Vedi Venezia e poi...

Appuntamento per lunedì 17 febbraio 2020 dalle 21.00 all'una con un tema scelto da Lorenzo Marone!
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roberto.masini
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Vedi Venezia e poi...

Messaggio#1 » martedì 18 febbraio 2020, 0:56

Carmine Pitarresi aveva ammazzato mio fratello ma nessuno mi aveva creduto. Quel mafioso aveva pagato avvocati, testimoni e giudici. I miei sforzi per farlo condannare erano risultati vani.
Allora avevo deciso di vendicarmi, uccidendolo ma avevo fallito: i suoi scagnozzi mi avevano disarmato prima che mi potessi avvicinare. Mi condussero davanti al boss. Era seduto su una specie di trono; indossava un gessato grigio con una cravatta viola che si allentò:
«Caro il mio Daniele, i miei amici qui, attorno a te, mi dicono che volevi uccidermi. So a che cosa hai pensato. Hai pensato: ”O lo ammazzo o mi ammazzano e la faccio finita!” Ma tu non devi morire: io non ti ammazzerò. Tu devi continuare a vivere e, vivendo, soffrire, come mi ha fatto soffrire tuo fratello, con quegli articolo infamanti su di me e la mia famiglia, che hanno fatto piangere i miei figli!»
Tentai di afferrarlo per la gola ma lui si alzò dalla sedia e con una mano sola mi sbatté a terra. I suoi ragazzi mi cacciarono a calci dalla tenuta.
Per un mese intero non passò giorno che non pensassi al suicidio, Poi successe qualcosa.
Crollò il ponte Morandi. Ero incollato alla tv. Tra i sopravvissuti intervistarono uno spaventatissimo Carmine Pitarresi che era precipitato giù ma che si era salvato, miracolosamente illeso. Per la prima volta avevo colto in quegli occhi di ghiaccio un’espressione di vero terrore. Pensai che al mondo c’era ancora qualcosa che temeva. Subito dopo realizzai che la Provvidenza Divina si era addormentata di nuovo: quell'uomo era immortale.
Trascorse un altro mese. Mi trovavo per lavoro a Catania, quando in piazza Cosma e Damiano, intravidi la figura del mio acerrimo nemico.
“Che ci fa così lontano da Palermo?” pensai. Poi lo vidi entrare in un palazzo; mi avvicinai . C’erano decine di targhe: avvocati, medici, commercialisti. Dov'era andato? Non potevo saperlo.
Natale era vicino, Tornai a Catania e rividi il boss che entrava di nuovo in quel palazzo. Lo seguii. L’ascensore salì al sesto piano. Ci arrivai anch'io: era occupato da uno studio medico. Sulla porta a vetri un’insegna recitava: ”Professor Ottaviano Gargiulo, psicanalista”. Il boss aveva bisogno di cure psichiatriche?
Ritornai a Catania con il mio amico Carmine, elettrotecnico e scassinatore. C’introducemmo nello studio dello psicanalista una domenica mattina. I sistemi di allarme furono neutralizzati e io potei avere accesso al suo computer. Usava password banali e così arrivai facilmente alla scheda personale:
“Il soggetto soffre di una forma acuta di gefirofobia, un disordine di carattere psicologico, caratterizzato da esagerata o irrazionale paura che un individuo ha verso i ponti e cavalcavia. Ha descritto le reazioni sgradevoli che ha, attraversando un ponte: panico, terrore, paura, tachicardia, eccessiva sudorazione, tremore, mancanza di respiro, secchezza delle fauci. Il trattamento con tecniche di Self-Help non ha fatto che aggravare il suo stato. L'esposizione a un minimo stimolo fobico in questo momento potrebbe essere addirittura letale (suicidio).”
Sapevo che non potevo sequestrarlo per molto tempo, senza essere scoperto dai suoi scagnozzi ma avrei avuto la vendetta, senza torcergli un capello.
Carmine si risvegliò; la testa gli ronzava; afferrò il telefono;
«Pronto, scusi che albergo è questo?»
«Il Danieli, signore!»



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antico
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#2 » martedì 18 febbraio 2020, 0:58

Ciao Roberto! Tutto ok con i parametri, buona Lorenzo Marone Edition!

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Davide Di Tullio
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#3 » venerdì 21 febbraio 2020, 23:42

Ciao Roberto. Ho cominciato la lettura e per qualche attimo mi è sembrato di ricordare l' incipit di qualche racconto di Maupassant. Putroppo ho dovuto ridimensionare le mie aspettative. L' intreccio è abbastanza lineare, ma ci sono dei passaggi che mi lasciano un pò perplesso. Per esempio, quando dici "Usava password banali e così arrivai facilmente alla scheda personale", mi sembra davvero poco plausibile. Poi il finale mi risulta un po' oscuro, cosi come il titolo del racconto.

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filippo.mammoli
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#4 » sabato 22 febbraio 2020, 12:33

Ciao Roberto,
l'idea non è male, anche se ci dono alcuni cliché un po' abusati e che sanno di copia incolla da film e fiction.
Mi riferisco al mafioso assiso sul trono che nemmeno Marlon Brando ne Il padrino.
Per il resto scorre via bene a parte alcuni piccoli refusi.
Il tema si inserisce verso la metà e tiri fuori una paura piuttosto inusuale e questo di per sé è un bene.
Mi sembrano un po' forzati gli incontri per essere casuali e poi non mi sono chiari alcuni passaggi improvvisi. Ma la pecca più grave secondo me, è che non ho proprio capito il finale. Magari è colpa mia.

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emiliano.maramonte
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#5 » sabato 22 febbraio 2020, 15:36

Ciao Roberto, ben trovato.
Parto dal tema. Posso affermare con certezza che l'hai preso, ed è originale: la fobia dell'attraversamento dei ponti. Non la conoscevo. Una vera e propria psicosi aggravata dai falsi allarmismi su Facebook di foto di cavalcavia danneggiati, per la maggior parte fasulli.
Il finale è particolare. E' una vendetta diabolica. Ho apprezzato l'intelligenza dell'intuizione, anche se non ho capito bene se la vendetta sta nel fatto che Carmine è stato portato a Venezia durante una delle drammatiche inondazioni di qualche settimana fa oppure se per il fatto che la città è piena di ponti, quindi...
Il vero problema di questo racconto è tutto ciò che c'è in mezzo, ossia lo sviluppo. Troppe banali coincidenze, troppi passaggi telefonati e artificiosi finalizzati al raggiungimento del risultato finale, cioè la vendetta. La trama, così com'è è assai forzata e innaturale. Come anche i dialoghi. Ad esempio: prova a rileggere le frasi del boss all'inizio, quando incontra il protagonista. Ti risulta che un malavitoso sanguinario parlerebbe così? Non credo.
Testo sicuramente da rivedere, ha delle buone potenzialità, ma nella versione attuale è inefficace.
Un po' più di attenzione nell'editing non avrebbe guastato.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Pretorian
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#6 » lunedì 24 febbraio 2020, 0:34

Ciao, Roberto. Non so: questo racconto mi sembra pesantemente al di sotto dei tuoi lavori precedenti (che erano ottimi). A cominciare dal fatto che tutta la prima parte della storia sembra più un "riassunto delle puntate precedenti" che un incipit vero e proprio. Lanci sul lettore una tonnellata di informazioni (per dire, l'intera scena del boss che minaccia il protagonista è inutile) che avrebbero potuto essere condensate in due/frasi, senza perdere nulla di quello serviva. Anche la scena del protagonista che incontra per caso il boss è confusa e forzata. Forse sarebbe stato meglio prevedere che il protagonista "seguisse" l'uomo, in cerca di punti deboli da sfruttare. Per contro, il finale resta criptico e risolve ben poco della vicenda, forse proprio per la mancanza di spazio. Infine, come detto anche da altri, l'editing mi è sembrato frettoloso e il racconto avrebbe sicuramente necessitato di almeno un'altra stesura.

Alla prossima!

Daniel Travis
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#7 » lunedì 24 febbraio 2020, 17:05

Ottima idea, che intreccia il tema a una storia particolare; buona trama, che nel limite dei caratteri riesce a catturare l'attenzione; anche il protagonista, nella sua semplicità, funziona. Insomma, le premesse ci sono tutte. L'esecuzione, però, lascia a desiderare.
Ho notato solo un errore formale vero e proprio (Natale era vicino, Tornai a Catania), ma resta l'impressione generale di un'attenzione scarsa alla forma, forse causata dai limiti di tempo. Il racconto si apre su un riassunto delle puntate precedenti che frulla motivazioni, emozioni e addirittura una scena d'azione e le trasforma in una didascalia piuttosto piatta: già riformulare le stesse frasi con un ritmo meno monotono e con più espressioni emotive del protagonista avrebbe migliorato tantissimo la parte. L'intero testo risulta affrettato, il ritmo oscilla tra un'efficace varietà e una piattezza monotona, e la provvidenziale risoluzione dei problemi del protagonista, che potrebbe anche essere il punto del racconto, risulta talmente lineare da essere poco convincente. Il passaggio sulle password, per esempio, avrebbe potuto funzionare, con un'altra forma (
Non sapevo come procedere, da lì in poi: non trovai note prese a mano, e il PC dello psicanalista era protetto. Feci un tentativo disperato, e quasi non credetti ai miei occhi: Siamo nel 2020, e questo - dottore, nientemeno - ancora lascia "password" come password. Ero dentro.

), proprio perché avere password banali, anche ad alti livelli, è un passo falso ancora relativamente comune, ma scritto com'è nel racconto suona come "Qui c'era una di quelle scene poco credibili da telefilm in cui indovinano la password guardando il nome del cane o il libro preferito, ma non avevo voglia/spazio/tempo di scriverla, quindi ci piazzo 'sto segnaposto".
Insomma, riscritto - e, al di fuori del contest, anche ampliato - ha potenzialità.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Gennibo
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#8 » martedì 25 febbraio 2020, 12:11

Ciao Roberto, mi sono divertita a leggere il tuo racconto, seppure a tratti, come ti hanno già fatto notare, ho faticato a seguirlo.
Con “la cravatta viola che si allentò” mi sono immaginata la cravatta che si allentava da sola.
Sei partito con diverse frasi rallentate dall’ausiliare avere, ma ti sei subito ripreso con tante azioni che danno l’idea di una successione veloce e dinamica.
Secondo me sarebbe da rivedere e chiarire in alcuni punti. Un racconto sul filo della credibilità, come deve essere per un sogno, in un crescendo di suspense che raggiunge l'apice al risveglio.
Buona Edition e a rileggerti presto!

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roberto.masini
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#9 » giovedì 27 febbraio 2020, 0:23

Insufficiente labor limae!!!

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Polly Russell
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#10 » giovedì 27 febbraio 2020, 20:06

Ciao Roberto. Mi spiace ma questa volta non mi hai convinto, in primis per un uso alternativo della punteggiatura che m’ha fatto leggere il racconto a singhiozzi. XD
Purtroppo è tutto un susseguirsi di cliché, il mafioso sul trono, l’amico scassinatore, perché il fratello di un giornalista dovrebbe avere un amico scassinatore? Le password semplici, a meno che non sia 1234, nessuna password di una persona che non si conosce affatto può essere semplice. Fino alla definizione della fobia sul computer: per quale motivo uno psichiatra dovrebbe spiegarsi da solo che cosa è la fobia che ha riscontrato in un paziente?
Tra l’altro non mi spiego nemmeno perché il protagonista si stupisca di vederlo a Catania (così lontana da Palermo) e non si sia stupito di vederlo a Genova.
Polly

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antico
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Re: Vedi Venezia e poi...

Messaggio#11 » lunedì 2 marzo 2020, 18:21

Sì, questo racconto non ti è uscito con il buco... Troppe coincidenze e tutte insieme, troppi clichè, il protagonista che rimane lontano dal lettore non permettendogli di empatizzare, situazioni forzate fino al finale con il boss che si trova in questo stabile veneziano, come fosse facile passare inosservati a Venezia con un corpo immobile sulle spalle... Insomma, questa volta non mi hai proprio convinto. Non un pollice giù perché si legge, ma un ni che sa un po' di un "Beh?". Capita, Roberto. Ti aspetto alla prossima!

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