Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Quando? Lunedì 16 settembre dalle 21.00 all'una
Con chi? Vincenzo Maisto, anche conosciuto come IL SIGNOR DISTRUGGERE

Perché partecipare? Sarà la prima edizione della Settima Era e tutto sarà più divertente e veloce: solo nove edizioni per un vero e proprio campionato annuale che, in più, riserverà anche dei premi extra oltre alla visibilità sui canali soliti di Minuti Contati.

Quanti caratteri saranno disponibili? 3333 caratteri max spazi inclusi.
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antico
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Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 settembre 2019, 1:59

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BENVENUTI ALLA SIGNOR DISTRUGGERE EDITION, LA PRIMA DELLA SETTIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 132° ALL TIME!

Questo è il gruppo BLACK HOLE della SIGNOR DISTRUGGERE EDITION con VINCENZO MAISTO (aka SIGNOR DISTRUGGERE) nella veste di Guest Star.

Gli autori del gruppo BLACK HOLE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo SEA WATCH.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo HURRICANE


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da VINCENZO MAISTO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DELLA SESTA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non avevano ottenuto punti nel corso della Sesta Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo BLACK HOLE:

Il pollaio, di Maurizio Ferrero, ore 22.48, 3333 caratteri
La fitta del cambiamento, di Andrea Partiti, ore 22.37, 3332 caratteri
Punti di vista, di Dand Elion, ore 23.11, 3332 caratteri
La scatoletta di tonno, di Marco Travaglini, ore 01.00, 2391 caratteri
A venti voglio il cambio, di Luca Nesler, ore 22.54, 3327 caratteri
Sangue, di Massimiliano Enrico, ore 00.22, 3268 caratteri
Sulla via del ritorno, di Erika Adale, ore 00.07, 3051 caratteri
Un palazzo freddo, di Luigi De Meo, ore 22.35, 3213 caratteri
Grandi fratelli, di Alfabri, ore 00.59, 3299 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 SETTEMBRE per commentare i racconti del gruppo SEA WATCH. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 SETTEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i NOVE racconti del gruppo SEA WATCH e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete VENTISEI (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo SEA WATCH.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA SIGNOR DISTRUGGERE EDITION A TUTTI!



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Laura Cazzari
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 17 settembre 2019, 11:48

Complimenti a tutti per aver saputo sviluppare in modo così diverso un tema non così facile.

Nel seguito trovate la mia classifica e i commenti. Buona Nuova Era a tutti!

1. La scatoletta di tonno
2. La fitta del cambiamento
3. Sulla via del ritorno
4. Il pollaio
5. Grandi fratelli
6. A venti voglio il cambio
7. Punti di vista
8. Sangue
9. Un palazzo freddo

Il pollaio, di Maurizio Ferrero
Ciao Maurizio, è un piacere rileggerti. Devo dire che sono rimasta un po’ spiazzata dalla tua storia e quindi non so bene come commentarla. Partiamo col dire che il tema c’è ed è forte e chiaro. Credo che, come spesso trovo nei tuoi racconti, tu abbia voluto estremizzare una situazione reale. La paura del diverso che spesso si trasforma in odio e che molte volte è solo una questione di ignoranza. Ho ragione?

La fitta del cambiamento, di Andrea Partiti
Ciao Andrea, il tema dei nuovi vicini di casa nel tuo racconto è presente ed è chiaro. Devo dire che ho trovato la tua storia simpatica, un misto tra pazzia e scene inspiegabili che lasciano il lettore in sospeso, incerto se credere alla bizzarria o alla pazzia. Una trama ben congegnata e sviluppata abbastanza bene.

Punti di vista, di Dand Elion
Ciao Dand, anche in questo caso il tema del nuovo vicino c’è. Mi è piaciuta l’idea del doppio punto di vista. Quello del nuovo vicino e quello di chi vede arrivare persone nuove. Mi è piaciuta molto anche la contrapposizione dei due stili di vita e delle due visioni così contrapposte, ma anche così simili. L’unica osservazione che ti faccio riguarda lo stile. La prima parte l’ho trovata perfetta, un linguaggio poco curato e una vita fatta di credenze popolari. La seconda parte l’ho trovata molto meno bella. Mi aspettavo un linguaggio completamente diverso. Invece, alla fine l’ho trovato molto simile alla prima parte e di difficile lettura alla lunga. Se potessi variare solo questo dettaglio sarebbe un buon racconto. Spero di non averti #smerigliatoleBalle :)

La scatoletta di tonno, di Marco Travaglini
Ciao Marco, mamma mia la tua storia arriva dritta come un pugno nello stomaco. Il fatto che i primi protagonisti siano i gatti l’ho molto apprezzato, anche se non è stata una sorpresa svelata a poco a poco, ma chiaro fin da subito. Il finale è devastante specialmente quando capisci a cosa si riferisce la prima riga del racconto. Una pecca, trovo che il tema sia stato trattato un po’ troppo marginalmente.

A venti voglio il cambio, di Luca Nesler
Ciao Luca, devo subito farti i complimenti per la citazione di Tolkien. Grandissimo Tom Bombadil!! Allora il tema del vicino è un pochino stiracchiato a mio avviso e la parte centrale del racconto un po’ troppo tirata per le lunghe. Trovo giusta la scelta di creare un po’ di confusione nel lettore, ma avrebbe reso meglio se fosse stata più corta. La frase conclusiva l’ho trovata davvero geniale.

Sangue, di Massimiliano Enrico
Ciao Massimiliano, è un piacere rileggerti. Dopo aver letto un po’ dei tuoi racconti qui a minuti contati sto cominciando a pensare che i 3K€ siano troppo pochi per esprimere le tue storie. C’è sempre qualcosa dietro che rimane non svelato, una storia più lunga che darebbe sicuramente maggior risalto a queste poche righe. Trovo che il tema sia ben sfruttato, ma penso anche che ti sia dilungato troppo sulla prima parte per poi schiacciare la fine in poche righe. Mi sarebbe piaciuto avere qualche informazione in più, perché appena ho finito di leggere il tuo racconto la mia testa era piena di un sacco di domande.

Sulla via del ritorno, di Erika Adale
Ciao Erika, cavoli anche la tua storia colpisce il lettore dove fa più male. Mi piace che tu abbia deciso di interpretare a modo tuo il tema. I nuovi vicini sono i sensi di colpa, le azioni deplorevoli delle quali non potremmo mai sbarazzarci; come vicini scomodi saranno sempre accanto a noi. La non curanza della prima parte si scontra con la dura realtà nella fase finale.

Un palazzo freddo, di Luigi De Meo
Ciao Luigi, hai dato un’interpretazione tutta tua al concetto di vicino di casa andando a “scomodare” (in senso buono) re e papi. Sicuramente un racconto con una trama fuori dal comune. Tuttavia, ho trovato la tua scrittura troppo fitta e caotica. Ho avuto difficoltà a seguirti per quasi tutto il tempo, dovendo spesso tornare indietro e rileggere le parti che non ero riuscita a capire dopo la prima lettura. L’idea era buona, ma avresti dovuto alleggerire più il tutto. Se ci rilavorassi un attimo sono sicura che verrebbe fuori un bel racconto.

Grandi fratelli, di Alfabri
Ciao Alfabri, benvenuto su Minuti Contati. Innanzitutto, voglio elogiare il tuo stile di scrittura. Scrivi in modo scorrevole e alcuni tuoi guizzi sono davvero geniali (in un batter di cataratte, semplicemente stupendo). Hai una capacità descrittiva non comune a tutti. La trama del tuo racconto, tuttavia, non mi ha conquistata. Mi è piaciuto l’esercito di vecchietti impiccioni, anche se a un certo punto mi è sembrato che lo portassi un po’ troppo all’eccesso. La vera pecca tuttavia è il finale un po’ vuoto e banale che lascia al lettore un senso di incompiuto. Anche il tema va a morire sul finale, Attenzione alla punteggiatura un po’ carente in qualche punto.
Laura Cazzari

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diego.martelli
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » giovedì 19 settembre 2019, 1:22

Ciao a tutti! E' un piacere e un onore partecipare di nuovo. Ecco la mia classifica e i miei commenti.


Classifica:

1. Sulla via del ritorno, di Erika Adale
2. Il pollaio, di Maurizio Ferrero
3. La fitta del cambiamento, di Andrea Partiti
4. La scatoletta di tonno, di Marco Travaglini
5. Grandi fratelli, di Alfabri
6. Punti di vista, di Dand Elion
7. Sangue, di Massimiliano Enrico
8. A venti voglio il cambio, di Luca Nesler
9. Un palazzo freddo, di Luigi De Meo



Il pollaio, di Maurizio Ferrero
Esecuzione senza sbavature, molto divertente e leggera la critica al rifiuto del diverso: in questo caso il diverso è effettivamente diverso, creando una comica situazione di incomprensione. C'è sotto anche una questione generazionale: il nuovo, incomprensibile al padre, è invece così normale per la figlia da renderla incapace di prevedere o comprendere le reazioni paterne. La reazione aggressiva dell'uomo chiaramente si incastra bene sul suo dichiarato razzismo: la sua ipotesi sull'uovo, uno scherzo alla figlia ingenua, si presta molto bene al lancio della scena finale.


La fitta del cambiamento, di Andrea Partiti
Gradevole e scorrevole, non ci trovo errori tecnici di nessun tipo e il tema è chiaramente centrato. Anch'io trovo nel racconto la mancanza di un twist finale di qualche tipo, che mi avrebbe molto soddisfatto con conferme più esplicite dell'accenno finale alla finestra che purtroppo trovo poco risolutivo: non riesco a capire se anch'esso è una misura della follia del protagonista o no. Inoltre la fitta del titolo viene descritta inizialmente, poi abbandonata fino all'incontro fisico con i vicini; immagino che il protagonista la sentisse in ogni episodio psicotico, ma la sensazione è che la presenza della fitta in fondo al cranio sia un po' sparita, ed è strano visto che invece l'accenno alle dosi continua scandendo il racconto.

Punti di vista, di Dand Elion
Interessante la tematica relativa alla differenza di punti di vista, alla incapacità di mettersi nei panni altrui e alla facilità con cui si danno giudizi. Anch'io a dire il vero mi aspettavo un cambio di tono, registro e strutturazione delle frasi nella seconda parte: la mia (personale) opinione è che il secondo personaggio avrebbe potuto parlare con un tono differente senza risultare, come hai risposto sopra, necessariamente aulica, formale o innaturale. Comprendo tuttavia che l'omogeneità di tono e registro aiuta a spingere uno dei concetti chiave del racconto, ossia la sostanziale uguaglianza di comportamento e mentalità delle due protagoniste.

La scatoletta di tonno, di Marco Travaglini
La vicenda in sé mi è piaciuta molto, anche perché non lesina sugli elementi macabri. Ho trovato molto fuorviante l'intreccio: il dialogo fra i due morti è costellato da "tracce fisiche" ("chiuse gli occhi, "sospirò", si afflosciò sul divano") che mi hanno tratto in inganno: all'inizio credevo fossero due gatti a parlare, poi due persone viventi, e solo in seconda lettura ho visto l'indizio che hai seminato (il telecomando che non cambia canale). Avrei però personalmente preferito qualche indizio in più sull'identità dei due parlanti. Relativamente allo stile, credo che il dialogo potesse essere reso più scorrevole, e a tratti gli usi delle virgole potessero essere migliorati. ""Bhè allora potresti portargli quella maledetta scatoletta di tonno, non riesco più a sopportarla, ormai si sarà riempita di vermi." poteva, a titolo di esempio, essere resa con un punto esclamativo dopo tonno). Attenzione a "Bhè", che credo dovrebbe essere un "Beh" o un "Be' ".

A venti voglio il cambio, di Luca Nesler
La prima parte è a mio avviso un po' troppo lunga e ha messo alla prova la mia sospensione dell'incredulità: mi ha turbato che la coppia non si sia maggiormente allarmata o ribellata per i modi invasivi o sgarbati del dottore. Che c'era qualcosa di strano s'è capito da subito per via dei nomi "biblici" dei protagonisti, ma ho poi perso il filo all'arrivo di "Tom Bombadil". Forse la situazione poteva migliorare con qualche indizio in più che conducesse il lettore, nella prima parte, a comprendere meglio la natura dell'esperimento in corso. Racconto comunque divertente e con un buon ritmo!

Sangue, di Massimiliano Enrico
Mi piace molto la struttura e la ricerca attenta di descrizioni non banali: trovo i primi due paragrafi, quelli dello scontro, esteticamente piacevolissimi. Credo però che siano anche scarsamente necessari alla trama, che avrebbe avuto bisogno di più spazio, di più spiegazioni: registro la presenza di una donna anziana che dispone di autorità, di una comunità che ha connotazioni particolari, di un problema di alloggi, ma moltissimo non viene spiegato. E' una scena evocativa e molto potente, ma come racconto lascia, per il mio personale gusto, troppe questioni irrisolte: dopo l'incipit così potente la mia attenzione era catturata, e desideravo saperne di più.

Sulla via del ritorno, di Erika Adale
Una coppia gradassa e superficiale scopre la punizione per i propri crimini. Bellissimo! La descrizione iniziale mi ha fatto dapprima pensare a un tema leggero, forse virante verso il sociale: lentamente però il racconto diviene sempre più insistente sui dettagli inspiegabili e macabri, con l'apparizione del gatto che sancisce a chiare lettere che qualcosa che non va. Conclusione con twist che non ho visto arrivare e come tale graditissimo. Racconto fantastico.

Un palazzo freddo, di Luigi De Meo
La storia è chiara e centra il tema, ma l'esposizione ha un ritmo strano che a tratti vira verso il flusso di coscienza. Qualcosa nel dialogo interiore del protagonista non mi convince, o forse non mi sembra quello adatto a Vittorio Emanuele, per tono, composizione e registro: ad esempio quel "vecchiaccio" insistito in qualche maniera mi ha confuso e portato lontano dalla storia raccontata, rendendomene ostica la convinzione. A causa di tutto ciò mi sono un po' perso, senza riuscire ad appassionarmi al dramma interiore del protagonista.

Grandi fratelli, di Alfabri
Tema centrato, racconto ben scritto e scorrevole. Il tema, qui, diviene quello della capacità di impicciarsi e di spettegolare di un gruppo di pensionati in un condominio, che portano la situazione a eccessi paradossali. La conclusione, tuttavia, sembra anche a me un po' fiacca: apprezzo che tutto venga spiegato, ma ad esempio mi domando come mai, di quei pettegoli, nessuno avesse riconosciuto i parenti del Borgazzi; in realtà, tuttavia, forse funzionava tutto anche senza spiegare chi era la coppia giovane che si era vista passare. E' un peccato perché il registro e il ritmo sono a mio avviso davvero ottimi e divertenti.

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filippo.mammoli
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 20 settembre 2019, 19:38

Ciao e complimenti a tutti. Il livello della competizione mi sembra sempre molto alto e dover stilare una classifica è stato un compito arduo.
Comunque, eccola qua :

1. Il pollaio
2. Grandi fratelli
3. Sulla via del ritorno
4. La fitta del cambiamento
5. Un palazzo freddo
6. Sangue
7. La scatoletta di tonno
8. Punti di vista
9. A venti voglio il cambio

Il pollaio, di Maurizio Ferrero
L'idea di fondo è molto apprezzabile e, purtroppo, tristemente attuale.
Il tema è centrato in pieno.
Il linguaggio del padre ignorante e razzista mi pare azzeccato e volgare al punto giusto.
La trovata dell'uovo a rimarcare una distanza culturale e una diversità è molto originale ed efficace, dando corpo alle lamentele del padre che teme che I vicini possano tenere degli uccelli in casa.
Mi piace anche la figura della figlia, che considero un auspicio per le nuove generazioni, e che non si pone il problema della razza né della cultura dei vicini.
Bello il finale che chiude in bellezza un racconto surreale ma attualissimo.

La fitta del cambiamento, di Andrea Partiti
Il tema dei vicini è del tutto presente.
L'andamento ripetitivo, basato sul mantra delle dosi di uno psicofarmaco da aggiustare mi è sembrato piacevole e dà un buon ritmo al racconto senza annoiare. Lo stile è scorrevole e diretto, e mi piace. Le visioni del protagonista a metà tra fantastico e follia sono anche comiche, e il registro è quello giusto. Unica pecca, mi è mancato uno strappo finale.

Punti di vista, di Dand Elion
Due donne molto diverse, che si ritrovano vicine di casa e si presentano senza far sbocciare la scintilla della simpatia. Mi piace il cambio di linguaggio e di punto di vista e la prosa mi è sembrata adatta a questo tipo di situazione. Per questo ritengo che si tratti di un buon racconto, anche ironico, ma nonostante ciò mi è mancato un po' di pathos e di ritmo e magari un qualche sussulto finale.

La scatoletta di tonno, di Marco Travaglini
L'idea è interessante, anche se io personalmente non amo troppo le storie di zombie, gente già morta che non se ne accorge o vampiri. Questo però è un mio limite.
Quello che invece credo sia un limite piuttosto oggettivo è la scarsa chiarezza del racconto, che ho dovuto rileggere tre volte per capirlo. Alla fine tutto fila e c'è buon ritmo. Il finale che cambia tutte le carte in tavola è il punto di forza, ma prima di capire che il gatto è vivo ma i coniugi sono morti ci ho messo un po' e ho dovuto risalire a quel "Davide" nominato all'inizio.

A venti voglio il cambio, di Luca Nesler
L'inizio che lascia pensare a una normale scenetta familiare con tanto di profumo di caffè, viene spazzato via dall'intrusione dello strano personaggio del dottore. Ho passato poi l'intero racconto a cercare di capire dove si andasse a parare nell'attesa di un twist finale o di un colpo di scena che rendesse ragione di tanta attesa un po' confusa. Il colpo c'è stato, ma non ha avuto su di me alcun effetto. Peccato, una buona idea che poteva essere condotta meglio. Il tema c'è anche se, a mio avviso, non troppo centrato.

Sangue, di Massimiliano Enrico
Racconto che parte col botto, nel vero senso della parola. Bella l'atmosfera e lo stile, scrivi molto bene, davvero. L'uso del tu narrante è una arma a doppio taglio ma tu la padroneggi nel modo corretto. I cambi di prospettiva e un finale non troppo chiaro per me hanno smorzato il mio entusiasmo iniziale. Il tema è presente e nel complesso è un buon racconto, ma il conflitto, nucleo centrale della narrazione, poteva essere gestito meglio.

Sulla via del ritorno, di Erika Adale
Un quadretto familiare con i "mostri" ordinari e quotidiani a cui siamo assuefatti, indifferenza, nevrosi per un nonnulla e un classico vicinato molesto.
Per questo direi che il tema è presente e pienamente rispettato. Molto buoni i dialoghi e molto azzeccato il twist finale con dei mostri veri, anche se io non sono amante del genere, devo dire che te lo sei proprio giocato bene.

Un palazzo freddo, di Luigi De Meo
Mi piace l'originalità del racconto che fin dall'inizio ti fa cercare di capire chi sia il protagonista e perché c'è l'abbia tanto con i dirimpettai. Mi piace lo stile e anche se l'incedere è un po' lento, lo trovo funzionale al tipo di narrazione storica.
Unica pecca, forse non da poco, è che il tema è stato trattato in modo forse troppo originale, al punto di diventare marginale.
Più che avercela con questo vicino un po' particolare, il nuovo Re d'Italia ce l'aveva con la situazione generale che doveva gestire.

Grandi Fratelli, di Alfabri
Questo racconto è stato per me uno spasso dall'inizio alla fine. Una scena da film, con un'ironia a metà tra Fantozzi e Stefano Benni, con uno stile impeccabile arricchito da espressioni dialettali del nord.
Il tema è gestito in modo originale e perfetto, traspare un critica sociale che esplode nel gran finale e che fa capire d'un tratto l'attinenza con il titolo. Complimenti.

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Gennibo
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » sabato 21 settembre 2019, 11:42

Ciao a tutti, ho trovato i racconti molto interessanti per varietà di sviluppi e per bravura nella stesura delle storie. Stilare una graduatoria è stato più difficile che in altre occasioni.
Ecco la mia classifica

1 La fitta del cambiamento
2 Sulla via del ritorno
3 Il pollaio
4 A venti voglio il cambio
5 La scatoletta di tonno
6 Grandi fratelli
7 Sangue
8 Punti di vista
9 Un palazzo freddo

Il pollaio, di Maurizio Ferrero
Ciao Maurizio, bello leggerti!
Mi piace la tua scrittura, leggera, sarcastica e surreale. All’inizio sono rimasta un po’ spiazzata dall’uovo, è vero però che dal piano di sopra si sente chiocciare, immagino che i “vicini” non abbiano i polli, ma siano loro stessi degli ibridi.
Carina l’idea! Mi sono divertita a leggere i dialoghi padre/figlia. Spiritoso il cognome degli stranieri, un misto di alchechengi e alieni. Per me hai centrato l’idea del vicino “diverso” che ci mette a disagio e del giovane che è più propenso ad accettare la diversità. E poi, di questi “cosi” ci si può fidare o finiranno per colonizzare il mondo come i “Visitors” della vecchia serie televisiva? ;)

La fitta del cambiamento, di Andrea Partiti
Ciao Andrea,
il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo. Ci sono i nuovi vicini. Il protagonista li vede strani e dà per scontato che sia a causa della sua malattia. La storia rimane in bilico lasciandoci il dubbio: cosa è vero e cosa è solo percezione visiva distorta? L'incapacità del lettore di darsi una risposta certa è il risultato di un'idea sviluppata bene, sul pensiero di una persona che ha disturbi psichici e sa che non può fidarsi di quello che vede. Per me le cose sono strane, ma lui le accetta, visto che per lui la realtà distorta è normalità. Il finale mi ha fatto sorgere qualche dubbio: mi sorge la domanda: quale gioco? Ok che le dosi non sono ancora quelle giuste, ma perché si impegna? Per non agitarsi? Per trovare tutto normale? O per stare attento e prendere le dosi giuste del farmaco, che se ci vede doppio potrebbe stare prendendo metà dose?

Punti di vista, di Dand Elion
Ciao Dand,
Il tema è rispettato, la scrittura sempre brillante. Ho apprezzato il modo in cui hai gestito il racconto: i due punti di vista, e l’avventura del cane usurpatore con la relativa reazione del gatto.
Riguardo il registro linguistico uguale per entrambi i personaggi, anche io avrei preferito fosse diverso, più che altro perché le protagoniste sono diverse, anche se lo stile criticone è lo stesso. Nonostante questo l’ho trovato godibile.

La scatoletta di tonno, di Marco Travaglini
Ciao Marco, il tema è centrato. La storia è gestita bene e mi è molto piaciuta. Anche se all’inizio non avevo capito cosa mangiasse il gatto; ma ci sta che il lettore ci arrivi più avanti. Metti gli indizi qui e là dosandoli bene, così che alla fine ci troviamo tutte le informazioni per trarre le giuste conclusioni.
Il comportamento distratto e indifferente del figlio chiarifica cosa sia successo. Bravo.

A venti voglio il cambio, di Luca Nesler
Ciao Luca,
bello il racconto e i nomi. Adam e Eve, evocano idee sul come si svilupperà il racconto. Quando ho letto di Tom alla porta ho pensato che il racconto finisse in modo fantastico più che fantascientifico. Bello il riferimento biblico con il tipo che rasa il giardino. Ho trovato il racconto molto piacevole. Finale efficace

Sangue, di Massimiliano Enrico, ore 00.22, 3268 caratteri
Ciao Max, bello l’inizio. Mi sono sentita anche io sballottata, pensavo fosse un terremoto. Ho trovato molto interessanti i dialoghi dei due ragazzini, molto reali, abbozzati in modo essenziale e realistici.
Interessante e insolita la scelta della seconda persona, la prima volta ho faticato a inquadrare i personaggi. Dopo qualche rilettura tutto si è chiarito.

Sulla via del ritorno, di Erika Adale
Uno dei racconti più belli che ho letto durante questa sfida, scritto bene, con il tema dei vicini centrato. Ho adorato l’idea. Inizia con la leggerezza della voglia di ignorare l’accaduto e continuare la propria vita come se non fosse successo nulla di grave. I sensi di colpa ignorati che prepotenti prendono orribili sembianze, tali quanto straziante è l’accaduto. Molto brava.
P.S. Il dialogo che Emiliano trova confuso per me è chiaro, il "Che cazzo cucini!" viene detto da un Lui maschilista e rompiscatole, e il resto viene di conseguenza.

Un palazzo freddo, di Luigi De Meo
Ciao Luigi,
il tema è rispettato. L’ho letto come lo sfogo supponente di un re bisbetico, per questa ragione avrei preferito fosse in prima persona. Mi aspetterei che un reale a quei tempi parlasse in modo più pomposo, in linea con la sua arroganza.
Il tuo racconto mi ha fatto riflettere riguardo il gradimento di un racconto il cui personaggio è spocchioso e antipatico. Penso che con una storia del genere l'autore debba compensare l'antipatia del personaggio con la bravura stilistica che qui non spicca particolarmente.
Alla prossima!

Grandi fratelli, di Alfabri
Ciao Alfabri, bello il “Batter di cataratta”, anche l’organizzazione dei vicini, in una perfetta sintonia che mi aspetterei nella redazione di un giornale di pettegolezzi. Un racconto godibile che ho apprezzato anche per l’uso di dialoghi dialettali ben dosati. A me è piaciuto anche il finale alla “scherzi a parte” e capisco anche che i nipoti non vengano riconosciuti, vista la cataratta. Gli anziani sono troppo presi dalle loro macchinazioni per fermarsi davanti a un particolare così “insignificante” :D

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Il Calmo
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » sabato 21 settembre 2019, 12:16

Classifica

1 LA FITTA DEL CAMBIAMENTO
2 PUNTI DI VISTA
3 SULLA VIA DEL RITORNO
4 LA SCATOLETTA DI TONNO
5 IL POLLAIO
6 UN PALAZZO FREDDO
7 A VENTI VOGLIO IL CAMBIO
8 GRANDI FRATELLI
9 SANGUE

COMMENTI IN ORDINE SPARSO

GRANDI FRATELLI

Ciao e piacere di leggerti.
Il tema ovviamente è centrato, quindi su questo nulla da dire.
In merito allo stile ho apprezzato la scorrevolezza, anche se ho notato (ma è un mio gusto personale) un uso eccessivo di aggettivi, paragoni e considerazioni dello scrittore che secondo me appesantiscono un po’ il tutto e forse tolgono ritmo.
Il peroblema principale secondo me qui è il finale. L’ho trovato proprio banale purtroppo, quasi permettimi il termine, infantile e ha rovinato il tutto.
Mi sarei aspettato qualcosa di più graffiante, di più sarcastico e invece ho avuto la sensazione di qualcosa che si è afflosciato.
Peccato.

UN PALAZZO FREDDO

Ciao, allora parto dalle cose positive, ossia il tema e l’originalità che ho molto apprezzato.
Lo stile l’ho trovato un po’ confuso, non tanto come tecnica ma proprio nella capacità di riuscire a farsi seguire. L’aver scelto di intersecare gli eventi ai pensieri non è facilissimo da gestire secondo me.
La nota meno lieta è il finale.
Aver rivelato i nomi dei personaggi uno dopo l’altro tutti in fondo mi sembra quasi uno spiegone, io avrei dichiarato subito di chi stavamo parlando, avresti aiutato il lettore a entrare nel clima ma è un mio punto di vista ovviamente. Non ci sarebbe stato l’effetto sorpresa, vero, ma in questo caso mi chiedo se era davvero necessario e se ha aggiunto qualcosa al racconto.

SULLA VIA DEL RITORNO

Racconto originale, ben scritto, con uno stile incalzante e fluido, tutto molto positivo direi.
Ora però devo confessare che se non avessi letto i commenti sarei rimasto con molti dubbi di interpretazione.
Probabilmente è stato un limite mio di concentrazione, non lo so, però c’è qualcosa che non mi torna.
I protagonisti sono i pirati della strada che hanno fatto fuori una famiglia intera, ok ci sta, ma l’incidente è davvero troppo grosso per non aver coinvolto pesantemente anche loro.
Non lo so, non mi torna.
Se il protagonista fosse stato uno che la sera prima aveva investito il figlio del vicino a piedi, forse lo avrei visto come più credibile.
Probabilmente non riesco a farmi capire me ne rendo conto, ad ogni modo un discreto lavoro.

SANGUE

È senza dubbio un racconto originale, a partire dall’uso della seconda persona.
Il tema c’è e lo stile è ricercato in una maniera comunque che ho apprezzato perché non l’ho trovata pesante.
Il problema per me è che tutto risulta davvero troppo, troppo criptico.
Non si riesce davvero a capire dove siamo, quando siamo, perché e cosa succede in concreto.
C’è questo scontro a pugni, problema di assegnazione di case ma tutto per me è davvero poco comprensibile e questo non lo posso reputare un pregio in un racconto breve.
Complimenti però per l’incipit molto bello e originale.

A VENTI VOGLIO IL CAMBIO

Ciao Luca,
allora, cose positive una marea: stile pulito e asciutto, dialoghi credibili, freschi e rapidi, tema comunque c’è e l’originalità pure.
Cose negative purtroppo una ma non trascurabile almeno per me, ossia ho capito poco cosa stesse succedendo e non so chi sia Tom Bombadil, quindi non ho colto minimamente la citazione e sicurmente ho perso un quid che invece ho capito sarebbe stato interessante.
Citare personaggi (minori) dando per scontato che chi legge li conosca secondo me in un racconto breve può essere controproducente.
Anche la questione dei cloni fino alla fine non era davvero molto chiara, avrei preferito qualche indizio in più, qualcosa di più strano che poteva indirizzarmi in quella direzione.
Detto questo come stile ottima prova, lo ribadisco!


LA SCATOLETTA DI TONNO

C’è qualcosa in questo racconto che non riesce a convincermi.
Non è nello stile, che è fluido e neppure nel tema alla fine che comunque c’è.
Forse è nella trama. Non lo so, non mi ha preso particolarmente.
L’incipt buono ma poi il dialogo tra i morti non mi ha preso e ancora meno la parte con il notaio.
Io avrei a questo punto puntato davvero sul gatto, magari col suo punto di vista, facendo capire a poco a poco che i padroni erano morti.
La parte del presunto avvelenamento secondo me per una storia così breve non ci stava.
Mio parere personale ovviamente.

PUNTI DI VISTA

Racconto originale e carino, senza chissà quali colpi di scena. Ha uno stile particolare che ho apprezzato (volutamente sporco e colloquiale).
Forse avrei cercato però di differenziare un po’ di più i due punti di vista come registro (non linguistico) . iniziano tutti e due con vicina non mi ci sono sentita mai e secondo me confonde.
Per il resto una buona prova secondo me.

LA FITTA DEL CAMBIAMENTO

Ciao Andrea
Bravo, bene!
Racconto semplice, ben scritto, ritmato, dove tutto e dichiaratamente folle e senza nessuno spazio alla pretenziosità.
Stile fresco e divertente. Non ho appunti da fare, secondo me in un contest con racconti brevi indovinare chissà quale trama è una impresa, quindi spesso è meglio puntare sullo stile e soprattutto sul ritmo, quindi pollice su!!!

IL POLLAIO

Devo dire che concordo con i commenti precedenti.
Sono rimasto anche io spiazzato dal finale. L’intento di descrivere la paura del diverso ci sta, così come lo stile (ottimo e fluido) e i dialoghi credibili e rapidi.
Quello che ci sta meno è appunto il finale, troppo surreale secondo me e alla fine non raggiunge l’obiettivo di far riflettere ma il tutto rimane in una dimensione grottesca e semicomica.
Mi è sembrata una occasione un po’ mal sfruttata.
Ma sono solo mie impressioni.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » domenica 22 settembre 2019, 11:38

Ecco la mia classifica, ragazzi.

1) A venti voglio il cambio
2) La fitta del cambiamento
3) Il pollaio
4) Grandi fratelli
5) Un palazzo freddo
6) Sulla via del ritorno
7) Punti di vista
8) La scatoletta di tonno
9) Sangue


Il pollaio
Ciao Maurizio. Come sempre, il tuo è un racconto scritto ottimamente. Il messaggio che volevi trasmettere è a grandi linee chiaro, date le affermazioni del protagonista in merito agli stranieri e alla situazione nel suo insieme. Forse sono le sfumature a sfuggire un po' e a essere più a libera interpretazione. La cosa, però, non mi è affatto pesata e mi sono goduto il racconto spegnendo il cervello e godendomi semplicemente la circostanza grottesca che hai rappresentato. Molto originale. Complimenti e a rileggerci.

La fitta del cambiamento
Ciao Andrea. Il tuo è un ottimo racconto riguardante la follia. Il tuo stile mi è piaciuto molto e per quanto riguarda la ripetizioni che hai usato (secondo me volutamente) mi trovo d'accordo con Wladimiro. Le ho trovate pertinenti e scaltre. In genere non amo moltissimo i racconti brevi privi di plot twist ma nel tuo caso mi è piaciuto molto. Trovo sia uno di quei testi che ben si adatterebbero a un monologo e che ascolterei molto volentieri. Un racconto da podio. Complimenti e a rileggerci.

Punti di vista
Ciao Dand. Come sempre, racconto scritto molto bene e sei stata davvero molto brava nel calarti nella parte dei diversi protagonisti. Ho seguito gli interventi che ti sono stati fatti in merito al registro e le tue risposte perché anche io, a causa di questo, ho fatto un po' di confusione. Io non credo che sia tanto il fatto di averli mantenuti entrambi sciatti (ci sta) ma sono davvero simili. Senza farne diventare uno troppo formale o forbito, si poteva personalizzare un po' di più, tutto qui. Per il resto bel lavoro, anche se non mi ha appassionato più di tanto. A rileggerci.

La scatoletta di tonno
Ciao Marco. Sono giorni che sto cercando di capire cosa non mi convinca di questo racconto. Di certo è ben scritto, seppur abbia qualche pezzo di dialogo un po' troppo innaturale. L'inizio con il gatto che non mangia il tonno, facendo un'anticipazione degli eventi successivi, mi è piaciuta tantissimo, ma poi sembra che non ci siano gli elementi giusti seminati sul percorso per accompagnare il lettore al finale. A una prima e a una seconda lettura, infatti, non riuscivo bene a capire chi fossero i genitori di Davide, se i vicini oppure i protagonisti. L'unico elemento d'aiuto è il bambino citato sul finale ma ho faticato a ricostruire gli eventi. Forse va reso un pochino più fluido ma non saprei nemmeno dirti in che modo. Non ho nemmeno inquadrato troppo il ruolo del figlio in tutta la vicenda. E' forse un semplice pretesto per spiegare l'accaduto? Perché inserire la morte del bambino nella pancia? E' come se volessi dire qualcosa ma questo non è arrivato. Sono piuttosto confuso. A rileggerci.

A venti voglio il cambio
Ciao Luca. E' un piacere rileggerti, soprattutto con questo racconto. L'ho apprezzato davvero tanto e credo che in questa creazione ti sia riuscito molto bene coniugare mistero, una trama solida e la tua simpatica ironia. Trovo sia uno dei racconti che ti siano meglio riusciti tra quelli che ho letto fino ad ora e sicuramente lo piazzo sul podio di questa edizione.
Non ho nulla da dire sullo svolgimento fluido e scorrevole, con i giusti indizi da apprezzare ancor di più in una seconda lettura, una volta capito l'arcano.
L'unica nota leggermente negativa è che non ho compreso il motivo dell'esplosione che ha ucciso la coppia di cloni. Per quale ragione vivono nell'abitazione su Venere ma poi muoiono? O non è molto intuitivo questo passaggio o sono io a non esserci ancora arrivato. Mi piacerebbe avere una tua spiegazione così da chiudere completamente il cerchio. A rileggerci.

Sangue
Ciao Max. Ammetto che con il tuo racconto ho fatto molta fatica. Ci sono aspetti che non aiutano tantissimo a cogliere immediatamente il cambio prospettiva, come per esempio il riferimento alla mascella che picchia quando il POV cambia al secondo personaggio. Questo perché poche righe prima, nel primo POV, si stava parlando della caduta dell'altro ragazzo e di conseguenza mi sono chiesto "ma la mascella che impatta è ancora quella della caduta o si tratta di qualcos'altro, di un pugno?" Quindi ho un pochino arrancato sotto quell'aspetto. In altri casi, invece, hai affiancato termini che hanno, allo stesso modo, appesantito, come: "disse, comandò". In questo caso sarebbe stato meglio scegliere uno dei due. In conclusione, comprendo che hai uno stile molto personale e originale, che hai già mostrato in altri racconti e che ha di sicuro un ottimo potenziale. Ma a mio avviso va molto snellito o risulterà sempre difficile fare arrivare i messaggi che hai in mente. Spero di esserti stato utile. Rimane comunque la mia opinione soggettiva e forse per gli altri non sarà la stessa cosa. :) A rileggerci.

Sulla via del ritorno
Ciao Erika. Il racconto mi è piaciuto. Rendi bene l'indifferenza dei protagonisti alla tragedia appena avvenuta e l'improvviso senso di inquietudine e rimorso davanti ai cadaveri ambulanti delle vittime.
Il tutto è svelato al momento giusto. Certo, si riusciva a prevedere la presenza di un cadavere nell'appartamento già da quando si fa menzione della puzza, però il collegamento con la vicenda iniziale è un bel punto di svolta.
Trovo però un forte buco di trama, che forse mi potrai risolvere.
Il giornale parla di pirata della strada, giusto? Questo termine viene utilizzato o per indicare qualcuno che causa un incidente e poi scappa, oppure per indicare qualcuno che è palesemente colpevole in una vicenda di questo tipo a causa della sua guida incoscente.
Bene, ma se il loro caso è il primo, allora l'avvocato non gli può chiedere di dare una loro versione dei fatti, in quanto nessuno sa del loro coinvolgimento.
Nel secondo caso, invece, sarebbero stati arrestati e non gli si sarebbe chiesta una semplice versione dei fatti. Inoltre, almeno la tensione riguardo al possibile arresto ci sarebbe dovuta essere, pur in mancanza del rimorso verso le vittime.
Insomma, per quanto sia mostrata al meglio, la soluzione, da un punto di vista logico, non mi convince. Magari è sfuggito qualcosa a me. :) A rileggerci.

Un palazzo freddo

Ciao Luigi. Il tuo è di sicuro un testo di spessore e per poterlo scrivere devi avere una certa preparazione, che hai ben dimostrato.
Lo stile è piacevole, anche se non è possibile per il lettore immaginarsi la scena, così com'è descritta, a una prima lettura.
Infatti, avendo giustamente svelato solo alla fine chi sono i protagonisti e qual è la situazione, ci si trova a farsi un'idea sbagliata che non implica solo un'interpretazione della circostanza ma di tutta l'ambientazione. Io, per esempio, ho letto fino a metà convinto che fossimo ai giorni nostri, pensando quindi ai personaggi vestiti con abiti odierni, quando invece non è così. Ci vuole una seconda lettura, dopo aver trovato la chiave, per poter capire ogni cosa e gustarselo. Questo avviene, mi è piaciuto, ma avrei preferito che questo sapore arrivasse già al primo passaggio.
La storia nel complesso, comunque, è molto buona, anche se più che descrivere una situazione storica non porta a tensione narrativa e questo può influire sulle emozioni di chi legge. A rileggerci!

Grandi fratelli
Ciao Alfabri.
Benvenuto e complimenti per il tuo racconto. Non solo è ben scritto ma hai anche inserito una piacevole ironia che rende la situazione di condominio da te descritta molto comica. Per quanto riguarda l'intrattenimento hai una capacità invidiabile e ammetto di essere arrivato alla fine con parecchio entusiasmo nel voler vedere dove andavi a parare.
Forse è proprio qui che arriva il punto dolente del racconto. Non solo la soluzione della storia è un pochino debole, ma hai deciso di troncare proprio sulla rivelazione. Questo ha sgonfiato il tutto. La soluzione poteva anche starci in qualche modo ma era necessario dare una chiusa appropriata. Forse con una situazione altrettanto grottesca, come tutti i condomini che si infuriano per essere stati presi in giro e danno scopettate in testa al povero Borgazzi o qualche altra cosa che potevi inventarti. La frase finale, ahimé, ha sempre molta importanza e se sembra una troncatura, come in questo caso, fa perdere molto al racconto.
Comunque mi piace parecchio come scrivi e vorrei rivederti all'opera. A rileggerci!

Alessandro
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » domenica 22 settembre 2019, 18:25

Complimenti a tutti. Scrivete tutti molto bene. Per me non è stato facile stilare una graduatoria, anche perché è la prima volta che partecipo a Minuti Contati. Comunque la mia personale classifica è la seguente:
1. Un palazzo freddo
2. Punti di vista
3. La fitta del cambiamento
4. Sulla via del ritorno
5. Il pollaio
6. A venti voglio il cambio
7. Sangue
8. Grandi fratelli
9. La scatoletta di tonno

Il POLLAIO

Il tema affrontato veramente è quello del razzismo prendendo quello del vicinato come sostegno. Bello. Valido il divario generazionale con il papà intransigente e la figlia che appare comprendere ed accettare la situazione al punto di meravigliarsi della reazione del padre. Questa appare in sintonia con la descrizione del personaggio: l'assoluta convinzione che la figlia sia presa in giro e la conseguente voglia di vendetta.

LA FITTA DEL CAMBIAMENTO

Ben fatto. Secondo quanto ho capito, e che mi piace pensare che sia, il protagonista non è affatto folle o psicotico ma immerso in una realtà anormale e costretto a drogarsi per accettare questa a-normalità. Il finale della finestra dove i vicini bussano è proprio la testimonianza di quanto ho compreso ed è assolutamente risolutiva. La trama è veramente ben strutturata.

PUNTI DI VISTA

Il tema con il doppio punto di vista è veramente vincente. Ho apprezzato molto anche aver mantenuto lo stesso stile linguistico per il secondo personaggio. E' proprio questo che rende, secondo me, il racconto vincente. Due personaggi, due diversi modi di vivere e interagire con gli altri, ma così simili tra loro nel commentare l'altro, nel criticare il diverso che non comprendiamo o non accettiamo.

LA SCATOLETTA DI TONNO

Ho trovato molto criptico il racconto. Anche dopo varie letture è stato arduo dipanare la matassa. Non ha aiutato il fatto che l’inizio sia molto più fluido del finale. Penso di aver capito che Davide abbia avvelenato i genitori per l’eredità e che i nuovi vicini abbiano trovato i cadaveri grazie al rumore fatto dai gatti e che i dialoghi riportati siano fatti tra i due fantasmi.

A VENTI VOGLIO IL CAMBIO

Trovo che il tema del vicino sia poco centrato. La parte della visita di Bombadil è, per me, poco credibile: perché la coppia accetta supinamente i modi bruschi del dottore? Intendiamoci il racconto è di piacevole lettura ma, a me, rimane un senso di sospensione specie nella parte centrale. Forse la necessità di essere breve ha costretto l’autore a lasciare troppe cose non dette.

SANGUE

Trovo la struttura con diversi punti di vista non ben esplicitati molto bella. Secondo me il racconto è troppo corto perciò manca di spiegazioni che sarebbero necessarie. Si intuisce il dramma della ricerca di alloggio, della battaglia tra poveri, di matrone che dirigono la comunità. Forse con la possibilità di poter aumentare il numero di caratteri il racconto sarebbe stato perfetto.

SULLA VIA DEL RITORNO

A me l’idea è piaciuta. Buona la trama e la sorpresa finale. I dialoghi mi sono piaciuti e, per me, sono molto comprensibili. Hai esplicitato molto bene la assoluta superficialità della coppia protagonista. Mi piace pensare che i vicini, per così dire, molesti, non siano sensi di colpa ma veri e propri fantasmi giunti a prendere la propria vendetta.

UN PALAZZO FREDDO

A me è piaciuto. Che il protagonista non fosse una persona comune l’ho capito da quando hai scritto che era in uniforme. Certo ho dovuto aspettare le battute finali per capire con chi avevo a che fare davvero, ma anche questo l’ho gradito. Lo stile non mi è dispiaciuto ma sono alle prime armi e perciò, su questo, sospenderei il giudizio.

GRANDI FRATELLI

Mi piace come scrivi: veloce, scorrevole, in pochi tratti riesci a descrivere ciò che serve. La trama non mi ha però entusiasmato. Forse, come hai riconosciuto anche tu, il finale ha un pò rovinato il tutto, troppo veloce, il tempo è tiranno e anche il numero delle battute è molto stringente. Tuttavia è evidente che hai grandi capacità. Non ultima la bravura nel rendere un pò di sana ironia che, spesso, non guasta.

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emiliano.maramonte
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » domenica 22 settembre 2019, 23:15

In questa nuova edizione che apre la Settima Era, ho avuto grandi difficoltà a collocare le cinque prime posizioni. Non è retorica: ho trovato molti racconti diversi tra loro, ognuno con la propria peculiarità e scintilla di originalità. Ma ecco, a malincuore, la mia classifica finale. Complimenti a tutti gli autori del girone e buon proseguimento di Edition!

CLASSIFICA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

1. IL POLLAIO di Maurizio Ferrero
2. LA FITTA DEL CAMBIAMENTO di Andrea Partiti
3. LA SCATOLETTA DI TONNO di Marco Travaglini
4. PUNTI DI VISTA di Dand Elion
5. A VENTI VOGLIO IL CAMBIO di Luca Nesler
6. SULLA VIA DEL RITORNO di Erika Adale
7. GRANDI FRATELLI di Alfabri
8. UN PALAZZO FREDDO di Luigi De Meo
9. SANGUE di Massimiliano Enrico


COMMENTI ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

IL POLLAIO di Maurizio Ferrero

Mi sono trovato di fronte a una storia molto particolare, scritta alla grande, per carità, con poche o nessuna sbavatura, condotta con mano davvero felice; ma sulle tue capacità narrative alzo le mani, non ho altro da aggiungere.
Il punto è la trama, o meglio, quello che hai voluto comunicare. Per essere chiaro è chiaro, anzi, sin troppo lampante, ed è un questione attualissima, che stiamo vivendo ora, ossia il diverso, il rispetto delle altre razze, l'accoglienza e tutto ciò che vi è correlato. E devo dire che riesci benissimo a creare i contrasti giusti, soprattutto tra la vecchia generazione che, per sua natura, è diffidente, e le nuove (la figlia del protagonista), più propense ad aprirsi all'altro. Quello che mi ha lasciato perplesso è la questione dell'uovo: che valenza ha? Se è una valenza squisitamente allegorica (e penso proprio che lo sia), comunque ho difficoltà a collocarla. In sostanza: l'ignoranza e il pregiudizio ci fanno vedere le cose come non sono? Se invece è stato, il tuo, un tentativo di satira, non so, non mi pare sia pienamente riuscito. Nel complesso hai centrato perfettamente il tema e hai scritto un racconto di ottimo livello, pur con i limiti sopra indicati.

LA FITTA DEL CAMBIAMENTO di Andrea Partiti

La storia è assai particolare perché gioca con il classico tema della pazzia, ma nel tuo caso, essa ci viene mostrata, in qualche modo, ci viene messa di fronte agli occhi. E questa oscillazione tra ciò che è reale e ciò che non lo è, dà un buon spessore al racconto. Apprezzabile anche la consapevolezza del protagonista di doversi curare e di dover sottostare alla "regola della dose" per rimettere le cose a posto. Bella intuizione, questa.
Ciò che non mi ha convinto: il finale. Non che non sia male, ma mi ha lasciato in testa qualche domanda, ad esempio se anche i vicini siano frutto dell'alterazione mentale del protagonista, oppure no (io penso di sì), e se i vicini sono accondiscententi con il protagonista avendo capito che ha qualche rotella fuori posto. Forse questi dubbi fanno parte del gioco, o forse no. Però, se il finale fosse stato meno nebuloso, lo avrei gradito molto.
Da un punto di vista tecnico, poco da dire se non che avrei preferito qualche ripetizione in meno relativamente ai riferimenti all'"aggiustamento delle dosi".
In conclusione: buon racconto.

PUNTI DI VISTA di Dand Elion

Dopo l'ultima vittoria (meritata), rieccoti con una nuova carinissima storia breve. L'ho apprezzata, sai?, soprattutto l'intuizione di fondo. Non prendermi per presuntuoso, ma quando stavo valutando le idee per il mio racconto, mi è passato per la testa anche qualcosa del genere; però tu sei stata brava nello sviluppare il materiale grezzo.
Linguaggio, flusso narrativo, vicende, immagini scorrono molto bene, anche perché sono colloquiali e arrivano dritte al lettore, come se le protagoniste si stessero facendo una chiacchierata con un'amica. Ed emerge tutta la forza del messaggio: alla fine ognuno ha il suo punto di vista, ognuno è sempre vicino (molesto!) di qualcun altro! Quindi, sotto questo punto di vista, il racconto è vincente.
Ti devo rimproverare due cose: scarsa cura per la forma - ci sono refusi e puntini sospensivi orfani di un gemello - e l'uniformità di stile e registro tra di due punti di vista contrapposti, come giustamente ti ha già fatto notare Laura. Per esempio, l'insegnante avrebbe potuto parlare con linguaggio compunto e forbito, invece così non è, e questo è un vero peccato perché avrebbe contribuito ad aumentare lo stridente contrasto tra i due punti di vista.
Per me racconto comunque sufficiente.

LA SCATOLETTA DI TONNO di Marco Travaglini

Dico subito che mi ha soddisfatto a metà. La prima parte colpisce nel segno, con una sequenza che crea le giuste attese seminando molte domande nella testa del lettore e preparando il gran finale che, almeno nella promessa iniziale, dovrebbe esplodere nella seconda parte. A me lo stile è piaciuto, buon botta-e-risposta dei dialoghi e giusta tensione narrativa. Gli inconvenienti sorgono proprio là dove la storia dovrebbe decollare. Nel momento in cui le domande si sono moltiplicate nella mia mente, l'efficacia del racconto si è sgonfiata. L'impressione che ho avuto è che i vari blocchi di trama siano abbastanza slegati tra loro, e non dovrebbe essere così. Invece, dopo la lettura, si fa fatica ad avere un quadro completo, chiaro, anche sforzandosi di colmare le lacune lasciate (volutamente?) da te. E le famose righe iniziali inerenti il gatto, per quanto potenzialmente determinanti, purtroppo mi hanno aiutato poco a dipanare la matassa. Forse l'interpretazione di Wladimiro potrebbe essere quella più vicina alla verità, ma costringere il lettore a fare contorsioni mentali per comprendere la trama di un racconto brevissimo, non so se sia così positivo.
Nel complesso, un racconto riuscito a metà, che rasenta, per me, la sufficienza.

Piccola precisazione: "Bhé" si scrive " Be' ", o al massimo "Beh" (anche se questa regola che all'elisione si debba sostituire l'h non l'ho mai capita né accettata... non è naturale, secondo le regole grammaticali italiane, ma, tant'è, pare sia entrata nell'uso comune, anche tra gli scrittori)...

A VENTI VOGLIO IL CAMBIO di Luca Nesler

Dunque, nel complesso ho gradito il racconto. Scritto con buon piglio, la giusta ironia, e un tema tutto sommato prevedibile e non particolarmente efficace, ma sufficiente per un colpo di scena carino. Arrivato verso la fine del testo, mi aspettavo, chessò, due fantasmi o due pazzi sotto osservazione, invece hai tirato fuori addirittura la fantascienza con la terraformazione di Venere! Apprezzo il guizzo di colore, in una trama che, vista sotto certi punti di vista, poteva risultare insipida. Mi associo a quanti hanno detto che si sarebbero aspettati un po' più di contrarietà da parte dei due protagonisti, ma sarei anche propenso a sposare la tua spiegazione, visto che in effetti, apparso il dott. Bombadil (che, ahimé!, non conoscevo! Mea culpa!), la mia prima reazione è stata: "Questo vicino forse è un po' "tocco" ".
Tutto sommato, buona scrittura, narrazione gradevole. Abbondante sufficienza!

SANGUE di Massimiliano Enrico

Mi duole dire che ho avuto grandi difficoltà a inquadrare il tuo racconto. Ho la netta sensazione che gran parte del quadro narrativo che volevi raccontare sia rimasto nella tua testa e a noi hai offerto solo pochi frammenti. Mi sembra una storia di violenze domestiche e di risentimenti, di rabbia e tradizioni, però poi la mia comprensione finisce qui. Interessante la tecnica narrativa per immagini brevi e forti, e vincente l'incipit in seconda persona. Per il resto non saprei cos'altro aggiungere se non che l'uso distratto della punteggiatura ha penalizzato ulteriormente la leggibilità del testo.
Mi dispiace molto ma per me è un racconto insufficiente.

SULLA VIA DEL RITORNO di Erika Adale

L'ho molto gradito, pur con qualche inconveniente che ti segnalerò. La storia è intelligente e molto ben condotta fino al colpo di scena finale, che, lo dico subito, mi ha lasciato interdetto. A essere sincero ho pensato a caldo: "Ehhhhhh, guarda un po', gli zombie falciati dai protagonisti sono andati ad abitare proprio vicino a loro!" E ho pensato a un colpo di scena (perdona il termine) ingenuo. Poi ho riletto il racconto e ho capito. La persecuzione delle anime tormentate, e, ovviamente, come sottolineato da altri, il senso di colpa. A questo proposito, io avrei provato a calcare un pelino la mano su un qualche tipo di rimorso, proprio all'inizio del racconto, anche solo mezza frase, un accenno velocissimo. Giusto il riferimento al rottame di macchina per cercare di far capire che i protagonisti sono persone vuote, ma, a mio modesto parere, è un po' poco per saldare le varie parti del racconto. In ogni caso molto appassionante la parte narrata che, in un crescendo di tensione, conduce al macabro epilogo.
Ti parlavo di inconvenienti, che sono soprattutto tecnici.
- Hai scritto "valige", di base non è un errore grave, ma è preferito "valigie".

«“Ma che cazzo cucini? Che odore schifoso”
“Mica siamo noi. Viene da quelli di fronte.”
“Che fogna. Vai a dirgli qualcosa”
Laura era in poltrona, davanti alla TV. Aveva sollevato le spalle.
“Vacci tu, manco li conosco”»

In questa parte non si capisce chi dice cosa. Un po' più di cura nella scansione del parlato avrebbe giovato ancora di più alla leggibilità, peraltro già buona del testo, ma si poteva fare meglio. E questo discorso vale anche per qualche altro passo dei dialoghi.

Per le suddette motivazioni, promuovo comunque a pieni voti il racconto!

UN PALAZZO FREDDO di Luigi De Meo

Dunque: dopo un avvio stentato relativo a (noiose) considerazioni sulla diversità tra Torino e Roma, e a una prosa non proprio sorvegliata, il racconto decolla, con una narrazione che desta il giusto interesse. Narrazione che, purtroppo però, non è supportata da un'altrettanto buona chiarezza e linearità. Peccato, perché con una scrittura più attenta, poteva venire fuori un buon testo. A me non è dispiaciuta la rivelazione finale dei personaggi storici, secondo me hai fatto bene, magari non tutti buttati lì in un colpo solo, ma per me non è sconveniente. Ho apprezzato il tentativo di discostarsi dal solito tema dei vicini violenti con venature horror o similari e in questo hai dato prova di aver comunque centrato la richiesta del Signor Distruggere.
Nel complesso, però, il racconto non mi ha entusiasmato.

GRANDI FRATELLI di Alfabri

Lati positivi: lettura gradevole, buona tensione narrativa, stile fresco e rapido, trovate ironiche a tratti irresistibili! Cito la storpiatura delle parole ("Stracomunitari"), il paragone delle cataratte, e il riferimento agli scoop spesso posticci di Studio Aperto. Ho seguito il testo con la crescente ansia di sapere cosa si celasse davvero nell'appartamento fino al "controverso" finale.
Effettivamente sembra un po' buttato lì, capace di vanificare quanto di buono hai seminato in 3/4 di racconto, però a pensarci bene, visto da una certa angolazione, potrebbe anche reggere. Mi è piaciuto, infatti, il sottotesto delle voci di condominio, dei pregiudizi, della ciarleria della gente comune e delle dinamiche della piccola comunità. In questo, potrei anche interpretare il racconto (incorporando nel discorso anche il titolo) come uno sguardo divertito sull'umanità non solo del Borgazzi, ma coincidente con quello del lettore... e questa coincidenza ci fa un po' tutti voyeur condominiali, in un certo senso. In effetti, per chi abita in uno stabile con altre famiglie, capita spessissimo di socchiudere la porta e di "spiare" (non si prenda tale termine nell'accezione negativa...), soprattutto in concomitanza con eventi che rompono la monotona e ciclica quotidianità...
Tema sicuramente centrato.

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wladimiro.borchi
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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » lunedì 23 settembre 2019, 15:26

GRANDI FRATELLI
Ciao Alfabri,
Racconto dallo stile fresco e assai divertente, con trovate lessicali e spunti davvero interessanti.
Ottimo giocare l'ansia per l'arrivo dei nuovi vicini in chiave comica, facendo emergere i modi e toni grotteschi dei residenti invasi dal nemico incognito, davvero una bella idea.
Finale un po' semplicistico, ma in ogni caso efficacie.
Un buon lavoro.
Wladimiro

IL POLLAIO
Ciao Maurizio,
racconto scritto davvero bene salvo un piccolo inciampo che riporto sotto.
"sua figlia mentre usciva dall’ascensore della palazzina"
L'aggettivo possessivo lo trovo quasi sempre inutile, se il PDV è del protagonista è ovvio che la figlia sia la sua. Della palazzina: IDEM, quale altro ascensore potrebbe essere.
Sostituirei con
"la figlia che usciva dall'ascensore"
Mi sembra che scorra molto meglio.
Detto questo il racconto l'ho trovato molto interessante e gradevole. Forse il messaggio che intendevi comunicare è un po' troppo criptico, ma a una seconda rilettura arriva.
Complimenti e a rileggerci presto.
Wladimiro

LA FITTA DEL CAMBIAMENTO
Ciao Andrea,
davvero un buon racconto sul tema della pazzia, che ti tiene incollato fino alla fine.
A differenza di Emiliano, non ho trovato sgradita la ripetizione sulle "dosi", anzi, immagino sia un tormentone voluto, perché non mi ha pesato affatto.
Sul finale mi aspettavo un twist o, quantomeno, un evento inatteso. La sua assenza mi ha lasciato insoddisfatto come lettore, come se il racconto fosse fondato su una buona idea che non trova una quadra finale.
In ogni caso un ottima prova che ci infila a forza nella testa di un malato psichiatrico, regalandoci le sue visioni.
A rileggerci presto
Wladimiro

PUNTI DI VISTA
Ciao Dand,
Racconto davvero carino e molto interessante.
Molto bella l'idea del doppio punto di vista, con la prima parte estremamente accattivante. La ricerca di un flusso di coscienza con inflessioni popolari, gergali ad imitazione quasi di un dialetto del sud (come sembrerebbe emergere dal verbo spesso in fondo alla frase) è evidente.
Meno curato il secondo punto di vista. Per la professoressa avresti potuto lasciarti andare a espressioni più raffinate, anche col rischio di cadere nella macchietta, in modo da "staccare" di più.
In ogni caso, davvero una bella prova.
A rileggerci presto.
W

LA SCATOLETTA DI TONNO
Ciao Marco,
anche tu, mi pare, sei andato sul criptico.
Provo a interpretare...
(SPOILER ALERT)
Da quel che ho inteso i due coniugi sono defunti da tre giorni (le crocchette del gatto), quelli che vediamo parlare sono i loro fantasmi. A farli fuori (immagino) è stato il buon Davide avvelenando il tonno. Il gatto non è scemo e, quindi, non se l'è mangiata e il tonno lasciato aperto è stantio e sta facendo i vermi.
Come il gatto sente i vicini, va a raschiare alla porta e i due cadaveri vengono scoperti dai nuovi vicini. La povera vicina perde anche il figlio in grembo.
Davide deve averli fatti fuori per l'eredità ed essersi dato alla macchia.
Se ho capito bene, l'idea è molto buona.
Questo tipo di racconti che necessitano di un paio di riletture per essere compresi mi piacciono molto e denotano un discreto coraggio nell'autore.
Io ad esempio, quando ho paura d'aver detto poco divento didascalico e il risultato è assai peggiore di quello che ottieni tu lasciando che il lettore si scervelli un po'.
Una buona prova, forse troppo criptica, qualche elemento in più non avrebbe guastato (ma senza esagerare come faccio io...)
IMBUTO!!!

A VENTI VOGLIO IL CAMBIO
Ciao Luca,
È sempre un piacere leggere le tue cose.
L'arrivo di Tom Bombadil mette in crisi la vita di una famiglia. I suoi modi bruschi creano la giusta tensione e il lettore, necessariamente, resta incollato per sapere che diamine sta succedendo.
Il twist finale ce lo aspettiamo, ma non potremmo mai immaginare che sia quello con cui ci stupisci.
Una buonissima prova.
Se devo trovargli un difetto, forse, potevi accentuare le reazioni dei cloni ai modi meschini dell'invasore.
A rileggerci presto.
W

SANGUE
Ciao Massimiliano,
Racconto difficile da valutare.
L'incipit è strepitoso, l'uso della seconda persona lo trovo azzeccatissimo e, a differenza di quel che accade di solito, non stona affatto.
Le immagini, soprattutto all'inizio, sono molto suggestive ed evocative.
Il finale l'ho trovato un po' troppo frettoloso. Accade spesso in questo tipo di contest in cui il tempo è i caratteri scarseggiano. La storia, probabilmente, necessitava di più ampio respiro, un paio di migliaia di caratteri in più e sarebbe stata perfetta.
Invece così, parte col botto, senza soddisfare fino in fondo le aspettative.
Un buon lavoro

SULLA VIA DEL RITORNO
Ciao Erika,
il racconto non mi è dispiaciuto.
L'atmosfera asfissiante (nel vero termine della parola) c'è tutta.
Il colpo di scena finale l'ho trovato interessante, ma scritto in maniera un po' ingenua.
Non so... Forse mettere il titolo di giornale alla fine mi è saputo un po' troppo di "spiegone". Da dove arriva il titolo? È un pensiero del protagonista maschile? O un balzo avanti dopo che i coniugi esasperati, visti gli spettri, sono andati a informarsi?
Una prova buona, che, almeno a mio parere, lascia un po' di amaro in bocca perché poteva essere meglio realizzata.
A rileggerci presto.
Wladimiro


UN PALAZZO FREDDO
Ciao Luigi, piacere di conoscerTi.
L'idea non è affatto male e il racconto coglie nel segno.
Mi permetto di suggerirti uno studio più approfondito del tuo stile.
Il racconto pullula di aggettivi e avverbi inutili che rallentano incredibilmente la lettura. Alcune locuzioni sono faticose e nulla aggiungono alla vicenda.
Un racconto che non dispiace ma che, meriterebbe di un editing accuratissimo per poter meritare la pubblicazione.
A rileggerci presto.
Wladimiro

CLASSIFICA
1 - A venti voglio il cambio
2 - Grandi fratelli
3 - La scatoletta di tonno
4 - Il pollaio
5 - Sulla via del ritorno
6 - La fitta del cambiamento
7 - Sangue
8 - Punti di vista.
9 - Un palazzo freddo

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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » martedì 24 settembre 2019, 14:18

CLASSIFICHE CONSEGNATE E QUESTO VUOL DIRE CHE POSSO COMINCIARE A COMMENTARE A MIA VOLTA.

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Re: Gruppo BLACK HOLE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 3 ottobre 2019, 12:17

Scusandomi per il ritardo, ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo.

1) La fitta del cambiamento, di Andrea Partiti

Molto bello. Citi la follia, ma qui siamo dalle parti de AI CONFINI DELLA REALTA' e la cosa mi gusta parecchio. Rimani sempre leggero e forse qui c'è l'unico difetto, a mio parere, del racconto: nella fase centrale si dilunga appena un filo troppo. Il tema è ben preso, la lettura piacevole, non ci sono refusi evidenti. Per me un pollice quasi su.
2) Il pollaio, di Maurizio Ferrero
Racconto assolutamente riuscito. Per gusto personale, lo metto appena un briciolo dietro quello di Partiti, pur essendo più equilibrato e questo perché l'uovo mi sembra inserito con poca valenza simbolica (anche se è chiara la sua funzione). Tema ben affrontato, lettura piacevole, nessun refuso visibile. Pollice quasi su per me.
3) La scatoletta di tonno, di Marco Travaglini
Racconto a cui manca qualcosina per essere ottimo. Idea buona e semina perfetta, ma alla fine qualcosa stona e credo sia il fatto che il testo necessiterebbe di un po' più d'olio per girare più fluido, giusto quel poco e ben distribuito da permettere una lettura più fluida e magari anche un pelo più empatica. Sono sicuro che un passaggio dal Laboratorio gli gioverebbe molto e alla fine avremmo un nuovo racconto a tema ghost da mettere in vetrina. Pollice tendente all'alto in modo convinto, per me.
4) Grandi Fratelli, di Alfabri
Direi un esordio più che buono. È evidente che hai una buona padronanza su quanto scrivi e che ti diverti, divertendo, facendolo. A mio avviso il racconto pecca solo di un mancato rilancio interno, nel senso che nel finale si ammoscia perdendosi un po' in se stesso, ma rimanendo comunque buono. Tema rispettato molto bene. Per me un pollice tendente all'alto.
5) A venti voglio il cambio, di Luca Nesler
La tua ironia di fondo è sempre un bel toccasana e la tua capacita di mischiare i generi un assoluto valore aggiunto. Qui non sono convinto del finale perché credo che qualche parola in più non avrebbe guastato in quanto, altrimenti, sarebbe tutto troppo al pelo con il dottore che ogni volta rischia la vita teletrasportandosi al pelo pelo con l'arrivo della distruzione. Insomma, allargare un po' il finale può essere un'idea anche per equilibrare meglio un racconto che allo stato attuale è già molto buono, ma che necessita, a mio parere, ancora di qualcosa. Pollice tendente all'alto per me.
6) Sulla via del ritorno, di Erika Adale
Intuizione ottima, qualche problemino sulla realizzazione perché, a mio avviso, andavano seminati più indizi sull'incidente. Alla fine i pezzi combaciano più perché è il lettore a volere trovare una correlazione e non perché il testo fornisca le connessioni necessarie. Tema ottimamente affrontato, qualche refusino sparso a testimonianza che ti devi togliere ancora un po' di ruggine per abituarti al tempo ridotto di Minuti Contati. Per me è un pollice tendente all'alto.
7) Punti di vista, di Dand Elion
Racconto piacevole con, a mio parere, due punti deboli: 1) un registro troppo simile tra due punti di vista appartenenti a persone di differente istruzione e 2) una generale piattezza che, una volta capita l'idea, non riesce a stupire il lettore facendo in tal modo esaurire il racconto prima della sua stessa conclusione. Detto questo, si legge bene e il tema è ben interpretato. Per me un pollice tendente all'alto.
8) Un palazzo freddo, di Luigi De Meo
Un racconto che ha bisogno di revisione per poter rendere al meglio. Si empatizza poco con il protagonista (ma questo già lo sai) e se il lettore non conosce i personaggi ne riceve un ulteriore malus alla lettura. Il tutto si esplica in un gradimento inferiore a quello che il racconto merita, gradimento che può essere recuperato con una forma che richiede, appunto, una revisione accurata. Ottima l'interpretazione del tema. Per me un pollice ni che tende più verso il positivo.
9) Sangue, di Massimiliano Enrico
Non benissimo. Ottima l'idea di sperimentare, ma il racconto non funziona nei 3000 caratteri e si riapre l'annoso problema di come giudicare su MC un racconto che sarebbe buono per una lunghezza tripl: per me non dev'essere una giustificazione in quanto la prova consiste nel fare quadrare l'ispirazione con i limiti imposti dal committente cercando di ottenere il massimo. Pertanto pollice ni. Riprenderò la tematica anche sui social, ho approfittato dell'occasione per ribadire il mio punto di vista :)

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