Pagina 1 di 1

Un biscotto RACCONTO SQUALIFICATO

Inviato: martedì 17 settembre 2019, 1:00
da imbradario
Sarò uno all’antica per carità. E per antico intendo naturale prodotto di cultura mediatica attinta perlopiù da serie tv americane e (ahimé) italiane anni 80. Ma quando uno decide di comprare casa vicino papà dopo lungo peregrinare caotico tra città natale, paesi limitrofi ed estero (ancora, intendendo con quest’ultimo non solo Francia, Stati Uniti e Inghilterra ma anche e soprattutto l’appartamento sotto casa di mia zia), se hai poi la fortuna di trasferirti pochi mesi prima del trasloco dei vecchi vicini e quindi l’opportunità di essere considerato il nativo del luogo dai nuovi arrivati, sicuramente a torto e forse per breve tempo, disponendo però così del conseguente vantaggio acquisito in termini di rapporti di forza tra le due nuove diverse civiltà lanciate alla conquista del pianerottolo… beh, capirete bene, l’aspettativa che si crea quando vedi gli operai della ristrutturazione programmare come distruggerti sistematicamente ogni tuo risveglio da qui ai prossimi quattro mesi è alta, molto alta. Scusate il periodo lungo. E l’aspettativa cresce soprattutto se i diversi orari, strane contingenze e, in definitiva, sfiga non ti permettono di incrociare e conoscere i nuovi vicini per altri due mesi. Tutto questo per dire che da questa aspettattiva io mi aspettavo, al momento dell’incontro tanto atteso, una e una sola cosa: la richiesta di prestito di un prodotto alimentare. Come nei telefilm! Non chiedevo altro. Beninteso, si sarebbe potuto trattare di qualsivoglia prodotto, un pò di sale, zucchero, financo l’olio (costosissimo) o persino lo zafferano, in quest’ultimo caso da parte mia probabilmente ma anche da parte loro. Ebbene, a quasi due anni dalle presentazioni e nel momento in cui scrivo, tale accadimento non ha ancora avuto luogo. In questo contesto, il fatto che io non sia abile in cucina e che questa a volte contenga solamente i sopracitati sale, zucchero e olio può essere considerato, non a torto, uno svantaggio ma, se ci pensate bene, anche l’opposto: la mia immagine di cuoco navigato con toque blanche e baffi alla Dalì, ai loro occhi, é salva. Il problema non è da ricercare ovviamente in me, quanto invece, suppongo, in uno dei tre elementi che compongono la loro famiglia. Non si tratta della madre, donna divorziata un pò schiva ma gentile, né del figlio, che la rimprovera continuamente di non interessarsi a lui e di non sapere nemmeno che lavora per il signor Uber. No, non mi sono intromesso nella discussione per informarlo che non esiste nessun signor Uber, è solo il nome della compagnia, avrei dovuto sfondare la parete dalla quale origliavo o suonare il campanello. In entrambi i casi, non mi pareva il caso. Il problema, il vero problema che mi ha privato, forse per sempre, di questo momento tipico dell’esistenza umana, e topico per la mia, è il terzo componente del nucleo familiare: il cane. Il loro cane mi odia, non so nemmeno come si chiama ma mi odia, da sempre, dalla prima volta che mi ha visto e mi ha ringhiato contro, mi odia di un odio viscerale, atavico, un odio che emerge dal profondo dell’abisso, dal vuoto che sta all’origine dello spazio e del tempo, tra le galassie. A me piacciono i cani. Ma se mai busserà alla mia porta per chiedermi un favore gli risponderò: “No, mi spiace, non ce l’ho un biscotto”.

Re: Un biscotto

Inviato: martedì 17 settembre 2019, 1:10
da antico
Ciao Dario e benvenuto nell'Arena! Tutto ok con caratteri e tempo (al pelissimo), ma devi comunicarmi (anche privatamente) il tuo nome e cognome. Buona SIGNOR DISTRUGGERE EDITION!

Re: Un biscotto

Inviato: martedì 17 settembre 2019, 14:18
da imbradario
Ciao antico! Non riesco a scriverti in privato.. tu puoi abilitarmi?

Re: Un biscotto

Inviato: martedì 17 settembre 2019, 20:32
da maurizio.ferrero
Ciao Dario, e benvenuto a MinutiContati!

Il tuo flusso di coscienza di quello che è chiaramente un soggetto da ricovero dà vita a un racconto molto particolare, ma difficile da decifrare.
Come lo stesso personaggio dice, il primo periodo lunghissimo e quasi senza punteggiatura non aiuta molto a fare luce sulla situazione iniziale, che inizia a dipanarsi solo nella seconda metà del racconto. Perfettamente in tema con la mente deviata del protagonista, ma forse un po' indigesto per il lettore.
Per il resto, tutto torna: il racconto è venato di umorismo un po' sinistro, e non si capisce se è necessario lasciarsi andare a compatimento verso il soggetto o provare semplicemente l'impulso di allontanarsi il più possibile. Buona la scena finale con il cane, crea il giusto tocco surreale nella vicenda.
In sostanza una buona prova, con il difetto forse di avere una trama un po' troppo fine a sè stessa, ma credo sia questione di gusti.

A presto!

Re: Un biscotto

Inviato: mercoledì 18 settembre 2019, 12:33
da erika.adale
Ciao Dario, benvenuto.
La vicenda del racconto si potrebbe riassumere in "X ha nuovi vicini, vorrebbe interagire tramite prestito alimentare ma non succede. E il cane dei vicini lo odia." Insomma, una trama un po' povera, che sembra confluire tutto nella battuta finale sul biscotto. La modalità di espressione è una specie di flusso di coscienza, pericolosissimo perché :1) poco adatto ai racconti brevi 2) difficile, difficile, difficile. Un buon flusso di coscienza richiede plurime riletture, limature, correzioni. Il contest veloce di Minuti Contati non è il migliore per provare questa tecnica.
Però: a una seconda rilettura, ho sentito un ritmo interessante nel tuo scritto. Più da monologo teatrale che racconto breve. Probabilmente letto a voce alta, nel modo giusto, funziona molto di più.

Re: Un biscotto

Inviato: mercoledì 18 settembre 2019, 15:13
da antico
Strano non ti funzioni il PM... Scrivimi alla mia mail personale: peter7413@gmail.com
A presto

Re: Un biscotto

Inviato: giovedì 19 settembre 2019, 16:12
da Luca Nesler
Ciao Dario, trovo il tuo stile interessante, ma meriterebbe una limatina. Ci vedo delle buone abilità, ma alcuni periodi sono davvero lunghi e la punteggiatura non aiuta. Visto il contrasto ho pensato che tu abbia fatto una sorta di esperimento con i periodi di difficile leggibilità, è così?
Inoltre ho trovato gran parte del racconto superfluo. Non trovo una trama al racconto, quindi basterebbe meno testo per presentare un personaggio e un suo pensiero. Il resto sembra una digressione.
Ad ogni modo il protagonista è ben delineato e il finale bizzarro e spassoso. Mi ha fatto sorridere.

Re: Un biscotto

Inviato: giovedì 19 settembre 2019, 16:16
da Marco Travaglini
Ciao Dario,
ti dirò, in generale non mi dispiace affatto il tono con cui porti avanti questo colloquio con il lettore, questo tuo umorismo e il voler giocare con le parole sicuramente alleggeriscono un po' il flusso e lo rendono anche simpatico. Ma quella prima parte è traumatica, ed è con quella che ti presenti al lettore, che probabilmente alla seconda parentesi decide di abbandonare il racconto. Con una diversa punteggiatura e con un po' di spazio in più tra i periodi, sarebbe stato un colloquio gradevole, peccato.

Re: Un biscotto

Inviato: domenica 22 settembre 2019, 19:09
da Alfabri
Ciao Dario, novizio come me!
Il tuo racconto è il frutto di una serata a base di alcol e psicofarmaci, oppure denota un'ottima abilità nel delineare una psiche patologica. C'è il ritmo, c'è l'ironia con alcuni spunti davvero brillanti, però quel periodo lì all'inizio... Fortuna che ti sei scusato con il lettore! Non sono nemmeno convinto sia corretta sul piano sintattico. Ugualmente, il pregio del testo sta nell'essere un monologo allucinato e allucinante, che squarcia la realtà penetrando nella mente di una persona sicuramente malata, probabilmente socialmente emarginata, difficilmente piacevole da avere sul medesimo pianerottolo!
Non ci sta una vera trama, ma tant'è, non lo ritengo un requisito obbligatorio. Ben fatto e alla prossima!

Re: Un biscotto

Inviato: lunedì 23 settembre 2019, 13:55
da lordmax
Un flusso di coscienza, una vera rarità.
Mi ha spiazzato quel "scusate il periodo lungo" che cambia completamente la prospettiva da un flusso di coscienza interno (alla Ulisse) a un flusso di coscienza verso il lettore (quasi alla Zeno)
Devo ammettere che ho faticato parecchio ad arrivare alla fine del primo periodo per fortuna la struttura è solida e mantenuta in modo coerente.
La seconda parte, anche se lascia aperto un paio di elementi non chiariti (i lavori in corso ad esempio) è più leggera e aggancia la lettura.
Bella la chiosa finale con il cane che da quel tocco di immaginifico che sembrava mancare in un racconto psicotico come questo
Una bella prova
Tema centrato in pieno

Re: Un biscotto

Inviato: lunedì 23 settembre 2019, 23:58
da Andrea Partiti
Approvo completamente lo sperimentare.
Purtroppo, lo sperimentare ci espone anche al rischio di fallimento, e in questo caso sono costretto a trovare fallito l'esperimento.
Credo che serva della spigliatezza in più per poter usare questa struttura, un flusso di coscienza che parla direttamente al lettore. Una voce che fa battute, che depreca se stessa, che divaga e torna al tema principale. Puoi fare tutte queste cose, ma devi sforzarti tre volte più del normale per agganciare e tenere agganciato il lettore, e per riuscirci serve ancora molto molto lavoro di editing e lima (non per ultimo per levare tutti quegli errori e imprecisioni che non si possono imputare al narratore e distraggono dagli errori che invece sono parte del gioco).

Re: Un biscotto

Inviato: martedì 24 settembre 2019, 14:00
da antico
In mancanza di comunicazione da parte dell'autore, mi trovo costretto a squalificare il racconto.
Mi spiace, ma per garantire la migliore esperienza possibile a tutti devo, almeno io, sapere con chi ho a che fare.
Nulla preclude la partecipazione alle prossime edizioni, ma sempre vincolata a quanto richiesto.
Per questa edizione, pertanto, non verrà neppure considerata valida la classifica eventualmente postata dall'autore.

Re: Un biscotto RACCONTO SQUALIFICATO

Inviato: mercoledì 25 settembre 2019, 23:28
da imbradario
Ciao a tutti!
E grazie mille per i vostri commenti e scusate mille per il dileguamento!
E' stata una settimana un pò complicata, ho provato a recuperare, non ce l'ho fatta e sono stato squalificato. La frase di rito è senz'altro "Come inizio non c'è male". In ogni caso, ho letto quasi tutti i racconti, molti mi sono piaciuti e mi piacerebbe commentarne lo stesso alcuni se ci riuscirò. Ho visto che critiche e apprezzamenti riguardano più o meno gli stessi punti, per cui nessuno si offenda se rispondo con un unico post (se mai qualcuno lo leggerà). Sarò breve e comprensibile questa volta, promesso.
Sì, in linea generale mi piace e diverte sperimentare, non so se ne sono pienamente capace e temo che faccia un pò parte della mia linea stilistica.. se ne ho una. Ci sto lavorando. Le diverse andature del racconto erano in realtà previste fin dall'inizio ma per mancanza di tempo non sono riuscito a limare e rendere digeribile come volevo quel maledetto :) periodo iniziale (volevo evitare il malus.. pensa te). Riguardo la mancanza di trama o la storia fine a se stessa, è senz'altro vero, ma credo che forse proprio queste caratteristiche siano a volte capaci rendere il racconto surreale e (per alcuni) piacevole. Ho preferito azzardare in questo esercizio piuttosto che rischiare, la prima volta, di scrivere una storia banale. Spero che comunque, almeno un pò, vi abbia fatto sorridere.
Faccio un in bocca al lupo a tutti e alla prossima! E forza SEAWATCH!
Ciaooooo