Dado da venti

Appuntamento per lunedì 18 novembre dalle 21.00 all'una con il tema della guest star Giorgia Tribuiani! Nata a San Benedetto del Tronto nel 1985, attualmente vive a Bologna e lavora nel campo della comunicazione. Laureata in Editoria e giornalismo presso la facoltà di Lettere e filosofia, per cinque anni è stata responsabile della sezione letteratura per la rivista di arte e cultura “Re-volver”. Da ottobre 2017 collabora con la Bottega di narrazione di Giulio Mozzi. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti Cronache degli artisti e dei commedianti (Tespi). Guasti è il suo primo romanzo ed è edito da Voland.
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zorrozagni
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Dado da venti

Messaggio#1 » lunedì 18 novembre 2019, 23:33

I gradini sono undici, devo toccare solo quelli pari o sono guai. La scala si fa scendere con un bastone a uncino, di solito ci metto un sacco per agganciare l'anello, ci arrivo appena, stavolta al secondo colpo l'ho preso.
Due quattro sei, otto dieci e salto, e la soffitta eccola qui.
Qui è dove vengo quando sono felice o quando ho paura, e mi nascondo. La soffitta non fa mai paura perché ci andava a giocare Tobia coi suoi amici, io li seguivo di nascosto e li ascoltavo, troll e goblin, coboldi ed elfi. Non so nemmeno come è fatto un goblin, ma tutto quello che c'è in soffitta non può far paura, perché qui è tutto per finta; e le cose finte poi a volte diventano vere.
Giro l'angolo e apro gli scatoloni dei giochi vecchi, tiro fuori un risiko e prendo il dado. Se esce sei devo scendere subito, altrimenti resto qui.
Quattro.
Mi metto ancora a cercare, la polvere ha coperto le scatole sopra ma quelle sotto no. Le tolgo tutte, disegno un cerchio col dito sulla scatola di Hotel, ci tiro dentro il dado, se resta nel cerchio tutto si sistema.
Cade a terra e rimbalza sotto alla caldaia. La caldaia è come una grotta con un falò blu, ci spingo sotto lo scatolone e mi ci ficco dentro. Sul fondo ci sono sparsi i vecchi dadi di Tobia, non li ha mai portati con sé, mi ha detto che a Londra non ha più il tempo di giocarci, e che potevo tenerli io. Ma anche io non ci ho giocato più da quando è andato lui.
Tiro quello grosso, se esce pari papà arriva ora, se esce dispari resto quassù. Lo prendo e lo alzo alla luce della fiamma, per controllarlo.
Sedici.
Ne prendo due e li lancio insieme, mi sbattono in mano come i denti di un gigante. Allungo le orecchie, mi è sembrato di sentire qualcosa dabbasso. Trattengo il respiro, se esce dodici la mamma si sveglia.
Quindici.
Dalla finestrella vedo il giardino, nulla si muove. Butto ancora i dadi, se esce più di quindici passa un gatto.
Diciotto, resto fermo immobile ma il gatto non passa. Forse dopo.
Mi sporgo dallo scatolone, afferro un mazzetto. Se viene l'asso vado giù e sveglio mamma.
Tre di coppe.
Se esce spade scendo giù e mi metto a cucinare io, prima che arrivi papà, così mamma quando si sveglia trova già tutto pronto ed è contenta, che ormai non cucina quasi più e deve fare tutto papà.
Re di denari.
Fa freddo ormai qui in soffitta, è buio ed è tardi. Non so che ore sono ma dovrei essere a letto anche io. Se viene coppe, o denari, o spade papà chiama da lavoro per sentire come va, e io rispondo.
Cinque di coppe, sto fermo immobile ma il telefono non squilla.
Se esce più di dieci torno a letto, meno di dieci sveglio mamma.
Otto.
Non mi muovo, tiro ancora.
Sei.
Non mi muovo, tiro ancora.
Tredici.
La paura arriva anche qui, su in soffitta. Tiro ancora, se esce dieci papà arriva.
Sette.
Se esce dieci papà ritorna.
Quattro.
Se esce dieci papà torna a casa e sveglia la mamma.
Cinque, dodici, undici.
Ma papà non arriva, mi sento tremare. La mamma non si sveglia, ci ho già provato e non è servito. Ha solo preso troppe delle sue gocce, se esce cinque si sveglia lo stesso.
Se esce venti non si sveglia mai più.
Tiro.



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antico
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Re: Dado da venti

Messaggio#2 » lunedì 18 novembre 2019, 23:39

Ciao Federico e benvenuto su Minuti Contati! Tutto ok con caratteri e tempo, ma essendo nuovo dovresti presentarti con nome e cognome. Se intendi rimanere anonimo puoi scrivermi su peter7413@gmail.com, sono Maurizio Bertino. In alternativa, se non hai problemi con l'identità, t'invito a entrare nel gruppo fb per goderti al meglio l'edizione e interagire al 100% con la community :)

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zorrozagni
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Re: Dado da venti

Messaggio#3 » lunedì 18 novembre 2019, 23:52

Chiedo scusa, svista da newbie.
Mi chiamo Federico Zagni e partecipo per la prima volta. Per una presentazione piu rotonda posso anche aggiungere che scrivo da Modena.

Buon contest a tutti!

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antico
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Re: Dado da venti

Messaggio#4 » lunedì 18 novembre 2019, 23:56

Molto bene! Benvenuto e buona Tribuiani Edition!

alexandra.fischer
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Re: Dado da venti

Messaggio#5 » martedì 19 novembre 2019, 13:08

DADO DA VENTI di Zorrozagni Tema centrato. L’orrore non è nella soffitta, ma nella fragilità del protagonista, il quale ricorre ai giochi conservativi per avere qualcosa a cui aggrapparsi (la sua è una vita dura: deve raggiungerla usando un bastone; il fratello Tobia è a Londra e lui si trova solo con una madre malata e un padre impegnato al lavoro e nella cura della casa). I tiri con i dadi e i giochi con le carte sono rituali che non lo confortano del tutto (aleggia il terrore del suicidio della madre con una dose eccessiva di farmaco). Storia agghiacciante, e scritta molto bene. I numeri e le figure delle carte, seguite dalla successione temporale descritta dal protagonista attraverso il pensiero, danno un che di ipnotico al racconto.

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zorrozagni
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Re: Dado da venti

Messaggio#6 » mercoledì 20 novembre 2019, 0:27

Grazie per il commento! Solo una precisazione: il bastone non è per la deambulazione del protagonista, ma un semplice manico a uncino per agganciare l'anella della scala a fisarmonica... una di quelle scalette retrattili che un tempo erano piuttosto comuni per l'accesso a solai e sottotetti.
Forse un po' criptica, ma almeno abbiamo precisato che il bambino cammina bene ;)

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maurizio.ferrero
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Re: Dado da venti

Messaggio#7 » mercoledì 20 novembre 2019, 10:34

Ciao Federico, benvenuto!

Per quanto mi riguarda, il tuo è decisamente un buon esordio in questi lidi! Veramente ben gestita l'ansia del bambino che trova conforto in gesti ripetitivi e privi di logica, che però gli generano la speranza che le cose si sistemino. Segnale di un possibile futuro disturbo ossessivo-compulsivo, specie considerando l'agghiacciante finale in cui ci viene lasciato il dubbio sulle effettive condizioni della madre. Sta solo dormendo profondamente, oppure...?
Non ho molto da segnalarti, forse l'unica cosa che mi ha un po' stonato è la breve variazione del lancio di dadi con il mazzo di carte. Forse l'hai messo per dare un po' di varietà alla scena, ma credo che questo sia uno dei rari casi in cui la ripetizione avrebbe giovato.

A presto!

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zorrozagni
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Re: Dado da venti

Messaggio#8 » mercoledì 20 novembre 2019, 10:54

Grazie Maurizio, felice di sentirlo! In effetti quella del mazzo di carte altera un po' la cadenza del racconto. Diciamo che è un retaggio di un espediente narrativo che avevo in mente e che sarebbe stato adatto per un racconto più lungo, perché aveva anche un paio di altri "strumenti casuali". Poi l'ho voluta usare per questo, ma un unico spazio e 3000 caratteri sono pochini per lasciare lo spazio. Credo proprio tu abbia ragione, spero sia un peccato veniale anche per gli altri lettori!.

A presto,
Federico

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Dado da venti

Messaggio#9 » mercoledì 20 novembre 2019, 20:31

Ciao Federico.
Benvenuto tra noi e complimenti per l'esordio.
Devo dire che è un racconto davvero ben fatto. L'utilizzo dei dadi, delle carte e le varie manie del bambino riescono molto bene a trasmettere l'ansia e l'angoscia, oltre che a essere un'ottima strategia per svelare dettagli senza dire troppo.
Difatti, senza dilungarti in eccessive spiegazioni, hai detto molto riguardo alla famiglia, al fratello a Londra, al padre e alla madre. Davvero un ottimo lavoro a cui mi sento di dire poco e niente. Hai anche rispettato perfettamente il paletto, perché l'ambientazione è completamente circoscritta alla soffitta. In conclusione, ti reputo il migliore del girone. A rileggerci!

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emiliano.maramonte
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Re: Dado da venti

Messaggio#10 » mercoledì 20 novembre 2019, 22:35

Ciao Federico, lieto di conoscerti e benvenuto nell'infernale Arena!
Ho letto il tuo racconto con molta partecipazione e apprensione. In buona sostanza posso dire che sei stato davvero bravo a costruire una storia sospesa in questo bizzarro stato mentale del protagonista che vive la sua quotidianità attraverso gesti ludici ossessivi/compulsivi. In questo, come ha detto qualcuno prima di me, la cadenza del racconto è ipnotica e, oltretutto, sostenuta da una scrittura abbastanza precisa e pulita. Ciò che mi ha un po' infastidito è la ripetitività della formula, soprattutto alla fine; okay, è efficace, ma verso la fine stanca, pur culminando in una conclusione inquietante e coerente.
In ogni caso, tema centrato, come anche la limitazione, e racconto sicuramente di ottimo livello.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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zorrozagni
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Re: Dado da venti

Messaggio#11 » mercoledì 20 novembre 2019, 22:37

Grazie a Gabriele e a Emiliano. A Emiliano posso aggiungere che sono d'accordo, mentre lo scrivevo mi rendevo conto della ripetitività del tutto. È anche per questo che ho provato a inserire le carte, artificio che non so se ha funzionato bene ma che ha provato ad alleggerire il pendolo. La speranza in parte confermata è che il trasporto e la curiosità del lettore siano sufficienti a disinnescare questo continuo ticchettio (magari anchd fastidioso) dei dadi. Grazie ancora,
Federico
Ultima modifica di zorrozagni il mercoledì 20 novembre 2019, 23:11, modificato 1 volta in totale.

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zorrozagni
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Re: Dado da venti

Messaggio#12 » mercoledì 20 novembre 2019, 23:07

Ciao Ocean Master.
Sul genere, beh, è un racconto non di genere ;)
Per quanto riguarda il gusto personale, non est disputandum, per cui accetto di buon grado ;)
Grazie per il commento e alla prossima!

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Pretorian
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Re: Dado da venti

Messaggio#13 » sabato 23 novembre 2019, 19:30

Ciao, Federico e piacere di leggerti.
Il tuo racconto è molto interessante, con un bambino che si affida a segni del caso (dadi, carte e altri giochi) per non affrontare l'orrore familiare. L'idea è ottima, la realizzazione è stata altrettanto eccellente?
A mio giudizio, ni. Nel complesso, hai fatto un bel lavoro, con un ottimo crescendo delle emozioni del bambino e con un eccellente lavoro di "filtraggio" delle informazioni sulla sua situazione familiare, che non è improvvisa e massiva, con il rischio di infodump, ma centellinata nel modo più accorto. Per contro, il tema del bambino che passa da un gioco all'altro alla lunga (e parliamo di un racconto breve!) diventa abbastanza ripetitivo e stancante. Piuttosto che inserire così tante varianti, magari sarebbe stato più opportuno lasciare giusto quattro, al massimo cinque, magari restringendo il racconto, oppure descrivendo in modo più approfondito la sua ricerca febbrile. Questo è l'unico neo, non grandissimo, ma comunque evidente.

Alla prossima!

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zorrozagni
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Re: Dado da venti

Messaggio#14 » domenica 24 novembre 2019, 18:03

Grazie pretorian! Concordo con te e sono convinto che con il senno del poi un paio di tiri in meno e un paio di dettagli in più lo avrebbero reso meno stancante. Pero sono contento che in generale lo reputiate comunque interessante...grazie per il commento e il giudizio.

Buona serata, Federico

Fabio84
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Re: Dado da venti

Messaggio#15 » lunedì 25 novembre 2019, 13:52

Ciao Federico,
il tuo racconto mi è piaciuto anche perché con un passato da tiratore di dadi qualche analogia l'ho trovata più che azzeccata.
I lanci battono bene il tempo per i pensieri che animano il protagonista e ho apprezzato anche il passare alle carte come variazione.
L'unica cosa che mi è mancata (perché ormai mi sentivo pure io i dadi tra le dita) era il rumore che fanno: mi sarebbe piaciuto sentire qualcosa (o forse il riferimento era "mi sbattono in mano come i denti di un gigante"?).
Bel lavoro
ciao

Fabio

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zorrozagni
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Re: Dado da venti

Messaggio#16 » mercoledì 27 novembre 2019, 13:23

Grazie Fabio, sì, quel dettaglio dei "denti da gigante" voleva assolvere a due compiti contemporaneamente: dare un piccolo ulteriore richiamo ai GDR, e suggerire un'assonanza al reale. Forse il secondo scopo cade un po' nel vuoto perché non sappiamo che rumore facciano i denti di gigante quando agitati, però la mia mente nello scrivere la riga mi aveva attivato una connessione sensoriale... per intenderci: rattle rattle :)

Grazie per il commento, a presto!

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Puch89
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Re: Dado da venti

Messaggio#17 » giovedì 28 novembre 2019, 0:24

Ciao piacere di leggerti,
Un esordio davvero notevole complimenti. Ritmo serrato e fluido, l'idea del bimbo che cerca di trovare conforto in una serie di azioni compulsive (plausibile sintomo di qualcosa che si porterà dietro crescendo per via del trauma?) contestualizzandole al gioco che esorcizza lo stato d'animo mi è piaciuto, e l'hai reso bene per quanto mi riguarda. La nota dolente vedo che è condivisa, forse è la ripetizione del tiro dei dadi nella fase finale ma roba di poco conto tutto sommato, tema centrato e ben reso. Ah una nota, non avevo capito inizialmente a cosa ti riferissi col bastone e la gruccia, niente di che! Alla prossima!

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antico
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Re: Dado da venti

Messaggio#18 » domenica 1 dicembre 2019, 21:56

Beh, complimenti, esordio con i fiocchi su MC. Ho ben poco da dire, il racconto mi è piaciuto davvero molto. Se devo trovare il pelo nell'uovo, nella prima parte sembra un bambino più grande di quello che poi, effettivamente, è, forse a causa del discorso sul fratello che si è tresferito e non ha più tempo e questo perché alla prima lettura ho pensato a un amico e la cosa mi ha fatto titubare. Chiaro che il problema è mio, ma forse questo è segno di un problemino in quel punto. Per quanto riguarda la ripetitività: l'ho adorata proprio perché nel suo tentativo di fuga dalla realtà va in loop e cortocircuita e tu lo mostri bene. Per me un pollice su senza dubbio alcuno.

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zorrozagni
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Re: Dado da venti

Messaggio#19 » lunedì 2 dicembre 2019, 7:30

Grazie mille! Pensavo in effetti che bastasse l'intuizione che i due vivono nella stessa casa bastasse a qualificarli al lettore come fratelli, ma forse un indicazione in più avrebbe aiutato il lettore.

A presto, Federico

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