Tutto per Trinity
Inviato: martedì 22 ottobre 2019, 0:57
Giulia darebbe la vita per quel grazioso esserino a cui dedica ogni sua cura. Ha solo lei al mondo…i suoi libri universitari della facoltà di matematica e due giganti occhi verdi che impediscono a chiunque stia casualmente guardando nella sua direzione di non fissarli per pochi istanti con una certa meraviglia.
Poi nient’altro.
I genitori sono anziani e ormai rappresentano soltanto una visita settimanale in cui raccontare una montagna di bugie rassicuranti.
Il contratto di lavoro è scaduto e non è stato rinnovato perché è intervenuta una contrazione del mercato che ci ha costretto a ridurre il personale, nostro malgrado, per mancanza di fondi… bla, bla e altre parole ancora più stonate.
L’ultimo fidanzato una mattina ha deciso che fosse arrivato il momento di cambiare aria.
In quell’unica stanza del monolocale che Giulia ha preso in affitto sono rimasti un piano cottura, due librerie, un bagno e un comodo letto matrimoniale dove Giulia e il suo piccolo amore dormono insieme. L’ha chiamata Trinity il suo amore, nel ricordo della protagonista femminile del film che preferisce fra tutti. Che una simile scelta avrebbe potuto attirare commenti sarcastici l’aveva considerato, ma chi è solo al mondo non deve dar conto a nessuno e questo le aveva permesso di rendere omaggio alla sua Trinity di Matrix, senza troppe esitazioni.
Trinity ha un conto in banca, un armadio pieno di vestiti meravigliosi, un abbonamento settimanale dal parrucchiere e una libreria tutta sua.
Ora Giulia è pronta e mancano venti minuti all’appuntamento con quell’amico dell’amica. Questa le ha assicurato che si tratta di una brava persona, senza troppe pretese, senza una moglie e persino con una lavoro da poterle offrire.
Ha quarantadue anni e una piccola da proteggere. Ha bisogno che un uomo privo di macroscopici difetti si innamori di lei e che qualcuno le dia un lavoro che sia…un lavoro e basta.
L’unica cosa che conta è il bene di Trinity ma per questo ci vogliono soldi.
Dieci anni prima aveva sognato di trovare l’uomo giusto.
Cinque anni dopo si era convinta che una donna non avesse bisogno di uomini accanto, ma che l’intelligenza e una laurea in matematica con il massimo dei voti fossero più che sufficiente a conquistare la piena realizzazione professionale. Questa era quasi arrivata, ma la scadenza inesorabile di un contratto precario aveva rovinato tutto. E come succede ai meno fortunati, i problemi non erano arrivati uno alla volta. Sette giorni dopo aver perso il lavoro Giulia aveva incontrato Roberto. Lui aveva guardato i suoi occhi e le aveva dichiarato eterno amore, in una notte. Da una donna di trentasette anni ci si potrebbe aspettare una diffidenza di fronte a tali dichiarazioni, ma Giulia non fu per nulla diffidente.
Rimase incinta.
Il giorno in cui Giulia scoprì il suo stato Roberto sparì: non ti merito, non sarei in grado di fare nulla di buono col piccolo e vi rovinerei la vita… bla, bla e altre parole ancora più stridenti.
Dopo soli trenta giorni Giulia cominciò a non stare bene e arrivò come un blocco di ghiaccio in gola il referto del ginecologo: “Aborto spontaneo”.
E passarono altri cinque anni. Fino a oggi.
Giulia è pronta e non può fallire. Ci vogliono soldi perché la sua Trinity sta per partorire una cucciolata di sei Dalmata. E ora questo è tutto per lei, un piano B perfettamente riuscito.
Poi nient’altro.
I genitori sono anziani e ormai rappresentano soltanto una visita settimanale in cui raccontare una montagna di bugie rassicuranti.
Il contratto di lavoro è scaduto e non è stato rinnovato perché è intervenuta una contrazione del mercato che ci ha costretto a ridurre il personale, nostro malgrado, per mancanza di fondi… bla, bla e altre parole ancora più stonate.
L’ultimo fidanzato una mattina ha deciso che fosse arrivato il momento di cambiare aria.
In quell’unica stanza del monolocale che Giulia ha preso in affitto sono rimasti un piano cottura, due librerie, un bagno e un comodo letto matrimoniale dove Giulia e il suo piccolo amore dormono insieme. L’ha chiamata Trinity il suo amore, nel ricordo della protagonista femminile del film che preferisce fra tutti. Che una simile scelta avrebbe potuto attirare commenti sarcastici l’aveva considerato, ma chi è solo al mondo non deve dar conto a nessuno e questo le aveva permesso di rendere omaggio alla sua Trinity di Matrix, senza troppe esitazioni.
Trinity ha un conto in banca, un armadio pieno di vestiti meravigliosi, un abbonamento settimanale dal parrucchiere e una libreria tutta sua.
Ora Giulia è pronta e mancano venti minuti all’appuntamento con quell’amico dell’amica. Questa le ha assicurato che si tratta di una brava persona, senza troppe pretese, senza una moglie e persino con una lavoro da poterle offrire.
Ha quarantadue anni e una piccola da proteggere. Ha bisogno che un uomo privo di macroscopici difetti si innamori di lei e che qualcuno le dia un lavoro che sia…un lavoro e basta.
L’unica cosa che conta è il bene di Trinity ma per questo ci vogliono soldi.
Dieci anni prima aveva sognato di trovare l’uomo giusto.
Cinque anni dopo si era convinta che una donna non avesse bisogno di uomini accanto, ma che l’intelligenza e una laurea in matematica con il massimo dei voti fossero più che sufficiente a conquistare la piena realizzazione professionale. Questa era quasi arrivata, ma la scadenza inesorabile di un contratto precario aveva rovinato tutto. E come succede ai meno fortunati, i problemi non erano arrivati uno alla volta. Sette giorni dopo aver perso il lavoro Giulia aveva incontrato Roberto. Lui aveva guardato i suoi occhi e le aveva dichiarato eterno amore, in una notte. Da una donna di trentasette anni ci si potrebbe aspettare una diffidenza di fronte a tali dichiarazioni, ma Giulia non fu per nulla diffidente.
Rimase incinta.
Il giorno in cui Giulia scoprì il suo stato Roberto sparì: non ti merito, non sarei in grado di fare nulla di buono col piccolo e vi rovinerei la vita… bla, bla e altre parole ancora più stridenti.
Dopo soli trenta giorni Giulia cominciò a non stare bene e arrivò come un blocco di ghiaccio in gola il referto del ginecologo: “Aborto spontaneo”.
E passarono altri cinque anni. Fino a oggi.
Giulia è pronta e non può fallire. Ci vogliono soldi perché la sua Trinity sta per partorire una cucciolata di sei Dalmata. E ora questo è tutto per lei, un piano B perfettamente riuscito.