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I miei nuovi vicini
Inviato: lunedì 16 settembre 2019, 22:15
da Laura Cazzari
I miei nuovi vicini sono una famiglia di cinque persone.
Padre e madre piuttosto giovani, e tre figli. La più grande ha un grembiulino delle elementari. Il più piccolo non avrà neanche quattro anni.
I miei nuovi vicini sono arrivati con un furgoncino e due macchine vecchie e sgangherate. Spiandoli dalla finestra, mi domando come gli effetti personali di cinque persone possano essere contenuti in così poco spazio.
I miei nuovi vicini hanno affittato la casa sotto la mia, ci sono due camere, un salotto e una cucina. Mi diverto a immaginare i tre fratelli pigiati a dormire nella stessa stanza.
Il padre, smilzo e pelato, esce spesso sul balcone a parlare al telefono e io, con la porta finestra aperta, riesco a captare le sue conversazioni. È un operaio e un allenatore di calcio. Il suo tono trapela ira a ogni telefonata. Una testa calda in un mondo pieno di micce.
La madre, bassa e corpulenta, esce sul balcone insieme a lui. Sembra essere il loro angolo di pace, un momento lontano dai figli. Si abbracciano e si scambiano effusioni. L’amore e la complicità sono palpabili e così rari da scorgere nelle coppie con figli.
Il figlio minore, sebbene si regga a mala pena sulle proprie gambe, mi cede il passo sulle scale, perché suo padre gli ha insegnato così.
La figlia maggiore gioca a pallavolo e il figlio di mezzo è sempre chiuso in casa. Me lo immagino a giocare ai videogiochi o a cercare la propria identità di figlio mediano.
I miei nuovi vicini si scontrano spesso con gli altri condomini e un paio di volte anche con me. La testa calda del padre non aiuta i rapporti, così come le abitudini degli altri inquilini non ammettono deroghe.
I miei nuovi vicini hanno venduto una delle due macchine e in cortile è apparsa una moto nuova di zecca. Un modello da corsa, poco adatta a trasportare cinque persone.
La tengono in cortile provocando l’ira degli altri condomini.
Il padre, il venerdì sera dopo il lavoro, esce in groppa alla sua moto per un giro di prova. Un sogno che si avvera, una passione che reclama il proprio spazio in una vita fatta di lavoro, famiglia e doveri. Un piccolo momento di egoismo per ripagare i tanti sacrifici.
La moglie è sul balcone a fumare una sigaretta, lo sguardo perso a scrutare l’orizzonte. Le squilla il telefono e un urlo squarcia l’aria, come un fulmine.
I miei nuovi vicini sono una famiglia di quattro persone.
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: lunedì 16 settembre 2019, 22:54
da antico
Ciao Laura! Buona SETTIMA ERA! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa SIGNOR DISTRUGGERE EDITION!
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: martedì 17 settembre 2019, 9:09
da alexandra.fischer
I MIEI NUOVI VICINI di Laura Cazzari Tema centrato. I vicini ci sono e danno l’idea di essere una famiglia d’antan (vedi il trasloco: furgone sgangherato e due auto vecchie per far stare tutta una casa). Ben descritto con pochi tratti l’alloggio: salotto, due camere, cucina. Simpatici i bambini, il piccolo che va all’asilo, ma già abituato alla buona educazione, la scolaretta pallavolista, e il figlio di mezzo (forse appassionato di videogiochi). La madre appare discreta e affettuosa (dietro alle buone maniere del figlio minore c’è di certo lei, io la vedo così). Mi dispiace per questo padre operaio e allenatore di calcio che paga con la vita la passione per la motocicletta (ed è vissuto da testa calda in un mondo di nevrotici e spostati).
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: mercoledì 18 settembre 2019, 9:03
da eleonora.rossetti
Ciao Laura, ben trovata.
In effetti non so come interpretare bene il tuo racconto. La serie di anafore detta il ritmo con cui i dettagli della famigliola saltano fuori e la chiusa speculare all'incipit dà un senso di "circolarità". Le frasi sono ben costruite e ovviamente il tema è rispettato. Tuttavia ho trovato il racconto un poco "freddo", mi è scivolato addosso come una sequenza (pur ben tratteggiata) di descrizioni: mostri le abitudini della famiglia, ma da un punto di vista sempre molto distaccato, senza un vero coinvolgimento; come se la trama fosse raccontata e non "vissuta". Giochi sull'ironia della sorte riguardo al fatto che l'unica vera passione di un uomo di famiglia diventi la causa della sua morte, ma non sono riuscita a entrare in empatia abbastanza col personaggio per risultarne "scossa" nel momento in cui accade il dramma.
Dovrò riflettere su come metterlo in classifica.
A rileggerci!
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: mercoledì 18 settembre 2019, 9:23
da Laura Cazzari
eleonora.rossetti ha scritto:Ciao Laura, ben trovata.
In effetti non so come interpretare bene il tuo racconto. La serie di anafore detta il ritmo con cui i dettagli della famigliola saltano fuori e la chiusa speculare all'incipit dà un senso di "circolarità". Le frasi sono ben costruite e ovviamente il tema è rispettato. Tuttavia ho trovato il racconto un poco "freddo", mi è scivolato addosso come una sequenza (pur ben tratteggiata) di descrizioni: mostri le abitudini della famiglia, ma da un punto di vista sempre molto distaccato, senza un vero coinvolgimento; come se la trama fosse raccontata e non "vissuta". Giochi sull'ironia della sorte riguardo al fatto che l'unica vera passione di un uomo di famiglia diventi la causa della sua morte, ma non sono riuscita a entrare in empatia abbastanza col personaggio per risultarne "scossa" nel momento in cui accade il dramma.
Dovrò riflettere su come metterlo in classifica.
A rileggerci!
Ciao Eleonora, ti ringrazio per il tuo commento e devo dire che mi ha un pochino stupito, perchè questa storia mi è proprio nata dal cuore contando che è una storia vera e rileggendola mi veniva il magone. Mi spiace che tutto ciò non trapeli e mi da molto da pensare :)
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: mercoledì 18 settembre 2019, 9:28
da eleonora.rossetti
Laura Cazzari ha scritto:eleonora.rossetti ha scritto:Ciao Laura, ben trovata.
In effetti non so come interpretare bene il tuo racconto. La serie di anafore detta il ritmo con cui i dettagli della famigliola saltano fuori e la chiusa speculare all'incipit dà un senso di "circolarità". Le frasi sono ben costruite e ovviamente il tema è rispettato. Tuttavia ho trovato il racconto un poco "freddo", mi è scivolato addosso come una sequenza (pur ben tratteggiata) di descrizioni: mostri le abitudini della famiglia, ma da un punto di vista sempre molto distaccato, senza un vero coinvolgimento; come se la trama fosse raccontata e non "vissuta". Giochi sull'ironia della sorte riguardo al fatto che l'unica vera passione di un uomo di famiglia diventi la causa della sua morte, ma non sono riuscita a entrare in empatia abbastanza col personaggio per risultarne "scossa" nel momento in cui accade il dramma.
Dovrò riflettere su come metterlo in classifica.
A rileggerci!
Ciao Eleonora, ti ringrazio per il tuo commento e devo dire che mi ha un pochino stupito, perchè questa storia mi è proprio nata dal cuore contando che è una storia vera e rileggendola mi veniva il magone. Mi spiace che tutto ciò non trapeli e mi da molto da pensare :)
Mi scuso se il mio commento può essere risultato "duro". A maggior ragione, se è tratto da una storia vera e toccante, mi spiace non aver colto lo spirito (può essere un limite mio, sia chiaro).
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: giovedì 19 settembre 2019, 18:13
da Jacopo
Ciao Laura, complimenti.
Il battere costante delle ripetizioni mi piace moltissimo. Dona vigore, spinge sui concetti, ne sottolinea l’intensità. Incipit ok, e storia che prosegue bene, con il giusto ritmo narrativo. Avrei spinto un po’ di più sul finale, che ho percepito forse un pochino troppo lineare. Comunque una scelta stilistica coraggiosa condotta con abile maestria.
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: sabato 21 settembre 2019, 14:22
da Linda De Santi
Ciao Laura!
Dunque, ho scritto il mio commento al tuo racconto senza prima aver letto gli altri commenti, in particolare quello dove spieghi che è tratto da una storia vera, così sono tornata successivamente a modificarlo (non ho cambiato la sostanza del commento, ma ho naturalmente preso in considerazione il fatto che il racconto è ispirato a una storia vera).
Si dice che i racconti che parlano di storie accadute realmente sembrino meno veri delle storie inventante, e nel caso del tuo racconto temo che sia così.
Ci sono dei passaggi che, per come sono esposti, mi suonano un po’ artificiosi, contradditori: ad esempio quando la protagonista ci parla del figlio piccolo che la fa passare sulle scale perché il padre gli ha insegnato così (cosa che mi fa pensare a un genitore che ci tiene all’educazione), poi ci dice che il padre litiga con tutti perché la sua testa calda non aiuta i rapporti. Oppure quando entra in scena la nuova moto e si dice che “la tengono in cortile provocando l’ira degli altri condomini”, frase che mi fa pensare che sia una cosa ricorrente, ma poi al primo giro di prova finisce male. Insomma, tutte cose che nella realtà è possibilissimo che accadano, ma nel momento in cui vengono trasposte in un racconto, hanno bisogno di qualche rinforzo attraverso contestualizzazioni, approfondimenti, stratagemmi letterari.
La vicenda, inoltre, alla fine mi lascia un po’ a bocca asciutta: mi appare più come una cronaca di fatti che come un racconto.
Mi è piaciuto, comunque, il registro stilistico adottato, secco e ritmato, molto adatto alla vicenda narrata, e buona anche l’idea della circolarità (prima la famiglia è composta da cinque persone, poi da quattro).
A rileggerci!
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: domenica 22 settembre 2019, 17:47
da viviana.tenga
Ciao Laura,
Ho letto il racconto due volte, prima e dopo aver letto il commento in cui spiegavi che si tratta di una storia vera. Devo dire che l'impatto emotivo (almeno per me) cambia totalmente.
Alla prima lettura, ho trovato il tutto un po' piatto, mi chiedevo dove volessi andare a parare e il finale mi è sembrato un po' affrettato e "buttato lì". Sapendo che è una storia vera, l'impatto è diverso.
Credo che in parte dipenda da quello che ha fatto notare Linda, ovvero che da un racconto ci aspettiamo più verosimiglianza che dalla vita reale, ma non solo.
Hai fatto un elenco di elementi che dovrebbero darci una caratterizzazione dei personaggi. In parte la cosa riesce, in parte si tratta di elementi così disparati (e divisi tra cinque personaggi distinti) che è difficile inquadrare davvero i membri della famiglia. Così, la morte del padre arriva prima che il lettore si sia fatto un'idea di chi sono i membri della famiglia e senza che abbia degli appigli solidi per essersi affezionato/essere davvero toccato dalla tragedia.
Ovviamente, sapendo che la storia è vera, l'empatia è più facile anche per personaggi che non si sono inquadrati del tutto.
Dovendo dare un giudizio complessivo, l'esperimento è interessante, ma temo non sia riuscito del tutto.
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: martedì 24 settembre 2019, 8:38
da lailmil
Ciao Laura,
il tuo racconto lascia molta amarezza per questa famiglia. L'ho trovato molto delicato, nonostante la schematicità. Proprio la struttura, però, mi lascia un po' perplessa, perché rende asettica la scrittura e stride con le osservazioni che invece non sono mai impersonali. Porto solo un esempio, che mi sembra il più lampante: una frase come "L’amore e la complicità sono palpabili e così rari da scorgere nelle coppie con figli", che è sicuramente molto penetrante, perde di effetto inserita in una narrazione di questo tipo, che forse è più adatta a un punto di vista distaccato o cinico. L'effetto complessivo è destabilizzante, perché è come se ti allontanassi e avvicinassi di continuo, senza soffermarti su una profondità. Per mio gusto, visto che il tipo di linguaggio che usi è invece molto bello e molto empatico, avrei preferito una struttura più morbida.
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: giovedì 26 settembre 2019, 22:44
da jimjams
Buonasera Laura, la mia settimana è stata densa e quindi mi sono ridotto a stasera per finire di commentare i racconti, ma non per questo lo farò con spirito diverso.
Il tuo è uno di quei racconti dove, mentre leggo, sento borbottare il piccolo apprendista editor dentro di me. Ma la parte di me che è un lettore ancora comanda e dice, aspettiamo e vediamo che cosa succede, magari deve essere così.
Per esempio, quel "perché suo padre gli ha insegnato così" fa agitare il piccoletto, perché il personaggio che narra non dovrebbe saperlo, questo, e immagina già una mitigazione stupida, tipo un "credo", giusto per avere un alibi.
Ma il lettore, dicevo, sospende la questione.
Lo stesso per il ritmo, il gioco del ripetere, la freddezza dello stile di questa/o narratore del piano di sopra. Vediamo, mi sono detto.
E poi sono arrivato alla fine. Mi sono fermato. Ho incassato il colpo.
Mi sono immaginato nei panni e nelle scarpe del narratore.
Ho riletto il racconto.
Non è freddo il narratore, è distaccato. Si sente probabilmente un po' come me. Colpito. Forse molto, da questo lutto. Si era affezionato, questo narratore. Gli piaceva questa famiglia. Per quanto ne riconoscesse i difetti, apprezzava.
Ma leggendo il racconto ti dico che il narratore qui è una persona che per questo evento ha sofferto. E quindi, se deve raccontarla, deve creare un distacco.
Ecco, basta. Ci sono un altro paio di punti dove il piccolo editor modificherebbe qualcosa (e in cortile è apparsa, togli cortile, tanto lo dirai dopo) piccolezze. Ma al di là della tecnica e dello stile, la storia mi è piaciuta e mi è piaciuto anche come l'hai raccontata. Magari mi faccio seghe mentali, ma per me questa non è la storia dei nuovi vicini, ma quella dell'inquilino del piano di sopra, del nostro narratore. E immagino tante cose.
Se devo dare un consiglio, puoi lavorarci e creare un piccolo gioiellino, limando ogni singola parola, spingendo, se ci ho azzeccato, ancora più nel far capire il sentimento che vive il narratore.
Comunque vada, brava.
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: giovedì 26 settembre 2019, 23:10
da Laura Cazzari
jimjams ha scritto:Buonasera Laura, la mia settimana è stata densa e quindi mi sono ridotto a stasera per finire di commentare i racconti, ma non per questo lo farò con spirito diverso.
Il tuo è uno di quei racconti dove, mentre leggo, sento borbottare il piccolo apprendista editor dentro di me. Ma la parte di me che è un lettore ancora comanda e dice, aspettiamo e vediamo che cosa succede, magari deve essere così.
Per esempio, quel "perché suo padre gli ha insegnato così" fa agitare il piccoletto, perché il personaggio che narra non dovrebbe saperlo, questo, e immagina già una mitigazione stupida, tipo un "credo", giusto per avere un alibi.
Ma il lettore, dicevo, sospende la questione.
Lo stesso per il ritmo, il gioco del ripetere, la freddezza dello stile di questa/o narratore del piano di sopra. Vediamo, mi sono detto.
E poi sono arrivato alla fine. Mi sono fermato. Ho incassato il colpo.
Mi sono immaginato nei panni e nelle scarpe del narratore.
Ho riletto il racconto.
Non è freddo il narratore, è distaccato. Si sente probabilmente un po' come me. Colpito. Forse molto, da questo lutto. Si era affezionato, questo narratore. Gli piaceva questa famiglia. Per quanto ne riconoscesse i difetti, apprezzava.
Ma leggendo il racconto ti dico che il narratore qui è una persona che per questo evento ha sofferto. E quindi, se deve raccontarla, deve creare un distacco.
Ecco, basta. Ci sono un altro paio di punti dove il piccolo editor modificherebbe qualcosa (e in cortile è apparsa, togli cortile, tanto lo dirai dopo) piccolezze. Ma al di là della tecnica e dello stile, la storia mi è piaciuta e mi è piaciuto anche come l'hai raccontata. Magari mi faccio seghe mentali, ma per me questa non è la storia dei nuovi vicini, ma quella dell'inquilino del piano di sopra, del nostro narratore. E immagino tante cose.
Se devo dare un consiglio, puoi lavorarci e creare un piccolo gioiellino, limando ogni singola parola, spingendo, se ci ho azzeccato, ancora più nel far capire il sentimento che vive il narratore.
Comunque vada, brava.
Caspita complimenti per la tua analisi, mi hai inquadrato in pieno! È una storia che ho vissuto in prima persona e, sebbene non fossi affezionata alla famiglia, la morte del padre mi ha colpito e scrivere questo racconto, mi ha fatto male, da questo il distacco che hai percepito, e dall'altra parte mi ha dato la possibilità di regalargli ancora qualche istante di vita.
La frase che il bambino lo fa perché il papà glielo ha insegnato non era una supposizione, me l'ha detto. Ti ringrazio molto per le tue preziose osservazioni e per i consigli molto apprezzato!
Re: I miei nuovi vicini
Inviato: venerdì 4 ottobre 2019, 15:49
da antico
Ecco, non credo mi sia mai capitato così integralmente, ma nello scrivere questo commento qualunque parole sarebbe uno scimmiottare quello che ti ha magistralmente scritto Mario Pacchiarotti. Credo che la sua analisi sia perfetta: ha analizzato il testo e poi il narratore e lo ha fatto perfettamente. Di mio posso solo aggiungere che per diventare un racconto deve ancora essere lavorato, dentro e fuori. Detto questo, ottimo stile, ho letto con piacere. Pollice tendente verso l'alto, ma con riserva.