Uscita dal Tunnel di Lennut

Martina Seppi
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Uscita dal Tunnel di Lennut

Messaggio#1 » domenica 7 febbraio 2021, 13:04

Gli orchi si stavano piano piano facendo strada verso la superficie. Saro capì immediatamente che non potevano essere fermati. Era come assistere ad una vorticosa e irrefrenabile salita dell'acqua da un pozzo profondo. Cosa si poteva fare contro una vorticosa e irrefrenabile salita dell'acqua da un pozzo? Saro alzò di più la torcia per cercare di contare quell'orda urlante che avanzava sempre di più verso la superficie. Impossibile contarli, ma ad occhio erano circa un migliaio.

Gli orchi avevano occhi piccoli e completamente neri, inclusa la sclera. Erano piccoli, con radi peli sulle orecchie, puzzavano sempre di stantio e avevano solo canini in bocca. Si diceva che fossero capaci di strisciare per terra e mimetizzarsi come serpenti e che il loro sangue portasse malattie a qualsiasi altra creatura. Benché ne avesse incontrati ed uccisi diversi, Saro non sapeva se queste dicerie fossero accurate, ma poteva sicuramente confermare che in battaglia quegli esseri provavano un intenso piacere a smembrare e mangiare le loro vittime.

L'orda si faceva sempre più rumorosa man mano che i secondi passavano. Il sudore cadeva copioso dalla fronte di Saro e anche le mani gli sudavano. A stento riusciva a non far scivolare la torcia che aveva tra le dita. Gli altri erano in superficie diretti ad est. In cuor suo, sperava che Azor avesse già avvertito l'Esercito della Foresta dell'imminente scontro con gli orchi. L'orda continuava a scalare il profondo tunnel, unica via d'accesso dal Regno Sotterraneo di Lennut alla Terra Assolata. Saro sapeva che non li avrebbe mai fermati. Mano a mano che li vedeva avanzare, le loro grida di esultanza gli gelavano il cuore. Un senso di torpore freddo lo invase al pensiero di aver fallito. "Ferma gli orchi prima che scalino il Tunnel di Lennut" gli aveva ordinato Andora prima di morire. Lui gliel'aveva promesso. Il sudore colato sugli occhi si mescolò ad alcune lacrime al pensiero di aver tradito la fiducia della Maga Cavaliera.

Gli orchi ormai gli erano vicini, meno di duecento metri. Saro guardò in alto in direzione dell'uscita del Tunnel di Lennut. Una piccola fessura da cui trapelava un timido raggio di sole a testimoniare che la Terra Assolata ancora esisteva. Erano circa 100 metri da scalare e Saro sarebbe uscito. L' Apertura (così veniva chiamata dalle creature l'uscita del tunnel di Lennut) era larga circa un metro. Il problema non era uscire, ma non scivolare nell'impresa. Andora aveva spiegato a Saro che gli ultimi cinque metri prima dell'Apertura erano stati oleati e resi scivolosi dagli Antichi Incantesimi per impedire agli orchi di riversarsi sulla Terra Assolata. Ma Saro aveva l'impressione che neanche gli Antichi Incantesimi avrebbero impedito a tutti quegli orchi di farsi breccia attraverso l'Apertura.

Con il cuore appesantito da questi pensieri, Saro gettò la torcia contro alcuni orchi, bruciandone uno che perse la presa sulla parete e andò a sbattere contro altri due orchi, incendiandoli. Saro li vide precipitare nel buio del tunnel per finire nel Lago di Lennut, un'immensa distesa di acqua verde scuro. Si pensava che il Lago di Lennut fosse una sorta di collegamento tra il Regno Sotterraneo e la Landa degli Spiriti, dove le anime delle creature uccise dalle Antiche Maledizioni vagavano in solitudine e disperazione per sempre.

Saro iniziò a scalare per raggiungere l'Apertura. Gli orchi erano ancora più vicini. Sentiva le urla nella loro orrenda lingua, sentiva il lezzo dei loro vestiti sporchi e la loro trepidazione vedendo l'Apertura sempre più vicina. Si accorse subito di avere le mani troppo sudate. Le dita non tenevano la presa e le gambe non riuscivano da sole a sopperire alla debolezza delle braccia. Troppi giorni di cammino sottoterra le avevano prosciugate di energia. Gli orchi lo tallonavano. Probabilmente se avesse guardato in basso il suo sguardo avrebbe incontrato il nero assoluto dei loro occhi. Saro non voleva morire, ma soprattutto non voleva fallire. Se avesse trovato un punto, una piccola altura da dove combattere, almeno sarebbe morto dando l'ultimo respiro per la Terra Assolata. La mente gli bruciava dalla disperazione di essere l'ultima, inutile difesa della Terra Assolata, completamente incapace di difenderla.

Saro sentì il battito violento del suo cuore. Lo sentiva ancora meglio nel silenzio che improvvisamente era calato. Gli orchi non gridavano più, non avanzavano più. Saro d'istinto guardò in basso. Vide una luce bianca, simile a quella che penetrava l'Apertura. Ma questa luce veniva dal Lago di Lennut, dall'interno del Lago. Gli orchi iniziarono ad agitarsi. Saro percepì l'odore della loro paura, mentre quella luce bianca si faceva sempre più intensa. Saro vide gli orchi cercare le vie di fuga del tunnel, piccole gallerie che si erano scavati nei secoli per espandere il Regno Sotterraneo. All'improvviso la luce bianca divenne accecante per gli orchi e Saro capì che quella luce era il frutto di un Antico Incantesimo. Saro rimase immobile di fronte allo spettacolo di Andora che emergeva dal Lago di Lennut a cavallo di Ogard, il Grande Drago Bianco, la cui luce illuminò l'intero tunnel di Lennut. Ogni battito delle sue ali possenti irradiava di luce bianca che accecò gli orchi. Uno ad uno caddero nelle profondità della terra, annegando nel Lago di Lennut. Andora guidò Ogard verso l'Apertura, le ali che continuavano ad irradiare luce e mietevano vittime tra gli orchi ad ogni battito. Quando gli fu vicino, Ogard afferrò Saro con la sua zampa muscolosa e continuò il suo volo, sfondando l'Apertura.



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Michael Dag
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Re: Uscita dal Tunnel di Lennut

Messaggio#2 » martedì 9 febbraio 2021, 12:35

Una scenetta fantasy che potrebbe essere l'inizio di una storia, oppure il suo epilogo. Nulla da dire sul contenuto.
Sullo stile invece qualche appunto lo faccio.

Innanzitutto Saro, non si può sentire. Parere personale, ma mi sa di Jessico, Deboro Luano..oppure Jacopa.
Inoltre, l'hai ripetuto una ventina di volte in pochissime righe. Quando il protagonista è uno solo, non serve richiamare il suo nome ogni volta, si usa il soggetto sottinteso, rende la lettura più scorrevole. Ho notato anche parecchia ripetizioni.

Altra cosa: espressioni come "vide che" "penso che" "sapeva che", prova a riscriverli come pensiero diretto del protagonista, ne guadagneresti molto come fluidità di lettura

Martina Seppi
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Re: Uscita dal Tunnel di Lennut

Messaggio#3 » mercoledì 10 febbraio 2021, 11:47

Ciao MIchael,

ti ringrazio molto dei feedback, ho già preso nota e ci lavorerò nei prossimi pezzi in terza persona!

Ps: mi spiace che il nome "Saro" non sia stato di tuo gradimento;)

Alla prossima,
Martina

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