continua a piangere e a dire qualcosa che non si capisce.
Poi un rumore di ferraglia.
Le urla dell’uno rimbalzano contro quelle dell’altra. Quelle della vecchia sono sempre più alte e sempre più acute.
Ti ammazzo
Un urlo rauco e acutissimo, la vecchia ha quasi perso il fiato.
Silenzo.
Io e Valeria ci guardiamo con il fiato sospeso. Il rumore del cucchiaio di legno che scivola dal manico del tegame ci fa sobbalzare.
«Secondo te è arrivata agli ultrasuoni?» dico, per smorzare la tensione. Ma Valeria resta con il collo teso, la mano posata sul coltello.
Ancora silenzio.
Passano tre minuti.
Valeria si avvicina alla porta di ingresso, cercando di cogliere un suono, un rumore qualsiasi che possa rassicurarla. Sembra notte, con il silenzio che ha occupato tutto il vano della scala. Tutto è cristallizzato. Solo il borbottio sommesso che viene dalla cucina. Valeria poggia la mano sulla maniglia della porta, la stringe, ma resta immobile.
Da fuori non viene altro che un silenzio muto e definitivo.
Nooo mamma
«Mamma?»
«Sì, è coso, il figlio della vecchia» Valeria continua a tagliare le cipolle per lo spezzatino «La moglie l’ha lasciato ed è venuto a stare con lei.»
Rubo un altro pezzetto di carota dall’insalatiera.
«Bene, almeno non dobbiamo stare con l’ansia che la vecchia tiri le cuoia senza che nessuno se ne accorga.»
Si interrompe, si asciuga gli occhi e una lacrima che le è colata fino alla punta del naso, e mi guarda da sotto in su.
«Che c’è? Quante volte si sente di anziani che muoiono e i vicini se ne accorgono solo dopo giorni, per la puzza di carogna.»
«Disgustoso.»
Mamma smettila, stai zitta.
Il tono della voce è disperato, non capiamo se il tizio si sia messo a piangere.
Valeria spinge le cipolle giù dal tagliere con il coltellaccio. Lo sfrigolio dell’olio si fa più forte e per una trentina di secondi sembra si sia scatenato un nubifragio. Poi il cucchiaio di legno che sbatte sul bordo del tegame, e il rumore diventa un crepitio soffocato dal coperchio.
Dal secondo piano salgono i lamenti inintelligibili della vecchia, Valeria abbassa il fuoco per cercare di sentire meglio. Fa due passi e si ferma lì, al centro della cucina, con le orecchie tese e le sopracciglia un po’ sollevate.
«La portiera dovevi fare!». Mi fa una smorfia. Le do una manata su quel bel culo tondo, coronato dalla fettuccia infioccata del grembiule. Lei mi risponde con una gomitata, mentre le cingo i fianchi e inizio piano a slacciarlo.
Basta smettila. Mi ammazzo!
Non resisto neanche io stavolta, ci precipitiamo sul balcone per guardare giù. Una gamba sporge dalla veranda del secondo piano. Maledico le lenzuola stese della Cinquetti del terzo, non si vede bene se si butta sul serio o no.
«Ma che, davvero si butta dal secondo piano?» Ora è Valeria che ride cinica. Intanto la vecchia piange a dirotto, le sue urla sono più acute.
«Senti» dico, mentre rientro in casa, «io scendo a chiedere se hanno bisogno di qualcosa.»
«Ma va, che non si butta!»
«Sì, ma la vecchia ci muore di crepacuore se continuano un altro poco»
«Guarda, è rientrato. Visto?» Valeria torna dentro, dà una girata alle cipolle sul fuoco e poi si riavvicina a me e fa per sbottonarmi la camicia. Ma il lamento della vecchia mi ha fatto passare la voglia.
Mamma Bastaa! Ti ho detto di smetterla. Non mi ammazzo.
La vecchia non la smette, continua a piangere e a dire qualcosa che non si capisce.
Poi un rumore di ferraglia.
Le urla dell’uno rimbalzano contro quelle dell’altra. Quelle della vecchia sono sempre più alte e sempre più acute.
Ti ammazzo
Un urlo rauco e acutissimo, la vecchia ha quasi perso il fiato.
Silenzo.
Io e Valeria ci guardiamo con il fiato sospeso. Il rumore del cucchiaio di legno che scivola dal manico del tegame ci fa sobbalzare.
«Secondo te è arrivata agli ultrasuoni?» dico, per smorzare la tensione. Ma Valeria resta con il collo teso, la mano posata sul coltello.
Ancora silenzio.
Passano tre minuti.
Valeria si avvicina alla porta di ingresso, cercando di cogliere un suono, un rumore qualsiasi che possa rassicurarla. Sembra notte, con il silenzio che ha occupato tutto il vano della scala. Tutto è cristallizzato. Solo il borbottio sommesso che viene dalla cucina. Valeria poggia la mano sulla maniglia della porta, la stringe, ma resta immobile.
Da fuori non viene altro che un silenzio muto e definitivo.
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao Sara e benvenuta nella Settima Era di Minuti Contati! Tutto ok con caratteri e tempo, buona SIGNOR DISTRUGGERE EDITION!
- erika.adale
- Messaggi: 304
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Scene di ordinaria disperazione immerse nell'ancor più ordinaria curiosità priva empatia dei vicini. Il tutto ben raccontato, la scansione a blocchi aumenta il pathos e la leggibilità (anche se si presta con efficacia solo nella letteratura breve, secondo me; vale la pena di provare a superarla). La scrittura è limpida, molto aggettivata ma scorrevole. Il racconto mi è piaciuto anche se mi aspettavo un guizzo di fantasia finale che non ho trovato.
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao Sara,
Una bella mazzata il tuo racconto! Descrive ciò che accade molto spesso nei condomini. I vicini sentono tutto, comprese le cose brutte che accadono negli appartamenti a fianco, ma non intervengono nemmeno se la situazione degenera. Buone descrizioni, situazioni dai toni contrapposti messe negli stessi paragrafi (scene di violenza e amore a pochi metri di distanza) e una bella sventagliata di cinismo rendono bene per creare l'atmosfera angosciante.
Occhio a qualche refuso:
Manca il corsivo
Manca una i
A presto!
Una bella mazzata il tuo racconto! Descrive ciò che accade molto spesso nei condomini. I vicini sentono tutto, comprese le cose brutte che accadono negli appartamenti a fianco, ma non intervengono nemmeno se la situazione degenera. Buone descrizioni, situazioni dai toni contrapposti messe negli stessi paragrafi (scene di violenza e amore a pochi metri di distanza) e una bella sventagliata di cinismo rendono bene per creare l'atmosfera angosciante.
Occhio a qualche refuso:
lailmil ha scritto:Ti ammazzo
Manca il corsivo
lailmil ha scritto:Silenzo.
Io e Valeria ci guardiamo
Manca una i
A presto!
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao Erika,
grazie mille. Sì, sono d'accordo che questo tipo di narrazione vada bene solo per racconti come questo.
Ciao Maurizio,
grazie per il commento e per la segnalazione. Il SILENZO non l'avevo proprio visto, mentre il corsivo sì, ahimè, ma troppo tardi.
grazie mille. Sì, sono d'accordo che questo tipo di narrazione vada bene solo per racconti come questo.
Ciao Maurizio,
grazie per il commento e per la segnalazione. Il SILENZO non l'avevo proprio visto, mentre il corsivo sì, ahimè, ma troppo tardi.
- Marco Travaglini
- Messaggi: 196
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao Sara,
complimenti per questo racconto, che secondo me è riuscito a cogliere in pieno il tema. Forse avrei tagliato l'ultima frase che suona un po' troppo solenne e non si accorda con il tono delle righe precedenti. Diciamo che è un racconto che ci mostra la cruda realtà dei fatti e ci lascia con l'amaro in bocca, ed è una cosa che mi piace molto. Alcune frasi forse potrebbero essere migliorate: ad esempio a me stona leggere alla quarta riga "rubo un altro pezzetto di carota" quando nelle righe precedenti il protagonista non ne ha rubato nessuno; oppure non mi fa impazzire "non capiamo se il tizio si sia messo a piangere" messo lì così che mal si accorda col punto di vista interno. Ad ogni modo si tratta di piccoli dettagli che non inficiano assolutamente il resto.
PS: "Quante volte si sente di anziani che muoiono e i vicini se ne accorgono solo dopo giorni, per la puzza di carogna"... lol è il mio racconto :D
complimenti per questo racconto, che secondo me è riuscito a cogliere in pieno il tema. Forse avrei tagliato l'ultima frase che suona un po' troppo solenne e non si accorda con il tono delle righe precedenti. Diciamo che è un racconto che ci mostra la cruda realtà dei fatti e ci lascia con l'amaro in bocca, ed è una cosa che mi piace molto. Alcune frasi forse potrebbero essere migliorate: ad esempio a me stona leggere alla quarta riga "rubo un altro pezzetto di carota" quando nelle righe precedenti il protagonista non ne ha rubato nessuno; oppure non mi fa impazzire "non capiamo se il tizio si sia messo a piangere" messo lì così che mal si accorda col punto di vista interno. Ad ogni modo si tratta di piccoli dettagli che non inficiano assolutamente il resto.
PS: "Quante volte si sente di anziani che muoiono e i vicini se ne accorgono solo dopo giorni, per la puzza di carogna"... lol è il mio racconto :D
- Luca Nesler
- Messaggi: 727
- Contatta:
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao Sara. L'idea del racconto non mi ha entusiasmato, inoltre l'inizio l'ho trovato difficile da seguire. Ho capito chi erano i personaggi e il loro rapporto verso metà racconto (c'è da dire, però, che sono un po' una capretta). Per il resto l'ho trovato ben gestito e con un buon ritmo. Buona scrittura.
Invece il finale mi ha lasciato un po' perplesso: la prima cosa che ho pensato è che abbiano semplicemente smesso di litigare. Ovviamente noi scribacchini andiamo subito a pensare al peggio perché un buon racconto finisce sempre con la morte di qualcuno (sic!), ma non è immediato. Ci trovo il difetto del racconto di Alexandra: il finale è scontato, ma non altrettanto implicito nel narrato.
Scusa se sono così telegrafico, ma oggi ho poco tempo e sono stanchissimo... (scuse che valgono un po' per tutti...)
Invece il finale mi ha lasciato un po' perplesso: la prima cosa che ho pensato è che abbiano semplicemente smesso di litigare. Ovviamente noi scribacchini andiamo subito a pensare al peggio perché un buon racconto finisce sempre con la morte di qualcuno (sic!), ma non è immediato. Ci trovo il difetto del racconto di Alexandra: il finale è scontato, ma non altrettanto implicito nel narrato.
Scusa se sono così telegrafico, ma oggi ho poco tempo e sono stanchissimo... (scuse che valgono un po' per tutti...)
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao Marco, grazie per il commento! Sì, l'ultima frase è proprio un'entrata a gamba tesa dell'autrice. Volevo che staccasse come un colpo di ghigliottina sul racconto, così come all'inizio, l'"un altro" non è un errore o un caso, ma l'ho scritto per dare l'idea che la scena si stesse già svolgendo quando si apre la narrazione. Il "non capiamo", invece, è proprio uno scivolone ^^' magari avrebbe funzionato meglio un "forse il tizio si è messo a piangere".
Ciao Luca e grazie mille anche a te! Non sono d'accordo con te sul finale: la mia idea era di lasciare il lettore come i due protagonisti, con un senso di attesa e sgomento e senza la certezza di cosa sia infine accaduto. Un finale aperto insomma, in cui non abbiamo la prova certa che sia successo o non successo qualcosa.
Ciao Luca e grazie mille anche a te! Non sono d'accordo con te sul finale: la mia idea era di lasciare il lettore come i due protagonisti, con un senso di attesa e sgomento e senza la certezza di cosa sia infine accaduto. Un finale aperto insomma, in cui non abbiamo la prova certa che sia successo o non successo qualcosa.
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao Sara, un vero piacere leggerti e commentarti.
Il racconto mi è piaciuto davvero parecchio, perchè narra vicende verosimili, che potrebbero accadere ad ognuno di noi sin da domani, e per me questo aspetto è indubbiamente un pregio.
Nel raccontare la realtà, ci metti la giusta dose di cinismo ("almeno la vecchia non muore senza che qualcuno se ne accorga" o qualcosa del genere, vero e crudo allo stesso tempo.
Realistica è anche la relazione tra madre e figlio, fatta di mal sopportazione, amore misto ad odio segnati dalla prova del tempo, ricatti affettivi (mi ammazzo-non mi ammazzo).
Veritiera è anche la curiosità morbosa dei vicini, che non ci sono per aiutare, ma solo per impicciarsi nella vita degli altri: da applausi il sadismo del marito, che nel percepire la crisi ha un arousal sessuale.
Descrizioni ben bilanciate e inserite nel contesto della narrazione.
Un ottimo lavoro!
A rileggerci presto!
Il racconto mi è piaciuto davvero parecchio, perchè narra vicende verosimili, che potrebbero accadere ad ognuno di noi sin da domani, e per me questo aspetto è indubbiamente un pregio.
Nel raccontare la realtà, ci metti la giusta dose di cinismo ("almeno la vecchia non muore senza che qualcuno se ne accorga" o qualcosa del genere, vero e crudo allo stesso tempo.
Realistica è anche la relazione tra madre e figlio, fatta di mal sopportazione, amore misto ad odio segnati dalla prova del tempo, ricatti affettivi (mi ammazzo-non mi ammazzo).
Veritiera è anche la curiosità morbosa dei vicini, che non ci sono per aiutare, ma solo per impicciarsi nella vita degli altri: da applausi il sadismo del marito, che nel percepire la crisi ha un arousal sessuale.
Descrizioni ben bilanciate e inserite nel contesto della narrazione.
Un ottimo lavoro!
A rileggerci presto!
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Un bel racconto di ordinaria follia, ricorda qualche episodio di serie TV crime americane con il racconto dei vicini che parlano di urla e poi silenzio improvviso.
Mi piace la dimensione ordinaria con il contrasto fra i rumori della cucina e il dramma umano lì vicino.
Il finale sospeso, anche se lascia l'amaro in bocca, è ben piazzato e studiato.
La struttura è buona e seguita con metodo, i dialoghi bilanciati e ben fatti.
Diciamo che il racconto è ben fatto e ben scritto, forse un guizzo in più sul finale, una inversione della situazione, un qualcosa per farmi sobbalzare o almeno un doppio piano di interpretazione lo avrebbero reso memorabile.
Mi piace la dimensione ordinaria con il contrasto fra i rumori della cucina e il dramma umano lì vicino.
Il finale sospeso, anche se lascia l'amaro in bocca, è ben piazzato e studiato.
La struttura è buona e seguita con metodo, i dialoghi bilanciati e ben fatti.
Diciamo che il racconto è ben fatto e ben scritto, forse un guizzo in più sul finale, una inversione della situazione, un qualcosa per farmi sobbalzare o almeno un doppio piano di interpretazione lo avrebbero reso memorabile.
-
- Messaggi: 53
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao Sara
Racconto veramente bello con tema centrato. Incarna molto bene il pensiero tante volte ribadito da Sclavi che l'orrore è nella quotidianità e nelle persone "normali". Mi piace come hai saputo creare tensione e aspettativa bilanciando scrittura e dialogo. Forse, ma è una scelta puramente personale, la frase finale "Da fuori non viene altro che un silenzio muto e definitivo." l'avrei omessa, lasciando tutto nell'incertezza.
Racconto veramente bello con tema centrato. Incarna molto bene il pensiero tante volte ribadito da Sclavi che l'orrore è nella quotidianità e nelle persone "normali". Mi piace come hai saputo creare tensione e aspettativa bilanciando scrittura e dialogo. Forse, ma è una scelta puramente personale, la frase finale "Da fuori non viene altro che un silenzio muto e definitivo." l'avrei omessa, lasciando tutto nell'incertezza.
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Grazie mille per gli ultimi commenti!
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Non ho l'età.. per ammazzarti non ho l'età..
Del tuo racconto mi è rimasto impresso il cognome della signora del terzo..
Mi piace molto il tuo modo di rendere il quotidiano e anche il tono un po' macabro, purtroppo è molto realistico che nei condomini le liti non solo non possano essere sedate, ma diventino oggetto dell'attenzione dei vicini. Io sono quel tipo di vicino cinico che quando sente litigare si fa due calcoli sul quando e a quanto verrà venduto l'appartamento se i vicini si separano (sono una bruttissima persona). In ogni caso il racconto mi piace molto, anche se davvero mi sono impressionata sul "è arrivata agli ultrasuoni". Ora chi ha ammazzato chi, al momento, non mi è chiaro, e questo rende il tuo racconto ancora più bello.
Del tuo racconto mi è rimasto impresso il cognome della signora del terzo..
Mi piace molto il tuo modo di rendere il quotidiano e anche il tono un po' macabro, purtroppo è molto realistico che nei condomini le liti non solo non possano essere sedate, ma diventino oggetto dell'attenzione dei vicini. Io sono quel tipo di vicino cinico che quando sente litigare si fa due calcoli sul quando e a quanto verrà venduto l'appartamento se i vicini si separano (sono una bruttissima persona). In ogni caso il racconto mi piace molto, anche se davvero mi sono impressionata sul "è arrivata agli ultrasuoni". Ora chi ha ammazzato chi, al momento, non mi è chiaro, e questo rende il tuo racconto ancora più bello.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
- Andrea Partiti
- Messaggi: 1047
- Contatta:
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Ciao!
Racconto più che promosso per me, il tema è azzeccato e funziona molto bene come ritmi.
Ammetto di aver avuto un intoppo da principio nel capire che stavano ascoltando il vicino del piano di sotto, ma è stato un mio punto cieco, rileggendo era più che chiaro.
Mi piace il cinismo della protagonista, ci giochi bene e riesci a creare un'immagine molto vivida di lei, probabilmente pescando a immagini che abbiamo di persone ciniche e che usano abitualmente quel tipo di umorismo dark. Penso sia una grande risorsa il pescare alle immagini che il lettore ha già, in racconti di questa dimensione.
I dialoghi si possono migliorare in revisione, a volte mi sembrano lievemente forzati, se me li immagino ad alta voce anziché letti.
Concordo col consiglio di tagliare la scena finale. Mi sembra un finale perfetto fermare la mano sulla maniglia, sull'incertezza tra l'intervenire e continuare a ignorare il problema dei vicini.
Racconto più che promosso per me, il tema è azzeccato e funziona molto bene come ritmi.
Ammetto di aver avuto un intoppo da principio nel capire che stavano ascoltando il vicino del piano di sotto, ma è stato un mio punto cieco, rileggendo era più che chiaro.
Mi piace il cinismo della protagonista, ci giochi bene e riesci a creare un'immagine molto vivida di lei, probabilmente pescando a immagini che abbiamo di persone ciniche e che usano abitualmente quel tipo di umorismo dark. Penso sia una grande risorsa il pescare alle immagini che il lettore ha già, in racconti di questa dimensione.
I dialoghi si possono migliorare in revisione, a volte mi sembrano lievemente forzati, se me li immagino ad alta voce anziché letti.
Concordo col consiglio di tagliare la scena finale. Mi sembra un finale perfetto fermare la mano sulla maniglia, sull'incertezza tra l'intervenire e continuare a ignorare il problema dei vicini.
Re: Secondo piano di Sara Passannanti
Molto buono davvero con questo silenzio finale che rimane così assordante nella mente del lettore. Brava. Qualche problemino nella parte centrale, nel senso che ho l'impressione che possa essere affinato e sistemato in modo ancora più funzionale, a partire dalla grafica delle urla, che non mi sembra ottimale. Tema ben presente, lettura senza problemi evidenti, testo generalmente pulito, ma ancora migliorabile. Per me un pollice quasi su.
Torna a “132° Edizione All Time - Signor Distruggere Edition - la Prima della Settima Era”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti