Ars Memoriae

Appuntamento per lunedì 16 dicembre dalle 21.00 all'una con il tema scelto dalla vincitrice del Premio Urania Francesca Cavallero e dai finalisti dell'Urania Short Fabio Aloisio, Elia Gonella e Axa Lydia Vallotto!
Dario17
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Ars Memoriae

Messaggio#1 » martedì 17 dicembre 2019, 0:18

Il Memoriae si accese.
La parete est della stanza cominciò ad ospitare immagini in sequenza; un flusso sempre più costante creatore di forme e movimenti.
Il dottor Nathanson e la dottoressa Bernays, seduti ai capi di un letto, osservavano.
«Attiviamo l’audio, dottor Nathanson?»
«Si, adesso si.»
La donna armeggiò con un tablet.
Nella stanza echeggiarono voci provenienti da punti indefiniti della stanza.
«Pedala, tesoro, pedala! Dai che ce la fai!»
«Che bravo! Ha la stoffa non c’è che dire…»
Sulla parete, manine paffute stringevano il manubrio di un triciclo e piedi scalzi si affannavano su pedali.
«Per essere bravo, è bravo...» commentò il dottor Nathanson «…però direi di accelerare il processo. Ci sono altri due pazienti prima della fine del turno.»
«Moltiplico la velocità? Facciamo un x15?»
«Facciamo x30.»
La dottoressa digitò di nuovo sul dispositivo.
Le manine, ora più grosse e leggermente pelose, stringevano un volante d’auto.
Nell’aria risuonò il ronzio di un motore elettrico da seimila cavalli.
Fuori dai finestrini correva un panorama desertico, quasi lunare. Al centro del parabrezza tappezzato di icone e messaggi di testo, uno shuttle pronto al lancio si faceva sempre più grande.
Una mano con unghie smaltate sfiorò una di quelle alla guida. Due anelli identici infilati negli anulari si toccarono.
«Amore! Sei sicuro di non aver esagerato? Due giri completi attorno all’orbita di Marte come viaggio di nozze? Non sarà troppo?» squillò cristallina la voce di una giovane donna.
«La vita è breve.» rispose a voce bassa il conducente.
«Facciamo x60, va.» interruppe il dottore.
Le immagini schizzarono e si inseguirono sulla parete a velocità disumana; un caleidoscopio di volti, corpi, cieli, mura, alberi, strade, cibo, luci ed ombre. Un nuovo tocco sul tablet ed il filmato tornò a velocità ordinaria: comparvero proprio i due dottori che guardavano dritti in camera.
«Dottoressa, vada ad avviare il Memoriae mentre io finisco di inizializzare il paziente.» disse il Nathanson a due dimensioni.
Il Nathanson del presente si alzò e si girò.
Il letto su cui sedeva ospitava un uomo in età molto avanzata, incosciente e collegato tramite cavi ad un baldacchino tecnologico fatto di plastiche, metalli sintetici, interruttori e generatori di corrente.
Sulla parete cessarono le immagini e comparve una notifica.
“Registrazione dei ricordi su disco locale completato.
Spazio utlizzato:4%
Spazio disponibile:96%
Capacità:999989 Yottabyte”
«Estraggo il disco di memoria.» disse Bernays.
Quando la donna si avvicinò agli slot del Memoriae, una mano raggrinzita strinse con ammirabile debolezza la sua.
Occhi vacui incontrarono i suoi.
Occhi aperti.
«Perché…solo centoventi anni…così…pochi…tante cose da fare…perché?»
Non ebbe il tempo nemmeno di balbettare una risposta che la mano ricadde sulle lenzuola, morta.
Un’altra mano si posò su Bernays, stavolta sulla spalla e con una presa più salda.
«Porti il disco al Magazzino, poi faccia una pausa. Le prime registrazioni a diretto contatto con i pazienti sono…provanti.» sussurrò l’uomo.
«Perché, dottor Nathanson? Perché solo centoventi anni?» chiese lei, incapace di trattenersi.
Lui tacque per un attimo. Poi rispose.
«Sono milioni quelli che desiderano l'immortalità, e poi non sanno che fare la domenica pomeriggio se piove.»


Dario Cinti



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antico
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#2 » martedì 17 dicembre 2019, 0:21

Ciao Dario e benvenuto su Minuti Contati! Ti ho appena mandato una richiesta di amicizia su fb come Maurizio Bertino. Se ancora non sei dentro, ti invito a entrare a fare parte anche del gruppo fb di Minuti Contati, lo trovi QUI (farne parte non è obbligatorio, ma ti permetterebbe di goderti l'edizione insieme a tutta la community). Tornando a noi: tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa Urania Christmas Edition!

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Polly Russell
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#3 » martedì 17 dicembre 2019, 23:05

Ciao Dario, benvenuto.
Oh Dio una “manina” più grossa e pelosa mi ha fatto pensare a una specie di mutante! XD, mano, è meglio.
Senza dubbio è una buona idea, ed è buona anche la descrizione. Rimango un po’ perplessa sui particolari. Perché svuotare i ricordi dei morenti? Ci fai girare intorno tutto il racconto, il minimo che mi aspetto è sapere a cosa serva questa procedura. Cosa ha a che fare questo con l’immortalità? Perché anche questo è fondamentale ai fini della trama, se ci dici che centoventi anni sono pochi.
Quindi, in sintesi, una buona idea da sviluppare e corredare delle informazioni mancanti.
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Polly

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Laura Cazzari
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#4 » mercoledì 18 dicembre 2019, 10:42

Ciao Dario, benvenuto su MC. Allora leggendo il tuo racconto mi è quasi parso di vedere un episodio di Black Mirror. Il tuo stile di scrittura è molto evocativo e mi è sembrato di assistere a una scena di un film, ma si perde un po’ tutto nel finale, forse troppo affrettato. Il tema non mi sembra sviluppato al meglio. Il poco tempo sono 120 anni di vita? E il troppo spazio sono gli Yottabyte? Con qualche dettaglio in più e un finale adeguato sarebbe stata una bella prova.
Laura Cazzari

Dario17
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#5 » venerdì 20 dicembre 2019, 16:42

Ho basato il tema proprio su quello, ovvero di come la durata della vita possa raggiungere al massimo 120 anni (la genetica pare confermarlo uno studio dopo l'altro) e che possa essere contenuta in poco spazio da un ipotetica super tecnologia informatica che lavora addirittura sull'ordine degli Yottabyte.
Ho preferito glissare su scopi e motivi e di lasciar fare alla mente del lettore. Se già due commenti su due lamentano una certa scarsezza di informazioni e di un finale risicato, direi che sarà materia da migliorare per i prossimi contest.

Grazie per i commenti!

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Andrea Partiti
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#6 » domenica 22 dicembre 2019, 19:11

Un classico della "fantascienza della memoria" è quello dello scaricare in un calcolatore coscienza, memoria, tutte quelle cose mollicce che stanno nel cervello. Nel tuo racconto è chiaro quel che succede, ma non è chiaro a quale scopo.
Attingendo ai precedenti c'erano molte possibilità per il tuo mostrare i ricordi a degli operatori, e la mia prima ipotesi è stata "far vivere vite artificiali accelerate", per via delle richieste di aumentare la velocità. Più capacità di calcolo, acceleri le vite, passi alla persona successiva. Perché farlo? Come gesto umano in caso di sovrappopolazione, cercando tra volontari, come punizione per un crimine, non c'è che da scegliere.
La mia ipotesi è stata ovviamente smentita dalla comparsa del paziente, anziano, a fine racconto. Potevano solo essere i ricordi che venivano copiati a posteriori, quindi. Allora a che pro guardarli lentamente, sintonizzandosi su scene qua e là? In un laboratorio mi aspetto un lavoro asettico, oppure che il controllare le scene abbia uno scopo preciso nella procedura, ma quello scopo deve arrivarmi.
Anche la citazione finale non sembra giusta, anche se suppongo sia quella da cui sei partito per costruire il resto. Non c'è immortalità nella tua storia, non c'è tempo illimitato, anzi, costruisci tutto attorno a questa limitatezza. Ogni vita occupa una quantità massima e precisa di dati. Massimo 120 anni e non un bit di più.

Dario17
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#7 » lunedì 23 dicembre 2019, 11:53

Accidenti, quanti spunti interessanti hai tirato fuori!
Avrei dovuto specificare che la velocità sui operano i due dottori altro non era che quella di download, messo così non è troppo chiaro in effetti. Che loro possano vedere tutto durante il processo è un po' retrò, ricorda a tratti come si "duplicavano" le vecchie VHS o cassette audio a nastro.
La frase retorica finale sull'immortalità è appunto solo retorica; un mero, cinico e forse anche deprecabile giudizio su di un "professionista della memoria" che più di una volta ha sentito lamentarsi la gente sul poco tempo a disposizione e sulla caducità della vita.

Il perchè di tutto questo? Non si sa. Però leggendo il tuo commento sembra che il racconto solletichi le corde giuste portando il lettore ad immaginarsi motivi.

andyvox
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#8 » martedì 24 dicembre 2019, 12:03

Ciao Dario, benvenuto.

Comincio dal finale, perchè la frase di chiusura mi è piaciuta moltissimo. Bella anche l'idea di base, anche se per quanto riguarda l'attinenza al tema hai un po' "giocato" con il concetto di spazio, inteso come spazio di memoria sul disco. Ci può stare, ma è un po' tirato. Il limite principale del racconto sta nel fatto che in diversi passaggi sei stato un po' oscuro, e non sono sicuro di aver capito tutti i dettagli della trama. Ad esempio, io fatico molto a capire come interpretare questo passaggio:
Dario17 ha scritto:«Dottoressa, vada ad avviare il Memoriae mentre io finisco di inizializzare il paziente.» disse il Nathanson a due dimensioni.
Il Nathanson del presente si alzò e si girò.

Il paziente è un Nathanson vecchio? Ma allora come si inquadra la frase finale, le allusioni alla difficoltà di interagire con i pazienti e tutto il resto? Non so, c'è qualcosa che continua a sfuggirmi, peccato perchè il racconto aveva un ottimo potenziale a mio giudizio.
Andrea Pozzali

Dario17
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#9 » martedì 24 dicembre 2019, 18:17

Più semplice.
I due dottori vedono a schermo i se stessi qualche ora prima quando ricevono il paziente. Ovvero gli ultimi ricordi in ordine cronologico del paziente stesso.

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Puch89
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#10 » mercoledì 25 dicembre 2019, 2:16

Sono rimasto un po interdetto da questo racconto.
Ho trovato le descrizioni evocative, sono riuscite a farmi calare nelle giuste vibrazioni, stimolando la mia visione mentale sulla stanza del Memoriae, sulla parete dove vengono proiettati i ricordi, sulla professionalità emotivamente sterile che ci si aspetta da due professionisti nell'ambito. Poi però crolla tutto. Si perde di vista il focus principale, cioè perché. Perché vengono registrati i ricordi di persone che si trovano in punto di morte? Per quale motivo viene fatto?
Si giunge alla conclusione in fretta, senza fornire al lettore una spiegazione che appaghi l'esser giunti alla conclusione. Il tema è sviluppato malaccio, così tanto spazio, così poco tempo. 120 anni possono sembrare pochi alla mente umana, avida di esperienze e di voglia di aggrapparsi alla vita il più possibile, ma lo spazio? Frase finale poi troppo banale.
Un racconto dal buon potenziale, ma poteva essere sviluppato molto meglio.

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filippo.mammoli
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#11 » giovedì 26 dicembre 2019, 12:31

Ciao Dario,
Ho dovuto rileggere il tuo racconto e questo può essere sia un bene che un male.
Alla seconda lettura ho colto pienamente il senso della storia e l'idea è carina. Forse mancano alcuni dettagli decisivi per contestualizzare meglio e spiegarci quando cosa come dove e soprattutto perché.
Mi piace la descrizione accurata e a buon ritmo dei ricordi proiettati e rivisti ad alta velocità. Siamo certamente in un futuro iper tecnologico ma non sappiamo cosa stia succedendo. La battuta finale è geniale. Riguardo al tema forse mi sfugge l'ampiezza spaziale, a parte la battuta del vecchio morente.

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DandElion
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#12 » giovedì 26 dicembre 2019, 21:18

Ciao!
Benvenuto a bordo :)
Il tuo racconto parte dall’idea che in qualche modo la memoria del singolo debba essere preservata è conservata è questo può anche essere bellissimo,’a separata dal corpo, poi, cosa ci si fa? Perché i tuoi personaggi campano 120 anni? Come mai la scienza riesce a preservare i ricordi ma non la fisicità di quella persona? Perché solo una minima parte della memoria viene usata? Mi restano aperte alcune domande e questo mi fa pensare che il tuo racconto vada limato un poco..
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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daniele.mammana-torrisi
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#13 » giovedì 26 dicembre 2019, 22:09

Ciao!

L'idea che hai usato per imbastire la storia è fantastica, questo voglio dirlo; è una di quelle che nel corso della mia vita mi piacerebbe vedere davvero, se non altro per l'aspetto incredibile di registrare i ricordi e l'inquietudine che verrebbe da un simile mezzo a disposizione.
Però la narrazione mi ha lasciato confuso. Lo spazio è quello in eccesso di un singolo disco, sì? Può contenere migliaia di volte quello che occupano i ricordi del protagonista, ma questi sono limitati dall'età? In sè, non è ermetica la stesura, che di pregio ha una capacità visiva non da poco, ma il punto pratico al quale volevi arrivare.
L'ho riletta due volte e la domanda sopra è quello a cui sono riuscito a giungere, con il dubbio di avere mancato qualcosa o che un pezzo mi sia sfuggito. Non posso dire di non aver capito, ma ho la sensazione che mi manchi qualcosa per farmi un'idea finale di cosa tu stessi raccontando.
E un po' mi dispiace, perchè la macchina che permette la registrazione dei ricordi, da sola, potrebbe alimentare dozzine di storie!

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antico
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Re: Ars Memoriae

Messaggio#14 » domenica 29 dicembre 2019, 16:32

Sì, bella idea, ma poco contestualizzata. Credo che il motivo per cui il lettore sia portato a chiedersi in perché risieda nel fatto di cercare un senso all'attività di questi dottori che mentre il paziente muore si limitano a salvare i suoi ricordi. Non curano, archiviano. Inoltre, c'è poco pathos, nonostante la domanda finale della dottoressa. Insomma, il tutto va inquadrato meglio... Allo stato attuale mi sembra come una torta saporita cui debba ancora essere assegnata una forma definita. Pollice ni tendente verso il positivo, per me.

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