Zero ispirazionale assoluto
Inviato: lunedì 18 novembre 2019, 23:29
Zero ispirazionale assoluto
Sistemo il pc sul tavolino.
Metto accanto la moka di caffè bollente e la tazza.
Sistemo le luci.
Mi siedo.
Sospiro.
Pagina bianca.
- Zero idee, eh?
- Se mi venisse in mente qualcosa, non ti avrei chiamato.
- Lo immagino – C. incrocia le braccia. – E… perché siamo qui?
- In soffitta?
- No, ad Urbino. Andiamocene in Sicilia: sai che odio il freddo.
Io, invece, odio il suo senso dell’umorismo.
- Speravo che l’atmosfera mi desse qualche idea. Al momento, nessun risultato.
- Beh, non importa: dai, metti mano all’Xbox. Tanto hai due settimane per scrivere, no?
- Quattro ore.
- Cosa?
- Ho quattro ore per fare tutto – rispondo io, indicando lo schermo del pc. – È “Minuti Contati”, non lo Skannatoio.
Avvicina la testa al pc, poi alza le spalle.
- Allora sono cazzi.
- Vero.
Prende uno sgabello e si siede. Il legno vecchio geme.
- Provato a vedere nella cartella delle bozze scartate?
- Già fatto. Tutte idee inadatte o troppo complesse: Ho solo 3333 caratteri, titolo escluso.
- Perfetto.
Sospira. Mormora qualcosa con aria pensierosa. La pagina resta bianca per altri lunghi minuti.
- Qual è il tema?
- Una soffitta.
- E basta?
- I personaggi devono starci dentro tra le nove di sera e l’una di notte.
Chiude gli occhi. Riprende a mormorare.
- Ce l’ho! Un horror! I protagonisti giocano con una tavola Ouja ed evocano il demonio!
- Idee originali, eh?
- No, no, no: aspetta! Loro pensano di aver evocato il demonio, ma in realtà si tratta di un demone sumero che…
-Klaatu barada nikto?
Si ferma, con un’espressione a metà strada tra l’offeso e l’imbarazzato.
- Forse è meglio cambiare tema, già… - si gratta la testa. – Cosa ne pensi di uno slasher? Sono così retrò che fanno il giro e tornano ad essere di moda.
- Mah.
- Magai inseriamo una storia d’amore tra… tra un serial killer e il suo fidanzato zombie. Una vicenda di sangue e passione!
- Bella.
- Ti piace, eh? – fa lui, tutto orgoglioso. – Comincia a scrivere, dai.
- Già fatto.
- Quando?
- Due mesi fa – apro un file di testo e gli indico il titolo. – Si chiama “Accetta e Romero”.
Lui alza le mani in segno di resa. Restiamo in silenzio a guardarci. Il tempo ci rema contro.
- E se provassi con qualcosa di metatestuale?
- In che senso?
- Nel senso che tu non hai idee, no? Allora scrivi un racconto su di te che non hai idee – muove le mani in modo convulso, come un professore di filosofia che cerchi di spiegare il noumeno a gesti. – Mal che vada, la butti nel simbolico: la tua assenza di idee come paradigma della cultura moderna, ormai priva di stimoli… la gente ama queste stronzate.
- Mi sa di già visto.
- E tu prova a variare la formula con qualche elemento nuovo… una narrazione strana… un colpo di scena surreale… - si ferma qualche istante, poi schiocca le dita. - Un personaggio misterioso!
- Ossia?
- Un personaggio che interagisce con te. Tu ne tieni nascosto il nome fino alla fine e poi, BANG! Grossa rivelazione: è un personaggio conosciuto, che non può non essere apprezzato!
- Come i… “personaggi bonus” dei videogiochi?
- Esatto!
Faccio spallucce.
- Mi sembra una pessima idea..
- Oh, ma mai che te ne vada bene una! – sbotta C. – Sai cosa? Tu spreca pure tutta la serata a non combinare nulla: io vado a giocare a “The Sinking City”.
Alza la botola della soffitta e comincia a scendere le scale.
- E dai, non fare così! – esclamo, alzandomi in piedi. – Non posso scrivere nulla senza di te, Cthulhu!
di Agostino Langellotti
Sistemo il pc sul tavolino.
Metto accanto la moka di caffè bollente e la tazza.
Sistemo le luci.
Mi siedo.
Sospiro.
Pagina bianca.
- Zero idee, eh?
- Se mi venisse in mente qualcosa, non ti avrei chiamato.
- Lo immagino – C. incrocia le braccia. – E… perché siamo qui?
- In soffitta?
- No, ad Urbino. Andiamocene in Sicilia: sai che odio il freddo.
Io, invece, odio il suo senso dell’umorismo.
- Speravo che l’atmosfera mi desse qualche idea. Al momento, nessun risultato.
- Beh, non importa: dai, metti mano all’Xbox. Tanto hai due settimane per scrivere, no?
- Quattro ore.
- Cosa?
- Ho quattro ore per fare tutto – rispondo io, indicando lo schermo del pc. – È “Minuti Contati”, non lo Skannatoio.
Avvicina la testa al pc, poi alza le spalle.
- Allora sono cazzi.
- Vero.
Prende uno sgabello e si siede. Il legno vecchio geme.
- Provato a vedere nella cartella delle bozze scartate?
- Già fatto. Tutte idee inadatte o troppo complesse: Ho solo 3333 caratteri, titolo escluso.
- Perfetto.
Sospira. Mormora qualcosa con aria pensierosa. La pagina resta bianca per altri lunghi minuti.
- Qual è il tema?
- Una soffitta.
- E basta?
- I personaggi devono starci dentro tra le nove di sera e l’una di notte.
Chiude gli occhi. Riprende a mormorare.
- Ce l’ho! Un horror! I protagonisti giocano con una tavola Ouja ed evocano il demonio!
- Idee originali, eh?
- No, no, no: aspetta! Loro pensano di aver evocato il demonio, ma in realtà si tratta di un demone sumero che…
-Klaatu barada nikto?
Si ferma, con un’espressione a metà strada tra l’offeso e l’imbarazzato.
- Forse è meglio cambiare tema, già… - si gratta la testa. – Cosa ne pensi di uno slasher? Sono così retrò che fanno il giro e tornano ad essere di moda.
- Mah.
- Magai inseriamo una storia d’amore tra… tra un serial killer e il suo fidanzato zombie. Una vicenda di sangue e passione!
- Bella.
- Ti piace, eh? – fa lui, tutto orgoglioso. – Comincia a scrivere, dai.
- Già fatto.
- Quando?
- Due mesi fa – apro un file di testo e gli indico il titolo. – Si chiama “Accetta e Romero”.
Lui alza le mani in segno di resa. Restiamo in silenzio a guardarci. Il tempo ci rema contro.
- E se provassi con qualcosa di metatestuale?
- In che senso?
- Nel senso che tu non hai idee, no? Allora scrivi un racconto su di te che non hai idee – muove le mani in modo convulso, come un professore di filosofia che cerchi di spiegare il noumeno a gesti. – Mal che vada, la butti nel simbolico: la tua assenza di idee come paradigma della cultura moderna, ormai priva di stimoli… la gente ama queste stronzate.
- Mi sa di già visto.
- E tu prova a variare la formula con qualche elemento nuovo… una narrazione strana… un colpo di scena surreale… - si ferma qualche istante, poi schiocca le dita. - Un personaggio misterioso!
- Ossia?
- Un personaggio che interagisce con te. Tu ne tieni nascosto il nome fino alla fine e poi, BANG! Grossa rivelazione: è un personaggio conosciuto, che non può non essere apprezzato!
- Come i… “personaggi bonus” dei videogiochi?
- Esatto!
Faccio spallucce.
- Mi sembra una pessima idea..
- Oh, ma mai che te ne vada bene una! – sbotta C. – Sai cosa? Tu spreca pure tutta la serata a non combinare nulla: io vado a giocare a “The Sinking City”.
Alza la botola della soffitta e comincia a scendere le scale.
- E dai, non fare così! – esclamo, alzandomi in piedi. – Non posso scrivere nulla senza di te, Cthulhu!
di Agostino Langellotti