IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Appuntamento per lunedì 16 dicembre dalle 21.00 all'una con il tema scelto dalla vincitrice del Premio Urania Francesca Cavallero e dai finalisti dell'Urania Short Fabio Aloisio, Elia Gonella e Axa Lydia Vallotto!
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giulio.palmieri
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IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#1 » martedì 17 dicembre 2019, 1:02

– E dunque?
– Dunque. Immagina un uomo della steppa, un cavaliere. Uno che un giorno lascia assieme al suo cavallo le rive di fiume remoto, per conoscere il limite estremo dell’occidente, il punto in cui tramonta il sole.
– Sì.
– Quell’uomo correrà assieme al suo cavallo per pianure e deserti. Vedrà in cielo le stelle che i suoi padri gli hanno insegnato a nominare, vedrà le sagome di montagne ignote, valli nascoste, innumerevoli albe e tramonti. Si perderà in uno dei villaggi di quelle valli, desideroso di una donna presso la cui bassa casa aspetterà che passi l’inverno, prima di fuggire in primavera verso le montagne.
– E poi?
– Sulle montagne combatterà contro lupi e uccelli, contro il freddo che stordirà il suo sonno. Proseguirà a piedi sulle mulattiere, tirando il suo cavallo senza nome. Lo perderà prima di giungere presso le città dei Sini, in cui attenderà altre notti, prima di proseguire su battelli dalla punta a cono, verso l’interno. A tutti dirà di chiamarsi Iskandar, come suo padre. Un piccolo commerciante gli regalerà un astrolabio, gli insegnerà a tracciare sulla carta piccoli segni che indicano stelle, luoghi e cose, e gli dirà che è la malinconia delle stelle, dei luoghi e delle cose ad aver insegnato loro quei segni.
– Non capisco dove vuoi arrivare.
– Tra un momento. La terra dei Sini è immensa. Lui s’attarderà ancora, nei meandri del confine, fino a toccare l’Hindu-kush, e poi l’India, dove grandi templi svettano al tramonto e canti s’alzano all’alba sui fiumi. Un re, passando, un giorno lo chiamerà col nome di Pushan, e lo chiamerà a palazzo. Laggiù Pushan conoscerà le donne del gineceo, si nasconderà tra loro fino a essere scoperto e mandato al confine, a tenere gli stendardi in battaglia e combattere contro i Parti, in battaglie polverose su pianure sconfinate, sotto notti e giorni in cui egli penserà a quanta strada ha percorso.
E una notte sognerà un vaso, tra le mani di una donna. La donna si chiama Elena, e i suoi aguzzini, che lo trasportano coi piedi legati su un carro, gli dicono che è per lei che marciano verso occidente, verso la grande Ilio sotto assedio da dieci anni.
– E cosa farà Elena?
– Elena, nel sogno, riempirà il suo vaso di granelli di sabbia. Un granello per ogni stella che ha veduto, per ogni tramonto, per ogni alba; un granello per ogni nome pronunciato, per ogni mano stretta, un granello per ogni parasanga, ogni passo, ogni pietra, ogni luogo che ha visto, amato e abbandonato. Alla fine, quel vaso nel sogno, gli parrà essere divenuto tutto lo spazio che ha percorso, tutta la strada che ha fatto.
– Ma è sopravvissuto alla battaglia?
– Sì…
– La luna è alta nel cielo. Qual è la tua domanda?
– Immagina che Iskandar non abbia finito il suo viaggio. Ma sia qui alla nostra porta, questa sera. Venuto da un tempo di eroi e dei, a piedi nudi, con un vaso colmo di polvere tra le mani. Cosa gli offriresti?
– È impossibile – rispose il ragazzo, e udì in quell’istante bussare alla porta. Forse era Iskandar, ma non lui non poteva saperlo. Continuava a guardare il vecchio Socrate, seduto vicino al fuoco.
– Gli offrirei questo istante che stiamo vivendo – continuò – quest’istante infinito, l’unica cosa che abbiamo, simile all’acqua di un fiume. Il suo vaso lo varrà?
Vide il vecchio Socrate sorridere e s’alzò per andare alla porta.
Ultima modifica di giulio.palmieri il martedì 17 dicembre 2019, 1:22, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#2 » martedì 17 dicembre 2019, 1:07

Ciao Giulio e benvenuto su Minuti Contati! Ti ho appena mandato una richiesta di amicizia su fb come Maurizio Bertino (credo sia tu perché condividiamo molti amici amanti della scrittura). Se ancora non sei dentro, ti invito a entrare a fare parte anche del gruppo fb di Minuti Contati, lo trovi QUI (farne parte non è obbligatorio, ma ti permetterebbe di goderti l'edizione insieme a tutta la community). Tornando a noi: purtroppo ti beccherai un paio di Malus minimi perché, seppur di poco, hai sforato nel tempo (due minuti) e, più nettamente, nei caratteri (un centinaio). Ma l'importante è che tu sia dentro e che ti possa godere la fase del confronto!

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giulio.palmieri
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#3 » martedì 17 dicembre 2019, 1:32

Ciao, grazie Maurizio, piacere di conoscerti. È la prima volta qui sul forum, e ho trovato l' esperienza molto divertente (e competitiva). A presto

alexandra.fischer
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#4 » martedì 17 dicembre 2019, 20:07

IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE Di Giulio Palmieri Trama suggestiva, su questo personaggio Pushan-Iskandar, che viaggia lungo l’Asia(Terra dei Sini, Hindu-Kush) finendo dalla corte dei Moghul fino alla Terra di Elena, causa della guerra di Troia. Il tema è centrato. La voce che lo narra, in tono profetico, appartiene a Socrate che lo aspetta in visita. Ecco, siccome parli di Socrate, io userei un tono diverso: il filosofo ateniese era famoso per la Confutazione, ossia l’arte di insinuare dubbi nell’interlocutore usando le parole pronunciate da questi contro di lui. Per cui, al tuo posto sarei partita, volendo usare proprio lui, dalla scena del ragazzo che apre la porta e chiede a Socrate: “chi aspettiamo?” e lui “Un ospite che viene da lontano” e avrei fatto partire il racconto con una domanda tipo: ”Chi sei, un viaggiatore? E cos’è un viaggiatore?”. E questo, per arrivare a dove? Magari al paradosso del titolo. Forse lui sa di avere diverse parti di se stesso sparse in giro (anche nella mente di Elena) e arriva a non sapere chi è. Oppure ad accettare di essere molte persone allo stesso tempo. Insomma, lo renderei inquieto e combattivo (Socrate era uno tosto. Ha tenuto testa anche ad Alcibiade, almeno così ci racconta Platone, perché lui si è rifiutato di lasciare degli scritti). Questa è una via, l'altra, più facile, è di trasformarlo in un veggente qualunque.

Attento
Il freddo che stordirà il suo sonno (che lo renderà mortale, semmai)

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Gennibo
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#5 » mercoledì 18 dicembre 2019, 1:06

Ciao Giulio! Il tuo racconto mi è piaciuto molto, per diversi motivi. Penso che tu sia riuscito bene a gestire il personaggio del maestro che per insegnare mette alla prova l’allievo. Con l’allievo che domanda e cerca di capire la lezione. Suggestiva la storia. Bello lo stile. Il ritmo incanta e il finale lascia il dubbio che fa parte del paradosso: Ma chi sta bussando?
E poi? Che importa? Quello che importa sono le ipotesi che l’allievo formula. Ipotesi affascinanti.
Che dire? Bravo!

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giulio.palmieri
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#6 » mercoledì 18 dicembre 2019, 16:42

Ciao Alexandra e Isabella, grazie per i commenti e per i suggerimenti!

@Alexandra: Data la brevità di spazio, il tono è il primo che mi è venuto in mente, e Socrate, diciamo, corrisponde forse più a una sorta di spirito buono, che interroga e suscita la domanda, più che al filosofo vero e proprio.
Però tengo buono il consiglio sulla porta, forse sarebbe il caso di mostrarla all'inizio; invece, se mostriamo e citiamo anche il viaggiatore si arriverebbe poi a capire subito che qualcuno busserà a quella porta e quindi anticipiamo il finale. Comunque sono contento ti sia piaciuto.

@Isabella: grazie mille! ho cercato di formulare il paradosso di qualcuno che viene da lontano, uno spirito insomma, che poi viene accolto dal personaggio del ragazzo. Il tutto è nato dalla riflessione su un paradosso matematico, in cui una serie infinita converge in una quantità finita (a proposito delle serie numeriche) e... è venuto fuori questo racconto, in cui spero di essere riuscito a suggerire l'idea di uno spazio sconfinato (quello del viaggio) che converge verso l'unico istante del presente. Ci rileggiamo presto.

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giulio.palmieri
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#7 » venerdì 20 dicembre 2019, 1:41

Trascrivo il commento di Dario17 dalla lista finale dei commenti di gruppo, per dare una risposta:

Dario17
Cavaliere più sfortunato di Iskandar/Pushan non ne avevo mai incontrati in un testo:
corre con il suo cavallo (scritto così pare siano uno accanto all’altro), lo trascina per mulattiere ed infine lo smarrisce, senza mai riuscire a cavalcarlo come si deve.
Al netto di qualche articolo e virgole messe male, ripetizioni evitabili (a tenere gli stendardi in battaglia e combattere contro i Parti, in battaglie polverose su pianure sconfinate), stringare nelle descrizioni e nei particolari sarebbe stata una buona idea a favore della scorrevolezza del testo.
Tempi verbali un po’ confusi.
Confesso che, senza sbirciare il tuo commento postumo in cui spieghi il riferimento al paradosso di una serie matematica, non ci sarei mai arrivato.
D’accordo sul fatto che il protagonista della questione filosofico/matematica vaghi per tanti posti e quindi percorra tanto spazio, ma dove si colloca il “così poco tempo” del tema?
L’istante che gli offrirebbero? Ma non è definito come “infinito”?
“ELENCHOS”

Risposta:
Tempi verbali: si parte col futuro (facendo identificare il lettore nel viagiatore), per poi passare al congiuntivo circa le ipotesi della possibile presenza del viaggiatore alla porta. La domanda di Socrate e la risposta sono al condizionale, perché l'ipotesi che il viaggiatore si trovi alla porta non è verificata a pieno (resta sospesa). Mi sembrano coerenti, e poi stiamo parlando di un paradosso.
L'attimo di tempo del tema è l'istante presente: forse sì, non è stato corretto definirlo infinito, ma insomma, intendevo l'istante mobile del presente a fronte di tutto lo spazio del viaggio, simboleggiato dal vaso pieno di granelli di sabbia.

Spero di essere riuscito a rispondere alle tue domande, ad ogni modo se non ti è arrivato il senso del racconto amen, vuol dire che non sono stato in grado di comunicarlo.
Detto questo vado ad aprire la porta, qualcuno bussa. Saluti!

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maurizio.ferrero
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#8 » venerdì 20 dicembre 2019, 8:47

Ciao Giulio, ben arrivato :)

Ho letto il tuo racconto con un po' di fatica. Non fraintendermi, è abbastanza scorrevole, ma un viaggio così complicato e ricco di dettagli descritto in così poche battute mi dà l'idea di un elenco più che una narrazione vera e propria. Avrei alleggerito alcune descrizioni e aggiunto maggior dettaglio su vicende più importanti, ma con così poco spazio a disposizione ammetto che sarebbe stato difficile.
Ammetto anche che senza le tue spiegazioni post-racconto non avrei capito come hai deciso di affrontare il tema. Il tanto spazio è presente, il poco tempo avrebbe potuto esserlo, ma come hai detto tu stesso quell' "infinito" va ad ammazzare il modo in cui hai posto la cosa. Insomma, bisogna lavorare molto d'immaginazione per coglierlo.
Un'ultima cosa: leggere un dialogo senza tag (brevi descrizioni che interrompono le battute per mostrare movimenti o espressioni dei dialoganti) a me risulta pesante. Troppo copione teatrale e poco racconto. Credo che il racconto sarebbe risultato più snello se ne avessi aggiunti almeno un paio.

A presto!

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giulio.palmieri
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#9 » venerdì 20 dicembre 2019, 15:45

Ciao Maurizio, piacere di conoscerti!

Provo a difendere la scelta dell'elenco: dato il poco spazio a disposizione, la serie degli attimi del passato del viaggiatore dovrebbe andare a collimare bene (spero) con l'immagine del vaso pieno di granelli (che è poi quanto la nostra memoria trattiene: una serie di attimi, di momenti, di sensazioni). Il viaggio del protagonista è un processo di individuazione, perché dapprima il protagonista perde il suo cavallo senza nome (la sua guida) mentre durante il viaggio acquisisce due nomi: il primo umano (Iskander, se non sbaglio, era il nome persiano di Alessandro il Macedone) e il secondo divino (Pushan era una divinità solare dei Veda).

Invece, sull'istante di tempo (oltre all'errore di definirlo infinito) avrei dovuto condensarlo in un'immagine: magari nella fiamma di una lampada, sul tavolo della stanza. Così sarebbe arrivato più diretto. Il messaggio è che tutto il passato converge nel presente (un solo attimo mobile), proprio come una serie infinita può procedere in una quantità finita.

Per i tag non c'era spazio (ma non era infinito, lo spazio del tema? aaahrgh!)
Grazie per le tue considerazioni.
Giulio

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Adry666
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#10 » venerdì 20 dicembre 2019, 17:50

Il paradosso del viaggiatore, di Giulio Palmieri

Ciao Giulio,
non so se il tema è centrato in pieno, diciamo al 50% :-)

Il tuo racconto è scritto bene nel complesso, ma i dialoghi costruiti in questo modo non aiutano la facilità di lettura e interpretazione. Non sono riuscito a coglierne il significato pieno, non sono riuscito a farmi appassionare dal narrare e dai personaggi. Ho dovuto rileggerlo due volte per capire meglio alcuni passaggi.

Invece ci sono delle descrizioni e dei passaggi veramente belli, ad esempio: “A tutti dirà di chiamarsi Iskandar, come suo padre. Un piccolo commerciante gli regalerà un astrolabio, gli insegnerà a tracciare sulla carta piccoli segni che indicano stelle, luoghi e cose, e gli dirà che è la malinconia delle stelle, dei luoghi e delle cose ad aver insegnato loro quei segni.”
E anche il finale è notevole:
– Gli offrirei questo istante che stiamo vivendo – continuò – quest’istante infinito, l’unica cosa che abbiamo, simile all’acqua di un fiume

Insomma, secondo me, lavorandoci sopra un po’ potrebbe diventare un racconto molto interessante!
Ciao
Adriano

viviana.tenga
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#11 » domenica 22 dicembre 2019, 10:53

Ciao Giulio,
All'inizio, il tuo racconto mi ha ricordato molto i Sette Messaggeri di Buzzati, ci ho letto lo stesso senso di spazio infinito da esplorare. Andando avanti, ci sono dentro davvero tante cose. Ammetto di averlo dovuto leggere un po' di volte (e dare un'occhiata anche ai commenti) per chiarirmi del tutto le idee. Nel complesso, mi piace l'idea del viaggiatore che rappresenta la conoscenza che l'umanità ha raccolto nel tempo e che il vecchio maestro vuole passare al giovane allievo, il passato che si incontra con l'istante del presente. Ho però fatto un po' fatica a mettere a fuoco il tutto e secondo me da questo punto di vista il racconto è migliorabile. Visto il poco spazio, penso avresti potuto scegliere pochi elementi del viaggio e concentrarti su quelli, invece che presentarci una carrellata che rischia di finire per confondere.

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romina.braggion
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#12 » domenica 22 dicembre 2019, 14:37

Ciao Giulio, piacere di conoscerti. Ecco la mia opinione: parto dal tema azzeccato nello spazio ma il poco tempo non l’ho percepito. È chiara la necessità di una maggiore quantità di battute per risolvere il tuo intento. Quest’ultimo è comprensibile nel bellissimo finale, molto evocativo.
Il dialogo così come si svolge, mi sembra più una descrizione, un elenco didascalico di informazioni. Mi piace moltissimo l’intenzione ma sarebbe utile lavorare sulla maniera più efficace per comunicarla.
Mi piacerebbe rileggere il racconto, magari con qualche battuta in più.

Daniel Travis
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#13 » domenica 22 dicembre 2019, 16:05

Il ritmo e il tono del racconto sono tra i migliori, se non i migliori, del gruppo.
Anche l'idea di un tasso di scambio tra tempo e spazio mi piace (l'ho usata a mia volta), e l'immenso valore del tempo di vivere rispetto allo spazio percorso ha forza. I riferimenti mitologico-storici, numerosi e specifici, possono distrarre qualche lettore e farne innamorare qualche altro - a me non sono dispiaciuti affatto.
Personalmente, lo ammetto, avrei ribaltato lo scambio: il vaso di polvere racchiude tutte le esperienze di un eterno viandante (tempo), e non c'è niente che possa eguagliarne il valore... Se non il minuto, spoglio spazio di una stanza in cui riposare, e raccontarle a una buona compagnia (in altre parole, l'ospitalità, sacra a Zeus). Ma si tratta di una mia fanfiction, di fatto, non di una critica vera e propria.
Complimenti e a presto.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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giulio.palmieri
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#14 » lunedì 23 dicembre 2019, 0:16

Buona sera, vi ringrazio per i commenti e i suggerimenti. Di sicuro lavorerò al racconto per renderlo più compiuto. @Daniel: ti ringrazio per l’ottimo suggerimento. In effetti uno dei termini dell’equivalenza può essere costituito dallo spazio della stanza (e quindi dal dialogo, e quindi da uno spazio intimo di accoglienza). Ci penserò durante le feste. Buon contest!

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antico
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Re: IL PARADOSSO DEL VIAGGIATORE

Messaggio#15 » domenica 29 dicembre 2019, 19:54

Bellissima l'idea di partenza, ho qualche dubbio sulla strategia da te usata nel racconto. Il fatto è che il lettore segue questo viaggio attendendosi un dunque che arriva forse troppo tardi e comunque dopo molti nomi ed eventi, talmente tanti da spingerlo fuori dal racconto. Sulla chiusa, infine, diventi molto veloce, talmente tanto da non riuscire a riportare dentro il lettore stesso. In buona sostanza: il mio consiglio è di variare il dosaggio e vedere se con un diverso equilibrio il composto finale può riuscire a essere maggiormente efficace. Pollice ni tendente verso l'alto, per me.

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