Clovis

Appuntamento per lunedì 18 novembre dalle 21.00 all'una con il tema della guest star Giorgia Tribuiani! Nata a San Benedetto del Tronto nel 1985, attualmente vive a Bologna e lavora nel campo della comunicazione. Laureata in Editoria e giornalismo presso la facoltà di Lettere e filosofia, per cinque anni è stata responsabile della sezione letteratura per la rivista di arte e cultura “Re-volver”. Da ottobre 2017 collabora con la Bottega di narrazione di Giulio Mozzi. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti Cronache degli artisti e dei commedianti (Tespi). Guasti è il suo primo romanzo ed è edito da Voland.
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roberto.masini
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Clovis

Messaggio#1 » martedì 19 novembre 2019, 0:52

Chi fosse passato quella sera intorno alle nove vicino alla fattoria dei Wise avrebbe sentito grida da far accapponare la pelle e sarebbe scappato a gambe levate. Ma avrebbe commesso un errore perché la dentro non c’erano mostri o serial killer che stavano sgozzando qualcuno ma solo due giovani, Paul e Hanna, che, approfittando dell’assenza dei loro genitori, i quali erano andati a festeggiare l’anniversario di matrimonio a El Paso, avevano chiamato una coppia di amici, Frank e Jennifer, e se la stavano spassando nell'ampia soffitta.
Paul e Hanna avevano sempre avuto voglia di perlustrarla ma gli era stato tassativamente impedito fin da quando erano piccoli. Questa volta però la ragazza era riuscita a fare una copia della chiave e così erano potuti entrare. Ragnatele e polvere li accolsero; dopo aver tossito un po’, riuscirono a diffondere un po’ di luce con le torce che avevano con sé l’intero ambiente. Trovarono anche un interruttore; una grande lampadina illuminò tutta la soffitta.
Era piena di bauli. Una conteneva vestiti dell’ottocento. Paul indossò un corpetto da donna misto seta di colore nero con inserti in tulle e un’ampia gonna, mentre Frank un vestito in seta grezza giallo-oro con merletto bianco sul corpetto e sulle maniche corte. Hanna sfilò con una giacca nera, pantalone nero, gilet verde, camicia bianca e foulard verde chiaro. Jennifer trovò invece giacca, pantaloni, gilet, camicia e foulard tutti blu ma soprattutto un cilindro e una bombetta che alternava sulla testa tra le risate degli altri.
E un altro era pieno di libri, tutti antichi e dagli strani nomi come la Clavicola Salomonis, il Liber Diaboli e il Necronomicon. Non comprendevano appieno la natura di quei libri ma intuivano si trattasse di libri proibiti che evocavano gli spiriti. Era appena passata la mezzanotte, quando si scatenò un temporale. Fra lampi e tuoni che scuotevano l’intera casa Jennifer decise di leggerne uno perché voleva evocare uno spirito:
«O Tu che dimori nelle tenebre del Vuoto Esterno, vieni ancora una volta sulla Terra, Ti imploro! O Tu che dimori oltre le sfere del tempo, odi la mia supplica!»
Hanna le strappò di mano il Necronomicon e gridò:
«Non mi sembra il momento di rovinare questa festa! Guardate cosa ho trovato: Clovis!»
«E chi è Clovis?» domandò Frank.
«È il mio vecchio clavicembalo!»
«Clavi che?» fece Jennifer.
«Un antico pianoforte. Io e Paul lo suonavamo quando eravamo piccoli, poi mamma e papà lo fecero sparire perché dicevano che eravamo troppo affezionati. Lo trattavamo come fosse una persona, gli parlavamo, lo accarezzavamo…»
Si accostarono allo strumento, spostarono un gatto di marmo appoggiato sulla tastiera e iniziarono a suonare a quattro mani.

Il temporale era cessato. Paul e Hanna dissero che avrebbero lasciato quella casa, e anche Clovis, per andare all'Università. Fu allora che il clavicembalo cominciò a suonare da solo una musica indiavolata. Poi lo strumento si precipitò contro Paul e Hanna, schiacciandoli a morte contro una parete.
Jennifer gridò:
«Il pianoforte non vuole essere abbandonato!»
«Ma che dici?» rispose Frank.
Furono le ultime parole che pronunciò: il clavicembalo li spinse entrambi dalla finestra.
Chi fosse passato all'una di notte vicino alla fattoria dei Wise avrebbe sentito come unico rumore le note della Fuga del gatto di Scarlatti.



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antico
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Re: Clovis

Messaggio#2 » martedì 19 novembre 2019, 0:54

Ciao Roberto! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa Tribuiani Edition!

caratina
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Re: Clovis

Messaggio#3 » mercoledì 20 novembre 2019, 1:16

Il tema mi pare non del tutto rispettato, per quanto riguarda gli orari: ci sono solo dei cenni alla fine su dei “passanti” all’una di notte.
C’è un refuso: manca “per” davanti a “l’intero ambiente”.
La descrizione degli abiti è un po’ troppo particolareggiata, rischi di farla sembrare quella di un catalogo di moda. Ti consiglio meno dettagli e più sensazioni.
Fatico un po’ a collocare il racconto in un genere: sembra voler virare all’horror, verso metà storia, ma poi il finale è più comico che horror. La trama è molto semplice, e il ruolo del clavicembalo assassino è abbastanza limitato: compare dopo la metà del racconto e compie una piccola starge perché non vuole essere abbandonato. Devo dire che la motivazione fa più tenerezza che terrore, ma immagino che tu l’abbia considerato. Nel complesso credo che il tempo limitato abbia influito sull’ideazione e sulla costruzione del racconto che, così com’è, risulta poco definito e incisivo, dal punto di vista narrativo. Avrei dato più spazio al clavicembalo (horror o comico che sia) e ne avrei collegato meglio la “possessione” alle formule recitate per gioco dai ragazzi. Devo riconoscere comunque che il termine “musica indiavolata” qui è bellissimo :-)

Grazie per la lettura e a presto!

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Luca Nesler
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Re: Clovis

Messaggio#4 » mercoledì 20 novembre 2019, 14:21

[premessa: per il rispetto di tutti e, sapendo che ognuno preferisce le critiche ai complimenti, ho deciso di commentare senza leggere gli altri commenti e di accantonare qualunque filtro cortese. Ti prego di non confondere questo atteggiamento con mancanza di stima e di ricordare che giudico il racconto e non l'autore/autrice.]

Ciao Roberto.
Sulla trama: Quattro ragazzi, grazie all'uso incauto della magia nera, danno vita ad un oggetto che ha accumulato collera e che li uccide. Non sarebbe male. Un classico dell'horror che, però, risente, nel tuo pezzo, di una scrittura superficiale e affrettata, sopratutto nelle parti più importanti. In queste sembra più una traccia che un racconto vero e proprio. Forse la causa è il limite di caratteri, ma io tendo a non giustificarlo, specialmente in chi ha partecipato spesso. Penso che dovremmo abituarci a farci i conti con 'sti benedetti 3333 caratteri.

Sulla tecnica:
- "Ma avrebbe commesso un errore(,) perché la (là) dentro non c’erano mostri o serial killer che stavano sgozzando qualcuno(,) ma solo due giovani, Paul e Hanna, che, approfittando dell’assenza dei loro genitori, i quali erano andati a festeggiare l’anniversario di matrimonio a El Paso, avevano chiamato una coppia di amici, Frank e Jennifer, e se la stavano spassando nell'ampia soffitta." In questo periodo ci sono due stranezze, troppe secondarie che lo rendono molto lungo. Le stranezze sono che un narratore esterno ci dice che chiunque fosse passato avrebbe commesso un errore a spaventarsi, in una situazione che sembra possa incutere solo timore. L'altra è che questa situazione (grida da far accapponare la pelle) sia generata da 4 ragazzi che se la spassano in modo apparentemente normale. Penso che avresti potuto usare un modo migliore per introdurre la scena.
- "Ragnatele e polvere li accolsero; dopo aver tossito un po’, riuscirono" visto come hai introdotto la scena mi aspetto di trovarli già presi dalla festicciola, invece fai improvvisamente un balzo indietro a quando entrano.
- "riuscirono a diffondere un po’ di luce con le torce che avevano con sé l’intero ambiente." la costruzione della frase non è molto chiara, inoltre credo che manchi un "nell'".
- "Trovarono anche un interruttore; una grande lampadina illuminò tutta la soffitta" Questo rende tutto il discorso delle torce superfluo alla trama. Hanno la luce e tanto basta.
- La parte dei travestimenti è un'idea spassosa per la scena, ma l'ho trovata troppo lunga. Probabilmente avresti ottenuto lo stesso effetto con meno dettagli.
- "Non comprendevano appieno la natura di quei libri ma intuivano si trattasse di libri proibiti che evocavano gli spiriti" invece è chiaro che comprendano la natura di quei libri.
- "Fra lampi e tuoni che scuotevano l’intera casa(,) Jennifer decise di leggerne uno(,) perché voleva evocare uno spirito" Questa frase taglia un po' corto con la scena. Perché Jennifer vuole evocare uno spirito? Per divertirsi? Gli altri che ne pensano? Hai speso più parole per parlare dei travestimenti che sono, dal punto di vista del lettore e delle intenzioni del racconto, meno importanti di questo fatto. Risulta come una strana discrepanza.
- «O Tu che dimori nelle tenebre del Vuoto Esterno» Oh
- "Hanna le strappò di mano il Necronomicon e gridò: «Non mi sembra il momento di rovinare questa festa! Guardate cosa ho trovato: Clovis!»" Non capisco il comportamento di Hanna: è ubriaca? Perché strappa? Perché grida? Perché pensa che Jennifer rovini la festa? Se non lo trova un gioco dovrebbe preoccuparsi di più, altrimenti non ha motivo di dire così.
- "Si accostarono allo strumento, spostarono un gatto di marmo appoggiato sulla tastiera e iniziarono a suonare a quattro mani." Naturalmente tutte queste operazioni possono essere compiute all'unisono dai due fratelli, ma il passaggio scritto così risulta buttato giù in modo superficiale o, almeno, può dare quell'impressione.
- Il finale è davvero affrettato. All'improvviso Hanna e Paul dicono (con un discorso indiretto davvero superficiale) che se ne andranno e il clavicembalo li uccide. Le battute di Jennifer sono assurde e incoerenti con la situazione, per non parlare della reazione dissociata di Frank.
- La frase finale che riprende l'inizio è una buona chiusa, però io non avrei citato un pezzo di musica specifico che un lettore, non conoscendolo, può fraintendere o rimanere a pensarci su, invece che tirare le conclusioni del racconto appena terminato.

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Wladimiro Borchi
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Re: Clovis

Messaggio#5 » mercoledì 20 novembre 2019, 17:31

Clovis - Roberto Masini
Evocazione in stile "La casa" che trasforma un vecchio clavicembalo in uno strumento di morte.
Idea molto originale e trama piena di citazioni interessanti, per gli appassionati del genere.
Nel complesso un lavoro discreto.
Ti segnalo qui di seguito un po' di imprecisioni stilistiche su cui, se vuoi, puoi lavorare.
1) "assenza dei loro genitori, i quali erano andati a festeggiare" - secondo me basta un "che";
2) "tassativamente impedito" - toglierei l'avverbio, aggiunge poco o niente e rallenta la lettura;
3) "una copia della chiave e così erano potuti entrare" - toglierei "così" (aggiungendo ovviamente la d ad e "ed");
4) "riuscirono a diffondere un po’ di luce con le torce che avevano con sé l’intero ambiente" - qui probabilmente hai sostituito "illuminare" con diffondere, per evitare la ripetizione con l'altro illuminare della riga sotto. Però, allora, devi concludere con "nell'intero ambiente". "con le torce che avevano con sé" è un inciso e lo metterei tra due virgole.
5) "una grande lampadina illuminò" - Capisco che si sia già usato luce (nel rigo prima), ma lampadina è proprio brutto – meglio “un forte chiarore si diffuse in tutta la soffitta".
6) l'elenco dettagliato degli abiti, l'ho letto con piacere perché convinto che fosse in qualche modo funzionale alla storia. In realtà erano tutti dettagli inutili (al limite dell'infodump), con cui ti sei giocato un bel po' di battute che potevi utilizzare per approfondire la psicologia dei personaggi.
A rileggerci presto.
Wladimiro
IMBUTO!!!

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zorrozagni
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Re: Clovis

Messaggio#6 » giovedì 21 novembre 2019, 17:45

Ciao, una veloce precisazione visto che sono nuovo e non mi conoscete: quando faccio editing o commento un testo mi concentro sui punti deboli, credo sia questo il servizio più gradito per chi si vuole migliorare. Per questo i miei commenti potranno sembrare forse critici, ma non c’è nessun intento denigratorio, solo analitico.

Commento:

Forma e stile adeguati al contenuto, e il racconto ha un buon ritmo e procede bene. Qualche refuso e disattenzione sintattica, ma nulla che una semplice correzione di bozze non possa sistemare. Semmai è il finale a pagare un po’ il conto di una trama che suona un po’ inconcludente. Un deus ex machina che risolve l’empasse non narrativa bensì dell’autore, fornendo un colpo di scena del tutto inaspettato sì, ma scollegato dal resto.

Isabella Torazza
Messaggi: 38

Re: Clovis

Messaggio#7 » giovedì 21 novembre 2019, 18:05

Buongiorno Roberto, piacere di conoscerti e leggerti.

Mi è piaciuta l'idea alla base del racconto, nonostante non sia il mio genere. La sensazione a fine lettura è che sia stato un po' buttato lì e manchi di spessore, che potrebbe avere, è chiaro. Avrebbe meritato più spazio e questo limite di battute ha avuto un effetto di impoverimento sul testo. Se posso permettermi: lo riprenderei in mano con calma e lo allungherei, potrebbe diventare molto più interessante. da sfruttare in altre occasioni.
Piccoli appunti:
C'è una frase che inizia con "Questa volta però", che non suona bene. E più avanti, quando parli del secondo baule contente i libri, inizi con "E un altro". Il primo baule era stato scoperto assai prima per reggere questo Inizio, avrei usato semplicemente "un altro baule."

Grazie

Isa

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roberto.masini
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Re: Clovis

Messaggio#8 » sabato 23 novembre 2019, 16:22

Riflettendo sui vostri commenti non posso che dire, a mia parzialissima discolpa:
"La gatta frettolosa..!!!".

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: Clovis

Messaggio#9 » domenica 24 novembre 2019, 17:23

Il Tema è centrato. Paul e Hanna si divertono in soffitta con gli amici Frank e Jennifer. È un racconto godibile: bello il travestitismo con gli abiti ottocenteschi dei bauli (ragazzi vestiti da damigelle e Hanna da uomo: mi manca Jennifer, com’era vestita? Metà e metà?). Il tema dei libri di magia nera è interessante, ma il vero oggetto dell’orrore che predomina è Clovis (il clavicembalo, talmente affezionato ai fratelli da ucciderli una volta posseduto dallo spirito evocato da Jennifer: non sia mai che lo lascino ammuffire andandosene all’Università). Inquietante il finale, con lo spirito che continua a suonare, e suonare dopo l’ecatombe del gruppetto di amici. Poveri genitori, che sorpresa li aspetta.





Attento:
la dentro (là dentro)
gilet ve (volevi scrivere: verde?)

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lordmax
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Re: Clovis

Messaggio#10 » mercoledì 27 novembre 2019, 13:06

genere: horror soprannaturale

Che inizio pesante, ho dovuto fermarmi e riprendere il fiato. Rivedrei l'incipit mettendoci del mostrato invece di quello che è vicino a un infodump.
Sembra l'inizio di un gioco di ruolo. Perché hanno le torce? Da quando ci si muove in casa con delle torce se c'è l'impianto elettrico?
Perché sono rimasti in soffitta invece di portare giù i bauli visto che è sporca e polverosa? Perché la ragazza non ha visto il calvicembralo appena accesa la luce, è enorme, molto più grande di qualsiasi baule.
Anche il finale mi pare un poco raffazzonato.
Mi hai abituato a ben altro livello devo ammettere che questo racconto non mi è piaciuto anche se l'idea è ottima.
Tema centrato

Federico Martello
Messaggi: 66

Re: Clovis

Messaggio#11 » giovedì 28 novembre 2019, 16:01

Ciao Roberto, a costo di suonare spiacevole devo essere onesto nel dire che è un racconto che non mi ha colpito particolarmente, sia nell'idea che nella realizzazione. Su quest'ultima soprattutto temo che la colpa sia principalmente mia, obiettivamente non si può trovare chissà che male in un testo così Raccontato (l'abusatissima regola del Mostrare, Non Raccontare è ampiamente sopravvalutata e soprattutto è un'indicazione su uno dei tanti modi in cui poter scrivere, tutto tranne che un binario unico Corretto al di fuori del quale vi è solo Sbagliato), ma è una sfortuna che non sia decisamente il tipo di stile che riesce a colpirmi. Ha un fortissimo che di "900", se questo può voler dire qualcosa, non mostra una reale scena ma appunto racconta una storia. Una storia però tutto sommato non così particolare, che non mi fa insomma passare sopra lo stile scelto. E il mio imbarazzo aumenta non potendomi trovare neanche a darti alcun consiglio particolare perché dire "il problema è che è tutto Raccontato ma non si Vede niente" non ha senso, è appunto lo stile che hai scelto tu, ma trattandosi anche di uno stile su cui non ho gusti, preferenze nè competenze, non mi sento di poterci dire nulla. Insomma, una prova non negativa, semplicemente fuori dalle mie corde, e ti assicuro lo dico con tutto il senso di colpa e le scuse possibili.

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antico
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Re: Clovis

Messaggio#12 » venerdì 29 novembre 2019, 20:46

Quella eccessivamente lunga descrizione della prova vestiti credo racchiuda il problema del racconto: non mi sembra tu ci sia "entrato" mentre lo scrivevi, la mia sensazione è che tu lo abbia parecchio inseguito e che una volta giunto alla fine non abbia avuto le energie (e soprattutto il tempo, visto che mancavano otto minuti) per revisionarlo. In linea generale, mi è sembrato parecchio sfilacciato con equilibri interni ben lungi dal raggiungere l'ottimale. Pollice ni, questa volta.

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