…forse una lingua…

Appuntamento per lunedì 18 novembre dalle 21.00 all'una con il tema della guest star Giorgia Tribuiani! Nata a San Benedetto del Tronto nel 1985, attualmente vive a Bologna e lavora nel campo della comunicazione. Laureata in Editoria e giornalismo presso la facoltà di Lettere e filosofia, per cinque anni è stata responsabile della sezione letteratura per la rivista di arte e cultura “Re-volver”. Da ottobre 2017 collabora con la Bottega di narrazione di Giulio Mozzi. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti Cronache degli artisti e dei commedianti (Tespi). Guasti è il suo primo romanzo ed è edito da Voland.
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antico
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#1 » lunedì 18 novembre 2019, 23:07

Ciao Antonio! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa Tribuiani Edition!



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Laura Cazzari
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#2 » martedì 19 novembre 2019, 14:02

Ciao Antonio, allora direi che il tema e i limiti spazio-temporali sono rispettati. Il tuo racconto, però, mi lascia molti interrogativi. Primo tra tutti l’età dei personaggi. All’inizio pensavo che fossero ragazzini che volessero solo sballarsi, ma poi quando parli del vizio del fumo mi fa immaginare gente più adulta.
Poi c’è un nesso tra la droga e i mostri della soffitta? Di chi è la casa? È una casa stregata?
Capisco la pennellata e il taglio che hai scelto di dare, ma a mio parere serviva qualche indizio in più.
Laura Cazzari

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Polly Russell
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#3 » martedì 19 novembre 2019, 14:51

Ciao, comincio col dirti che dopo aver letto il tuo pezzo avrò scorte di punti di sospensione per tutta la settimana! XD, ok, forse esagero, ma tu ne hai messi un po’ troppi, nella maggioranza dei casi sarebbe bastata una virgola.
In realtà non ho ben capito il tuo pezzo. Iniziano provando qualcosa, una droga nuova presumo, poi sembra ci siano i connotati di una danza con trance ipnotica, poi forse una seduta spiritica? Insomma boh, non ho capito cosa stiano facendo in quella soffitta e perché sia spuntato Cthulhu dal cassetto.
Certo che era una soffitta di lusso per essere pavimentata con il parquet!
Che una testa si “sfracelli” battendola a terra, da seduti è forse più strano di una piovra mutante che esce da un cassetto. Si può spaccare, ma sfracellare mi sembra eccessivo. Hai insistito sul peso dei protagonisti senza alcun motivo apparente, capisco il primo, muore perché gli cedono cuore e polmoni e il peso ha la sua bella parte di responsabilità, ma che Eloy pesi 50 chili, a noi che ce ne frega? Il giornale che scrive un articolo dopo quanto? Sono morti all’una, a casa si saranno accorti che non erano rientrati il mattino dopo e il giornale aveva già pronto il pezzo? Queste comunque sono tutte quisquilie, il problema vero è che non capisco cosa stiano facendo lì dentro e perché muoiano. Ed è un bel problema.
Peccato perché il piede strappato mi piaceva, poteva venire fuori del buon gore. Alla prossima
Polly

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Polly Russell
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#4 » martedì 19 novembre 2019, 15:10

Se tutto quello che ti è rimasto del mio commento è una battuta, va bene. Comunque gli interrogativi non credo di averli mai nominati.
Polly

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Polly Russell
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#5 » martedì 19 novembre 2019, 16:14

Sì certo, ai tre puntini “...” questi qua. ;)
Polly

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Andrea Lauro
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#6 » venerdì 22 novembre 2019, 0:22

Sarà che ho letto il tuo racconto subito dopo “la stella cadente”, che mi aveva lasciato con un certo senso di pace nel mondo; sarà pure perché l’horror non mi conquista appieno, ma qualcosa stride. La trama non mi convince: gli amici assumono questa sostanza che li invita al ballo e all’assuefazione. E questa è la prima parte: poi qualcosa succede nella soffitta, lo spirito si sveglia e fa un massacro. Non riesco però a capire il collegamento (se c’è) tra i due eventi: perché sono nella soffitta? Perché sanno che è posseduta? Oppure la soffitta prende vita come conseguenza della danza? C’è questa divisione a metà racconto che mi lascia stranito, ma forse era il tuo intento.
Un paio di appunti:
“raggiungere lo status (forse meglio stato? condizione?) immobile della tranquillità”
“travolse i 50 kg di Eloy il quale, seduto a 90° gradi sul tappeto, subì un colpo così travolgente che la tua testa si sfracellò sul parquet.”: in questa frase ci sono troppi dettagli (i 50 kg, a 90°); tra l’altro questi dettagli non apportano gran valore alla trama. Occhio a un “tua” anzichè “sua”.
Il finale chiude con un “Sono passati 150 anni. Nessuno li ha ancora trovati.” In questo punto il lettore sente un pesante cambio di passo imposto dal narratore: fino ad ora si è assistito alla macellazione nel dettaglio. I personaggi sono scomparsi di scena uno ad uno, fino a che il lettore si trova con il cucù che canta e la piazza pulita. Bene, il lettore ha il controllo completo sulla storia, senza punti di vista particolari. Subito dopo, compare quel “nessuno li ha ancora trovati”: chi sta parlando? Il passaggio stride molto, quasi quasi avrei preferito che si fermasse al canto del cucù e al cupo silenzio della soffitta.
Spero d'aver dato una mano, alla prossima!
andrea

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Adry666
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#7 » venerdì 22 novembre 2019, 10:10

Ciao Antonio, tema e orari centrati.

Il ritmo è buono, ma ci sono alcune parole che rallentano la lettura; ad esempio io mi sono fermato a rileggere: “alle porte di una quiete orgasmica”, boh, non mi suona benissimo: quiete o orgasmo?
E poi c’è la grande assente: la storia, l’idea. Sicuramente è stato un mio problema, ma anche rileggendolo due volte non ho capito cosa sia effettivamente successo. Non il perché, che ci sta in un racconto breve, ma come e cosa.
Secondo me dovresti provare a riscriverlo mettendoti nei panni del lettore, che non “sa” e spesso non capisce.

Prova discreta, ma puoi migliorarlo.
Ciao
Adriano

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Gabriele Dolzadelli
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#8 » venerdì 22 novembre 2019, 10:25

Ciao Antonio.
Come promesso, sono venuto a leggerti e a commentare il tuo racconto.
Non mi soffermo sulla parte tecnica, perché spesso avete solo da insegnarmi. Parlo più che altro di contenuti.
Sei riuscito a rendere l'atmosfera tetra e angosciante. La droga li porta a una condizione di sfinimento e tranquillità, permettendo all'essere di approfittarsi di loro e cibarsene. Il fatto che sparissero senza lasciare traccia mi è piaciuto e a conclusione, il racconto è da pollice in su. Però ci sono alcune cose che non mi tornano.
Sembra ci sia una sorta di relazione tra la droga, la soffitta e il mostro. Nel senso che per permettere al mostro di cibarsi dei ragazzi, loro devono essere drogati e devono recarsi nella soffitta. Quindi immagino che chi abbia procurato loro la droga li abbia anche condotti lì per dare da mangiare al mostro, almeno, questa è l'idea che si è generata nella mia mente. Però tu non ne fai alcun accenno. Quindi, sarebbe forse meglio dire qualcosa in più su questa vicenda, altrimenti resta un piccolo buco di trama, se non vogliamo lasciare tutto alla casualità.

Ultimo appunto è quella testa sfracellata che mi è parso un eccesso di splatter, fisicamente impossibile, vita la dinamica.
Inoltre, le ricerche in genere partono dopo che una persona è scomparsa dopo più di 24h minimo. I ragazzi qui scompaiono all'una di notte, il quotidiano esce alle luci dell'alba e i giornalisti sanno già che sono scomparsi? Chi è che avanzerebbe le ricerche dopo che un ragazzo non torna a casa la notte? Forse è un po' esagerato. Allungherei i giorni della scomparsa, prima che inizino a muoversi.

Per il resto, complimenti. Racconto ben riuscito.

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roberto.masini
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#9 » sabato 23 novembre 2019, 15:43

Ciao, Antonio.
Forse leggo troppi racconti horror, ne scrivo anche forse d'indegni, ma nel tuo non sono riuscito a trovare quella cupa atmosfera che aiuta in un racconto così breve. Si può dividere il racconto in due parti. Prima i quattro amici provano la droga che li porta a una macabra danza che provoca la morte di uno di loro tra l'indifferenza degli altri che continuano a ballare fino all'ossimoro della quiete orgasmica (che mi ricorda la quiete tempestosa e sulla cui efficacia letteraria sospendo il giudizio).
Poi arriva il mostro nel cassetto che se li mangia. Forse prendere alla lettera show, don't tell non è sempre efficace. E alla fine un giornale così efficiente deve essere per forza on line per riportare la notizia della sparizione dei protagonisti subito il giorno dopo. Mi rimane una domanda probabilmente senza risposta: il mostro , preferendo i vivi, non ha toccato Horacio? Limitazioni centrate!

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Andrea Partiti
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#10 » martedì 26 novembre 2019, 15:46

A parte il tema, il racconto non mi ha preso.

I vari elementi surreali che inserisci sembrano molto slegati. Leggendo, mi sembrava di leggere una prima stesura su cui dovevi ancora tornare, per sistema frasi, per cercare parole adatte. Ci sono vaghezze inutili e descrizioni che sembrano davvero un semplice segnaposto (seduto a 90° gradi sul tappeto? Intendi seduto sul tappeto?). Mi è rimasto un senso di incompiutezza, e i puntini di sospensione usati a sproposito non aiutano.

Riguardo all'atmosfera, i personaggi sono drogati e calmi, non viviamo neppure insieme a loro l'orrore della creatura che si sveglia e li smembra. Una droga con un effetto che li rendesse più partecipi, certo, ti avrebbe complicato la scrittura e la dinamica dei personaggi. Niente batte averli fermi e seduti, ma ne avresti guadagnato in effetto.

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Adry666
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#11 » martedì 26 novembre 2019, 16:31

The Ocean Master ha scritto:Ciao Adriano, la dicitura che hai evidenziato è un ossimoro, figura retorica che unisce due parole di significato praticamente opposto, e naturalmente è voluta per fornire una lettura anche poetica: non principalmente, ma anche poetica.

L'atmosfera è sfocata perché spesso non vi deve essere il bisogno di spiegare quel "qualcosa" (si prenda come esempio il concetto di MacGuffin nel cinema).


Ciao Ocean,

scusami, so cosa è un ossimoro; il mio era un modo delicato per dire che il tuo "ossimoro" non mi piace affatto, IMHO: fa pena (spero di essere stato più chiaro).

Conosco anche il "MacGuffin" e anche il "sarchiapone", ma se parliamo di Hitchcock, senza offesa, parliamo di altro...
Grazie
Ciao

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DandElion
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#12 » venerdì 29 novembre 2019, 0:32

Ciao,
sinceramente non mi ha molto convinto il tuo racconto, delinei molto bene i. personaggi ma un vero perché alla base degli avvenimenti che accadono non c'è. questi quattro per qualche motivo strano decidono di passare da adulti presumo una nottata in una soffitta e una entità di concreta paura se li mangia. nessuno li cerca, quindi non sono ragazzini - un ragazzino che sparisce ha qualcuno dietro che lo cerca- non hanno famiglia acquisita - moglie e figli li cercherebbero. esistono solo in relazione agli altri 3, o forse nessuno li cerca perché non sono mai esistiti?
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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DandElion
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#13 » venerdì 29 novembre 2019, 14:23

Pensa che se queste sono le uniche cose che mi sono rimaste probabilmente significa che non mi ha positivamente colpito nient’altro. Mi spiace tu sia perplesso, ma leggendo il tuo racconto sono rimasta perplessa anche io.
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antico
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Re: …forse una lingua…

Messaggio#14 » domenica 1 dicembre 2019, 13:58

Racconto scritto ottimamente che, però, presenta delle difficoltà che non possono permettergli di aprirsi in toto, ma forse neppure lo vuole. La danza ossessiva dei tre protagonisti mi ha fatto pensare alle danze che cercano di portare a (come definirle) trance sciamaniche (?), ho visto qualcosa di simile nel bellissimo UNDONE. In più, questo insieme di informazioni non necessariamente logiche mi ha fatto pensare a OA. Personalmente ho tovato inutile esplicitare l'articolo di giornale e poco seminato il passaggio dei 150 anni, due elementi che messi in fondo risultano pericolosamente gratuiti. Mi piacerebbe dedicassi una seconda chance a questo racconto, magari cercando di fare un passo in più verso il lettore. Non ti chiedo di esagerare, ma solo di renderlo un pelo più comprensibile. Pollice ni che vuole guardare verso il positivo, insomma.

Infine, una nota sulle tue risposte ai commenti che, mi sembra, hanno generato reazioni negative perché visti come negativi loro stessi. Non credo lo siano, nel senso che ognuno di noi ha il suo modo di esprimersi e il tuo è tale: personale e ben definito, forse spigoloso, ma la mia idea è che tu non sia offensivo. Però siamo in un contesto di gruppo e le parole scritte spesso nascondono il tono con cui sono messe su carta (digitale) e non permettono di comprendere il contesto più allargato di quello che sarebbe uno scambio dal vivo. Cerca appena un po' di smussare la tua contrarietà a certi commenti, tutto qua :)

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