Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Appuntamento per lunedì 17 febbraio 2020 dalle 21.00 all'una con un tema scelto da Lorenzo Marone!
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emiliano.maramonte
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Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » martedì 18 febbraio 2020, 0:27

Teresa dice basta.
Lo sospettava da tempo. Ora ha la conferma.
Non si sente bene da qualche giorno. Ce l’ha nella testa, quel male innominabile. Lo sa, lo sente.
Stanno friggendo il cervello a tutti.
Wi-fi, cinquegì, router, gigafibra, microonde, megahertz, SAR, radiofrequenze… aiuto!
Afferra lo smartphone. Odia Whatsapp, gli fa schifo Facebook, eppure ci va. È un regalo, ma non importa.
Radiazioni. Veleno.
Le pulsa qualcosa vicino all’orecchio. Punge e scava.
No, ti prego.
Hanno montato un ripetitore sul palazzo di fronte.
Ci mancava pure questa!
Respira a fondo una, due, tre volte. Fa fatica. È quella bestia lì, che cresce.
Afferra lo smartphone. Lo fissa per l’ultima volta. Addio per sempre.
Lo fracassa contro il muro.
Sollievo?
Teresa si blocca. Forse ha svegliato Serena. Forse l’ha spaventata. Povera piccola.
Silenzio.
Non è finita.
Modem, internet veloce, ultradownload, alta connettività… stop!
Corre nello studio di Carlo.
Ecco il demonietto. Lo strappa dai cavi. Lo giustizia. È morto.
Teresa trema. Gocciola sudore freddo.
Non è finita.
L’ha visto a Le Iene. Le hanno passato dei link di Youtube. Esperti l’hanno detto al TG. Prima o poi sarebbe successo. Hanno passato il segno.
Una fitta al centro del cranio. Improvvisa. Troppo.
Ormai è tardi.
Doveva capirlo prima.
Il veleno è ovunque.
Perché gli altri non se ne accorgono?
Il cuore batte a mille. Teresa si sbottona il colletto della camicia. Si sente soffocare.
Ossigeno. Ossigeno. Ossigeno!
La casa le sta stretta. Rimpicciolisce.
Scende in strada a rotta di collo. È una bella mattina.
La gente sorride. Mentre muore. Quello lì seduto alla panchina sta ingobbito sul tablet. Quell’altra sul marciapiede sghignazza mentre guarda un video idiota. Tre bambini schiamazzano per una chat.
È folle.
E lei non può spegnere tutto.
Dolore alla testa. Nausea.
Ha paura.
Deve fare qualcosa.
«Fermatevi!»
Urla.
Il mondo si volta a guardarla.
«Ci stanno uccidendo!»
«Mamma!»
Serena le cinge le spalle.
Teresa non regge più il peso della sofferenza.
Nebbia.
Sipario.
Buio.

*

Risveglio. Teresa si sente uno straccio. Peggio che essere ubriaca.
«Adesso sta meglio» dice il dottore.
C’è Serena con lei. «Ehi, mi hai spaventata. Ma ora è tutto finito.»
Lingua di gesso. Non può rispondere.
«Le dia queste.» Un flaconcino marrone passa tra le mani di Serena. «Due volte al giorno.»
«Non sono pazza.» Un sussurro. Poco più che un soffio modulato. Teresa riprende fiato. Scopre che il dolore alla testa è sparito.
«Due anni fa evitava il burro d’arachidi per paura che rimanesse incollato al palato per sempre.»
È Serena che parla al dottore in disparte.
«Capisco. Le stia vicino. Mi chiami, se dovesse avere un’altra crisi.»
Suoneria di un cellulare.
Serena controlla le notifiche. È ossessionata. Come tutti: felici mentre si consumano.
Il dottore riceve una chiamata.
Teresa dice basta.



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antico
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » martedì 18 febbraio 2020, 0:30

Ciao Emiliano! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa Lorenzo Marone Edition!

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Laura Cazzari
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » martedì 18 febbraio 2020, 21:54

Ciao Emiliano, sono contenta di rileggerti. Il tema è centrato e devo farti i miei complimenti per come sei riuscito a rendere la paura della donna. Trasmettevi angoscia e paura. Bravo. Mi è anche piaciuto che hai cominciato e finito con la stessa frase d’effetto: Teresa dice basta. Solo il finale devo dire che non mi ha convinto al 100%. Mi sarebbe piaciuto di più forse senza lo stacco ma con lei che terrorizza tutti e che la portano via… Mio gusto personale.
Laura Cazzari

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A.B Radley
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » giovedì 20 febbraio 2020, 10:51

Paranoia e angoscia si sentono tutte, e vengono trasmesse con molta forza, creando un grande coinvolgimento. Le frasi spezzate amplificano il tutto, ma essendo sempre molto corte e troncate sul nascere, dopo un po' passano oltre, ingenerando monotonia. A volte, secondo me, sarebbe stata meglio la virgola al posto del punto, e anche l'impaginazione con tutti gli a capo sarebbe da rivedere un po', perché invece che favorire l'immedesimazione distrae e rompe l'incantesimo. Inoltre (lo so che solo 3333 caratteri sono pochi, ti capisco) invece che scrivere "ha paura" sarebbe meglio far capire cosa prova da quello che succede al suo corpo sotto l'effetto della paura, o da come vede le cose avendo paura. Come quando dici che ha una fitta al centro del cranio, o chiama il telefono bestia.
Comunque molto bello, bravo.
Scrivo sci-fi, gioco a baseball (molto male) e ascolto colonne sonore
L'araldo nudo è il mio primo libro

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emiliano.maramonte
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » giovedì 20 febbraio 2020, 16:20

Grazie per questi primi commenti e per gli apprezzamenti.
A Laura dico che effettivamente dare un maggior peso emotivo al finale non avrebbe guastato, però forse si sarebbe perso un po' quel senso di psicosi al limite che inquieta davvero.
Do invece ragione a Radley, perché troppe frasi brevi e spezzettate possono indispettire, anche se è un effetto da me voluto e cercato per enfatizzare al massimo la spigolosità di una mente ossessionata da fobie.

Buona Edition!

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Luca Nesler
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » giovedì 20 febbraio 2020, 23:11

Ciao Emiliano!
Il ritmo cadenzato che hai dato alla narrazione funziona molto bene per generare ansia, ma un po' meno nel fornire il contesto. Ho riletto più volte alcune frasi (non molte e più all'inizio) per capire meglio la situazione e le varie implicazioni, ma emerge in modo insistente la paranoia di Teresa. Forse alternare periodi un po' più esaustivi alle frasi lapidarie che hai usato potrebbe ottenere ottimi risultati. Penso che meriterebbe un esperimento.

Per essere più chiaro mi è rimasto un po' confuso il passaggio “è quella bestia lì, che cresce”, perché non capisco a cosa si riferisca. Dal mio punto di vista potrebbe riferirsi a molte cose e non so scegliere.

Invece parti come: “L’ha visto a Le Iene. Le hanno passato dei link di Youtube. Esperti l’hanno detto al TG. Prima o poi sarebbe successo. Hanno passato il segno.” penso che funzionerebbero meglio con un taglio più tradizionale a raccontare i pensieri più discorsivi. Ho visto che non hai usato virgole, ma forse un passaggio come questo le meritava.

Mentre quando usi:
“Lo fracassa contro il muro.
Sollievo?
Teresa si blocca. Forse ha svegliato Serena. Forse l’ha spaventata. Povera piccola.
Silenzio”

penso che funzioni benissimo la forma che hai dato al testo.
Inquadri bene la paranoia di una persona fragile che dà retta a tutti i richiami alla prudenza che ci piovono addosso tutto il tempo. Il finale è un po' sospeso, nel senso che la situazione è chiara, ma non completa. Questo è sicuramente legittimo, ma credo che la completezza tenda a valorizzare il racconto. Poi, è chiaro, su MC è tutto molto più difficile.

Ti cito qualche passaggio per amore di conversazione.
“Afferra lo smartphone. Lo fissa per l’ultima volta. Addio per sempre.” Hai usato il corsivo per i pensieri diretti di Teresa. Mi aspetterei che fosse così anche per “Addio per sempre”.

“Il cuore batte a mille. Teresa si sbottona il colletto della camicia. Si sente soffocare.” Hai usato senza incertezze il PDV di Teresa per tutto il racconto, quindi penso che quel “Teresa” potresti levarlo senza temere fraintendimenti. Rimarresti più vicino al personaggio senza citarlo, perché nominarla ti porta un po' fuori a guardarla. Capisci che intendo? (a volte mi sento un cazzo di oracolo che parla per enigmi)

“La casa le sta stretta. Rimpicciolisce.” sempre riferito al PDV e alla sensazione di paranoia e panico crescente, io ci vedrei meglio “La casa è stretta. Rimpicciolisce.”. Che ne pensi?

“«Non sono pazza.» Un sussurro. Poco più che un soffio modulato. Teresa riprende fiato. Scopre che il dolore alla testa è sparito.”
Io l'avrei scritta: «Non sono pazza.» Un sussurro, poco più che un soffio modulato.
Teresa riprende fiato. Scopre che il dolore alla testa è sparito.”


“«Due anni fa evitava il burro d’arachidi per paura che rimanesse incollato al palato per sempre.»
È Serena che parla al dottore in disparte.”
Ho notato che quando le indicazioni sul dialogo arrivano dopo la battuta, mi fermo e rileggo la battuta o, al limite, la ripenso. Questo credo rallenti la lettura, quindi tendo a dare prima i riferimenti in modo che il lettore sappia come immaginarli mentre li legge.

Alla prossima!

viviana.tenga
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » giovedì 20 febbraio 2020, 23:18

Ciao Emiliano,
Mi accodo ai complimenti per come hai reso la psiche turbata della protagonista. La scelta stilistica delle frasi spezzate mi è piaciuta, trovo che renda bene il senso di confusione e perdita di contatto con la realtà. Ti segnalo un "gli fa schifo Facebook" che dovrebbe essere un "le", ma siamo a Minuti Contati e le sviste capitano. Anch'io ho trovato il finale un po' blando rispetto al resto, ma mi è piaciuta la chiusura con "Teresa dice basta" che sembra voler far ripartire in loop il racconto (o una storia simile con un'altra mania).

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Andrea Lauro
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » venerdì 21 febbraio 2020, 16:03

Ciao Emiliano, che piacere leggerti.
La prova è molto buona, viene ben reso il carattere psicotico della protagonista. A tal proposito, c’è un grande uso del punto per rendere il senso di urgenza di Teresa nel suo disperato tentativo di salvare sé e gli altri. L’effetto riesce naturalmente, ma essendo così diffuso forse appesantisce troppo la lettura. Sto parlando naturalmente del primo paragrafo, quello che termina con “Buio.” Nel secondo paragrafo, invece, scegli (secondo me in modo azzeccato) di utilizzare periodi più lunghi, in modo da distendere il clima e indurre il lettore al ragionamento.
E allora mi chiedo: e se provassi a rendere tutta la struttura un chiasmo? Partire con periodi lunghi, cecando di legarli dove possibile, poi ridurli progressivamente aumentando la concitazione, in una discesa a spirale nella mente della protagonista, fino a che arriva: quattro lettere e un punto, “Buio.”
E da lì, pian piano, l’uscita dall’antro (a rivedere le stelle), esattamente nella forma come l’avevi pensata. Potrebbe rendere?

Nota: all’inizio scrivi “Forse ha svegliato Serena. Forse l’ha spaventata. Povera piccola.”: mi ero immaginato una bimba in fasce, così quando mi son trovato la stessa Serena in strada ad abbracciare Teresa, e poi a parlare con il dottore, ho dovuto fare un passo indietro. Nulla di male eh, però forse toglierei quel “povera piccola”, a scanso di equivoci.
a presto!
andrea

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emiliano.maramonte
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » venerdì 21 febbraio 2020, 16:43

Luca Nesler ha scritto:Ciao Emiliano!
Il ritmo cadenzato che hai dato alla narrazione funziona molto bene per generare ansia, ma un po' meno nel fornire il contesto. Ho riletto più volte alcune frasi (non molte e più all'inizio) per capire meglio la situazione e le varie implicazioni, ma emerge in modo insistente la paranoia di Teresa. Forse alternare periodi un po' più esaustivi alle frasi lapidarie che hai usato potrebbe ottenere ottimi risultati. Penso che meriterebbe un esperimento.

Per essere più chiaro mi è rimasto un po' confuso il passaggio “è quella bestia lì, che cresce”, perché non capisco a cosa si riferisca. Dal mio punto di vista potrebbe riferirsi a molte cose e non so scegliere.

Invece parti come: “L’ha visto a Le Iene. Le hanno passato dei link di Youtube. Esperti l’hanno detto al TG. Prima o poi sarebbe successo. Hanno passato il segno.” penso che funzionerebbero meglio con un taglio più tradizionale a raccontare i pensieri più discorsivi. Ho visto che non hai usato virgole, ma forse un passaggio come questo le meritava.

Mentre quando usi:
“Lo fracassa contro il muro.
Sollievo?
Teresa si blocca. Forse ha svegliato Serena. Forse l’ha spaventata. Povera piccola.
Silenzio”

penso che funzioni benissimo la forma che hai dato al testo.
Inquadri bene la paranoia di una persona fragile che dà retta a tutti i richiami alla prudenza che ci piovono addosso tutto il tempo. Il finale è un po' sospeso, nel senso che la situazione è chiara, ma non completa. Questo è sicuramente legittimo, ma credo che la completezza tenda a valorizzare il racconto. Poi, è chiaro, su MC è tutto molto più difficile.

Ti cito qualche passaggio per amore di conversazione.
“Afferra lo smartphone. Lo fissa per l’ultima volta. Addio per sempre.” Hai usato il corsivo per i pensieri diretti di Teresa. Mi aspetterei che fosse così anche per “Addio per sempre”.

“Il cuore batte a mille. Teresa si sbottona il colletto della camicia. Si sente soffocare.” Hai usato senza incertezze il PDV di Teresa per tutto il racconto, quindi penso che quel “Teresa” potresti levarlo senza temere fraintendimenti. Rimarresti più vicino al personaggio senza citarlo, perché nominarla ti porta un po' fuori a guardarla. Capisci che intendo? (a volte mi sento un cazzo di oracolo che parla per enigmi)

“La casa le sta stretta. Rimpicciolisce.” sempre riferito al PDV e alla sensazione di paranoia e panico crescente, io ci vedrei meglio “La casa è stretta. Rimpicciolisce.”. Che ne pensi?

“«Non sono pazza.» Un sussurro. Poco più che un soffio modulato. Teresa riprende fiato. Scopre che il dolore alla testa è sparito.”
Io l'avrei scritta: «Non sono pazza.» Un sussurro, poco più che un soffio modulato.
Teresa riprende fiato. Scopre che il dolore alla testa è sparito.”


“«Due anni fa evitava il burro d’arachidi per paura che rimanesse incollato al palato per sempre.»
È Serena che parla al dottore in disparte.”
Ho notato che quando le indicazioni sul dialogo arrivano dopo la battuta, mi fermo e rileggo la battuta o, al limite, la ripenso. Questo credo rallenti la lettura, quindi tendo a dare prima i riferimenti in modo che il lettore sappia come immaginarli mentre li legge.

Alla prossima!


Caspita, carissimo Luca, hai fatto l'autopsia al racconto! Grazie! Mi hai dato davvero molti importanti suggerimenti utilissimi anche per le future Edition.
Voglio solo precisare che con questo stile fortemente spezzettato e cadenzato mi sono preso dei rischi. Ho voluto spingere al massimo il "martellamento" sul lettore per dare una maggiore sensazione di paranoia, anche narrativa. E come ogni situazione rischiosa, può andar bene e può andar male. Vedremo alla fine del girone eliminatorio.
Per quanto riguarda la "bestia" e il "male innominabile", pensavo fosse chiaro che mi riferivo al tumore (che purtroppo si associa sempre più di frequente alle radiazioni emesse dalle nuove tecnologie), però evidentemente sono stato criptico o non così preciso. Amen.
Per tutte le altre segnalazioni, prendo nota.
Grazie mille e buona Edition!

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emiliano.maramonte
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#10 » venerdì 21 febbraio 2020, 16:49

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Emiliano, che piacere leggerti.
La prova è molto buona, viene ben reso il carattere psicotico della protagonista. A tal proposito, c’è un grande uso del punto per rendere il senso di urgenza di Teresa nel suo disperato tentativo di salvare sé e gli altri. L’effetto riesce naturalmente, ma essendo così diffuso forse appesantisce troppo la lettura. Sto parlando naturalmente del primo paragrafo, quello che termina con “Buio.” Nel secondo paragrafo, invece, scegli (secondo me in modo azzeccato) di utilizzare periodi più lunghi, in modo da distendere il clima e indurre il lettore al ragionamento.
E allora mi chiedo: e se provassi a rendere tutta la struttura un chiasmo? Partire con periodi lunghi, cecando di legarli dove possibile, poi ridurli progressivamente aumentando la concitazione, in una discesa a spirale nella mente della protagonista, fino a che arriva: quattro lettere e un punto, “Buio.”
E da lì, pian piano, l’uscita dall’antro (a rivedere le stelle), esattamente nella forma come l’avevi pensata. Potrebbe rendere?

Nota: all’inizio scrivi “Forse ha svegliato Serena. Forse l’ha spaventata. Povera piccola.”: mi ero immaginato una bimba in fasce, così quando mi son trovato la stessa Serena in strada ad abbracciare Teresa, e poi a parlare con il dottore, ho dovuto fare un passo indietro. Nulla di male eh, però forse toglierei quel “povera piccola”, a scanso di equivoci.
a presto!
andrea


Grazie mille Andrea sia per i rilievi che per gli apprezzamenti.
Accetto con molto interesse i suggerimenti soprattutto perché possono essere degli "artifici" per rendere ancora più efficaci tecniche narrative come quella da me usata. Come detto a Luca qui sopra, ho voluto spingere al massimo l'effetto di martellamento del lettore per far emergere all'ennesima potenza la sensazione di paranoia della protagonista, ma evidentemente ho esagerato. Alla fin fine, la verità sta sempre nel mezzo, e mi par di capire che avrei dovuto equilibrare il flusso narrativo, alternando fasi spezzettate a fasi più "calme" e diluite.
Per ciò che riguarda la figlia di Teresa, be', effettivamente l'inconveniente esiste, e me ne sono accorto dopo che era scaduto il termine di consegna. In effetti avevo pensato a una bambina di un anno che veniva disturbata dai gesti insani della mamma, poi ho dovuto riutilizzare il personaggio per concludere il racconto e l'ho fatta crescere, generando una specie di incoerenza interna. In realtà l'incoerenza è sanabile laddove si pensi che una mamma può dire "piccola mia" a una figlia anche se ha 60 anni!
Comunque grazie, caro Andrea, e buona Edition!

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emiliano.maramonte
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#11 » venerdì 21 febbraio 2020, 16:52

viviana.tenga ha scritto:Ciao Emiliano,
Mi accodo ai complimenti per come hai reso la psiche turbata della protagonista. La scelta stilistica delle frasi spezzate mi è piaciuta, trovo che renda bene il senso di confusione e perdita di contatto con la realtà. Ti segnalo un "gli fa schifo Facebook" che dovrebbe essere un "le", ma siamo a Minuti Contati e le sviste capitano. Anch'io ho trovato il finale un po' blando rispetto al resto, ma mi è piaciuta la chiusura con "Teresa dice basta" che sembra voler far ripartire in loop il racconto (o una storia simile con un'altra mania).


Non posso che ringraziarti per i complimenti, ancor più se arrivano dalla capolista del torneo!
Non mi ero accorto di "gli" al posto di "le", ma Minuti Contati è anche questo. Nulla è perfetto.

Per ora, in bocca al lupo!

Emiliano.

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Wladimiro Borchi
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#12 » venerdì 21 febbraio 2020, 18:22

Ciao Emiliano,
amico e maestro.
Come al solito ho letto il tuo racconto, ma stavolta lo dovevo anche commentare.
Veniamo a noi.
Il racconto mi è piaciuto molto (al solito) e ho apprezzato anche lo stile sincopato che hai scelto per rendere ancor più angosciante la situazione.
Ho avuto un cliente affetto da una patologia simile a quella della tua protagonista e, quando svalvolava, dovevo staccare una lampada dello studio perché sosteneva che il campo elettromagnetico generato dal trasformatore gli facesse intossicare il cervello di mercurio.
Sono situazioni davvero tremende e chi ne è affetto vive davvero male, cosa che mi sembra tu sia riuscito a rendere molto bene nel tuo racconto.
Un'unica curiosità: alla fine Teresa spacca il cellulare del dottore?
Io ho inteso così quell'ultimo dire basta...
A rileggerci presto
W
IMBUTO!!!

alexandra.fischer
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#13 » venerdì 21 febbraio 2020, 20:22

Il racconto è ben scritto: tutti i particolari delle Paure del Presente che ossessionano Teresa sono evidenti. Ha paura della tecnologia (smartphone, Facebook, applicazioni varie legate all’uso della Rete, che la portano a distruggere tutte le apparecchiature, incluse quelle nello studio del marito Carlo) e c’è anche un flashback relativo alla fobia del burro d’arachidi. La contrapposizione fra la serenità della gente che usa la tecnologia e i suoi terrori indotti da notizie amplificate in modo distorto dalla sua mente (le Iene, You Tube, il TG) è ben resa. Si tratta di una paziente psichiatrica (vedi il medico e il farmaco nelle mani della figlia Serena: e nel finale Teresa vede il medico come il vero malato, visto che usa il cellulare: è contaminato proprio come la figlia, che controlla le notifiche dopo aver ricevuto le istruzioni sul farmaco da somministrarle). Unico neo: Teresa dice basta, sì, ma come? (io mostrerei una scena con lei che glielo strappa di mano e lo butta per terra)
Attento:
gli fa schifo (le fa schifo)

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Gennibo
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#14 » venerdì 21 febbraio 2020, 22:36

Molto bello il tuo racconto Emiliano. Mi piace lo stile serrato, ma soprattutto il non detto. Poche parole striminzite che fioriscono nella testa del lettore riempiendo i buchi lasciati dalle perfette premesse. Secondo me già sarebbe stato bello se fosse finito con “Buio” ma poi hai fatto anche il bis. Ci ho messo un momento a cogliere appieno il senso del finale, ma ci sta, ci vuole un momento per capire quanta disperazione c’è in Teresa che continua a vedere il mondo che impazzisce e si rovina, senza che lei possa farci nulla. Bravissimo!

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emiliano.maramonte
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#15 » venerdì 21 febbraio 2020, 23:39

Wladimiro Borchi ha scritto:Ciao Emiliano,
amico e maestro.
Come al solito ho letto il tuo racconto, ma stavolta lo dovevo anche commentare.
Veniamo a noi.
Il racconto mi è piaciuto molto (al solito) e ho apprezzato anche lo stile sincopato che hai scelto per rendere ancor più angosciante la situazione.
Ho avuto un cliente affetto da una patologia simile a quella della tua protagonista e, quando svalvolava, dovevo staccare una lampada dello studio perché sosteneva che il campo elettromagnetico generato dal trasformatore gli facesse intossicare il cervello di mercurio.
Sono situazioni davvero tremende e chi ne è affetto vive davvero male, cosa che mi sembra tu sia riuscito a rendere molto bene nel tuo racconto.
Un'unica curiosità: alla fine Teresa spacca il cellulare del dottore?
Io ho inteso così quell'ultimo dire basta...
A rileggerci presto
W


Stimatissimo Wladimiro,

onorato di essere tuo amico, ma... maestro addirittura! Eh eh.
Grazie per gli apprezzamenti.
Piccolo retroscena: per scrivere questa storia mi sono vagamente ispirato a mia madre, con la quale, anni fa, ho fatto lunghe litigate perché odiava la tecnologia e la riteneva tossica, arrivando a togliermi monitor dalle scrivanie e a far disattivare prese vicine alla testiera del letto. Allora ho ingigantito la psicosi ed è venuta fuori Teresa.
Pe soddisfare la tua curiosità preciso che alla fine Teresa ha sicuramente un altro attacco. Come abbia reagito, non lo so, può aver aggredito il medico, o urlato, o spaccato il suo cellulare. Questo lo lascio immaginare a voi lettori.

In bocca al lupo e buona Edition a te!

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emiliano.maramonte
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#16 » venerdì 21 febbraio 2020, 23:44

Ciao Alexandra e Isabella.
Grazie di cuore per gli apprezzamenti.
In bocca al lupo e buona Edition!

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daniele.mammana-torrisi
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#17 » mercoledì 26 febbraio 2020, 16:22

Ciao, Emiliano!

Eccomi qui, davanti ad un divertente esempio di tecnofobia. O qui vale dire luddismo? Penso che tecnofobia sia più adeguato, in virtù anche di quanto sia esagerata in Teresa. E pensare che le sarebbe bastato spegnere la corrente per qualche minuto per avere lo stesso effetto.
E Serena che si lamenta, immagino.
"La gente sorride mentre muore" è proprio un bel pezzo. Chi avrebbe potuto prevedere la rivoluzione digitale, 30 anni fa?

Lo stile staccato con cui hai scritto, che non mi è nuovo, funziona piacevolmente bene per questa storia. Non è atto a grandi descrizioni o periodi lunghi, il che è ottimo con un limitato numero di caratteri, e ha una sorta di distanza dai personaggi che aiuta a vederli, capirli ma non immedesimarsi troppo.
Staccare ogni cosa non è proprio l'idea più originale, ma la sua esecuzione mi è piaciuta!

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antico
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Re: Teresa dice basta di Emiliano Maramonte

Messaggio#18 » domenica 1 marzo 2020, 17:48

Il racconto mi è piaciuto, ma non arrivo al pollice su completo perché sul finale c'è qualcosa che mi stona. Ottima la chiusa che fa ripartire il loop (o almeno suggerisce una sua ripartenza), ma non si capisce il perché di questo aggravarsi proprio contro gli strumenti tecnologici quando tu stesso sottolinei che in passato ha avuto altre manie. Mi spiego: il fatto che tu ponga l'attenzione su quelle diverse manie suggerisce che lei se ne trovi di sempre diverse, quindi, a quel punto, mi aspetto un trasferimento della fobia verso una terza fonte mentre diverse sarebbero state le mie aspettative se tu fossi rimasto su quella contro la tecnologia. Tra l'altro, recupera BETTER CALL SAUL perché il fratello del protagonista ha una mania simile ed è resa magnificamente (poi, vabbeh, guarda quella serie non solo per quello, è un capolavoro in toto). Pollice quasi su, per me.

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