Strani vicini - di Alessandro Pinto

Quando? Lunedì 16 settembre dalle 21.00 all'una
Con chi? Vincenzo Maisto, anche conosciuto come IL SIGNOR DISTRUGGERE

Perché partecipare? Sarà la prima edizione della Settima Era e tutto sarà più divertente e veloce: solo nove edizioni per un vero e proprio campionato annuale che, in più, riserverà anche dei premi extra oltre alla visibilità sui canali soliti di Minuti Contati.

Quanti caratteri saranno disponibili? 3333 caratteri max spazi inclusi.
Alessandro
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Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#1 » martedì 17 settembre 2019, 0:24

Quando arrivarono, con quella loro automobile lunga lunga, fecero un gran rumore. Avevamo già sopportato il caos della ristrutturazione: muratori stranieri che gridavano in una lingua incomprensibile.
I nostri nuovi vicini entrarono nella loro nuova casa litigando.
La casa in questione era un bel villino accanto al nostro. Due piani, tetto rosso spiovente, pareti color panna, portoncino blindato.
Litigavano per il prato: lei voleva erba e fiori, lui:
- Una bella gettata di cemento, semplice, pulita, così ci posso fare manutenzione all’auto.-
Risultato: il prato era una distesa di erbacce e materiale edile lasciato dai muratori.
Mia moglie preparò il dolce per il benvenuto e, a sera, lo portò, ancora caldo, davanti al portoncino: suonò il campanello. La signora aprì. Io ero sotto il portico della mia casa e guardavo la scena. Però mia moglie rimaneva stranamente ferma. Dopo di che il portoncino si richiuse e mia moglie, con il fagotto del dolce, tornò a casa:
- Beh, abbiamo il dolce per la colazione, domani - disse con un mezzo sorriso.
- Che cosa ti ha detto?- chiesi.
- Che loro sono salutisti e non mangiano dolci, che il benvenuto potevamo risparmiarcelo, e che quello non era proprio il momento adatto.
Non era stato molto bello da parte loro aver trattato così mia moglie, perciò decisi che qualcosa dovevo fare.
Scesi i tre scalini del mio portico, percorsi il mio vialetto d’ingresso accanto alla siepe delle rose, uscii in strada, arrivai davanti al portoncino blindato.
Che ci faranno di un portoncino blindato qui? Saranno 20 anni che nessuno qui ruba più in casa. Mah!, pensai.
Suonai il campanello, venne lui ad aprire. Non avevo fatto caso a quanto fosse alto: mi superava di almeno tutta la testa.
- Dica!
- Penso che, dato che siamo vicini, sia importante che tra noi ci siano buone relazioni, potremmo avere l’uno bisogno dell’altro, mia moglie voleva instaurare un avvio di dialogo e non mi sembra bello come sua moglie l’abbia trattata.
Il gigante rimase qualche attimo a pensare, poi:
- Lei ha ragione, ma vede mia moglie non è molto socievole, da quando siamo qui non fa che smaniare per tornare giù dalle nostre parti, io invece mi ci trovo bene, trovo che ci sia molta affinità tra i vostri concittadini e i nostri: tutti molto cattivi. Chiedo scusa se sua moglie si è offesa.
Il gigante, evidentemente, non voleva offenderci e, riconosciuto di essere stati poco corretti all’inizio, tentava di porvi rimedio. Mi guardò e poi disse:
- Perché non entra? Così ci facciamo una birra tra uomini, vedrà che con noi l’equivoco verrà risolto.
Così, guardando il mio ospite sorridente, entrai, il portoncino fu chiuso alle mie spalle ma quello che vidi me lo fece dimenticare.
Ero entrato in una specie di grotta, era enorme, buia, non riuscivo a vedere le pareti dall’altra parte, inoltre, in effetti, ero sul ciglio di un abisso nerissimo, tentai di vederne il fondo ma non riuscii, allora alzai lo sguardo e sopra di me il tetto era lontanissimo e nel mezzo volteggiavano strane creature con la testa umana ma il corpo di pipistrello che emettevano strani suoni simili a quelli che avevo udito dai muratori durante la ristrutturazione.
Mi voltai verso il mio ospite, aveva subito una trasformazione pazzesca: la sua pelle era diventata rosso fuoco, dietro le spalle erano comparse delle enormi ali senza alcuna piuma, il suo viso era diventato orrendo con dei vermi che attraversavano le guance e entravano e uscivano dalla bocca orrida, le mani avevano delle lunghe dita con delle lunghissime unghie, le gambe erano diventate come quelle di una capra. E rideva!
Tentai di fuggire ma il portoncino era chiuso, allora mi girai dall’altra parte e... orrore: dall’abisso era salita, librandosi sulle proprie ali, la moglie del mio ospite, in tutto simile al marito, se non per le sembianze femminili. Anche lei rideva!
Sentii una spinta, tentai di aggrapparmi a qualcosa, anche alla coda della signora, ma non riuscii e caddi nell’abisso, una caduta lunghissima, nel buio più totale.
E’ l’ultima cosa che ricordo del mio passato umano.
Ora volteggio sotto il tetto della mia nuova casa.
Ultima modifica di Alessandro il martedì 17 settembre 2019, 0:51, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#2 » martedì 17 settembre 2019, 0:31

Ciao Alessandro e benvenuto a Minuti Contati! Occhio che sei di oltre 1000 caratteri sopra il limite massimo e pertanto sei in zona mega malus, un malus che ti escluderebbe dalla corsa per i primi posti, ma che ti permetterebbe cmq di partecipare e ricevere e fare commenti. Hai tempo fino all'una per tagliare e rientrare nei limiti!

alexandra.fischer
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Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#3 » martedì 17 settembre 2019, 9:32

STRANI VICINI di Alessandro Pinto Tema centrato. I vicini ci sono, salutisti e litigiosi (lei vorrebbe il giardino davanti al villino, lui invece solo un cortile di cemento per la manutenzione dell’auto). La storia è un monito sull’eccessivo buon vicinato (davanti a un dolce respinto, meglio non andare a chiedere lumi e fare i pacieri, perché i vicini possono essere imprevedibili in modo … mostruoso). Mi dispiace per il tuo protagonista. La birra tra uomini è stata la trappola che lo ha imprigionato e mostrificato. Ecco a cosa serve il portoncino blindato del villino. Unica nota: ma cosa mangiano, questi vicini? Fallo vedere (mostro mangia mostro?)

Attenzione:
che ci faranno di un portoncino blindato (che se ne faranno)

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eleonora.rossetti
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Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#4 » giovedì 19 settembre 2019, 12:39

Ciao Alessandro, ben trovato.
Dunque. A una prima lettura ho avuto l'impressione che il racconto sia stata la fusione di due idee diverse. Alcuni dettagli, come il diverbio sul giardino, non essendo effettivamente funzionale al dipanarsi della storia, mi aveva mandato un po' in confusione. Dopodiché il passaggio netto al soprannaturale mi aveva un po' spiazzato, anche perché fino a prima non avevo avuto segnali velati di un possibile sviluppo in tal senso e, sempre a una prima lettura, ho un po' aggrottato la fronte. Rileggendolo con più calma ho cercato di trovare segnali che non ho colto e che però mi hanno mandata un poco in confusione: perché la moglie non viene catturata quando va a consegnare il dolce? Ho supposto a questo punto che la demonessa catturi soltanto gli uomini, ma a questo punto perché, anziché scacciare la moglie la prima volta, non esortarla a chiamare anche il marito sempre con la scusa del "facciamo conoscenza"? Questo punto non mi è affatto chiaro (e può essere un limite di comprensione mia, eh).
Il tema è rispettato, a livello di stile ravviso un po' di frasi, nella seconda parte, meno curate a livello di punteggiatura (un leggero abuso di virgole e periodi un po' troppo lunghi quando invece il ritmo dovrebbe aumentare e quindi le frasi smorzarsi maggiormente), non so se sia stato dettato dalla fretta di concludere.

PS: "Il gigante, evidentemente, non voleva offenderci e, riconosciuto di essere stati poco corretti all’inizio, tentava di porvi rimedio. "
La trovo una ripetizione: descrivi ciò che ha già efficacemente fatto il dialogo una riga sopra.

A rileggerci!
Uccidi scrivendo.

Jacopo
Messaggi: 63

Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#5 » sabato 21 settembre 2019, 15:16

Ciao Alessandro, complimenti.
Il tuo racconto non mi ha colpito in modo particolare. Mi aspettavo qualcosa, un guizzo finale, un coup de théâtre che rivoluzionasse la storia, ma, ahimè, non è arrivato. La trama è appetibile, ma forse troppo semplice: arrivano i nuovi vicini, sono mostracci malefici. Carina invece la conclusione, nella quale mi sono visto il povero marito svolacchiare stile pipistrello in giro per la casa. Lo stile di scrittura a mio parere c’è tutto, ma merita e necessita di essere affinato.

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Linda De Santi
Messaggi: 497

Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#6 » domenica 22 settembre 2019, 16:07

Ciao Alessandro!
Come Eleonora, anche io ho avuto l’impressione che tu abbia fuso insieme due idee diverse. Magari sei partito con un’idea in testa per poi virare da tutt’altra parte in corso d’opera. Vari elementi (il diverbio sul giardino, l’informazione sul fatto che loro sono salutisti eccetera) sembrano essere stati messi in gioco quando forse avevi in mente una conclusione diversa per la storia.
In sé il racconto non mi è dispiaciuto, ma l’ho trovato poco originale: che entrando nella casa dei vicini sarebbe successo qualcosa di brutto si capisce fin dal momento in cui la moglie non viene accolta dai vicini.
La scrittura va asciugata un po’, ma è buona.
Alla prossima!

viviana.tenga
Messaggi: 560

Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#7 » lunedì 23 settembre 2019, 14:57

Ciao Alessandro,
Mi accodo alle perplessità di Eleonora e Linda sulla trama: per tutta la prima parte, ci sono una serie di elementi che mal si conciliano con quella che è la rivelazione finale (perché i due demoni litigano per il prato? perché inizialmente la moglie viene scacciata?). Unico dettaglio che invece ho apprezzato alla seconda lettura: i muratori che gridano "in una lingua incomprensibile", mi piace pensare che non siano semplici stranieri, ma creature infernali anche loro.
Per il resto, l'idea non è particolarmente originale, ma gestita meglio avrebbe di sicuro potuto essere più di impatto. Lo stile può essere reso un po' più fluido, ma non ci ho trovato difetti gravi.

lailmil
Messaggi: 62

Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#8 » mercoledì 25 settembre 2019, 11:48

Ciao Alessandro,
il tuo racconto purtroppo ha un difetto di fondo che ne inficia pesantemente la qualità, ovvero quello di aver voluto mettere troppa carne al fuoco lasciando la trama poco connessa e punti non giustificati nella narrazione. Il risultato è che la storia sembra costruita su due blocchi slegati. L'idea di inserire motivi realistici in una storia fantastica in sé non è male, anzi è sempre apprezzabile perché rende la lettura più inquietante; tuttavia ci vuole tanto esercizio perché non è affatto semplice. La scrittura è da perfezionare ma nulla di più, mi sembra che tu sia già sulla via giusta, perciò hai solo da esercitarti tanto e confrontarti con gli altri.
Alla prossima!

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jimjams
Messaggi: 677

Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#9 » giovedì 26 settembre 2019, 23:06

Ciao Alessandro,

non ho letto gli altri commenti e quindi non so se sarò ripetitivo rispetto a quanto detto, ma insomma, eccoti il mio.
Parto dalla trama. Semplificando, due demoni vengono ad abitare accanto al narratore, rifiutano il primo approccio e al secondo "fanno fuori" il malcapitato. Di per sè è una storia che rientra nel tema e ci può stare in generale, anche se potremmo dire che probabilmente nel mazzo di tutti i nostri racconti farà parte di un gruppo che ha sviluppato qualcosa di simile.
Quando la trama non è particolarmente originale, ma l'esecuzione, lo stile narrativo, è buono, la lettura diventa comunque interessante.
Nel tuo caso ci sono alcuni elementi nel modo in cui racconti la storia che in qualche modo la rendono meno efficace. Troppi piccoli elementi che narri non trovano ragione, o rimangono sospesi, ma incuriosiscono chi legge. Curiosità che non viene totalmente appagata dalla rivelazione della verità.
Mi verrebbe da provare a togliere questi elementi e vedere se a quel punto funziona meglio.
Riepilogando, non è un racconto da buttare, assolutamente. Ma come dicevo, se non hai un'idea brillante nella storia, devi curare alla perfezione il confezionamento della stessa.

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antico
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Re: Strani vicini - di Alessandro Pinto

Messaggio#10 » lunedì 7 ottobre 2019, 15:15

Si tratta di un esordio su Minuti Contati e sembra risentire di tutti i problemi classici che si possono trovare nell'affrontare per la prima volta una tale prova. C'è un certo disequilibrio probabilmente dettato dal non essere riuscito a equilibrare gli elementi della storia facendoli convergere entro i limite di tempo e spazio imposti. Il risultato finale è la sensazione di una certa superficialità nella semina (quasi assente) di elementi che possano unire le varie parti del testo dando al tutto una logica. Sia chiaro: si legge e si capisce però lascia poco al termine della lettura. Per me un pollice ni.

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