Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

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AmbraStancampiano
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Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#1 » martedì 20 marzo 2018, 23:07

Ciao! :)
Mi sono un po' disabituata a Minuti Contati e al suo formato, per cui quando ieri sera mi sono messa a scrivere per la Guerri Edition, ho tirato fuori una roba di più di 12000 caratteri -_-'
Impossibilitata dal tempo a crearne una versione mignon che andasse bene per la gara, l'ho riletta e risistemata e la posto qui, in attesa dei vostri preziosi consigli.
Buona Nuova Era!

Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma
A Bassano sulla Norma è un Lunedì come tutti gli altri.
La signora Lorena si stiracchia in cucina mentre aspetta che esca il caffè. Tiene il coperchio della moka sollevato, come sempre.
Il rumore di una saracinesca che si alza le comunica che sono le sei in punto; è l’edicola di Carmela, che apre tutti i giorni a quell’ora per sistemare i nuovi arrivi sugli scaffali. La signora Lorena si affaccia sul giardinetto che dà sulla piazza e fa un cenno di saluto all’amica, lei le indica un fagotto messo lì da parte.
La signora Lorena entra in casa e beve il suo solito caffè dolcificato sospirando di soddisfazione: anche questa settimana sono arrivate le sue riviste; Oggi, Confidenze e Tv Sorrisi e Canzoni alleggeriranno i suoi momenti liberi col gossip e gli aneddoti che le piacciono tanto. Pensa che viviamo in tempi bellissimi, in cui tutto ciò che desideri può arrivare direttamente a casa tua; basta ordinarlo.
La signora Lorena si alza e comincia con le sue faccende; accende la tv per tenersi compagnia. Mentre una presentatrice con le labbra gonfie mette in guardia il suo pubblico sui pericoli della teoria gender, affronta una montagna di panni sporchi da smacchiare e pretrattare.

Le campane della chiesa di San Diritto, patrono delle cose giuste, suonano il mezzogiorno.
La signora Lorena stende i panni in giardino mentre la sua amica Carmela, al di là del muretto basso, le anticipa i pettegolezzi più succosi che troverà sulle sue riviste. Passa di lì il postino, che come ogni giorno ha finito il suo giro e sta tornando verso l’ufficio centrale. Carmela, grande amica della sorella, lo ferma:
- Salve Matteo! Come sta Paola?
- Signora Carmela, che piacere!
- Matteo è un galantuomo - ridacchia civettuola Carmela rivolgendosi all'amica - mi vede ogni giorno ma si finge sempre sorpreso!
Matteo si schernisce:
- Be', qui è sempre tutto così uguale...
- E meno male! - Aggiunge Eugenio Scafazza, proprietario della rosticceria all'angolo e da lì sopraggiunto nel vedere la compagnia riunita. - Si sentono certe cose in tv...
- Il signore ha ragione - incalza la signora Lorena - proprio prima sentivo in tv che adesso in città insegnano il sesso nelle scuole.
Scafazza guarda la signora Lorena con approvazione.
- Ti riferisci alla teoria gender? - chiede Carmela - Ieri il Gazzettino diceva che un sacco di genitori stanno ritirando i figli dalle scuole.
- Che poi cosa vuol dire 'sto gender? - Sputacchia Scafazza, rosso in viso - Da che mondo è mondo le femmine sono femmine e i maschi sono maschi. Non so se mi spiego, signore...
Ammicca in direzione della signora Lorena, che arrossisce e distoglie lo sguardo fingendo di cercare una molletta in un cestino appeso al filo per stendere.
- Per fortuna qui è tutto normale - dice distrattamente - di queste cose non si parla nemmeno.
- Invece, ho visto una cosa curiosa oggi. - Matteo si reinserisce nella discussione.
- Ah, si? - Lo incoraggia Carmela.
- La coppia nuova, quelli che hanno preso in affitto la vecchia villa dei Zacchetti… devono aver avuto un figlio.
- Strano - commenta la signora Lorena - lei non sembrava incinta l’ultima volta che l’ho vista.
- Sono strani tutti e due - sussurra Carmela con aria da cospiratrice - sapeste che roba ordinano in edicola da me…
- Che cosa? - Chiede Laura, la nipote della signora Lorena, spuntata proprio adesso dall’angolo.
- Per queste cose esiste il segreto professionale! - Strillacchia Carmela, che non l’ha vista arrivare e si è dapprima spaventata e poi irritata.
- Fatti gli affari tuoi, Laura! Che sei venuta a fare qui? - La rimprovera la zia.
- Mamma voleva in prestito un po’ di farina. Comunque non sono strani, quelli che si vestono in quel modo. A scuola li chiamiamo hipster.
- Quelli non sono hipster, sono metallari! - La corregge Michelino, che ha una cotta per Laura e la segue ovunque.
- Ma voi non dovreste essere a scuola? - Chiede Eugenio Scafazza, pronto a indignarsi.
- La stanno disinfestando per le elezioni. - Taglia corto Michelino.
- Matteo stava cercando di raccontarci qualcosa! - Strilla Carmela, sempre più irritata. - Volete fare silenzio?
Tutti si azzittiscono. Matteo, in imbarazzo, balbetta:
- Vabbè, ma-magari non è niente d’importante… gli sono arrivati un sacco di telegrammi e biglietti d’auguri…
- Chi usa ancora i telegrammi? - Lo interrompe Laura. Carmela la azzittisce con uno scappellotto.
- E quindi lo hanno avuto ‘sto bambino? - Chiede Scafazza, spazientito. - Avranno messo un nastro sulla porta.
- È proprio questo il punto. - Risponde Matteo. - Il nastro sulla porta c’era, ma era rosso.
- Rosso? - Carmela esagerava sempre il tono di voce quando voleva comunicare la sua sorpresa. - E che vuol dire? Ma ti hanno aperto? Lo hai visto il bambino? E la signora?
- Sono stati gentili, ma non ho visto nessun bambino.
- Questa cosa mi puzza. - Dice Carmela. - Che significa questo nastro rosso?
- Non è un bel colore, il rosso. - rilancia la signora Lorena. - Fa pensare al sangue.
- Ma và! - Ridacchia Laura - Magari vuol dire che gli è nato un vampiro!
- Ridi, ridi tu. - Dice grave Carmela. - Voi giovani queste cose non le prendete mai sul serio, per questo siete a rischio! Sapessi quanti articoli sui satanisti leggo ogni giorno…
- In effetti il ragazzo ha quei capellacci lunghi, ed è sempre vestito di nero…
- Sono ME - TA - LLA - RI! - Sillaba spazientito Michelino. - Ve l’ho già detto!
- I metallari non sono quelli che ascoltano la musica del demonio? - Si riaggancia Carmela. - Sono proprio i satantisti di cui parlavo!
- Ma no che non sono satanisti! - prova a spiegare Laura - Ascoltano solo musica un po’ pesante.
- Laura, - la zia la guarda con sospetto - è vero che a scuola vi insegnano la teoria gender?
Michelino e Laura scoppiano in una sonora risata.
- Ma voi credete proprio a tutto quello che dice la tv? - Strilla Michelino, tra i singhiozzi.
Non c’è niente da ridere, ragazzi. - Sibila Scafazza, serio. - Rispondi a tua zia, Laura.
Laura guarda sua zia, incredula.
- Diglielo, Laura - la provoca Michelino - Dì a tua zia che il nastro rosso a casa dei nuovi arrivati vuol dire che è nato un mostruoso bambino senza sesso, che sceglierà cosa essere a 18 anni! O un transessuale? O l’anticristo?
Laura continua a guardare sua zia, in imbarazzo.
- Lasciamo perdere, va. - Taglia corto la signora Lorena, ed entra in casa per prendere la farina.

Quando la signora Lorena torna fuori il sole accecante del pomeriggio arroventa i sanpietrini della piazza ed esaspera le persone riunite davanti al suo giardinetto. Sembrano tutti arrabbiati.
Al gruppo si è unita altra gente con la faccia scura, tutti mormorano e borbottano scuotendo la testa e formando via via dei capannelli. Al centro di uno di questi, il signor Scafazza parla animatamente con un gruppo di persone che annuiscono e poi si disperdono per il paese. La signora Lorena, confusa, si avvicina a Carmela, seduta sul muretto basso accanto a Matteo e a Paola, la sorella, che a quanto pare li ha raggiunti.
- Ma che succede? Dove sono i ragazzi?
Carmela volta la testa occhialuta verso di lei:
- Li ho mandati via. Scafazza ha ragione, ma loro sono ancora troppo piccoli per queste cose.
- In che senso ha ragione? Che dice Scafazza?
- Dico che dobbiamo fare qualcosa, Lorena.
Risponde lo stesso Scafazza, alle sue spalle. La signora Lorena si gira ed è come se lo vedesse per la prima volta: i suoi occhi brillano di una luce nuova, vincente, e le goccette di sudore che gli imperlano la fronte e le guance rubizze lo fanno sembrare ancora più maschio. Anche la sua postura, più dritta e sicura di sé, gli dona un fascino che la signora Lorena non aveva mai colto prima.
- Dobbiamo fare qualcosa. - Ripete lui. - Non possiamo permettergli di prendersi anche il nostro paese, le nostre case, la nostra gente.
- Oh, Eugenio… Hai ragione. Ma a chi non possiamo permetterlo?
- A quelli del nastro rosso.
- Avete scoperto cosa vuol dire il nastro rosso?
- Sveglia, Lorena!!! - Scafazza sale in piedi sul muretto. - Non importa quello che vuol dire il nastro rosso per loro, ma cosa vuol dire per noi! Loro sono diversi, non li conosciamo e non li vogliamo conoscere. Ci basta guardarli per capire che in loro c’è qualcosa di sbagliato, che vogliono rovesciare il nostro mondo, sradicare ogni nostra certezza, farci dubitare di tutto ciò su cui abbiamo basato la nostra cultura. Io non posso permetterlo. Io devo fare qualcosa. E tu, mi seguirai?
Scafazza le porge la mano. La signora Lorena lo guarda con occhi adoranti.
- Non sapevo che tu fossi così bravo a parlare. - Gli dice.
- Nemmeno io.
Risponde lui, mentre guarda incredulo la folla che si è radunata in piazza nel frattempo. La signora Lorena prende la sua mano e sale sul muretto accanto a lui, la folla esplode in un boato.
- Alla casa dei Zacchetti!
Urla Scafazza, e la folla s’incammina arrabbiata tutta per la stessa strada.

Si è ormai fatta quasi sera e il cielo accenna a colorarsi del rosso di un classico tramonto di campagna, la norma da quelle parti. I coniugi Laudini stanno consumando un aperitivo in veranda, godendosi la serata mite. Fissano la folla in avvicinamento con contenuta preoccupazione.
- Dici che sono qui per farci gli auguri? - Chiede lui.
Lei si porta i lunghi capelli scuri dietro la nuca con un gesto concentrato, poi li lascia andare.
- Me ne occupo io. - Dice.
Si alza in piedi, fa tre passi verso l’orda. In testa ci sono un uomo rubizzo di mezza età con indosso un grembiule bianco, sporco di salsa di pomodoro, e una donna attempata ma ancora piacente. Subito dietro, il postino ancora in divisa, la giornalaia del paese e un’altra donna anziana con una lunga treccia. Alle loro spalle, più o meno tutto il paese.
L’uomo in grembiule si distacca dal gruppo, fa qualche passo in direzione della donna dai capelli lunghi. I due sono esattamente davanti alla porta della villetta. La porta blu, su cui è infiocchettato un nastro rosso. Lei sorride.
- Buonasera. - Dice. - Posso aiutarvi?
- Chi è lei? - Urla l’uomo in grembiule, sputacchiando.
- Veramente è lei che si trova sulla mia proprietà. - Obietta la donna.
- Ma voi siete nel mio paese!
L’uomo urla sempre più forte, e man mano che il tono della sua voce aumenta la sua faccia si fa sempre più rossa e gonfia, come se dovesse esplodere da un momento all’altro. La folla, che ne vede solo le spalle, fa eco alle sue urla.
- Siamo in un paese libero. E io ho regolarmente preso in affitto questa villetta più di sei mesi fa. Lei è della polizia? Delle tasse? Vuole vedere il contratto?
L’uomo in grembiule vacilla, preso in contropiede.
- Noi vogliamo che andiate via dal nostro paese! Non siete come noi!
- Abbiamo fatto qualcosa che vi ha offeso? Non capisco, ci potete almeno spiegare?
- Noi… vorremmo sapere perché avete esposto un nastro rosso alla vostra porta. - Dice la signora piacente, a disagio.
- E se siete satanisti! - Aggiunge la giornalaia, mentre il postino tenta inutilmente di trattenerla. La folla, alle sue spalle, ruggisce di nuovo.
La donna ride fragorosamente.
- Tutto questo casino… per il nastro! - Strillacchia tra i singhiozzi.
La signora piacente si fa piccola piccola, sempre più a disagio. L’uomo col grembiule si arrabbia, interrompe la risata della donna:
- Non c’è proprio un cazzo da ridere. Rispondi alla domanda: perché quel nastro rosso?
Lei si fa seria, fissa un punto vicino ai piedi dell’uomo col grembiule.
- Qualche giorno fa sono nati i miei figli. - Alza di scatto lo sguardo, per fissarlo negli occhi della signora piacente. - Volete vederli?
L’uomo in grembiule si blocca, sembra perdere di colpo tutta la sua sicurezza. Annuisce senza dire una parola.
La donna muove un braccio, la porta blu si apre.
- Strega! - Sussurrano tra la folla. - È una strega!
Dalla villetta escono delle cose che nessuno ha il tempo di vedere. Attaccano la folla velocissimi, falciando gli individui come se fossero fili d’erba e lasciandosi dietro una nuvola rossa che rende invidiose quelle in cielo, protagoniste proprio in questo momento di uno spettacolare tramonto di campagna, uguale a tanti altri ma comunque unico.
Il prato davanti alla villetta è ridotto a un vero macello, i piccoli avanzano su ciò che resta della folla rispondendo a una sete di sangue atavica che non dà spiegazioni e non sembra sentire ragioni. Non si fanno prigionieri.
Mamma Laudini è tornata in veranda, siede accanto al marito e i due osservano orgogliosi i progressi della loro prole, sorseggiando l’aperitivo ormai a temperatura ambiente.
- Credi che ne lasceranno un po’ per noi? - Chiede il padre.
- Ne dubito fortemente. - Risponde la moglie, divertita. - Se hai fame dovrai rincorrere quei pochi che riescono a scappare.
- Adesso scappano, ma secondo te torneranno?
- Non ne ho dubbi. - Dice lei - L’ignoranza è ciclica, come la fame e la guerra.


Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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maria rosaria
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Re: Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#2 » venerdì 23 marzo 2018, 17:45

Ciao Ambra.
Questo racconto mi piace.
L'inizio, un po' in sordina, mi ha ricordato il film con Sophia Loren e Mastroianni, Una giornata particolare. Lei che prende il caffè poi si dedica alla casa.
Poi però il ritmo cambia e accelera fino ad arrivare al gran finale.
Un racconto che inizia in maniera classica e chiude con l'horror, forse neanche tanto. :D
Credo che le cose da rivedere siano veramente poche. Nel paragrafo iniziale qualche "che" di troppo che appesantisce la lettura.
Inoltre, sempre all'inizio:

AmbraStancampiano ha scritto:Ciao! :)
La signora Lorena si alza e comincia con le sue faccende; accende la tv per tenersi compagnia. Mentre una presentatrice con le labbra gonfie mette in guardia il suo pubblico sui pericoli della teoria gender, affronta una montagna di panni sporchi da smacchiare e pretrattare.


lo riscriverei così:
La signora Lorena si alza e comincia con le sue faccende. Accende la tv per tenersi compagnia e, mentre una presentatrice con le labbra gonfie mette in guardia il suo pubblico dai pericoli della teoria gender, affronta una montagna di panni sporchi da smacchiare e pretrattare.

oppure così:

La signora Lorena si alza e inizia le sue faccende. Accende la TV e si prepara ad affrontare una montagna di panni sporchi da smacchiare e e pretrattate. Dallo schermo una presentatrice con le labbra gonfie mette in guardia il suo pubblico dai pericoli della teoria gender.

Ma al netto di queste cosette, mi è piaciuto molto.
Perciò CHIEDO LA GRAZIA
Maria Rosaria

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AmbraStancampiano
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Re: Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#3 » domenica 25 marzo 2018, 19:50

Ciao Maria Rosaria, e grazie per il commento e la richiesta di grazia :)
Hai colto in pieno il mio modello d'ispirazione per la signora Lorena, grande! ^_^
Riguardo al primo paragrafo hai ragione, in effetti lettura viene parecchio rallentata e l'ultimo periodo è proprio tremendo.
Rileggendo mi sono resa conto di un paio di altre cosette che non vanno, ti andrebbe (a te e a chiunque ne abbia voglia) di darmi un parere a riguardo?

- mancano totalmente il senso del gusto e quello dell'olfatto. O meglio, il gusto è estremamente difficile da inserire utilizzando dei pov esterni, così mi sono limitata al caffè dolcificato della signora. Gli odori mancano e basta, li ho scordati. Non sarebbero difficili da inserire, ma temo di poter allungare troppo il brodo o di rendere meno scorrevole la lettura. Come ne vengo a capo? Li tratto come ho fatto col gusto, inserendo qualche accenno all'inizio o alla fine del testo e amen? Ogni suggerimento (anche sulla posizione in cui inserire un odore ben specifico) sarà ben accetto.

- Il megadialogo centrale è troppo statico? I personaggi hanno una loro voce ben definita? Ho notato che, a parte l'arrivare e l'andare via, nessuno durante questo dialogo svolge azioni che non siano funzionali al dialogo stesso. Mi spiego: i personaggi sputacchiano, alzano e abbassano il tono di voce, hanno dei contenuti che ho cercato di rendere personali e facilmente riconoscibili, ma nessuno poi compie azioni. Nessuna sigaretta accesa, nessun naso soffiato, nessun tic o gesto involontario. Sono tutti fermi. Vi sembrano ingessati? La cosa salta all'occhio? E vale anche qui il dubbio precedente: inserire azioni ed elementi che rendano più aderente al vero il quadro rischia di rallentare e frammentare la lettura? Avete suggerimenti e soluzioni da darmi in proposito?

- Infine, il combattimento. Vi sembra "buttato lì"? Servono più dettagli? I personaggi meritavano un piccolo excursus sulla loro morte?


Grazie davvero a te e a chiunque voglia darmi una mano a rifletterci su :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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maria rosaria
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Re: Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#4 » giovedì 29 marzo 2018, 19:48

Ciao Ambra.

A proposito dell'olfatto: potresti inserire, nella prima parte, dei riferimenti all'odore del caffè che avverte la signora Lorena che oramai è pronto, oppure potresti far annusare sempre alla signora Lorena l'odore della primavera (o di quello che vuoi tu) quando si affaccia alla finestra.
Nella parte in cui parlano dei "metallari" puoi inserire qualche commento del tipo "e puzzano pure. Quando vengono a prendere i giornali non gli si può stare vicino. Un odore forte, pungente. Secondo me non si lavano da anni...".
Nella parte finale, invece, potresti utilizzare l'odore del sangue quando avviene il massacro.

A proposito del gusto: anche qui, nella parte finale potresti aggiungere qualcosa che leghi il sapore dell'aperitivo che bevono i Laudini con il sangue del massacro che hanno compiuto i loro piccoli.

Per il resto ci penso su, però diciamo che il dialogo serrato rende molto l'idea di queste persone che pian piano si raggruppano per spettegolare.
Certo, potresti inserire qualcosa che caratterizzi meglio i singoli personaggi ma la parte centrale si allungherebbe e allora la parte finale, forse, risulterebbe un po' troppo veloce.
Non so, diciamo che sto scrivendo di getto queste riflessioni.
Comunque me lo rileggo ancora e ti rivengo a commentare.

Ho provato a fare delle aggiunte in rosso per spiegare meglio quello che volevo dire.

Ciao



AmbraStancampiano ha scritto:
Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma
A Bassano sulla Norma è un Lunedì come tutti gli altri.
La signora Lorena si stiracchia in cucina mentre aspetta che esca il caffè. Tiene il coperchio della moka sollevato, come sempre.
Il rumore di una saracinesca che si alza le comunica che sono le sei in punto; è l’edicola di Carmela, che apre tutti i giorni a quell’ora per sistemare i nuovi arrivi sugli scaffali. La signora Lorena si affaccia sul giardinetto che dà sulla piazza, annusa l'aria tiepida del mattino e fa un cenno di saluto all’amica, lei le indica un fagotto messo lì da parte.
La signora Lorena rientra in casa, l'odore del caffè ha invaso la cucina. Si riempie una tazzina e lo beve, come il suo solito, dolcificato sospirando di soddisfazione: anche questa settimana sono arrivate le sue riviste; Oggi, Confidenze e Tv Sorrisi e Canzoni alleggeriranno i suoi momenti liberi col gossip e gli aneddoti che le piacciono tanto. Pensa che viviamo in tempi bellissimi, in cui tutto ciò che desideri può arrivare direttamente a casa tua; basta ordinarlo.
La signora Lorena si alza e comincia con le sue faccende; accende la tv per tenersi compagnia. Mentre una presentatrice con le labbra gonfie mette in guardia il suo pubblico sui pericoli della teoria gender, affronta una montagna di panni sporchi da smacchiare e pretrattare.


Si è ormai fatta quasi sera e il cielo accenna a colorarsi del rosso di un classico tramonto di campagna, la norma da quelle parti. I coniugi Laudini stanno consumando un aperitivo in veranda, godendosi la serata mite. Fissano la folla in avvicinamento con contenuta preoccupazione.
- Dici che sono qui per farci gli auguri? - Chiede lui.
Lei si porta i lunghi capelli scuri dietro la nuca con un gesto concentrato, poi li lascia andare.
- Me ne occupo io. - Dice.
Si alza in piedi, fa tre passi verso l’orda. In testa ci sono un uomo rubizzo di mezza età con indosso un grembiule bianco, sporco di salsa di pomodoro, e una donna attempata ma ancora piacente. Subito dietro, il postino ancora in divisa, la giornalaia del paese e un’altra donna anziana con una lunga treccia. Alle loro spalle, più o meno tutto il paese.
L’uomo in grembiule si distacca dal gruppo, fa qualche passo in direzione della donna dai capelli lunghi. I due sono esattamente davanti alla porta della villetta. La porta blu, su cui è infiocchettato un nastro rosso. Lei sorride.
- Buonasera. - Dice. - Posso aiutarvi?
- Chi è lei? - Urla l’uomo in grembiule, sputacchiando.
- Veramente è lei che si trova sulla mia proprietà. - Obietta la donna.
- Ma voi siete nel mio paese!
L’uomo urla sempre più forte, e man mano che il tono della sua voce aumenta la sua faccia si fa sempre più rossa e gonfia, come se dovesse esplodere da un momento all’altro. La folla, che ne vede solo le spalle, fa eco alle sue urla.
- Siamo in un paese libero. E io ho regolarmente preso in affitto questa villetta più di sei mesi fa. Lei è della polizia? Delle tasse? Vuole vedere il contratto?
L’uomo in grembiule vacilla, preso in contropiede.
- Noi vogliamo che andiate via dal nostro paese! Non siete come noi!
- Abbiamo fatto qualcosa che vi ha offeso? Non capisco, ci potete almeno spiegare?
- Noi… vorremmo sapere perché avete esposto un nastro rosso alla vostra porta. - Dice la signora piacente, a disagio.
- E se siete satanisti! - Aggiunge la giornalaia, mentre il postino tenta inutilmente di trattenerla. La folla, alle sue spalle, ruggisce di nuovo.
La donna ride fragorosamente.
- Tutto questo casino… per il nastro! - Strillacchia tra i singhiozzi.
La signora piacente si fa piccola piccola, sempre più a disagio. L’uomo col grembiule si arrabbia, interrompe la risata della donna:
- Non c’è proprio un cazzo da ridere. Rispondi alla domanda: perché quel nastro rosso?
Lei si fa seria, fissa un punto vicino ai piedi dell’uomo col grembiule.
- Qualche giorno fa sono nati i miei figli. - Alza di scatto lo sguardo, per fissarlo negli occhi della signora piacente. - Volete vederli?
L’uomo in grembiule si blocca, sembra perdere di colpo tutta la sua sicurezza. Annuisce senza dire una parola.
La donna muove un braccio, la porta blu si apre.
- Strega! - Sussurrano tra la folla. - È una strega!
Dalla villetta escono delle cose che nessuno ha il tempo di vedere. Attaccano la folla velocissimi, falciando gli individui come se fossero fili d’erba e lasciandosi dietro una nuvola rossa che rende invidiose quelle in cielo, protagoniste proprio in questo momento di uno spettacolare tramonto di campagna, uguale a tanti altri ma comunque unico.
Il prato davanti alla villetta è ridotto a un vero macello, un odore ferroso ha invaso l'aria mentre i piccoli avanzano su ciò che resta della folla rispondendo a una sete di sangue atavica che non dà spiegazioni e non sembra sentire ragioni. Non si fanno prigionieri.
Mamma Laudini è tornata in veranda, siede accanto al marito e i due osservano orgogliosi i progressi della loro prole, sorseggiando l’aperitivo ormai a temperatura ambiente.
- Credi che ne lasceranno un po’ per noi? - Chiede il padre.
- Ne dubito fortemente. - Risponde la moglie, divertita, schioccando la lingua nell'assaporare le ultime gocce del suo aperitivo color rosso sangue . - Se hai fame dovrai rincorrere quei pochi che riescono a scappare.
- Adesso scappano, ma secondo te torneranno?
- Non ne ho dubbi. - Dice lei - L’ignoranza è ciclica, come la fame e la guerra.
Maria Rosaria

alexandra.fischer
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Re: Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#5 » domenica 1 aprile 2018, 19:10

La tua storia mi è piaciuta perché rielabora in modo originale lo stile di Shirley Jackson: l’orrore irrompe nel quotidiano di una tranquilla cittadina di provincia e viene trattato in modo quasi banale da tutti, i buoni (gli abitanti di Bassano sulla Norma) e i cattivi (i coniugi Laudini e la loro prole mostruosa). Il dato più agghiacciante: la trasformazione progressiva degli abitanti in aspiranti assassini dei coniugi arrivati da poco colpevoli di avere un aspetto da satanisti, amare il metal e l’avere usato un nastro rosso per festeggiare la nascita dei figli. E i coniugi si vendicano a modo loro…lasciando i loro figli liberi di esplorare il mondo e di nutrirsi.

Attenzione a: satantisti per satanisti.

CHIEDO L’AMMISSIONE ALLA VETRINA

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roberto.masini
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Re: Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#6 » domenica 3 giugno 2018, 18:58

Cara Ambra, ho trovato interessante il tuo racconto: mi ha ricordato un episodio di "Ai confini della realtà" dove i cittadini, raggirati dagli alieni, non si fidano più di nessuno. Qui, naturalmente, la storia è un po' diversa. Chi sono i buoni? I tranquilli cittadini di Bassano sulla Norma. Veramente sono decisi a far fuori gli altri solo perché diversi. Chi sono i cattivi? La famiglia Laudini con i teriomorfici figli che se stavano tranquilli a sorseggiare l'aperitivo? C'è molto di più sociologico in questa semplice storia dell'orrore che ne fa un racconto meritevole dell'accesso in vetrina. Chiedo dunque la grazia!

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Re: Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#7 » domenica 3 giugno 2018, 19:01

C'è un refuso che non hai tolto: Matteo si schermisce non si schernisce (schernire vuol dire deridere!) Correggi per favore!

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Re: Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#8 » martedì 10 luglio 2018, 14:21

Ciao, Ambra.
Il racconto è fermo da un po'.
Che facciamo? Vuoi lavorarci ancora su o lo archiviamo?
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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Re: Il Lunedì rosso di Bassano sulla Norma - Guerri edition

Messaggio#9 » lunedì 2 settembre 2019, 15:31

Vista la mancanza di risposte, lo archivio
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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